31
*Percy*
Suona la campanella ed entro in classe.
Annabeth non c'è.
Aspetto che torni guardando la porta mentre il prof spiega.
Dopo mezz'ora arriva Annabeth, il prof è sorpreso di vederla arrivare in ritardo.
-Signorina Chase, prego si accomodi.- -Si, scusi il ritardo prof io... non mi sono sentita bene- dice, di sicuro ha mentito, ha gli occhi gonfi di pianto si, ma io sono sempre stato bravo a capire quando mentiva.
Si siede al suo posto e tira fuori dallo zaino il libro.
È sporco, ha delle goccie sopra.
Lei se ne accorge e pulisce in fretta.
Lo mette sul banco e prende la pagina.
Nasconde qualcosa, le fa male il braccio sinistro.
Lo muove poco e, quando lo muove, il suo volto fa leggere smorfie.
Magari ha picchiato il braccio contro la porta.
'Non sono tutti come te Percy'
Zitto tu idiota
'Non puoi dare dell'idiota alla tua coscienza'
Si che posso perché non potrei?
'Perchè è come se ti insultassi da solo'
Sarebbe la prima volta?
Non risponde.
O meglio, rispondo.
In effetti da quando ho rotto con Annabeth mi sono insultato tante di quelle volte...
...una...o due...tre...cinque...dieci...
Tante.
Guardo Annabeth, una lacrima le scorre lungo la guancia, non riesco a vederla così. Ma non faccio niente. Potrei chiederle se sta bene ma tutti stamattina hanno visto come l'ho trattata.
-Chase, ultimamente non vedo Allen. Ha sue notizie per caso.-
Chiede il professore.
-A questo proposito professore vorrei parlarle.- dice, perché non vuota il sacco?
-Dica Chase.-
-Sarebbe meglio se loro non sentissero.- dice misteriosa.
-Allora esca un secondo e mi dice-
Annabeth si alza ed esce, seguita dal prof.
Le pettegole non appena il prof chiude la porta si avvicinano e provano a sentire cosa dicono.
Si sparge un brusio.
'chissà cosa dev'essere di così riservato da non poterlo dire a tutti' 'magari poi non è niente e la ragazza ha una relazione col prof.' 'Be' il prof non è male'
Dicono quelle oche mentre ascoltano.
-Ma la piantate? Annabeth non è una troia come voi!- sbotto di colpo prima di pensarci due volte.
Si girano a guardarmi.
-Taci tu, poi scusami non sei proprio tu che ogni mattina la prendi di mira e le dici che è una troietta e una stronza?-
Non riesco a ribattere.
Quando la maniglia della porta si abbassa tutti tornano a posto e cala il silenzio.
Il prof entra. Sembra scioccato.
Annabeth entra dopo di lui, ha il volto rigato dalle lacrime.
-Allora...- inizia il prof.
-Annabeth mi ha spiegato tutto e vi comunico che non vedrete più il vostro compagno di classe lui...- prova a sorridere -Lui si è trasferito, a San Francisco.- finisce Annabeth.
Seria, troppo seria.
Finta.
Cosa c'è? Perché non può dire cos'è successo a Dustin?
Faccio finta di niente.
Due giorni dopo...
Annabeth ha cominciato ad arrivare a lezione sempre in ritardo.
In questi giorni però io e Jess ci andiamo giù pesante.
Ieri per esempio...
-Allora stronzetta. Ancora non vuoi dirci perché il signorino Allen non verrà più a scuola?-
-Ve l'ho già detto, si è trasferito a San Francisco.- -Si e io ci credo. Si vedeva lontano un miglio che mentivi-
-Credi a quello che vuoi.-
-E IO CREDO A ME, ORA DIMMI PERCHÉ NON VERRÀ PIÙ.-
-NO, TU NON SEI MIO PADRE, NON SEI UN AMICO, NON SEI UN PARENTE E NEMMENO UN FIDANZATO. QUINDI LASCIAMI IN PACE.- mi aveva urlato contro.
-MA IO NON VOGLIO, IO VOGLIO CHE TU, BRUTTA STRONZA, MI DICA PERCHÉ LUI NON VIENE PIÙ-
Ogni insulto era come un taglio nel mio cuore.
Lei mi ha guardato e nei suoi occhi ho visto tristezza, delusione, rabbia, incredulità, rassegnazione...
-COS'È TU SEI TAGLIATA LA LINGUA? OPPURE NEL LIMONARE COL TUO FIDANZATINO SCOMPARSO TI SI È STACCATA E L'HA TENUTA LUI?-
-PRIMO. NON ERAVAMO FIDANZATI.
SECONDO. A TE NON FREGA DAVVERO COSA GLI È SUCCESSO, NON TI FREGA PERCHÉ PIANGO PER LUI, NON TI FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE PENSO IO E DI ME, A TE SERVO SOLO PERCHÉ SE NON CI FOSSI NON AVRESTI NESSUNO DA INSULTARE!!!-
-E QUINDI? COS'È NON TI VA BENE? VUOI CHE TI CHIEDA COME VA OGNI SECONDO STRONZETTA? E VA BENE. COME VA? COME VA? VA MEGLIO ORA? ANDREBBE MEGLIO SE TI CHIAMASSI PER NOEME? VA BENE. COME VA TROIA? COME VA STRONZA? SEI COSI9 STRONZA CHE SE NOTI TI HANNO LASCIATA SOLA. E NESSUNO QUI TI CAGA TE NE SEI ACCORTA? FAI COSÌ SCHIFO CHE SE LA MERDA POTESSE PARLARE PERSINO ELI TI DIREBBE CHE FAI SCHIFO.-
Mi sono pentito subito di ogni parola. Mi pento di tutti gli insulti che le avevo detto.
-E QUANDO LO VEDI, DÌ AL TUO AMICO ALLEN CHE FA GAGARE PURE LUI.-
-SMETTILA!!- mi aveva gridato, le lacrime che scorrevano sul suo volto, la tristezza allo stato puro nella voce.
E poi scappò via.
Ancora non so perché le ho detto questo.
Non lo realizzo.
Adesso sto aspettando il prof di educazione fisica.
Ho ginnastica per tre ore.
Annabeth ha su una felpa che le sta larghissima, ma è stupenda comunque.
Arriva il prof e ci porta in palestra.
Dopo due ora il prof viene chiamato e deve andare per dieci minuti in un altra classe.
Annabeth sta in un angolo.
Non ha fatto ginnastica oggi.
Le lancio la palla da basket e lei la prende.
Mi garda male.
-Che cazzo vuoi Percy?-
-La mia palla-
Dico avvicinandomi a lei e parlando con cattiveria finta nella voce.
Lei la porta dietro la schiena.
-Adesso la tengo io prendine un'altra.-
-No voglio quella e ora me la darai.-
-E va bene.-
Mi lancia la palla.
Fa per andarsene e mi passa di fianco.
Io le blocco il polso.
-Senti Annabeth.-
-Mollami.- dice aenza guardarmi e cercando di tirare via il braccio.
-Annabeth mi spiace.-
-TI HO DETTO DI MOLLARMI.-
Dice alzando la voce, ma nessuno ci sente e, dato che siamo in un angolo buio e la palestra è grande nessuno ci vede.
-E se io non volessi lasciarti?- dico tirandola più verso di me.
-Ti prego lasciami.- tira ancora il braccio.
Io le lo alzo un po' verso l'alto.
-No! tirami giù il braccio!-
-Ma perché? Voglio guardarlo.-
-No lasciami.-
Io le guardo il braccio dalla spalla e salendo lentamente.
-Lasciami, non guardarmi il braccio...-
Mentre salgo con lo sguardo la manica, decisamente troppo larga per le sue braccia sottili cala.
No...
Annabeth...
-Lasciami ti prego...-
Tagli, tanti, profondi, recenti, tagli che non possono essere accidentali.
Lei piange e singhiozza.
-Ti prego lasciami?-
Non posso sopportarlo.
Le guardo il braccio e mi salgono le lacrime.
Io, sono stato io, è colpa mia, solo mia, io l'ho spinta a questo...
-No...Annabeth...-
-BASTA LASCIAMI!!!- tira foete il braccio e mi costringe a mollare la presa.
Tira giù la manica e mi guarda negli occhi, piange.
-lasciami stare Percy, ti prego, non parlare...- io non riesco a parlare.
Sono un mostro, un essere spregevole.
Lei se ne va senza dire niente lasciandomi lì.
La campanella mi dice che l'ora di motoria è finita.
Ho spinto Annabeth Chase alla distruzione...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top