Wake up

Da quell'accaduto, Yoongi non smetteva di controllare ogni mossa del più piccolo.
Aveva paura che potesse accadere di nuovo nonostante non capisse a ciò che ebbe visto.

Sognava ancora il ragazzo più piccolo intento in quelle azioni così violente da non farlo dormire tranquillamente.
Si svegliava nel cuore della notte e guardava dall'altra parte del letto, dove finalmente il ragazzo aveva accettato di dormire,  assicurandosi della sua presenza rannicchiata tra le coperte.
Attimi di sollievo, erano ciò che occupavano le giornate del ragazzo.
Non che le sue giornate fossero così impegnative.
Si alzava prima del piccolo e correva nel negozio più vicino per comprare qualcosa per la colazione cercando, il più delle volte, di arrivare prima del risveglio dell'altro.
Il pomeriggio invece restava nell'appartamento e chiudeva a chiave il bagno, troppo pericoloso secondo i suoi pensieri.
Arrivati alla sera, dopo una giornata senza aver parlato, Jimin sorrideva a malincuore e ringraziava Yoongi di tenergli tanta compagnia.

Finché un giorno Yoongi svegliò il piccolo e gli disse di vestirsi al più presto perché dovevano andare in un posto.
Jimin gli ubbidì immediatamente, dirigendosi nel bagno ed accorgendosi dopo che fosse chiuso.
Fece un piccolo cenno a Yoongi che camminò nella sua direzione, estraendo la chiave dalla sua tasca e aprendo la porta.
-Tranquillo hyung, starò attento- gli disse Jimin con un sorriso e chiudendo di nuovo la porta.
Yoongi annuì a sé stesso e si preparò il più velocemente possibile.

Jimin salì sul veicolo dallo sportello superiore, come ebbe richiesto il più grande.
-Perché devo stare dietro?- gli chiese sistemandosi meglio.
L'espressione di Yoongi si addolcì -Non rimaniamo più in questo motel, andremo più lontano e il viaggio è molto lungo, credo che tu ti addormenterai- gli spiegò azionando l'auto e partendo.
Jimin non rispose e si accasciò al sedile con le braccia conserte.
Chissà dove mi porterà stavolta.
La nebbia della notte precedente si era condensata nei finestrini posteriori non permettendo, così, la visuale al piccolo.
Era stanco di essere trasportato da una parte all'altra della Corea, ne aveva già viste di tutti i colori.
Dall'autobus alle due del mattino, dall'amico di Yoongi per poi dormire nel bosco finendo con quella lunga sosta al motel.
E adesso un'altro posto di cui non conosceva nemmeno il nome.
Inoltre a quegli spostamenti si aggiungeva la paura di esser scoperti da un momento all'altro dalla polizia.
Ogni istante poteva essere l'ultimo di quella strana fuga iniziata nel cuore della notte di quel terribile giorno vissuto con i suoi genitori.
Jimin voleva semplicemente fregarsene, e adesso che ci pensava meglio, cambiare posto non gli faceva così tanto bene ma serviva per non essere preso dai suoi genitori che lo ritenevano solo un pazzo.

Un altro pensiero si aggiunse nella sua mente, se fosse stato preso non avrebbe mai più rivisto Yoongi.
Jimin cambiò totalmente espressione da spaventare il ragazzo nel posto di guida.
-Stai bene, Jimin?Sei molto pallido in viso, se vuoi accosto e prendi una boccata d'aria- disse con viso abbastanza preoccupato.

-Tranquillo hyung, ero solo in sovrappensiero- disse alzando le mani e agitandole un po', in segno di scusa.
Poi girò il viso fuori dal finestrino e guardò i vari alberi lungo la strada per poi interrompersi e far vedere una gran distesa di prateria.
Nonostante lo conosca da poco, non voglio perderlo.
Credo sia l'unico che mi capisca veramente.

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