The truth untold
Il ragazzo dai capelli color arancio era seduto in quella che, ormai, si poteva chiamare la sua stanza data la lunga permanenza in essa.
La sua schiena era appoggiata ai piedi del letto, nelle mani teneva un vecchio e piccolo quaderno dall'estremità rovinate.
Dalle sue labbra uscivano dei piccoli sbuffi mentre continuava a fissare il soffitto di quella stanza.
I suoi occhi tornarono a guardare il quaderno e ne sfoglió le pagine fino ad arrivare a quelle che più lo interessavano.
Era meglio strapparle? Forse era meglio chiudere quel quaderno e buttarlo nel cassonetto dell'immondizia più vicino.
Ma il suo cuore si strinse di più e scosse la testa, si alzò di scatto e si precipitò nel comodino accanto al suo letto.
Ne aprì l'ultimo cassetto togliendo ciò che c'era all'interno, mise il quaderno nel fondo e poi riposizionò tutto ciò che prima occupava quello spazio.
Chiuse il cassetto e fece un gran respiro, passò una mano fra i suoi capelli portandoli indietro.
Ma Jimin non sapeva che Yoongi era rimasto ad osservarlo per tutto il tempo, dalla fessure della porta.
Ora la sua curiosità si era spostata su quel vecchio quaderno che Jimin teneva in mano con così tanta insicurezza, guardò un'ultima volta il comodino per poi riguardare il ragazzo.
Cosa nascondeva?
Dietro la casa c'era un mini giardino, tenuto ovviamente in stato disastroso data la disabitazione.
Lì c'era Yoongi, sdraiato in quell'erba incolta che nascondevano completamente la sua figura.
Guardava le varie nuvole nel cielo che si spostavano poco a poco, riflettendo su varie questioni che erano intrappolate nella sua mente.
Jimin e Yoongi si assomigliavano alcune volte, troppo concentrati a badare ai loro complessi che a godersi ciò che avevano intorno.
In quelle settimane passate in quella casa, Yoongi aveva dentro di sé una strana sensazione come se chiunque ormai si fosse dimenticato di loro e di ciò che avevano fatto.
Dal canto suo, non se ne preoccupa più di tanto ma conoscendo la persona sensibile che era Jimin, gli venne un magone.
Era per questo che Jimin lo evitava in quei giorni?
Poi si ricordò di una frase che gli ebbe detto "Se vuoi mantenere un segreto, dovresti nasconderlo anche a te stesso Jimin, non soltanto a me"
Con quella frase l'aveva fatto allontanare dopo aver costruito un rapporto di fiducia, si sentiva uno stupido in quel momento.
Ma cosa nascondeva Jimin di così tanto importante da non confidarsi più con lui?
-Byeongsin-a dove sei?- urlò dalla finestra di camera sua, il minore.
In tutta risposta Yoongi alzò la mano -Son qui e usa gli onorifici, stupido moccioso-
Il piccolo non rispose, chiuse con forza la finestra e ritornò nel suo letto.
Yoongi si alzò e camminò verso casa calciando i sassolini nel terreno, sbuffò ed entrò dentro togliendosi le scarpe.
Vide Hoseok in cucina mentre leggeva qualcosa sul telefono.
-Che fai?- disse avvicinandosi al ragazzo.
-Dovresti usare anche tu gli onorifici, Yoongi- ridacchiò guardandolo negli occhi.
Lui sbuffò e si diresse alla scale, per poi salirle e dirigersi nella sua stanza.
Aperta la porta, vide il minore sdraiato lungo il letto con il dito posto nella testiera del letto ticchettando.
Chiuse la porta e si avvicinò al letto del ragazzo al che lui si girò e lo guardo.
-Qualcosa non va Byeongsin-a? - sorrise togliendo lo sguardo dal maggiore e ritornando a ticchettare.
-Cosa ti ho detto prima? Devi portare rispetto a chi è più grande di te-
Il piccolo fece spallucce.
-Cosa vuoi fare?- si sedette anche lui nel letto di Jimin.
-Che intendi?- non gli interessa molto ciò che il più grande voleva dirgli, voleva semplicemente rimanere disteso a non far nulla per tutta la giornata.
-Non vorresti uscire da qui?- mise le mani nel retro del collo di Jimin e iniziò a massaggiarlo.
-Hyung?- squittì il ragazzino con le gote più rosse del mondo.
-Quindi per farti usare gli onorifici devo fare questo? - disse massaggiando ancor di più.
- Credo che lo farò più spesso allora, giusto bulg-eun ppyam?- aggiunse avvicinandosi sempre di più al suo viso.
Jimin guardò verso la porta per poi spingere con la sua mano il viso dell'altro.
-Che stavate facendo?- chiese Hoseok dallo stipite della porta.
Yoongi si girò -Stavamo parlando- sorrise.
Lui annuì per poi tornare a camminare lungo il corridoio verso la sua stanza.
Il maggiore ritornò a ciò che stava facendo prima di quell'interruzione -Allora?-
-Ti chiamerò hyung se la smetti di avvicinarti così tanto. É quasi estate, non farmi morire- sospirò.
-Lascia perdere gli onorifici adesso- disse prendendo la guancia destra del piccolo.
-Fai male così- disse Jimin schiaffeggiando la mano del grande che rise.
-Andiamo da una parte tra cinque minuti, quindi preparati- si alzò dal letto per poi far alzare anche il piccolo.
-Dove andiamo?- chiese con curiosità.
-Lo vedrai, adesso preparati-
Jimin lasciò la stanza per poi dirigersi in bagno.
Yoongi si assicurò che Jimin fosse andato via quando, chiuse la porta e fissò quel comodino dove il ragazzo aveva lasciato quel quaderno.
Aprì il cassetto e tolse i vari vestiti finendo per trovare quel che il ragazzo nascose ore prima.
Lo aveva ormai nelle mani, così iniziò a sfogliare le pagine.
I due ragazzi avevano rassicurato Hoseok che sarebbero tornati presto nonostante fosse già notte e che non si sarebbero fatti scoprire da nessuno.
E dopo varie raccomandazioni Hoseok cedette e li lasciò andare "fate attenzione, qui chiunque vede il telegiornale"
-Come facciamo a non farci scoprire?- chiese il più piccolo.
-Sono uscito parecchie volte, fai fare a me-
Così Jimin si fidò nuovamente di Yoongi e si fece guidare tra le stradine strette e buie di quel paesino.
Gli camminava affianco per paura di esser visto da qualcun altro e alcune volte portava anche la sua mano vicinissima a quella dell'altro.
-Hai freddo? Capisco che è notte ma è anche estate e tu sei uscito con il giubbotto di jeans- osservò il maggiore per poi intrecciare la sua mano con quella tremante di Jimin.
-Scusa- sussurrò.
Arrivarono infine al posto che aveva deciso Yoongi quella mattina, il cinema.
-Sei pazzo?Ci vedranno! - disse non appena vide la grande insegna illuminata.
Lui non rispose bensì, sempre con le loro mani intrecciate, si diresse verso una piccola stradina accanto al cinema.
Era un vicolo cieco ma ciò che vide Yoongi gli fece brillare gli occhi.
Vi era in fondo una porta di servizio chiusa, ma pur sempre qualcosa.
Jimin si guardava intorno mentre il più grande cercava di scassinare la porta che dopo poco cedette alla sua forza.
Guardò sia a destra che a sinistra prima di entrare per accettarsi che il corridoio fosse libero, poi prese di nuovo la mano del ragazzo e lo trascinò con sé verso una porta che dava al piano superiore.
A Jimin piaceva quando Yoongi si comportava in quel modo nei suoi confronti, era visibilmente chiaro che il maggiore amava prendersi cura dell'altro.
Arrivarono in una specie di soffitta piena di pellicole cinematografiche a celluloide e molte altre scartoffie, Yoongi si distese nel pavimento in legno per cercare ciò che effettivamente trovò dopo poco.
Aprì quella finestrella che si affacciava alla sala principale e si poteva benissimo vedere il film che stavano proiettando.
-Non ci credo- esultò Jimin sdraiandosi accanto al più grande -Min Yoongi sei un ragazzo dalle mille sorprese- gli sorrise.
-Ma ti è sfuggita una cosa, che film stanno proiettando?-
-Dal modo in cui sono sistemate le persone credo proprio sia un horror- osservò il ragazzo.
-Un horror? Con tutti i generi che esistono proprio un horror?- rimase deluso.
-Vuoi che ti tenga la mano?- disse ironicamente con un sorriso e Jimin annuì vistosamente.
Non se l'aspettava infatti era rimasto a bocca aperta - Allora? - chiese impaziente.
-Ah sì, scusami- disse mettendosi di fianco e stringendo la mano con la sua.
Entrambi cercarono di prestare attenzione al film.
Era passata circa una mezz'oretta e i jumpscare presenti nel film avevano quasi causato un infarto a Jimin.
Appoggiò la testa nella spalla del ragazzo quando nel grande schermo apparì la parola intervallo.
-Jimin?-
Sospirò per poi girarsi verso Yoongi ma spalancò gli occhi non appena vide ciò che teneva nelle mani.
-Mi spieghi cos'è questo?- disse mostrando il quaderno.
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