Like you, Min Yoongi.

-Come sto?- chiese all'uscita del salone, il ragazzino in preda alla curiosità sul giudizio del più grande.
-Ti stanno veramente bene- disse regalandogli un sorriso di rassicurazione.
-Non ci credo hyung, sono brutti vero?- mise il broncio toccando i capelli notando fossero molto più morbidi di prima.
Jimin poi si girò verso il suo ormai amico che lo soprese scattargli una foto con un sorriso fra le labbra.
-Ecco, guarda- disse porcendogli il telefonino e sfiorandogli le mani fredde.

Jimin guardò subito e vide che il nero non era più il suo colore, bensì  al suo posto c'era una tonalità ginger.
Scattò verso Yoongi.
-Ti sembra uno scherzo, hyung?Sono orribile e sembro anche una carota- piagnucolò lui dirigendosi verso la macchina scalciando tutti i sassolini che incontrava.
-Ma ti stanno benissimo, credimi- disse mettendo la mano sul cuore e guardando intensamente gli occhi del più piccolo.
-Non ti credo affatto- e salì nell'auto seguito a ruota dal grande.
-Pensavo ti piacessero, scusami- sussurrò accendendo la vettura per poi partire.
Jimin non rispose, bensì passò tutto il viaggio ad osservarsi i capelli dal mini specchietto della macchina.
Nel suo viso si dipinsero varie espressioni ma quelle maggiori furono di disgusto, però non voleva deludere già abbastanza il suo hyung.

Credo proprio di averlo ferito pensò tra sè e un magone s'impossessò di lui.
Yoongi fermò la macchina e scese chiudendo la portiera senza dire nemmeno una parola al più piccolo che, se ne stava ad osservarlo dirigersi verso un motel al ché capì le sue intenzioni.
Finalmente dormirò su un letto dopo chissà quanti giorni pensò battendo le mani e scendendo anche lui dalla vettura.
Anche lui, come Yoongi, si diresse al motel più precisamente all'ufficio dove poter prenotare una camera.
Arrivò e si mise dietro Yoongi che stava trattando su quanto si sarebbero fermati con il proprietario.
Jimin sentì l'aria gelida insidiarsi nelle sue mani, cercò in tutti i modi per riscaldarle ma alla fine fece la cosa più ovvia e più spontanea che gli venne in mente.

Strinse la sua mano con quella libera di Yoongi che al tatto freddo del più piccolo tirò indietro la mano, per poi realizzare e riagganciare le due mani.
Jimin si sentì subito bene a quel contatto così spontaneo da sorridere immediatamente.
-Camere..?- chiese il proprietario annotando tutto su un foglio.
Yoongi ghignò silenziosamente al più piccolo per poi rivolgersi di nuovo all'uomo.
-Matrimoniale-
L'unica cosa che fece Jimin fu quella di sbarrare gli occhi e guardare male il più grande.
-Sei impazzito?- gli sussurrò all'orecchio con tono infuriato dandogli un pugno sul braccio.

Che cosa avrebbero pensato i suoi genitori se avessero saputo che avrebbe dormito con un altro ragazzo? Non voleva nemmeno pensare alle miliardi di punizioni che gli avrebbero inflitto, ma tanto non potevano venirlo a sapere, vero?
-Silenzio, non voglio pagare di più sapendo che posso nettamente risparmiare- gli disse di rimando Yoongi.
-Adesso sei anche tirchio, non bastava soltanto essere un pessimo ragazzo dai pessimi gusti in fatto di colori per capelli?- ridacchiò il più piccolo cercando di non farsi sentire dal signore oltre al vetro.
-Stanza nove- li informò passando una chiave da sotto il vetro e Yoongi ringraziò dirigendosi alla camera.
-Ripeto, non ti sta male quel colore- disse con tono scocciato al ché Jimin pensò di non essere così tanto duro con lui.
-Hai ragione, mi stanno veramente bene- annuì -Adesso sono come te, Min Yoongi- aggiunse.
-Come me?- chiese aprendo la porta della camera per poi girarsi verso il ragazzo.
-Sì, ho dei pessimi gusti anche io per dire che mi piace il modo in cui mi sta questo colore. Vedi?Ora sono come te- esultò il piccolo battendo le mani e sghignazzando.

-Non riderei così tanto, ti ricordo che passerai un'altra notte insieme a me, Park Jimin- disse indicando il letto matrimoniale davanti a loro al che Jimin spalancò gli occhi.

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