life?

Alla fine Hoseok si era rivelato, dopo circa un'ora di monologo sulla sua storia, un ragazzo totalmente diverso da quelli che già da prima avevano attraversato metà del paese con pochi soldi ma tanta voglia di fuggire.
Diceva di stimarli già dal primo servizio che avevano dato in tv mentre stava lavorando in quel bar penoso.
Il servizio era fatto soltanto di qualche notizia buttata lì a caso, non veritiere diceva Hoseok che sosteneva che in realtà erano dei tipi apposto.
-Perché vorresti ricattarci, allora?Sei maggiorenne, prendi la tua macchina e vai via- aveva quasi sbraitato il ragazzo dai capelli menta, un po' sbiaditi secondo il parere di Jimin.
-Questo non c'entra, voglio venire con voi- aveva ribattuto l'altro incrociando le braccia.
Yoongi aprì con furia il suo sportello -Scendi.-
-Non ci penso nemmeno- disse girando il volto da tutt'altra parte.
Jimin, d'altro canto, aveva osservato la scena con occhi curiosi.
Guardava i gesti del ragazzo seduto nei sedili posteriori, il suo viso e i suoi occhi.
Poi si girò verso Yoongi.
-Hyung- sussurrò piano il piccolo, cercando di non farlo infuriare un'altra volta.
-Cosa c'è adesso, Jimin?- gli chiese con voce infastidita, girandosi a guardarlo.
-Portiamolo con noi- disse fissando quei occhi crudi appartenenti al ragazzo che in quel momento, voleva stringere terribilmente il collo di Jimin per ciò che disse.

Durante un giro della cittadina, Hoseok iniziò un'altra volta a parlare raccontando della sua vita noiosa che trascorreva in quel bar.
Inoltre voleva conquistare la fiducia dei due ragazzi davanti a sè, così parlò a vanvera di se stesso.
Hoseok era un ragazzo comune forse un po' banale, amava stare con gli amici nelle stradine deserte della sua città che rimanere a casa a sorbire le lamentele di sua madre che ogni giorno della sua vita gli rinfacciava il fatto che era stato solo un errore, qualcosa di non voluto.
Sua madre lo odiava.
Aveva avuto Hoseok all'età di sedici anni, uno scandalo per quel piccolo paese, ed era stata costretta a tenerlo, dovette rinunciare alla sua adolescenza per lui.
Lo odiava brutalmente, voleva uccidere quel bambino dalle guance paffute per averle causato tale sofferenza di non essersi goduta la sua vita a pieno.
Hoseok non si meritava quell'odio, lui voleva tanto bene alla sua mamma, ecco perché usciva spesso per non sentire le sue critiche fondate dall'odio.
Amava immaginare che al suo ritorno dalla solita uscita, sua madre sarebbe corsa ad abbracciarlo con le lacrime agli occhi, dicendogli di esser stata solo un stupida in tutti quegli anni.
Lo sperava così tanto.
Ma ogni volta che ritornava in quella casa in periferia rimaneva sul pianerottolo ad osservare l'abitazione, speranzoso di trovare sua madre dietro quella porta rovinata dagli anni.
Ma sua madre, non era mai dietro quella porta ad aspettarlo.

Hoseok non raccontò tutta la sua storia, disse di avere "Una vita pessima e una mamma che lo odiava"
E in quel momento Yoongi voleva tanto dirgli "Hai la mia stessa vita" finendo con una risata amara e piena di vergogna verso suo padre, ma rimase in silenzio.
Jimin invece aveva capito che c'era di più al di là di quel sorriso stampato sulla sua bocca rosea, ma anche lui rimase in silenzio ad assistere a quella scena.
Quei tre ragazzi erano più simili di quanto loro potessero immaginare.

-Fermatevi nella prossima strada, c'è una casa non abitata in ottime condizioni, possiamo stare lì- propose Hoseok guardando i due annuire.
La macchina si fermò nel punto stabilito e appena scesero, Yoongi non badò al chiuderla.
Si avviarono verso la casa che possedeva un giardino spoglio e con pochi alberi scheletrici.
Il cancellato era rotto, così i tre entrarono facilmente percorrendo tutto im vialetto fino ad arrivare alla porta ormai scassinata.
L'interno era ancora in buono stato, ovviamente l'aria era soffocante data l'enorme quantità di polvere sparsa ovunque.
Jimin starnutì un paio di volte e con un timido sorriso si scusava ai due ragazzi che non ci badarono molto, erano più interessati a vedere se quella casa poteva ospitarli al meglio.
E così fu quando Hoseok ritornò scendendo le scale -Come pensavo, ci son tre camere- annunciò togliendo un po' di polvere dal suo giubbotto di pelle.
Yoongi annuì -Jimin vai ad aprire tutte le finestre- disse vedendo il piccolo scattare alle sue parole.
-Perché ti fa da cagnolino?- chiese stupito l'altro guardando il piccolo aprire le varie finestre del salone.
-Che intendi?Gli ho solo chiesto di fare una cosa-
Hoseok fece spallucce per poi avvisarlo che sarebbe uscito per comprare qualcosa.
-Fa come vuoi- lo liquidò semplicemente Yoongi andando nel salone per poi sprofondare sul divano polveroso.
Sentì la porta sbattere segno dell'uscita del ragazzo.
-Che schifo Min Yoongi- disse Jimin con estremo orrore nella sua voce, guardandolo dallo stipite della porta.
-Sono stanco, e poi non ti fa figo chiamarmi per nome e cognome Jimin- disse chiudendo gli occhi fregandosene altamente della polvere che si posava sui suoi vestiti.
-Avrai bisogno di una doccia- sbuffò il ragazzino salendo le scale -La camera con la finestra è mia, comunque- lo informò.
Yoongi si alzò di malavoglia salendo anche lui le scale e girovagando tra i corridoi.
Aveva visto le altre due stanze, entrambe singole e senza finestre.
Sarebbe letteralmente morto senza finestra.
Non appena arrivò alla stanza di Jimin, gli fece cenno di andarsene.
-Perché?- chiese perplesso non capendo il motivo di tutto ciò.
-C'è la finestra e io ne ho bisogno, sloggia- fece di nuovo lo stesso gesto che mandò in furia l'altro.
-Mi son prenotato per prima!- gli disse spingendolo fuori dalla camera con forza.
-Credi di sentirti forte, Park Jimin?- ribattè Yoongi.
-Ti senti figo a chiamarmi per nome e cognome, stupido byeongsin-a?- disse con un sorriso strafottente sulle labbra aspettando la prossima mossa del ragazzo.
-Credi veramente di poter vincere contro di me?- rise Yoongi.

I suoi piedi freddi erano a contatto con il pavimento anch'esso freddo mentre si dirigeva lungo il corridoio.
Aprì pian piano la porta della camera per poi far spuntare la sua testa all'interno.
-Dimmi hyung- disse Jimin girandosi nel letto per guardarlo.
-Posso dormire con te?Hai la finestra..- sussurrò.
Jimin si spostò e battè la sua mano nella parte del letto libera -Vieni-


//
Scusate per gli orari improponibili dei miei aggiornamenti, spero vi stia piacendo la storia~

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top