Have
Il giorno dopo si ritrovarono tutti e tre a fare colazione nel tavolo della cucina, Yoongi da un lato e Jimin e Hoseok dall'altra parte mentre stringevano le loro mani.
Yoongi cominciava ad innervosirsi, non che fosse geloso ma soltanto vederli così vicini provocava in lui una rabbia disumana.
Jimin era rigido, sorseggiava il suo latte completamente immobile e con lo sguardo basso.
Hoseok a volte lo osservava e poi ritornava a mangiare la sua colazione guardando fisso negli occhi del ragazzo posto dall'altra parte del tavolo.
Era veramente un provocatore nato, infatti non faceva altro che fare dei piccoli sorrisi a quel ragazzo con gli occhi iniettati di rabbia.
Fin quando Yoongi non scoppiò.
- Jug-eullae?!- urlò versando il contenuto della sua tazza sulla faccia di Hoseok.
Jimin si alzò velocemente per cercare di sistemare quel disastro servendosi dei tovaglioli posti sul tavolo, tamponandoli sul viso dell'amico.
-Yoongi ma che ti è preso?- disse il piccolo con un sussurro mentre continuava a pulire con la testa bassa.
-Niente Jimin, che ne dici di uscire?- disse con naturalezza Hoseok mentre posava delicatamente la sua tazza sul tavolo.
Lui lo guardò strano ma poi osservò l'espressione di Yoongi, proprio sul punto di ammazzare qualcuno con le sue stesse mani.
-No- disse semplicemente per poi dirigersi verso l'altro - Qualunque cosa sia successo, Yoongi hyung non perde mai la pazienza per puro caso. Gli hai detto qualcosa che l'ha fatto arrabbiare, vero? - chiese Jimin accanto alla figura del suo Hyung mentre guardava il ragazzo posto dall'altra parte del tavolo.
Hoseok non rispose ma continuò a fissarlo.
-Scusami non volevo- aggiunse Jimin mentre lasciava la stanza andando poi al piano superiore.
Yoongi rimase allibito alla scena appena assistita, si voltò verso Hoseok puntandogli un dito contro.
-Sei stato tu a fargli questo?-
-A fare cosa? Gli ho solo esposto che persona sei, ed ha capito che non si dovrebbe innamorare di persone simili.- finì con un sorrisetto sulle labbra che incendiarono ancor di più le iridi del ragazzo.
-Vuoi veramente perdere la vita oggi, vero?- gli disse con disprezzo, allontanandosi dal tavolo -Non ti avvicinare più a Jimin- aggiunse uscendo dalla stanza.
Hoseok rimase tranquillo mentre continuava la sua colazione, da solo.
Jimin era sdraiato sul prato dietro casa mentre cercava di liberare la mente da tutto ciò che stava accadendo in quei giorni.
Ma dopo poco venne la causa di quel gran mal di testa durato troppi giorni.
Anche lui si sdraiò accanto alla figura del più piccolo, coprendosi la testa dal sole cocente di quella mattina estiva.
E come se lo stessero aspettando entrambi, Yoongi iniziò a parlare.
-Possiamo solo andare oltre?Odio non parlare con te- pronunciò quelle parole molto velocemente e Jimin notò che c'era del timore nella sua voce.
Non rispose, si ricordava come l'altro giorno gli aveva tirato anche un pugno dritto in faccia data la sua rabbia in eccesso.
Si ricordava come nei suoi pensieri aveva formulato pensieri pieni di odio verso quella persona che in un solo minuto era riuscito a fargli cadere il mondo addosso.
Lo odiava ancora, ma poi capì che non tutto ciò che voleva poteva averlo.
E così si rassegnò al destino, quello che Yoongi non l'avrebbe mai amato.
-Okay Hyung, infondo io non ti amo per essere amato- con quale coraggio Jimin avesse detto quella frase, non lo sapeva dato che era un eterno codardo.
A Yoongi vennero i brividi dalla sincerità e dalla purezza di Jimin e delle sue parole, poi annuì e sorrise.
-Quindi è tutto okay? Non vuoi più picchiarmi nei vicoli ciechi di una città sperduta?-
-È okay, ma non ti assicuro che non lo farò un'altra volta- lo guardò per poi voltarsi a ridere e scuotendo la testa dopo.
-Ora mi spieghi perché tu e Hoseok siete così stretti adesso?- disse ritornando serio Yoongi, osservando la figura del più piccolo illuminato dal sole.
-Questo non posso dirtelo adesso-
Yoongi annuì ma fu sorpreso dalla freddezza con cui disse quella frase.
Cosa nascondeva adesso?
죽을래? (Jug-eullae) = Vuoi morire?
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