Cap. 8
Chat Noir era sdraiato sul letto di Marinette da dieci minuti, aspettando la che l'amica finisse di vestirsi, ridendo quando la sentiva imprecare contro la sua goffaggine e rispondendole con qualche battuta.
Erano quelli i momenti in cui il biondo riusciva a pensare ad i suoi sentimenti, soprattutto ricordando la chiacchierata con Plagg fatta quella mattina mentre sí ingozzava di Camembert.
Era appena tornato a casa e sentiva gli arti pesanti per la stanchezza, senza contare che mentre tornava a casa aveva rischiato più volte di cadere perché continuava a sbadigliare.
«Che dolce che sei: ti prendi cura della tua ragazza.» esclamò lo spiritello, per poi simulare un conato di vomito.
«Magari fosse la mia ragazza...» sospirò lui in risposta, preparando alcuni vestiti puliti.
«Ma perché non la corteggi nelle tue vesti civili? Voglio dire: ti ha pure detto che è innamorata di te, Adrien!» sbuffò esasperato, leccandosi le zampette dal formaggio appena finito.
«Vero, ma ha anche detto che Chat Noir sta prendendo il mio posto.»
«Piano piano.» aggiunse Plagg, cercando di farlo ragionare.
Adrien portò i vestiti puliti nel bagno, accendendo l'acqua per una doccia mattutina, aggiustando la temperatura su quella tiepida.
«Sarebbe più intelligente se ti fidanzassi con lei come Adrien: la vedi tutti i giorni e per gli appuntamenti potreste passeggiare amabilmente per le vie della città più romantica del mondo, senza contare che potrai mangiare ogni volta i suoi croissant. È praticamente tutto a favore tuo, Adrien!»
«Vero, ma lei si sta innamorando di Chat Noir.» ripeté l'adolescente, iniziando a spogliarsi dagli abiti sudati. «Per il fatto di vederci non c'è alcun problema. E poi, io penso che gli appuntamenti sono più romantici se fatti sulla cima della Tour Eiffel.» sospirò sognante Adrien, immaginando lui e la ragazza abbracciati in cima alla torre ad osservare il tramonto, illuminati dalla poca luce rimasta.
Il biondo mise i vestiti sporchi in una cesta accanto alla doccia, tornando in camera per finire il discorso "Marinette ed il suo futuro fidanzato".
«Adrien è solo una maschera, la mia vera personalità è quella che ho quando sono Chat Noir, ed io sono felice che Mari si stia innamorando del mio vero me.» concluse lui, recuperando un paio di calze.
«Se quella è la tua vera personalità, ragazzo mio, sei proprio messo male!» esclamò il kwami nero, volando fino al letto del suo custode e sdraiandosi sul cuscino, volendo riposarsi prima di un'altra visita all'innamorata del portatore.
Adrien sbuffò, per poi tornare a guardare il felino, ghignando: «Comunque, ho già elaborato un piano per scoprire chi dei due deciderà alla fine, non ti preoccupare.»
«Mi preoccupo soltanto per quella povera ragazza.»
Adrien, capendo che era impossibile parlare con lui, sospirò, per poi andare in bagno per rinfrescarsi ed eliminare il sonno che lo stava divorando.
Sapeva che il suo piano avrebbe funzionato e chiunque delle sue due parti avesse scelto, avrebbe comunque vinto lui.
Ora, sdraiato a pancia in giù sul comodo letto di Marinette, con il viso poggiato sul suo cuscino, si perdeva ad annusare il profumo della corvina; ormai ne era dipendente, come se fosse diventato il suo ossigeno.
Il ragazzo chiuse gli occhi e, piano piano, scivolò in un sonno profondo, accompagnato dalla voce della ragazza che canticchiava canzoni di Jagged Stone.
Marinette salì le scale fino al soppalco, rischiando di cadere un paio di volte per il gesso, chiamando il suo compagno di lotta, ma, notando che si era addormentato, siccome non aveva voglia di faticare di nuovo per scendere, si accomodò accanto a lui, fissando in silenzio i lineamenti del suo viso rilassato.
Aveva un'espressione serena; la guancia sinistra sprofondava nel cuscino morbido e maggior parte di ciò che riusciva a vedere era coperto dai capelli biondi e dalla maschera nera.
Si era chiesta parecchie volte come mai le sue pupille diventassero come quelle di un gatto, dandogli un'aria più accattivante, pur non conoscendo chi era in realtà.
Invece i suoi occhi erano sempre gli stessi: azzurri e basta, circondata da una maschera rossa a pois neri.
La ragazza si avvicinò ancora, facendo attenzione a non svegliarlo, finché i loro corpi si sfiorarono; sentiva l'invitante calore che emanava, facendole venir voglia di avvicinarsi ancora di più e stringerlo tra le braccia.
La ragazza di voltò, dandogli le spalle, scacciando quel folle pensiero, quando sentì un braccio serpeggiarle attorno alla vita tirandola all'indietro e contro qualcosa che mugugnava.
Girando leggermente la testa notò che Chat, che stava ancora dormendo, l'aveva abbracciata, avvicinandola di più a lui, incastrando i loro corpi come due pezzi di un puzzle.
"Spero solo i miei non salgano per controllare come sto..." pensò amareggiata la corvina, realmente intimorita che potesse accadere.
Per fortuna, dopo che si era vestita, appese fuori dalla botola un foglio che diceva di non entrare per nessun motivo. Ora doveva soltanto pregare che i suoi facessero ciò che c'era scritto.
La ragazza di perse nei suoi pensieri, rilassata anche grazie al leggero russare del felino, cullata dal respiro costante, caldo sul suo collo.
Chiuse gli occhi, sentendo le palpebre pesanti, ma prima si girò e solo allora si addormentò tra le braccia del biondo.
Chat mugugnò, non volendo svegliarsi dal bel sogno che stava facendo, ma alla fine non riuscì più a prendere sonno.
Senza aprire gli occhi sentì subito il calore famigliare di un corpo e il solletico sul viso dato dai capelli.
Aprì gli occhi, non capendo a cos'era abbracciato e la prima cosa che vide fu un codino corvino che gli sfiorava la guancia.
Il ragazzo, se prima voleva continuare a dormire ora aveva un sorriso a trentadue denti per essersi svegliato.
Facendo più delicatamente possibile alzò il busto, puntandosi con il braccio sul materasso, mentre con la mano che prima riposava sul fianco di Marinette le spostò il ciuffo di capelli dalla guancia, guardandola dormire.
Il viso era rilassato, la pelle chiara che risaltava grazie ai capelli scuri, la bocca semiaperta dalla quale si vedeva uscire un po' di saliva.
Chat ridacchiò, pensando a quanto fosse carina, chinandosi per baciarle la guancia.
Marinette, aprì gli occhi, mugugnando e stirandosi.
«Ben risvegliata, Purr-incipessa.» sussurrò Chat, spazzolandole la frangia.
«Ciao Gattino.» rispose lei, con la voce leggermente roca.
Il felino, facendo attenzione alla gamba ingessata, scese dal soppalco, stirando gli arti e inarcando la schiena, sbadigliando.
«Che ore sono?» chiese la ragazza, spiandolo dal lato del letto, strofinandosi gli occhi lucidi.
Il biondo guardò l'orario sull'orologio del suo bastone: «Le due passate.»
«Hai fame? Non hai pranzato dopo aver mangiato i croissant.» chiese lei, iniziando a scendere dalle scale, lentamente.
Chat non ebbe l'opportunità di rispondere: appena vide la corvina scivolare le si parò davanti, prendendola al volo ed evitando così che si facesse male.
Marinette aprì gli occhi, per nulla sorpresa di non essersi ritrovata a terra; sentiva i muscoli tesi di Chat sulla vita, che la tenevano sollevata in una stretta che le sembrava troppo delicata per uno che combatteva quasi tutti i giorni.
«Sapevo che non sopportavi l'idea di non restare tra le mie braccia per più di un secondo, Principessa.» ammiccò l'eroe, sfiorandole le labbra con le sue grazie alla vicinanza venuta a crearsi per il salvataggio.
«No, è che volevo testare i tuoi riflessi.» ribatté lei, punzecchiandogli con fare giocoso la punta del naso con l'indice.
«Allora, ho superato l'esame?» domandò ghignando, non volendo lasciarla andare.
«Direi di sì.» ammiccò lei, allontanandosi per calmare il suo cuore che batteva all'impazzata. «È meglio se sto un po' di tempo con i miei genitori. È tutta la mattina che non sto con loro.» aggiunse cercando di nascondere che un po' le dispiaceva, recuperando le stampelle per stare in piedi da sola.
«Certamente, ci vediamo stasera allora.» s'inchinò il felino, camminando verso l'oblò accanto alla chaise-longue. «Un'ultima cosa: tieniti libera per domani sera alle nove, ti porto a fare un giretto. A stasera.»
E prima che la ragazza potesse ribattere, il felino fu già sul tetto della casa accanto, lasciando la povera Marinette senza parole.
Chat saltava sorridente tra i tetti, atterrando nella sua stanza dopo dieci minuti.
Annullata la trasformazione diede una fetta di Camembert a Plagg prima che potesse lamentarsi, afferrando il suo cellulare e aprendo la chat degli sms con Marinette.
Digitò sullo schermo touch un testo corto ma coinciso, che andava dritto al sodo, sicuro che la risposta gli fosse arrivata a distanza di pochi minuti; giusto il tempo per dirlo ad Alya.
Attese di sentire il cellulare vibrare tra le sue mani, sbloccando lo schermo e vedendo subito la risposta affermativa della ragazza.
«Perfetto.» esclamò compiaciuto. «Ed ora vedremo chi conquisterà il tuo cuore, Marinette.»
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Bueno (il kinder eheheh) giorno a tutti :3
Dai, una piccola battaglia tra Adrien e Chat è d'obbligo😏😈
Ora ditemi: chi sceglierà Marinette?
Io lo so perché me lo sono sognato e lui rimane MUAHAHAHA
Ok, ve lo dico: è Gabriel.
È per sempre un Agreste, no? U^U
Alla prossima ;D
FrancescaAbeni
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