CHAPTER 7 ~L'INIZIO DELLA FINE~
Vari cammini si presentarono davanti a loro. Con noncuranza, tutto il gruppo iniziò a correre. Unico obbiettivo. Scappare. Vivere. Come trottole impazzite, in cerca di un rifugio. Agitazione e paura si impossessarono dei loro corpi, giare di vetro contenenti sentimenti contraddistinti tra loro, pronte a rompersi per l'eccessivo. Le menti, improvvisamente, spoglie di pensieri.
"Scappare. Scappare. Scappare."
Susan fissò Dylan. Uno sguardo tenero, di miele. Era ora di muoversi e ne erano consapevoli, ma, i loro volti si erano fermati l'uno sull'altro. Entrambi pensavano allo stesso modo, come se tra di loro ci fosse una connessione che andava oltre tutto quello che ci si poteva aspettare. Non si poteva competere con un'amicizia di quel genere. Improvvisamente, si fermarono, le urla dei mostri ancora in sottofondo. I loro cuori, le loro anime erano sincronizzate. Tum, tum, tum. Erano agitati per quello che stavano per compiere, a discapito degli altri membri del gruppo, ormai non più visibili. Il battito si rese più grave nei loro piccoli corpicini, guardandosi negli occhi. Le lacrime di ghiaccio, di un ghiaccio caldo, iniziarono a materializzarsi sul volto di Susan. Gli Umanoidi assistevano alla scena. Qualcosa impediva loro di avvicinarsi. Un'aura di dolcezza, di bianca felicità ostacolava i loro sentimenti, metallici. Nessuna parola tra di loro. Una conversazione straziante, nelle loro menti. Prese le sue mani, inumidite dalle lacrime, avvicinandosi a lei. L'aura si espanse, iniziando a distruggere i nemici. Un sorriso. Tutto ciò di cui aveva bisogno. Avevano bisogno. Comparve sui loro volti. Abbracciò la sua amica, i sorrisi stupendi e, allo stesso tempo, fragili come vasi decorati molto antichi, contenenti tutta la storia della loro amicizia. Amicizia, nata quando i loro cuori hanno iniziato a battere. Sin dal grembo materno. All'improvviso, una brezza di vento, scaturita dalla loro potenza interiore, iniziò ad accarezzare i loro volti, ancora protagonisti nell'abbraccio. La stessa brezza si trasformò in una sorta di folata di vento quando raggiunse gli Umanoidi. Violenta, impetuosa folata di vento. Passò attraverso le loro parti metalliche. Una forza potente. Troppo potente sovrasta qualsiasi tipo di malignità. Come se una lama li avesse trafitti, caddero, distrattamente, sul pavimento. Distrutti. Un abbraccio aveva distrutto cinque anime forti, ma, allo stesso tempo, deboli. Cinque anime metalliche. Se così possiamo definirle.
Al loro tonfo, la situazione, che si era creata, si spezzò. La loro stretta terminò. Le loro menti si riaccesero, come se avessero bisogno di quel, momentaneo, black out. I loro cuori, i loro battiti ritornarono normali. Le loro anime, pulite, splendenti. Gli occhi, precedentemente di vita propria, tornarono sotto al controllo dei due adolescenti. Un rossore, all'improvviso, sul volto di Susan.
《Ce l'hai fatta! Hai imparato a controllare i tuoi poteri.》
《Ce l'abbiamo fatta.》
Il rossore si accentuò, ma, scomparì quando la mano di Dylan, stanca come se avesse appena terminato di lavorare in miniera, prese la sua e iniziò a correre, azzerando la possibilità di poter essere raggiunti da altri uomini di latta.
《Ti voglio bene, Susan.》
《Anche io, Dylan.》
Il resto del gruppo era nascosto, chissà dove, e tutto questo importava ai due amici, dispersi in un labirinto sotterraneo, così come gli altri. L'importante, però, era vivere. Sopravvivere.
《Theo, Brian, Dimenticanti, dove siamo?》
《Non so, Thomas. Questo è un corridoio come un altro.》
《Deve esserci qualcosa, Brian. Qualcosa di diverso. Riesco a sentirlo.》
《Il Visionario non sei tu, quindi, risparmiami queste inutili menzogne.》
Sul suo volto, comparve un'espressione di rabbia che si spense quando scoprì che Dylan e Susan non erano più con loro.
《Brian》
《Ti ho detto basta! Non parlare! Dobbiamo trovare un rifugio p...》
La sua voce fu spezzata.
《Non riuscirai mai a trovare la via d'uscita senza Dylan!》
《Di cosa stai parlando?》disse, guardandosi attorno.
《Dylan non è qui! E nemmeno Susan.》
《Di cosa diavolo stai parlando?》tuonò.
Thomas aveva ragione. Susan e Dylan non erano con loro.
《Dobbiamo tornare indietro! Dobbiamo trovarli!》
Nel suo animo prese il sopravvento un'improvvisa sensazione di terrore.
《Andiamo, Brian!》
Tutto il gruppo tornò indietro, alla ricerca disperata di Dylan e Susan. Si imbatterono nelle carcasse dei mostri, che, precedentemente, li stavano inseguendo.
《Dylan ha imparato ad utilizzare i suoi poteri.》
Improvvisamente, s'accorsero di una sorta di scia di pezzi metallici, lasciati sul pavimento da Dylan e Susan per registrare il proprio cammino ai loro amici.
《Ben fatto, Dylan.》disse Thomas, soddisfatto.
A questo punto, iniziarono a seguire la scia. Davanti a loro, comparvero le sagome di Dylan e Susan, appoggiate alle pareti, sedute per terra, parlando tra loro.
《Dylan!》
《Thomas! Finalmente ci avete raggiunti!》
La felicità di Thomas scoppiò in un abbraccio affettuoso.
《Credevo di...》
《L'importante è che siamo vivi, Thomas. Solo questo!》
《Hai ragione.》
Il gruppo, finalmente, si era riunito, puzzle ricomposto costituito da pezzi con un grande rapporto l'uno con l'altro.
《Ok. Adesso possiamo rimetterci in cammino.》
《In cammino verso dove?》
《Dylan, ho scoperto che hai utilizzato i tuoi poteri da Visionario.》
《Com...》
《Ho visto le carcasse dei mostri che hai ucciso. Adesso devi riuscire ad utilizzare il teletrasporto.》
《Ma come faccio?! Non so nemmeno da dove devo partire!》
《Lo so, Dylan. Per adesso, hai bisogno di un imput, per essere un Visionario. Ho quello che ti serve.》
《In che senso?》tuonarono Dylan, Susan e Thomas, all'improvviso.
《Oh, oh. Non siete molto attenti. Quando ci siamo incontrati, in quella strana stanza, vi ho detto che avevo scoperto dove fosse la via d'uscita, ma, che è protetta da diversi Umanoidi, giusto?》
Annuirono, ancora inconsapevoli di dove Brian avesse voluto andare a parare.
《Secondo voi, come ho fatto a scoprire tutto ciò?》
《I tuoi genitori?》
《No, Dylan. I miei genitori non sono mai stati qui.》
《Allora perlustrando?》
《Dylan... sarei già morto. Non hai idea di quanti mostri ci siano in questo posto spaventoso.》
《Allora, come?》
《Vi ho detto, anche, che qui ci sono molte stanze segrete.》
Continuò senza aspettare la risposta positiva da parte dei suoi compagni.
《Ho trovato una stanza. Una stanza molto importante per la nostra fuga.》
Tutti gli occhi fissati su di lui.
《Dentro ho trovato una pianta del labirinto. Un modo semplice per scappare.》
Rimasero sbalorditi, ma, allo stesso tempo, divennero speranzosi.
《So che voi potreste anche non credermi. Ma, vi farò vedere con i vostri occhi tutto ciò di cui vi sto parlando, adesso. Seguitemi.》
Dylan e Susan, rimasti appoggiati alla parete, si alzarono, pronti per l'esplorazione, che fu un pretesto per risolvere alcuni dubbi, che, quest'ultima, aveva ancora in mente.
《Quando abbiamo incontrato la vostra amica, morente, abbiamo trovato un bracciale sul suo polso con il suo nome. Come avete fatto, in seguito, ad indirizzarci verso la stanza dove voi ci stavate aspettando? 》
《Credo che voi abbiate seguito quella scia luminosa, giusto?》
《Si, ma, come avete fatto a crearla?》
《Nella nostra stanza, vi erano degli affreschi...》
《Si, me li ricordo bene.》
《Attraverso una punta affilata di legno, trovata in giro per il labirinto, siamo riusciti ad estrarre la sostanza luminosa che costituiva la spada dell'adolescente e abbiamo creato quella scia per trasportarvi da noi.》
《Sapete cosa significa D.C.?》
《No.》a questa domanda, Brian dimostrò un'infima agitazione, che accentuò la preoccupazione di Susan.
《I mostri, che ci stavano inseguendo, erano Umanoidi?》
《Si, più o meno.》
《Cosa significa?》
《Con il passare del tempo, si evolvono poiché costituiti da geni umani che si adattano alle circostanze.》
Comparve un'espressione di disgusto sul suo volto.
《Non ti preoccupare, Susan. Scapperemo il più presto possibile.》la rassicurò Dylan, prendendo la sua mano.
《Odio interrompere questi momenti mielosi, ma siamo arrivati》
Brian iniziò a toccare il muro, che aveva davanti a sè, per cercare di trovare il mattone che avrebbe permesso la loro entrata nella stanza.
Un sentimento di preoccupazione si alimentò nel suo corpo.
《Ragazzi, non riesco a trovarlo》
Il muro era completamente di sangue. Nessuna sigla D.C. visibile.
《Cosa stai dicendo?》tuonò Thomas, sempre più spaventato.
《Il passaggio era qui! Me lo ricorso benissimo! Il problema è che non riesco a trovarlo.》
《Perfetto. Siamo venuti fin qui per niente. Grazie, Brian》
《Non è colpa m...》
La voce di Brian fu spezzata da Dylan.
《Ragazzi! Sto avendo quelle stra...》
Improvvisamente, Dylan iniziò ad avere quelle strane e maledette convulsioni. Iniziò a muoversi come un invertebrato, senza ossa. La sua testa cominciò a compiere giri completi, mentre le sue mani, totalmente, impazzite e scoordinate. I suoi occhi privi di pupilla, interamente bianchi, come biglie di vetro incastonate nella pelle. Il suo battito si fermò, improvvisamente, mentre, Dylan continuava ad essere in movimento, imperterrito. Le sue labbra iniziarono ad aprirsi e a chiudersi in modo inusuale, mentre, gli arti inferiori seguivano il ritmo di quelli superiori. All'improvviso, il suo corpo terminò di muoversi, mentre, il battito cardiaco eseguiva l'azione contraria. Tutto ritornò alla normalità, tranne i suoi occhi, ancora bianchi. Rimase davanti alla parete, immobile. Tutto ad un tratto, mosse la mano, diventata livida per le convulsioni, e l'appoggiò su un mattone della stessa. A questo punto, lo estrasse con forza disumana e, girandolo dall'altra parte, lo rimise nel muro. Su di esso, comparve, dal nulla e all'improvviso, una sigla di colore nero. D.C. Sembrava essere fatta con sangue di Umanoide. Dopo aver fatto ciò, riprese, totalmente, i sensi e cadde a terra, esausto e,allo stesso tempo, inconsapevole di quello che aveva, appena, fatto. Brian si avvicinò e schiacciò il mattone imbrattato. La parete, che, precedentemente, era di sangue, cambiò colore, oro, e si aprì, come una sorta di porta scorrevole, lasciando spazio ad un lungo corridoio buio, delimitato da pareti color blu cobalto. In lontananza, si riusciva a notare una piccola fiammella accesa, la quale indicava il passaggio corretto. Nessuno ebbe il coraggio di entrare, tranne uno dei Dimenticanti, seguito, a raffica, come in una fisarmonica, prima dagli altri Dimenticanti, e, poi, dal resto del gruppo. Il soffitto era ricoperto dalle creature della notte, i pipistrelli, mentre, sul pavimento vi erano alcuni topi di fogna. Il percorso non assicurava al gruppo sicurezza e salvezza ma era l'unica speranza di poter fuggire da quella gabbia della morte. Dopo circa qualche metro, raggiunsero la luce ma scoprirono che non era una fiammella. Era una torcia con qualche macchia di sangue sul manico. Nessuna parola tra i membri del gruppo che stavano assistendo a tutto ciò. Nessuna emissione di fiato. Nessun movimento labiale. Tutti erano concentrati nella loro difesa dai possibili Umanoidi, o peggio. Tutti volevano vivere. Camminando ancora un po', giunsero ad un nuovo muro, sempre scuro.
《Questo è tutto ciò che ci separa dalla pianta del labirinto》disse Brian, prendendo coraggio.
Dylan si avvicinò ad esso, discostandosi dagli altri. Poggiò la sua mano. La parete iniziò a brillare di un colore blu scuro. La luce svegliò le creature della notte, le quali non si curarono dei compagni e scapparono, terribilmente impaurite. La stessa cosa fecero i topi di fogna. Gli amici, rimasti dietro rispetto a Dylan, si coprirono gli occhi per non essere accecati. Il Visionario, invece, non fece nulla, gli occhi di vetro. L'emissione blu durò circa venti secondi. Al termine, si presentò davanti a loro una stanza, molto simile a quella dove Dylan e Brian si erano incontrati. L'unica differenza era un tavolo. Tavolo caratterizzato dalla presenza di una sorta di mappa, costituita dallo stesso materiale luminescente, utilizzato per creare la scia luminosa. Appena entrati, il muro si chiuse alle loro spalle. Brian si propose in avanti per consultare la mappa, mentre Dylan vegliava su di lui, ancora in stato di trans.
《Ragazzi...》
Si prese un attimo di pausa per verificare quello che stava per dire.
《Siamo alla fine. Questa è l'uscita. L'uscita è proprio questa stanza.》
Tutti rimasero stupiti ma, allo stesso tempo, come se avessero capito ciò, già in precedenza. A quelle parole, Dylan tornò al suo stato normale, abituale ma, questa volta, senza cadere per terra, a causa dell'energia utilizzata. Improvvisamente, dagli angoli delle pareti venne rilasciato un gas. Gas letale, o quasi, per loro. Gas che li fece addormentare.
《Non vi preoccupate, giovanotti. Questo è l'inizio della fine》
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