CHAPTER 2 ~L'INCIDENTE~

《 Che dici... ti va, Dylan?》
《Si, Thomas... Però non qui! È troppo affollato... andiamo altrove》

Era una mattina come tutte le altre, splendente, e il sole era già alto nel cielo, completamente privo di imperfezioni. Dylan si era appena svegliato dopo una nottataccia terribile nella quale il "dormire" era solo un miraggio lontano. Andò verso lo specchio e riuscii a vedere il riflesso dell'orologio. Segnava le 7:15.
《Ho tutto il tempo necessario per prepararmi!》
Di sfuggita vide il suo aspetto: occhiaie di uno strano colore, grigiastro direi, capelli totalmente arruffati a formare una chioma disordinata ed occhi rossastri, segno della precedente notte passata a pensare. Non era a posto per niente.
Subito corse in bagno per sistemarsi un po' prima di andare a scuola. Avrebbe fatto colazione, nel bar annesso.
Mentre stava cercando di riordinare la massa di capelli sulla sua testa, ripensò al sogno. I flashback che gli vennero in mente non erano molto chiari ma soprattutto veloci e frivoli.
《Deserto? Bosco? Perché gli animali mi stavano guardando in quel modo?》
I suoi ricordi terminarono qui. In quel momento, Dylan non si interessò tanto a tutto ciò che stava accadendo intorno a lui, così, dopo aver reso il suo aspetto accettabile, zaino in spalla e accennato il saluto ai suoi genitori, si incamminò lentamente verso la fermata dell'autobus, guardandosi intorno e riflettendo sull'accaduto.
Gli alberi, sul tratto di strada, apparivano con colori più spenti del solito così come le abitazioni. La strada era deserta. Tutto ad un tratto, Thomas, suo compagno di classe nonché migliore amico, comparve alle sue spalle.
《Ehi Dylan! Come va?》
《B...b...bene! E a te?》
《Bene!》
Dylan e Thomas sono stati compagni di classe sin dalle elementari e, per tutti questi anni, conoscendosi meglio, sono diventati amici per la pelle. Parola chiave: videogame.
《Non ti vedo molto allegro... Cosa ti è successo? Hai litigato con i tuoi genitori? Parenti? Zii? Hai rotto il tuo telefono? Dai! Parla!》
Durante tutta le serie di domande che Thomas stava ponendo insistentemente, dentro Dylan stava nascendo un grande sentimento di rabbia e sconforto che scoppiò in seguito alla domanda: "È successo qualcosa ai tuoi genitori?"
《No! Non è successo niente! Non ho litigato nè con i miei genitori nè con i miei parenti nè con i miei zii nè con il cane nè con nessuno! Adesso basta!》
A quel punto, Dylan iniziò ad accelerare il passo, irritato dalla presenza incessante del suo amico.
《Ma perché fa così? Lo vedo molto diverso...》
Thomas rimase dieci secondi impassibile, sorpreso del comportamento di Dylan.
Inoltre chi non lo sarebbe stato?
Dopo circa 10 minuti, arrivarono entrambi alla fermata dell'autobus, già ricolma di studenti pronti ad andare via.
Era ora di muoversi.
Prima di entrare, Dylan si fermò, un po' bruscamente, e , come succede a quest'età, cercò tra la massa il suo amico, inutilmente, mentre gli altri ragazzi stavano iniziando ad innervosirsi per il suo momento di indecisione, così entrò.
All'improvviso tra i sedili, abbastanza sporchi e usati, vide una mano familiare con un braccialetto sul polso caratterizzato da una sigla: T.S. Sul suo viso comparve un sorrisetto fulmineo, di quelli che scompaiono in fretta, e si affrettò a sedersi accanto a lui.
《Eppure sei arrivato prima tu di me...》
《Eh già! Io ho le mie scorciatoie》disse Thomas accennando un occhiolino.
Quando l'autobus partì, Dylan prese delle cuffie bianche dal suo zaino EASTPACK e iniziò a sentire della musica guardando dal finestrino il panorama non curandosi minimamente del suo compagno. Thomas, però, non mollò il colpo e continuava a guardarlo, imperterrito, per cercare di scoprire il perché del suo stato d'animo così introverso ma, tutto ciò non ebbe grandi risultati e così si arrese. L'autobus, intanto, continuava a rimanere sulla strada, impassibile, fino a quando il guidatore, uomo di circa 50 anni e di origine asiatica, emanò un grido imponente, gettandosi a terra e lasciando il volante.
《State giù! State giù!》
Gli studenti, in preda al panico si gettarono a terra, ammucchiati tra loro.
Un'enorme palla di fuoco colpì improvvisamente l'autobus facendolo andare completamente fuori strada e rompendo in mille pezzi il parabrezza, conspargendo di punte di vetro affilate la parte anteriore dello stesso.
Molti furono i feriti.
Proprio in quell'istante, Dylan ricordò completamente il suo sogno fatto la notte precedente mentre tutti i ragazzi stavano scappando dal mezzo di trasporto, totalmente capovolto e disperso in mezzo ad una folta boscaglia.
《Nonno? Robot? Sangue》
《Cosa stai dicendo Dylan!? Dobbiamo andare via!》
Nonostante le grida del suo compagno di classe, Dylan rimase lì per qualche secondo. Imperterrito. Fino a quando si catapultò fuori dall'autobus in un battibaleno con le mani tra i capelli e con una forte sensazione di angoscia che stava salendo nel suo corpo, inseguito da Thomas, ancora più impaurito.
《Cosa ti succede, Dylan!!?》
《Vieni con me ti devo...》
Non riuscì a terminare la frase. Iniziò ad avere convulsioni di grande fattura al suo stomaco dovute alla sua opposizione a tutto ciò che gli stava accadendo. Dopo qualche minuto, riuscirono a scappare da quella specie di mezzo di trasporto, ormai distrutto. Dylan continuava a correre, impassibile, mentre le convulsioni si facevano più pesanti e Thomas stava chiamando la polizia per la questione dell'autobus. Ad un certo punto, Dylan si fermò di scatto. Le convulsioni avevano raggiunto il massimo fino a quando smise di opporsi.
Emanò un grido impetuoso, con un tono di voce diverso dal suo, più grave, più intenso, più sovrannaturale. Gli animali, impauriti, iniziarono a scappare in direzione opposta mentre Thomas rimase a bocca aperta, mani che coprivano le sue orecchie.
Tutto ciò non era normale.
L'urlo durò circa 20 secondi. Secondi molto intensi e distruttivi, allo stesso tempo.
Dopo il grido sovrannaturale, Dylan si gettò a terra, privo di forze.
《Ma cos...cos...cosa ti sta succedendo?》
《Non lo so... ma è qualcosa di molto strano... Andiamo via da qui, ti racconto tutto a casa tua》
Al suono di quelle parole, Thomas aiutò il suo amico ad alzarsi e giunsero a casa sua. Dylan aveva i sensi affievoliti, quasi inesistenti.
《Ho sognato delle cose strane questa notte...》
Iniziò a raccontare Dylan mentre Thomas si mise comodo sul suo letto.
《Deserto... Bosco... Robot giganti con un occhio solo... e ,infine, mio nonno》
《Tuo nonno?》
《Si》
《Ma non è morto qualche giorno fa?》
A quelle parole, Dylan accennò un movimento della testa in risposta positiva.
《Mio nonno non è morto... È solo scomparso due giorni fa》precisò.
《Cosa facciamo Thomas? Cosa dovrei fare? Spiegamelo!》
《N...n...non so Dylan ma sicur...sicur...sicuramente mi verrà in mente qualcosa! Credo》
I due rimasero immobili nella stanza riflettendo sull'accaduto e al contempo allibiti mentre dalla televisione della cucina iniziarono a sentire un servizio a loro familiare...
[Incidente. Autobus colpito improvvisamente da un' anomala palla di fuoco. Molti feriti. Trovato un biglietto accartocciato vicino l'autobus, ormai distrutto, con su scritta una sigla: D.C.]

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