THINGS LEFT UNSAID-Stiles
Due settimane dopo la morte di Allison:
"Non devi preoccuparti Stiles, il Nogitsune non tornerà da te" diceva Scott al migliore amico, intento a torturarsi le mani dall'ansia.
La cosa che Stiles nascondeva a tutti, però, non era la paura che provava nei confronti del Void.
Era qualcosa di assai ben più poto fondo e, a suo malgrado, astratta.
Era terrorizzato dall'idea di quello che aveva fatto nei giorni in cui era sotto l'influenza del Male, si distruggeva la mente nel pensare al terrore che aveva portato e alla disperazione.
Aveva paura di aver ferito i suoi amici, di averli allontanati da lui.
"Stiles, tranquillo..." erano le parole di incoraggiamento che uscivano dalla bocca del Vero Alfa.
Ma il ragazzo dagli occhi dorati non si calmava, non poteva farlo.
"Guarda i miei occhi Lyds. Guardali!" il ragazzo era esasperato, non poteva più guardarsi in quelle condizioni.
"Sono i tuoi occhi Stiles, non cambia niente" diceva la biondo fragola tentando di calmarlo.
"Sono un mostro" continuava a ripetersi Stiles.
Si guardava allo specchio e tutto quello che vedeva erano sue iridi arancioni che splendevano fuori controllo.
Non notava i nei che gli cospargevano il volto, i capelli marroni, la pelle candida.
Vedeva solo due occhi che, a parer suo, non potevano far altro che generare un orrore.
"Stiles, ti prego, non fare così..." Là biondo fragola continuava a provare ad avvicinarsi al ragazzo, desiderosa ora più che mai di un contatto fisico.
"Non so nemmeno in cosa mi trasformerò. Magari diventerò un Void e mi nutrirò di dolore e miseria" continuava il ragazzo, torturando si le mani ed in procinto di farsi male veramente.
"Non puoi diventare un Void, né fisicamente né psicologicamente. Sei un ragazzo intelligente, il più sveglio che conosca, spiritoso... Non sei adatto" tentava di sorridere Lydia.
Cercava di insegnare a Stiles come farlo, sembrava, era triste come atto, ma entrambi sapevano che era meglio di niente.
"Ma sono debole" imprecava Stiles affondando la testa fra le mani.
E Lydia avrebbe solo voluto poter fare qualcosa per il ragazzo...
Durante l'estate Stiles mantenne il contatto solo con la biondo fragola, troppo terrorizzato per poter parlare con altre persone all'infuori della ragazza.
Sapeva che lei lo avrebbe capito, anche se con lei si sentiva in colpa.
In colpa perché le aveva ucciso la migliore amica.
In colpa perché aveva aumentato le voci nella sua testa.
"Non è colpa tua".
Ogni mattina passava da cosa Martin con la jeep e Lydia saliva sul sedile accanto al suo.
Andavano ogni giorno in un posto diverso, lei felice di uscire di casa e lui felice di potersi distrarre.
"Ora riesco a controllarli, sai? Solo quando mi arrabbio perdo il controllo" diceva Stiles ogni tanto, col tossisco in faccia più per la presenza Lydia che per i suoi successi.
"Sapevo che ci saresti riuscito" sorrideva lei e gli baciava la guancia.
Quando si ritrovò nei corridoi sotterranei della scuola, perse il controllo.
Non aveva più quella che Scott chiamava "ancora". Si era appena reso conto che Lydia era la sua ancora, seppure Stiles non fosse un licantropo.
"Ma cosa sono io?".
Non lo sapeva e, in un certo senso, non voleva scoprirlo.
Ehm no, mi dispiace ma non scoprirete ancora cos'è Stiles #sorrynotsorry.
Se avete delle teorie mi farebbe piacere conoscerle :3
Ah, se avete delle domande, potete farmele e io risponderò con degli spinn-of (quando è possibile).
Un bacio,
Darkwaystofly💕
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