25~THREE TOUCHES


Dal capitolo precedente
Urlo.
Uno degli urli più potenti che sia mai riuscita a emettere. Suona strozzato, quasi restio ad uscire.
"Lydia, fermati!" Jace si copre le orecchie, cercando di sfilare lo stilo dal suo stivale.
"Lydia!" pure Derek è in difficoltà.
Con l'ultimo fil di fiato che mi rimane mormoro"Mi dispiace".
Flebile, l'ultimo mio attimo di pace.
"Arrivo Will".

Lydia
Il vento mi sferza la faccia, i rami mi tagliano le guance, l'aria fredda mi ghiaccia le ossa.
Ma vado avanti, imperterrita e, forse, ignara di quello che mi sta accadendo attorno.
I rumori spariscono completamente, l'unica cosa che sento è la voce di Will che mi sussurra all'orecchio:"Ci sei quasi piccola".
E lo dice in tono affettuoso, come se io fossi un membro della sua famiglia.
"Hai il mio sangue nelle tue vene".
Perché in realtà è così, in me scorre ciò che scorre in lui, inevitabile.
Ci sono stati tanti indizi che ho cercato di occultare, ma ora non posso far altro che riportare tutto a galla.
"Arrivo Will".
Accelero il passo più che posso, cercando di schivare gli alberi.
Ormai sto correndo.
Pare che le mie scarpe sprofondino nella terra, che i tacchi dei miei stivali si aggrappino al fango senza lasciarmi via di scampo.
"Toglili, sarai più veloce".
Mi accuccio al suolo, slacciando i lacci fini e infilando le calzature nella borsetta che tengo a tracolla.
"Ce la farai. Rimarrò ad aspettarti per più tempo possibile, ma tu corri".
Ce la posso fare.
Manca poco.
Non so nemmeno dove sto andando.
Sento i piedi diventare freddi, il terreno bagnato pare attraversarmi la pelle e entrarmi nella carne, ma è una bella sensazione.

Mi fermo di colpo, con fiato pesante e l'aria che entra a stento nelle narici.
Appoggia le mani sulle ginocchia, cercando di calmarmi per poi andare avanti.
Una grotta, ecco cosa vedo.
I rampicanti dominano la zona attorno alla buca sotterranea, le radici scavano la zona circostante.
"Sei arrivata piccola, ci sei".
"Arrivo Will".

L'ambiente è freddo, l'aria umida. Sento i capelli appiattirsi sui miei vestiti, che nel frattempo si sono impregnati di acqua, che scende dalle pareti della roccia che mi circonda.
"Dove sei?" chiedo girandomi da tutte le parti.
"Eccomi Lydia" mi risponde Will, avvicinandosi a me.
La sua figura è meno netta rispetto all'ultima volta che l'ho visto, e quasi eterea.
"Cosa ti sta succedendo?".
"È colpa dei sacrifici, e di chiunque li stai facendo. Sprigionano troppa forza per uno come me. Per quelli come noi, Lydia".
I pezzi del puzzle stanno prendendo forma nella mia mente, molto confusionatamente.
"È per questo che non prevedo le morti... C'è un blocco" affermo.
"È questo che fa la morte angelica, divide e crea. Le banshee non possono avvertirla, e neppure i fantasmi. Nemmeno i farshee".
I farshee, il maschile delle banshee, di quelle come me.
Abbiamo lo stesso sangue.
"Tu eri un farshee" lo guardo fisso, cercando di distinguere le sua figura trasparente dal resto.
"Proprio come te. La tua bisbisnonna era una donna adorabile" dice sorridendo.
E in quell'espressione facciale riconosco tutte le persone della mia famiglia, tutti i miei antenati.
"Era dovuta scappare dalla sua famiglia, dopo che avevano scoperto la nostra relazione. Se te lo stai chiedendo, non abbiamo avuto figli, o almeno non sono sopravvissuti. Anche con loro è stata attuata la morte angelica, ma non erano adatti.
Non avevano gli occhi neri".
Stiles aveva ragione.
"Tu..." le parole mi si smorzano in gola.
"Sì piccola, mi dispiace".

Stiles

Dal capitolo precedente
"Melissa vorrebbe che noi benissimo all'ospedale, insieme anche agli altri".
Stiles sembra contrariato, in effetti non abbiamo trovato ancora nessun indizio.
"Se questo assassino non si vuole far trovare, certamente non basteremo noi per scovarlo".
Detto ciò, Stiles mi allunga la mano e assieme torniamo indietro, nuovamente verso il sentiero.

"Ragazzi, sapete quanto io sia contraria a farvi saltare la scuola, ma questo richiede il vostro intervento".
Melissa, ovviamente, non è a conoscenza del fatto che stiamo saltando le lezioni da cinque giorni. Mi chiedo solo perché la scuola non abbia ancora mandato un avviso.
"Spiega" dice Liam fermando i miei pensieri.
"Posso confermare i modi in cui sono stati uccisi, e posso affermare pure il rigor mortis. La cosa che mi preoccupa è l'inchiostro sotto pelle, ma non penso che questa sia la giusta espressione per definire il liquido".
Melissa ha ragione, qualsiasi cosa sia la sostanza, non è assolutamente inchiostro.
"Clary, tutto tuo". Guardo la ragazza rossa alla mia destra, che sembra sul punto di crollare a terra o di scappare.
"Non lo so, per noi Shadowhunters è come se bruciasse la pelle e la impregnasse. In questi corpi, invece, la runa si diffonde". Clary mi guarda, mormorando un certo scusa con le labbra.
"Non hai niente da scusarti" dico passandole una mano sulla spalla.
"E non abbiamo ancora spiegato l'odore di salvia" dice Liam cercando di recuperare la situazione.
"Questo l'ho scoperto. Serve come "disinfettante" durante quella che voi avete chiamato Morte angelica. Ma non è una pianta che cresce ovunque..." Melissa guarda me.
"Cresce grazie al sangue di un fantasma, alle radici di un Nemeton".

Lydia
Il Nemeton.
Il suo sangue.
E gli occhi arancioni di Stiles.
Si aggiunge anche il blu delle rune, gli occhi giaccio di Alec.
Il freddo che mi penetra nelle ossa.
"Se controllerai i tuoi pensieri,
nulla sarà come temi.
Se la luna maneggerai,
il canto dei morti non sentirai.
Tenendo fermo il tempo,
Morte canta il suo tormento.
Tre tocchi,
quanto basta a usurpare la vita.
Tre tocchi.
Tre tocchi e non sentirai le dita".

Eccoci giunti alla fine di questo capitolo.
Avevo un po' paura pubblicare, devo ammetterlo.
Non so quante persone seguiranno la storia dopo questo, ma spero davvero che qualcuno sia ancora rimasto.
La storia è quasi finita, mancano si è no cinque capitoli, devo ancora scegliere.
Comunque l'epilogo è già pronto.
Aspetto con impazienza i vostri commenti e pareri.
BUn bacio,
Darkwaystofly💕

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