Rivelazione

La partita finì con la vittoria del Giappone sulla Corea, e quando l'arbitro fischiò Morgan poté lasciarsi cadere a terra. Mark arrivò a dargli la mano e a tirarlo su.

Poi fece per abbracciarlo, ma il viola gli mise una mano sul petto. "Bella partita, capitano". Con la coda dell'occhio vide Xavier parlare al telefono, e dopo pochi secondi il rosso gli fece un cenno con la testa, a indicare le tribune.

Morgan lo raggiunse e il rosso lo prese per un braccio. "Nel parcheggio chiuso fuori dallo stadio". "Chiuso?". "Sì, lavori in corso".

Il viola annuì, e Xavier sorrise. "Coraggio, andiamo". I due si cambiarono velocemente nello spogliatoio, poi corsero verso il parcheggio. Come aveva detto Xavier, era vuoto.

Tranne per un gruppetto di persone abbarbicate tutte insieme su una panchina. Tra esse figuravano Claude e Bryce, intenti a battibeccare fra di loro. Alla loro sinistra Dave sbuffava ogni due secondi, mentre alla loro destra Isabelle e Lina parlavano sottovoce.

Morgan dovette appoggiarsi a Xavier. "Manca Jordan". "Sta arrivando, tranquillo. Come vuoi...". "Xavier!". Jordan arrivò alle loro spalle.

"Che succede?". "Ecco... guarda un po' chi c'è!". Il verde posò lo sguardo sulla panchina, e il suo sorriso si allargò ancora di più.

"Greenway, ci rivediamo!" lo salutò Dave. Morgan era sicuro di essere sul punto di svenire.

Claude lo fissò. "Se questa è una sorta di riunione di famiglia, lui che ci fa qui?".

"Io...". Isabelle si voltò di scatto. Jordan e Bryce strabuzzarono gli occhi.

Morgan aveva parlato con una voce sottile, femminile. Non l'aveva fatto di proposito, erano mesi che utilizzava la voce da baritono, ma era stato travolto dall'emozione e aveva perso la concentrazione.

La ragazza con i capelli azzurri si alzò in piedi. Morgan si portò le mani al volto, togliendosi le lenti a contatto e lasciandole cadere a terra.

Isabelle gli si avvicinò. Morgan la guardò negli occhi: la ragazza sembrava sul punto di piangere.

"Non... non ti credo". Morgan si alzò la maglietta: all'altezza dell'ombelico c'era una cicatrice biancastra che partiva dal fianco. Poi si spostò i capelli dalla fronte, tirò un fazzoletto fuori dalla tasca e se lo passò sulla pelle.

Quando lo lasciò cadere a terra era sporco di fondotinta, e sulla sua fronte era diventato visibile un segno biancastro: una cicatrice a forma di costellazione del cigno.

"Adesso mi credi?". Ygritte non fece in tempo a finire la frase, perché Isabelle le si gettò al collo e scoppiò a piangere. L'altra non esitò un secondo a ricambiare l'abbraccio, iniziando a piangere a sua volta.

Immediatamente anche Dave le si lanciò addosso, sollevando entrambe da terra e facendo fare loro una piroetta. Isabelle non sembrava avere intenzione di staccarsi, ma Ygritte la convinse con un po' di fatica.

Appena districatasi dall'abbraccio dell'azzurra, dovette sorbirsi quello di Jordan. "Lo sapevo che nascondevi qualcosa... ma non immaginavo... come...". "Vi spiegherò ogni cosa, promesso".

Claude la fissò con le braccia incrociate. "Non aspettarti un abbraccio, stronzetta". Bryce le accarezzò una guancia e sorrise. "Gli sei mancata. E anche a me". Ygritte si lanciò addosso a tutti e due, e il rosso tirò su col naso.

"Claude, piangi?". "Il polline. È... è il polline".

A quel punto Ygritte si voltò verso Lina, che era rimasta impassibile fino a quel momento. Si morse un labbro.

Se con i suoi fratelli era andata bene, non poteva aspettarsi lo stesso da Lina. Si preparò al peggio, si aspettava di tutto: silenzio tombale, urla, persino uno schiaffo.

"Ti sono sempre piaciute le entrate a effetto, sorellina". Ygritte tirò su col naso. "Già... forse avreste dovuto aspettarvelo". A quel punto anche Lina la abbracciò.

"Mi sei mancata, sorellona". "Per colpa tua ho anche dovuto pronunciare il discorso funebre... e sai quanto odio queste cose". Ygritte si lasciò sfuggire un singhiozzo.

"Mi... dispiace. Io non...". "Non importa. Ma adesso ci devi quantomeno una spiegazione".

Annuì e si preparò a raccontare.

Ci mise un'ora intera per dir loro tutto, nei minimi particolari. "Il mister Hillmann mi ha aiutato ad allenarmi per cambiare il mio modo di giocare. Sapevo che i miei compagni mi avrebbero riconosciuto".

Lina annuì. "Mi pareva di aver visto qualcosa di familiare quando avete giocato contro la Neo-Japan". "Quando abbiamo fatto il culo alla Neo-Japan, vuoi dire".

Dave tossicchiò, dandole uno scalpellotto dietro la testa. Isabelle si era stravaccata di traverso in mezzo a loro, con le gambe su quelle di Dave e il resto avvinghiato a Ygritte.

"Ho aspettato l'inizio del FFI prima di tornare". "Ygritte... è terribile. Ma c'è una cosa che non mi torna" disse Bryce. "Perché non ne hai parlato con Jude? È il tuo ragazzo, dopo tutto".

La ragazza sospirò. "Dopo quello che mi è successo... ho riportato dei traumi. Xavier lo sa". "Che genere di traumi?" chiese Lina. "DPTS. Problemi all'amigdala e al sistema limbico". "Nella nostra lingua?" chiese Claude.

"Il DPTS, o disturbo post-traumatico da stress, mi ha fatto sballare le emozioni. Il primo mese dopo... quello... ero in apatia. Anaffettività. Analfabetismo emotivo. Alessitimia. Appiattimento affettivo, chiamalo come vuoi. Non sentivo... niente. Il mio cervello si rifiutava di elaborare le emozioni. Lentamente, e dopo varie sedute con terapisti e psicologi, sono tornata a sentire qualcosa. Affetto, paura, tristezza. È stato il periodo più duro".

Isabelle le strinse una mano. "Sono arrivati gli incubi. Continuamente sognavo... le torture. Gli allenamenti spaccaossa. Ogni cosa. Ed era terribile". "E l'amore...".

Ygritte scosse la testa.

"Ricordo di averlo amato. Ricordo che è stata la persona più importante della mia vita. Ma adesso... adesso non sento più niente per lui".

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