Ricordo

Jude si svegliò all'improvviso, ansimando. Si passò una mano sulla fronte sudata e si lasciò ricadere all'indietro, sprofondando nel suo letto.

La porta della sua stanza si socchiuse, e Celia fece il suo ingresso, andandosi a sdraiare accanto al fratello. "Quanto è passato, Cels?". "Sei mesi". Jude annuì.

"Domani comincia il Football Frontier International, vero?". "Sì fratellone. Lei... sarebbe fiera di te, di questo sono sicura".

Il ragazzo si passò una mano sul collo, incontrando la consistenza familiare del metallo. Guardò il ciondolo.

"Non l'hai ancora aperto?". "No, io... ha detto che avrei saputo quale sarebbe stato il momento giusto. Ma la verità è che ne ho paura. Che possa... riportarmi a quello che ero sei mesi fa. E non voglio". Celia annuì e guardò fuori dalla finestra.

"Tra due ore suonerà la sveglia. Riposa un po', fratellone".

"Riposa un po', fratellone". "Non la lascio". "Jude...". Celia sospirò e abbracciò forte Scott.

Il ragazzino stava ancora piangendo, nonostante fosse già passata mezz'ora.

Xavier guardò la ragazza stesa sul lettino. Ygritte non era così pallida, non aveva le braccia piene di lividi. E soprattutto non era morta.

Shawn era collassato su una sedia, con le ginocchia tirate al petto. Per lui era come vivere un deja-vu.

Isabelle afferrò Dave per un braccio. Non ce la poteva fare. Il ragazzo la abbracciò forte, lasciando che piangesse sulla sua spalla. Fissò Ygritte, mentre una sola lacrima gli scorreva sulla guancia.

Caleb era arrivato dieci minuti prima, ed era stato accolto solo con sguardi diffidenti. Ciononostante era rimasto. E adesso sentiva di essere sul punto di uccidere qualcuno. Era colpa loro, loro e del loro maledetto calcio. La sua sis era morta, ed era solo colpa loro.

Axel strinse forte i pugni. Poi si voltò, mise le mani in tasca e se ne andò senza dire una parola.

Jude le sfiorò una mano. Era fredda. Come la neve.

Avevi fatto una promessa.

Non era morta. Si sarebbe alzata, avrebbe riso loro in faccia e poi lo avrebbe baciato. Non poteva... dire addio.

Ma Ygritte non si alzò, non gli rise in faccia.

"Uscite, ragazzi. Devono portarla via". L'allenatrice cercò di guardare il corpo il meno possibile.

Jude fu l'ultimo a lasciare la stanza. Si voltò un'ultima volta.

Ygritte aveva gli occhi chiusi. Stava sorridendo. "Ti amo" sussurrò il ragazzo.

Si asciugò l'ultima lacrima, si rimise gli occhialini. Poi si chiuse la porta alle spalle, lasciando in quella stanza tutti i propri sentimenti.






Eccomi qui! Okay, lo ammetto, avevo troppa voglia di postare questo primo capitolo e non ho abbastanza pazienza per arrivare al 10 maggio. Quindi niente, benvenuti nel sequel di "My name is Ygritte"!

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