Il passato (parte 1)
"Stai scherzando. Dimmi che stai scherzando".
Ygritte smise di giocare con la macchinina rossa, la sua preferita, si alzò e si affacciò dalla porta della cucina, senza farsi vedere.
Sua madre si abbracciava le spalle con le braccia e scuoteva la testa. "Non puoi dire sul serio. È tuo figlio!". Suo padre, seduto al tavolo con un foglio in mano, sembrava arrabbiato.
Ygritte cercò di avvicinarsi, nascondendosi dietro un mobile dove non potevano vederla. "No, non lo è. È di qualcun altro, e per quel che ne so potresti averlo avuto anche tradendomi". "Non dire stupidaggini! Sai che non lo farei mai!".
Suo padre sbatté una mano sul tavolo, e Ygritte sussultò: l'aveva visto arrabbiato altre volte, ma mai così. "Sapevo anche che Scott era mio figlio biologico, e invece non è così!". "Che avrei dovuto fare? Volevi un altro bambino quanto me, Ygritte continuava a chiedermi un fratellino o una sorellina, e se non potevamo averlo era solo colpa tua!".
Ygritte non ci stava capendo più nulla: troppi paroloni. Biologico? Che vuol dire?
"E non hai mai pensato di parlarne con me? Di chiedermi se... se volessi? Va sempre così, tu decidi e io non ho diritto di parola!".
Seguirono istanti di pesante silenzio. "Beh, adesso pretendo di avere diritto a dire la mia. E io quel bambino non lo voglio". "Non te lo permetto. È nostro figlio, tanto quanto Ygritte!". "È diverso. Lei l'abbiamo voluta in due, Scott è stato una tua decisione".
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Quando riaprì gli occhi, non era più a casa sua: era in un letto d'ospedale, di nuovo, e l'odore di disinfettante la fece andare in panico.
No no no no! L'hanno scoperto, l'hanno...
Poi si accorse che né Celia né Xavier erano con lei. "Ben svegliata, Ygritte".
Conosceva quella voce. Girò la testa di lato e lo vide: Dark la guardava seduto su una sedia, le gambe accavallate e i soliti occhiali neri sul naso. Ma la prima cosa che gli chiese non fu come mai fosse lì.
"Che... diavolo hai fatto ai capelli?". "Questi?". Si prese in mano una ciocca bionda. "Oh, nulla di che. Mi serviva un cambiamento".
Ygritte sospirò, abbandonando la testa sul cuscino. "Sai, sei un tal rompipalle che mi hai fatto passare la voglia di urlarti contro". "Lo prendo per un complimento". "Fammi indovinare: mi tieni d'occhio da quando me ne sono andato dalla struttura di Zoolan?". "Non proprio. Ho dovuto smettere di cercarti per fare in modo che anche lui perdesse le tue tracce. Ti ho ritrovata quasi tre mesi dopo". "E non hai informato il Capo? Che magnanimità, la tua".
Dark rimase in silenzio. "Sai, mi aspettavo che avessi capito. Ti ho aiutata per tutto questo tempo". Ygritte rise, anche se piano perché le faceva male la testa.
"Aiutata? Riguardati il vocabolario, perché mi sa che hai frainteso il senso della parola". "Vediamo se ti rinfresco la memoria: primo, ho evitato che altri oltre alle persone che già lo sanno sapessero che Morgan è in realtà Ygritte".
La ragazza alzò gli occhi al cielo. "Non prova niente". "Secondo, ti ho permesso di scappare dalla struttura, proprio quando stavi per venire presa di nuovo, e ho anche coperto il tuo amico Robingo". Ygritte strinse i pugni, cercando di tirarsi sui gomiti. "Non lo nominare". "Terzo, ho fatto in modo che tu rimanessi in vita dopo l'incidente della Alius". "IO NON TE L'HO MAI CHIESTO!".
La testa le mandò una fitta incredibile, ma strinse i denti. Dark era ammutolito. "C'era... un motivo se non volevo farmi operare, ci hai mai pensato? Certo, per te sarebbe stato uno spreco, ma io non ho l'ho mai voluto. Non volevo rischiare, non se avrebbe significato diventare un vegetale, o non poter più giocare a calcio". "Ma ha funzionato".
Ygritte si tirò a sedere con un gemito. "Hai solo avuto fortuna! Tu e tutti gli altri! Siete stati fortunati, perché un miliardo di cose potevano andare storte! Potevo andare in arresto cardiaco, potevate lacerarmi lo stomaco, il dotto biliare, l'iniezione della pietra poteva non funzionare!". "Hai studiato".
La ragazza si appoggiò allo schienale. "Ogni giorno, da quando sono scappata. Tu mi hai parlato dell'operazione, e io mi sono informata. Ho guardato e riguardato le cartelle, i video di interventi simili. Sai quante cose potevano andare storte?". "Ma non è successo. Ti passa mai per la testa che ci possa essere un motivo?" le chiese Dark.
La ragazza lo guardò. "Forse l'universo ha deciso che non ho ancora finito di soffrire". L'uomo tacque per qualche istante. "C'è una cosa che non ti ho detto. Forse ti farà capire che non sono il completo bastardo che tu credi".
Ygritte alzò gli occhi al cielo. "Sono proprio curiosa".
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