I Big Waves cambiarono tattica, e il risultato rimase bloccato sull'1 a 0.

Jude cercò in tutti i modi di arrivare a rete, ma a un certo punto subì un colpaccio alla caviglia. Morgan si alzò in piedi. "Ehi, questo era piede a martello! Maledizione, non ha neanche guardato la palla!". "Bright, vedi di calmarti" lo ammonì il mister.

Morgan abbassò la testa. "Scusi mister". "Rischi l'ammonizione, e preferirei che non accadesse". Il ragazzo annuì e si risedette, non togliendo gli occhi da Jude.

Il regista si rialzò.

Posso farcela. Ygritte ha giocato una partita con un taglio al fianco, io posso sopravvivere a questo.

Ma faceva troppo male, non era in grado di continuare. Per fortuna l'arbitro fischiò l'intervallo. Morgan andò diretto in spogliatoio.

"Ehi Morgan, non vuoi sentire quello che il mister ha da dire?". "So già cosa farà". Silvia lo guardò perplessa. "Davvero?". "Certo, non è difficile. Fuori Jude, dentro Austin come trequartista, Shawn arretra a centrocampo e Axel e Xavier fanno le due punte. 4-3-1-2, se non vado errato".

Poi si ritirò nello spogliatoio. Afferrò la propria borsa e si cambiò. Quando stava per togliersi la maglietta, Caleb entrò nella stanza. Morgan urlò. "Ehi! Ma che cavolo?". "Che fai, te ne vai già?". "È una partita già finita. E comunque potresti fare lo stesso, il mister non farà entrare né me né te. Ora esci, devo cambiarmi". "Siamo due uomini, non credo che...". "Ti ho detto esci. Di' al mister che sto poco bene, okay?". "In cambio che farai?". "Quello che ti pare, ora non rompere e avverti il mister".

Morgan si tirò su il cappuccio e raggiunse gli spalti, dove due ragazzini guardavano la partita. "Hidetoshi, Luca". "Ciao Morgan. Tutto bene?". "Direi di sì, questa partita andrà bene". "Sei sicuro di te". "Conosco la nostra squadra, e mi fido del mister".

E aveva ragione. Da subito, con l'esordio di Austin e il risveglio di Hurley, il loro assetto tattico cambiò radicalmente.

Così, a metà secondo tempo, avevano già pareggiato. Hidetoshi guardò il ragazzo dell'Inazuma. "Avevi ragione, a quanto pare". "Già... ma c'è ancora qualcosa che mi sfugge. Dei problemi da risolvere".

Diede un'altra occhiata al campo.

Problema uno risolto: Jack ha imparato a sganciarsi in avanti.

Poi vide Austin.

Problema due: Austin non vuole mettersi in mostra. E questo non va bene, non possiamo sprecare occasioni del genere.

La partita finì due a uno per l'Inazuma, ma Morgan non era tranquillo.

La prima partita del mondiale e già soffriamo come non so cosa. Non ci arriveremo mai in finale se continuiamo così.

"Morgan!". "Sì, Hidetoshi?". Il ragazzo si voltò a guardarlo. "Hanno bisogno di te per vincere, lo sai?". "Certo che lo so".

Il ragazzo con i capelli viola uscì dallo stadio e si diresse a piedi verso la Raimon. Lungo la strada incontrò Caleb. "Stonewall, dove vai?". "Non sono affari tuoi". "Ma adesso mi metti curiosità, ti accompagno". "Invece no, smettila di rompere". "Oh, andiamo. Dove vai?". "Senti, se non la smetti giuro che ti prendo a pugni". "Ci puoi provare, ma non ci riusciresti".

Caleb fece per colpirgli la spalla con un pugno, ma Morgan gli afferrò il polso, glielo torse e con una mossa rapida gli portò il braccio dietro la schiena. "Ho vinto, ora dimmi dove stai andando".

Caleb sbuffò e gli fece cenno di seguirlo.

Morgan riconobbe la strada dopo pochi minuti. "Chi hai perso?". "Un'amica. Beh, praticamente una sorella". Il cancello del cimitero si aprì con un leggero cigolio, e Caleb avanzò con le mani in tasca, mentre Morgan lo seguiva poco dietro.

Arrivato davanti a una tomba si fermarono.

Ygritte Banyan. La sorella, l'amica e la compagna di squadra che tutti vorrebbero avere.

"Le volevate molto bene. Ho sentito parlare di lei, sembrava una ragazza in gamba". "Lo era. Più di tutti noi".

Caleb scosse la testa e rimase in silenzio per alcuni secondi. Poi si voltò per andarsene. "Caleb. Sono sicuro che lei faccia il tifo per voi".

Il ragazzo non si voltò neanche e riprese la sua strada, e Morgan non lo seguì.

Diede un'ultima occhiata alla tomba, poi se ne andò anche lui.