Caduta
Xavier stava chattando con Jordan quando la porta si spalancò, quasi staccandosi dai cardini tanta era la forza con cui era stata aperta.
"MA PORCA... Celia?".
La ragazza con i capelli blu era pallida, quasi cadaverica, aveva la fronte imperlata di sudore e stava ansimando.
"Celia, che diavolo succede?". "Io...". Una lacrima le rigò la guancia, e Xavier si alzò dal letto e la raggiunse. "Celia". "Mi ha... mi ha detto di chiamare te". "Chi?".
Lo sguardo della ragazza bastò perché il rosso capisse tutto. "Quanto è grave?". "È svenuto. O... o svenuta, io...". "Okay, muoviamoci".
Si misero a correre verso la stanza di Morgan, ma quando aprirono la porta il ragazzo era sparito. Celia si lasciò scappare un gemito e cadde in ginocchio, scoppiando il lacrime.
Xavier si chinò vicino a lei e l'abbracciò. "Va tutto bene. Va... va tutto bene". "Perché... perché non me l'ha detto? Perché non ce l'ha detto? Jude... Jude ha sofferto così tanto, e per tutto questo tempo lei... lei era accanto a lui!".
Il rosso sospirò. "È più complicato di così. Ygritte... si è ritrovata in un progetto più grande di lei, o di noi. Anche lei ha sofferto, molto". "Che vuoi dire? Non... non ha senso, lei... è solo una ragazzina".
Xavier scosse la testa. "Lo eravamo anche io e Jordan, ma questo non ha mai fermato nostro padre. Ci sono persone... a cui non importa quanti anni hai, importa solo quello che sai fare".
Celia si asciugò gli occhi con il pollice. "Dove credi che sia andata?".
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"Dove la porto signorino?". "La... la pista da snowboard". "Quartiere americano, allora?". "Sì grazie".
Cominciò a tamburellare il dito sul ginocchio, tanta era l'ansia che lo divorava. Voleva solo allontanarsi da tutto, in particolare dall'Inazuma Japan.
Nella testa gli risuonava ancora la voce di Celia, e vedeva di continuo i suoi occhi spalancati. Non ce l'aveva fatta, appena si era svegliato se n'era andato. Aveva preso le scale, era arrivato al piano terra ed era uscito da una delle finestre della mensa: non aveva incontrato nessuno che conosceva o che conosceva Xavier e Celia, quindi era fiducioso di non farsi trovare.
Appena sceso dal taxi una ventata fredda lo investì in pieno, così chiuse gli occhi e si godette il calo di temperatura: la sua mente tornò all'Hokkaido, dove aveva incontrato Shawn e si era appassionata agli sport invernali.
Era stato uni dei periodi più felici della sua vita. Prima della Royal, prima delle tecniche proibite, prima di... Jude.
Scosse la testa, dirigendosi verso la pista dove avrebbe trovato snowboard, casco e tuta da neve. Una donna con lunghi capelli biondi dalle punte azzurro elettrico gli prese le misure e gli consegnò la roba, poi lo mandò al bancone all'entrata per pagare.
"Appartieni a una qualche squadra?". "Inazuma Japan". L'uomo che gli aveva fatto la domanda, barba lunga e accento americano, annuì e scribacchiò qualcosa su un foglietto che gli consegnò. "Hai due ore di attrezzatura gratuita, riportami questo foglietto quando hai finito così vedo se devi pagare qualcos'altro". "Grazie".
Raggiunge l'inizio della pista, e appena si lasciò andare spense il cervello.
Il vento gli frustava la faccia e il corpo imbottito nel giaccone invernale, spruzzi di neve gli imbiancavano le gambe: era da tanto che non si sentiva così vivo.
Viva.
Quando arrivò in fondo urlò, di un urlo liberatorio che si trasformò prima in una risata e poi in un pianto isterico.
"Ehi! Ehi tu, tutto a posto?". Mentre respirava sempre più affannosamente la testa ricominciò a girargli. "S-Sì... tutto bene". "Sicuro?".
Alzò la testa e quello che vide lo congelò sul posto: fasciati quanto lui in piumini da neve, Bobby ed Erik lo guardavano.
Adesso o vomito o svengo. Ci... mancavano solo loro.
"Ehy, ma tu sei il ragazzo nuovo dell'Inazuma Japan! Ti chiami Morgan, vero? Sei sicuro di stare bene?".
Si tolse lo snowboard dai piedi. "Certo, tutto a posto".
Voltati e cammina. Un passo alla volta.
Salutò con la mano i due americani e lentamente si portò sulla cima di un'altra pista.
Rimise lo snowboard e iniziò a scendere.
"MORGAN!".
Accadde tutto in fretta: voltò la testa a sinistra e vide Celia e Xavier a bordo pista, prese un dosso di neve in pieno, sentì mancare il terreno da sotto i piedi e si trovò a volare.
Il terreno le venne incontro velocemente.
Non ho stretto il casco.
EHILAAAA GUESS WHO'S BACK?
Sì, sono viva e sono presente sul territorio.
Dopo un serio serissimo blocco del lettore/dello scrittore sono tornata! Non ne sono ancora fuori del tutto, ma spero di recuperare il tempo perso e darvi comunque delle soddisfazioni con questa e con le altre mie storie❤️
Grazie a tutti per la pazienza e spero che continuerete a seguire la storia di Ygritte!
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