𝖳𝗁𝖾 𝗎𝗇𝗀𝗋𝖺𝗍𝖾𝖿𝗎𝗅 𝖺𝗇𝖽 𝗍𝗁𝖾 𝗂𝖽𝗂𝗈𝗍𝗌.
Disclaimer: se notate che nei flashback delle backstory dei vostri oc non metto tutto quello che succede non temete: vuol dire che quello che non è stato compreso verrà aggiunto in capitoli futuri. 😇
. . .
Ora sono solo...
Oh, quale canaglia e vil servo sono io!
Non è mostruoso che un attore, soltanto per finzione, nient'altro che in un sogno di passione, possa piegare l'anima a un concetto, così che, per l'effetto di quel sogno, il volto gli si copra di pallore?
Occhi in lacrime, aspetto stralunato, voce rotta, e l'intero suo gestire in perfetta aderenza a quel concetto?
E tutto ciò per nulla!
... Per Ecuba!
Che cos'è Ecuba per lui, o lui per Ecuba, perch'egli possa piangere così?
E che farebbe allora, questo attore, se avesse quel che ho io come motivo per straziarsi l'anima?
Inonderebbe la scena di lacrime?
Intronerebbe le orecchie del pubblico di parole orribili?
Da far impazzire il colpevole, da far impallidire l'innocente, da confondere l'ignaro e sbigottire vista e udito del pubblico??
Ed io, balordo impastato di fango, mi consumo così, nella sterilità della mia causa!
Sono dunque un tal codardo?
Chi mi prende a schiaffi?
Chi mi chiama codardo??
CHI MI SPACCA LA TESTA?
CHI MI STRAPPA LA BARBA E ME LA SOFFIA IN FACCIA?
CHI MI TIRA I PELI DEL NASO??
CHI MI FICCA FIN DENTRO AI POLMONI L'ACCUSA DI BUGIARDO???
...
No?
Nessuno?
SANGUE DI CRISTO LO ACCETTEREI!
. . .
Sono contento di aver conosciuto Jelka.
Mi rende felice averla con me.
Non ho mai avuto granchè che mi facesse felice.
Anzi, ho avuto tante cose che mi hanno messo in difficoltà già quando ero bambino.
Come per esempio mia madre, che mi maltrattava psicologicamente quando rimanevano da soli a casa, e mi minacciava per non rivelare niente a mio padre...
Anche se mio padre mancava per tanto tempo per il lavoro però, quando non c'era almeno era un bravo padre!
Poi i problemi a scuola, che c'erano già alle elementari, ma alle medie peggiorarono, tra quelli che mi tormentavano c'era persino un ragazzo piú grande di me...
Capisci? Un povero piccolo ragazzino, preso di mira da uno di anni piú grande...
... Ma un giorno tutto cambiò.
Oh, eccome se cambiò.
E poi quel giorno provai qualcosa di diverso, mi sentivo...
... Come se mi recasse gioia, vedere una persona che mi implorava disperata pietà.
Ed è stato da quell'evento che tutto è cambiato, ma in meglio!
Così come sono cambiato anche io!
Ho trovato anche il coraggio di manipolare mio padre per fargli credere di essere stato tradito da mia madre, così da farli separare!
E neanche piú nessuno mi ha mai dato fastidio a scuola!
Anzi, ho un gruppo di amici che fa tutto quello che voglio, quando voglio!
Ma nonostante ciò, un lavoro simile a quello che avevo fatto l'ho dovuto ripetere anni dopo.
Meno male che tanto qui nessuno sospetta niente!
A parte quell'idiota, l'ho capito dal momento in cui mi ha detto che "mi teneva d'occhio"... che urto.
Inoltre c'è la mia adorata ragazza che con gli altri è sempre stata molto diversa di com'è con me: già qualche anno fa si arrabbiava sempre con chi le faceva il minimo torto, e quindi presto si è ritrovata senza amici, e di conseguenza io ce l'ho tutta per me.
Sono davvero così contento di aver conosciuto Jelka.
. . .
Sono l'Ultimate Kimono Maker.
Non sono solo il miglior sarto di Kyoto, ma dell'intero mondo, tra tutti quelli che possano esistere.
Ho imparato quest'arte alla piú tenera età, sin da piccolo sono stato un prodigio, sarti di kimono con anni di esperienza hanno tutto da invidiarmi, sono nato per questo lavoro.
E tutto questo mi piace.
Creare qualcosa di così pregiato ed essere elogiato per questo.
Non che ciò significhi che sono grato di quel che ho dovuto passare per diventare l'Ultimate che sono ora.
Voglio dire... non avere mai tempo per giocare da bambino dovendo stare sempre a cucire, essere costretto dai tuoi genitori a rimanere in ginocchio per ore sotto al sole se facevi i capricci, ricevere amore da loro solo se facevi quel che facevano... diciamo che non era proprio il massimo.
Ci furono dei cambiamenti, ma ebbi il coraggio di scappare di casa solo dopo aver scoperto che avevano organizzato un matrimonio combinato con una che non avevo neanche mai visto in faccia.
Sinceramente ho ancora il dubbio se è meglio rimanere intrappolato in questo posto, oppure a casa mia.
Quello che penso è che- c'è un'opzione aggiuntiva, un'altra opzione molto meglio delle prime due.
L'unica opzione che mi farebbe sentire davvero libero, e che non mi farebbe piú avere paura di riincontarli.
. . .
02/12/2022.
Ore 20:00.
Per qualche secondo l'intero gruppo rimase a vedere Nova, visibilmente increduli tutti quanti.
"... In che senso non è morto Taiyou...?" domandò poi Mariasole.
"Stava con la testa dentro alla vasca da bagno piena. Ma ha ancora il battito!" rispose la meteorologa.
Così Omiro non esitò a spostarsi di lato per poter far passare Ares, il quale accorse davanti in soccorso di Taiyou riverso a terra.
Appena inginocchiatosi davanti a lui, potè notare di come il suo viso e i capelli circostanti ad esso erano bagnati, e decise in fretta cosa fare: presto unì le mani e lo poggiò sopra al petto dell'altro, tenendosi così pronto.
E poi diede il primo colpo.
Con forza e velocemente fece pressione sul ragazzo, usando le mani, prima di prendergli la testa con delicatezza e alzargliela leggermente.
"Taiyou? Mi senti, Taiyou?"
E poi il secondo tentativo.
Ripetè la procedura, stavolta cercando di aumentare leggermente la pressione, dopodichè gli riprese la nuca per parlargli di nuovo, sotto agli occhi ansiosi degli altri presenti, che non potevano fare altro che assistere e sperare per il meglio.
"Ora te lo farò un po' piú forte!"
... E così fece.
Il terzo e ultimo tentativo, che per poco non fu rischioso per la forza con cui il castano aveva esagerato.
Fino a quel momento nella stanza non si poteva sentire alcun rumore particolarmente forte, avendo quasi del tutto il silenzio; se quella fosse stata la scena di un film probabilmente avrebbe avuto una colonna sonora che trasmette suspence e angoscia in sottofondo.
Ma in quel momento si potè udire l'enorme sospiro che aveva esalato il ragazzo dai capelli celesti seguito dai suoi colpi di tosse, dopo che aveva alzato la schiena di scatto.
"TAIYOU!" esclamò l'uomo di punta, mentre gli altri si avvicinarono di corsa.
E così si era ritrovato seduto a terra, mentre non accennava a smettere di tossire, con anche dell'acqua che fuoriusciva dalla sua bocca insieme alla tosse, mentre aveva gli occhi spalancati in un'espressione che sembrava a dir poco quella di una persona traumatizzata.
"Taiyou? Taiyou, ci senti?" gli chiese Omiro.
"Sono... ancora... qui...?" mormorò lui tra un colpo di tosse e l'altro, incredulo.
"Cosa è successo??" chiese Jelka.
"Io..."
"Come ti senti adesso?" domandò Mariasole prima che lui potessero aggiungere altro.
"Cosa..."
"Chi è stato?" aggiunse Robin.
Nel mentre, il teru teru bozu aveva finalmente finito di tossire acqua, continuando però a respirare profondamente sottovoce.
"Ma è stato un incidente per caso, o cosa?" disse poi anche Hayami.
"... Cosa... Cosa soNO TUTTE QUESTE DOMANDE, OHH? SONO APPENA QUASI MORTO, E DATEMELO IL TEMPO DI RESPIRARE!" rispose spazientito a tutte quelle domande ricevute tutte insieme appena si era risvegliato.
Fu così che, sotto agli occhi sbalorditi dei presenti, si rialzò e si incamminò fuori dalla stanza, visibilmente irritato.
. . .
Ore 20:10.
Ora tutti i quanti i presenti erano stati allertati delle scoperte che erano state fatte.
Qualcuno era morto.
Nulla di nuovo, vero?
Era già successo due volte già, che venisse trovato un cadavere.
Ma stavolta c'era un risvolto ancora piú agghiacciante.
Che ce n'erano due.
Due cadaveri in un sol colpo erano stati ritrovati.
Due loro compagni erano deceduti nel giro di poco tempo l'uno dall'altro.
A quel punto, il corpo di Toshiaki era già stato mostrato alle persone che erano presenti allo spettacolo, e nessuno di esse si era mostrato particolarmente scosso: sì, era comunque una brutta scoperta, ma tutti quanti sembravano essere riusciti a mantenere piú o meno la calma.
E anche se magari c'era qualcuno di piú scosso degli altri, anch'egli lo nascondeva dietro ad un viso serio e religioso silenzio.
E la stessa cosa ora che si erano riuniti tutti nel luogo del ritrovamento di Ringo.
Nessuno osava fiatare, mentre stavano tutti lì in giro, con qualcuno che occasionalmente si avvicinava per controllare meglio la scena.
Neanche Omiro aveva ancora proferito parola, non avendo nulla da dire, semplicemente ora la sua priorità era dare un'occhiata in giro e assicurarsi in caso ci fosse stato qualcuno che aveva bisogno di aiuto.
E poi sentì quell'urlo.
Quell'urlo che non avrebbe mai dimenticato in vita sua.
Beh, perchè era difficile dimenticare una cosa simile dopo averla ascoltata, una cosa talmente atroce per le sue orecchie.
Lo strazio nella voce di chi aveva lanciato quel grido era talmente tanto che, prima di girarsi, per un attimo credette che fosse stato appena ucciso qualcun altro.
Quando invece si girò in direzione di ciò che aveva appena udito, fece in tempo a vedere Jelka che correva sul palco, prima di fermarsi davanti al cadavere.
"RINGO! RINGO CHI TI HA FATTO QUESTO?" esclamò, con le lacrime che sgorgavano dagli occhi e praticamente disperata.
Questione di un attimo e anche le sue due compagne di stanza, Kokoro e Zhenya, erano salite di corsa sul palco e la avevano raggiunta.
La prima si limitò a starle dietro e poggiarle con delicatezza le mani sulle spalle, mentre la seconda si mise al suo fianco e con una mano le accarezzò il viso.
"Jelka, cara, guardami..." le disse poi con tono dolce e confortante.
Invano, perchè la skipper, almeno per quel momento, era praticamente ingestibile.
"RINGO NON PUOI FARMI QUESTO!"
Omiro, così come gli altri presenti, non poterono fare niente.
A parte rimanere a vedere la ragazza dai capelli neri che aveva abbassato la testa e si era messa le mani davanti al viso per nascondere il pianto.
Il ragazzo si era sempre sentito assai dispiaciuto ad ogni omicidio, ma a questo un po' di piú.
Ora che aveva assistito a quella reazione.
Voglio dire, poteva immaginare tutto quello che stava provando; nonostante non lo avesse mai sperimentato ancora, immaginava come potesse essere stare assieme ad una persona, e gli pare di capire che nel caso di Ringo e Jelka era da tanto tempo.
Quindi immagina stare assieme ad una persona per tanto tempo, vederla tutti i giorni, collezionare ricordi assieme, pianificare progetti futuri, poi arrivi un giorno e quella persona non c'è piú.
E tu rimani così.
Con piani annullati.
Un futuro diverso da quello che vedevi fin'ora.
A mani vuote.
E solo.
Per questo motivo fece per avvicinarsi, per provare ad andare a parlare con Jelka.
Ma fu in quello stesso istante che gli passò davanti Lily, che aveva fatto la sua entrata e si era direttx subito verso il gruppo riunito, ritrovandosi presto gli occhi di tutti puntati addosso.
Una volta fermatosi, si guardò intorno con un'espressione seria e fredda in viso.
"Due vittime... Non una, due. Ogni volta diventa sempre peggio, e non vi smentite mai." commentò.
Fu così che Arthit scese dal palco e si incamminò verso xlx ragazzx, xlx quale rimase a guardarlo allo stesso modo di prima.
"Okay, lo ripeterò un'altra volta: tutto questo deve finire. Devi fare in modo che non ci accada piú nulla del genere." xlx disse poi con tono serio ma calmo.
"Altrimenti? Sentiamo stavolta." rispose lxi con tono quasi di sfida.
"Altrimenti una volta che avremo trovato un modo per uscire ti aspetteranno conseguenze piú che gravi."
"Oh, no, questo proprio non ci voleva. Ora come farò a vivere nella consapevolezza che rischio questa cosa?" ribattè nuovamente xlx ragazzx con finto timore, apposta per prendere in giro l'altro.
Poi prima che l'altro potesse rispondere nuovamente, continuò.
"Ogni volta te ne esci con una cosa nuova, sempre piú minacciosa. Com'era quella volta? "CaRiSsImX, aBbIaMo SoRpAsSaTo Il LiMiTe DeL lEgAlE gIà Un Bel Po' Di TeMpO fA"." lo imitò, con un tono apposta per deriderlo.
Un secondo dopo si girò, dando le spalle al gruppo.
"Magari pensateci dopo a quel che farete quando uscirete... Se uscirete, perchè tanto non succederà. E intanto pensate a indagare."
Detto ciò, se ne andò.
E quindi ora non è che avessero tanta altra scelta che non fosse iniziare a investigare...
Per la terza volta.
E questa volta sarebbe stata ancora piú dura, con due vittime, e due luoghi diversi.
Era chiaro, però che neanche stavolta avrebbero partecipato attivamente tutti alle indagini.
"Jelka, andiamo via..." disse infatti Kokoro con voce bassa e delicata, allontanandosi di qualche passo, seguita così da Zhenya che continuava ad accompagnare Jelka, la quale era in preda ai singhiozzi, non riuscendo a smettere.
Taiyou invece, che era rimasto sulla soglia dell'entrata alla villa fino a quel momento, si decise a girarsi e varcarla.
"Hey! Dove va?" si chiese Robin, guardandolo.
"Non so ancora cos'è successo, ma qualunque cosa sia stata dev'essere stato traumatico per lui. Se vuole stare un po' di tempo solo, penso sia il caso che glielo concediamo..." riflettè Rigel Aaron.
"Beh, hai ragione! Allora andiamo noi a investigare!"
Arthit era ancora rimasto dov'era dalla conversazione avuta con Lily, e sembrava star riflettendo.
Fino a che Mariasole non gli si avvicinó e non gli picchiettò piano un dito sulla spalla.
"Arthit! Bisogna investigare? Vi voglio aiutare!"
Questo fece girare l'altro, che le rivolse il suo solito sorriso gentile.
"Certo, certo: apprezzo molto il tuo voler aiutare. Allora mettiamoci tutti a lavoro insieme."
Allo stesso tempo, vi era Asuka che si era risedutx su una delle sedie davanti al palco, e ora aveva le mani congiunte e lo sguardo basso con gli occhi spalancati.
Anche lxi sembrava star riflettendo sulla situazione attuale, ma sembrava che la conclusione a cui era giuntx lx aveva lasciatx alquanto in crisi.
Rev xlx passò dietro, e così xlx tirò un leggere schiaffetto dietro al collo, come in un tentativo di smuoverlx, prima di continuare a camminare.
"Aoh, e non stare così! Dobbiamo aiutarci a vicenda, su! Voglio un po' di vita!"
Nova invece, da sopra il palco, diede un ultimo sguardo al corpo del collezionatore di libri, prima di scuotere la stessa.
"Il genere umano è sempre lo stesso." commentò, prima di scendere con l'intenzione di allontanarsi.
Dopo un momento di esitazione iniziale, anche Jerome si decise ad allontanarsi senza dire una parola: ma non come gli altri, che si erano dileguati per sfuggire alla responsabilità delle investigazioni.
Bensì lui voleva soltanto spostarsi nell'altro luogo del delitto.
Omiro era rimasto a guardare le varie reazioni dei suoi compagni attorno a se', quando Ares gli si avvicinò, seguito subito dopo da Hayami, che li raggiunse in fretta.
Quest'ultima si fermò davanti agli altri due.
"Ragazzi! Ascoltatemi- so che stavolta potrebbe sembrarvi piú difficile delle altre volte, ma!! Sono sicura che unendo le forze riusciremo a risolvere anche questo caso!" disse poi loro mostrando un sorriso fiducioso.
"Hai ragione, dobbiamo solo collaborare!" concordò Ares, convinto.
"Allora iniziamo subito." aggiunse invece Omiro.
. . .
Ore 21:20.
Ed ecco che era già arrivato il momento.
Per coloro che stavano investigando, sembrava che il tempo fosse passato in un batter d'occhio.
Per loro era come se dieci minuti prima avessero iniziato a investigare...
E invece ora eccoli lì, che avevano appena fatto il loro ingresso all'interno della solita stanza nascosta del trial.
Ebbero modo di vedere, una volta entrati lì, che erano state aggiunte delle nuove foto in bianco e nero: esse erano poggiate sui posti a sedere che prima appartenevano ad Emme, Toshiaki, e Ringo.
E poterono anche vedere che stavolta lo schermo mostrava ben due immagini, tutte e due insieme.
Appena presero tutti posto, fu Omiro il primo a parlare.
"Jelka, come ti senti rispetto a prima? Un po' meglio?" le domandò con tono premuroso, e per tutta risposta Jelka lo guardò un attimo prima di spostare gli occhi altrove.
"Parliamone piú tardi... adesso abbiamo da rendere giustizia ai nostri compagni, e dobbiamo impegnarci per poterlo fare." rispose Zhenya al posto suo con tono gentile.
"E tu invece, Jerome? Stai bene ora?" domandò incuriosito Robin, attirando l'attenzione di Jerome.
"Sì. Perchè?" rispose quest'ultimo rimanendo impassibile, anche se nel suo tono mancava un poco di convinzione.
"Capisco che è una cosa delicata, ma sono d'accordo con Zhenya e vorrei dirvi anche... che magari le sedute di terapia le possiamo lasciare a dopo, ora dobbiamo trovare l'assassino." intervenne Kokoro, seria.
"Vero! E secondo me dobbiamo partire da parlare di un dettaglio che penso sia preziosissimo per scoprire la verità su cos'è successo!" concordò Hayami con entusiasmo.
"Ora che ci penso, sì, c'è una certa persona che potrebbe fornirci certe informazioni importanti." disse Arthit, spostando poi lo sguardo verso una persona, ovvero Taiyou, il quale appariva ancora alquanto scazzato.
"Oh, Taiyou! Non soltanto tu sei colui che porta a noi la sfera astrale che radieggia nelle nostre giornate con il suo bagliore, ma altresì colui che ci dispenserà ora di rilevanti informazioni!" commentò Asuka con enfasi.
"Taiyou, è veramente una fortuna che sei qui con noi!" gli disse Mariasole.
"Eh, è anche un miracolo visto che non so come faccio a starci ancora." rispose lui.
"Ah, ma per quello devi ringraziare soltanto Nova! Non saresti ancora tra noi se non fosse stato per lei!" lo informò Ares con un sorriso.
"... Mi prendi in giro?" chiese per tutta risposta l'altro, girandosi verso Nova alla ricerca di spiegazioni, mentre quest'ultima aveva sospirato e aveva guardato altrove, a braccia conserte.
"Sì, è lei che ci ha avvertiti che ti trovavi in bagno e che avevi bisogno di soccorso!" spiegò Rev.
Per qualche secondo, il teru teru bozu rimase a fissare la meteorologa, incredulo.
Poi il suo viso si ritrasse in una smorfia di incertezza.
E poi pronunciò delle parole esitanti.
"... G... G... G-grazie, immagino."
"Chiaramente l'ho fatto solo perchè dava fastidio avere un altro corpo tra i piedi." rispose l'altra senza accennare ad alcun contatto visivo.
"Comunque, Taiyou, dobbiamo farti delle domande, quindi. Ricordi cosa ti è successo?" gli domandò Rigel Aaron.
"Eh, sono ancora un po' scombussolato, ma ci potrei provare."
"Okay, allora, partiamo dalla domanda piú importante. Ti ricordi chi è stato a farti questo."
"Certo, quello me lo ricordo benissimo."
Quell'affermazione fu un raggio di speranza per tutti: avrebbero potuto scoprire subito chi era stato a far perdere i sensi a Taiyou, che poteva essere coinvolto anche negli omicidi di Ringo e Toshiaki!
"Allora, Taiyou... Sei libero di rivelarci subito l'identità di questa persona. Non devi temere niente, neanche che magari questa persona potrebbe farti qualcosa se parli- sei al sicuro ormai." lo rassicurò Arthit.
"Ma tanto non può farmi piú niente in ogni caso."
"E perchè?" chiese Jerome.
"Perchè è morto."
...
Quella, di affermazione invece, fece cadere il silenzio totale nella stanza.
Proprio per i primi istanti nessuno seppe come ribattere, non aspettandosi di certo una risposta simile, e non essendo neanche sicuri di cosa ciò volesse dire.
"Non... Non credo di aver capito..." disse Hayami.
"Dì direttamente chi è stato." disse invece Nova.
"Chi è stato? Ringo, è stato lui." rivelò a quel punto Taiyou.
...
Se prima nessuno sapeva come rispondere solo all'inizio, ora tutti erano veramente senza parole.
No, quella rivelazione- quella non fu uno shock, molto di piú.
Qualcuno quasi stentava a crederci.
Ringo?
Uno delle due vittime, il secondo a morire?
Che era stato fatto cadere sul palco dello spettacolo?
Una delle due povere vittime innocenti di uno spietato assassino?
Era stato veramente lui a fare del male a Taiyou?
"Taiyou, potresti elaborare meglio quel che è successo?" domandò Robin.
Nel frattempo, in quello stesso momento, Mariasole guardandosi intorno vide che c'era qualcosa che non andava in Jelka: aveva abbassato la testa talmente in basso che non era piú possibile neanche vedere il suo viso.
"Jelka?" la chiamò quindi, incuriosita, facendo così voltare anche gli altri verso di lei.
Per qualche attimo la skipper tacque ancora, prima di decidersi finalmente a parlare.
"Ritira quello che hai detto." sibiló infatti, ma con un tono fin troppo calmo.
Zhenya fece per allungare una mano verso di lei, come per volerla tranquillizzare.
"Jel-"
"RITIRA QUELLO CHE HAI DETTO SU DI LUI!" sbottò d'improvviso alzandosi in piedi e sbattendo entrambe le mani sul tavolo.
Questo gesto fece sussultare un paio di persone, mentre altri riuscirono a mantenre la calma, e altri ancora le lanciarono un'occhiataccia.
"Non ho capito, ritirare cosa? Cos'ho detto che non va bene?" rispose Taiyou.
"Ti stai inventando solo cretinate su Ringo, ma io non ti permetto di dire certe cose!"
"Io... Tu pensi veramente che io abbia accusato uno che non c'entra niente, di avermi quasi ucciso?"
"Certo! Tra l'altro uno che non può neanche difendersi dalla tue accuse, il che mi fa ancora piú schifo!"
A quel punto fu Hayami ad intervenire.
"He-hey, Jelka! Dai, calmati, magari-"
"CALMARMI? NON SOLO IL MIO RAGAZZO È MORTO, DEVO ANCHE SENTIRE DELLE ACCUSE DISGUSTOSE SUL SUO CONTO, E MI DOVREI CALMARE?" ribattè la ragazza dai capelli neri girandosi di scatto verso di lei, ancora piú arrabbiata di quanto lo fosse già.
"Stai esagerando, vediamo cos'altro ha da dire Taiyou e poi discutiamone." le disse Jerome con tono severo.
"CERTO! PERMETTIAMOGLI ANCHE DI DIRE ALTRE BUGIE, SU BUGIE, SU BUGIE!"
"Mi spieghi perchè dovrei letteralmente mentire sul mio tentato omicidio?" le disse Taiyou, che stava iniziando ad innervosirsi.
"Non lo so! Ma magari per proteggere qualcun altro, o te stesso!"
"Me stess- COS- TU- tu mi stai veramente dicendo che potrei aver tentato di ammazzarmi, e accusare qualcun altro di averlo fatto???"
"Suvvia, Jelka- mi permetti di offrirti un'esortazione: ciò che io ritengo è che se Taiyou sta affermando che sia stato Ringo ad ingiurarlo, orbene ciò denota che se dice questo, c'è una motivazione!" provò a dirle Asuka.
"Sì, e la motivazione è che è un bugiardo, nient'altro che un bugiardo!"
"Almeno dacci una giustificazione valida per cui pensi che Ringo non può aver fatto niente, Jelka." le disse invece Arthit.
"Lo so e basta, lui non può aver fatto una cosa del genere, e se fosse qui adesso lo potrebbe confermare anche lui!" lo difese la skipper poggiando una mano sul petto.
"Ah beh, allora-" rispose Nova.
"Tu forse non hai capito, quindi te lo dico in un altro modo: quello ha tentato di affogarmi nella vasca del bagno." le spiegò il ragazzo dai capelli celesti, sempre piú irritato.
"Bugiardo, non è vero!" insistette lei.
"Zhenya, Kokoro! Sono la vostra compagna di stanza, ditemi che almeno voi mi credete se vi dico che Ringo non può essere stato!" disse poi girandosi a guardare le due ragazze.
La seconda esitò a rispondere, ma per fortuna ci fu la prima che lo fece.
"Jelka, tesoro, io non è che non credo a te o alle tue parole, semplicemente... dobbiamo parlarne tutti insieme per capire bene cos'è successo, senza attaccare nessuno. Capisci?" provò a farle capire con tono gentile, al che la cake designer si limitò ad annuire in segno di concordanza.
Inutile dire che non funzionò.
"Neanche voi mi credete? Quindi devo fare tutto da sola per difendere il mio ragazzo?! Perchè lui non puó piú difendersi, e ve la state tutti prendendo con qualcuno che non puó in alcun modo difendersi! Che schifo, che schifo!"
"Ugh, piantala e facci sentire cos'altro ha da dire." rispose Nova, ormai piuttosto irritata anche lei, sorprendentemente prendendo le difese dell'altro.
"Lo continuo a dire, è stato Ringo che ha tentato di ammazzarmi, e vuoi sapere un'altra cosa? Ho come l'impressione che sia anche stato lui ad ammazzare quell'altro tipo." insistette Taiyou.
"Coooosa?!" esclamò Rev, incredulx.
"Che intendi? Che possa aver ucciso lui Toshiaki?" domandò Jerome, all'improvviso divenuto piú interessato di prima.
"Ma dicci di piú!" aggiunse Robin.
"Bugiardo!" ripetè nuovamente Jelka.
Dal viso del teru teru bozu, si poteva notare quanto fosse sempre di piú ad un passo dal perdere la pazienza definitivamente.
"... Io... Io non sono quasi morto per mano di un pazzo soltanto per sentirmi dare del bugiardo per avervi detto cos'è successo."
"Bugiardo, bugiardo!"
Ecco, quell'ennesima volta in cui la ragazza aveva ripetuto quella frase, detta poi sempre con quello stesso tono che Taiyou stava trovando insopportabile, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
E all'improvviso lui non rispose piú, rimanendo nel silenzio totale e abbassando la testa.
Tutti quanti lo guardavano in attesa di capire cosa gli fosse successo ora, chi lo guardava infastidito, chi preoccupato, e chi incuriosito.
"... Taiyou?" lo chiamò poi Ares, non ottenendo però alcuna risposta, mentre l'altro, nel silenzio piú totale e con tutta la calma del mondo, allungò una mano verso la parte inferiore del proprio corpo, verso le proprie gambe.
"Allora? Ti sei arreso finalmente? L'hai finita di dire fesserie?" gli disse invece la skipper.
Intanto, con un gesto delicato, appunto il ragazzo aveva allungato la propria mano verso le proprie gambe.
Dopodichè, poggiata la mano sulla protesi che sostituiva ormai da tempo la sua gamba destra, se la rimosse con cura.
Così la scagliò con violenza verso la ragazza dai capelli neri, sfiorandola per pochissimo e facendole lanciare un grido, scatenando anche il panico nel gruppo.
"oH-" esclamò Asuka, colta di sprovvista.
"TAIYOU!" lo richiamò Hayami.
"MA CHE È IMPAZZITO-" disse invece Rev.
"Taiyou, mi spiegheresti che ti è saltato in mente?" gli chiese invece Arthit con tono piú calmo, mentre Ares si era alzato dal suo posto per dirigersi a riprendere la protesi lanciata, la quale era finita in un angolino della stanza.
"VISTO CHE CON LE PAROLE NON FUNZIONAVA, HO DOVUTO." si giustificò lui, riprendendosi poi in mano la propria protesi quando l'uomo di punta gliela riportò.
"Ecco, uh, la tua gamba-" gli disse quest'ultimo.
"Ragazzi, smettiamola. Siamo venuti qui per risolvere il caso, non per litigare." intervenne Rigel Aaron con tono serio.
"Infatti, ha ragione Rigel! Taiyou, dicci cos'altro ti ricordi!" concordò Robin.
In tutto ciò Jelka si era finalmente ammutolita, essendo rimasta a guardare il punto in cui prima le era stato lanciato contro l'oggetto con aria turbata.
"Eh, riguardo quello... Non so perchè non ho i ricordi ben chiari al momento."
"Se vuoi, posso farti una seduta di ipnosi, per aiutarti a riorganizzare i ricordi." si offrí Omiro alzandosi in piedi.
"Beh, se pensi possa essere d'aiuto, proviamo."
"Ma sei sicuro di sentirtela?"
"Sì, tanto mica è pericoloso?"
"No."
"E allora vai."
Così l'ipnotizzatore si avvicinò all'altro e, una volta fermatosi davanti a lui, tirò fuori un orologio da taschino e lo mise davanti ai suoi occhi; quest'ultimo rimase a guardarlo non capendo cosa sarebbe dovuto succedere, così come anche gli altri presenti rimasero a guardare la scena con occhi curiosi.
"Chiudi gli occhi." gli ordinò il ragazzo dai capelli neri, cosa a cui il ragazzo dai capelli celesti ubbidì, così il primo abbassò lentamente la mano con cui teneva l'orologio, per poi usare l'altra mano per poggiarla sulla fronte di colui che aveva davanti.
"Cosa vedi?"
Il teru teru bozu parve concentrarsi intensamente, e dopo qualche istante iniziò a rispondere.
"Vedo... Che sono entrato in bagno, e vedo quel tizio per terra. Non si muove."
Omiro annuì.
"Continua."
"Poi... Lo controllo, e vedo che gli cola del sangue dalla bocca."
Taiyou pareva sempre di piú concentrato.
"Poi sento dei passi, quindi faccio in tempo a girarmi ma non del tutto, per vedere che Ringo mi è spuntato dietro."
I presenti rimasero ad ascoltare la cronaca senza che si sentisse una mosca volare.
"Poi mi prende per i capelli..."
Rev, mentre ascoltava il racconto, corrugò un attimo le sopracciglia.
"Mi strattona per farmi mettere in ginocchio..."
Rev spalancò gli occhi a quel punto.
"Davanti a lui..."
Ora l'espressione dell'artista di strada si era tramutata in un'espressione di orrore.
"E mi spinge la faccia nell'acqua della vasca..."
Dopo quella frase xlx ragazzx parve tornare normale e piú calmx di prima.
Passò qualche attimo di silenzio.
"Interrompi." disse poi Taiyou.
"Cosa?" chiese Omiro.
"Interrompi questa cosa!" esclamò il primo, piú agitato.
"Okay, okay, basta, basta così." rispose l'altro togliendo la mano dalla fronte del teru teru bozu, il quale riaprì gli occhi e tirò un sospiro.
"... Credo che ormai con questo metodo che avete usato abbiamo la conferma. È davvero stato Ringo." dichiaró Kokoro.
Jelka scosse la testa un paio di volte, con ancora la stessa aria angosciata.
"Non è..." inizió a dire, procedendo poi a parlare con voce piú tremante.
"Non è possibile..."
"Ma quindi, dicci. Cosa ti fa pensare che possa essere anche stato lui ad uccidere Toshiaki?" chiese poi Jerome.
"Non so se riesco a spiegarlo bene, quello che mi ha fatto- mi sembra che sia stato tutto pianificato. A partire dal fatto che la vasca con l'acqua era già stata riempita, come se stesse aspettando il primo disgraziato che passasse di lì per affogarlo. Penso che il cadavere della prima vittima fosse un'altra cosa che può aver usato per attirare l'attenzione di qualcuno." spiegò.
"Sai, non è poi così impossibile come opzione, io non la escluderei." commentò Arthit.
"Ciononostante io ci terrei a precisare un dettaglio, ovvero che Toshiaki si era eclissato dalla zona del giardino nei minuti precedenti alla sua dipartita, a causa di quel che si è presentata come una cattiva digestione!" li informò Asuka.
"Aspettate, ho ricordato una cosa." intervenne Rigel Aaron, attirando l'attenzione dei presenti.
"Ero passato un attimo in cucina quando ho visto Toshiaki entrare per prendere qualcosa, e ho potuto vedere che c'era già anche Ringo. Magari può essere stata quella l'occasione che ha avuto per avvelenarlo."
"Allora mettiamola così, mettiamo che sia stato davvero Ringo a fare sia il primo omicidio sia il tentato omicidio... Ci rimane da trovare chi è stato ad uccidere Ringo!" spiegò Robin.
"Quello è fondamentale, è l'unico assassino ancora vivo che abbiamo!" aggiunse Ares.
"Sempre se non abbiamo altri colpi di scena!" commentò Mariasole.
"Ecco, a proposito di quello- magari è soltanto un'ipotesi, ma se in questo caso l'assassino fosse sempre Ringo?" suggerí Hayami.
"Ancora lui? Tutto lui fa, tutti i casini li ha fatti lui secondo te?" ironizzò Nova guardandola.
"Ma poi in che senso?" chiese Kokoro.
"Voglio dire! È caduto da un posto molto alto, no? Non so, magari per una sorta di pentimento per tutto quello che ha fatto, oppure per una paura per l'esecuzione che rischiava..."
"Tu dici che possa essersi buttato lui stesso quindi? E mancare la possibilità di salvarsi al processo e scappare da qui con la fidanzatina? Non penso." rispose Jerome.
"In effetti non ha molto senso, tentare di commettere un duplice omicidio senza farsi scoprire, per poi suicidarsi prima del processo..." concordò Arthit.
"Ovviamente questa era solo un'ipotesi!" precisò Hayami.
"È chiaro che è stato qualcuno che è qui dentro adesso!" disse Rev.
"Ovviamente non può essere stato nessuno tra quelli che erano in giardino quando è successo!" aggiunse Ares.
"Quindi dovremmo considerare solo le persone che non erano presenti, ovvero... Zhenya, Rigel Aaron, Nova, e Jelka." li elencò Jerome.
Tutti quanti si guardarono attorno per dare varie occhiate alle persone che erano state nominate, e lo sguardo di Taiyou si posò sull'ultima dell'elenco.
Quest'ultima non aveva ancora risposto, ma aveva ancora gli occhi spalancati, e aveva anche iniziato a tremare leggermente.
"Ecco che arriva..." sospirò rassegnato il teru teru bozu, preparato al peggio che stava per avvenire.
"... State... veramente accusando me...?" iniziò lei, con un filo di voce.
Tentò di prendere la parola Arthit.
"Allora-"
"NON BASTAVA TUTTO QUELLO DI PRIMA! ORA DEVO ANCHE DIFENDERMI DA VOI CHE PENSATE CHE IO POSSA AVER UCCISO IL MIO RAGAZZO!" esclamò con le mani tra i capelli.
"Eh, ora hai rotto, dacci una ragione VERAMENTE valida per cui non puoi essere stata tu e basta." le disse Nova con freddezza.
"COME POSSO ESSERE STATA IO!"
"Ehhhhh, vabbè..." rispose la meteorologa con rassegnazione.
D'improvviso, Omiro si alzò di scatto dal proprio posto e si avvicinò in fretta alla skipper e, una volta davanti a lei, le prese entrambe le braccia senza troppa forza.
"Jelka, per favore, ascoltami." le disse poi col tono di voce che usava sempre, quel tono così calmo e rassicurante.
"N-non sono stata io...!" tremò l'altra.
"E io ti credo. Ma per poterlo dimostrare anche agli altri, devi innanzitutto calmarti. Prendi dei respiri profondi."
La ragazza dai capelli neri deglutì, prima di annuire con la stessa espressione intimorita.
"Fai come ti dico. Inspira..."
Fece come le era stato richiesto, inspirando profondamente e trattenendosi fino a che non sarebbero arrivati ulteriori ordini.
"... E espira."
Dopodichè esalò un profondo respiro.
"Inspira... espira."
Continuò a ripetere un paio di volte, con Jelka che continuava a inspirare ed espirare, fino a che dopo un paio di volte non iniziò a regolare la propria frequenza di respiro.
Quando l'ipnotizzatore si fu accertato che stava respirando con piú calma, la lasciò andare.
"Ora mantieni la calma e fai capire agli altri la verità." le disse prima di tornarsene al proprio posto.
"Io Omiro lo prenoto già per il mio prossimo esaurimento nervoso." fu Rev l'unica a commentare.
A quel punto Jelka si ritrovò con tutti gli occhi puntati addosso.
E doveva difendersi dalle incriminazioni di quattordici persone.
Praticamente sola contro tutti.
Diede un'ultima occhiata ad Omiro, che dal suo posto le mostrò il pollice della mano alzato, prima che lei si rigirasse a guardare gli altri con aria seria e determinata.
"Non posso essere stata io, perchè io stasera ero in camera mia, cosa di cui avevo già informato le mie compagne di stanza. Non mi andava di vedere lo spettacolo." spiegó poi.
"È vero, me lo aveva detto." la supportò Zhenya, e anche Kokoro semplicemente annuì.
"Ma possono effettivamente confermare che eri davvero in camera tua come avevi detto?" le chiese Jerome.
"Sì, perchè Zhenya anche se non è stata in camera con me mi ha vista prima entrare lì, poi uscire piú tardi, quando ho sentito le urla delle persone in giardino."
"È tutto vero." confermò nuovamente la ragazza "senza Ultimate".
"Bene. Puoi essere considerata innocente, spero tu sia soddisfatta. Ora vediamo cos'hanno da dire gli altri sospettati. Come la tua compagna di stanza per esempio." disse Arthit, voltandosi poi a guardare Zhenya.
"Io sono stata per molto tempo a esplorare meglio le varie stanze della villa." spiegò quest'ultima.
"Piú precisamente, saresti in grado di elencarci le varie stanze?" domandò Asuka.
"Come... la cucina, la sala da pranzo, e varie stanze tra quelle piú particolari."
"Ehhhh, sospetto..." commentó Rev.
"Ripasseremo a te dopo. Intanto, Nova e Rigel Aaron, cosa avete da dire?" continuò l'artista di sketch per la polizia.
"Avevo trovato una libreria al piano di sopra, sono stata tutto il tempo lì e per un po' mi sono anche addormentata." si giustificó la prima.
"Io ero in camera mia, avevo bisogno di riposare, ma ho comunque visto lo spettacolo dalla finestra. Può confermare Robin." spiegò invece il secondo.
"Oh! Zhenya e Rigel non possono essere stati, lo confermo io!" intervenne Robin.
"E perchè questo?" rispose Mariasole con curiosità.
"Perchè durante lo spettacolo mi sono girato verso la finestra della mia stanza, e Rigel era lì a guardare!" spiegò.
"Okay, e Zhenya invece? Hai visto anche lei?" domandò Ares.
"No, ma confido nel fatto che lei non può essere stata!"
Per qualche secondo tutti tacquero.
Fu poi Jerome a rispondere.
"... Non credo sia abbastanza come giustificazione."
"Okay, quindi anche Rigel Aaron è fuori!" annunciò Hayami.
"Ci siamo ridotti a due sospettate... Zhenya, e Nova." aggiunse poi Jerome.
Così i vari presenti lanciarono delle occhiate alle due.
Convinti che tra esse poteva nascondersi una potenziale assassina.
"Avrei dovuto immaginare che questo momento sarebbe arrivato. Lasciatemi spiegare perchè non posso essere stata io." disse la prima, sembrando mantenere la calma.
Nova, al contrario, assunse una smorfia di ribrezzo.
"Non paragonarmi mai piú a esseri così... deludenti, ingrati e sudici. Perchè mai dovrei fare una... cosa simile...?"
"Ora che ci ripenso, mentre ero dentro alla villa ho sentito delle cose." rivelò la bionda.
"E che cosa?" ribattè Taiyou.
"Ho sentito dei rumori strani provenire dal piano di sopra, io ero al piano di sotto, e... Non so se lo ho indetificati bene, ma mi sembrava di sentire delle persone che correvano, e anche delle grida, sia maschili sia femminili."
"Quindi, presumendo che le tue affermazioni siano veritiere, si deve ritenere che le voci appartengano a Ringo e Nova?" domandò Asuka.
"E chi altro può confermare che hai sentito davvero tutto questo, huh? Nessuno, vero? Quindi come faccio ad essere sicura che non ti stai inventando tutto?" ribattè la ragazza dai capelli blu.
Prima di guardare l'altra dritta negli occhi con indifferenza.
"O magari hai sentito tutto, perchè in realtà una di quelli che gridavano eri tu?"
"Non..."
"Se davvero hai sentito questo, perchè non sei andata a controllare? Perchè non sei andata ad avvertire qualcuno?" insistette la meteorologa, decisa a mettere l'altra accusata alle strette.
"Sono stata distratta dai rumori dal giardino..." si provò a giustificare la ragazza senza Ultimate, che stava iniziando ad avere qualche difficoltà.
"Certo, certo. Perchè tu senti delle persone urlare e correre verso il balcone, non sai di cosa si potrebbe trattare, potrebbero essere due imbecilli che giocano ad acchiapparella, come potrebbe essere uno che prima ha avvelenato una persona con del latte, poi ha tentato di affogarne un'altra, e ora ne sta inseguendo un'altra ancora, ma tu non vai mica a controllare "perchè sei stata distratta da altri rumori", vero? Mi sembra una scelta normale da fare, soprattutto mentre siamo all'interno di un killing game con già due omicidi avvenuti." le rinfacciò Nova.
"Ve lo posso assicurare, ho davvero sentito tutto questo, ma non c'entro niente." riaffermó Zhenya.
"Io ve l'avevo detto che non sono stata io... idioti." si difese di nuovo l'altra.
Fu a quel punto che, tra le due litiganti, si intromise Omiro.
"... Nova, posso farti una domanda?"
"Cosa vuoi tu invece?"
"Ancora nessuno aveva menzionato il fatto che Toshiaki era stato avvelenato con del latte, fin'ora lo sapevano solo quelli che hanno collaborato con Asuka... Chi te lo ha detto?"
La meteorologa si interruppe per un attimo, non rispondendo subito, e limitandosi a sbattere per un attimo le palpebre.
Non fiató, non fece alcun altro gesto, nè tantomeno alcuna espressione facciale.
"... Credevo tu avessi prestato attenzione a quel che ti ha detto Asuka, ma a quanto pare no. Ho collaborato anch'io, l'ha detto lxi stessx, perchè ho detto loro che meteo ci sarebbe stato. O non ricordi?" spiegò poi.
"Sì, solo quello hai fatto, poi te ne sei andata appena hai potuto. Quanto tempo sarai rimasta in giardino? 5 minuti? Di meno magari." le fece notare Jerome a braccia conserte.
"E poi aspetta! Ma come facevi a sapere che Ringo e l'altra persona stavano andando verso il balcone?" chiese poi Ares.
"Perchè quel balcone è praticamente sopra a dove avevate quel palco. Sei qui da piú di una settimana e ancora non conosci com'è fatto questo posto? Non mi dovrei stupire che sei idiota fino a tal punto, ma..."
"Ora che ci penso, è passato un bel po' di tempo da quando sono quasi morto e la morte di quell'altro. Come mai ci hai messo così tanto tempo?" chiese Taiyou.
"Ah, è così? Tu se non fosse stato per me saresti morto, già da ore. E tu come mi ringrazi? Accusandomi? Sei un ingrato!" lo accusó la ragazza, visibilmente irritata.
"Quale accusa ti sto facendo? Ti ho solo fatto una domanda, tu rispondi e basta se sei innocente, no?!" controbattè l'altro, spazientito ormai da tempo.
"Ormai l'ho capito." intervenne Jelka con tono serio, alzandosi tutto ad un tratto in piedi.
Aveva lo sguardo basso e un tono di voce serio, ma appena si alzò rialzò la testa, mostrando quanto in quel momento fosse furiosa.
Letteralmente.
"Sei stata tu!" sbottó poi contro l'altra.
"Io?!" ribattè quest'ultima, incredula.
"Tu sei stata ad uccidere Ringo, e volevi anche scampartela!"
"Ho già detto che non sono stata io, quale parte del mio discorso non capite?!"
"Tu me l'hai portato via, e niente me lo farà riavere indietro!"
La skipper iniziava a sentire gli occhi lucidi.
"La mia vita non potrà piú essere la stessa, e la colpa è tua! Solo tua!"
"E cosa avrei dovuto fare altrimenti, avrei dovuto lasciare che fosse lui a uccidere me, magari anche in modo violento?!" esclamò all'improvviso la meteorologa, visibilmente adirata quasi quanto l'altra.
Subito dopo si rese conto di ciò che aveva appena detto, spalancando gli occhi; Jelka ebbe la stessa identica reazione, rimanendo a guardarla con la stessa faccia.
"... Co... sa...?" domandò poi con un filo di voce.
Non tutti sembravano aver avuto la stessa reazione scioccata, perchè c'era anche qualcuno che pareva aspettarselo.
C'era poi una persona in particolare, che tutti avrebbero scommesso che appartenesse a questo secondo gruppo, ma che in realtà era rimasto a guardare la ragazza con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta, senza però riuscire a dire una parola.
. . .
E che palle.
Ma veramente, che palle.
Questo era il suo primo pensiero avuto.
La prima cosa che aveva pensato appena si era ritrovata davanti quella scena, così simile alle precedenti.
Aveva già notato qualcosa di strano, scorgendo in lontananza qualcosa di strano dalla porta aperta del bagno, così era entrata a controllare.
Ed ecco che se li era ritrovati davanti;
il creatore di kimono a faccia a terra, col sangue che gli colava dalla bocca.
E il teru teru bozu in ginocchio sul pavimento, con la testa dentro alla vasca e anche un braccio che penzolava all'interno di essa, con quindi anche la mano immersa.
Ormai di che si stupiva?
Questa era solo l'ennesima dimostrazione che gli esseri umani sono orribili e crudeli.
Il suo compagno che aveva fatto questo era crudele.
Come lo erano tutti gli altri suoi compagni, in fondo.
Solo lei non lo era, lei era meglio di loro.
Lei non avrebbe mai voluto fare una cosa simile.
Sospiró, e controllò il polso del ragazzo dai capelli neri, invano, perchè già non ci stava piú niente da fare.
Ma poi controllò quello dell'altro.
E a quel punto si bloccò d'improvviso, rimanendo a fissarlo, con ancora la mano sul suo polso, senza muoversi piú di un muscolo per un istante.
Sentiva ancora il battito.
Era vivo!
Allarmata, prese il ragazzo e lo depositò a terra a faccia in su', vedendo il suo viso con gli occhi ancora chiusi, che davano l'idea che si fosse semplicemente appisolato beatamente.
"Oh. Taiyou?"
Detto ciò lo colpì in faccia con una mano, non con troppa violenza, facendogli inclinare la testa da un lato.
"Taiyou?"
Un'altra manata in faccia mentre provava a chiamarlo, e questa volta gli fece girare la testa dal lato opposto.
"Taiyou, mi senti?"
Un altro schiaffo ancora sulla guancia, non ottenendo però alcun segnale dall'altro.
Talmente era concentrata a tentare di rianimare il ragazzo dai capelli celesti, che non si era accorta del castano che passava di lì, fermandosi a osservarla davanti alla soglia del bagno.
Fu solo quando lo sentì parlare che alzò la testa.
"Che fai?"
Alzando lo sguardo per vederlo, potè notare che lui la guardava con aria leggermente sorpresa.
"Uhm- non so cosa sia successo, ma respira ancora. Forse è meglio avvertire gli altri."
"È ancora vivo...?" ripetè l'altro, incredulo.
"Sì, sto cercando di fare qualcosa, ma non so cosa..."
Oh, questo non era previsto.
Questo non era assolutamente previsto.
Doveva esserci stato un intoppo nel suo piano, perchè questo non doveva succedere.
E ora come avrebbe fatto?
La situazione era critica, perchè non sapeva proprio come fare per risolverla: se ella fosse riuscita a rianimare il ragazzo, lui avrebbe potuto testimoniare contro di lui e il suo piano sarebbe andato in rovina.
Quindi cosa poteva fare?
"... Fermati."
"Come, scusa?" rispose la ragazza dai capelli blu, credendo di aver capito male.
"Fermati da quel che stai facendo." ripetè il collezionatore di libri, facendo pochi passi in avanti.
Ciò provocò una reazione nell'altra, che si sbrigò a rimettersi in piedi, all'erta per quel comportamento così strano.
Fin'ora non aveva mai parlato così bene con quel ragazzo, quindi non aveva avuto modo di inquadrarlo bene: per lei era soltanto un'altra persona idiota come le altre.
Da come si comportava le aveva anche dato l'impressione di una persona timida, e anche abbastanza paurosa, ma in quel momento non aveva l'aria di esserlo.
Sì- aveva proprio l'aria di tutt'un'altra persona differente.
Continuò ad avvicinarsi di altri passi.
"Cosa pensavi di far-"
"Stammi lontano!" gli ordinó all'improvviso l'altra alzando la voce rispetto al solito, e facendo uno scatto con cui riuscì ad uscire dalla stanza prima che l'altro potesse reagire.
Appena realizzata la situazione, la meteorologa prese subito una decisione sul da farsi: girarsi, e poi semplicemente iniziare a... correre.
Corse con tutta la velocità che il proprio corpo le concedeva.
Corse noncurante della voce del collezionatore di libri che la aveva appena chiamata in lontananza, in un tentativo di fermarla.
Corse senza curarsi di dove stava andando, il suo obiettivo era correre e basta.
L'unica cosa di cui si interessò fu quando sentì altri passi veloci oltre ai suoi: a quel punto, accellerò il passo, almeno per quanto le era permesso.
Si rese conto di dove era finita solo quando dovette fermarsi per forza, ritrovandosi davanti alla sporgenza fuori: affacciandosi potè vedere le persone sotto, che guardavano quei due che recitavano.
"HEY!" provò a richiamare la loro attenzione, invano, perchè le voci degli attori evidenziate dai microfoni panoramici sul palco sovrastarono i suoi richiami.
Non fece in tempo a reagire in alcun modo, neanche per emettere un solo lamento, quando si sentì all'improvviso afferrata da dietro, e un secondo dopo fu sbattuta con violenza contro il muro dalla parte opposta al bancone.
Il dolore che provò alla schiena per l'impatto fu indescribile, ma quello fu l'ultimo dei suoi problemi in quel momento, quando si ritrovò davanti il ragazzo con gli occhiali, che la guardava con un sorriso.
Ma non era uno di quei sorriso con cui era solita vederlo.
Bensì, un sorriso che lei non era sicura come descrivere, forse malsano.
Si rese conto poi presto di avere anche entrambi i polsi bloccati in una stretta da parte delle mani dell'altro.
"Questo non pensavo di farlo, sai, Nova? Non avrei dovuto, ma eccomi qui!" spiegò lui con tono tranquillo.
"Non avresti dovuto essere così tanto curiosa, stavi per rovinare il mio piano, e io questo non te lo posso permettere, capisci?" continuò, per poi allungare una mano verso la testa dell'altra.
Quest'ultima, però, approfittò di quel secondo in cui aveva il polso libero per reagire, senza neanche dare il tempo a Ringo di rendersi conto di ciò che stava succedendo.
"ti ho detTO STAMMI LONTANO!" gridò con quel fiato che le rimaneva nei polmoni, nello stesso momento in cui usò la mano libera per spingerlo alla larga da se'.
Data quell'azione improvvisa, lui smise di sorridere e spalancò gli occhi, ritrovandosi anche costretto a mollare la presa sull'altro braccio.
E un attimo dopo Nova non lo vide piú.
Era tutto successo così in fretta che sembrava non aver neanche realizzato ciò che aveva appena visto.
Semplicemente rimase ferma immobile a guardare davanti a se', sussultando leggermente solo quando sentì il rumore delle travi di legno sfasciate là sotto.
E qualche istante dopo, riuscì finalmente a smuoversi del tutto, soltanto guidata dall'intenzione di allontanarsi in fretta da lì.
. . .
A Nova nei momenti successivi a quello sembrò di rivivere una scena già sperimentata.
Per i primi attimi non sentì piú niente.
Poi una serie di forti rumori inondarono i suoi timpani tutti insieme.
"JELKA!" esclamò Hayami allarmata una volta essersi voltata, attirata dal rumore della sedia spostata e del tonfo; subito dopo accorsero di nuovo Kokoro e Zhenya, la prima che tentava di aiutare la ragazza che era crollata a terra, e la seconda che strinse forte la mano di quest'ultima.
Presto si avvicinarono altre due persone, ovvero Omiro e Arthit.
"Jelka, mi senti? Jelka?" la chiamò il primo, non ricevendo però alcuna risposta dalla skipper che fissava il vuoto con gli occhi sbarrati e quell'aria così stravolta.
"... Non ha preso bene tutte queste rivelazioni dall'assassina. Per niente bene." si accertò Arthit.
. . .
Le persone sono così stupide.
Ed io per tutta la vita ne ho avuto la conferma da chiunque ho conosciuto.
A partire dalla mia famiglia allargata, che non aveva problemi a nascondere quanto fosse un peso per loro controllare la me bambina quando i miei genitori erano troppo impegnati per farlo.
Poi i miei compagni, che prima che scoprissi del mio Ultimate mi ignoravano tutti.
Non che questo mi dispiacesse, stavo bene da sola, ma trovo così idiota che abbiano iniziato a prendermi in considerazione per quel talento.
E poi i miei genitori.
Dio, se sono stupidi, e anche orribili.
Tutto ciò che avevo, che non mi faceva sentire ignorata e non amata, era quel gattino, il mio gattino...
Il mio Asta...
Ricordo ancora le notti passate a guardare il cielo stellato insieme; tanto i miei genitori non si sarebbero accorti della mia assenza in ogni caso.
E stavamo così bene, solo noi due, sotto la notte stellata...
Quanto vorrei che tutto ciò fosse continuato per sempre.
Oh, se solo quella notte non mi fossi addormentata sul prato...
Le cose sarebbero potute andare così diversamente.
Me ne sarei tornata a casa senza problemi, senza che nessuno si accorgesse della mia uscita.
Non mi sarei svegliata con tutte quelle auto della polizia là vicino, e con i miei genitori davanti.
Non mi sarei svegliata con quell'accalappiagatti che se ne andava con Asta in quella gabbietta così piccola.
Non sarei dovuta rimanere chiusa in casa per così tanto tempo, per paura dei miei genitori che sparissi di nuovo per così tanto tempo durante la notte.
Le persone sono così stupide.
Basta un nonnulla per far cambiare loro idea su qualsiasi cosa.
E causano sempre danni che sarebbero così evitabili.
E per questo mi fanno schifo.
I miei genitori mi fanno schifo.
L'accalappiagatti mi fa schifo.
I miei compagni mi fanno schifo.
Ringo mi fa schifo.
Mi fanno schifo tutti.
. . .
"Okay, okay... colpa mia. Sono stata io." confermò ulteriormente le proprie colpe la meteorologa.
Abbassò poi lo sguardo, incrociando le braccia.
"Non- non pensavo che... che sarei diventata come voi: un essere umano crudele e stupido. Ed invece... lo sono anch'io...? Io... non lo so. Che schifo. Mi fate... mi fate ribrezzo, tutti." confessó.
Lily a quel punto si alzò in piedi.
"Proprio così. Per una volta mi ritrovo nella posizione in cui mi sento di dar ragione ad una di voi."
Guardò tutti quanti uno ad uno con freddezza, mentre nessuno aveva ancora osato reagire.
"Perchè questa è la verità: che siete tutta gente orribile, nessuno escluso. E vi meritate questo ed altro, per quello che avete fatto. E il fatto che non sapete neanche a cosa mi riferisco vi rende ancora peggio."
Spostò poi lo sguardo altrove.
"Comunque, è il momento di votare."
Tutti quanti presero i propri tablet, anche se qualcuno fu un po' esitante, ma alla fine ognuno diede il proprio voto: qualche tempo dopo, lo schermo sul tavolo mostrò un'immagine di Nova.
"La maggior parte dei voti sono per Nova Lund, l'Ultimate Meteorologist. E avete indovinato. Quindi, è il momento dell'esecuzione."
Detto ciò, xlx ragazzx dai capelli celesti tirò fuori il telecomando, e premette l'unico tasto su di esso.
Un attimo dopo, il gancio sbucò dalla parete a tutta velocità e si legò attorno al collo di Nova, trascinandola così via.
. . .
Nova si ritrovò lasciata cadere su un terreno duro.
Fortunatamente però fu una caduta di pochissimi metri, tipo uno o due, quindi non si fece troppo male e riuscì a rialzarsi in fretta.
Guardandosi intorno, si rese conto di trovarsi nel bel mezzo di un marciapiede, proprio accanto alla strada, eppure non c'era anima viva nei paraggi: non passavano macchine, nè tantomeno altri veicoli di qualsiasi tipo, o pedoni.
Sospirò, e iniziò a camminare con calma alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarla.
Il cielo sopra di lei era sereno, con il sole; forse fin troppo, perchè la ragazza iniziò a patire il caldo, sudando anche.
All'improvviso, il sole fu nascosto dalle nuvole, quindi iniziò a piovere: questo in parte le portò un leggero sollievo dato che il caldo se ne andò, e non si preoccupò neanche del fatto che si stesse bagnando leggermente.
C'era un bel clima fresco, e ciò non le dispiaceva, così continuò a camminare senza problemi.
Il fatto è che si accorse ben presto che la pioggia stava aumentando di fin troppo, fino a che non arrivò al punto in cui non era bagnata fradicia.
Poco dopo successe di nuovo inespicabilmente che cessò di piovere e le nuvole sparirono, ridando spazio al sole.
Ci voleva proprio, dopo quel diluvio.
Il problema ora fu che di nuovo c'era fin troppo sole, ma anche piú di prima, talmente tanto che la meteorologa oltre al caldo iniziò anche a sentire dolore sulla pelle, come se potesse ustionarsi da un momento all'altro.
Per quanto assurdo potesse essere, successivamente successe di nuovo che il sole fu coperto dalle nuvole, e riprese a piovere pesantemente.
Fu solo dopo che la meteorologa sentì qualcosa colpirla con forza alla nuca, che si rese conto che non stavano cadendo solo gocce d'acqua: sì, perchè aveva anche iniziato a grandinare.
Nel mentre, come se non bastasse, iniziò anche a sentire dei tuoni, mentre cercava con le braccia di proteggersi da ciò che le stava piovendo addosso, invano.
E poi accadde che la ragazza sentì quel tuono molto piú forte e vicino rispetto agli altri.
ZAP!
E subito dopo prima che se ne potesse rendere conto vide tutto illuminarsi davanti a se', e allo stesso tempo provò un dolore atroce per quella scossa che la percorse in tutto il corpo, il quale lei non riusciva neanche a muovere in quel momento.
Sentì anche le orecchie fischiare fortissimo, almeno fino a che non fu tutto finito.
Quando fu finito, rimase poco tempo ancora come paralizzata, prima di perdere lentamente l'equilibrio e crollare a terra.
. . .
BUONGIORNO :D
Oh boy.
Questo capitolo è stato così intenso pure per me da scrivere, posso solo immaginare come può essere stato per voi da leggere.
Ma mi dispiace per Nova </3
Io ve lo avevo detto che sì, i primi due omicidi erano stati tragici, ma che era dal terzo in poi che si iniziava a fare veramente sul serio.
E niente, questo può servire come avvertimento per i prossimi che arriveranno.
Poi è il capitolo piú lungo che ho scritto fin'ora di questa storia, con 9127 parole.
Supererò mai questo record con gli altri capitoli?
Maybe.
Maybe not.
I guess che per saperlo dovrete...
ASPETTARE CHE FINISCA LA STORIA LA STORIA!!!
Ci vuole ancora un po' tho.
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto :D
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top