𝖩𝗎𝗌𝗍 𝗀𝗂𝗏𝖾 𝗆𝖾 𝖺 𝗋𝖾𝖺𝗌𝗈𝗇.
. . .
Cosa mi è successo?
E se dormissi ancora un po' e dimenticassi tutte queste sciocchezze?
Mio Dio, che mestiere faticoso mi sono scelto.
Sempre in viaggio, giorno dopo giorno.
Le inquietudini professionali sono molto maggiori che non in sede, in piú devo sopportare questa piaga dei viaggi, le apprensioni per le coincidenze, i pasti cattivi e irregolari, i rapporti umani mutevoli, che non hanno continuità e non diventano mai cordiali.
AL DIAVOLO TUTTO!
. . .
14/09/2011.
Ore 09:30.
La giovane donna si avviò verso la lavagna e, appena davanti ad essa, si voltò a guardare davanti a se' con un sorriso smagliante.
"Bambini! Oggi faremo una bella cosa tutti insieme!"
Annunciò con entusiasmo.
"Oggi parleremo di una cosa, cioè... Di che cosa volete fare da grandi!"
Spalancò la braccia e fece qualche passo in avanti.
"Adesso vi chiamerò uno alla volta, e mi direte che cosa sognate di fare quando sarete grandi! Per esempio, tu, cosa vuoi fare da grande?"
Chiese, indicando uno dei piccoli bambini seduti ad uno dei banchi davanti alla signora.
"Io voglio fare il pompiere!"
"E tu?"
"Io voglio fare la parrucchiera!"
"Io il regista!"
"Io voglio essere un supereroe!"
"Io una principessa!"
"Io voglio essere una dottoressa!"
"Io sarò un giardiniere!"
E così continuavano, ognuno a dire la sua e rivelare i propri sogni e speranze.
Fino a che non ne rimase solo una.
Era rimasta solo quella bimba, dai lunghi capelli castani fluenti, gli occhi dello stesso colore che emanavano gioia, un sorriso che ispirava ottimismo verso il proprio futuro, e che mentre era seduta teneva tra le mani una bambolina di ceramica, adorabile quanto lei.
"Mentre tu, Daisy, che cosa vuoi fare da grande?"
"Io voglio entrare nella scuola degli Ultimate!"
Dichiarò ella con convinzione e sicurezza sul proprio obiettivo.
"Bravissimi, bambini! Avete tutti dei progetti fantastici, e di sicuro riuscirete ad esaudirli tutti! Dovete soltanto mantenere un impegno costante in tutto quello che fate!"
Con la mano si riferì poi fieramente alla bambina con la bambola in mano.
"Prendete come esempio Daisy, lavorate duro come fa sempre la vostra compagna! È così che potrete arrivare tutti lontano!"
In fondo lei lo aveva già capito, nonostante la tenera età; quella bambina, così in gamba...
Avrebbe fatto tanta strada.
. . .
23/11/2022.
Ore 03:00.
Non stava capendo.
Per quanto si sforzasse di elaborare la situazione attuale, non riusciva a capirci niente.
Non capiva che stava succedendo, e che era successo.
Omiro era rimasto a fissare inerte lo schermo della televisione, ormai spento.
Nel mentre era rimasto seduto e non osava muovere un muscolo, a differenza di altri presenti che si erano alzati in piedi.
"COOOOOSA!" gridò Rev, stupita per ciò a cui aveva appena assistito.
"È... È morto...?" domandò Ringo, incredulo e impaurito.
"Lo hanno anche illuso alla grande prima." commentò Nova con freddezza, piú disgustata che spaventata.
"No, no, no..." mormorò Rigel Aaron a bassa voce, seduto con lo sguardo basso, mentre la sua angoscia aumentava ogni secondo sempre di piú.
"He- hey! Manteniamo la calma, ragazzi-" provò a dire Hayami in un tentativo vano di diminuire il panico generale che si era creato in quella stanza.
Fu a quel punto che Lily si alzò dal proprio posto a sedere e si incamminò verso la porta della stanza.
"Okay, abbiamo finito qui. Ora siete pure liberi di tornarvene a dormire." disse, nel mentre che tutto il gruppo lx osservava mentre si allontanava.
"mA QUESTA È PAZZIA- TU SEI PAZZX!" esclamò d'improvviso Emme alzandosi in piedi, impanicata.
"Hey, non fare così..." le disse Zhenya con tono confortante avvicinandosi a lei e mettendole delicatamente una mano sul braccio, come se volesse fermarla dal fare qualcosa di avventato, visibilmente preoccupata.
"Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Quello è MORTO!" xlx fece notare invece Jelka, furiosa.
"... Voglio dirE- è importante per me precisare che malgrado l'atto deplorevole commesso, tale nostro compagno di prigionia non meritava tale sorte!" disse Asuka, che sembrava leggermente ansiosx.
"Anche se ha ucciso Henrietta, non meritava... quello..." concordò Mariasole, sorpresa per ciò che aveva appena visto.
"Ne sto avendo sempre piú abbastanza di questo posto di merda." commentò Taiyou, irritato e nervoso.
"Tutto questo è follia..." mormorò Kokoro a bassa voce e guardando in basso.
"E questa doveva essere una vacanza...!" commentò invece Robin, sconsolato.
"Forse era meglio restare a casa." aggiunse Jerome, apparentemente piú calmo.
"... Non so sinceramente cosa fosse peggio per me, se stare qui o a casa." disse invece Toshiaki, con aria pensierosa.
"Eheh... E quindi ora che si fa? Dobbiamo aspettare che qualcun altro si ammazza o...?" chiese Nila, ridacchiando nervosamente.
"Te lo diremo un'altra volta, ci devi lasciare andare! Per il bene delle persone rimaste!" esclamò Ares alzandosi in piedi e guardando xlx ragazzx che continuava ad avanzare verso la porta.
Quest'ultimx appena fu davanti ad essa poggiò la mano sulla maniglia.
"Avete finito di lamentarvi tutti? Se è rimasto qualcun altro che ha qualcosa da dire, faccia qualche passo in avanti e parla ora o taccia per sempre." disse girando la testa a guardarli tutti con rancore.
Sentendolo, Arthit decise di fare qualche passo in avanti e, appena fermatosi, fece per aprire bocca.
"Nessuno? Allora tornatevene a dormire quando volete, vi aspetta un'altra tremenda giornata tra qualche ora."
Detto ciò Lily si rigirò, aprì la porta e se ne andò.
...
A quel punto, cosa rimaneva loro da fare?
Che altra opzione avevano, che non fosse quella di semplicemente uscire dalla stanza e tornarsene ognuno nelle proprie camere?
Quindi fu proprio questo ciò che fecero.
Piano piano, un poco alla volta, tutti se ne andarono da quel posto, e se ne tornarono tutti all'interno delle camere da letto.
Fu così che qualche tempo dopo ora Omiro era nella sua stanza, con gli altri due suoi conquilini, ognuno seduto sul proprio letto.
Nella stanza vi era il silenzio piú totale fino a quel momento, in cui fu interrotto da Hayami.
"... Ecco- voi pensate di addormentarvi tra poco?" domandò.
"Penso sia il caso che lo faccia, ma non credo ci riuscirò." rispose l'ipnotizzatore.
"Idem! Non... dopo quello che è successo." aggiunse Ares.
"Oh, ma guarda, stessa identica cosa per me, eheh! Eh... Ci vorrei provare però, quindi... buona notte, anche se è già tardi e non è stata proprio una buona nottata."
Detto ciò la parkourist si stese sul letto, pronta a provare a dormire.
Cosa che presto fece anche l'uomo di punta, arrivando al punto che il ragazzo dai capelli neri era l'unico ancora sveglio.
Quest'ultimo alla fine decise di sdraiarsi anch'esso, rimanendo però ad occhi aperti a fissare il soffitto per un po'.
Non è che aveva così tanta voglia di appisolarsi e fare sonni tranquilli dopo tutto ciò a cui aveva assistito.
...
Ma forse addormentarsi gli avrebbe fatto dimenticare momentaneamente tutti gli orrori di quella giornata...?
. . .
Ore 08:30.
In un attimo, la mattina successiva era già arrivata.
Era stata questione di poche ore, ma certe persone quando erano andate a dormire si erano addormentati appena avevano richiuso le palpebre, e per loro era come se si fossero risvegliati già un secondo dopo.
La stanchezza, dovuta alle poche ore di sonno e a tutti gli avvenimenti della giornata precedente, si faceva sentire tra tutti, chi di piú e chi meno: c'era chi cercava di non darlo troppo a vedere e di sforzarsi a non lasciarsi andare all'esaustezza, e chi era quasi cecato dal sonno e avrebbe soltanto tornare nel proprio letto.
Quando poi si erano di nuovo riuniti tutti, poterono vedere che vi era invece Robin, che era l'unico a non sembrare un minimo stanco e/o assonnato; al contrario, il gruppo lo vedeva alquanto pimpante, mentre cercava di attaccare subito bottone con altre persone che si erano praticamente appena svegliate, e si chiedevano come facesse a non sembrare per niente stanco.
Magari era solo molto bravo a nascondere la stanchezza.
Ma perchè si erano già ritrovato di nuovo a quell'ora?
Questo perchè ad un certo punto nelle camere di tutti era suonata una sveglia che li aveva svegliati tutti quanti con un messaggio da parte di Lily, ovvero:
"La colazione è pronta, quindi dovete alzarvi. Venite, ora."
Perciò si erano ritrovati obbligati ad uscire dalle proprie camere, e così ora erano tutti lì, seduti a quel lungo tavolo, dove a capotavole sedeva anche Lily.
"Sono statx fin troppo buonx a mettervi pure la colazione a tavola. Non aspettatevi che succeda di nuovo, le prossime volte vi alzate e ve la andate a prendere voi... Sempre se ci sarà, una prossima volta per voi." li avvertì però prima xlx ragazzx.
Dopo quell'avvertimento potevano finalmente iniziare la loro colazione, nel silenzio piú totale; nessuno in quel momento osava fiatare, preferendo soltanto pensare a cibarsi.
Questo fino a qualche minuto piú tardi, in cui fu di nuovo xlx ragazzx dai capelli celesti a proferire parola.
"Credo che avrei dovuto andarci piú pesante stavolta."
Fu questa l'unica frase che disse, una sola frase che però interruppe chiunque da ciò che stavano facendo, e fece voltare lentamente tutti quanti verso di se'.
L'unica altra persona a fiatare fu Hayami, che ridacchiò.
"Eheh! Eeeeeh... Intendi di andarci piú pesante... Con la colazione, vero? È perchè sei a dieta, vero?" domandò con un sorriso forzato.
"No, intendo dei modi per convincervi ad ammazzarvi tutti quanti tra di voi." rispose con calma.
Nova si alzò d'improvviso in piedi.
"No: adesso mi sono rotta i coglioni. Non ti voglio piú stare a sentir-"
"Rimani qui o la prossima vittima sarai tu, proprio adesso."
Dopo aver sentito tale affermazione senza neanche che lxi alzasse lo sguardo verso di lei, quest'ultima rimase ferma per un attimo.
"Ho detto adesso."
La ragazza esitò un attimo, poi sospirò e si risedette piano.
Intanto che parlava, Lily non staccava gli occhi dal proprio piatto, mentre maneggiava anche forchetta e coltello per tagliare i propri pancake.
"Voi forse non lo sapete, ma noi possiamo-"
"Noi chi?" lx interruppe Emme, perplessa.
"Io e quell'altra persona."
"Ma chi è?"
"Io e lxi."
"Ho capito, ma lxi chi?"
Xlx ragazzx si infilò nella bocca un morbido pezzo di pancake dopo averlo inforchettato, ignorando le domande curiose e insistenti dell'altra.
"CHI???"
Dopo che ebbe ingoiato, tornò alle proprie spiegazioni.
"Dicevo, che noi possiamo fare qualunque cosa che vogliamo con voi, perchè abbiamo abbastanza informazioni e mezzi per accedere a qualunque cosa che vi riguardi."
Prese poi un barattolo di cacao e iniziò con calma e con cura a metterlo all'interno del proprio bicchiere di latte.
"E quando dico che possiamo fare di tutto con voi, intendo proprio tutto. Se per esempio decidessimo che vogliamo ammazzarvi l'intera famiglia a tutti quanti, ci basterebbe uno schiocco di dita e lo avremmo fatto."
Omiro durante quella dichiarazione stava prendendo un sorso di latte, e per poco non gli uscì dalle narici, rischiando anche che gli andasse di traverso.
Sentire quella frase fu uno shock per lui.
Cosa significava questo?
Lo diceva solo per spaventarli oppure lo intendeva davvero?
In fondo, già era riuscitx a fare cose come ingannarli, rapirli, rinchiuderli in un gioco di omicidi, avendo mietuto già ben due vittime... Poteva davvero fare qualcosa anche al di fuori di quelle mura?
Poteva davvero fare qualcosa anche alle loro famiglie?
E se avesse voluto farlo davvero?
E se avessero fatto qualcosa alla sua famiglia?
Se avesse voluto fare del male... ai suoi genitori... a sua nonna...
... O a sua sorella?
No, Omiro, non è possibile.
Non può succedere, per questo bisogna mantenere la calma e non pensare queste cose.
Il ragazzo prese dei profondi respiri per calmarsi, e intanto spostò lo sguardo verso gli altri seduti al suo stesso tavolo: un bel po' di persone sembravano alquanto preoccupate, e ansiose, altre incredule, e c'era anche chi invece era rimasto a fissare Lily nell'indifferenza piú totale.
... Evidentemente non tutti in quel periodo stavano avendo un buon rapporto con i propri famigliari.
"Oh, ma non è questo quello con cui vi voglio ricattare. Il movente che ho preparato per voi non è quello di mettere in pericolo le persone che amate."
Questa frase, detta mentre Lily girava con un cucchiaio il latte per far sciogliere il cacao in esso, rassicurò un bel po' di persone.
"Sono dispostx a mettere in serio rischio le persone che odiate, invece."
Quella quiete durò per ben poco, perchè provocò parecchia perplessità nei presenti.
"... Cosa... cosa intendi?" domandò Zhenya con un filo di voce, incredula.
"Se voi commettete un omicidio e non vi fate scoprire, non solo sarete liberi di andarvene da qui, ma se pensate che fuori da qui c'è qualcuno che vi ha rovinato la vita e/o la stabilità mentale, ce la indicherete e ci penseremo noi a farla sparire per voi. Semplice da capire, no?"
Ecco, questa fu un'ennesima sorpresa per tutti quanti, che di certo non si aspettavano una cosa simile.
Poco dopo, quando ormai tutti si erano resi conto davvero delle parole dellx ragazzx, una persona si alzò in piedi, ovvero Arthit.
"Ragazzi, per favore, questa è chiaramente una follia: di certo non possiamo cedere davanti ad una proposta così assurda. Ma tanto, confido nel fatto che nessuno di voi ci crede, vero?" provò poi a dire loro, accennando un sorriso fiducioso.
"Ma! Anche se ci fosse qualcuno che ci crede, di sicuro non cederà ad un movente simile, vero?" aggiunse Hayami alzandosi a sua volta.
Taiyou pareva scettico mentre li ascoltava, prima che si rigirasse a guardare Lily.
"Sì, ti prego. Se lo meriterebbe, uccidi quella stronz-"
"Taiyou, no."
"TAIYOU-"
Dopo aver sentito quel movente, Jerome pensò che la prima cosa da fare era osservare le facce degli altri.
Cosa che fece, e in effetti potè notare che c'erano un paio di persone che... avevano avuto delle reazioni strane.
Perfetto, adesso sapeva da chi stare alla larga nelle prossime ore... o nei prossimi giorni, dipende da quanto sarebbe durata la cosa.
Xlx ragazzx dai capelli celesti si passò con delicatezza un tovagliolo sulla bocca per pulirsi, prima di alzarsi.
"Ma tanto sicuramente c'è piú di qualcuno che non vorrebbe rifiutare la proposta: in fondo, siete tutti brutte persone fino a quel punto."
Appena si fu rialzatx, si girò e si avviò verso l'uscita della sala da pranza.
"In fondo, questo movente rispecchia bene le stesse ragioni per cui abbiamo creato questo gioco."
Dopodichè se ne andò, senza dare alcuna spiegazione sulle proprie parole.
. . .
Già, tutto questo era veramente assurdo.
Talmente assurdo che si chiedeva se era vero quel che aveva sentito.
Aveva davvero cercato di convincerli a uccidere qualcuno... dicendo loro che poi avrebbero potuto far uccidere altre persone?
Veramente?
Omiro si chiedeva come era potuta sembrare questa una buona idea a Lily e a quell'altra persona di cui parlava... chiunque essa fosse.
Nel suo caso, lui non aveva nessuna persona con cui ce l'aveva particolarmente fuori da quel luogo.
Ma anche se ci fosse stata, di certo non poteva odiare una persona a tal punto da desiderarne la morte.
Si chiedeva invece com'era per gli altri, anche se dubitava che una persona potesse arrivare a quel punto...
Fu distratto dai suoi pensieri quando d'improvviso la porta della sua porta si spalancò, e quando si girò di scatto per guardare nella direzione di essa potè vedere entrare i suoi due conquilini.
"OMIRO! Che fai qui dentro?" gli domandò Hayami, incuriosita a vederlo lì da solo.
"Oh, ciao. No, niente... Stavo solo pensando."
"Ti va di uscire per venire con noi?" gli chiese invece Ares.
"Perchè, voi dove andate? Volete fare qualcosa?"
La ragazza sorrise e indicò un punto fuori dalla porta.
"Stavamo pensando di andare un attimo nella camera di Henrietta!"
"Perchè sai... Lei in fondo voleva andare a riprendere una cosa là... Magari la potremmo recuperare noi!"
Omiro dopo averli ascoltati rimase in silenzio per un attimo, poi annuì.
"Sì, mi sembra una buona idea. Di sicuro lei lo vorrebbe."
"E allora andiamo!"
Fu così che i tre uscirono tutti insieme dalla stanza, incamminandosi nel corridoio verso la camera di Henrietta.
Mentre si avviavano lungo il corridoio, Ares pensò a quando la sera prima aveva percorso lo stesso cammino che stava facendo ora, nello stesso luogo.
Pensare a quanto ora era tutto tranquillo, quando qualche ora prima lui lì aveva fatto quell'orribile scoperta...
Ora però sembrava che non ci fosse nulla di strano là.
E in parte era proprio questo che lo lasciava un po' perplesso, che non c'era nulla di strano: anche il corpo che aveva trovato la sera prima, sembrava essere scomparso.
Ma com'era possibile?
Dov'era finito?
"Hey, guardate lì." sussurrò all'improvviso l'ipnotizzatore avvicinandosi agli altri due e indicando un punto preciso per far vedere loro qualcosa, o meglio qualcuno che aveva notato.
Chi c'era lì?
Vi era Mariasole, seduta a terra nel corridoio, davanti ad una finestra, intenta a osservare qualcosa fuori da essa, girata di spalle, tutta sola.
"Dovremmo andare da lei?" domandò l'uomo di punta.
"In effetti... È da quando è successo quel disastro ieri sera che la vedo un po' strana... Magari dovremmo aiutarla!" concordò la parkourist.
"Non lo so, forse al momento è meglio lasciarle del tempo da sola, magari ne ha bisogno."
"Eeeee allora... E se prima andassimo a prendere quella cosa di Henrietta, e poi provassimo a parlarle?"
"Sì, proviamo a fare così."
Detto ciò, continuarono il loro cammino.
Eccola, finalmente: erano quasi giunti davanti alla porta della stanza che cercavano, solo qualche passo ancora e ci sarebbero arrivati.
E fu proprio in quel momento che la porta si spalancò, e da lì uscì Rev, che si diresse fuori sorridendo con aria serena.
"Heylà, Rev!" lx salutò Hayami, attirando la sua attenzione e facendolx fermare e girarsi verso di loro.
"Yo! Che fate qua?"
"Volevamo andare a riprendere le cose di Henrietta, se per te ed Emme non è un p-"
"Ma sì, fate pure, tanto che ce ne facciamo delle sue cose? Avremmo potuto usarle per farle qualche scherzetto, ma ora... Vabbè, prendete quel che vi pare! Basta che non proviate a prendere roba mia, eheh." rispose immediatamente, intanto che aveva ripreso ad allontanarsi tranquillamente.
"... Beh, è stato facile! Andiamo allora!" disse Ares, per poi entrare nella camera seguito dagli altri due.
Intanto, Rev continuava tranquillx per la sua strada, quando ad un certo punto notò anche lxi Mariasole in un angolino.
Inizialmente parve incuriositx a vederla, ma ben presto la sua espressione si tramutò in un ghigno che non ispirava granchè buone intenzioni.
Così, iniziò ad avvicinarsi lentamente, passo dopo passo, stando attenta ad essere il piú silenziosa possibile, fino a che non fu praticamente dietro di lei senza che quest'ultima non si fosse accorta di niente: fu a quel punto che con un gesto fulmineo le colpì entrambi i fianchi con le mani intanto che lanciò anche un breve grido, con l'intenzione di spaventarla.
"oH-" esclamò a sua volta l'altra sussultando, colta di sorpresa.
Appena fu riuscita nel suo intento, l'artista di strada scoppiò a ridere, divertita da ciò che aveva appena fatto, nel mentre che la creatrice di bambole voodoo si alzava e si girava verso di lei.
Quando ebbe finalmente finito di ridere qualche istante dopo si decise a degnare di uno sguardo l'altra, accorgendosi così soltanto in quel momento che oltre alla confusione che aveva in viso, aveva anche le lacrime agli occhi.
E questa cosa la lasciò un attimo interdetta.
"... Huh? Ma che fai, piangi?" le chiese quindi perplessa.
"No, no, ma non è per quello che avete fatto voi-" rispose l'altra, asciugandosi in fretta le lacrime.
"E allora perchè?"
"No, ma guardate che è una cosa che non-"
"No dimmela, dimmela! Sono curiosx!"
"..."
"Dimmela, dimmela!"
La ragazza dai capelli rosa esitò un attimo, spostando gli occhi a guardare altrove.
Poco dopo si decise finalmente a spiegare.
"È che... Io stavo ancora pensando a quello che è successo ad Henrietta... che ancora non la conoscevo bene, ma avevo come l'impressione di averla già incontrata da un'altra parte- no, ne avevo proprio la certezza ormai!"
A quel punto, la voce iniziò a tremarle e gli occhi ben presto le tornarono lucidi.
"Ora però non lo potrò mai sapere per quel che è successo- e per quel che è successo mi dispiace..."
Mentre ascoltava la spiegazione, xlx ragazzx dai capelli viola strinse i denti e assunse un'espressione alquanto imbarazzata.
Perchè questo?
Perchè si era appena resx conto di essere andatx a fare uno scherzetto ad una persona che era praticamente in lutto.
Qualcosa xlx diceva che forse quello non era il momento adatto.
Però neanche poteva starsene così a guardarla con quell'espressione ebete- doveva rimediare ai suoi errori dicendola qualcosa che la aiutasse.
Per questo riflettè un attimo, prima di rispondere.
"... Eeeecco- non- non farti pesare troppo questa cosa, okay? Percheeeeè... Tu non puoi farci piú niente." provò a dirle.
Davanti a quelle parole, Mariasole rimase a guardarlx senza dire niente, e questo creò un attimo di silenzio imbarazzante.
... Forse quella non era la cosa giusta da dire, oppure avrebbe potuta formularla meglio.
"... No allora non hai capito-"
Si mise a fare qualche gesto vago con le mani mentre parlava.
"Quello che voglio dirti è che- tu non puoi farci piú niente, quel che è successo è successo, quindi non puoi rimanere a piangerci sopra- piuttosto, sarebbe meglio se pensi ad un modo per poter scappare via magari seNZA morti varie. Di sicuro... Henrietta vorrebbe che tu faccia questo, che NOI facciamo questo. È una cosa da fare pure per lei, capisci-?"
L'altra rimase ad ascoltarlx attentamente, e piú andava avanti col discorso e piú sembrava starsi calmando rispetto a prima.
Verso poi le ultime frasi, iniziò ad annuire.
"È vero... Avete ragione...! Bisogna fare così, è la cosa migliore!"
"Ohhhh, ecco, vedi che lo capisci?" le rispose lxi ghignando di nuovo.
Ad un certo punto ebbe un'idea, e aggiunse:
"Anzi, pensandoci bene- non è detto che non puoi fare piú niente per lei solo perchè è morta!"
"Cosa intendete?" chiese lei, perplessa.
"Ecco... Non so, magari... Col tuo Ultimate puoi fare qualcosa? Non so come funziona- tipo puoi anche resuscitare i morti-?"
La ragazza dai capelli rosa rimase in silenzio per un attimo, poi assunse un'aria pensierosa.
"Mhhhhh... Non ci ho mai provato, perchè non mi è mai stato richiesto, ma... Sai che non so se si può fare?"
"GRANDE! Andiamo a provare subito allora!"
Detto questo, la ragazza dai capelli viola afferrò la mano dell'altra e iniziò a dirigersi trascinandola con se' lungo il corridoio, con una meta all'altra sconosciuta, mentre quest'ultima fu presa di sprovvista.
"Aspetta, dove andiamo? Avrei bisogno di qualcosa che apparteneva ad Henrietta, come un capello o-"
"SO IO COME FARE!"
Fu in quello stesso momento che ripassarono di lì Omiro, Hayami e Ares, con la seconda che teneva tra le mani il peluche a forma di pecora appartenente alla creatrice di peluche deceduta: xlx due li videro e si diressero verso di loro.
I primi tre non fecero in tempo a dire niente prima che l'artista di strada strappasse dalle mani della parkourist il peluche.
"Oh, ci si rived- cOSA-"
"Ecco! Questo ci aiuterà!"
"Ragazzx, che volete fare?" domandò l'ipnotizzatore.
"Hey, ridate il peluche! Lo volevamo conservare per Henrietta!" disse l'uomo di punta.
"Lo prendiamo un prestito un attimo!" rispose Rev, prima di girarsi verso Mariasole e porgerle l'oggetto.
"Vai, fammi vedere la tua magia."
Mentre prendeva in mano il peluche, lei sorrideva con entusiasmo e annuì.
"Certo! Ma per farlo, devo fare un rito... Qui, adesso! Se vi va potete pure assistere!" spiegò, per poi tirare fuori dalla propria tasca un ago.
"Oh, non c'è problem- perCHÈ AVEVI QUELLO IN TASCA?" domandò Ares.
"Non si sa mai se ti devi mettere all'improvviso all'opera per qualche emergenza!"
Sorridente e fiduciosa, la creatrice di bambole voodoo tenne ben salda la presa sul peluche e sull'ago.
"I miei riti sono leggermente diversi da quelli dei normali sciamani voodoo, ma perchè solo così possono funzionare!"
A quel punto si chinò leggermente fino a che non fu inginocchiata a terra, e a quel punto gli altri quattro poterono notare un evidente cambiamento.
Ma non solo nella ragazza, la cui espressione facciale si era tramutata in una serissima, ma... anche nell'aria circostante.
Era come se potessero sentire che l'atmosfera di quell'ambiente si era fatta piú... seria.
𝗘𝗰𝗰𝗼𝗰𝗶.
Anche il suo tono con cui parlava era cambiato- no, parlare non è la parola giusta.
Piuttosto, stava sussurrando.
𝗡𝗼𝗶 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗲 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗳𝗲𝘀𝗲.
𝗖𝗿𝗲𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝘂𝗻 𝗕𝗶𝗴 𝗕𝗮𝗻𝗴...
...
... 𝗥𝗶𝘂𝗻𝗶𝘁𝗲 𝗱𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗚𝗮𝗻𝗴 𝗯𝗮𝗻𝗴.
Il silenzio fu interrotto da Rev che scoppiò a ridere, non aspettandosi ciò, ma che fu subito zittito da Ares da un "shhhh".
Intanto Hayami era rimasta in silenzio, ma si poteva vedere dalla smorfia con cui teneva la bocca chiusa che si stava disperatamente trattenendo anch'essa dal ridere.
Omiro invece rimase impassibile, ma dentro di se' era un po' confuso.
𝗘 𝗗𝗶𝗼 𝗰𝗿𝗲𝗼̀ 𝗹𝗮 𝗹𝘂𝗰𝗲...
...
𝗟'𝗮𝗰𝗾𝘂𝗮...
...
𝗜𝗹 𝗴𝗮𝘀...
...
𝗜𝗹 𝗪𝗶𝗳𝗶...
"PFF-" fu questo il rumore che fece Rev cercando di trattenersi dal ridere di nuovo, ottenendo un altro "shhh" da Ares, che inoltre si girò a guardarlx portando il dito indice davanti alla bocca per fargli cenno di non disturbare l'importante e serio rituale.
𝗟'𝗮𝗻𝗻𝗼... 𝘀𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲.
𝗜𝗹 𝗺𝗲𝘀𝗲... 𝗹𝘂𝗻𝗮𝗿𝗲.
𝗟𝗮 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝗻𝗮... 𝗲𝗻𝗶𝗴𝗺𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮.
...
𝗜𝗹 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲...
𝗟𝗲 𝗾𝘂𝗮𝘁𝘁𝗿𝗼 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗶...
𝗜 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗲𝗽𝗶𝘀𝗼𝗱𝗶.
La creatrice di bambole voodoo tese in avanti la mano con cui teneva l'ago, e alzò soltanto il dito indice di essa.
𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗳𝗹𝘂𝘀𝘀𝗼 𝗲𝗻𝗲𝗿𝗴𝗲𝘁𝗶𝗰𝗼...
𝗜𝗻𝗳𝗿𝗮𝗿𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗱𝗶𝘁𝗼.
𝗣𝗶𝘁𝘁𝗮𝗿𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗜𝗻𝗳𝗿𝗮𝗱𝗶𝘁𝗼.
Mentre xlx ragazzx dai capelli viola stava ormai lottando per la sua vita cercando disperatamente di non ridere, fece un gesto con le mani che sembrava un modo per dire "Ma cosa sta facendo?".
𝗟'𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲.
...
𝗗𝘂𝗲 𝗹𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼...
𝗠𝗮𝗶 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗲.
𝗗𝘂𝗲 𝗳𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗸...
𝗠𝗮𝗶𝗮𝗹𝗲.
Alla fine Rev cedette e scoppiò a ridere nuovamente, e fu così che il castano lx afferrò tenendolx fermx e xlx poggiò una mano sulla bocca.
La parkourist intanto aveva sempre la stessa espressione, e a quel punto iniziò anche a farsi aria agitando una mano, come se le stesse addirittura mancando l'aria.
𝗦𝗼𝗻𝗼 𝘃𝗲𝗻𝘂𝘁𝗮 𝗮𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼...
𝗣𝗶𝗮𝗻𝗴𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗲 𝘀𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼.
𝗡𝗼𝗻 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮𝗻𝘁𝗲.
𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗺𝘂𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗹𝘁𝗶𝗻𝗯𝗮𝗻𝗰𝗼.
𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗺𝘂𝘁𝘂𝗼... 𝘀𝗮𝗹𝘁𝗶 𝗶𝗻 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮.
Il ragazzo dai capelli neri rimase fermo e spostò solo gli occhi a guardare Ares, che tratteneva la ragazza dai capelli viola dal ridere di nuovo.
Dal modo in cui lo guardava si poteva intuire che avrebbe voluto chiedergli se sapeva che stava succedendo e che cosa voleva fare: l'altro, per tutta risposta, alzò le spalle.
𝗙𝗶𝗻𝗰𝗵𝗲̀ 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮.
...
𝗠𝗮𝗺𝗺𝗮.
𝗠𝗮𝗺𝗺𝗮.
𝗠𝗮𝗺𝗺𝗮.
...
𝗢𝗵, 𝗺𝗮𝗺𝗺𝗮.
...
𝗦𝗮𝗶.
...
𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲̀.
...
𝗠𝗶 𝗯𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗮𝘇𝗼𝗻.
Ormai nonostante la mano sulla bocca si potevano udire lo stesso le risate dell'artista di strada, a cui ormai stavano uscendo pure le lacrime per il troppo ridere.
Fu a quel punto che, ad un tratto, Mariasole avvicinò la mano con l'ago a quella con il peluche.
𝗘 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝘀𝗶𝗮.
Dopodichè, senza applicare troppa forza, infilò l'ago all'interno del peluche, come se volesse applicare una cucitura.
E rimase così, ferma, in quell'azione.
Passò qualche istante, in cui nessuno fiatava e gli altri rimanevano a osservare la scena.
E dopo qualche istante ancora, Mariasole rimosse la lama dall'oggetto, e in un attimo la sua espressione seria tornò ad essere quella serena di sempre.
"Ehm... Quindi, cosa volevate fare?" chiese Ares, liberando finalmente Rev.
"Volevamo provare a usare i suoi poteri per resuscitare i morti!" spiegò quest'ultimo.
"Se avesse funzionato ora Henrietta dovrebbe tornare qui perchè si è alzata e ha camminato!" aggiunse Mariasole.
"Mi dispiace, ma... Da quel che vedo, non credo abbia funzionato." disse Omiro guardandosi attorno.
"Oh."
"Mannaggia."
. . .
Quella villa era veramente grande, e spaziosa.
Con molti posti in cui si poteva andare, e anche molte cose che si potevano fare.
Per esempio, in quel momento Arthit si trovava da un'altra parte completamente opposta a dove si trovavano le persone di cui abbiamo appena narrato le vicende.
E sempre in quel preciso momento, era intento a vagare da quelle parti, e sembrava essere alla ricerca di qualcosa, o forse qualcuno.
Nel frattempo, durante la sua camminata potè passare in un posto dove c'era già un'altra persona, ovvero Nila.
Ma entrambi erano occupati per i fatti propri, quindi nessuno dei due si fermò a parlare con l'altra o viceversa.
Ma lei che stava facendo da quelle parti?
In verità nulla di che, semplicemente stava facendo una passeggiata, e nel mentre faceva anche uno spuntino.
Non però uno spuntino tanto leggero, perchè la sua merenda era composta da un grosso torrone di cioccolato preso dalla cucina, e di cui non aveva raggiunto neanche la metà.
Durante la sua passeggiata con merenda, sentì all'improvviso una vibrazione provenire dalla tasca in cui aveva il cellulare: così lo tirò fuori per controllare la notifica appena arrivata dal gruppo di messaggistica.
Però non aveva poi così tanta voglia di sbloccare il dispositivo e andare fino all'app per controllare il messaggio; poteva pure vederlo dalla schermata di blocco, no?
Peccato che da lì non si vedeva intero, ma soltanto una piccola parte iniziale.
Lily: Carissime brutte merde,
Nila corrugò un sopraccigliò leggendo ciò, poi sospirò e si decise ad andare a leggere il messaggio intero per vedere il resto.
Lily: Quasi dimenticavo di dirvi che ho aggiunto delle funzionalità ai dispositivi di tutti e potete dare un'occhiata quando vi pare.
Chissà che cos'era stato aggiunto...
Magari un correttore automatico migliore?
Tanto valeva controllare subito!
Così la ragazza pensò di scrivere una frase e inviarla per vedere il risultato.
Yaazhnila N. Zoysa: Non so perchè i terroni li vendono solo a Natale, io li mangerei tutto l'anno
Lily: Cosa.
La droghiera scosse la testa con rassegnazione: niente, non era migliorato.
Rimise il telefono in tasca e procedette per il proprio cammino.
Piú tardi, passò davanti ad una stanza dalla porta aperta: decise così di entrare per dare un'occhiata.
Fu così che potè vedere di che stanza si trattava, cioè una grande stanza da cucito!
Molto bella!
Troppi oggetti con cui qualcuno avrebbe potuto tentare un omicidio però.
Si accorse poi presto che non era da sola in quella stanza, in quanto vi era anche Toshiaki, seduto ad un tavolo, concentrato a maneggiare con estrema cura un suo kimono.
"Che fai?" gli domandò lei avvicinandosi.
"Salve. Sto dando i tocchi finali alla mia piú recente creazione." rispose lui alzando lo sguardo con un sorriso tranquillo.
La ragazza dai capelli neri scrutò quel bellissimo kimono, dalla stoffa nera e dalle decorazioni di colori su quella sfumatura.
"È una figata." commentò continuando a sgranocchiare la propria merenda.
"Ti ringrazio umilmente, apprezzo davvero le tue parole."
"A quanto lo venderesti?"
"Oh, sei interessata al costo? Penso... intorno ai 79.566,46 yen."
Ci mancò poco che a Nila andasse di traverso un pezzo di torrone per lo shock.
Quando si fu ripresa, forzò un sorrisetto.
"... Scusa, non... Non credo di aver capito. Quanto?"
L'altro ridacchiò piano e innocentemente.
"Oh, so cosa stai pensando! Pensi che è troppo caro, vero?"
Subito dopo il suo innocente sorrise divenne un ghigno piú beffardo.
"Che cosa ti aspettavi, un pezzo di stoffa da quattro soldi? Sono opere pregiate, le mie."
La droghiera non parve del tutto convinta a quelle parole.
Così si avvicinò per guardare ancora meglio il kimono.
Nel mentre che lo scrutava attentamente, ad un certo punto diede una veloce occhiata al creatore di kimono, appena in tempo per vederlo che aveva spalancato gli occhi in un modo per cui sembrava aver appena visto un fantasma.
"Ma che hai adesso?" gli chiese lei quindi, confusa.
Per tutta risposta, l'altro prima alzò lentamente la testa pee guardarla con la stessa espressione scioccata.
"... Tu... Ti rendi conto di che cosa hai appena fatto?"
"... No?"
Vide che il ragazzo dai capelli neri era tornato a guardare l'indumento, così anche lei tornò a guardarla, accorgendosi così che un pezzo di torrone era caduto su di esso, sporcandolo.
"... Oh. Vabbè, che ci fa? Si lava." rispose con tutta calma Nila, prima di girarsi e incamminarsi tranquillamente fuori dalla stanza.
Toshiaki, invece, rimase a fissare la macchia sul proprio kimono.
Non la aveva presa bene.
Oh, eccome se non la aveva presa bene.
Ma tornando ad Arthit, lui si era allontanato ormai già da un po' dal punto in cui aveva incrociato Nila, ed era ancora alla ricerca di ciò che gli serviva.
Poi, finalmente, dopo essere tornato nel corridoio dove si trovavano tutte le camere da letto.
Appena giunse davanti alla camera di Ringo e Robin, bussò alla porta, deciso a fare una cosa una volta là dentro.
Aspettò che qualcuno venisse ad aprire, e un attimo dopo finalmente successe: la porta si aprì ma, con molta sorpresa, potè vedere che ad andare ad aprirgli non era stato nessuno dei due proprietari di quella camera, bensì Rigel Aaron.
Arthit non si aspettava ciò, chiedendosi che cosa ci faceva lui lì.
"Oh, sei tu, Arthit. Hai bisogno di qualcosa?" gli domandò quest'ultimo con un sorriso.
"Sì, però prima... Se posso chiedere, così per curiosità, tu perchè sei qui?" domandò sorridendo anche lui a sua volta.
"Oh, è solo perchè sono stato ospitato da un amico. Vuoi entrare anche tu? Prego, accomodati."
Detto ciò si spostò leggermente per farlo entrare, mostrando anche che anche i due conquilini erano presenti nella stanza.
"Ma guarda chi si vede, heylà!" lo salutò con allegria Robin, seduto sul proprio letto.
Ringo invece era sul suo rispettivo letto intento a scrivere qualcosa sul suo cellulare, ed era talmente concentrato a scrivere che non si accorse del ragazzo affacciato davanti alla porta.
"Buongiorno." li salutò l'artista di sketch per la polizia, facendo qualche passo in avanti per entrare nella stanza.
"Avevo giusto bisogno di voi due, sapete?"
"Ah, sì? Dicci tutto quello di cui hai bisogno, allora!" gli rispose prontamente il crittologo sorridendogli, dando giusto una veloce occhiata all'artista moderno che richiudeva la porta e poi si incamminava verso il letto di quest'ultimo per sedersi anche lui su di esso.
"Certo, adesso lo faccio... ma prima ho bisogno dell'attenzione di tutti e due." disse, voltandosi a guardare il collezionatore di libri.
A quest'ultimo ci volle qualche attimo di silenzio prima che alzasse lo sguardo dal telefono e si accorgesse della presenza di Arthit.
"Oh! Non mi ero proprio accorto di niente, chiedo scusa! Come sono sbadato, ahah..." disse imbarazzato, forzando un sorriso.
"Saresti disposto a dirci cosa stavi facendo di così importante, Ringo?" gli chiese il ragazzo dai capelli bianchi.
"Ma certo! Stavo soltanto scrivendo dei messaggi a Jelka! Non so che cosa le sia preso, mi ha scritto una cosa... strana..."
"Mh, per esempio?" continuò a chiedere l'altro, sempre piú interessato.
"Lei mi ha detto di non azzardarmi a credere anche solo per un secondo al movente, ma non so come abbia potuto pensare che io possa farlo! In fondo, ormai dovrebbe conoscermi bene e fidarsi di me..." spiegò il castano, apparendo dispiaciuto.
Sentendolo, Arthit continuava a sorridere, e alla fine annuì.
"Mh, mh. Va bene!"
"Arthit, quindi di che cosa avevi bisogno? Sempre... se posso saperlo anche io. Volendo posso uscire un at-" fece per dire Rigel Aaron.
"Oh, no, no, puoi anche rimanere, non ti preoccupare. Semplicemente, volevo farvi delle domande sul vostro terzo compagno di stanza."
Ecco, quell'affermazione fece sparire i sorrisi di tutti e tre gli altri presenti.
"... Per esempio? Che domande?" rispose Robin.
"No, niente di che, semplicemente... volevo chiedervi che rapporto avevate con lui, come vi sembrava..."
"Beh, a questo non so rispondere con certezza, visto che lo conoscevo solo da un giorno! Ma mi sembrava uno tranquillo, una persona tutto sommato apposto-" rispose il ragazzo dai capelli verdi.
"Anche a me sembrava così! Infatti non avrei mai immaginato che fosse capace di fare cose come quella che ha fatto..." concordò il castano.
"Va bene, chiaro. Questo era tutto quello che avevo bisogno di sapere., grazie per aver risposto."
Aggiunse subito dopo:
"Come la avete presa quindi la perdita del vostro compagno di stanza?"
"Sinceramente, aver passato una giornata a convivere con una persona, e poi il giorno dopo vedere che non c'è piú e non tornerà piú... fa un po' strano." disse Ringo, spostando lo sguardo verso quel letto rimasto ormai vuoto.
Robin accennò poi un sorriso.
"Ed è per questo che avevo pensato ad un modo per sentirci un po' meno soli: invitare Rigel qui!" spiegó, per poi dare una pacca amichevole sulla spalla dell'altro, il quale accennò un piccolo sorriso a sua volta.
"Ah, quindi è una cosa permanente? E quelli che erano prima i tuoi compagni di stanza sono d'accordo con questo?" domandò Arthit.
"Sì, e certo che loro sono d'accordo. Anzi, sono pure piú contenti, perchè hanno anche piú spazio libero per loro."
"Mi fa piacere. Okay, ora posso anche andare. Mi raccomando... ricordate di non provare a fare cose che sapete che non dovete fare." li avvertì a quel punto l'artista di sketch per la polizia anche se con tono amichevole, per poi incamminarsi verso l'uscita dalla stanza.
"Ceeeerto!" rispose prontamente il crittologo.
"Assolutamente." concordò l'artista moderno.
"Va bene, agente!" disse anche il collezionatore di libri.
Arthit si fermò davanti alla porta.
"Io ovviamente lo dico perchè voglio soltanto garantire la vostra sicurezza. Ma per fare ciò..."
Con la stessa faccia sorridente e amichevole, si girò a guardarli.
"... Avrò bisogno di tenervi bene d'occhio!"
Detto ciò potè aprire la porta, e finalmente andarsene.
Una volta là fuori, si incamminò con tranquillità verso il corridoio, ora senza una meta precisa.
Probabilmente se ne sarebbe solo stato a dare un'occhiata in giro e assicurarsi che non succedesse nulla di strano.
Infatti dopo già qualche passo, sentì delle voci provenire da un posto là vicino: potevano essere soltanto due persone che conversavano casualmente, no?
Ma la cosa strana era che si sentivano sussurrare.
Per questo decise di andare a controllare cosa stesse accadendo, e piú si avvicinava piú sentiva le voci farsi sempre piú vicine.
Fino a che ad un certo punto non riuscì a capire cosa si stessero dicendo.
"Oh caz- sento dei passi, sta arrivando qualcuno!"
"Adesso controllo!"
Mentre continuava ad avvicinarsi, all'improvviso una persona gli sbucò all'improvviso davanti.
"... Oh, nulla da temere: è solamente il mio fidato collega."
"Asuka?"
Si affacciò a controllare anche la seconda persona.
"Oh, è solo lo sbirro."
"Emme? Che fate qui?"
Xlx drammaturgx mostrò un sorriso sicuro.
"Arthit, la tua immaginazione non potrà mai giungere a livelli tali per cui sia in grado di portare alla tua mente il pensiero della scoperta che me medesimx e questa coraggiosa ragazza abbiamo avuto la possibilità di trovare."
"Vieni con noi!"
"Va bene, ma perchè sussurr-"
Il ragazzo dai capelli bianchi non fece in tempo a finire la frase, che xlx altrx due si erano ormai già dileguatx.
Decise così di seguirlx.
"Però non mettetevi nei guai..."
Si fermò improvvisamente quando entrò nel salotto e vide ciò che xlx due avevano trovato.
Cosa c'era di così eccezionale?
Ebbene, in quel posto Lily era stesx sul divano, senza muoversi neanche di un centimetro, e con una maschera da notte che xlx copriva gli occhi.
"Eccolx qua! Colxi che ha compiuto sequestro multiplo di persona, che giace dormiente su questo mobile plasmabile. Lx abbiamo trovatx!" lx presentò Asuka tendendo una mano verso di lxi, come per indicarlx.
Arthit era alquanto sorpreso vedendolo.
"Oh... Magari ora che dorme possiamo approfittarne per fare qualcosa?" domandò.
Emme pareva alquanto entusiasta.
"È la nostra occasione per ucc- ... niente!"
Si rese conto troppo tardi di ciò che stava per dire, guadagnandosi un'occhiata dall'artista di sketch per la polizia.
"C'è di piú, c'è di piú! Avvicinatevi per poter assistere a tale vista!" disse xlx drammaturgx che si era appostato al lato dellx ragazzx addormentatx, e guardava un punto preciso con evidente sorpresa.
Gli altri due si avvicinarono per controllare, facendo così una scoperta davvero stupefacente: vi era una sorta di filo di cui una parte era attaccata ad una presa della corrente, mentre l'altra parte era conficcata all'interno del corpo dellx ragazzx dai capelli celesti.
Sembrava come una sorta di caricabatterie.
"Può essere?" domandò Arthit con molta sorpresa, osservando la scena.
"È ormai chiaro ed evidente, per quanto sconcertante la verità possa essere: codestx che ci troviamo dinanzi... non è umanx!" annunciò xlx ragazzx dai capelli viola.
"Allora sì che è la nostra occasione!" esclamò la profumiera, allungando il braccio verso la presa con l'intenzione di staccarla.
"No, Emme, non-"
"oH-"
Troppo tardi: Lily, durante il suo sereno sonno, aveva alzato d'improvviso il braccio con una velocità e una forza sovrumane, assestando così alla ragazza dai capelli verdi un cazzotto talmente forte che la fece volare qualche metro lontano.
"Ahhh... Ahia..." si lamentò dal dolore Emme accasciata a terra, intanto che Arthit accorse ad aiutarla e Asuka rimase dov'era, troppo esterrefattx per poter agire in alcun modo.
Mentre aiutava la profumiera ad alzarsi, l'artista di sketch per la polizia potè assistere a come Lily subito dopo si limitò a riabbassare il braccio come se niente fosse, continuando a dormire per tutto il tempo.
"... Forse... È meglio se per oggi non facciamo niente. Aspettiamo la prossima occasione per riprovare a fare qualcosa."
. . .
Come c'erano tante persone che stavano nei corridoi della villa, ce n'erano anche alcune che se ne stavano all'interno delle proprie camere.
E avevamo già visto qualche esempio di ciò, ma vediamone un altro paio.
Per esempio, c'erano tre persone che condividevano la camera e che si trovavano molto bene lì: stiamo parlando di Zhenya, Kokoro, e Jelka.
In quell'esatto momento, si trovavano tutte e tre in camera: la prima aveva concesso alla terza di aiutarla a spazzolarsi i capelli, e la seconda stava a guardare.
"Oh, ma perchè hai così tanti nodi oggi? È incredibile! Ma mica ti faccio male?" chiese Jelka, che stava avendo momentaneamente qualche difficoltà.
"No, assolutamente, stai tranquilla. Anzi, mi sto rilassando così." rispose Zhenya, che in effetti era visibilmente rilassata.
"Bene così, eheh! Voglio proprio vedere se riesco a fare qualche bella acconciatura!"
"Prova a fare quello che preferisci."
Kokoro era seduta davanti a loro e le osservava senza fiatare.
La skipper ad un certo punto le puntò la spazzola contro e la guardò con un sorrisetto.
"E non pensare di potermi scampare, tu! Presto ti aspetta di farmi provare qualcosa pure su di te!"
"Ma io ho i capelli troppo corti, non penso puoi provare qualche acconciatura..." rispose con un filo di voce.
"Non importa, sicuro posso provare qualcosa!"
"... Va bene allora."
Passò qualche istante di silenzio, in cui continuarono a fare ciò che stavano facendo prima.
Questo fino a che la cake designer non proferì parola nuovamente.
"Ma voi cosa ne pensate del movente che ci hanno dato?"
"Che è una stronzata, ecco cosa penso!" disse la ragazza dai capelli neri lunghi.
"È davvero un piano folle. Sicuramente non c'è nessuno qui che ha un bel rapporto con tutte le persone che conosce... io per prima. Ma arrivare a questo punto? Chi lo vorrebbe mai?" chiese la bionda.
"... Sì, è lo stesso per me. Jelka, tu invece?"
"Io cosa?"
"Tu hai delle persone con cui non vai d'accordo?"
"Non si potrebbero usare tutte le dita delle mani e dei piedi per contare tutte le persone che conosco e che non mi stanno simpatiche!"
Detto ciò Jelka si lasciò andare ad una risata divertita, e anche Zhenya ridacchiò piano, mentre Kokoro accennò un piccolo sorriso solo per un secondo.
"Comunque! Io mi sono già raccomandata con Ringo di non pensare neanche a strane idee. So che non se le farebbe, ma per essere sicuri...!"
"Hai fatto la cosa giusta. Speriamo che nessuno si faccia strane idee..."
"Vero."
E questo è stato un comune esempio di compagne di stanze che vanno d'accordo.
Il problema, però, era che non tutti erano come loro.
Sì, perchè c'era anche qualcuno che non sembrava trovarsi granchè bene con i propri conquilini.
Penso ormai si sia intuito di chi stiamo parlando.
Jerome in quel momento avrebbe voluto solo starsene per i fatti propri e continuare le sue bozze in pace e quiete, ed era quello che stava provando a fare: così continuava a disegnare sul proprio quadernino.
Peccato che la propria stanza era forse il luogo meno adatto per ottenere quella quiete di cui necessitava.
"E così tu pensi che col tuo Ultimate puoi portare il sole dovunque vai?"
"Non è che lo penso, è così."
"Cioè, se magari c'è un posto in cui sta diluviando, smette appena arrivi tu secondo te?"
"Mi è già successo."
"Chissà perchè stento a crederci."
Il ragazzo staccò un attimo gli occhi dal quadernino per alzare lo sguardo su Nova e Taiyou che discutevano, per poi riprendere subito dopo quello che stava facendo.
"È un problema tuo se non ci credi."
"Ma perchè è naturalmente impossibile. Io posso prevedere il meteo in ogni momento, dovrei saperlo... O no?"
"A quanto pare no."
I due non poterono accorgersene, ma lo stilista aveva fermato un attimo la mano con cui teneva la matita ed era rimasto un attimo immobile con gli occhi chiusi, e sembrava si stesse trattenendo dal dire qualcosa.
Probabilmente voleva contare fino a 10.
La ragazza si lasciò scappare uno sbadiglio.
"Ah, ti annoi anche a parlarmi?"
"Vorrei vedere. Tu pensi di sapere tutto... Ma alla fine non sai niente. Se questo non è noioso..."
"Ah, io non so niente. Ha parlato quella che non sbaglia mai. Mi fai una rabbia..."
La conversazione si interruppe perchè il ragazzo dai capelli neri aveva appena tirato un forte sospiro, come se si stesse disperatamente sforzando di mantenere la calma.
Questa cosa fece girare i due verso di lui per guardarlo.
"Oh, non è niente. È solo che siete... rumorosi. E anche... fastidiosi."
"Nessuno te l'ha chiesto." rispose la meteorologa con indifferenza.
"E tu hai interrotto una conversazione solo per dire 'sta cazzata? Torna a scarabocchiare." gli disse invece il teru teru bozu.
"Se potessi, giuro, lo farei."
"Basta, mi sono stancata di stare in questa stanza. Sai che ti dico?" disse la ragazza dai capelli blu al ragazzo dai capelli dello stesso colore guardandolo, prima di girarsi e incamminarsi verso la porta.
"Ci sono quelle due che hanno appena perso la compagna di stanza, adesso vado a chiedere se posso andare da loro perchè sicuramente sono fastidiose ma mai quanto te. Lo capisci che se mi dicono di sì tu non mi vedi piú, perchè ne ho abbastanza di te?"
"Ma guarda lo spero, che non torni piú." ribattè lui.
"Okay, adesso state parlando una coppia che sta divorziando." commentò Jerome.
"Taci tu." gli dissero entrambi in coro.
BUONGIORNO :D
ECCOCI CON UN NUOVO CAPITOLO DI QUESTA STORIA.
Che io in realtà avevo già iniziato tempo fa.
Ma poi quando mi è morto il telefono vecchio ho praticamente perso tutto quello che avevo scritto fino a quel momento e ho dovuto ricominciare da capo.
Meno male che ancora avev scritto solo fino al flashback coi bambini.
Ah e questo significa che ho perso pure le immagini dove si vedono tutti e le ho dovute rifare da capo :D
E non so come farò a rifare quelle dove si vedono le sagome di tutti :DD
Ma a questo ci penserò dopo.
E niente spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D
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