𝖧𝗒𝗌𝗍𝖾𝗋𝗂𝖼𝖺𝗅 𝗌𝗍𝗋𝖾𝗇𝗀𝗁𝗍.
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... Sempre una tempesta.
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A volte, davanti a situazioni di pericolo, certe caratteristiche che possiedi non hanno piú importanza, nè tantomeno in che quantità ne hai.
Potresti essere la persona piú forte del mondo, o un esserino fragilissimo, ma in certe determinate situazioni siamo tutti uguali.
Questo è dovuto ad un effetto che il corpo umano può sperimentare, comunemente chiamato col nome di "forza isterica", o anche "super forza".
È solita attivarsi soltanto quando siamo in pericolo di vita, ma anche quando lo è una persona a noi cara.
Come si può intuire dal nome, si riferisce ad uno sviluppo straordinario della forza umana, dovuto ad una reazione chimica.
L'ormone dell'adrenalina fa lavorare piú velocemente il tuo cuore e i tuoi polmoni, il che fa arrivare piú ossigeno ai muscoli.
Il risultato è un aumento improvviso e momentaneo della forza.
Sono stati registrati casi ben famosi di questo fenomeno, come il pompiere che per sfuggire ad un incendio ha corso ad una velocità che ha battuto il record di Bolt.
Come quell'uomo a cui è caduto un masso addosso, e che per toglierselo di dosso con le mani ha superato qualsiasi record mai registrato di sollevamente.
O questo accade, per esempio, quando ci sono dei genitori che in degli incidenti sollevano veicoli interi per soccorrere i propri figli.
O come quando succede quello che stiamo per vedere tra un po'.
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08/12/2022.
Ore 16:00.
Tre giorni.
Tre giorni di nulla cosmico.
Erano passati tre giorni dal movente, e nessuno si era smosso minimamente.
Semplicemente il tempo era passato nella quiete piú totale, e a quanto pare nessun altro aveva aperto le proprie lettere.
Ma non era detto che sarebbe rimasto così per sempre.
Prima o poi, qualcuno avrebbe ceduto... e a quel punto? Cos'altro sarebbe uscito fuori?
Tornando al presente, appunto, le giornate erano passate nella tranquillità piú assoluta.
Ma quel giorno era apparsa una novità.
Sì, perchè quella mattina, dopo la colazione, una volta che Lily avesse fatto la propria uscita dalla sala da pranzo, qualcun altro aveva preso la parola per diffondere un messaggio importante per tutti, e quel qualcuno era Asuka.
Volle spiegare a tutti come pensava che fosse una buona idea organizzare una nuova festa, proprio quell'esatto giorno.
La festa di compleanno organizzata qualche giorno prima per festeggiare Rev si era rivelata un successo, avendo dato a tutti la possibilità di divertirsi senza preoccuparsi di potenziali assassini, un'occasione per stare tutti insieme felici e soprattutto al sicuro.
Quindi perchè non farne un'altra per ottenere lo stesso risultato?
E c'era di piú: lx stessx ragazzx aveva proposto un'altra idea per quella giornata, per cui la festa avrebbe intrattenuto ancora di piú gli "ospiti": un altro spettacolo teatrale.
Sì, avrebbe organizzato un'altra messa in scena con copioni della sua penna: ma stavolta senza farsi aiutare da alcun attore improvvisato, ci avrebbe pensato lxi!
Sì, così sì che avrebbe fatto un altro figurone!
E soprattutto, gli altri si sarebbero divertiti e avrebbero dimenticato momentaneamente la situazione nella quale si trovavano!
Ma quello lo avrebbe riservato a piú tardi rispetto all'inizio della festa, prima c'erano altre cose da fare, come una fantastica cena tutti quanti insieme, all'aperto.
Per questa occasione, xlx drammaturgx si era raccomandatx di vestirsi molto bene.
Ed era ciò che stava cercando di fare ormai da un po' Omiro, fino a quel momento, in cui diede un'occhiata allo specchio presente nella propria camera.
Era ormai da un po' che era rimasto solo là dentro, e non voleva far attendere troppo a lungo i suoi compagni, ma prima si voleva assicurare di essere un minimo presentabile.
Così scrutò con cura ciò attraverso lo specchio ciò che aveva addosso: un maglione a collo alto di colore beige, sotto ad un giacchetto a bottoni diviso in due parti colorate in modo diverso tra loro, una parte di colore rosa scuro, e l'altra di vari colori in varie sfumature, come quelle del giallo, dell'arancione, del rosso, del viola, e del blu.
Dello stesso colore del maglione aveva i pantaloni.
... Sì, dai, andava bene.
Pensava fosse carino l'abbinamento che aveva fatto con quegli indumenti.
"Omirooo! Procede tutto bene?"
Appena sentì la voce di Hayami dall'altra parte della porta, capì che era arrivato il momento di andare.
Così si avviò verso la porta e la aprì, trovandosi davanti i due amici.
"Oh! Ragazzi, ma quanto siamo stilosi oggi?" domandò la parkourist con entusiasmo.
"Omiro, mi piace la tua giacca, è così colorata!" lo complimentò l'uomo di punta con allegria.
"Grazie, anche voi state bene." rispose l'ipnotizzatore dopo aver osservato i loro look.
Hayami indossava un vestito di colore rosa perla con lacci e con delle maniche separate.
Ares si vestiva invece con una maglia a maniche corte, una giacca di pelle che teneva sopra alle spalle a mo' di mantello, pantaloni con cintura, e dei guanti, tutto rigorosamente dello stesso colore, ovvero il nero.
"Direi che possiamo andare adesso!" annunciò quest'ultimo.
"Sì, la festa ci aspetta!" concordò la ragazza.
"Okay, andiamo allora." aggiunse l'altro.
Fu così che i tre si incamminarono fuori dal corridoio e presto anche fuori dalla villa, giungendo così nel giardino: fu in questo modo che scoprirono che erano già tutti lì, ognuno a fare cose diverse, interagendo con persone diverse.
C'era, per esempio, un gruppetto intento a chiacchierare in quel momento, ovvero il trio composto dalle compagne di stanza Kokoro, Jelka, e Zhenya, e i due amici di quest'ultima, Rigel Aaron e Robin.
La prima indossava un vestito corto a maniche corte di colore viola e adornato con glitter, e sopra di esso indossava un giacchetto di pelliccia bianca a maniche lunghe.
La seconda portava un vestito lungo, bianco, e a maniche lunghe.
La terza aveva una maglia nera a collo alto, sotto ad una giacca di seta di colore rosa pallido, a sua volta dentro a due cinture una sopra l'altra e dei jeans strappati anch'essi neri.
Il quarto aveva una camicia bianca sotto ad una giacca lunga beige, e dei pantaloni neri.
E l'ultimo aveva una semplicissima camicia bianca dentro a dei pantaloni neri.
Da un'altra parte, poi, c'era Mariasole che sembrava star cercando di intrattenere una conversazione con Jerome, il quale però al momento non pareva granchè interessato a ciò.
Lei indossava una camicia bianca con le maniche corte leggermente a sbuffo, decorata con un fiocchetto nero, e sotto ad un vestito corto rosa pallido con dei bottoni.
Lui aveva invece una camicia con una cravatta verde acqua, con sopra un lungo scialle del medesimo colore, e dei pantaloni bianchi.
In un angolo c'erano invece Rev e Taiyou, con xlx primx che sembrava star punzecchiando l'altro come per infastidirlo, cosa in cui stava riuscendo con successo.
Xlx ragazzx era vestito di una maglia nera sotto ad una varsity jacket di colore viola con le maniche bianche, poi una gonna a quadri anch'essa viola con una cintura e delle calze nere trasparenti, in alcune parti bucate.
Mentre il ragazzo indossava una camicia bianca sotto ad un corsetto nero con dei lacci attorno alle spalle, e dei pantaloni neri; inoltre, a differenza del solito, quel giorno si era presentato con i capelli sciolti.
Infine, vi erano due persone intente sempre a parlare tra loro, niente di meno che Asuka e Arthit.
Xlx primx aveva una giacca lunga di colore azzurro leggero, con sotto un gilet dello stesso colore, e camicia e pantaloni neri.
L'altro aveva invece una camicia a maniche lunghe nera, e pantaloni con cintura anch'essi neri.
Fu proprio in quel momento, dopo che aveva osservato tutti i presenti, che Arthit spostò un attimo lo sguardo notando così la presenza sua e dei suoi amici, e a quel punto sfiorò leggermente la spalla di Asuka per farlx girare e far notare anche a lxi i tre appena arrivati.
Appena quest'ultimx si girò e li vide, un ampio sorriso si allargò sulla sua bocca.
"Ma guarda! Si stima proprio che attualmente la lista degli invitati da attendere prima di procedere con il ricevimento sia ormai giunta al completo!" annunciò soddisfattx.
Quindi spalancò le braccia.
"È possibile introdurre i festeggiamenti ora!"
A udire ciò, l'attenzione di tutti fu distolsa dalle loro conversazioni e spostata sullx ragazzx che aveva appena parlato, e la maggior parte dei presenti si avvicinò un poco.
"Scusa, Asuka, c'è qualcosa in particolare che possiamo fare per iniziare?" domandò Zhenya.
"Quesito brillante, lietx che tu me la abbia domandata! Assolutamente c'è un'attività in particolare con cui si puó inaugurare la serata!" rispose xlx drammaturgx.
"Ah, sì? E che cos'è?" domandò invece Rigel Aaron.
Per tutta risposta, xlx ragazzx dai capelli viola spostò gli occhi verso Rev, e xlx due si scambiarono uno sguardo d'intesa, dopodichè l'altrx si dileguò in fretta sparendo dietro ad un muro.
Gli altri rimasero a guardare ciò confusi su quel che stava per succedere, almeno questo fino a neanche pochi istanti dopo, quando partì da chissà dove una musichetta dal motivetto allegro.
"RAGAZZI!" sentirono gridare subito dopo, girandosi di scatto verso il punto dove avevano precedentemente visto andarsene l'artista di strada, avendo modo così di vedere che quest'ultimx stava ritornando dirigendosi di corsa verso il gruppo.
Ma la cosa piú strana era che stava ritornando da loro mentre aveva una ghirlanda di fiori al collo, due maracas tra le mani, e degli occhiali da sole.
Questo suscitò parecchia perplessità tra i presenti, che non poterono fare altro che rimanere a guardare la ragazza che arrivava, e nel mentre la musichetta continuava ad andare avanti, e piú andava avanti piú era sempre piú riconoscibile: era chiaro che la canzone che era stata messa era "Disco Samba", canzone che si era solita trovare principalmente durante le feste di Capodanno, ma anche in feste normali.
"RAGAZZI FACCIAMO IL TRENINO!" esclamò nuovamente la ragazza dai capelli viola.
"Magari proviamo a metterci in ordine di altezza, altrimenti per alcuni potrebbe risultare un po' scomodo-" aggiunse Arthit, il quale ormai si era capito che fosse l'unico a conoscenza di tutta l'organizzazione dellx ragazzx dai capelli viola.
Ci volle un po', ma alla fine riuscirono a mettersi in fila, ognuno poggiando le mani sulle spalle della persona davanti a se', in un modo per cui nessuno aveva difficoltà a raggiungere le spalle del compagno dinanzi, in ordine dal piú basso al piú alto, quindi l'ordine era: Mariasole, Omiro, Taiyou, Jelka, Zhenya, Hayami, Kokoro, Rev, Arthit, Asuka, Rigel Aaron, Jerome, Ares, e Robin.
"PEPE, PEPEPEPE! PEPE, PEPEPEPE! PEPE, PEPEPEPE! PEPE, PEPEPEPE, PEPE! PEPE, PEPEPEPE! PEPE, PEPEPEPE! PEPE, PEPEPEPE! PEPE, PEPEPEPE, PEPE!"
Fu così che la fila iniziò ad andarsene in giro tutta insieme, con in sottofondo quella musichetta così allegra.
"UPA NEGUIIIINHO NA ESTRAAAAADA! UPA PRA LA E PRA CA! VIRGI QUE COOOOOISA MAIS LIIIIINDA! UPA NEGUINHO COMECANDO A ANDAR, COMECANDO A ANDAR, COMECANDO A ANDAAAAAAR!"
C'era chi nella fila si muoveva con molto piú entusiasmo, chi con piú svogliatezza, ma fondamentalmente c'era proprio un bel clima allegro nell'aria.
"ZAAAZUEEEEEEERAAAAAA! ZAAAZUEEEEERAAAAA! ZAAAZUEEEEEEERAAAAAA! ZAAAZUEEEEERAAAAA!"
Ormai in quel momento tutti si erano quasi completamente dimenticati della situazione in cui stavano, del killing game, del movente, di quasi tutto: avevano nella mente solo la voglia di godersi quel momento di divertimento.
"A, E, I, O, U, YPSILON! A, E, I, O, U, YPSILON! A, E, I, O, U, YPSILON!"
Almeno tutto questo fino a che non accadde all'improvviso che Kokoro staccò le mani dalle spalle della propria compagna e si allontanò velocemente dalla fila.
Le persone che aveva davanti non fecero molto caso a ciò continuando ad andarsene in giro allegramente, ma quelli dietro furono confusi e si arrestarono di colpo.
"Kokoro? Kokoro, che succede?" le domandò quindi Arthit.
"La cena, devo controllare a che punto sta la cena!" rispose lei mentre si dileguava.
"oH, VERO-" esclamò Asuka ricordandosene solo ora.
. . .
Ore 18:30.
E qualche tempo piú tardi, dopo tutto quel tempo passato a divertirsi tutti insieme, eccoli che finalmente erano tutti seduti a quel tavolo allestito nel giardino.
Giunti a quell'ora, era ormai da qualche tempo che Kokoro aveva servito le portate a tutti, potendo così cenare tutti insieme nella gioia e nella quiete.
Tra un pasto e l'altro, il gruppetto si era messo a chiacchierare parlando del piú e del meno, avendo un paio di conversazioni leggere principalmente riguardanti ciò che ognuno faceva nel proprio tempo libero durante la loro permanenza in quella villa.
Questo, fino a che i dialoghi non presero una piega diversa per un cambiamento di argomento fatto da Rigel Aaron.
"Ragazzi... Io penso che ci sia una cosa abbastanza importante di cui dovremmo parlare già da un po'." dichiarò infatti tutto ad un tratto, con aria calma ma usando un tono che pareva alquanto serio.
"Una cosa importante? Sarebbe?" domandò Jelka incuriosita.
"Ci pensate mai... al motivo del perchè siamo stati portati qua?" chiese lui a quel punto.
"Ed io che cosa ne dovrei sapere?" fu la prima risposta che ottenne, da parte di Taiyou.
"Sì, sì... ci provo a riflettere spesso." rispose invece Kokoro, annuendo un paio di volte prima di abbassare lo sguardo.
"Voglio dire... È tutto così strano! Ci sono così tante cose bizzarre che non riesco a spiegare, o a collegare..." spiegò Hayami, spaesata.
"Beh, forse se ne parliamo tutti insieme potremmo riuscire a collegare qualcosa, ragionandoci sopra." suggerì Arthit.
"Okay, dunque... da cosa possiamo iniziare? Magari dall'invito che abbiamo ricevuto tutti? Abbiamo ricevuto tutti lo stesso identico invito, vero?" chiese Robin prima di prendere un sorso dal proprio bicchiere.
"Non lo so, dovremmo verificare. Nel mio per esempio c'era scritto appunto che ero stato selezionato insieme ad altre persone della scuola per fare questa vacanza organizzata dalla scuola." spiegò Omiro.
"Oh, oh, la mia era uguale! E anche quelle di altre persone, l'ho visto il primo giorno!" ricordò Mariasole.
"Allora, mi sembra inutile dire che è ovvio che questa cosa della vacanza organizzata dalla scuola era una burla. Dubito che il preside si sia impazzito tutto ad un tratto, e abbia scelto a caso ventuno studenti da mandare a morire." disse Jerome.
"Ma poi, chiunque sia stato a organizzare questo, perchè avrebbe dovuto scegliere proprio noi? Se siamo stati veramente scelti a caso, che sfiga che abbiamo, eddai!" esclamò Rev.
"Secondo me, per risolvere questa cosa, dobbiamo aiutarci usando come indizio la persona che ci tiene qua, Lily." propose Zhenya.
"Oh, Lily! Non solo questx lestofante non possiede le migliori delle competenze, non essendo nè sagace nè tantomeno ben strutturatx, ma è chiaro che è anche una persona completamente alienata!" commentò Asuka.
"Sono d'accordo, se Lily sta facendo tutto questo è solo perchè è un individuo pericoloso, se non anche pazzx. Punto." concordò Arthit.
"Però resta sempre il dubbio! Tutto queste cose che fa, perchè a noi?" ribattè Ares.
"Non lo so, allora... perchè non proviamo a vedere che cosa abbiamo in comune?" chiese Rigel Aaron.
"Innanzitutto frequentiamo tutti lo stesso istituto, anche se tutti in anni e classi diverse." spiegò Omiro.
"Okay, e... e poi? Cos'altro abbiamo in comune? Di certo non che siamo tutti Ultimate, c'è Zhenya..." fece notare Robin, che sembrava aver anche cambiato umore nel frattempo, pian piano che andava avanti la conversazione.
"Eh, hai ragione, se non fosse per me questo sarebbe un altro punto in comune con tutti, perchè io sono l'unica che non ha un Ultimate qui..." confermò nuovamente Zhenya, prima di spostare soltanto un secondo gli occhi su Rigel Aaron, il quale non rispose.
"... Ragazzi..." iniziò ad un tratto Omiro, il quale aveva un attimo abbassato lo sguardo e sembrava aver riflettuto.
"Che c'è, Omiro?" domandò Hayami.
"... Non lo so, forse... forse c'è qualcos'altro che ci collega tutti quanti, qualcosa come..." provò a dire, esitando però un bel po', come se non sapesse come spiegarlo.
Alzò poi lo sguardo, tornando a guardare i presenti.
"Una conoscenza in comune che abbiamo a scuola?"
Fu dopo quella domanda che calò il silenzio a tavola.
Nei primi istanti nessuno seppe dargli una risposta, e tutti tacettero, con occasionalmente qualcuno che spostava lo sguardo su una qualunque persone.
"... Tu dici... Che questo gioco potrebbe essere correlato ad una persona della scuola con cui tutti noi abbiamo avuto un rapporto di qualsiasi tipo?" domandò Jerome.
"Sì, mi chiedo se c'è questa possibilità..." rispose l'ipnotizzatore.
"... Non... non lo so, e... come facciamo a verificarlo?" domandò Mariasole.
"C'è qualcuno qui che si conosceva a scuola già prima di venire qui?" domandò Arthit.
"Mah, andavamo tutti allo stesso istituto, sicuramente sarà successo che qualcuno di noi avrà scambiato anche solo una chiacchiera con qualcun altro sempre tra quelli che partecipano a questo gioco..." pensò ad alta voce Kokoro.
"Io Ringo lo conoscevo già prima che entrassimo tutti e due a far parte di quella scuola, ma per il resto? Uhh... C'è qualcun altro che si conosceva già da prima della "vacanza"?" chiese Jelka.
Piú di una persona non rispose, qualcuno si limitò a fare cenno di no con la testa, e si sentì mormorare un "No..." da qualcun altro ancora.
In linea di massimo, l'esito di quella risposta pareva essere completamente negativo.
"Vabbè, non siamo giunti a nessuna conclusione, apparte che rimane il fatto che unx pazzx ci ha voluti rinchiudere in questo posto dove stiamo morendo tutti, uno per uno." concluse Taiyou con freddezza.
"Però ragazzi, forse questa conversazione è meglio lasciarla per un'altra volta in cui possiamo rifletterci meglio!" suggerì Ares, tornando a sorridere.
"Infatti, per ora non pensiamoci piú, dobbiamo essere completamente spensierati stasera!" aggiunse Hayami.
"Altresì, dal momento che! È pervenuto il momento di ciò che indubitabilmente tutti voi attendevate con irrequietezza!" annunciò Asuka alzandosi in piedi.
"È arrivata l'ora dello spettacolo?" chiese Mariasole sorridendo entusiasta.
"Esatto, quindi vi vorremmo chiedere di andarvi a sedere davanti al palco in attesa che inizi." disse Arthit, anch'esso alzandosi con un sorriso.
Quando poi si voltò e vide Asuka che si dirigeva allegramente verso la postazione dietro al palcoscenico, lx seguì con calma.
"Okay, andiamo allor-" fece per dire Omiro.
"Ah, scusate, ma che ore sono?" domandò Hayami.
"Sono... le 18:50, perchè?" rispose l'ipnotizzatore dopo aver controllato il proprio orologio per l'ipnosi.
"OOOH-" esclamò con molta sorpresa la parkourist, suscitando la perplessità negli altri.
Pareva colta di sorpresa, e ora anche agitata.
"Amici, ioooo... devo... sbrigare una faccenda importante il piú presto possibile, ma mi impegnerò per non fare tardi!"
Detto ciò si girò e si dileguò in fretta.
"Se mi perdo qualcosa dello spettacolo poi confido in voi per raccontarmelo!" aggiunse mentre diventava soltanto un punto lontano.
Il ragazzo dai capelli neri per qualche secondo rimase a guardarla mentre se ne andava, prima di sentire una mano sulla propria spalla, così girò la testa trovandosi vicino Ares.
"Presto, Omiro! Andiamo a vedere cos'ha fatto Asuka, di sicuro Hayami ci raggiungerà presto!"
"Sì, andiamo."
Jelka, Zhenya e Kokoro si avviarono insieme con tranquillità verso i posti a sedere, sedendosi poi tutte e tre vicine.
Stessa cosa fecero Mariasole e Rev, ma all'improvviso prima che una delle due potesse prendere posto, la seconda fece fermare la prima.
"Oh, Sole." la chiamò poi per richiamare la sua attenzione, così l'altra si giró incuriosita.
"Io devo andare in bagno, quindi torno tra poco, okay?"
"Va benissimo, non c'è problema!" rispose la creatrice di bambole voodoo con un sorriso.
Fece poi per rigirarsi e andare a sedersi.
"E allor-"
"Oh! Guardami bene!"
Si rigirò un'ennesima volta, stavolta prestando ancora piú attenzione a ciò che l'altra aveva da dirle.
A quel punto, un sorrisetto apparve sul suo viso.
"Vedi di riservarmi il posto vicino a te, eh!" disse prima di scoppiare in una risata divertita.
"Ma certo, assolutamente!" rispose prontamente l'altra annuendo.
Ci fu poi Rigel Aaron che si alzò in piedi, e poi si diresse verso Robin.
"Robin, andiamo a prendere posto. Ci vogliamo mettere vicino a Zhenya e le sue amiche?" chiese, senza però ottenere alcuna risposta.
L'altro, il quale appunto non rispose, rimaneva seduto a testa bassa.
"Che hai?" gli chiese così nuovamente l'amico, chinandosi leggermente per arrivare alla sua altezza e guardarlo in faccia.
Potè così vedere che il crittologo aveva lo sguardo completamente smarrito nel vuoto, e sembrava come se ci fosse qualcosa a cui stava pensando talmente tanto da distaccarsi dall'ambiente che lo circondava in quel momento.
"Non ti sarai mica perso nei miei occhi?" scherzò l'artista moderno con un sorrisetto, prima di prendergli senza troppa forza un braccio per farlo alzare dalla sedia.
"Dai, vamos, sarà divertente." gli disse, nel mentre che l'altro si lasciò alzare e portare verso i posti a sedere senza dire una parola.
Infine anche Taiyou e Jerome presero posto, e si ritrovarono allo stesso momento a scegliere di sedersi entrambi alla stessa fila: presero così posto alle estremità opposte della fila, essendo che nessuno dei due sembrava essere particolarmente interessato a stare vicino a qualcuno.
Asuka era ormai da un po' dietro le quinte, a sbirciare gli altri che prendevano posto.
Ma come mai c'erano un paio di persone che se n'erano dovute andare proprio in quel momento?
Okay che lo spettacolo precedente non era finito benissimo, ma...
"Allora? Ti senti prontx?" chiese Arthit dietro di lxi distraendolx dai suoi pensieri, così lxi si giró.
"Piú che prontx! Mi sento veramente solerte, sedulx!" annunciò con convizione.
"Beh, allora penso che puoi andare ora."
"Certamente, senza il minimo indugio!"
Detto ciò, mentre l'altro rimase dov'era, xlx drammaturgx non esitò a dirigersi sopra al palco.
Una volta che fece il suo ingresso, tutte le luci attorno al palco si spensero, eccetto quelle che illuminavano Asuka, rendendolx l'unica cosa visibile agli occhi del pubblico.
Mariasole, appena si spensero le luci, si preoccupò un attimo: lo spettacolo stava per iniziare, e Rev non era ancora tornata.
Mannaggia, rischiava di perdersi qualcosa!
Ma si rassicurò in fretta: tanto lei le aveva detto che sarebbe tornata presto, quindi sicuramente a momenti sarebbe stata di nuovo lì.
Fatto sta che, prima di iniziare a recitare ciò che aveva preparato, xlx ragazzx si guardò attorno con un sorriso, osservando bene il suo pubblico: che dire, era ormai da anni che si era dato alla scrittura dei copioni, ma mai xlx era capitato di essere lxi stessx a recitare anche!
Questa era la sua prima volta in un ruolo così!
Fu mentre si rendeva pian piano conto di ciò, che il suo sorriso si abbassò lentamente, fino ad avere ormai in viso un'espressione che tutto era tranne che sorridente.
... Cosa...
Cosa xlx prendeva adesso?
Questo era quello che stava pensando, e che probabilmente pensavano anche gli altri che lx guardavano in attesa che facesse qualcosa, così come lo stava pensando anche Arthit, che si sporse leggermente in avanti in un tentativo di vedere meglio cosa stava succedendo.
Perchè si sentiva in quel modo?
Era normale che ci fosse l'emozione per un momento simile, ma non era solo quello, perchè...
Perchè sentiva qualcos'altro, che xlx sembrava essere...
... Paura?
Piú i secondi passarono e piú si rese conto anche che qualcuno stava iniziando ad annoiarsi davanti a quella scena muta.
Oh, questo non andava bene.
Non andava bene per niente.
Cavolo, quei due che aveva ingaggiato la scorsa volta tutto erano tranne che attori professionisti e avevano fatto comunque una figura migliore di quella che stava facendo lxi adesso, che da un vita lavorava in quell'ambito.
Che xlx stava succedendo, e cosa poteva fare a riguardo?
Accennò un sorriso, e poi guardò i suoi spettatori alzando un dito, come per fare cenno di aspettare un attimo, prima di girarsi e ritornare dietro alle quinte.
Appena giuntx davanti ad Arthit, il quale non capiva cos'era successo, quest'ultimo non fece in tempo a chiedergli spiegazioni, che subito lxi disse una sola frase.
Una sola, semplice, frase, forse la piú semplice che aveva mai detto durante la sua permanenza lì.
"Non posso farlo."
Il ragazzo fu subito sorpreso da questa affermazione.
"Come, perchè? Proprio adesso, all'ultimo ti tiri indietro?"
"Tutti quegli occhi che ho puntati addosso... Non... non riesco... a-a..." provò invano a spiegare, abbasando lo sguardo visibilmente angosciatx soltanto a ripensarci.
"Asuka. Asuka, stammi a sentire, per favore." xlx disse lui mettendoxlx le mani sulle braccia per richiamare l sua attenzione, cosa che xlx fece alzare lo sguardo.
"Tu le hai viste tutte quelle persone che ti stanno aspettando per poterti guardare mentre parli?" xlx chiese, indicando la parte visibile del palco, mentre l'altrx annuì per rispondere.
"Ecco, tu quelle persone non dovresti neanche vederle."
"Non ho capito." fu la risposta dellx ragazzx dai capelli viola, ancora piú spaesatx di prima.
"Quanto ci vuole ancora?" si sentì la voce di Taiyou, il quale pareva alquanto infastidito, provenire da fuori di lì.
"C'è stato un piccolo imprevisto, può capitare, quindi abbiate pazienza, grazie!" rispose il ragazzo dai capelli bianchi alzando leggermente la voce per assicurarsi di essere sentito, prima di tornare a concentrarsi sulla conversazione che stava avendo.
"Quello che intendo dirti è che... Per farti esempio, un attore di cinema, che recita davanti ad una telecamera, non è che mentre recita si preoccupa di guardare la telecamera, no, perchè è talmente concentrato sul proprio ruolo che a momenti si scorda anche di essere ripreso. Ecco, piú o meno la stessa cosa, tu ti devi scordare completamente di avere qualcuno che ti guarda, e ti devo concentrare totalmente solo su quello che hai da fare. Non so se hai capito adesso che ti voglio dire." continuò a spiegarxlx.
"No, no, ho capito..."
"Tu che ruolo interpreti in questa cosa che hai scritto?"
"Ma- in verità non possiedo un ruolo preciso, sono soltanto una persona ignota che impersona due monologhi, che appaiono simili ma che a dire il vero hanno molte differenze l'uno dell'altro..."
"Okay, ho capito. Allora, concentrati soltanto sul fare la persona ignota, e scordati completamente di chi hai davanti, chiunque c'era prima ora non esiste piú. Se ti impegni a pensare soltanto a quello, sicuramente l'ansia che provi sparirà senza che tu neanche te ne accorga."
Accennò poi un sorriso.
"Va bene?"
Asuka pareva essersi calmatx un poco, ma allo stesso tempo ancora non sembrava del tutto certx.
"Eh, si può... fare un tentativo..."
"E allora facciamolo questo tentativo. Vai, dai." xlx disse l'artista di sketch per la polizia, dandoxlx poi delle leggere pacche sulla spalla, come un modo per incoraggiarlx e spingerlx a tornare sul palco.
Cosa che effettivamente fece: e quindi rieccolx di nuovo là sopra, in mezzo al palco.
Dopo ancora qualche attimo di silenzio, prese un respiro profondo, prima di spostare lo sguardo da un lato.
Com'era che aveva detto Arthit?
Che doveva scordarsi di avere davanti ad un pubblico e che doveva immedesimarsi del tutto nel personaggio.
E proviamoci allora.
𝗟'𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗗𝗶𝗼...
In quella prima frase si poteva percepire già una certa tensione, che però cercò di calmare subito dopo.
𝗦𝗯𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗮𝗽𝗲𝗹𝗹𝗶, 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹'𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗶𝗲𝗹𝗼.
Riuscì a stabilire un tono di voce serio, ma anche che dava un'atmosfera cupa a ciò che diceva, e si impegnò per mantenerla così.
𝗦𝗶 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝘁𝗮𝗯𝗲𝗿𝗻𝗮𝗰𝗼𝗹𝗶 𝘀𝗰𝘂𝗿𝗶.
𝗟𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗹𝘂𝗰𝗲 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶𝗲𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹'𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮, 𝗻𝗲𝗹𝗹'𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮 𝘀𝘂𝗱𝗶𝗰𝗶𝗮.
Pian piano il suo tono riacquistava nuovamente un senso di tensione, ma stavolta si poteva percepire come fosse fatto apposta, perchè parte del monologo.
𝗟'𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗗𝗶𝗼...
𝗦𝗽𝗶𝗻𝗴𝗲 𝗶𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝘀𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗱𝗲.
𝗧𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗼. 𝗣𝗲𝗿𝗱𝘂𝘁𝗼.
𝗦𝘂𝗹 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗶𝗮𝗻𝘁𝗼. 𝗦𝘁𝗮𝗻𝗰𝗼 𝘁𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲.
Alzò poi leggermente la voce e il suo tono aumentò leggermente di drammaticità.
𝗔𝗵, 𝗹'𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲! 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮!
𝗘 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗺𝗼𝗿𝗱𝗲! 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮!
𝗡𝗲𝗹 𝗯𝘂𝗶𝗼 𝘁𝗶 𝗿𝗶𝗲𝗺𝗽𝗶𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮 𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝘃𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝗲.
𝗧𝗶 𝘁𝗶𝗲𝗻𝗲 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗶𝘂́ 𝗼𝗿𝗯𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘁𝘂𝗲 𝗻𝗼𝘁𝘁𝗶.
𝗖𝗵𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲? 𝗖𝗼𝘀𝗮 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝘁𝗲?
Fece una breve pausa, prima di spostare la testa dal lato opposto.
Quando poi riprese a parlare, si potè percepire come ora fosse piú calmx, quasi rilassatx.
𝗟'𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗗𝗶𝗼...
𝗘̀ 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝗮𝗿𝗴𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝗮, 𝗳𝗿𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗲.
𝗘̀ 𝘂𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗼, 𝘂𝗻'𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗶𝗻 𝗽𝗮𝗰𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗾𝘂𝗶𝗲𝘁𝗲.
𝗘̀ 𝗺𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗯𝗿𝘂𝗰𝗶𝗮 𝗲 𝗳𝗶𝗮𝗺𝗺𝗮.
𝗘 𝗶𝗻 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮, 𝘀𝗶𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗼, 𝗰𝗼𝗻 𝗹'𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗼 𝘀𝘂𝗼.
𝗖𝗼𝗻 𝗹'𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗼 𝘀𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼 𝘃𝘂𝗼𝘁𝗼 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘁𝘁𝗼 𝘀𝘂𝗼.
Iniziò poi a usare un tono per cui... sembrava quasi come se stesse parlando di qualcosa che xlx piaceva particolarmente.
𝗖𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼, 𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘁𝘂𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲.
𝗕𝗮𝘀𝘁𝗮 𝘂𝗻 𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝗯𝘂𝗰𝗰𝗶𝗮, 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮.
𝗨𝗻 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮, 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮, 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲.
Assunse poi un'aria quasi sognante.
𝗨𝗻 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗹𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗴𝗿𝗶𝗱𝗮... 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼.
𝗜𝗹 𝘁𝗿𝗲𝗺𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲... 𝗲̀ 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼.
𝗦𝗶 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗹𝘂𝗰𝗲... 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗰𝗮𝘁𝗲𝗻𝗮 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗶𝗲𝗹𝗶.
𝗦𝗶 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗰𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗮𝗿𝗲, 𝗲 𝘀𝗶 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝘀𝗰𝗮𝗹𝗮𝗿𝗲. 𝗘 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝗿𝗲. 𝗘 𝗻𝘂𝗼𝘁𝗮𝗿𝗲.
𝗟'𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗗𝗶𝗼.
E poi piombò il silenzio.
Una volta terminato, una volta che potè finalmente tacere, guardò davanti a se' con un sorriso fiducioso, mentre aveva un leggero fiatone per l'emozione.
Anche tra il pubblico calò il silenzio, non avendo realizzato subito che si era giunti al termine.
Qualche istante dopo, fu Arthit il primo a iniziare ad applaudire, seguito poi a ruota da tutti quanti, facendo scoppiare un forte applauso collettivo.
"Non ho capito niente, però mi è piaciuto." fu Rigel Aaron l'unico a commentare, tra se' e se' a bassa voce.
Il sorriso di Asuka si allargò sempre di piú, e rimase un attimo a godersi il momento, prima di correre all'improvviso dietro alle quinte.
Ad aspettarlo qui c'era sempre l'altro ragazzo, che lo accolse con un sorriso che lo faceva sembrare alquanto fiero.
Lxi gli corse incontro, e all'improvviso fece un salto in avanti a braccia spalancate, fiondandoglisi addosso facendogli quasi perdere l'equilibrio, abbracciandolo e tirando anche un urlo di esultazione.
Il ragazzo rise divertito mentre stava attento a non cascare dopo che l'altrx xlx fu saltatx addosso.
"L'ho fatto! L'HO FATTO!" esclamò xlx drammaturgx, completamente estasiatx.
"Visto? Che ti avevo detto io? Hai fatto davvero un buon lavoro." xlx rispose il ragazzo dai capelli bianchi poco dopo essersi staccato dall'abbraccio.
Era anche passato poco da quando erano cessati gli applausi, e a quel punto Mariasole si guardò intorno.
"Ohhh... Rev si è persa tutto lo spettacolo, è proprio un peccato..." fece notare poi.
"Anche Hayami, ancora non è tornata." notò Omiro sentendola.
"Che strano..." commentò Zhenya.
Ares si alzò in piedi.
"Posso andare a cercarle io!" annunciò prontamente.
"Vabbè ma non c'è bisogno di cercare Rev, sarà ancora in bagno, mi ha detto che andava là!" rispose la creatrice di bambole voodoo con un sorriso.
"Allora vado a chiamare solo Hayami, ci penso io!" ribattè l'uomo di punta, per poi avviarsi in giro, alla ricerca dell'amica.
Una volta allontanatosi dalla zona del palco, il primo luogo in cui pensò di andare per la sua ricerca fu la villa: perciò subito si avviò all'interno.
"Hayami? Hayami, che fai?" iniziò a chiamare la parkourist una volta addentratosi in uno dei corridoi.
Si incamminava lì, guardandosi intorno e facendo attenzione al minimo rumore, ma non si sentiva volare una mosca, quel posto pareva completamente disabitato.
C'erano ovviamente molte porte chiuse, lasciate dai proprietari di ogni camera prima di uscire, però ad un certo punto il ragazzo soffermò la sua attenzione su una porta che era stata lasciata aperta, e che era la porta del bagno.
Si fermò così per vederne l'interno, notando così una cosa alquanto strana, ovvero che nessuno si trovava lì, anche quella stanza era vuota.
Dopo questa attenta ispezione, continuò a camminare in giro.
"Hayami? Revmira? Che fateee?" le chiamò nel mentre.
. . .
Ore 19:20.
Sarebbe tornatx.
Non c'era ombra di dubbio, nè alcun motivo per dubitarne.
Era certo che sarebbe tornatx.
Era questo quello che la ragazza dai capelli rosa continuava a ripetere a se' stessa mentre rimaneva là seduta.
In fondo, glielo aveva detto lxi.
Sarebbe andatx un attimo in bagno, e poi sarebbe tornatx, glielo aveva detto.
Quindi sicuramente sarebbe tornatx una volta finito ciò che aveva da fare.
"Però è strano, tutto questo tempo in bagno?" chiese Jelka.
"Non so, magari ha mangiato qualcosa che xlx ha fatto male." suggerì Rigel Aaron.
"Stai dicendo che potrebbe essersi sentitx male per quello che ho preparato io?" chiese Kokoro lanciandogli un'occhiata.
"No, ovvio che non-"
"Invece su quell'altra nessuno dice niente." commentò Taiyou.
"Hayami ha detto che doveva fare una cosa, però non so cosa e me lo chiedo." spiegò Omiro.
Fu in quel momento che si sentirono di nuovo dei passi farsi vicini, e piú persone si voltarono in direzione dei rumori per vedere chi fosse, rivedendo così Ares tornare.
Quest'ultimo, appena abbastanza vicino, si poteva notare quanto fosse incerto e perplesso, il che fu confermato da ciò che disse dopo.
"Ragazzi, non so come sia possibile, ma... Nè Hayami nè Revmira sono da nessuna parte."
Per qualche attimo nessuno osò fiatare, e non era facile capire bene come tutti avessero precisamente preso questa informazione: c'erano però persone che sembravano incredule.
"... Cosa... cosa intendi?" domandò Omiro, pensando di non aver capito bene, anche se sotto sotto stava provando un po' di tensione per la misteriosa scomparsa della sua amica.
"Non riesco a trovarle da nessuna parte! Vi assicuro di aver controllato dovunque potevo!" ripetè lui.
"Siamo chiusi in questo posto. Dove pensate che possano mai essere andate?" chiese Jerome.
"Ma infatti! Devono pur essere qui da qualche parte!" concordò Jelka.
"... Ragazzi, io temo possa essere successo qualcosa." mormorò Rigel Aaron.
Mariasole, continuando a sorridere, fece cenno di no con la testa.
"Mi aveva detto che andava in bagno e tornava. Adesso torna."
"Non è possibile che si siano volatilizzate all'improvviso..." disse Kokoro.
Robin, con ancora la stessa aria assente di prima, non disse niente.
"Se è uno scherzo, non fa ridere. Proprio per niente." commentó Taiyou.
"Erano davvero così basse le aspettative sul mio lavoro, da portare non una ma ben due giovani fanciulle a dileguarsi precedentemente all'inizio? Beh... È un peccato che non hanno avuto la possibilità di assistere al fatto che vi ho stupiti tutti!" disse Asuka.
"Ragazzi, non è possibile che sia successo loro qualcosa. Siamo tutti qui, nessuno può aver fatto loro niente." li rassicurò Zhenya.
"Fatto sta che dobbiamo capire dove sono. Quindi è il caso che andiamo tutti a cercarle." disse Arthit.
"Già, dividiamoci!" esclamò Jelka.
"Io... Vado a controllare da quella parte, subito!" aggiunse subito dopo indicando in una direzione precisa, prima di non pensarci due volte a dirigersi lì.
"E meno male che doveva essere una serata tranquilla. Che palle." si lamentó Taiyou impugnando il proprio ombrello, prima di andarsene anche lui da un'altra parte.
"Sarà meglio per loro che non sia uno scherzo di cattivo gusto." disse anche Jerome, anch'egli prima di allontanarsi.
"Forse bisogna ricontrollare ancora meglio dentro alla villa!" propose Ares, riavviandosi quindi proprio là.
Anche Omiro decise di andarsene in giro senza dire niente, sentendosi in pensiero per il fatto che non aveva idea di dove poteva essere finita Hayami.
"È il caso che ci dividiamo tutti, per poter cercare in piú luoghi contemporaneamente." suggerì Rigel Aaron, prima di andarsene anche lui.
Presto anche Robin si alzò, e si incamminò lontano da lì ancora senza neanche mezza parola.
"Noi preferiamo cercare insieme, se non è un problema." spiegò Zhenya, prima di allontanarsi in compagnia di Kokoro.
In verità, anche Asuka e Arthit avevano avuto la stessa idea, di investigare in coppia: ma prima di ciò, la loro attenzione si era soffermata su qualcosa che lx aveva distrattx dal loro scopo originale, ovvero quello di cercare Hayami e Rev.
Infatti, avevano notato che in tutto ciò Mariasole era rimasta tutta sole, e non sembrava accennare a voler andare da nessuna parte, rimanendo ancora a sedere a testa bassa.
Così pensarono di avvicinarsi.
"Mariasole, tu non vai a cercare in giro?" le domandò Arthit.
"Nostra piú cara compagna di stanza? È evidente che la situazione non è delle migliori, ma per un buon esito è necessario che tutti si diano da fare per scovare il nascondiglio delle nostre due compagne!" cercò di spronarla invece Asuka.
Nessunx dellx due ottenne però alcuna risposta.
Fu questione di pochi attimi prima che si accorgessero che la creatrice di bambole voodoo aveva iniziato a tremare leggermente.
"Mariasole-" provò a parlarle di nuovo l'artista di sketch per la polizia, avvicinandosi anche di un passo, ma prima che potesse aggiungere altro fu interrotto dai singhiozzi sconsolati della ragazza.
Quest'ultima alzò la testa, rivelando il viso pieno di lacrime che non cessavano di scorrere, nel mentre che con le mani si tenne delle ciocche di capelli per non averle davanti alla faccia.
"Deve tornare... per forza...! Me lo aveva... assicurato...! Non mi ha detto... una bugia..." disse tra un singhiozzo e l'altro.
Xlx due ragazzx rimasero alquanto sbigottitx davanti a questa scena, ma presto decisero di agire: prima il ragazzo si mise su un ginocchio per arrivare alla sua altezza.
"Mariasole- oh- ascoltami. Mantieni la calma e ascoltami-" provò a dirle con calma, ma anche con una certa preoccupazione nel tono, mentre xlx ragazzx le mise le mani sulle spalle e rimase a guardarla in faccia, anche lxi visibilmente preoccupatx.
"Certo che Rev tornerà. Semplicemente avrà avuto un piccolo imprevisto, ma adesso capiremo cos'è successo e andrà tutto bene. Mi hai capito?" cercò di farle capire il primo, avvicinando anche leggermente il viso.
La ragazza non rispose subito, ma qualche secondo dopo allungò lentamente le mani in avanti, prima di metterle dietro al ragazzo dai capelli bianchi per avvicinarlo a se' per un abbraccio.
"Arthit...!" si limitò a dire inizialmente, continuando a singhiozzare tristemente.
Xlx ragazzx dai capelli viola divenne dispiaciutx ad osservare ciò, mentre l'altro rimase come prima e non aggiunse altro per il momento, semplicemente lasciandosi abbracciare.
Fu mentre le lacrime bagnavano la spalla di Arthit, sopra alla quale era poggiato il mento della ragazza dai capelli rosa, che quest'ultima aggiunse altro, o almeno ci provò, dato che stava piangendo talmente tanto da darle qualche difficoltà a parlare.
"Io n-non... non v-voglio che Rev faccia... c-come la m-mia ma-mamma... C-capisci?"
Mentre udivano tali parole, Arthit e Asuka lentamente spostarono lo sguardo per scambiarsi uno sguardo di pura confusione, si guardarono in un modo per cui proprio sembravano volersi dire a vicenda "Ma ora cosa sta dicendo?".
Il primo, però, pensò in fretta a cosa dire, quindi si allontanò leggermente e tornò a guardare in viso Mariasole.
"Ascolta. Come hanno già detto prima, non può essere successo nulla di brutto, perchè fin'ora siamo stati tutti quanti nello stesso posto e nessuno può aver fatto niente nè a Rev nè ad Hayami, quindi stai sicura che ritornerà. Dobbiamo soltanto andare a cercarlx. Okay?" le spiegó poi con premura.
Lei tiró su' col naso, continuando a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime.
"Da... Da-davvero...?" chiese.
"Davvero. Mi credi il tipo da dirti uma cosa simile sapendo che potrebbe non essere vera? Ora calmati." rispose lui con un sorriso, mentre Asuka si premurò di asciugarle le lacrime con una mano.
"Ora-" il ragazzo dai capelli bianchi si alzó poi in piedi.
"Vieni con noi, andiamo a cercare insieme." le propose, tendendole una mano.
La ragazza dai capelli rosa esitò un attimo, ma poi si decise a prendere piano la sua mano.
"O-ok..." si limitó a dire rialzandosi, prima che anche xlx ragazzx dai capelli viola le prendesse l'altra mano con un sorriso, ed iniziassero a incamminarsi via di lì tuttx insieme.
. . .
Ore 19:30.
Rigel Aaron si trovava davanti alla porta principale della villa.
Però ancora non si era deciso ad entrare: bensì, era là fermo, volendo prima osservare un dettaglio a cui fino a quel momento non aveva dato tanta attenzione.
Quella scritta a caratteri cubitali posizionata là sopra, a lato dei portoni.
Di solito non ci faceva tanto caso quando passava di lì.
"VILLA SMERDI"
Non riuscì a trattenere un sorriso a rileggerla, essendo che lo trovava un nome un po' buffo.
Non aveva mai conosciuto nessuno con tale cognome.
Ripensò un attimo a Lily, e gli venne da chiedersi, chissà come aveva fatto, ad avere accesso a contatti con questa presumabile famiglia Smerdi...
Il suo sorriso però sparì in fretta e tornò serio: basta, non poteva continuare a pensare a ciò, doveva entrare là dentro.
Perciò abbassò la maniglia e aprì la porta, entrando subito dopo.
Una volta fatto il suo ingresso, si guardò intorno un attimo: dopodichè, si decise a salire con calma le scale, per dare un'occhiata al piano di sopra.
Peccato, però, che c'era un'unica direzione in cui non aveva guardato, ovvero dietro di se': fu questo che non gli fece notare la persona nascosta di fianco alla porta.
Anche Lily era da un po' che non si faceva vivx, eppure nessuno si era fatto domande nè tantomeno lx stavano cercando, che cosa triste.
Ma meglio per lxi, no?
Persino lxi stessx si era vestitx da festa: infatti, quella sera portava un vestito lungo nero a lacci, con sotto una camicia bianca a maniche lunghe.
Una volta che l'artista moderno fu salito fino in cima alle scale senza accorgersi di niente, xlx ragazzx si prese il suo tempo e educatamente richiuse la porta, senza neanche sbatterla, prima di inserire la chiave nella serratura, ritirarla fuori, lanciarla via in un angolino del posto e poi andarsene da tutt'un'altra parte con tranquillità.
Ma ora invece vediamo come se la stava cavando qualcun altro che invece si trovava all'esterno di Villa Smerdi, lì nel giardino circostante.
Omiro era ancora completamente da solo, che vagava nel giardino alla ricerca di qualcosa di utile per risolvere quel fatto così misterioso.
Il suo umore non era cambiato da quando era iniziato tutto: era preoccupato.
Sì, si ricordava le parole degli altri, e questo avrebbe dovuto convincerlo che Hayami stava bene, però...
Non riusciva a spiegarsi com'era possibile che fosse introvabile.
Ah sì, e anche se pensava di piú alla sua così cara amica, ovviamente sperava che anche Rev stesse bene, ci mancherebbe.
Tuttavia, fu d'improvviso interrotto dai suoi pensieri quando sentì dei versi provenire da lì vicino: si fermò e rimase in silenzio per poter aguzzare l'udito e capire attentamente cosa fossero quei versi, e giunse presto alla conclusione che si trattava di dei singhiozzi.
Come se ci fosse una persona che piangeva.
Non ci pensò due volte quindi a seguire la fonte di quei singhiozzi: c'era qualcuno che poteva aver bisogno di aiuto, ed era suo compito vedere cos'era successo per occuparsene.
Lungo il suo cammino, si imbattè in un cespuglio situato vicino ai vertici del giardino, dove ormai ai trovava l'alto e imponente cancello che circondava la villa: così, lo spostò per poter dare un'occhiata a cosa si celava dietro di esso.
Vide così una scena che di certo non si aspettava di vedere, alquanto insolita: vi era Robin seduto a terra, con la testa bassa e il viso nascosto tra le mani.
Era ormai chiaro che fosse lui la persona che singhiozzava.
In realtà, aveva notato già da prima comportamenti strani in quel ragazzo: da che era sempre così allegro e loquace, si era ammutolito di colpo, senza un apparente motivo.
E ora lo aveva trovato così.
Il suo dovere era quello di capire cosa non andava, e fare del suo meglio per aiutarlo!
Quindi si avvicinò piano, prima di sedersi accanto a lui.
"Che cosa ti è successo?" fu la prima cosa che gli chiese, non ottenendo però alcuna risposta dall'altro, che neanche lo degnò di uno sguardo.
Esitò un attimo, ma poi gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla.
"Se hai qualcosa me lo puoi dire, sono qui per te."
Niente, tutto inutile: il crittologo continuò a singhiozzare imperterrito.
Così Omiro pensò di allontanare un attimo la mano, e osservare l'altro attentamente prima di decidere come procedere.
Così lo scrutò bene, alla ricerca di qualcosa che potesse fargli intuire se c'era un problema di cui lui non voleva parlargli.
Purtroppo non poteva vedere bene molto, per il fatto che il viso del ragazzo dai capelli verdi era ancora nascosto.
Quindi, piano piano abbassò sempre di piú lo sguardo, fino a che non arrivò a notare casualmente soltanto in quel momento il taglierino intatto e pulito che era poggiato delicatamente sull'erba accanto al ragazzo.
Ecco, diciamo che il ragazzo dai capelli neri rimase un attimo interdetto davanti a questa vista: ma non quanto pochi secondi dopo, quando rialzò con molta lentezza lo sguardo accorgendosi così che Robin aveva cessato le lacrime e aveva rialzato lo sguardo, e ora lo stava fissando con la stessa espressione spenta di prima.
"oH-"
Neanche il tempo di reagire che si ritrovò a sbattere con forza la schiena a terra dopo la spinta ricevuta, e di nuovo ancora prima che potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo si ritrovò con sopra di se' l'altro ragazzo, il quale ora brandiva il taglierino stretto in una mano.
L'ipnotizzatore aveva gli occhi spalancati dal momento in cui aveva realizzato di ciò che era appena successo, dopodichè fece in tempo a vedere il crittologo che, mentre gli teneva gli occhi addosso, alzava lentamente la mano con cui impugnava l'oggetto prima di fare uno scatto improvviso scagliandosi con esso contro di lui, puntando all'addome.
Non seppe neanche lui come fece a fermargli in tempo il polso tenendolo con entrambe le mani, fatto sta che ora si ritrovava a cercare disperatamente di trattenerlo finchè poteva.
Nel mentre, quando ritrovò il fiato, provò a parlargli.
"Robin- Robin stai facendo un errore, ne possiamo parlare-" tentò di convincerlo, nel mentre che cercava di aumentare un poco la forza per potergli sollevare anche solo di qualche centimetro di altezza il polso.
Per quanta adrenalina stesse provando in quel momento dato il rischio così grande che stava correndo, Omiro con quel poco di lucidità che gli rimaneva aveva deciso che il modo migliore per uscire vivo da quella situazione era cercare di calmare il suo aggressore, e dissuaderlo dal suo intento.
"Robin tu- tu magari pensi che stai facendo qualcosa che ti aiuterà a uscire vivo da qui, ma non è così, stai facendo una cosa pericolosissima innanzitutto per te-" intanto che continuava a parlare, neanche lui interrompeva il contatto visivo, ed era così che se ne stava rendendo conto.
Quello non era Robin, o almeno non il Robin che aveva conosciuto.
Non sapeva cosa gli era successo per diventare all'improvviso così, ma era chiaro che c'era qualcosa che non andava.
"Possiamo parlarne insieme! Possiamo trovare un modo per uscire insieme agli altri, solo non-" non riuscì a completare la frase perchè il piú alto iniziò a mettere sempre piú forza nel braccio, tant'è che iniziò a vedere la lama che scendeva e che si faceva sempre piú vicina al suo giacchetto.
Male, si metteva malissimo!
Sarebbe stato tutto molto piú facile se ci fosse stato qualcun altro con lui a difenderlo, e invece si ritrovava da solo a fare non si sa cosa per non rimetterci la pelle!
Ma poi qualcosa successe.
Non sapeva neanche lui cosa, semplicemente era come se qualcosa fosse cambiato.
Qualcosa che tutto ad un tratto gli donò la forza necessaria da strattonare di lato Robin con entrambe le mani, togliendoselo di dosso.
Non avendo testimoni, nessuno avrebbe mai creduto a ciò che era appena successo, considerando che aveva appena scaraventato lontano da se' uno che era forse il doppio di lui, sia in peso sia in altezza: come non ci credeva lui, probabilmente non ci credeva neanche l'altro, il quale non aveva neanche ancora capito cos'era successo ed era ancora al tappeto.
Al contrario di Omiro che, appena si rese conto della via di uscita, non se lo fece ripetere due volte ad alzarsi e dileguarsi in fretta, partendo di corsa alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo, ben consapevole che se il ragazzo si fosse rialzato e lo avesse raggiunto di nuovo forse non avrebbe avuto lo stesso colpo improvviso di fortuna ottenuto precedentemente.
. . .
Ore 19:40.
Ora però passiamo un attimo a rivedere come se la stavano cavando piú tardi un gruppetto di persone di cui abbiamo narrato in precedenza.
Infatti, dopo qualche tempo di investigazioni, Arthit e Asuka portando con loro Mariasole sembravano averla completamente calmata: ora era molto piú serena, e anche ottimista sui risultati di quelle ricerche.
Proprio per questo motivo, durante il loro tragitto erano riusciti a godersi un momento passeggero di spensieratezza: la ragazza ora tra xlx altrx due, a braccetto con entrambx, mentre sia lei sia xlx ragazzx ridevano divertiti e il ragazzo si limitava a guardarlx con un sorriso.
Fu durante quella camminata così allegra, che si ritrovarono davanti ad una scoperta che lx lasciò alquanto incuriositx.
Infatti, camminando, giunsero davanti ad una serie di cose che per la creatrice di bambole voodoo erano nuove: come per esempio, ora si ritrovavano davanti ad una casetta di legno, dalle dimensioni alquanto minute, e quindi di conseguenza anche con molto poco spazio.
"Ohhhh... Ma questa prima non c'era!" realizzò infatti lei, meravigliata.
"C'è da qualche giorno, magari prima non ci hai fatto caso. Deve averla aggiunta Lily." le spiegò Arthit.
Quest'ultimo poi, fece un tentativo per aprire la porta della casetta, invano.
"Penso sia uno di quei posti dove si tengono gli utensili da giardinaggio. Mi chiedo però come mai è chiuso."
"Forse abbiamo bisogno del permesso di Lily per fare giardinaggio!" suggerì la ragazzina con un sorriso.
"Pensa un po' tu. Non solo ci tiene chiusi qui, ma dobbiamo anche chiederxlx il permesso per fare certe cose." commentò quindi lui.
"Ohhh, mix compagnx! Codesto oggetto- ho come l'impressione che ha fatto la sua comparsa solo nella giornata odierna!" fece notare Asuka agli altri due, indicando ciò che aveva appena visto.
Così i due si girarono, potendolo osservare anche loro: vi era un marchingegno assai grande, e anche alquanto lungo, che sembrava poter contenere chissà quante cose, e che era chiuso da un lungo coperchio.
"Hai ragione, questo mica c'era prima di oggi." confermò il ragazzo dai capelli bianchi.
"Ma che cos'è?" chiese la ragazza dai capelli rosa.
"Per sorte, si dovrebbe vertere di una tipica attrezzatura usata per frantumare fronde di arbusti!"
"Ah, tu dici che è uno di quei macchinari che tritano i rami d'albero..."
"Tanto vale appurare adocchiandone il contenuto!" dichiarò xlx ragazzx dai capelli viola con un sorriso convinto, per poi avvicinarsi e alzare leggermente il coperchio.
Ecco, appena vide ciò che c'era nascosto all'interno piano piano il suo sorriso svanì, dando spazio ad un'espressione di vero e proprio shock.
Mariasole, incuriosita, si avvicinò per vedere.
"Oooooo...rca put- mANTIENI LA DISTANZA MARIASOLE!" esclamò d'improvviso xlx drammaturgx, afferrando l'altra all'improvviso dalla vita con una mano e indietreggiando velocemente portandosela appresso, mentre mise l'altra mano dinanzi ai suoi occhi.
"Che succede?" fece in tempo a chiedere lei, rimasta disorientata da tutte queste cose successe così velocemente.
"NON MACCHIARE LA TUA IRIDE CON TALE PERCEZIONE!"
"Che volete dire, Asuka?"
"NON GUARDARE CAZ-"
Assistendo a ciò, Arthit decise di farsi avanti e andare lui a controllare che cosa aveva visto l'altrx, che aveva scatenato quella reazione in lxi e per cui non voleva che anche l'altra lo vedesse.
... Cioè, in realtà a quel punto si era fatto una certa idea di cosa poteva aver visto, però fino all'ultimo sperò che non fosse quello che pensava.
Ecco che quando alzò il coperchio, la sua intuizione si rivelò corretta, dato che trovò esattamente quello che immaginava di trovare: quello però... oh, a differenza delle scene viste in precedenza quella era una vista alquanto disgustosa.
Considerando che all'interno del macchinario vi era sangue da tutte le parti, schizzato su tutte le pareti, però in mezzo a tutto quel liquido scarlatto gli sembrava di vedere anche qualcos'altro di solido...
... Nonostante non fosse ben visibile, lui sapeva benissimo di cosa si poteva trattare.
Senza dire una parola, richiuse il coperchio e si girò a guardare xlx due amicx: l'unx ancora cercava di trattenere l'altra dal vedere la scena, però adesso tuttx e tre insieme avrebbero dovuto dare la notizia che avevano trovato un corpo, almeno quel che rimaneva.
Ma rimaneva una domanda importante.
Di chi?
. . .
BUONGIORNOH :D
Piú si va avanti piú diventano sempre piú difficili da scrivere sti capitoli.
Mi ci è voluto tantissimo ma finalmente anche questo è andato! :D
So che ce l'avete con me perchè vi aspettavate la verità sull'omicidio ma non si è concluso un cazzo, non si sa ancora minimamente chi è morto.
Pensare che piú si va avanti piú diventa peggio- dicEVO-
Che spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi aspetta il prossimo. :D
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