𝖸𝗈𝗎 𝖼𝖺𝗇𝗇𝗈𝗍 𝗌𝖺𝗏𝖾 𝖾𝗏𝖾𝗋𝗒𝗈𝗇𝖾.

. . .

CARISSIMO PINOCCHIO,

AMICO DEI GIORNI PIÚ LIETI,

DI TUTTI I MIEI SEGRETI,

CHE CONFIDAVO A TE.

CARISSIMO PINOCCHIO,

RICORDI QUAND'ERO BAMBINO?

NEL BIANCO MIO LETTINO,

TI SFOGLIAI, TI PARLAI, TI SOGNAI.

DOVE SEI???

. . .

15/10/2021.
Ore 14:00.

Era da un po' che la cercava.

Aveva ormai fatto il giro di tutto l'edificio scolastico per scovarla, senza alcun successo.

Per questo motivo si era recatx all'esterno del posto, nel vasto giardino situato dinanzi all'ingresso.

Dopo un tratto di strada lì, finalmente la vide.

"Daisy!" la chiamò, dirigendosi verso di lei.

Lei che era in piedi, girata di spalle, di fronte alla fontana di quel giardino fiorito.

"Oh, hai ritrovato il tu-... oh."
Una volta fermatosi accanto a lei potè osservare anche lxi la fontana, notando un particolare che lx fece arrestare di colpo.

Nell'acqua, completamente zuppo, vi era uno zainetto blu, le cui cerniere erano state lasciate aperte, e da esse erano fuoriusciti una serie di quadernini e libri, che di conseguenza erano stati tutti completamente sommersi.

Xlx ragazzx rimase un po' a guardare la scena, visibilmente sconcertatx, prima di girare la testa a guardare l'altra, la quale era rimasta immobile a testa bassa senza dire niente, tenendo ben stretto tra le braccia la propria bambola dai capelli celesti.

"... Daisy questo è troppo." le disse poi, al che l'altra si limitò ad annuire.

"Un conto è lo scherzetto innocente e innocuo, un altro conto è rovinare completamente tutte queste cose che ti ha comprato tua madre per la scuola. Dobbiamo fare qualcosa prima che la situazione degeneri." continuò lxi.

"Hai ragione, devo fare qualcosa." concordò lei con tono deciso.

"Devi andare a dirlo a qualcuno che ti possa aiutare in questa situazione."

"Non ho bisogno di qualcun altro. Posso cavarmela anche solo con l'aiuto di me stessa!"

"Daisy, non hai capito che non la smetteranno di tormentarti fino a che non verranno ripresi o fermati da qualcun altro?!"

"Se vado a chiedere aiuto a qualche insegnante questo li gratificherà ancora di piú. Devo dimostrare loro che posso trovare un modo per farli smettere anche da sola!"

"Ma almeno vallo a dire tua madre!" insistette a tentare di persuaderla xlx ragazzx, chiaramente preoccupatx.

"E fare la figura della bambina che va a chiedere aiuto alla mammina? Sarebbe anche peggio!"

"Posso andare a parlarle io se-"

"No, non voglio che lo fai!"
Il modo in cui la ragazzina alzò d'improvviso la voce fece leggermente sussultare l'altrx, che poi preferì tacere per qualche attimo prima di ribattere.

"... Daisy se ti dicono o ti fanno qualcos'altro dillo almeno a me per favore, lo sai che voglio solo difenderti da queste persone..." spiegò poi con un filo di voce.
"Okay, ma non mi devi difendere tu. Lo faró io!"

. . .

10/12/2023.
Ore 08:30.

E così un'altra era iniziata.

L'ennesima giornata che passavano chiusi nelle mura di quel posto.

L'ennesima giornata che iniziavano nello stesso, identico modo: venivano svegliati tutti, uscivano dai dormitori, e andavano a fare colazione in presenza di Lily.

Ah, Lily.
Quellx stranx individux dalle origini sconosciute, e che a giudicare da delle scoperte che si erano fatte su di lxi, a quanto pare non era neanche umanx.
Tante cose su di lxi erano ancora ignote: chi era lxi veramente, quali erano le sue intenzioni, e soprattutto... perchè li teneva tutti imprigionati là dentro, e perchè aveva un atteggiamento così freddo e sprezzante nei confronti dei suoi "ostaggi".

Poi li teneva lì obbligati a togliersi la vita a vicenda... nessuno ancora sapeva spiegarsi anche il motivo dietro questo.
E anche per quanto tempo ancora ciò sarebbe continuato.

Loro in origine erano un gruppo vasto di studenti provenienti tutti dallo stesso istituto...

... E arrivati a quel punto, solo pochi prescelti erano ancora in vita, e chissà per quanto ancora lo sarebbero stati tutti.

C'era Omiro, un ipnotizzatore dal carattere calmo e paziente, la cui principale intenzione era quella di aiutare gli altri, ma non sempre ci era riuscito, anzi, in alcuni casi era lui stesso a "causare" danni a chi gli era vicino.

Poi c'era Ares, un uomo di punta, che nonostante fosse una persone così forte e anche pericolosa fino ad ora si era mostrato come una persona solare e amichevole.
Aveva sempre voluto proteggere le altre persone, ma di recente era finito ad essere lui stesso la causa della morte di una.

C'era Jelka, una skipper e una ragazza a volte un po' imprevedibile, alcune volte socievole e cordiale e altre volte piú scontrosa e irascibile.
Era venuta a far parte della gita assieme al suo fidanzato, che aveva poi perso tragicamente, e sul quale col tempo ha avuto modo di fare scoperte a dir poco agghiaccianti.

Vi era Rigel Aaron, un artista moderno...
... E quello che pareva essere il piú normale là dentro.
Tutto sommato una persona tranquilla, che a volte con alcuni suoi atteggiamenti sembrava provarci con alcuni partecipanti, ma che a parte questo non aveva mai fatto nulla che disturbasse gli altri.
Agli occhi di tutti era veramente normalissimo, non essendo a conoscenza di un oscuro segreto sul suo passato che nascondeva.

Vi era poi Taiyou, un teru teru bozu, colui che portava sempre il sole dovunque andava.
Una persona sicuramente complicata, dalla personalità scontrosa e distante con gli altri, ma che in alcune situazioni aveva dimostrato di saper collaborare, e persino di saper andare un poco d'accordo con alcuni.

Poi Rev, un artista di strada, unx ragazzx energicx e socievole, ma che amava fare scherzi e dispetti ai propri compagni.
Pur non essendo sempre statx di grande aiuto a risolvere i vari casi avvenuti in quel posto, di recente era avvenutx che era riuscitx con scaltrezza a scampare alla morte e aiutare gli altri a smascherare e punire un assassino.

C'era anche Asuka, unx drammaturgx, e che per tale talento che aveva era solitx avere un atteggiamento teatrale e pieno di enfasi, assieme ad una grande parlantina che lx portava spesso a fare discorsi molto lunghi e con un lessico elevato.
Fin'ora aveva sempre cercato modi per evitare omicidi, come distraendo i propri compagni con attività di intrattenimento.

Anche Zhenya, una ragazza che aveva sempre sostenuto di essere l'unica lì dentro a non avere un Ultimate, cosa che solo Rigel Aaron aveva verificato non essere vera dato che lei era l'Ultimate Prodigy, decidendo però di proteggere il suo segreto.
Si era sempre dimostrata come una persona gentile, sempre pronta ad aiutare chi le stava attorno, ma forse lontana dagli occhi altrui poteva nascondere qualcosa pure a riguardo della sua personalità.

Inoltre vi era Mariasole, una creatrice di bambole voodoo.
Una ragazzina dall'aria pura e benevola, che voleva solo il bene dei propri compagni di viaggio, disposta ad usare anche il suo Ultimate nel tentativo di garantire ciò.

Poi Arthit, un artista di sketch per la polizia che, essendo appunto un aiutante delle forze dell'ordine, voleva garantire la sicurezza delle persone presenti con lui, cercando ormai da un bel po' una via d'uscita per l'intero gruppo e ritrovandosi costantemente in contrasto con Lily.

E infine Kokoro, una cake designer, una ragazza riservata che però aveva avuto modo di coltivare anche lei delle amicizie in quel posto.
Tralasciando il suo comportamento a volte freddo, tutto sommato lei era un'altra persona tranquilla.

Tutte queste erano le persone rimaste in vita fino a quel momento.

Tutte le persone che in quel momento erano nella sala da pranzo.

Erano nella sala da pranzo intenti a consumare la propria colazione in silenzio, con Lily a capotavola.

E fu proprio Lily che in quel momento fece piombare quella frase che interruppe il clima mite e sereno che si era creato quella mattina.

"Siamo arrivati al punto in cui vi posso dire che non ho fatto tutto da solx per rinchiudervi qui."

Quella frase attirò l'attenzione di tutti, che smisero momentaneamente di fare colazione, spostando lo sguardo pieno di curiosità verso xlx ragazzx.

Tutti quanti parevano sorpresi a tale informazione.

Tutti, tranne una singola persona.

"Ma perchè, non era scontato che sicuramente eri statx aiutatx da qualcun altro?" chiese Arthit.
"E tu come lo avresti capito, sentiamo?" rispose lxi, al che l'altro sorrise.
"Beh, è chiaro ormai che non sei abbastanza competente da poter organizzare tutto questo da solx."
"Faccio finta di non aver sentito, dicevo."

Xlx ragazzx tornò a osservare tutti i presenti, uno ad uno.
"Ebbene sì, c'è un'altra persona con cui collaboro, che in realtà è pure la stessa persona che ha pianificato l'intero gioco. Ma non sarò io a dirvela, dovrete essere voi a scoprirla."

"Ma come facciamo a scoprirla?" domandò Omiro.
"Dacci almeno un indizio, una pista, qualcosa che ci dia un piccolo aiuto insomma!" disse Jelka.

"Oh, volete un indizio su chi sia questa persona? E allora ve lo do." disse con tranquillità Lily, sorprendentemente dispostx a dare loro questo piccolo aiuto.

"È unx di voi."

Shock.

Cadde il silenzio tra tutti i partecipanti, eccetto per il forte rumore del succo ace che andava di traverso a Rev e alla quale per poco non usciva dalle narici.

Tutti gli altri rimasero come pietrificati a tenere gli occhi sconvolti fissi sullx ragazzx dai capelli celesti, il quale manteneva un'espressione indifferente.

"... Non... non è possibile..." mormorò poi Kokoro, incredula.
"Eccome se è possibile che unx di voi vi ha traditi per tutto questo tempo nascondendo il fatto di essere quellx che ha organizzato questo killing game."

Qualcuno ogni tanto diede una veloce occhiata a qualcuno dei propri compagni, prima che Lily si alzasse in piedi.
"Come ho già detto, tocca a voi vedere chi è prima che sia troppo tardi, e chissà, magari scoprirlo vi aiuterà a scoprire anche perchè siete stati portati qui."

Si voltò poi.
"Io, personalmente, non vi auguro buona fortuna perchè spero non ce la facciate in tempo, ma vediamo di cosa siete capaci." concluse, prima di incamminarsi fuori dalla porta.

E così se n'era andatx, lasciando solo il gruppo, il quale rimase in silenzio ancora un po' prima che qualcuno avesse nuovamente il coraggio di fiatare.

Inutile dire che quelle dichiarazioni avevano lasciato un po' tutti spiazzati, dato che questo cambiava completamente l'idea che si erano fatti di quella situazione.

Cioè, fin'ora erano convinti di essere solo un gruppo di ragazzi innocenti rapiti da unx robot malvagix...
E invece ora si scopriva...
Che non solo aveva qualcun altro ad aiutarlo, e non solo che quel qualcuno era la stessa persona che aveva pianificato di rinchiuderli lì, ma anche che era qualcuno tra di loro...?

Poteva veramente essere chiunque tra le persone in quella stanza...?

E magari quella persona fingeva di essere spaventata come gli altri ma se la stava ridendo sotto i baffi.

Questa cosa angosciava gran parte dei presenti, che non pensava piú ci fosse via d'uscita da quella situazione, sapendo che unx dei loro compagni era lx stessx che li voleva morti.

Eppure, sembrava che qualcuno avesse ancora un lume di speranza in se'.

Infatti, Omiro poggiò delicatamente le mani sul tavolo, poi usò le proprie forze per alzarsi lentamente in piedi, attirando l'attenzione di tutti gli altri.

"Ragazzi..." disse, con voce leggermente bassa.
"... Dobbiamo... dobbiamo trovare un modo per uscire da qui, e stavolta dobbiamo fare tutto quello che possiamo." disse poi, con tono deciso.

"È da prima del primo omicidio che ci proviamo. Ormai arrivati a questo punto, che speranza abbiamo?" chiese Rigel Aaron, incerto.

"Dobbiamo passare i nostri ultimi giorni qua, ormai si è capito." disse invece Taiyou.

"Di certo non possiamo collaborare tutti insieme, se tra di noi c'è un traditore... riuscirà a sabotare qualunque cosa proviamo a fare." aggiunse Ares rassegnato, solito ad appoggiare ogni idea dell'ipnotizzatore, ma non questa volta.

"E chi se ne frega del traditore? Dobbiamo trovare un modo per riuscirci anche se abbiamo lxi contro, per dimostrarxlx che noi siamo piú forti di lxi!" ribattè invece Jelka, alzandosi in piedi in supporto del ragazzo dai capelli neri.

"Magari possiamo... Possiamo dividerci, e ognuno va a fare ricerche in posti diversi?" propose Kokoro, alzandosi anche lei.

"È giusto! Così il traditore al massimo potrebbe sabotare una delle ricerche, ma non farebbe in tempo a fare lo stesso con quelle degli altri gruppi divisi!" concordò Zhenya con un sorriso, a sua volta mettendosi in piedi.

"Ma non c'è il rischio che il traditore vada a dire a Lily di quello che stiamo pianificando? Poi potrebbe fermarci!" disse Mariasole, preoccupata.

"In tale caso, il modo migliore per agire è quello di trattenere Lily prima che sia quest'ultimx a interrompere noi!" rispose Asuka con un sorriso sicuro, prima di alzarsi.

"Magari per far sì che nessun gruppo incroci Lily durante il piano, sarebbe meglio agire durante la notte." consigliò Arthit continuando a sorridere tranquillamente mentre si era alzato dal proprio posto.

"... Voglio dire, non è che c'abbia tutta questa voglia di perdere ore di sonno, ma se davvero potremmo ottenere qualche risultato... immagino che tanto vale provare." disse Taiyou decidendo anche lui di alzarsi in piedi, per quanto ancora fosse dubbioso.

"... Stavolta dobbiamo cercare qualcosa che ci possa aiutare, ma proprio dappertutto. Anche magari per vedere se ci sono altre cose nascoste come l'infermeria e la stanza del trial." cedette anche Rigel Aaron, il quale si unì alle persone in piedi.

"Ovvio, cerchiamo dappertutto, anche le cose nascoste! Se necessario sfasciamo porte, scassiniamo serrature, facciamo crollare pareti, LA RADIAMO AL SUOLO QUESTA MERDA DI VILLA!" esclamò Rev, gasata.

Ares esitò ancora un po', ma alla fine, qualche istante dopo, si decise ad alzarsi anche lui in piedi.

"Dato che è Omiro che ha proposto di riprovare questa cosa, io direi di concedergli di organizzare anche i gruppi." suggerì Arthit.

Omiro, per tutta risposta, annuì, determinato.
"... Okay... vi farò sapere presto, e... mettiamocela tutta."

"SIIIIÌ!"

. . .

11/12/2023.
Ore 02:00.

L'ora stabilita per l'inizio.

Il luogo dove si erano dati tutti appuntamento; i dormitori.
Bastava che tutti uscissero dalle proprie stanze, e si sarebbero ritrovati, cosa che fecero.

E così ad ognuno era stato assegnato un compagno.
Sì, perchè erano 4 gruppi composti da 2 persone, piú un altro con 3 persone per non lasciare nessuno da solo; troppo rischioso secondo loro.

E così era partita; missione C.I.I.T.V.S.P.S. (cerchiamo indizi in tutta Villa Smerdi per scappare).

Ogni gruppo se n'era andato verso una direzione diversa della casa, ed erano pronti a scovare qualsiasi cosa, anche la piú piccola cosa che però potesse essere loro d'aiuto per trovare la via di scampo da quella villa infernale.

Diamo un'occhiata al primo gruppo, quello formato da Omiro stesso, e da Rigel Aaron: dopo la nottata passata nella camera di quest'ultimo, si sentiva abbastanza fiducioso ad essere affiancato da lui in questo piano così importante.

I due in quel momento avevano deciso di recarsi nel salotto: una delle stanze già accessibili sin dall'inizio, quindi un posto molto facile da raggiungere, ma chissà che segreti poteva nascondere al suo interno.

Già una volta varcata la soglia delle stanza, scorgendo nel buio i dintorni, poterono già scoprire qualcosa di importanti per il loro intenti, e appena videro quella cosa si arrestarono entrambi di colpo, fermi dov'erano.

Ebbene, su uno dei divani della stanza vi era Lily adagiatx comodamente, a piancia in su', con la sua maschera da notte sopra agli occhi, e attaccatx al proprio caricabatterie nella presa della corrente.

Sembrava dormire pacificamente, il che era veramente molto conveniente per il piano.

Questo significava anche che bisognava evitare a tutti i costi di svegliarlx, cosa che entrambi i ragazzi pensarono allo stesso momento, motivo per il quale contemporaneamente si voltarono a guardarsi a vicenda e entrambi portando il dito indice davanti alla bocca, come cenno per dire di fare silenzio.

A quel punto, era il momento di agire: entrambi si iniziarono ad avviare in giro per la stanza, ma stando attentissimi a non fare il minimo rumore, procedendo con cautela.

Omiro, dopo un paio di passi, si ritrovò davanti al divano opposto a quello dove si trovava Lily e, una volta lì, decise di fare una cosa: sollevare i materassini che componevano il mobile, e vedere cosa si celava lì.

E inaspettatamente, già al suo primo tentativo a cercare là dentro, trovò qualcosa.

Subito si girò a guardare l'artista moderno e lo chiamò a bassa voce e, una volta che si fu girato, gli fece cenno di avvicinarsi e vedere.

Una volta che anche l'altro gli fu accanto, quest'ultimo potè vedere cosa vi era là sotto: della carta, piegata piú volte.

Il ragazzo dalla pelle scura non ci pensò due volte ad afferrarlo, per poi girarsi a guardare l'altro e indicargli l'uscita da quel salotto, per fargli capire di uscire da lì prima di controllare cosa avevano appena trovato.

Così entrambi uscirono piano dalla stanza e, una volta di nuovo in corridoio, il piú basso premette l'interruttore della luce.

Ora potevano verificare di cosa si trattava quell'oggetto misterioso: non era altro che un giornale.

Ma non era questa la cosa che attirava di piú la curiosità dei ragazzi...
... Bensì cosa poteva esserci scritto sopra.

Il piú alto lo girò, potendo così leggere la testata principale, e leggere la prima notizia in prima pagina, col titolo scritto a caratteri cubitali, suscitò sorpresa in Omiro.

"GIOVANE ASPIRANTE ULTIMATE MUORE SUICIDA PER OVERDOSE DI FARMACI NELLA SUA CASA"

L'ipnotizzatore avrebbe voluto leggere almeno il sottotitolo per informarsi su quella vicenda, ma non potè dato che il giornale cadde a terra, come se fosse scappato dalle mani dell'altro.

"Rigel Aaron?" fece per chiamarlo, alzando poi lo sguardo verso il suo viso.
"Che ti succede?"

Fu in quel momento che potè notare come sul viso del ragazzo si era formata un'espressione di pura angoscia, e rimaneva così, fermo, con ancora le mani aperte dove teneva il giornale prima di lasciarlo cadere a terra.

Non sembrava neanche riuscire a spiccicare mezza parola, rimanendo a fissare il vuoto con quegli occhi inorriditi.

. . .

Ho avuto una vita felice.

Tutto sommato si può dire così.
Anche se da bambino ho dovuto accontentarmi di quello che ho avuto e ho dovuto fare dei sacrifici.

Sono sempre stato circondato di persone che mi volevano bene, il mio talento per l'arte è sempre stato riconosciuto, e mi è stata anche data una borsa di studio per cui mi sono potuto trasferire nella scuola dei miei sogni.

Anche lì sono sempre stato benvoluto e circondato da tanta gente.
Veramente, molte persone, per cui aveva molta compagnia.

Anche compagnia che mi portò sulla strada dell'uso dello sostanze.

In particolare iniziò tutto da Alejandro.

È stato lui il primo a portarmi su questa strada.

... Almeno fino a quella sera.

Nonostante l'offuscatezza dall'alcool,  ricordo ancora quella sera.
Oh, eccome se la ricordo.
Mi torna in mente sempre, non riesco a scordare un singolo dettaglio.

Distesi sul prato a guardare le stelle, con attorno le bottiglie di vetro e dei mozziconi, la musica che si sentiva in lontananza, Alejandro che prima si era alzato a fare chissà cosa, e poi si era riallungato.

E poi era morto.

Era morto per quello schifo di cui facevamo uso così tante volte.

Fondamentalmente ho avuto una vita felice.

Una vita che non è stata piú la stessa da quella sera.

Non avrò piú la tranquillità che avevo in compagnia sua, per quante persone possa incontrare, nemmeno la decina di relazioni che ho avuto ha mai potuto far tornare le cose come stavano.

E non saranno piú come prima.

. . .

"Rigel Aaron, mi senti?" gli fece di nuovo Omiro alzando un poco. la voce, noncurante del fatto che rischiava di disturbare il sonno di Lily, ora per lui la cosa piú importante era di accertarsi che il compagno stesse bene.

Fu a quel punto che l'altro abbassò lo sguardo senza ancora dire una parola.
L'ipnotizzatore esitò un attimo, ma poi fece per chinarsi e riprendere il giornale.
"Posso leggerlo io se vuo-"

Prima però che potesse afferrare il pezzo di carta, l'altro finalmente si decise a riprenderlo lui stesso.

Così i due si rimisero dritti, e il piú basso lo guardò con curiosità.
"È tutto apposto?"

Lui aveva ancora la testa bassa.
"Diciamo che... alcuni temi mi inquietano abbastanza... ma certe cose è il caso che io le affronti."
Alzò leggermente lo sguardo, mostrando come ora aveva un'aria determinata.
"Potremmo scoprire cose importanti, quindi devo farlo."

"Sei... sicuro? Non devi costringerti a fare qualcosa che ti può far star male." provò a dirgli l'altro.
"Sì, sono sicuro. Adesso leggiamo."

Così riprese la prima pagina, dando meglio un'occhiata al sottotitolo, scritto in caratteri leggermente piú piccoli del titolo, ma comunque piú grandi del contenuto della notizia.

"La sedicenne ex studentessa della scuola degli Ultimate è stata ritrovata nel bagno della sua abitazione, seduta all'interno della vasca"

"Che tragedia..." commentò il ragazzo dai capelli neri, dispiaciuto a leggere qualcosa di così drammatico.

"Guarda, qui c'è anche una foto della ragazza." fece notare il ragazzo dalla pelle scura, indicando una foto in alto a destra del foglio.

La foto raffigurava una giovane dai lunghi capelli castani mossi e gli occhi del medesimo colore.
Nella foto posava con un bambolotto tra le mani, ed era immortalata con un sorriso allegro e spensierato.
Come poteva una ragazzina dall'aria così felice, almeno giudicando solo da quella fotografia, togliersi la vita ad una così giovane età?

Ma non era questa la cosa che li aveva lasciati sorpresi, soprattutto Omiro, il quale aveva sgranato di poco gli occhi.

"Hey, ma... io conoscevo questa persona, è una faccia familiare." fece notare.
"È perchè andava alla nostra stessa scuola?"
"A parte quello, non ricordo bene, ma so... che la conoscevo già da prima, in qualche modo.

"Ti dirò la verità, anch'io sento di averla già vista da qualche parte. Ma penso la conoscevo solo di vista." ammise anche l'artista moderno.

"Facciamo vedere questo agli altri, sento che potremmo ricavare qualche altra informazione." decise l'ipnotizzatore, prima di incamminarsi altrove, seguito dall'altro, che continuava a dare un'occhiata al giornale mentre camminava.

"Guarda, questa ragazza qui ha un giocattolo che somiglia tantissimo a Lily... un po' inquietante."

. . .

Un altro duo che si trovava in ben altro posto dell'abitazione era formato da Mariasole e Kokoro.

Le due in quel momento avevano deciso di recarsi all'interno della cucina: luogo ormai ben familiare alla seconda perchè frequentato molto spesso da ella, ma magari là dentro potevano scoprire qualcosa a cui lei non aveva fatto caso prima di quel momento.

"Dobbiamo proprio controllare in ogni angolo, anche in posti dove non pensiamo possa esserci qualcosa!" esclamò la prima con entusiasmo.
"Sì..." concordò l'altra con piú calma.

"Per esempio, forse qui!" disse la creatrice di bambole voodoo, avvicinandosi ad un alto scaffale di metallo dove erano poggiati vari utensili da cucina come pentole, padelle ecc.

"Pensi possa esserci nascosto qualcosa dentro a quelle cose?" domandò la cake designer corrugando un sopracciglio.
"No, proviamo a spostare lo scaffale per vedere se c'è qualcosa dietro!"
"Cosa..."

La ragazza dai capelli neri era visibilmente strabiliata.
"Stai scherzando, spero, non possiamo farlo, rischiamo di far cadere qualcosa."
"Ma dobbiamo controllare dappertutto, lo ha detto anche Omiro!"
Detto questo, la piú bassa si mise ad un lato dello scaffale e poggiò entrambe le mani su di esso.
"Aiutatemi!" invitò poi l'altra.

Quest'ultima rimase un attimo interdetta a fissarla, ma un istante dopo sospirò, per poi mettersi al lato opposto dello scaffale.

Il mobile era munito di delle rotelle sotto di se', motivo per il quale per le due si rivelò molto facile spostarlo e rivelare il muro dietro di esso.

Ebbene, non vi era nient'altro lì, dietro, se non appunto il muro.
"Vedi. Cosa ti avevo detto? Cosa potevamo mai trovare qua? Riproviamo da un'altra parte." le disse la cake designer.

"Aspettate! Che cos'è quello?" esclamó d'improvviso la creatrice di bambole voodoo, indicando un cartoncino dalle dimensioni assai minute, appiccicato alla parete.

"... E questo? Che ci fa qua?"
Kokoro si avvicinò di qualche passo per vedere meglio il fogliettino, che si rivelò presto trattarsi di una fotografia.

Una fotografia che mostrava un gruppo di bambini, tutti con addosso un uniforme delle elementari, e quasi tutti che si vedevano solo in parte, come se la foto fosse stata ritagliata o zoommata.

Gli unici due bambini con il viso ben visibili erano una bambina e un bambino, seduti una accanto all'altro.

"Ohhh, ma io lei la conosco!" si rese conto la piú bassa, indicando la figura della bimba.
"Stava alla scuola nostra, stava anche allo stesso anno mio! Però non l'ho incontrata tante volte, non eravamo in classe insieme!"

Si voltò poi a dare un'occhiata all'altra, che era rimasta a scrutare la foto incredula.
"Ma quel bambino chi potrebbe essere?"

"... Non è Omiro quello?" disse tra se' e se' la piú alta dopo un'attenta osservazione.
"Ohhh, hai ragione, somiglia ad Omiro..."
"Non è che gli somiglia, è proprio lui."

A quella realizzazione, Mariasole parve pensierosa.
"Ma cosa ci fa con quella? E come mai questa foto qui?"
Tornò poi a sorridere.
"Bisogna andare a cercare gli altri e parlarne per risolvere il mistero!"

. . .

Il terzo duo era forse l'unico che Omiro aveva effettivamente azzeccato, perchè mentre gli altri erano principalmente composti da persone non molto vicine tra loro, questo era formato da Zhenya e Jelka, amiche tra loro.

Motivo per il quale si trovavano perfettamente in sintonia tra loro durante la ricerca, e molto probabilmente questo sarebbe stato di grande aiuto per collaborare in modo pacifico.

Le due si erano fatte un giro in uno dei numerosi corridoi della villa, ma a differenza degli altri visti fin'ora, non sembravano aver avuto successo nel trovare qualcosa di utile.

E così ora stavano vagando in giro, continuando la loro ricerca.

Tutto ad un tratto, nel bel mezzo del cammino, Jelka smise di camminare al lato dell'altra e si allontanò dirigendosi con passo accellerato verso uno dei muri.

Questo fece fermare Zhenya, che si voltó per guardarla incuriosita.
"Uhhh... Jelka, cosa fai?"

"Cerchiamo una porta segreta!"
"Non ho capito, scusa." la bionda si piegò leggermente in avanti, come per sentire meglio.
"Vieni con me!" l'altra le fece cenno di avvicinarsi, mentre era ormai giunta di fronte alla parete, guardandola.

L'amica la raggiunse, anche se ancora perplessa.
"Che hai intenzione di fare...?"
"Potrebbe esserci un'altra porta nascosta come quella della stanza del trial. Vediamo!"

"Ecco, non credo sia così facile, ma... proviamo."
"Sì, non possiamo saperlo se prima non ci proviamo!"

Così le due procederono a tastare ogni punto del muro, spostandosi lungo esso per perlustrarlo per intero.

Stettero un paio di minuti ad assicurarsi che non ci fosse nulla di fuori posto su quella superficie piana, e si erano ormai spostate di qualche metro, ma ancora niente.

Proprio quando stavano per raggiungere l'estremità del muro, la ragazza dai capelli neri poggiò le mani su una parte di esso e le ritraè subito dopo il tocco.
"Ohhhhh!" esclamò sorpresa, facendo girare di scatto la ragazza dall'Ultimate ignoto.

"Si è mosso!"
Detto ció, provò a mettere piú pressioni con le mani sulla parete, la quale lentamente iniziò ad aprirsi, rivelando la porta tanto ricercata.

"Ha funzionato la tua idea; vediamo cosa c'è dentro!" annunciò la piú grande entusiasta.

Le ragazze non esitarono ad entrare, e si ritrovarono nell'ennesima stanza buia, dove l'unica fonte di luce era lo schermo di un computer rimasto acceso, poggiato su un tavolo davanti ad una sedia girevole, e queste erano le uniche cose presenti là dentro.

Si avvicinarono in fretta al computer, nella speranza che esso mostrasse loro qualcosa di importante, ma fu la scritta "Inserire password" a deludere le loro aspettative.

"Oh... E adesso come facciamo?" domandò Zhenya.
"Fammi provare!" ribattè prontamente Jelka, prima di comporre velocemente con la tastiera il nome "lily", per poi premere avvio, ottenendo però un esito negativo.

"Lo immaginavo, non poteva essere così facil-" fece per dire la ragazza dall'Ultimate ignoto, prima che l'altra riscrivesse in fretta stavolta "Lily" con l'iniziale maiuscola, dopodichè premette invio, e videro la schermata della password svanire lentamente.
"Lo sapevoo!" esclamò con gioia la piú giovane.

Piano piano si iniziò a materializzare una nuova immagine sullo schermo, fino a che le due non si ritrovarono a guardare tutt'altra cosa.

Ci misero un po' a rendersi conto di cosa stavano guardando, sembrava... un forum, un gruppo su qualche piattaforma, un... insomma, uno di quei posti dove tante persone possono scrivere quello che vogliono e iniziare conversazioni.

La prima cosa che si vedeva, sopra a tutti, era l'ultimo messaggio arrivato da un utente lì, che risaliva all'anno precedente.

"Se n'è andata definitivamente dall'istituto quindi? Finalmente 🎉"

Sotto, attaccata, una risposta da parte di un altro utente.

"Non vi era alcuna altra sorte possibile per lei! Dopo le sue detestabili azioni... Per un caso fortuito le sue mascalzonate sono giunte ad un epilogo!"

"No non mi dire che- NON MI DIRE CHE QUESTX È-" ripetè Jelka scuotendo la testa.
"È Asuka...?" pensò la stessa cosa Zhenya.

Aggiunse subito dopo:
"Ma di chi stava parlando? Dovremmo vedere qualcos'altro...?"
"Proviamo a vedere solo se c'è qualcos'altro, poi torniamo dagli altri e chiediamo spiegazioni axlx direttx interessatx!"

La skipper iniziò a scorrere in giú col mouse, e subito dopo di quei due commenti si ritrovarono dinanzi ad un video, così non ci pensò due volte a farlo partire.

Ebbene, il primo frame che si materializzò sullo schermo già fece lanciare un grido per la sorpresa alla piú giovane, mentre l'altra strabuzzò gli occhi rimanendo in silenzio.

Nei primi secondi, si poteva vedere una ragazza dai lunghi capelli verdi legati in una coda, gli occhi dello stesso colore, e che guardava l'obiettivo della videocamera con un sorrisetto.

"Questa invece è Emme...!" realizzò la piú grande.

"Allora, siamo qui. Siamo qui, e con noi qui c'è questo nuovo amichetto!" spiegó Emme durante la registrazione, alzando poi con una mano un bambolotto dai lunghi capelli celesti legati in due code laterali.

"Ora, immaginatevi che la proprietaria di questo qua non lo trovi. E immaginate anche che lo ritrovi all'interno del primo poveraccio che non si accorge di averlo. Cosa potrebbe succedere? Un solo modo per scoprirlo!" continuò a spiegarlo con tono beffardo.

Subito dopo si udì la forte risata di divertimento della persona che registrava, e udirla fu la cosa che lasciò piú spiazzate le due ragazze.

Dopo il termine del video ci fu una breve pausa di silenzio totale, alla fine della quale fu la skipper la prima ad avere il coraggio di fiatare.

"... Potrei riconoscere quella risata tra decine."
"Quellx... Quellx invece era Rev, vero...?" chiese con un filo di voce la seconda.

"Ma non avevamo detto tutti che nessuno si conosceva già prima di arrivare qua...?"
Questa realizzazione fece stringere i pugni alla piú giovane, che subito dopo si girò di scatto e si diresse con passo veloce e deciso verso l'uscita dalla stanza.

"Vieni: questx stronzx hanno un bel po' di cose da chiarire."

. . .

Quindi, le due erano alla ricerca di due persone, di cui una dexlx due era Rev.
Ma Rev in quel momento dove si trovava?

Ella faceva parte dell'unico gruppo composto da tre persone, dove le altre due erano Ares e Taiyou.

Questo gruppo si trovava abbastanza in difficoltà a collaborare: il rapporto che stavano avendo tra loro, visto da fuori, pareva essere quello di un padre che porta in giro i due figli per poter controllare che non si mettano nei guai, mentre nessuno degli altri due voleva stare lì con lui, il che si vedeva dai continui tentativi di andarsene in giro della prima, e dalle lamentele e sbuffi del secondo.

Motivo per il quale neanche la loro ricerca stava procedendo bene fino a quel punto.

Fino a quel punto, perchè fu lì che durante il loro cammino i tre si imbatterono in una stanza dove la porta era lasciata semiaperta: evidentemente era un posto accessibile, ma che dove nessunx dexlx tre si era mai addentratx.

Perciò decisero di esplorarlo: una volta entratx tuttx e tre, scoprirono il suo contenuto: la stanza era piena di decine di peluche tutti con le somiglianze di Lily, e tutti con dimensioni diverse, ce n'era persino uno gigante che chissà come era stato possibile farlo entrare là dentro.

"Ah, ho capito. Questa è la stanza dei peluche dov'era andato Omiro."
Con questa affermazione Taiyou ottenne l'immediata attenzione dexlx altrx due, che si voltarono a guardarlo.
"Ma che posto è?!" gli chiese Rev, strabiliatx.

"L'altra sera Omiro quando mi ha invitato a dormire nella stanza dove stava con Rigel Aaron aveva un peluche uguale a quelli che stanno qua, e infatti era andato qua."

"Omiro ti ha chiesto di dormire in stanza con lui...?" gli domandò Ares.

"Sì. Perchè? Sei geloso?" disse per tutta risposta lui corrugando un sopracciglio.

"No, solo preoccupato."

"Ma io ho sentito quello che è successo, come mai ti sei allontanato??" domandò Rev, confusx.

"L'ho fatto per il bene di Omiro, penso che se mi sono allontanato allora gli farà meno male quando finirò inevitabilmente per andarmene." spiegó il castano abbassando lo sguardo.

"Ma di cosa stai parlando?" ribattè il ragazzo dai capelli celesti, scettico.

"Tanto succederà. Nessuno vuole stare chiuso in un posto con un assassino, quindi..."
"Ma piaaaantala, su'! Nessuno qui ti vuole male! ... A parte il traditore, penso... Ma non è da temere, ora non xlx permettiamo piú di farci niente!" lo rassicurò Rev dandogli delle veloci pacche dietro alla schiena.

Nel mentre che la ragazza diceva ciò, il teru teru bozu aveva iniziato a rovistare in mezzo al mucchio di peluche, fino a quando non rivelò il pavimento sotto di esso.
"E qui cosa c'è?"

Gli altri due si avvicinarono per controllare, vedendo così qualcosa che di certo non si aspettavano di vedere.

Sul pavimento, nascosto sotto a tutti quei peluche ammassati, vi era un bambolotto di porcellana... beh, almeno quel che ne rimaneva.
Sì, visto che la testa era completamente assente, lasciando quindi una parte spezzata dove doveva stare la parte persa.

"Uh... poverino." commentò Ares.

Gli altri due si limitarono inizialmente a rimanere a guardare l'oggetto pensierosi.

Poi fu come se la realizzazione avesse colpito entrambi contemporaneamente, dato che nello stesso momento sgranarono gli occhi.

. . .

TI VORREI VEDER,

DEL TUO MONDO VORREI SAPER:

FORSE BABBO GEPPETTO È CON TE?

DOV'È IL GATTO CHE T'INGANNÒ?

IL BUON GRILLO CHE TI PARLÒ?

E LA FATA TURCHINA DOV'È???

. . .

20/09/2021.
Ore 10:00.

Non era una bella giornata.

E la cosa peggiore, era che non era neanche finita.
Ci voleva ancora qualche ora prima che potesse andarsene da quel posto, ma lui non avrebbe voluto starci un minuto di piú.

Insomma, il diciassettenne non si stava godendo per niente quella giornata di scuola.

Dopo essere stato in uno dei laboratori, era arrivato il momento per lui di tornare nella sua classe, rimasta vuota fino a quel momento; o almeno questo era quello che pensava.

Invece, mentre si incamminava verso l'aula, vide due ragazzx uscire da essa, ridacchiando insieme: il ragazzo si fermò per farlx passare prima di poter entrare, e mentre se ne andavano diede loro un'occhiataccia, chiedendosi cosa avevano da ridere.

Ora poteva entrare, e nell'attesa che gli altri membri della sua classe arrivassero, si diresse ad aprire il proprio zaino.

Quindi, afferrò la cerniera e la abbassò, e appena aprì lo zaino rimase un attimo confuso.

...
Cosa...
Cos'era quel... coso...?

Decise di tirare fuori quello strano bambolotto, scrutandolo meglio per capire cosa diamine stava facendo nel suo zaino.

Poco dopo si rese conto, e spostò lo sguardo arrabbiato verso la porta da dove erano uscitx xlx due ragazzx in precedenza: dovevano essere statx loro a mettergli quel coso brutto nello zaino.
Ma perchè?
Per il puro gusto di dargli fastidio probabilmente.

Come se non fosse già abbastanza irritato di suo, ci mancava solo questo scherzo così idiota.

Ormai arrivato al limite della sopportazione per quella giornata, decise di fare una cosa senza rifletterci due volte, ovvero gettare l'oggetto alle proprie spalle, facendolo così inevitabilmente finire fuori dalla finestra dietro di lui.

Fu così che qualche attimo dopo sentì un forte rumore di qualcosa che veniva sfasciato in mille pezzi e, rendendosi conto di quel che aveva fatto, si affacciò di sotto, vedendo così il bambolotto che ora aveva la testa frantumata in un modo per cui era impossibile ricomporla.

Rimase un attimo a guardarlo, ma poi scrollò le spalle.
Tanto era solo una cosa che gli avevano dato per fargli uno scherzo.

Decise a quel punto di uscire per andare a lavarsi le mani, dopo aver toccato quella roba: così uscì e sorpassò la ragazzina che era passata di lì proprio nel momento in cui aveva buttato il bambolotto dalla finestra, e che era rimasta pietrificata a guardare la finestra sin da quel momento.

Una volta che il ragazzo dai capelli celesti se ne fu andato, la castana si fece avanti con la piú lentezza che potesse avere, un passo alla volta, fino ad arrivare dinanzi alla finestra e tendere le braccia tremanti verso essa ed affacciarsi.

Poi rimase a fissare la scena di sotto, mentre al suo tremolio si univano i singhiozzi sconsolati per la scena a cui aveva appena assistito con soggetto xlx suo adoratx Lily che la aveva accompagnata sin dalla piú tenera età.

. . .

Taiyou esitò un attimo, ma poi si decise a prendere in mano il giocattolo rotto, osservandolo incredulo.

Rev rimase invece dietro di lui, e non aveva il coraggio di fiatare, avendo iniziato a tenere un sorrisetto nervoso sul viso.

Ares, al contrario di loro, non sembrava così interessato alla scoperta appena fatta: era soltanto un bambolotto senza testa, come poteva essere utile alla loro ricerca verso la libertà?

Quindi si era messo a cercare in mezzo agli altri peluche, distogliendo quindi lo sguardo dai propri compagni.

Almeno finchè non sentì una voce chiamarlo.

"Ares?"

Niente di male, se non fosse stato per il fatto che questa cosa lo fece fermare di colpo, avendo riconosciuto la voce come non quella del teru teru bozu, nè dell'artista di strada, ma di un'altra persona a lui familiare.

Che strano, eppure gli altri due non sembravano essersi accorti di niente, com'era possibile? Non avevano sentito una voce a loro estranea?

Non rispose subito a quel richiamo, ma quando si decise a farlo, iniziò a girarsi lentamente e, quando ebbe finito, il sangue gli si raggelò nelle vene.

A pochi metri di distanza, davanti a lui vi era un ragazzo che sembrava avere intorno alla sua età, dai capelli corti neri spettinati e gli occhi rossi socchiusi in un'espressione di stanchezza.
Ah, e che aveva degli abiti macchiati di sangue, con alcuni segni di fori di proiettili su di essi.

L'uomo di punta rimase inorridito a vederlo, dato che non era neanche una figura a lui sconosciuta, anzi, lo riconobbe come il suo compagno nell'esercito.

Per l'orrore provocato a vedere ciò, indietreggió di qualche passo, fino a finire con la schiena contro il muro, e a quel punto spostó lo sguardo verso Taiyou e Rev, ma questo non miglioró affatto la sua situazione in quel momento.

Taiyou era rimasto uguale e normale ai suoi occhi: accorgendosi del suo comportamento, quest'ultimo si era girato a guardarlo spaesato.
"Ma che ti prende? Sembra hai visto un fantasma."

Ma al posto di Rev, invece, vide un'altra figura che ormai conosceva bene: la figura di una ragazzina dai capelli rossi molto lunghi legati in una coda, che negli occhi viola mostrava la stessa stanchezza che aveva visto in Francesco.
Ella indossava gli stessi abiti che portava alla festa avvenuta qualche giorno prima, e sul collo aveva dei segni violacei.

E se pensava che non poteva andare peggio di così, non aveva ancora sentito ciò che lei aveva da dirgli.

"Perchè hai permesso che succedesse di nuovo...?" gli chiese, con un filo di voce.

Niente da fare, ormai Ares era completamente nel panico, motivo per cui si accovacciò per terra nascondendo la testa abbassandola e poggiandola sopra le ginocchia, mettendoci anche le mani davanti.

"oH ARES-" lo chiamò xlx ragazzx dai capelli viola allarmatx, prima di avvicinarsi di corsa da lui seguitx dall'altro.

"Hayami, mi- mi dispiace! Avrei dovuto salvare anche voi-!" disse il castano impanicato.
"Ma con chi cazzo stai parlando? Non sono Hayami! Non fare come avete fatto al trial! Ma che hai??" gli disse xlx ragazzx cercando di calmarlo.

Taiyou rimase a guardare la scena con gli occhi sbarrati, prima di diventare serio all'improvviso.
"Vado a chiedere aiuto." disse all'altrx, prima di dileguarsi in fretta fuori dalla stanza.
"Ma che mi lasci qua a- oHHHHH-" quest'ultimx non fece in tempo a dirgli quel che gli voleva dire, che era già scappato, lasciandolx solx a gestire il loro compagno.

Provò comunque a continuare nel suo intento, provando anche a scuoterlo leggermente un paio di volte.
"Oh! Ares! Sono io! Revmira!"

Passò qualche istante così, prima che piano piano il terrore del piú alto diminuì, fino a che non si fu leggermente calmato, anche se non del tutto.
Esitò, ma poi piano piano tolse le mani e rialzò lo sguardo, non aspettandosi di vedere l'altra davanti a se', e soprattutto così agitata.

Oh... doveva aver immaginato cose che non c'erano, ma questo i due non potevano di certo immaginarlo.
Che brutto che era stato...

"Mi dici che hai avuto??"
"... Uh... niente... sto bene adesso."

Si diede poi un'occhiata in giro.
"Voi inve..."
Si interruppe quando si rese conto che il teru teru bozu non era piú da nessuna parte, e questa cosa lo fece rimanere agghiacciato per l'ennesima volta.
"Ta... iyou..."
Tornò poi a guardare Rev.
"Dov'è Taiyou...?"

"Eh voleva andare a chiamare qualcuno per aiutarti." spiegò lei con tranquillità.
"E tu l'hai lasciato andare da solo?!" ribattè lui allarmato.
"Ma che è, un bambino?"

"È troppo pericoloso che qualcuno rimanga da solo qua, soprattutto in un momento simile!"
Detto questo l'uomo di punta si alzò in fretta e, una volta presa l'altra per il braccio non con troppa forza, si diresse fuori da quella stanza dei peluche.
"Lo dobbiamo ritrovare subito!"

. . .

Nel frattempo, vediamo anche l'ultimo duo rimasto di cui non si è ancora narrato, ovvero quello di Asuka e Arthit.
Ovviamente anche questo si poteva considerare un duo ben azzeccato, dato che tra xlx due c'era sempre stata sin dall'inizio una grande stima reciproca, che andava ben oltre il collaborare.

Ebbene, loro avevano da poco fatto una scoperta che si aggiungeva a quelle già fatte dagli altri, ma questa era una scoperta ancora piú grande delle altre.

Perchè, accedendo alla stanza del trial attraverso la porta invisibile, avevano trovato UN'ALTRA porta invisibile all'interno, con lo stesso metodo utilizzato da Zhenya e Jelka.

E ormai da qualche minuto erano entrati in quella stanza nascosta, facendo lì la scoperta eccezionale, c'era una stanza molto ampia, e anche molto disordinata, dove vi erano parecchie cianfrusaglie che sembravano messe là a caso, oggetti di diverso tipo, ma c'erano delle cose in particolare che spiccavano.

Queste cose non era nient'altro che una serie di copie di Lily, come quelle che si erano viste in alcune delle esecuzioni dei trial precedenti, ed erano tutte ammucchiate a terra, spente, con i loro occhi che non emanavano un minimo di luce.

"Collega, codesto sì che è un rinvenimento sensazionale! Portentoso! Inopinato!" annunció Asuka con enfasi.
"Sì, hai ragione." concordò Arthit con un sorriso.

"Tale scoperta potrebbe essere favorevole a noi, a mio avviso!"
"Lo penso anch'io, chissà: forse rendere inutilizzabili le sue copie, potrebbe complicare il lavoro a Lily, in caso volesse ancora ostacolarci?"

"Puó darsi! Ma dianzi, dappoichè non scandagliamo gli altri prodotti qui presenti?"
"Forse è meglio. Per esempio, guarda là cosa c'è!" fece notare il piú grande, indicando un angolino del posto.

L'altrx guardò meravigliatx gli oggetti posizionati lì: ce n'erano due, una era una grossa capsula di vetro, e l'altra era una borsetta di marca Carpisa poggiata sul pavimento.

"Sembrano proprio essere alcuni degli oggetti usati nelle scorse esecuzioni, non trovi?"
"Altrochè! Siffatto pare essere l'inventorio del traditore che rintracciamo!"

Xlx drammaturgx volle guardarsi attorno ancora una volta, fino a che non alzò un attimo lo sguardo verso il soffitto, e notò un'altra cosa che lx lasciò esterrefattx.
"Ohhhh, collega! Avvista!"

Anche l'artista di sketch per la polizia sollevò lo sguardo: vide che sul soffitto, a piú di venti metri di altezza, vi era una botola, che sembrava essere una di quelle che di solito portano alle soffitte.

"Oh, Asuka! Complimenti per averlo trovato. Deve nascondere qualcosa di certo quel posto."
"Ma in che maniera può essere concepibile pervenire lì?"
"Magari possiamo provare ad usare tutti gli oggetti qui per arrivarci, trovando il modo per fare una specie di scala...? Dovremmo almeno provarci, perchè altrimenti non saprei come potremmo fare."

"Eccelso concetto! Collaudiamo immantimente!"
Detto questo xlx piú giovane non se lo fece ripetere due volte e andò a prendere qualche oggetto lì per metterne un po' uno sopra l'altro: iniziò da un materasso, dato che lì ne erano stati lasciati un paio.

Poi il ragazzo dai capelli bianchi ne mise un altro, e poi un altro ancora dallx ragazzx dai capelli viola, e così per un'altra volta.

Stavano per iniziare ad ammucchiare cose davanti alla pila di materassi, quando sentirono dei passi veloci all'interno del posto, così si girarono e videro Ares e Rev entrare di corsa.

Questi ultimi si fermarono davanti a loro, e a quel punto il ragazzo aveva il fiatone, mentre l'altrx pareva un po' spaesatx.
"Ma ciao, come procede per voi? Trovato qualcosa?" li salutò Arthit con tranquillità.

Ares ebbe il fiatone ancora per un po' prima di rispondere.
"Avete... avete visto Taiyou?"
"Dissensiamo ciò! Taiyou non è traversato nei dintorni!" rispose Asuka.

"Era con noi, poi se n'è andato, e... non lo trovo piú... Per favore aiutatemi, ho paura gli possa succedere qualcosa..."

"Ma certo, adesso andiamo insieme a cercarlo, non ti preoccupare che lo troviamo di sicuro sano e salvo."

"Per un rintracciamento fulmineo e incontrovertibilmente efficiente, bisogna disgregarsi e adoperarsi in postazioni differenti!" annunciò Asuka.
"Non ho capito-" disse Rev.
"Dobbiamo dividerci." spiegò Arthit.
"Ah okay-"

E quindi così fecero: una volta fuori prima da quella stanza e poi anche da quella del trial, si divisero per andare in direzioni diverse per cercare il Taiyou perduto.

Rev, qualche minuto dopo, una volta rimasta da sola, si recò in sala da pranzo: entrò, ma trovò il posto completamente disabitato.

Scrutò ogni angolo attentamente, ma del teru teru bozu nessuna traccia.

Stava ormai per andarsene e ritentare altrove, quando notó con la coda nell'occhio una cosa a cui prima non aveva fatto caso: ma guarda, la scatola con le letterine dello scorso movente era ancora lì!

C'era qualcosa che le suscitava curiosità già da un po', e magari... ora che era un attimo da sola, e nessuno prestava attenzione a quello che faceva... poteva farla?

Esitò un secondo, ma poi decise finalmente di avviarsi verso la scatola, aprirla, e pescare la prima letterina che trovò: ah, quella di Henrietta.
Nessuno le avrebbe detto niente se avesse dato un'occhiata di nascosto, no?

Quindi la aprì, tirò fuori il foglietto in esso e lo lesse.

"Henrietta aveva un'ustione sulla gamba provocata da una volta che ha cercato di fermare la sua sorellastra dal fare una bravata con un petardo."

Per qualche secondo dopo aver letto rimase con ancora il foglietto con le mani, rimanendo a fissare quelle parole, turbata.
Poi preferì semplicemente rimettere tutto quello che aveva preso dentro la scatola, senza neanche rimettere il foglietto dentro la sua legittima letterina.
Poi uscì.

Poi le era capitata proprio la lettera di Henrietta, e ciò le aveva fatto tornare in mente proprio quest'ultima: ricordava che era la sua compagna di stanza agli inizi, ma non aveva avuto modo di conoscerla perchè era stata la primissima vittima di quel gioco, già dopo il primo giorno là dentro.

E poi, dopo di lei, si erano susseguite tutte le altre vittime di quel gioco violento: Yan Yan, Nila, Emme, Toshiaki, Ringo, Nova, Robin, Hayami, e Jerome...

Xlx tornarono in mente tutti quanti mentre camminava lungo il corridoio.

Ma ora non potevano permettere che ci fossero altre vittime, no?
Dovevano uscire e dimostrare al traditore che non stavano piú alle sue regole!

Venne distrattx ad un tratto dai suoi pensieri quando notò qualcosa nel corridoio, a qualche metro di distanza da lxi.

Si trovava attualmente nel corridoio dei dormitori, e aveva notato che vi era una stanza dalla porta aperta... e si vedeva sbucare qualcosa da quella porta!
Sembravano delle gambe, cose se ci fosse qualcuno per terra, a metà tra la porta e l'interno della stanza.

Prima di voler controllare diede un'occhiata per capire di quale stanza si trattava, in base alla posizione di essa.

Mhhhh...
In base all'ordine, quella doveva trattarsi della stanza n. 4!

E di chi era quella stanza?
Diiii... mhhh... Arthit, quello sbirro che stava sempre a litigare con Lily!

... E Asuka anche, quellx là che non stava un attimo a smettere di parlare e in quel modo incomprensibile!

Eeee... di chi altro?

...

...

NO!

𝗡𝗢!

Furono queste le parole che balenarono in mente all'artista di strada, con la sua tranquillità che si frantumava all'istante.

Un attimo dopo si era messx a correre piú che poteva per raggiungere quella porta, corse, e corse, talmente veloce che non fece in tempo a rallentare quando era ormai vicino a quella persona, tant'è che inciampò sui suoi piedi e finì per sfracellarsi rovinosamente sul pavimento.
"aH-"

Dopo aver lanciato quella breve esclamazione per il dolore, si girò in fretta, avendo altro di cui preoccuparsi piuttosto che della caduta, e si ritrovò seduta a terra.
Fu così che potè finalmente identificare la persona a terra, e a quel punto lanciò un ennesimo grido per la sorpresa.

Di certo non si aspettava che si trattasse di Asuka Nakamura, che fosse lxi quello a terra a faccia in su' e la testa inclinata da un lato, pallidx in faccia, con dei segni violacei sul collo che sembravano tanto essere quelli lasciati da delle mani.

Strisciò per terra per indietreggiare di poco, rimanendo a fissare la scena davanti a se' sconcertata.
Poteva essere?

. . .

Dunque, tutto questo era iniziato da quando Taiyou era misteriosamente scomparso e quelle persone avevano deciso di cercarlo in ogni dove.

Ma quindi dov'era?

Aveva cercato in un paio di stanze delle persone da avvertire, ma non aveva trovato nessuno, e questo gli aveva dato fastidio, perchè dopo potevano mai essere andati tutti?

E ad un certo punto aveva deciso di entrare nella cucina per dare un'occhiata e vedere se ci foss qualcuno, e mentre si addentrava in quel posto buio, aveva ancora con se' tra le mani il suo fidato ombrello e il bambolotto che aveva trovato in precedenza.

Sarebbe voluto andare piú in avanti, ma nel buio vide che vi era un ostacolo nel suo percorso: uno scaffale di metallo, lasciato proprio in mezzo alla strada.

Questo gli diede ancora piú fastidio, perchè chi era che lo aveva messo lì e cosa gli aveva fatto pensare fosse una buona idea?

Sospirò ormai rassegnato e poggiò l'ombrello e il bambolotto a terra, in modo da poter spostare il carrello che gli ostacolava la via.

Piano piano lo iniziò a girare con l'intenzione di reinserirlo dov'era ma, mentre si girava, diede un'occhiata sul pavimento, e assunse un'aria a dir poco confusa quando vide che il suo ombrello non era piú dove lo aveva lasciato.

Volendo capire dov'era finito, si girò completamente e alzò lo sguardo, e fu così che si ritrovò di fronte una persona che non riusciva a riconoscere al buio e che impugnava un coltello in una mano.

Questo gli provocò grande sorpresa, che subito dopo si tramutò in rabbia.
"Oh, ma ora vi avete veramente rotto i coglioni. Ogni istinto omicida che c'avete in questo posto lo volete sfogare tutti su di me!" si lamentò.

Guardando dietro alla persona vide che il suo ombrello si trovava di fianco a quest'ultima, così fece per chinarsi e riprenderselo.
"Magari la smettiamo per una volta prima che decido di-"
A metà strada non potè muoversi ulteriormente dopo che si ritrovò con il coltello puntata a pochi centimetri dal collo.

Questo lo fece immobilizzare per qualche secondo, prima che il piú lentamente possibile si rimettesse dritto, con la lama che lo seguiva ad ogni centimetro in cui si spostava.

Anche quando era ormai indietreggiato di qualche passo finendo con la schiena contro lo scaffale, aveva ancora l'oggetto affilato puntato contro.

Non sapendo cosa sarebbe successo da un momento all'altro, ciò che volle fare fu chiudere gli occhi, come se non volesse vedere ciò che gli stava per succedere.

Era... era già la seconda volta là dentro che qualcuno voleva ucciderlo.
Ma anche stavolta sarebbe venuto qualcuno a salvarlo?
O sarebbe stato meno fortunato stavolta?

Di certo non poteva verificare ciò se rimaneva ad occhi chiusi.

E infatti proprio per questo non potè vedere la persona che era entrata nella cucina, aveva visto la scena, e dopo aver corso si era avventata contro l'altra persona armata per prenderla di forza e allontanarla dal ragazzo dai capelli celesti.

Quest'ultimo sentì però il trambusto causato da questa colluttazione e riaprì gli occhi per capire che stava succedendo, rimanendo così sorpreso a vedere la scena di quel che stavano facendo quelle due persone.

Questa scena durò per un po', e Taiyou non poteva fare niente non pensando di poter intervenire, rimanendo quindi a osservare una che cercava di disarmare l'altra.

Beh, almeno questo fino a che quest'ultima non riuscì a liberare il braccio con cui reggeva il coltello, usandolo poi per tirare un forte colpo contro la cassa toracica dell'altra, perforando quella zona.

Ciò sconvolse ancora di piú il teru teru bozu che sussultò, mentre la persona colpita si immobilizzò senza neanche fiatare, come se non riuscisse a fare niente per il dolore recato, mentre la seconda estraeva la lama.

Questione di pochi secondi, e una prima cadde sulle proprie ginocchia e infine si ritrovò al tappeto, mentre l'altra fuggì subito fuori dalla cucina.

Il ragazzo non ci pensò due volte e corse verso l'interruttore della luce, per poi premerlo.

"A... aa..."
Così riuscì a vedere i propri dintorni, e anche l'identità della persona ora a terra in un lago di sangue, il quale era schizzato anche nelle vicinanze, macchiando anche gli oggetto che aveva portato il ragazzo, che riconoscendo la persona sbarrò gli occhi incredulo.

"Zhenya?!"

Si precipitò verso la ragazza, chinandosi accanto a lei, la quale non riusciva a rialzarsi da terra, rimanendo lì, visibilmente dolorante e affaticata.

"Ma che ca- tu da dove sei spuntata? Non eri con Jelka tu? Ma perchè l'hai fatto? Perchè mi hai aiutato, non sai quanto rischiavi?! Infatti guardati ora, devo chiamare qualcuno!"

"N... no... n immaginav...o..." provó a dire lei con un filo di voce.
"Ave...vo paura per... te..."

"Aspetta, posso provare a darti qualcosa, un panno- non lo so! Devo vedere, tu cerca di non mollare!"
Si alzò di scatto e si diresse verso degli appendini dove erano agganciati dei panni da cucina, iniziando poi a rovistare tra di essi cercandone uno abbastanza grande.

"Lo avevano detto, no? Che noi dobbiamo uscire stanotte senza che nessun altro muoia- quindi magari potresti evitare, che dici?"

Si fermò quando si rese conto che dall'altra non arrivava piú alcuna risposta.

"... Zhenya?" la chiamò, girandosi, vedendo così che Zhenya Petrovíc non dava piú alcun segno di vita, non mostrando neanche il minimo movimento, rimanendo a faccia a terra.

Quando a Taiyou arrivò la realizzazione, non riuscì a dire piú niente, osservando la scena nel silenzio piú totale, con i passi e le voci in sottofondo delle persone che stavano accorrendo a controllare dopo aver sentito il rumore come unici rumori, tutto lo spettacolo macabro che aveva attorno, dal corpo, al suo ombrello, a quel bambolotto decapitato ora anche macchiato di sangue.

. . .

CARISSIMO PINOCCHIO,

AMICO DEI GIORNI PIÚ LIETI,

CON TUTTI I MIEI SEGRETI,

CHE CONFIDAVO A TE.

CARISSIMO PINOCCHIO,

AMICO DEI GIORNI PIÚ LIETI,

CON TUTTI I MIEI SEGRETI,

RESTI ANCOR NEL MIO CUOR COME ALLOR!

DOVE SEI???

TI VORREI VEDER,

DEL TUO MONDO VORREI SAPER:

FORSE BABBO GEPPETTO È CON TE?

DOV'È IL GATTO CHE T'INGANNÒ?

IL BUON GRILLO CHE TI PARLÒ?

E LA FATA TURCHINA DOV'È???

CARISSIMO PINOCCHIO,

AMICO DEI GIORNI PIÚ LIETI,

RESTI ANCOR NEL MIO CUOR COME ALLOR...!

. . .


BUONGIORNO :D
.
Ve lo avevo detto.
Che io mi stavo divertendo a scrivere.
Poi sono arrivata alla parte dei ritrovamenti e sono diventata triste.
Mi dispiace per Asuka e Zhenya ☹️
E pian piano le cose si stanno facendo sempre piú serie, con tutti i segreti che escono fuori.
E se questo capitolo ha avuto um esito drammatico aspettate i prossimi due capitoli che sono anche gli ultimi.
Ma comunque in questi ultimi capitoli sto cercando e cercherò di fare davvero un buon lavoro a ricostruirvi la lore dietro a questa storia.
E spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D

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