✧ ⋆ 2. Incontro al chiaro di luna ⋆ ✧

"Questo fish and chips fa pena."

Scuoto appena il capo, per poi allungarmi ad afferrare il suo piatto e scambiarlo con il mio. "L'huggies che ho ordinato è buonissimo, mangialo prima che si raffreddi. Io avevo comunque voglia di patatine."

Landon mi rivolge un mezzo sorriso di ringraziamento e inizia a scandagliare il contenuto del piatto con la forchetta.

Il Lamb & Deer Inn è l'unico pub di tutta Blackcross, ma finora non c'ero mai stata; è sempre stato territorio degli studenti universitari e, quando frequentavo il liceo, non mi sono mai azzardata a fare nulla di più che sbirciare attraverso le vetrine.

Stasera, come rito di iniziazione, io, Landon e Isobel abbiamo deciso di venire qui a cena, per provare il brivido di sentirci finalmente come gli universitari che guardavamo con ammirazione da ragazzini.

"La birra che hanno qui è paradisiaca!" esclama Isobel. È seduta al mio fianco e osserva con sguardo meravigliato il contenuto ambrato del suo boccale.

Ridacchio appena, ritrovandomi perfettamente d'accordo con lei.

"Non capisco perché vi entusiasmate tanto per un posto da bifolchi come questo..." borbotta Landon, senza aver ancora toccato l'huggies che gli ho gentilmente ceduto. Era delizioso e lo avrei finito con piacere, ma so quanto Landon sia schizzinoso e speravo che il mio gesto avrebbe fatto sparire quel brutto muso lungo dal suo viso.

Inoltre, rivolgergli questa gentilezza mi sembrava il minimo dopo il favore che mi ha fatto questa mattina. O meglio, dopo il favore che il suo autista William mi ha fatto.

Non avendo a disposizione una macchina e non potendo contare sull'aiuto di nessuno dei miei famigliari, ho chiesto a Landon di darmi una mano con il mio trasferimento a Cassidy House. Lui, però, non è mai stato il tipo da sporcarsi le mani, e ha lasciato che fosse il suo autista a portare tutti i miei bagagli da casa del nonno fino al campus. Scommetto che non era neanche in azienda quando mi ha mandato quel messaggio, ma per ora preferisco lasciargli il beneficio del dubbio.

Così, alla fine, è toccato a me fare su e giù per le ripide scale di Cassidy House e mettere in ordine tutti i miei vestiti e i miei libri nella nuova camera.

Ho finito poco prima dell'ora di cena, ma di Mr Kelly ancora non c'era traccia.

Suppongo che ci incontreremo direttamente domani mattina anche se, forse, vederlo per la prima volta in pigiama mentre facciamo colazione non sarebbe proprio il massimo.

Landon fa ricadere sonoramente la sua forchetta nel piatto, distogliendomi dai miei pensieri.

"E sapete cos'è un'altra cosa che proprio non riesco a capire?" esclama, gli occhi verdi colmi di fastidio. "Il perché tu ti sia ridotta a fare un lavoro sottopagato e a vivere con un perfetto sconosciuto pur di non darla vinta ai tuoi genitori. Saresti potuta diventare uno degli avvocati più ricchi e potenti della Scozia e, invece, ti ostini a essere un topo da biblioteca."

Arriccio le labbra davanti alle parole di Landon, cercando di ricacciare indietro il fastidio. So che questo è il suo modo di dimostrarmi quanto sia preoccupato per me, ma non deve esserlo.

Ho tutto perfettamente sotto controllo.

"Landon..." lo ammonisce sommessamente Isobel.

Loro sono gli unici veri amici che abbia mai avuto. Ci conosciamo dai tempi dell'asilo, quando i nostri genitori ci costringevano a giocare insieme durante le cene infinite a cui partecipavano quasi ogni fine settimana. Da quel momento in poi, non ci siamo più separati; abbiamo frequentato tutti la stessa scuola, il St Almus Institute, un prestigioso college poco fuori Lanark, e i nostri genitori hanno sempre fatto in modo che venissimo messi in classe insieme. 

Landon è l'unico figlio di Douglas Harrison, uno degli uomini più ricchi della Scozia. La sua famiglia era partita da una semplice distilleria di whiskey nelle Highlands, che si è poi trasformata in uno dei marchi più noti sul mercato. Da lì, il padre di Landon e i suoi fratelli, tutti particolarmente portati per gli affari, hanno tirato su un impero, investendo in tantissimi settori diversi. Isobel, invece, è l'erede di una delle aziende farmaceutiche più ricche del Regno Unito, la Brown Laboratories. Le loro famiglie sono tra i principali clienti del Mcallister & Wallace, lo studio legale della mia famiglia. È così che i nostri genitori si sono conosciuti.

Se io sono il bianco e Landon il nero, Isobel è il grigio. Moderata e razionale lì dove io e Landon siamo sempre stati troppo passionali o eccessivi. Senza di lei, la nostra amicizia non avrebbe alcun equilibrio.

"Landon, sai perfettamente che io non ho mai avuto alcun interesse per l'avvocatura, quella è la strada di Altea, non la mia. Il mio posto è tra i libri, è l'unica certezza che ho. E sono sicura che questo percorso di studi mi aiuterà a capire cosa fare in futuro."

I Mcallister hanno sempre avuto la giustizia nel sangue.

Mcallister & Wallace erano, rispettivamente, Neil Mcallister e Isla Wallace, i nonni di mio padre; insieme fondarono a Lanark il loro studio di avvocati e lo portarono avanti fino alla loro morte, affidandolo poi nelle sapienti mani dei miei nonni, e dei miei genitori dopo di loro. Adesso lo studio ha due sedi, quella originale e più modesta a Lanark e una da poco inaugurata nel centro di Edimburgo.

Quasi fosse stato scritto tra le stelle, fu proprio tra le mura di quel vecchio studio che i miei genitori si conobbero; mia madre era una semplice tirocinante quando mio nonno si accorse del suo talento e mio padre del suo fascino.

Così, mio padre è diventato il direttore di uno degli studi di avvocati più celebri del paese e mia madre, oltre a esserne una socia, è anche una professoressa di Legge qui alla Blackcross.

La ciliegina sulla torta?

Mia sorella maggiore Altea non solo si è laureata a pieni voti in Legge, ma ora è anche alle prese con un dottorato di ricerca, portando contemporaneamente avanti il suo apprendistato alla Mcallister & Wallace.

I nostri genitori ci hanno chiamate Astrea e Altea, che in greco antico significano "giustizia" e "verità", sperando che entrambe avremmo seguito le loro orme. Purtroppo, però, sono rimasti delusi.

Non ci parliamo da quando, ormai sei mesi fa, ho vinto la borsa di studio per frequentare il Bachelor in Letteratura Inglese della Blackcross University. Insieme alla parola, mi hanno tolto anche ogni tipo di sostentamento economico, facendomi capire che, se avessi voluto intraprendere questa strada, lo avrei dovuto fare da sola.

"Mi dispiace per come si sono comportati i tuoi genitori..." dice sommessamente Isobel, lo sguardo di nuovo affondato nel suo boccale di birra, ma senza alcun accenno di entusiasmo stavolta.

Poso una mano sulla sua e le sorrido appena.

"C'era da aspettarselo, sai come sono fatti..."

Per alcuni istanti, un silenzio soffocante cala sul tavolo. Poi, all'improvviso, la porta del locale si spalanca e un gruppo di studenti fa il suo ingresso tra risate e schiamazzi.

Sorrido divertita.

"È per questo che non vedevo l'ora di venire qui. Stasera inizia ufficialmente la nostra vita da studenti universitari!" esclamo, felice di poter dare alla conversazione una piega più allegra.

Landon non sembra molto convinto e scruta con un sopracciglio sollevato i ragazzi che hanno preso possesso del bancone e del tavolo da biliardo.

"Dai, ci divertiremo!" insisto, cercando supporto in Isobel.

Lei, però, non ha degnato di uno sguardo i nuovi arrivati e studia attentamente l'espressione sul viso di Landon. Sospiro davanti a quella scena, conscia di esserci già passata almeno un centinaio di volte, e mi alzo in piedi.

"Vi sfido a freccette. I perdenti devono pagare un giro ciascuno a chi vince!" esclamo, dirigendomi verso il bersaglio.

Il mio gesto sembra rianimare entrambi e, dopo un attimo di esitazione, Landon e Isobel sono al mio fianco, pronti a giocare. La partita va avanti per un po' tra risate e pessimi tiri e, alla fine, è Landon a vincere; lui, però, si rifiuta di farsi offrire da bere e, invece, paga un giro di birra per tutti e tre.

La serata scorre senza intoppi più o meno fino a mezzanotte, quando decidiamo di comune accordo di tornare al campus; domani inizierà la settimana dell'orientamento e nessuno di noi vuole arrivare alla cerimonia d'apertura dell'anno scolastico ancora ubriaco.

Nonostante il centro di Blackcross disti poco più di un chilometro dal campus, Landon ha comunque deciso di prendere la macchina; così, dopo essere saliti, impieghiamo solo alcuni minuti per lasciare Isobel di fronte a Norwick House, il suo dormitorio, e arrivare di fronte al mio.

Landon lascia la macchina in folle e si volta a guardarmi mentre mi slaccio la cintura.

La fioca luce dei lampioni passa attraverso il parabrezza e illumina i suoi lineamenti affilati. Sembra stanco o forse pensieroso; c'è una strana luce nei suoi occhi.

"Cosa c'è, Landon?" domando, la mano già sulla maniglia dello sportello.

Lui arriccia le labbra in risposta. "Non mi piace l'idea che vivi insieme a uno sconosciuto."

Alzo gli occhi al cielo e gli poso la mano libera sulla spalla.

"So che è una situazione particolare, ma non devi preoccuparti. Se dovesse mai succedere qualcosa di strano, saresti il primo che chiamerei."

La mia rassicurazione sembra sortire l'effetto voluto e sento i muscoli delle sue spalle rilassarsi sotto il tessuto candido della camicia su misura.

Tuttavia, prima che possa salutarlo e uscire dall'auto, mi sorprende afferrandomi la mano e lasciandovi sopra un bacio.

E non un bacio amichevole.

Cerco di non ritrarmi troppo velocemente, per non offenderlo, ma sono sicura che il mio viso tradisca ogni singola emozione.

"Landon..." mormoro, in difficoltà.

Lui mi ignora e riporta lo sguardo davanti a sé, oltre il parabrezza. "Buonanotte, Astrea."

"Buonanotte," ricambio, prima di uscire dall'auto e attraversare il più velocemente possibile il vialetto.

Quando mi chiudo il portoncino rosso alle spalle, mi sorprendo a tirare un sospiro di sollievo.

Nel salotto ci sono ancora un paio di studenti che chiacchierano prima di andare a dormire e mi guardano tutti stralunati mentre me ne sto immobile nell'ingresso, accasciata contro la porta e con la mano ancora stretta attorno al pomello.

Mi sforzo di fare un sorriso e, prima che possano rivolgermi la parola, corro su per le scale.

Non è la prima volta che Landon si comporta così con me e, con il passare del tempo, sta diventando sempre più difficile ignorare i segnali che mi lancia.

Una parte di me è convinta che si comporti così solo perché ci conosciamo da tutta la vita, ma l'altra sa perfettamente che un amico non dovrebbe avere quella luce negli occhi quando ti guarda.

Una volta arrivata all'ultimo piano, sono confusa e senza fiato, quindi ci metto un po' più del previsto a trovare la chiave nella borsetta.

Tengo lo sguardo basso mentre entro nell'appartamento e mi chiudo la porta alle spalle, non vedendo l'ora di andare in camera ad ascoltare uno dei vecchi mixtapes di mia nonna.

Tuttavia, quando sollevo lo sguardo, mi ritrovo di nuovo immobilizzata sul posto.

Un ragazzo è in piedi davanti al frigorifero, con una mela stretta in mano.

La luce lattiginosa della luna illumina fiocamente la stanza e lancia bagliori argentei sulla pelle pallidissima del suo viso, incorniciato dai capelli neri, lunghi fino alle spalle.

I suoi occhi sono fissi su di me, ma a questa distanza non saprei distinguere di che colore siano.

Una vampata di calore mi sale su fino alle guance non appena mi rendo conto che è a petto nudo.  Nonostante stia cercando in tutti i modi di trattenermi dal farlo, mi ritrovo a percorrere con lo sguardo i tatuaggi che gli coprono il busto, le braccia e le spalle. Quasi inconsapevolmente faccio qualche passo in avanti, fino a quando il sofà non è l'unica cosa a dividerci. Assottiglio lo sguardo e mi rendo conto che tutti quei tatuaggi non sono altro che centinaia, forse migliaia, di parole, avviluppate attorno al suo corpo come serpi.

Improvvisamente, il ragazzo si schiarisce la gola.

Mi riscuoto dal mio stato di trance e riporto lo sguardo sul suo viso, giusto in tempo per vederlo prendere un morso della mela.

I lineamenti del suo viso sono affilati, quasi violenti nella loro durezza, ma non mancano di una certa eleganza.

Rendendomi conto di quanto surreale sia questa situazione, allungo una mano nello spazio che ci separa e dico: "P-piacere, M-mr Kelly, io sono Astrea Mcallister, la sua nuova assistente."

Inciampo sulle parole, ma mi sforzo comunque di sorridere e di risultare affabile mentre mi presento.

Mr Kelly mi guarda un'ultima volta dall'alto in basso, prima di prendere un altro morso e mugugnare: "Per te, sono Fionn e basta."

Sento il sorriso sulle mie labbra scaldarsi davanti a quelle parole, mentre abbasso il braccio.

Solo Fionn. Mi piace.

Sto per aprire bocca e iniziare a bombardarlo di domande, quando un gesto repentino della sua mano mi zittisce. "Lì c'è una lista di regole che gradirei seguissi tassativamente. Ci vediamo domani dopo la fine dell'orientamento."

Non faccio neanche in tempo a adocchiare il foglio posato sul tavolo, prima che Mr Kelly, Fionn, si allunghi in direzione del frigorifero e afferri un oggetto poggiato contro lo sportello.

Sento i miei occhi spalancarsi e le mie labbra dischiudersi quando capisco di cosa si tratta.

Una stampella.

Sbatto le palpebre più volte, costringendomi a distogliere lo sguardo e a riportarlo sul suo viso.

La sua espressione è indecifrabile, vuota come un foglio di carta bianco.

Vorrei dire qualcosa, forse scusarmi per essere sembrata indiscreta, ma non riesco a pronunciare neanche una parola.

Passa ancora qualche istante durante il quale entrambi rimaniamo immobili a fissarci, poi Fionn inizia a zoppicare in direzione della sua stanza. Prima di entrare, esita per un istante sulla soglia, come se stesse per dire qualcosa, ma alla fine si chiude la porta alle spalle senza aggiungere altro.

"Buonanotte," mormoro al vuoto, avendo ritrovato solo ora la voce.

Finalmente ho davvero capito perché Fionn ha bisogno del mio aiuto.

Benvenut* o bentornat* alla Blackcross University!

Per festeggiare l'arrivo ufficiale di Hendiadys su Wattpad, ho deciso di farvi una sorpresa e, solo per stavolta, pubblicare due capitoli al posto di uno (la verità è che non vedevo l'ora di presentarvi Fionn e non potevo aspettare fino alla prossima settimana ). Spero vi siano piaciuti!

Ho già lasciato tutte le info più importanti su questa storia nel capitolo iniziale, ma nel caso aveste qualche dubbio o curiosità, lasciate un commento qui e vi risponderò con piacere 🫶🏻

Proprio come quando pubblicavo Redamancy su Wattpad, ho deciso che ogni tanto nello spazio autrice vi lascerò delle curiosità 👀
Quella di oggi è che la mela che Fionn sta mangiando durante il primo incontro con Astrea è un piccolissimo tributo a Twilight (che sì, è una delle mie saghe del cuore quindi shhh non accetto commenti negativi a riguardo)

Detto questo, aspetto con ansia i vostri pareri su questi primi due capitoli!

Un abbraccio,
Lady 🫶🏻

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