Five minutes of madness
La stavo baciando.
Io, Draco Lucius Malfoy, che baciavo una Mezzosangue. Quanto era ripugnante tutto ciò?
Ripugnante e assurdo.
Di un sogno non si trattava, neppure nei miei peggiori incubi si sarebbe mai potuto verificare un evento del genere...
Non avevo certo intenzione di arrivare a tanto, volevo solo giocare un po' con lei ed avvicinarla di più a me, ma evidentemente quella stupida era in vena di sentimentalismi.
Chissà perché stava piangendo.
Che razza di dubbio, più che altro avrei dovuto chiedermi cosa le fosse preso!
Di sicuro non era in sé, decisamente.
All'inizio avevo temuto che mi stesse seguendo di nuovo, anziché essere alla partita, e che avesse capito cosa progettavo di fare; in tal caso, il mio piano sarebbe fallito miseramente, e di sicuro sarei morto.
Per colpa di una Mezzosangue ficcanaso.
Invece non appena mi ero avvicinato e l'avevo guardata bene in viso, mi ero reso conto che di me non si era neppure accorta.
Piangeva, ma senza fare il minimo rumore: se non fosse stato per gli occhi rossi e gonfi e le spalle che sobbalzavano a intervalli regolari, non l'avrei mai notato...
Con la coda dell'occhio la osservai, per accertarmi che la ragazza che in quel momento premeva con forza la sua bocca sulla mia e la Granger fossero la stessa persona.
Sì, anche se questa era completamente diversa da quella che conoscevo: non solo si mostrava finalmente debole, ma aveva una luce quasi folle nello sguardo, come se si stesse vergognando di farsi vedere così ma allo stesso tempo non potesse impedirlo in alcun modo.
Doveva esserle successo qualcosa di davvero grave.
Inizialmente quel bacio continuò così com'era iniziato: inaspettato e piuttosto casto.
Poi...
Ero sicuro che la Mezzosangue, non appena si fosse accorta di quello che stava facendo, si sarebbe subito tirata indietro, diventando viola per l'imbarazzo.
Invece questa Granger, tanto attraente quanto pericolosa, sembrava tutto meno che imbarazzata: l'incertezza che era apparsa in un primo momento, almeno da parte sua, svanì all'improvviso senza lasciare tracce.
Mentre mi teneva stretto per la camicia, rafforzò la presa sui miei capelli, quasi volesse impedirmi di fermarmi.
Provai un moto di disgusto verso me stesso, ma soprattutto di terrore, quando mi resi conto di una cosa.
Io non avevo la minima intenzione di fermarmi.
Fu probabilmente questo pensiero da pazzi a farmi perdere ogni traccia di dubbio esistente: fanculo il piano, fanculo la Mezzosangue, fanculo tutto, ormai ci ero troppo dentro.
Feci scorrere una mano sul suo collo, mentre le labbra continuavano a divorarsi con furia, sfuggendo al controllo di entrambi.
Mi sorprese scoprire quanto la sua pelle fosse calda e profumata, e la sua bocca morbida, delicata ma allo stesso tempo vorace.
Soprattutto, di ragazze ne avevo baciate tante, mille volte più attraenti, e spesso ero andato anche oltre, ma stavolta sentivo che c'era qualcosa di diverso, qualcosa che prima era sempre mancato.
Forse era solo una mia sensazione, un'allucinazione dei sensi dettata dalle circostanze, ma quel bacio aveva un sapore.
Non riuscivo a definirlo con precisione, però era delizioso, dolce come lo zucchero e amaro come il fiele; ormai mi ero convinto che un bacio fosse solo uno stupido scambio di saliva fra due persone senza niente di meglio fare, ma adesso...
Le labbra della Granger si schiusero appena, abbastanza da permettermi di infilare la lingua; mi stavo spingendo troppo oltre, lo sapevo, tuttavia ero così coinvolto da non riuscire a controllare il mio corpo, e questo non era normale. Non mi era mai successo prima.
Perché accidenti avevo accettato di baciarla?
Se qualcuno fosse passato di lì, avrebbe potuto vederci, vedere cosa stavamo facendo e...
Fanculo.
Da quanto andavamo avanti? Secondi, minuti, ore?
Il tempo era diventato un concetto a me completamente estraneo.
Non era certo quello che avrei voluto fare con lei, i miei piani erano altri.
Ma nel momento in cui l'avevo sentita così vicina, che quasi mi implorava di impegnarmi in qualcosa che contraddiceva del tutto i miei principi, mi ero perso.
All'inizio avevo provato una soddisfazione appagante, perché finalmente ero riuscito a piegare sotto la mia volontà la Mezzosangue, dimostrando che né lei né nessun altro Grifondoro avrebbe mai potuto sovrastarmi, e soprattutto a prendermi la rivincita su quel pugno che mi aveva tirato al terzo anno.
Riflettendoci meglio su, l'unico sentimento che avrebbe dovuto venirmi in mente pensando a lei era l'odio.
E fino a cinque minuti fa era così.
Al turbinio della testa, però, si era inevitabilmente contrapposto quello del corpo, l'istinto incontrollabile che mi portava a desiderarla.
Il che era assurdo: un Malfoy non sarebbe mai caduto così in basso, non potevamo permetterci di sporcare il nostro sangue in quel modo.
Stavo commettendo forse il peggiore dei peccati baciando quella Mezzosangue, infangare il buon nome della mia famiglia quando invece avrei dovuto impegnarmi a risollevarlo.
Ma quell'ultima settimana era stata un vero inferno, avevo trascorso la maggior parte del mio tempo nella Stanza delle Necessità, tentando disperatamente di fare progressi con quell'armadio, invano.
Ero perfino arrivato a non giocare durante la prima partita di Quidditch, il che diceva tutto.
Mi sentivo stanco e frustrato, avevo bisogno di qualcosa con cui potermi distrarre, di calore femminile; se l'avessi capito prima, avrei cercato qualcun altra che fosse in grado di soddisfare i miei desideri, fra le Serpeverde c'era sempre un'ampia scelta di streghe dal sangue più puro disposte a fare tutto ciò che ordinavo loro.
Non avevo saputo aspettare, di solito pretendevo di ottenere immediatamente quello che volevo, ne era prova la mia esperienza nella Stanza delle Necessità, anche se in quel caso era un po' diverso, la mia fretta era dovuta principalmente ad altri motivi...
Tralasciai per un attimo i miei ragionamenti fulminei, giusto il necessario per accorgermi che adesso era lei a condurre il gioco, con la sua determinazione.
Determinazione, quasi sfrontatezza.
Questo non potevo accettarlo: stavo baciando una Mezzosangue, la Granger, addirittura mi ero quasi lasciato trasportare, ma mai le avrei permesso di comandare.
La furia che ci metteva, la rabbia con cui continuava a pressarmi, era soffocante, nessuno sarebbe stato capace di resistere, al mio posto.
Ero pur sempre un uomo, e per di più gli eventi che si erano susseguiti nelle ultime settimane mi avevano condannato all'astinenza totale.
Poco importava che quella fosse la Granger.
La strinsi con tutta la forza che mi sentivo di possedere, senza preoccuparmi minimamente di farle male, mentre mi apprestavo a torturarle la lingua con la mia.
Se fosse dipeso solo da me, quel bacio avrebbe potuto continuare, forse anche per tutta la notte. Purtroppo non era così, c'erano troppi fattori che mi impedivano di lasciarmi andare completamente e dimenticare tutto per un po', non mi era permesso.
Non avevo idea invece di cosa passasse per la testa della Mezzosangue, e neanche mi importava, sinceramente.
Era in mio potere, e anche volendo non sarebbe riuscita a liberarsi dalla mia stretta, ero più forte di lei; d'altra parte io non avrei avuto alcun motivo per lasciarla andare.
Non era da me farmi circuire tanto facilmente, di solito succedeva il contrario...
Inaspettatamente, però, mi accorsi che qualcosa stava cambiando: la sua presa non era più tanto energica, anzi, si indeboliva ogni secondo di più, e le sue labbra andavano perdendo tutto il loro vigore.
Si stava pentendo.
Oh no, l'hai voluto tu e adesso non torno indietro.
«Malfoy, fermati...» riuscì a sussurrare, ma non le lasciai neppure il tempo di riprendere fiato prima di tornare a baciarla.
Ma ormai non era la stessa cosa, lei non desiderava più che io la baciassi come prima: la reazione che attendevo già da parecchi minuti si stava verificando, anche se non ero pronto a smettere...
Sentii il suo corpo fremere leggermente nel tentativo di divincolarsi e di sfuggirmi.
Una forza invisibile mi sollevò di scatto da terra, scagliandomi indietro con potenza, verso l'altro lato del corridoio.
Lontano da lei.
Le lanciai un'occhiata a metà fra lo stupore e la furia, mentre ansimavo per il colpo alla schiena che aveva liberato prepotentemente i miei polmoni dall'aria, ma soprattutto per il bacio impetuoso appena concluso.
Il suo sguardo colpevole e smarrito fu un chiaro segno del fatto che quella barriera magica era stata opera sua. Sì, era davvero una strega brillante, pochi sarebbero riusciti ad eseguire un Incantesimo Non Verbale di quella portata e per di più sotto l'effetto del mio fascino...
Mi sentivo più frustrato e confuso di prima: da un lato ero sollevato dal fatto che almeno uno di noi avesse recuperato un minimo di contegno, se no chissà dove saremmo andati a finire, ma dall'altro ero incazzato nero.
Era finito troppo presto, quel bacio, nonostante fossi consapevole che era stato un enorme errore, la mia bramosia non era ancora stata soddisfatta, e non doveva essere lei a decidere quando avremmo smesso, non ne aveva il diritto.
La osservai più attentamente, cercando di tenere a bada il mio istinto animale che, se lasciato incontrollato ancora per qualche minuto, avrebbe potuto spingermi a commettere chissà quali follie...
Cinque minuti di pura follia, ecco di cosa si era trattato.
Ma una follia incredibilmente dolce.
Cercai di valutare quale fosse lo stato d'animo della Granger: non l'avevo mai vista in quelle condizioni, le pupille nocciola dilatate e umide, le labbra gonfie per il bacio esagerato che ci eravamo appena scambiati, e un'espressione indecifrabile.
Sembrava spaventata. Come se avessi potuto farle del male in quel momento.
Avrei voluto, certo, avrei voluto punirla, torturarla, solo per essersi trovata al posto giusto quando avevo avuto bisogno di lei, ma non avrei mai potuto...
«Che cosa ho fatto...»
Compresi solo allora quale fosse la verità: era spaventata, sì, ma non da me.
Da se stessa.
Di certo era nel panico, convinta di aver commesso un incesto vero e proprio, terrorizzata e allo stesso tempo stordita. Non era poi così difficile mettermi nei suoi panni, visto che mi ci trovavo già.
L'unica cosa che non avrei mai saputo era cosa provasse dentro. Sicuramente c'erano ancora parecchi aspetti che mi stava tenendo nascosti, mentre i più evidenti si manifestavano involontariamente in ogni linea del suo viso.
Chissà perché, provavo il desiderio di conoscerli.
Mossi un passo verso di lei con cautela, sia perché non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione, e non volevo ritrovarmi nuovamente schiacciato contro il muro, sia perché temevo seriamente la mia.
«Sta' lontano da me.»
Era ancora debole, avrei potuto ridurla a diventare creta sotto le mie mani, se solo me l'avesse lasciato fare. Ma da quando mi serviva il permesso?
Da quando mi serviva il permesso di una Mezzosangue?
Ma prima che potessi decidermi a prenderla di nuovo fra le braccia, la Granger era sparita.
♥
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