Capitolo 4
PARTE I: 𝓘𝓵 𝓯𝓮𝓼𝓽𝓲𝓿𝓪𝓵 𝓮𝓼𝓽𝓲𝓿𝓸
Capitolo 4: "𝙽𝚘𝚗 𝚙𝚎𝚗𝚜𝚊𝚟𝚊 𝚊𝚟𝚛𝚎𝚋𝚋𝚎 𝚖𝚊𝚒 𝚛𝚒𝚖𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚙𝚒𝚎𝚍𝚎 𝚊𝚕𝚕'𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚞𝚗𝚊 𝚜𝚌𝚞𝚘𝚕𝚊."
"Perché ho accettato?" Si chiese (T/n). Erano bastati solo pochi minuti nel cortile dell'edificio per portarla a pentirsi di aver accettato la richiesta dell'amica; amica che faticava a trovare tra la massa di studenti urlanti.
"Scusa, sto cercando Kanroji Mitsuri!" Cercò di chiedere aiuto a un ragazzo che avrà avuto dopo qualche anno in più di lei. Ciuffi irregolari di capelli corvini si posavano parzialmente sugli occhi del malcapitato che aveva fermato.
Quando questo alzò lo sguardo, (T/n) riconobbe immediatamente uno degli amici di cui Mitsuri le aveva parlato - Sai, Iguro-san ha degli occhi davvero particolari - erano state le sue esatte parole.
Forse era stato il nome della ragazza dai capelli rosa ad addolcire lo sguardo di Obanai, che però sembrò irrigidirsi nuovamente nell'indicarle dove potesse trovarla.
"È in palestra con Tomioka." Pronunciò sprezzante il nome della persona con cui Mitsuri era in compagnia. "Se non sai dov'è, chiedi a qualcuno di portarti. Io sono impegnato. " solo in quel momento la (c/c) si accorse dello scatolone che Obanai portava tra le mani.
(T/n) tentò di riflettere riguardo dive si trovasse la palestra. Non erano trascorsi molti anni da quando aveva frequentato quella scuola, ma a causa di recenti ristrutturazioni, l'edificio aveva assunto un aspesttò totalmente diverso da come lo ricordava. Avrebbe fatto fatica ad ambientarsi in quel nuovo luogo.
Si concentrò su Tomioka, cercando di ricordarsi chi fosse, tra i nomi presenti all'interno di quella chat. Il fatto che il ragazzo non fosse una persona loquace non le sarebbe stato d'aiuto. Non ricordava se lui avesse mai scritto un singolo messaggio, però più volte gli erano state rivolte frecciatine da alcuni colleghi, tra cui proprio Obanai.
Avrebbe chiesto a Mitsuri il perché dell'ostilità del corvino.
Si guardò intorno, sperando di intravedere qualche volto conosciuto. Sfortunatamente, non appena scesi dalla macchina, i quattro adolescenti erano scomparsi. Solo Tanjiro si era preoccupato di avvisarla di aver visto in lontananza alcuni compagni di classe, che avevano intenzione di raggiungere.
"Se solo sapessi com'è fatto questo Tomioka..." commentò sovrappensiero (T/n). Che anche Tomioka avesse i capelli neri? Tentò di controllare la foto profilo del ragazzo, ma quest'ultimo era solo lievemente visibile, spinto verso i margini della foto da quelli che dovevano essere suoi amici. Sospirò. Avrebbe semplicemente dovuto chiedere a uno degli studenti, benché fosse imbarazzata, primo, dal non ricordarsi dove si trovasse la palestra nonostante avesse frequentato lei stessa l'istituto e, secondo, dal modo di comportarsi di Zenitsu; avrebbe preferito non essere costretta a ricevere lamentele da tutte me ragazze a cui Zenitsu aveva chiesto la mano.
"Stai cercando Tomioka-san?"
Quando si voltò, (T/n) vide la persona a chi apparteneva la voce.
Era una ragazza di statura minuta. Se non avesse saputo chi era, l'avrebbe scambiata per una studentessa delle scuole medie.
"Kochou-san, giusto?" Chiese, pensierosa. Si trattava di una delle amiche di Mitsuri, nonché della sorella minore dell'insegnante di biologia, con cui (T/n) aveva già avuto modo di parlare.
Shinobu annuì. Il sorriso sulle sue labbra manteneva l'ombra di uno scherzo. (T/n) aveva il presentimento che fosse legato a Tomioka.
"Proprio così. Tu devi essere (T/c)-san... non ci siamo mai incontrate, vero?" Shinobu sembrava pensierosa.
"Non mi sembra..." commentò altrettanto incerta (T/n). Non sapeva se la sua esitazione fosse dovuta all'aver già incontrato Kanae, a cui Shinobu assomigliava moltissimo, ma aveva la sensazione di averla già conosciuta in passato, benché fosse sicura del contrario.
Non era la prima volta che si sentiva in quel modo nei confronti di qualcuno. Le era accaduto ripetutamente. Era arrivata a pensare di aver già incontrato in passato la maggior parte di tutte quelle persone che conosceva.
Che si trattasse degli amici del fratello, oppure proprio dei suoi fratelli stessi, con cui aveva condiviso solo parte della propria infanzia, essendo tutti e tre stati accolti da Jigoro dopo aver perso le proprie famiglie. Eppure, la prima volta che vide Kaigaku, provò un forte disprezzo nei suoi confronti, che fu in grado di risanare solo con il trascorrere degli anni, a cui non aveva mai trovato una giustifica.
Ogni volta che incontrava una persona nuova e provava questo sentimento, si sentiva come se una delle tante tessere che compongono un puzzle fosse ritornata al proprio posto.
Anche in quel momento, la presenza di Shinobu le aveva provocato quella medesima reazione. Avrebbe tanto voluto capirne il perché.
Non era l'unica a sentirsi in quella maniera. Non erano molte le persone con cui ne aveva parlato. In realtà erano solo due: Zenitsu e Mitsuri.
Era stato casuale il modo in cui avevano affrontato l'argomento. Zenitsu, fin da quando l'aveva incontrata, si era convinto che lei fosse la sua "sorellona", iniziando immediatamente a chiamarla con quell'appellativo. Anni dopo le spiegò, ricordandosi vagamente dell'episodio, avere sempre avuto l'impressione che loro fossero legati profondamente.
Anche Mitsuri aveva avuto una reazione spontanea. L'aveva chiamata per nome, benché non si fossero mai viste prima. Le aveva sorriso, per poi scusarsi, fingendo di averla scambiata per una sua conoscenza. Erano bastate poche uscite in compagnia della ragazza, affinché questa si autoproclamasse sua migliore amica. Anche lei aveva la sensazione di aver sempre occupato quel posto. Di essere legate. Di essere sempre state migliori amiche.
"Forse in una vita passata eravamo amiche e ci siamo rincontrate adesso! Non è fantastico?!" Aveva esclamato una volta la ragazza, afferrandole la mano.
Effettivamente (T/n) non avrebbe potuto negare quanto quella situazione fosse fantastica. Eppure, nonostante seppur lentamente quel puzzle si stesse ricomponendo, sembrava esserci un pezzo mancante.
Aveva sempre sentito un vuoto che non era mai stata in grado di riempire, per quanto la sua vita fosse appagante.
Le parole di Mitsuri echeggiarono nuovamente nella sua testa. Se la ragazza avesse avuto ragione, allora c'erano ancora altre persone che avrebbe dovuto trovare, assieme ad un motivo che potesse giustificare quei sentimenti.
Sperava che quella persona non fosse tanto lontana.
"(T/c)-san?" La voce di Shinobu la distolse dai propri pensieri.
"Scusa, non ti stavo ascoltando."
"Immaginavo." Shinobu non sembrava infastidita dalla mancanza di attenzione della (c/c).
"Ti stavo dicendo che, se hai bisogno, posso accompagnarti io da Tomioka-san."
"Sì, sarebbe molto d'aiuto." Esclamò (T/n), ridacchiando, per poi ringraziare la corvina per la sua disponibilità.
Mentre seguiva Shinobu, in direzione della palestra, non poté fare a meno che osservarla con la coda dell'occhio. Più la osservava, più le sembrava di conoscerla.
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