CAPITOLO 2: AMBIENTAZIONE
Il temporale infuriava di minuto in minuto, tanto che gli alberi iniziarono a piegarsi così tanto che sembravano stessero per spezzarsi da un momento all'altro. Franck tossì e, senza perdere altro tempo, si diresse all'interno dell'edificio prima di bagnarsi anche i calzini. Si ritrovò in un piccolo ingresso, molto spoglio e dotato di un piccolo bancone con tanto di cassa, mentre sul muro c'era un manifesto viola rappresentate la mascotte principale, Freddy Fazbear, che annunciava i giorni e gli orari dei vari show. L'uomo nel frattempo continuava a tremare come una foglia, a quanto pare i riscaldamenti erano spenti... o addirittura assenti!
- Facciamoci assumere e corriamo subito in albergo...
Pensò mentre si diresse verso una porta a due ante, spalancandola si ritrovò in un'immensa sala da festa, o almeno così era quello che doveva essere dato che c'erano sedie, tavoli e cibo rovesciati in giro: molta gente doveva essere scappata l'altro giorno. Fu allora che il primo pensiero di Franck fu quello di voltarsi verso il palcoscenico, ma loro non c'erano... ovvio che non c'erano, non dopo ciò che era accaduto.
- Mi scusi, ma la pizzeria sta per chiudere.
Franck si voltò e vide un uomo non molto alto uscire dalle cucine, chiudendo a chiave la porta. Era calvo, indossava una giacca marrone e dei pantaloni neri, non c'era alcun dubbio su chi fosse: Fred.
- Mi scusi per l'orario signor Fazbear, ma...
- Mi ha sentito? Sto per chiudere.
Ripetè secco il proprietario mentre con lo sguardo indicava il portone alle spalle di Franck, ma lui non si mosse di un passo e continuò il discorso.
- ... ma vorrei solo fare richiesta di assunzione. Ho saputo che è l'ultima settimana e non avete personale notturno al momento.
A quelle parole il volto scontroso dell'uomo si tramutò subito in un sorriso, in seguito invitò Franck a sedere per discutere meglio sulla questione e poter così conoscere meglio la nuova aspirante guardia notturna.
- Quindi eri al servizio di mio cugino Scott?
Domandò mentre si accendeva un sigaro, offrendone uno a Franck, il quale accettò volentieri.
- Sì, lavoravo proprio quì, quando il posto era conosciuto come Fredbear's Family Diner. Con più precisione ero un addetto alla manutenzione, controllo e riparazione delle tute spring-lock.
Rispose mentre buttava fuori una boccata di fumo bianca, seguito a ruota dal proprietario.
- Sì, mi ricordo di quegli affari... non erano molto a norma. Comunque, sappiamo entrambi che non è questo il punto della questione... più che altro, perchè vuoi lavorare quì? Non so se sai cosa è successo l'altro ieri, ma solo un pazzo accetterebbe l'incarico.
- Mi reputi un pazzo allora, signor Fazbear.
Terminò Franck spegnendo il sigaro, per poi incrociare le mani con uno sguardo deciso.
- Ok, va bene... sei un osso duro Wilson.
Detto ciò gli fece scivolare tra le mani un foglio, ovvero il contratto d'assunzione su cui c'era scritto tutto ciò che doveva sapere: orario, giorni, regole e paga.
- E ti avverto che non siamo responsabili in caso di lesioni, ferite gravi o morte.
Fred sorrise, mentre l'uomo lo guardò abbastanza stranito.
- Ehm...
- Dai scherzavo!
Rise gettando il sigaro in un cestino lì vicino, ma Franck non fece una smorfia, il proprietario allora tossì tornando serio mentre un tuono lì fuori rimbombò nel cielo.
- Prima di firmare... sei sicuro di voler lavorare quì?
- Convinto.
Detto ciò Franck prese dal taschino della giacca una penna e, senza pensarci due volte, firmò il contratto sotto lo sguardo serio di Fred, il quale iniziò a temere se quell'uomo non fosse in realtà qualche spia mandata dal governo.
- Ok Franck, ti do ufficialmente il benvenuto in famiglia. Ci si vede domani a mezzanotte, ok?
- D'accordo, arrivederla.
Franck si alzò dalla sedia e se ne andò via, venendo travolto nuovamente dalle intemperie appena mise il naso fuori dall'edificio. Velocemente salì a bordo del suo veicolo, mise in moto e partì verso l'albergo che aveva prenotato, si trovava a soli quindici minuti dalla pizzeria. Una volta arrivato lì firmò alcune scartoffie e si diresse alla camera assegnatagli, non era di certo un hotel a cinque stelle, ma pur sempre meglio di nulla.
- Non sei quì per una vacanza Wilson.
Sì ricordò fra sè e sè mentre esausto si sdraiava sul letto, prese poi il portafogli e da esso estrasse una foto che ritraeva Amanda, una donna dai capelli castani e ricci, gli occhi di un verde piuttosto scuro e il sorriso immancabile. Franck sospirò rimettendo a posto la foto, ultimamente non stava dando troppa importanza a lei, era sempre infaccendato con il lavoro. Negli ultimi giorni erano riusciti finalmente a trovare un po' di tempo da passare insieme, ma ecco che appariva un altro imprevisto. D'altro canto, però, Franck non poteva ignorare ciò: erano morti quattro bambini al Freddy's e temeva di sapere chi fosse il colpevole... ma gli servivano delle prove, e doveva riuscirci prima che la pizzeria chiudesse!
Il Sole splendeva alto in cielo e Franck era intento a passeggiare, erano solo le dieci del mattino, ma sapeva come sfruttare il tempo che lo separava dal suo turno notturno. L'uomo infatti era diretto alla centrale di polizia più vicina, ritenendo che era senz'altro un ottimo luogo per avere informazioni sul Freddy's, dopotutto Franck non ne sapeva molto al riguardo. Seguendo le indicazioni fornitegli da alcuni passanti, l'uomo sopraggiunse davanti all'edificio e si passò una mano sulla fronte sudata, il freddo glaciale dell'altra sera era stato rimpiazzato da un Sole cocente ed accecante.
- Posso aiutarla?
Domandò un uomo in divisa affacciandosi dalla porta d'ingesso, era di carnagione scura ed aveva gli occhi azzurri. Frank non tardò a rispondere, chiedendo gentilmente se poteva parlare con il commissario. L'agente di colore si limitò ad annuire e gli fece cenno di seguirlo all'interno della centrale, conducendolo così ad una porta con su appesa una targa dove c'era scritto "BYRON".
- Troverete il commissario Byron nel suo ufficio.
- La ringrazio.
Detto ciò l'uomo tornò alle sue attività mentre Franck bussò alla porta, qualche istante dopo una voce piuttosto rauca dall'altra parte rispose con un "Avanti!". Wilson aprì la porta ed entrò nella stanza: a pochi metri davanti a sè c'era una scrivania marroncina e piena di scartoffie, due monitor e una tazza di caffè, ormai freddo. Da dietro uno degli schermi si affacciò Byron, un uomo piuttosto anziano dati i capelli e la barba entrambi canuti.
- Buongiorno, si accomodi pure, sarò subito da voi.
Disse poi con tono gentile indicando una sedia vicino a Franck, che prese, mentre Byron tornò ad operare sugli schermi. L'uomo si mise a sedere ed attese, nel mentre il suo sguardo cadde sulle scartoffie poste sulla scrivania, notando la presenza di una fotografia in bianco e nero ritraente un essere strano e dalle sembianze animalesche.
- Perdonatemi, ma oggi il lavoro non è poco. Qualche notte fa è accaduto qualcosa di strano, se non assurdo, in una delle nostre centrali... ed ora devo finire di archiviare il caso.
- Non si preoccupi, so cosa vuol dire.
- Comunque, come posso aiutarla?
- Sarò chiaro commissario. Il mio nome è Franck Wilson, sono un giornalista minore di New York, e sono quì a Filadelfia per condurre delle indagini.
- Indagini? Riguardo a cosa?
Chiese Byron incuriosito, Franck rimase qualche istante in silenzio, come se anche il nome di quella pizzeria fosse così tenebroso da non volerlo dire.
- In merito al Freddy Fazbear's Pizza.
Improvvisamente si sentì qualcosa cadere a terra, il commissario aveva staccato immediatamente gli occhi dal suo pc ed ora guardava dritto quelli di Franck, come se gli avesse appena detto che qualcuno della sua famiglia fosse morto.
- Spero stia scherzando...
- No signore, non sto affatto scherzando. In quella pizzeria si è verificato un infanticidio e non voglio di certo che resti impunito.
- Senta Wilson, non per scoraggiarla, ma che cosa vorrebbe fare? Abbiamo già setacciato il posto in cerca di indizi.
- Beh... dica ciò che vuole, ma io ho papabili informazioni riguardo l'assassino.
-... dice sul serio?
- Sì, ma in cambio voglio anche io imformazioni. Insomma è uno scambio equo, no?
- Ok... va bene, ci sto. Quindi, secondo lei, chi può essere stato capace di commettere tale atrocità?
Franck si morse il labbro colto da un'improvvisa indecisione, mentre la sua mente e il suo istinto lo stavano implorando di dire quel nome...
- William Afton.
- Afton... Afton... ah sì, ora ho capito di chi state parlando. Lavorava al Freddy's, lo conoscete?
- Purtroppo sì, è un mio ex-amico che... un attimo, dite che era un dipendente della pizzeria?
- Sì, abbiamo anche scambiato alcune chiacchiere a volte. È un peccato che abbia lasciato la città, era un tipo alquanto loquace e simpatico... non capisco perchè lo accusiate di tale crimine.
- Si fidi commissario, non sarebbe la prima volta che uccide un bambino.
-... in che senso scusi?
- Come già detto, è un mio vecchio amico, ed eravamo colleghi nello stabilimento precedente. Lì William ha picchiato un bambino a suon di colpi di scopa, ferendolo gravemente e causandone la morte, avvenuta in ospedale pochi giorni dopo. Per questo è stato licenziato e recluso in un manicomio, ma è fuggito in fretta.
- Oddio...
- Che esista o no, il vostro Dio potrà fare ben poco ora.
- Non siete credente?
- No, ho smesso di esserlo tempo fa dinanzi alle troppe ingiustizie in questo mondo.
- Immagino signor Wilson, non sarò di certo io a dirle in cosa credere... ma ciò che non capisco è perchè quel tale ha picchiato un bambino.
- Era impazzito a causa della morte di suo figlio.
- Ah, sì ora capisco a cosa vi riferite... il morso dell'84.
- Proprio quello signor Byron. Dov'era Dio quando il cranio della creatura è stato frantumato dalle mascelle di Fredbear? Ora il mio ex-capo non ha un'attività e non lo vedo in giro da molto, mentre il mio migliore amico probabilmente è lì fuori a uccidere e...
Franck rimase qualche secondo in silenzio, notando di avere i pugni serrati e che fino ad ora aveva alzato fin troppo la voce, lasciando inoltre libere le sue ansie e preoccupazioni.
-... scusate, mi sto dilungando troppo.
- Non si preoccupi.
- Ad ogni modo, ora che vi ho dato le informazioni...
- Sì, vi do subito una copia del fascicolo del caso Freddy's Pizza.
- La ringrazio.
Detto ciò Byron si alzò e andò a rovistare tra i vari cassetti, nel mentre Franck lo osservò sospirando, con le sue indagini stava condannando William, ma doveva farlo affinchè fosse reintrodotto in un ospedale psichiatrico e curato come si deve.
Una volta ottenuto il documento, Franck salutò il commissario ed uscì dalla centrale di polizia, in seguito si diresse verso l'albergo e durante il tragittò telefonò ad Amanda.
- Ehy tesoro.
- Ciao Franck, come va?
- Beh... posso dire di aver visto giorni migliori.
SPAZIO AUTORE
Salve e benvenuti in questo libricino speciale, oggi è il 21 Maggio e festeggiamo il terzo anniversario di Fnaf: Il Metallo Uccide! :D
Prima di Mike ci sono state alcune guardie, tra cui il misterioso Phone Guy... in questo mini-libro andremo a vedere cosa fece al Freddy's!
Come avrete capito sarà una storia molto breve, inoltre pubblicherò ogni tre giorni giusto per manenere un po' di suspance! Infatti i capitoli sono già tutti scritti e corretti dato che li sto preparando già da oggi che è il 6 Marzo, quindi vi scrivo dal passato! xD
Detto ciò vi anticipo che non ci saranno altri spazi autore, eccetto l'ultimo capitolo, quindi ci vediamo lì!
Buona Lettura! :3
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