Sotto un cielo immutato - Shane e Max
Shane's point of view
- Psst!
Le mie macchinine si scontrano e io mimo il suono di un'esplosione, lanciandole in aria. Ricadono tra l'erba.
- PSST!
Alzo il capo, guardandomi attorno. Non c'è nessuno in giardino a parte me. Qualcosa che si muove in strada cattura il mio sguardo: è un bambino biondo che si è arrampicato sulla rete e adesso agita una mano per attirare la mia attenzione.
Lo osservo, perplesso. Ha l'aria di essere simpatico e amichevole e i suoi occhi color cioccolato possiedono una luce benevola.
- Ehi! - esclama, sorridendo. - Vuoi venire a giocare con me?
Lancio un'occhiata alle mie macchinine sul prato. Non è così bello giocare da solo... e Crys deve fare i compiti estivi.
- Devo chiederlo alla mamma - replico, alzandomi e raccogliendo i miei giochi. Il bambino sorride ulteriormente.
Avevo cinque anni, il giorno in cui conobbi il mio migliore amico. Dieci anni più tardi, la nostra amicizia è più salda che mai.
Mi lascio cadere sulla morbida distesa erbosa, accanto a Maxwell. I fili d'erba mi solleticano le orecchie. Adoro il parco.
- È una bella giornata per non fare niente - osserva Max, rompendo il silenzio. Il cielo sopra di noi è azzurro e le nuvole candide si rincorrono pigramente.
Gli prendo una mano. Tra noi non sono mai mancate - né mai mancano - queste dimostrazioni d'affetto puramente amichevoli.
- Per non fare niente oppure per cercare di convincere il tuo caro fratellino a venire con te al cinema perché il tuo ragazzo ha l'influenza - borbotto, scocciato. Max ridacchia sommessamente.
- Potevi andare, Shane. Non ci sarei rimasto male.
Sbuffo.
- Posso anche fare da tappabuchi quando il suo adorato Harry non può venire, ma non se ho già un impegno. Un impegno con il mio migliore amico. E poi non avevo nemmeno voglia di vedere quel film.
- Quale film?
- Una commedia romantica, credo - rispondo, senza sforzarmi troppo per ricordare il titolo. - Non importa. Ciò che importa è... cosa mi dovevi dire?
Cala di nuovo il silenzio. Max deglutisce sonoramente e io gli stringo la mano, percependo il suo nervosismo. Adesso sono curioso e in apprensione.
- Max?
- Non... non so se riesco a dirlo, Shane - dice con un filo di voce, deglutendo di nuovo. - Temo che non vorrai più essere il mio migliore amico, dopo.
Adesso sono preoccupato. Cosa può essere di così tremendo da dover cancellare un'amicizia che dura da dieci anni?
Rifletto per un lungo istante su tutte le cose brutte che mi vengono in mente.
- Ti droghi? - domando cautamente. Sussulta.
- Cosa? No!
- Hmm... hai ucciso qualcuno? Posso aiutarti a nascondere il cadavere e cancellare le prove, così la polizia non lo scoprirà mai - dico in tono cospiratorio. Maxwell mi dona una lunga occhiata, poi entrambi scoppiamo a ridere.
- Shane, sei assurdo - commenta con affetto, prima di tornare serio. - No, non è quello.
- E allora cosa? Non ti leggo ancora nella mente, quindi non posso saperlo, Max - sospiro piano. - Ma non smetterò mai di essere il tuo migliore amico, neanche se ti drogassi e uccidessi qualcuno.
Prende un respiro profondo... e tace.
- Max? Cosa c'è? Riguarda la tua famiglia?
Scuote il capo e chiude gli occhi per qualche minuto. Il mio sguardo vaga irrequieto nel cielo.
- Shane, io... io... sono... gay - dice d'un fiato. Piego il capo per guardarlo, lui non osa e tiene le palpebre serrate.
- Oh - commento solamente. Che stupido, mi ha fatto preoccupare per niente. - E questo in quale modo dovrebbe influire sulla nostra amicizia?
- Non... non lo so...
Cala il silenzio. Il mio cervello lavora a pieno regime.
- Ti piaccio, Max? - chiedo in tono neutro. Scuote la testa.
- No. Io... non lo so - ripete. Gli accarezzo il dorso della mano con il pollice. Ha detto no e poi non lo so, quindi può voler dire anche sì, ma non ha importanza.
- Maxwell - dico, facendo una pausa perché non sono abituato a pronunciare il suo nome per intero e mi fa strano. - È okay. Tu sarai sempre il mio migliore amico.
- Anche tu, Shane.
- Sì, certo, fino a quando non avrai il ragazzo - sbuffo, e lui mi stringe la mano.
- Shane, dico davvero.
- Lo so. Stavo scherzando.
Lo sbircio. Mi sta osservando e i suoi occhi castani ora sono limpidi e calmi. Sono così dolci, mi fanno sentire al sicuro.
- Ti voglio bene, Max - mormoro, abbozzando un sorriso.
- Ti voglio bene anch'io...
- E dimmelo, se qualcuno ti tratta male per quello che mi hai detto. Nessuno può permettersi di trattare male il mio migliore amico e pensare di farla franca. Se dovesse accadere... sarai tu a dovermi aiutare a nascondere qualche cadavere - asserisco, pensieroso. Ci guardiamo per un istante e poi ci sciogliamo in una fragorosa risata, la quale spazza via la tensione e l'imbarazzo.
Torniamo a contemplare il cielo sopra di noi, ancora sereno nonostante le nuvole.
È l'estate dei nostri quindici anni e la nostra amicizia è più salda che mai, ma tanti cambiamenti ci attendono.
-
Note dell'autrice:
konbanwa! Rieccomi, finalmente. Mi son presa un po' di tempo per organizzare le idee, lo so. Questa raccolta sarà lunga, anche perché a fine mese ricomincia la scuola e non potrò aggiornare frequentemente. Perdonatemi. Risponderò al più presto alle recensioni. Buonanotte
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