Fiori che sbocciano dopo l'inverno - Peter e Jade

Jade's point of view

Peter mi osserva, ma io guardo fuori dal finestrino. Ancora mancano diverse ore all'arrivo e mi annoio come non mai, però non ho voglia di guardare un film o ascoltare la musica. Se fosse uno dei nostri soliti viaggi, dormirei sulla spalla del mio fidanzato; ma questo volo ci sta riportando in America, dalla Svezia. E voi tutti ben sapete cos'è successo là.

Mi appoggio al finestrino e chiudo gli occhi. Non vedo l'ora di riabbracciare mio fratello e naturalmente suo marito e il mio nipotino, certo, però allo stesso tempo non mi va di dovergli raccontare della mia situazione con Peter. Non voglio che si preoccupi per me. Anche se mi sento solo, me la caverò.

Mi sto appisolando, quando percepisco le labbra del mio ragazzo posarsi delicatamente sulla mia guancia. È un bacio dolcissimo, tenero, di quelli che mi hanno sempre fatto sentire adorato.

Allora perché hai baciato Sven, se mi ami?

Una lacrima solitaria mi riga il viso. Questa ferita aperta non vuole saperne di smettere di sanguinare.

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- Jade! - esclama mio fratello, salutandomi con la mano. Forzo un sorriso e mi preparo mentalmente.

- Rob... - replico fiaccamente, abbracciandolo e nascondendo il volto nel suo petto. Mi stringe forte e io sopprimo un sospiro.

- Bentornati - dice Andrea, sorridendo. - Lo dici ciao allo zio Jade e allo zio Peter, tesoro?

Victor mi stritola immediatamente una gamba e io gli accarezzo i capelli corvini, inginocchiandomi per essere alla sua altezza.

- Ehi, terremoto - mormoro, abbozzando un sorriso. Ma i suoi occhi castani di bimbo mi dicono che percepisce la mia tristezza.

Quando si stacca il mio ragazzo lo solleva da terra e gli fa le pernacchie. Sorrido ulteriormente, intenerito. Dopo un istante distolgo lo sguardo, però. Mio fratello mi arruffa affettuosamente i capelli.

- Stanco?

Annuisco. Sono stanco, stanco della tristezza che mi soffoca e di cui non riesco a liberarmi.

~~~

- Jade?

- Hmm? - replico, senza poggiare il libro che sto leggendo. È un libro che Robert ha fatto leggere ai suoi allievi; ora sta correggendo le loro verifiche basate sul contenuto del libro.

- Cosa c'è? È da quando siete tornati che... mi sono accorto che c'è qualcosa che non va.

È arrivato il momento dell'interrogatorio...

Fingo di proseguire con la lettura, deglutendo il più silenziosamente possibile.

- Non c'è niente che non va - affermo in tono neutro. So tuttavia che non basterà a far desistere mio fratello.

- J, ti conosco da prima che nascessi! Dimmi cosa c'è che non va. Mi distrugge vedere che stai male e non poter far nulla per aiutarti.

Deglutisco di nuovo.

- Rob, sto bene - mento. La mia voce rimane salda, ma una tempesta si agita nel mio cuore.

Mio fratello mi strappa il libro di mano, lo chiude e mi costringe a guardarlo negli occhi.

- Fratellino, per favore - mi supplica. - Non voglio obbligarti a confidarti con me, ma non voglio che tu ti tenga tutto dentro.

Deglutisco per l'ennesima volta e mi tiro a sedere, abbassando lo sguardo sulle mie gambe.

- Peter... mi ha tradito - dico piano, e dirlo ad alta voce mi fa provare un dolore indicibile nel petto. Percepisco le lacrime affiorarmi immediatamente agli occhi.

Robert sussulta.

- Jade... - sussurra, scioccato, e allunga una mano per poggiarla sul mio braccio.

Chiudo gli occhi.

- È stato solo... - un singhiozzo mi sfugge contro la mia volontà e io porto una mano alla bocca per soffocarlo.

È stato solo... cosa? Un bacio. Un bacio, per l'atmosfera del momento.

Al primo singhiozzo ne segue un altro e poi un altro ancora, insieme alle lacrime. Inizio a piangere incontrollabilmente, dando sfogo al dolore silenzioso che mi ha consumato fino ad oggi.

- Oh Jade - dice mio fratello, stringendomi forte a sé. - Mi dispiace tanto, fratellino.

Io verso tutte le lacrime che ho nella sua felpa per ore. Credo di aver pianto così tanto solo nel periodo a seguito del suicidio di Chris.

- È successo una volta sola - proseguo, quando mi calmo. - Un bacio con un collega.

- Gli spacco la faccia - ringhia Robert, scaldandosi immediatamente. - J, non importa se è successo solo una volta! Stai soffrendo, per questo! Sminuire la cosa ti fa solo male!

Annuisco lentamente, e poi... ricomincio a piangere.

- Oh cucciolo - dice Rob, tornando ad abbracciarmi. - Shh... va tutto bene...

- Rob! - singhiozzo. - Non è giusto! Perché? Perché? Lui non è così! Perché l'ha fatto?

Mio fratello mi accarezza i capelli in silenzio.

- Non lo so, fratellino. Ma lo scoprirò - sussurra. - Non sei solo, J. Sono qui. Sta a te decidere cosa fare, però sappi che non sei solo. Puoi sempre contare su di me.

~~~

Peter's point of view

- Peter.

- Robert - replico, lanciandogli una rapida occhiata. So già il motivo per cui è qui, non è difficile intuirlo.

- Ho parlato con Jade - asserisce. Annuisco, guardingo. - E mi ha detto tutto quello che è successo.

Resto in attesa che prosegua. Lui sospira, si passa una mano tra i capelli.

- Se avessi voce in capitolo, avrei detto a mio fratello di lasciarti. Ma sta a lui decidere. E lui ti ama troppo per farlo.

Sospira per la seconda volta, scuotendo la testa.

- Ma se lo ami anche tu, allora parlate; il tuo silenzio lo fa soffrire quanto ciò che hai fatto.

Abbasso il capo.

- Mi dispiace - mormoro. Robert si massaggia la radice del naso.

- Non devi dirlo a me, ma a Jade - ribatte. - E vedi di farlo. Altrimenti...

- Lo farò. Gli parlerò.

Fa per andarsene, tuttavia si ferma.

- Ho sempre pensato che fossi un bravo ragazzo. Non voglio cambiare idea adesso - borbotta, senza guardarmi. - Ma, capisci? La mia famiglia è quanto più mi sta a cuore e, da quando sono morti i nostri genitori, Jade è sempre stato la mia famiglia. Non posso sopportare che stia male.

- Lo capisco - replico piano.

- Conto su di te - conclude, lasciandomi solo.

Sospiro. Se potessi, tornerei indietro nel tempo immediatamente, a quella sera in cui ho baciato Sven e, prima di farlo, mi tirerei uno schiaffo forte abbastanza da farmi riflettere sulle mie azioni.

Sapevo che Sven era interessato a me dal giorno in cui ci siamo conosciuti. E io gli ho dato corda, sono stato al suo gioco perché... perché ero stanco della routine, perché Jade era diventato la mia abitudine e non più la persona di cui ero follemente innamorato.

Quella sera ero in ascensore con Sven, ci osservavamo a vicenda attraverso lo specchio dell'ascensore. Lui si è avvicinato e io ricordo solo che l'attimo dopo le nostre labbra si sono sfiorate.

Non ne valeva la pena. Le sue labbra erano fredde come la neve, per nulla familiari, così diverse da quelle del mio ragazzo. Quel bacio, che avrebbe dovuto farmi provare un senso di novità, ha fatto invece piombare l'inverno nel mio cuore.

Mi prendo la testa tra le mani. Robert ha ragione. Devo parlare con Jade. Non merita tutto il dolore che gli ho causato... e gli devo una spiegazione. Poi starà a lui decidere cosa fare, dopo avermi ascoltato.

~~~

Jade's point of view

Quando rincaso, a seguito di una passeggiata con mio nipote e suo padre, trovo qualcosa sul letto.

- Vado a farmi una doccia! - annuncia Andrea, lasciandomi solo. Gli rispondo con un suono affermativo.

È un fiore, ciò che c'è sul letto, un fiore bianco con screziature dorate. Un fiore che conosco molto bene.

Me ne regalavi uno ad ogni San Valentino trascorso qui...

C'è un bigliettino, anche, e dice semplicemente 'ti devo parlare'.

Prendo delicatamente il fiore e inspiro a fondo il suo profumo dolce e tenue, prima di voltarmi.

Peter sussulta. Inarco un sopracciglio. Credeva che non mi fossi accorto della sua presenza?

- Devi parlarmi? - domando, cercando di non suonare sarcastico. Lui deglutisce sonoramente.

- Sì...

Mi siedo sul letto, il mio ragazzo si accomoda timidamente vicino a me.

- Mi dispiace, Jade.

Non rispondo. Mi dispiace? Tutto qui? Se non ha di meglio da dire, preferisco il silenzio.

- Mi annoiavo. Ogni cosa era diventata un'abitudine... anche tu. E Sven era una ventata di novità.

Io ti amo perché sei la mia abitudine. Perché non è lo stesso per te? Il fatto che tu sia la mia abitudine mi ha sempre fatto sentire sicuro!

- O almeno così pensavo - dice piano. - Ma mi sbagliavo. Ho sbagliato. Non avevo bisogno di nessuna novità. Avevo solo... disimparato ad apprezzare ogni piccola cosa di te come se fosse ogni volta la prima volta.

- E per capirlo hai dovuto baciare Sven? - domando, neutro, a testa bassa per fingere di non star piangendo.

- Ho sbagliato. E me ne sono pentito. Se potessi tornare indietro, ti parlerei invece di fare una cosa così... invece di causarti così tanto dolore. Jade, non è mai stata mia intenzione ferirti. Non ti ho tradito per quello, né tantomeno perché non ti amo.

Alzo lo sguardo, incontrando i suoi occhi blu. Sono così sinceri...

- Sapevi che mi avresti ferito, facendo quello che hai fatto - mormoro, senza asciugarmi le lacrime che mi rigano il viso.

- Jade...

Serro i pugni.

- Lo sapevi! E l'hai fatto lo stesso! Io mi fidavo di te! E tu hai tradito la mia fiducia perché ti annoiavi, al posto di parlarmi! - gli grido addosso, permettendo ai singhiozzi di uscire rumorosi dalla mia bocca.

- Mi dispiace.

- E a Sven? Anche a Sven hai detto che ti dispiace? Eh?

- Gli ho detto che è stato un errore...

Continuo a singhiozzare, senza replicare.

- Jade, io ti amo e non voglio perderti. Ti prego, dammi un'altra possibilità - dice supplicante. E io gli tiro uno schiaffo. Ciò mi fa sentire immediatamente meglio.

- Avrei dovuto farlo prima - sussurro tra me e me.

Peter si tiene la guancia offesa e annuisce.

- Me lo merito - borbotta. - Avremmo dovuto parlare prima.

Mi asciugo il volto e annuisco a mia volta. Potremmo andare ancora avanti a discutere, a gridarci addosso, a versare lacrime, ma basta così. Ho deciso di perdonarlo, di lasciar andare questo dolore soffocante.

- Peter - bisbiglio, e lui mi guarda, mi guarda come se mi vedesse per la prima volta, e un po' c'innamoriamo di nuovo l'uno dell'altro. - Vieni qui.

E lo bacio, perdonandolo, dandogli una seconda possibilità.

- Ti amo - sussurro, poggiando la fronte contro la sua. Sulle sue labbra si dipinge un timido sorriso. - Non posso vivere senza di te. Ma se mi tradisci un'altra volta è finita.

- Non succederà mai più - promette, baciandomi di nuovo.

- E, per favore...

- Sì?

- Impara di nuovo ad apprezzare le mie piccole cose.

Sorride ulteriormente.

- Sarà fatto, amore - sussurra, abbracciandomi.

-

Note dell'autrice:
buonasera! Questo capitolo è il seguito della OS 'Winter in his heart', che trovate nella raccolta Colors of the season. Inizialmente non avevo pensato ad un lieto fine (o almeno non avevo pensato di scriverlo!), ma i commenti (sempre immensamente graditi) dei miei pasticcini adorati mi hanno spinta a pensare dove avrei potuto trovare posto per questo lieto fine. Spero di aver fatto felice almeno qualcuno. Un abbraccio

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