Avventure quotidiane - Raphael e Victor, Christopher
Raphael's point of view
- Io vado, allora - dice Victor, baciandomi dolcemente. Si rivolge a nostro figlio, in braccio a me, e posa le labbra sul suo nasino. - Fa' il bravo, cespuglietto. Ciao, amori miei.
- Ciao, Victor - replico, sorridendo. Per un attimo ci guardiamo, e io mi sento innamorato di lui come non mai. Prendo una manina di Christopher e la agito come se stesse salutando il suo papà. Anche Victor sorride e va al lavoro. Lo seguo con lo sguardo, poi torno a concentrarmi su Christopher.
Da quando è entrato nella nostra, nella mia vita, ogni giorno è sempre una meravigliosa avventura. Certo, ci sono giorni no, giorni in cui fare il genitore è difficile e stancante, e anche giorni in cui io e Victor litighiamo e Chris piange e i nostri cani si nascondono per la tensione che aleggia in tutta la casa, ma non mi posso assolutamente lamentare.
- Aspetta qui, pulce - dico, poggiandolo tra Igor e Frankie che sonnecchiano vicino al divano. - Anche io devo lavorare.
Vado a prendere il mio computer portatile e mi sistemo sul divano con Christopher in grembo, così quando si annoia posso mettere da parte il computer e giocare con lui; di solito però Chris adora guardarmi scrivere, adora la 'magia' delle lettere che appaiono e scompaiono sullo schermo. A volte lo lascio giocare con la tastiera.
La mattinata trascorre tranquilla, e il pranzo anche: Christopher mangia tutto senza fare capricci. Mi arriva una chiamata da Victor.
- Chris, Chris, è papà! - esclamo, portandomi il cellulare all'orecchio, e lui si illumina, forse pensando che sia tornato a casa. - Ciao, Victor.
- Ehi, dolcezza - replica, facendomi arrossire lievemente. - Come sta andando? Tutto a posto?
- Tutto bene - affermo, accarezzando una guancia a nostro figlio. Le sue guanciotte di bimbo sono irresistibili. - Ha mangiato tutto senza problemi.
- Brava la mia pulce - dice, e io so che sta sorridendo. - Sono contento. Devo andare, adesso. Ci vediamo dopo. Da' un bacio a Chris da parte mia.
- Lo farò - prometto. - Buon lavoro.
- Ciao, amore - e chiude la chiamata. Sorrido, prendo in braccio Christopher e gli tempesto il viso di baci, facendolo ridacchiare.
- Papà era molto contento che stai facendo il bravo, pulce - gli dico, strofinando il naso contro il suo. Mi soffermo a guardarlo; è così adorabile, come un cucciolo, più di un cucciolo. - Piccolo amore mio.
Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti prendo il libro che sto leggendo (e un altro libro, nel caso finisca questo), il guinzaglio di Igor e Frankie, una bottiglia d'acqua e una merendina per Christopher e poi usciamo e andiamo al parco. Ho così tanti bei ricordi di questo posto. Pupazzi di neve con Jake. Victor che porta a spasso i cani con suo padre. Zio Shane che fa jogging con Maxi (e fa impazzire ogni ragazza che lo vede). Passeggiate con Igor e Frankie.
Mi accomodo su una panchina al parco giochi, dove posso tenere d'occhio mio figlio e i miei cani che giocano a due metri da me, e mi soffermo ad assaporare la pace e il silenzio che regnano qui.
È proprio una giornata squisita.
Quando mi riscuoto dai miei pensieri estraggo dalla borsa il libro che mi son portato e m'immergo nella lettura, sbirciando Christopher, di tanto in tanto. Una volta finito questo romanzo passo all'altro.
Intanto il tempo scorre e qualche persona si ferma a fare una carezza a Igor o a Frankie, o a tutti e due, o a farmi i complimenti per il bellissimo bambino. Io non ci bado un granché.
Sono totalmente concentrato sul capitolo che sto leggendo quando con la coda dell'occhio noto un uomo che sta parlando con Christopher da un po', anche se non saprei dire di cosa perché bisbiglia. Frankie e Igor stanno giocando tra di loro più in là.
Non sono dei gran cani da guardia, mi ritrovo a pensare.
Ad un tratto l'uomo, pensando di non esser visto, cerca di prendere in braccio Christopher.
Mi alzo di scatto, stringendo il romanzo nel caso mi debba servire come arma.
- EHI! - ruggisco. Igor e Frankie accorrono immediatamente e il tipo sussulta e cade sul fondoschiena, siccome era in una posizione di precario equilibrio. - GIÙ LE MANI DA MIO FIGLIO!
Mi avvicino in due passi e afferro Christopher, mollando il libro. Lo sconosciuto se la dà a gambe levate. Frankie e Igor lo inseguono, ringhiando, ma io li richiamo da me. Christopher inizia a piangere, spaventato, e io lo stringo forte a me, cercando di confortarlo.
- Shhh, piccolo, shhh… va tutto bene, non è successo niente - lo rassicuro. Il cuore mi martella furiosamente nel petto. Sono ancora scioccato da ciò che stava per accadere. - Sei al sicuro, pulce. Sono qui. Non lascerò che nessuno ti faccia del male, tesoro.
E mentre lo dico lo prometto, glielo giuro. Non permetterò mai a nessuno di fare del male a Christopher. Mai.
Ci vuole un po' di tempo ma poi si calma. Adesso sono io ad aver bisogno di qualche rassicurazione, penso, senza tuttavia mostrarlo. Devo essere calmo per mio figlio.
Raccolgo i nostri averi e li ripongo in borsa, prima di andarcene dal parco. Direi che dopo oggi non ci torneremo presto.
Forse dovrei avvisare le altre mamme e papà che frequentano il parco. O forse dovrei rivolgermi alla polizia?
Quando arriviamo a casa sono esausto e scombussolato. Anche Chris non pare contento. Igor e Frankie gli lanciano occhiate di tanto in tanto, vigili.
Dovrò dire a Victor di addestrarli meglio.
Abbandono la borsa in un angolo senza svuotarla e mi lascio cadere sul divano insieme a Christopher.
- Mi dispiace, pulce - gli dico, cullandolo. - È tutta colpa mia e della mia disattenzione. Non succederà mai più.
Gli bacio i ricci, inspirando il suo profumo di biscotti e cane. Non riesco a trattenere le lacrime, ma riesco a soffocare i singhiozzi.
Grazie al cielo ho ancora degli ottimi riflessi, ma se non li avessi avuti? Non voglio neanche pensare cosa sarebbe successo. Il pensiero di non avere più Christopher mi dilania il cuore. Non riesco ad immaginare una vita senza il mio cespuglietto, come lo chiama Victor.
Quando lui torna dal lavoro mi sento in obbligo di raccontargli cosa è successo. Come avevo previsto, lui s'arrabbia e mi rimprovera per la mia disattenzione, però poi s'accorge di quanto io stesso sia distrutto e si calma, attirandomi tra le sue braccia. Piango di nuovo, sperando che Christopher non senta. Nostro figlio ha bisogno di tranquillità e sicurezza molto più di me.
E la sera, quando andiamo a dormire, lo stringo a me e Victor avvolge un braccio attorno alla mia vita.
Ogni giorno è un'avventura, e come tutte le avventure che si possono definire tali ci dev'essere un po' di brivido… di gioia o di paura poco importa.
- Buonanotte, piccolo avventuriero - bisbiglio tra i ricci di Christopher.
-
Note dell'autrice:
buonasera! Quanto tempo (ah-ah)! Sono soddisfatta di avercela fatta a terminare questo capitolo. Domani, tra un preparativo e l'altro, inizierò a scrivere il prossimo e ultimo capitolo dedicato a Christopher, sperando di riuscire a postarlo, anche. Altrimenti lo posterò verso fine mese (dovrei tornare il 25). Baci
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top