Capitolo 24: In mezzo alla nebbia


Capitolo 24: In mezzo alla nebbia

Eleonora, Olivia e Fiamma si incamminarono verso la casa d'infanzia di Gabriele, la rossa provò ad invitare anche Noemi, ma la ragazza preferì rimanere con i Saintclair e gli Alberigi, non voleva arrecare disturbo al gruppo di amici.

Una volta arrivati alla vecchia dimora, Olivia spalancò la porta come se si trovasse a casa sua e irruppe nella stanza come una furia, ma piena di allegria.

"Dov'è quel testone?! Fatemelo abbracciare!" disse la corvina piena di entusiasmo rivolgendosi al possente uomo canuto che le si parava di fronte, il quale rispose abbracciandola con vigore.

Si trattava del padre di Gabriele, il quale salutò con gentilezza anche Eleonora e Fiamma. "Il mio ragazzo è in cucina davanti al fuoco, adesso lo vado a chiamare!", ma il bell'agente aveva udito le voci delle ragazze e si era già fiondato verso di loro.

Olivia fece per dire qualcosa, ma lui la interruppe e le abbracciò tutte contemporaneamente, poi, incurante di qualunque cosa lo circondasse, prese il viso di Eleonora tra le mani e la baciò come se avesse aspettato il contatto con quelle labbra per secoli.

Lei ricambiò il trasporto e quando aprirono gli occhi si accorsero che tutti fissavano punti a caso della stanza per non imbarazzarli.

Al che l'agente proruppe: "Scusate, mi sono fatto prendere dal momento. Ero così preoccupato, come state?"

"Molto bene!" rispose Fiamma, facendo da portavoce per tutte.

Il padre di Gabriele, vedendo che i quattro dovevano chiacchierare di qualcosa di riservato, andò in cucina a ravvivare il fuoco, non poteva fare molto altro, la casa era dismessa da un po', quindi non aveva nemmeno un bollitore per il tè.

Una volta che Stefano, il padre di Gabriele, si fu allontanato, il figlio prese la parola e sussurrò alle donne: "Allora, voi che cosa avete visto dietro alle vostre porte?!"

Ma la risposta fu unanime, nessuno si ricordava niente.

"Mio padre dice che dobbiamo tornare alla villa, per assicurarci che sia sparita, altrimenti non possiamo avere la certezza che la missione sia conclusa!" intervenne Olivia.

"Allora forza, andiamo, che aspettate?!" esclamò Fiamma, il cui invito fu accolto con favore.

Gabriele andò in cucina a dire al padre di avvertire Tommaso Saintclair che loro si sarebbero diretti a perlustrare la zona, ma lui non fu d'accordo: "Perché volete andare da soli? E se ci fossero altri malviventi appostati in zona?!"

"Ho chiamato Tommaso appena mi sono svegliato, ha detto che ha già fatto portare nelle carceri dell'agenzia sia William che gli altri traditori, e ha fatto perlustrare tutto il bosco a menadito, non c'è nessuno!" rispose il figlio.

"Va bene, voi avviatevi, ma il tempo di avvertire gli altri e vi seguo a ruota. Ti ho ritrovato adesso, non voglio rischiare di perderti di nuovo."

Padre e figlio si abbracciarono, dopo di che l'agente raggiunse le altre, che lo stavano aspettando già nel cortiletto di fronte a casa.

"Andiamo, donzelle!" disse lui allegro.

"Andiamo bell'agente!" risposero loro in coro, non erano così spensierati da molto tempo.

In poco tempo il gruppo raggiunse il punto del bosco, dove poche ore prima avevano scorto i primi segni delle mura della villa, adesso però si era alzata un po' di nebbia ed era difficile vedere bene in lontananza.

Più si avvicinavano e più la nebbia s'infittiva e non sapevano più nemmeno dove stessero mettendo i piedi, ad un tratto Gabriele si fermò: "Dovrebbe essere questo il punto, voi vedete niente?!"

"Io non riesco a vedere un bel nulla!" disse Olivia stizzita.

"A me, sembra di scorgere qualcosa nell'aria, vedo qualcosa di rosso, no, forse è arancione..."

D'improvviso sentirono un verso, simile a quello di un albatros, tutti alzarono gli occhi all'insù e videro un'enorme creatura, di cui non riuscirono a distinguere nitidamente i tratti, ma che a Gabriele provocò un tuffo al cuore, sembrava una fenice.

La creatura compose delle figure nel cielo: una piuma; un cavalletto da pittura; uno scalpello e una chiave di violino. Dopo di che, ci fu un fortissimo lampo di luce dai colori iridescenti, la nebbia si diradò e tutto intorno regnò la quiete.

Non c'erano né la villa, né l'uccello variopinto, solo distese di alberi e cielo blu, i quattro presero tutto ciò per un segno: la missione era completata.

Mentre tornavano indietro, Gabriele trovò suo padre che girava nel bosco senza meta, la nebbia aveva colto alla sprovvista anche lui che si era perso per strada.

"Dai, andiamo, pelandrone, ci sono delle firme da mettere e poi, finalmente, potremo festeggiare!" disse al padre.

D'un tratto, però, Gabriele, Eleonora e Olivia si guardarono l'un l'altro... "Fiamma... hai portato il libro delle Origini non è vero?!"

"Certo, certo, per chi mi avete preso, eccolo qua!" e iniziò a frugare nello zaino per più di un minuto, poi guardò gli altri con fare costernato.

"Dai sto scherzando!" esclamò e iniziò a ridere, mentre tirava fuori il libro dallo zaino.

La rossa andò alle ultime pagine, quelle dove si trovavano le ultime firme apposte: "Allora...chi vuole iniziare? Dobbiamo mettere solo data e firma, iniziamo con la ragazza della piuma?"

Tutti si voltarono verso Eleonora, la quale sentì un brivido attraversarla, ma alla fine si fece coraggio, prese una penna e appose la data del giorno.

Mentre scriveva la data, si accorse di una cosa a cui nessuno di loro pareva aver fatto caso prima...tutte le firme dei loro predecessori recavano sempre lo stesso giorno anche se di secoli diversi: ventuno marzo, l'equinozio di primavera.

Forse davvero quella missione simboleggiava una rinascita per tutti quanti, la riscoperta delle arti e del loro immenso valore.

Con le lacrime agli occhi la ragazza appose la propria firma, seguita da quella degli altri.

"E adesso il nuovo custode del Libro delle Origini chi sarà?!" domandò Olivia, i Saintclair per questo secolo hanno già dato. Votiamo a maggioranza, che ne dite? Ognuno faccia il proprio nome... io dico Gabriele!"

Gabriele sorrise imbarazzato: "Io sono di parte, lo so, ma voto per Ele!"

"Ehhh, è l'amore che ti fa parlare, ma tu dovresti aver visto quanto è disordinata questa ragazza. Bella persona, ma a disordine in pochi la battono! Per questo io voto per te, Gabriele!" esclamò Fiamma.

Eleonora sorrise divertita: "Non hai tutti i torti, Parini, ma sappi che il primato per quanto riguarda il disordine appartiene sempre a te. Comunque...anche se i giochi ormai sono fatti, voto anche io per il nostro 007 e non solo perché è bello, bravo e diligente, ma perché credo nei segni e quella fenice nel cielo l'ho vista anch'io".

Gabriele, paonazzo, guardò le donne con occhi colmi di gratitudine: "Vi ringrazio per l'incarico che mi state affidando, non avrei mai pensato che potessi passare dall'essere così riluttante verso questa missione ad essere il prossimo custode del libro, ma è stata un'esperienza davvero significativa per me e intendo portare avanti tutta questa magia!"

Olivia, emozionata come non mai, passò il libro nelle mani dell'uomo e poi si unirono tutti in un avvolgente abbraccio.

"Adesso basta con queste smancerie però, dai, torniamo a casa di mia nonna che vi preparo una zuppa di quelle mai viste, dovrebbero esserci ancora dei barattoli di legumi nella credenza!"

"Va bene, andiamo!" risposero gli altri e si diressero là allegramente.

Quella sera, dopo una lauta cena, Eleonora si riunì con gli Alberigi di fronte al camino e decise di mostrare loro qualcosa.

Da una tasca dei pantaloni estrasse il braccialetto con sopra inciso il nome "Hellionor".

Margherita si commosse tantissimo rivedendo quel cimelio: "Lo hai ancora con te! Sono così felice!" e la abbracciò in lacrime.

Eleonora ricambiò l'abbracciò, a cui si unì anche Aurelio, al che si staccò leggermente da loro e disse: "Ho sempre voluto conoscere le mie origini, per questo ho sempre portato questo braccialetto con me, sappiate che vi perdono per avermi lasciata in quell'ospedale tanti anni fa, capisco le vostre motivazioni, ma una famiglia è quella che ti cresce e ti sostiene, perciò io considero i Cantelli la mia famiglia. Se volete sono disposta ad instaurare un rapporto d'amicizia con voi, se l'idea vi fa stare male però sentitevi liberi di rifiutare!"

Margherita e Aurelio non se lo fecero ripetere due volte, anzi per loro era stata già una grande sorpresa il fatto che lei non ce l'avesse con loro e non avevano pensato neanche per un istante di potersi o volersi sostituire a qualcuno, così accettarono e si abbracciarono ancora più forte.


Nota autrice: Ciao a tutti, siamo giunti quasi alla fine della storia, manca solo l'epilogo che caricherò venerdì, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con un commento, se vi va; e grazie ancora per essere giunti fino a qui! A presto!💙

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