Capitolo 2: L'incontro con la Fiamma
Capitolo 2: L'incontro con la Fiamma
Prima di far entrare un'altra pretendente, il nipote si avvicinò a Fiamma e domandò:" Zia, cosa sono quei pallini, stai segnando il numero di ragazze che abbiamo visto?"
"Eh? Cosa?..." chiese Fiamma un po' distratta:" Ah questi? No, questa è l'immagine che mi è saltata alla mente dopo aver scrutinato tutte queste ragazze...tanti pallini, rotondi, senza macchia, uguali...perfetti!"
Walter capì dove voleva andare a parare; l'arte di sua zia era così particolare proprio perché imperfetta, lei cercava l'anima, quella vera e non la perfezione.
Proprio mentre stava per togliersi quelle scomode scarpe col tacco e indossare degli stivaletti, meno sexy, ma più comodi, un rumore attirò la sua attenzione.
Una ragazza che lavorava presso lo studio legale di fronte all'atelier, era andata a prendere al bar, lì a fianco, il solito caffè richiesto dall'avvocato presso il quale svolgeva il tirocinio. Quel giorno però c'era stato un intoppo, infatti la ragazza si era imbattuta in una pietra del marciapiede un po' sconnessa e nel tentativo di non perdere l'equilibrio aveva rovesciato il caffè per strada e sulla propria camicia e qualche goccia le era finita pure sul collo e tra i capelli, già di per sé un po' scompigliati, a differenza delle acconciature perfette delle colleghe.
Fiamma si alzò, come in preda ad un'improvvisa illuminazione ed esclamò:" Walter, è lei...chiamala, subito!"
"Ma, zia, è la ragazza che lavora all'ufficio di fronte, non credo che abbia intenzione di farti da modella!" disse il ragazzo un po' imbarazzato.
"Tu chiamala, al resto ci penserò io!" ribatté Fiamma risoluta come in preda ad un impeto di passione.
Così Walter corse fuori, per fermare quella ragazza, le si parò di fronte ancora col fiatone. Lei fece per aggirarlo, già era in ritardo, inoltre avrebbe dovuto anche tornare al bar per farsi fare un altro caffè e nel frattempo cercare di smacchiare la camicia, figurati se aveva il tempo di fermarsi a parlare con quel tipo.
Ma lui la fermò con un gesto della mano:" Ti prego, puoi venire un attimo con me? Mia zia, l'artista Fiamma Parini, ti ha vista qua fuori e vorrebbe farti un provino come modella per dei dipinti!"
"Guarda ti ringrazio..." rispose lei cercando di essere gentile:" Ma non vedi in che condizioni sono? Ho caffè ovunque, sono in ritardo a lavoro e soprattutto non mi sento tagliata per fare la modella!"
"Parlerà mia zia col tuo capo, qui la conoscono e rispettano tutti, inoltre sei già in ritardo, senza caffè e tutta impiastricciata, almeno lei saprà fornirti una buona scusa per tutto questo e vedrai che lui capirà!"
Eleonora, sì perché quello era il nome di quella ragazza, ci rifletté un attimo. Non le parve una buona idea assentarsi dal lavoro per fare un provino, però effettivamente aveva sentito nominare spesso questa Fiamma Parini dal suo capo e pare che fosse una grande artista, forse poteva essere un buon modo anche per sbrogliarsi da quell'incidente del caffè.
Così la ragazza disse:" E va bene..." e fece cenno al ragazzo di precederla.
Una volta giunti di fronte a Fiamma Parini, le due si presentarono. Non c'era poi una grande differenza d'età tra loro: Eleonora Cantelli era una ventottenne dai lunghi capelli castani, la sua figura era esile, ma l'espressione vivace degli occhi nocciola e le fossette ai lati delle labbra tornite denotavano una certa energia. Fiamma, invece, aveva trent'anni, capelli mossi e rossi come il fuoco, frutto di un buon miscuglio di hennè e altre erbe tintorie a suo dire, lineamenti armoniosi e un fisico florido, ma asciutto, con curve abbastanza preponderanti e, soprattutto, dei bellissimi e grandi occhi di un colore tra il verde e l'azzurro.
Entrambe erano giudicate due giovani donne piuttosto affascinanti e di un certo temperamento, quindi le persone evitavano di tirare troppo la corda con loro due. La sensibilità e l'originalità erano due caratteristiche predominanti in entrambe, infatti ogni tanto venivano tacciate di essere "strane", ma per entrambe questo era solo che un complimento.
Eleonora si piazzò al centro della stanza e disse subito:" Signora Parini, la ringrazio per l'invito, ma ho solo due minuti, l'Avvocato Miradi, mi aspetta!"
"Oh, quel vecchio incartapecorito, lascialo aspettare che gli fa bene imparare la virtù della pazienza! Comunque non preoccuparti, tempo di farti due domande e ti lascerò libera!" rispose la pittrice.
Libertà, una delle parole più gradite alle orecchie della giovane tirocinante, già le stava simpatica quella Fiamma.
"Nel frattempo, mentre parliamo, posso farti scattare delle foto dal mio assistente?" domandò l'artista.
"Ma veramente...guardi in che condizioni sono, Signora Parini, non credo sia il momento migliore..." disse la ragazza un po' titubante.
"E invece è proprio il momento giusto! Sprizzi sentimento da tutti i pori! Dai, Walter, sbrigati, vai a prendere la macchina fotografica, prima che il caffè si asciughi, ma a proposito... Eleonora, spero che non fosse troppo caldo quel caffè!" disse Fiamma, con un improvviso guizzo di preoccupazione negli occhi.
"No, tranquilla, signora, solitamente l'avvocato non lo vuole troppo caldo, quindi lo faccio fare subito e nel mentre mangio un boccone al bar, la ringrazio per l'interessamento. Comunque scusi se mi permetto, ma vorrei fare un paio di premesse, io ho già un lavoro e non ho mai fatto la modella in vita mia, non so perché sia così interessata a me, ma..." ribatté la ragazza.
"Sciocchezze, cara, sciocchezze! Lavorare con me non toglierà niente a...qualunque cosa tu stia facendo in questo momento! E posso assicurarti che imparerai tante cose; tranquilla non ci sono scene di nudo, io mi baso su altre cose e..."
Un flash enorme si propagò nella stanza ed attirò l'attenzione di entrambe le donne. "Ehmmm, va bene fate pure queste foto, ma dopo voglio visionarle prima di darvi la mia approvazione!" disse Eleonora.
Walter continuò a scattare, nel frattempo Fiamma fece qualche domanda generica sulla vita della ragazza e sembrò molto colpita dalle risposte, poi prese la macchina fotografica del nipote e guardò le foto.
"Oh...non sei perfetta al cento per cento, ne sei al corrente?" domandò Fiamma con aria trasognata alla ragazza. Quest'ultima, dopo un primo momento di accigliamento, rispose con un sorriso giocoso:" Sì, da circa ventotto anni più o meno!"
"E sei anche autoironica, brava, brava, mi piace questa cosa! Le tue particolarità ti rendono comunque molto bella ai miei occhi, non sei perfetta per alcune cose, ma per i miei dipinti sei assolutamente straordinaria!" disse Fiamma.
Poi l'artista continuò con aria cristallina: "Guarda che espressione di disagio che hai in questa foto!? Quanto risulti vera e trasparente nell'obbiettivo, le gocce di caffè che pendono dai tuoi capelli e formano dei rivoli ambrati sul tuo collo sono veramente poetiche. Pensi di poter riuscire a replicare questi sentimenti di disagio anche quando poserai per me?"
Eleonora rispose ridendo: "Per il disagio non ci sono problemi, ne sono una fonte inesauribile e lei con questo approccio...come ha detto? Trasparente? Rende tutto ancora più semplice, l'unico dettaglio è che io non ho ancora accettato di posare per lei..."
"Mille al mese, tre ore al giorno, compreso il sabato, da distribuire fuori dall'orario di tirocinio..." rispose Fiamma ammiccante.
"Andata, accetto!" rispose Eleonora ridendo.
Fiamma le porse una mano:" Allora sei dei nostri, signorina caffè e latte!". "È un piacere, signora Parini!" rispose la giovane stringendole la mano.
"Da oggi chiamami Fiamma!" disse la donna alla ragazza, la quale sorrise dolcemente e disse:" Va bene Fiamma...oh, per quella cosa della scusa con l'avvocato ci pensa lei allora?"
"Vai tranquilla, a domani, ci vediamo qui alle quindici va bene?" domandò l'artista.
"Va bene, stacco proprio a quell'ora...a domani!" rispose la ragazza e si avviò verso l'ufficio dopo aver salutato Fiamma e l'assistente.
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