Alcamne

«Sei sicuro di voler partire?»

«Non sono mai stato più sicuro di così» Mia nonna Omega si alza dal piccolo sgabello in legno che tiene nella sua tenda da moltissimo. Mi ha sempre detto che le era stato regalato da un uomo molto affascinante, ma non mi ha mai detto di chi si trattava. 

«Sapevo che nelle tue vene c'era un po' di sangue Omega. Sapevo che c'era del coraggio in te» Mi accarezza il braccio e dai suoi occhi capisco che sta sorridendo. Finisco di preparare lo zaino mettendo dentro del cibo incartato per bene con dei pezzi di stoffa, preso dalla serra costruita dai Fabricātor,  dell'acqua e alcuni vestiti. 

Essere un membro degli Omega non è facile come tutti pensano: hai dei valori da rispettare, devi essere degno di meritare quel nome. Il coraggio è una delle virtù che tutti i miei antenati hanno avuto, insieme alla forza e alla valorosità. Per questo motivo i componenti della mia famiglia erano stati scelti per essere dei guerrieri, il quale scopo era difendere da qualunque minaccia il nostro popolo. Ma ora che siamo rimasti in due, il mio villaggio non ha più un esercito. Non che ne abbia bisogno, però. 

«So che puoi farcela. Tu sarai l'orgoglio mio e di tutti. Vai fuori da questa prigione e dai speranza alla tua vita!» Sorrido sotto la maschera. Annuisco e mi avvio verso l'uscita della tenda. Fuori ad aspettarmi c'è Sabina, anche lei con uno zaino sulle spalle. 

Questa libertà che tra poco avrò, l'ho desiderata per molto tempo, ma, avendo visto e avendo sentito tutto quello che era successo a quelli che avevano provato a scappare da questa dura realtà, non ho mai pensato di concretizzare questo desiderio. 

«Partiamo?» chiede Sabina. Io annuisco e insieme ci avviamo verso la fine del villaggio e l'inizio della radura, più precisamente nel punto in cui la mia migliore amica ha scovato quella piccola speranza che ora è diventata molto più grande. 

«Aspettate.» Una voce rauca ci ferma. «Voglio venire con voi.» Io e Sabina ci guardiamo stupiti, poi ci giriamo verso la fonte della voce. Alcamne è in piedi davanti a noi, con una sacca sulle spalle, un valigetta medica nella mano destra e i capelli spettinati. I suoi occhi verdi ci scrutano in cerca di una risposta. 

Alcamne che vuole venire con noi? Non mi ha mai praticamente rivolto parola e neanche a Sabina. Quest'ultima sembra eccitata all'idea, ma come potrebbe non esserlo? 

«Voi siete l'intelligente e il coraggioso» continua lui, «non pensate che vi serva anche un medico?» Rifletto sull'idea: non ha tutti i torti. 

«Beh, Edeco, che ne pensi di ampliare la squadra?» A quella proposta sbuffo irritato e, senza degnare nessuno di una risposta, mi giro verso la radura e mi addentro tra gli alberi morti e l'edera. Con la coda dell'occhio noto Alcamne confuso, ma subito Sabina risponde a tutti i suoi dubbi e risponde affermativamente alla sua domanda. Rivolgo di nuovo lo sguardo in avanti. Vengo raggiunto dai due. 

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