Capitolo 7


CAMILA

Percorremmo quasi tutto il viaggio in macchina nel più totale silenzio.

Mi sentivo a disagio lì con lui.
Mi sentivo strana.

Perché avevo accettato quel passaggio?

La distanza dal cimitero a casa mia era minima, ma nella mia percezione quel tragitto si stava rivelando infinito.

Mi sentivo divisa a metà: da una parte c'era il passato, che mi impediva di sentirmi al sicuro in quella vettura; dall'altra ero stordita dal suo odore, aveva saturato ogni angolo dell'abitacolo e veniva costantemente captato dalle mie narici confondendomi.

Se quella situazione si fosse creata qualche anno prima, sicuramente sarei andata in iperventilazione; avevo avuto una cotta stratosferica per Shawn Mendes per anni, poi aveva iniziato ad applicare la stessa cortesia di April nei miei riguardi e io avevo smesso di fantasticare su di lui; ma l'attrazione non è un qualcosa che si decide, quindi per quanto razionalmente sapessi che era totalmente furi luogo permettere a uno stupido odore di scombussolarmi, non potei proprio evitare quel leggero rossore che sentii divampare sulle mie guance.

-Che ore sono?- chiesi stupidamente, per  spezzare quel silenzio.

-Non lo so- mi rispose lui- nel portaoggetti c'è il mio cellulare guardalo da lì-

Feci come mi aveva detto, presi in mano il suo Iphone e schiacciai il testo centrale, ma non successe nulla.

-Shawn il tuo cellulare è spento- lo informai.

-Ah è vero- disse lui dandosi una manata in fronte- Scusami Camila, a volte mi dimentico quando lo accendo e spengo; forse non lo sai, ma sono stato mesi con un uso limitato dei mezzi di comunicazione e ora faccio fatica a riabituarmi-

In quell'istante mi ricordai del fatto che Madison mi aveva accennato qualcosa in merito alla severità del collegio del fratello.

-Scusami- gli dissi istintivamente, senza sapere esattamente per cosa mi stessi scusando.

-Perchè ti scusi, non devi- mi rispose, per poi ridere tra se e se- pensa che non ho ancora aperto la mia mail, devo proprio riprendere i contatti con la realtà-

Tra di noi cadde nuovamente il silenzio, così decisi di accendere il cellulare di Shawn come mi aveva detto, giusto per fare qualcosa.

-Shawn, qual è il tuo codice di sblocco?-

Lo vidi irrigidirsi, stringere il volante fino a far sbiancare le sue nocche e prendere un forte respiro, prima di rispondermi.

-1301-

Il mio cuore accelerò i suoi battiti istantaneamente sentendo quei numeri.

No.

Non poteva averlo fatto davvero.

Non poteva aver scelto proprio quello come codice.

Sentii che iniziava a mancarmi l'aria, nelle mie orecchie risuonarono quelle risate, le stesse di quella notte e mi sentii gelare, anche se in quel momento il freddo non proveniva dall'ambiente esterno, ma nasceva direttamente dal centro del mio essere.

-Camila- mi sentii chiamare.

-Camila rispondimi-

Mi accorsi in quel momento che ci eravamo fermati sul ciglio della strada.

-Perchè?- gli chiesi debolmente.

-Perchè quella notte ha tormentato ogni giorno della mia vita- mi rispose- perché non non ha segnato solo te quel maledetto tredici gennaio, ha segnato anche me-

Più lo ascoltavo, più la mia rabbia aumentava.

-Certo come no- gli dissi acida.

-Sei proprio stupida se pensi che per me sia stato facile- mi rispose alzando la voce- Ho perso tutto, mi hanno spedito in Texas, mia sorella non mi ha più rivolto la parola e a quanto pare ha anche iniziato a drogarsi dopo la mia partenza-

Un altro conato di vomito mi colpì nel sentire quelle parole.

-Tua sorella non si drogava, non so come fai a pensarlo-

Lui mi guardò come se fossi una folle.

-Camila l'ha confermato l'autopsia, è morta di overdose-

Non so cosa mi prese esattamente in quell'istante; so solo che il senso di nausea crebbe a livelli intollerabili, la mia rabbia si quadruplicò e la mia mano partì, mossa da una volontà propria, schiantandosi contro la sua guancia.

Lo colpii così forte, che Shawn girò la testa a causa del mio schiaffo.

-Non so se parli così perché non conoscevi tua sorella, oppure perché ti senti meno viscido nel crederla una drogata; in entrambi i casi mi fai comunque schifo, mi viene da vomitare perché l'ultima cosa che Madison merita, è l'essere additata come drogata da suo fratello-

Uscii dalla macchina e iniziai a camminare a passo svelto verso casa mia.

Sentivo Shawn chiamarmi da dietro, ma non mi voltai, continuai a camminare spedita pregando che non mi raggiungesse e fortunatamente mi lasciò andare. Non so se lo fece per vergogna, oppure per rabbia; ma mi andava bene così.

Entrai in casa e corsi in camera mia, per poi buttarmi di peso sul letto.

Il cuore mi batteva ancora all'impazzata e in me c'erano un mix di emozioni contrastanti: il dolore della perdita capeggiava su tutte, seguito dalla rabbia, dalla malinconia, dalla paura e dall'attrazione.

Mi vergognavo del fatto che Shawn riuscisse ancora a scatenare delle reazioni in me. Ero convinta di essere completamente indifferente nei suoi confronti, eppure prima che la rabbia prendesse il sopravvento, mi ero sentita avvampare a causa della sua mera presenza, per questo presi una decisione: dovevo stargli lontana, era l'unico modo per proteggermi e non aggiungere altro dolore al mio cuore già sanguinante.

Note

Ciao ❤

Ecco un nuovo capitolo 😁😁😁😁😁

Spero hi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.

Un bacio 😘
















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