Capitolo 6
SHAWN
Può il sangue diventare veleno?
Possono i polmoni respirare lava?
Prima di quel giorno non l'avrei creduto possibile, non avrei mai pensato che il mio corpo faticasse nel compiere quelle azioni vitali, eppure era proprio quella la sensazione che avevo: ad ogni respiro i miei polmoni ardevano e ad ogni battito sentivo che le mie vene si corrodevano dall'interno.
Mi sistemai la cravatta coordinata a quel completo scuro elegante, mi pettinai i capelli e fui pronto, pronto per vivere il giorno più brutto della mia vita.
Mia sorella era morta.
Quella cretina si era fatta fottere dalla roba.
Mi sembrava surreale che Madison, la stessa ragazza che per mesi mi aveva cazziato per la coca, fosse morta di overdose.
Nel pensare questo il ricordo del pomeriggio in cui scoprì che facevo uso di quella sostanza, mi invase la mente.
Quel giorno rientrai in casa cercando di fare meno rumore possibile, dovevo nascondere quella bustina che mi aveva procurato April, senza farmi scoprire da nessuno.
Ce l'avevo quasi fatta, avevo quasi raggiunto la mia stanza quando sentii dei passi alle mie spalle.
-Shawn, non hai idea di cosa ho visto su Instagram-
Mi inchiodai sul posto, incapace di proferire parola o muovere un muscolo.
-Shawn cos'hai?- mi chiese preoccupata.
-Niente- le risposi in tono strozzato, cercando di nascondere ciò che avevo tra le mani dietro alla schiena.
-Cosa nascondi?- mi chiese sospettosa.
-Niente- ripetei, ma lei insistette, con un movimento fulmineo girò attorno a me e quando mi fu dietro, sentii che emise un gridolino.
-Shawn, da quanto tempo va avanti questa storia?- mi chiese prendendomi per la manica della giacca e trascinandomi nella mia stanza.
-Rispondi-
-Non è nulla di che, solo un gioco tra me e April- le dissi cercando di essere convincente.
-Shawn la droga non è un gioco- mi disse isterica- Cosa ti sta succedendo? Da quando esci con April stai cambiando, giorno dopo giorno-
-April non centra niente- le risposi infastidito- Dovresti vergognarti a fare allusioni su di lei, è una tua amica-
-Proprio perché è una mia amica e la conosco faccio allusioni- mi rispose decisa- ti tengo d'occhio, se non la smetti con quella roba, lo dirò a mamma e papà-
Mi lasciò solo nella mia stanza, con i miei pensieri e quella bustina maledetta, ma per mesi e mesi lottò per farmi smettere, prima che fosse troppo tardi e ci riuscì.
Mi sembrava assurdo che quella stessa Madison fosse morta di overdose.
Quando aveva iniziato?
Come?
Perchè?
Quelle domande mi tormentavano.
Se un mese prima qualcuno mi avesse detto "Shawn tua sorella morirà di overdose", gli avrei riso in faccia, eppure era successo, per quanto fosse surreale, era stato confermato dall'autopsia.
***
Il funerale fu molto veloce, o così lo percepii io.
Vidi in lontananza April, mi fece cenno di avvicinarmi, ma la ignorai. Era la prima volta in vita mia che non le davo retta, ma in quel momento non volevo averla accanto a me; non riuscivo a comprendere esattamente quale fosse il motivo di quel repentino rigetto e non avevo la testa per pormi simili domande, per cui mi limitai a guardare dritto davanti a me, senza dar retta a nessuno.
L'interro fu più rapido della cerimonia.
Pian piano la gente iniziò ad abbandonare il cimitero, compresi i miei.
Io non mi mossi da lì, avevo bisogno di restare ancora un po' in quel luogo, contemplare il marmo bianco di quella tomba e cercare di accettare il fatto, che lì sotto ci fosse mia sorella.
Fu in quel momento che notai una piccola figura avvicinarsi.
La riconobbi subito, era Camila Cabello.
Camminava lentamente verso la tomba di Madison e sembrava talmente tanto assorta nei suoi pensieri, da non essersi accorta della mia presenza.
Eravamo gli unici rimasti in quel luogo.
All'improvviso si ripiegò su se stessa, si prese la pancia e iniziò a sforzarsi per vomitare, ma dalla sua bocca non uscì nulla.
Non sapevo se avrebbe gradito la mia presenza, soprattutto alla luce dei nostri trascorsi, ma le mie gambe si mossero da sole verso di lei.
-Stai bene?- le chiesi mettendole una mano sulla fronte.
Lei si girò velocemente verso di me e mi squadrò con i suoi occhi nocciola, senza rispondermi.
-Camila stai bene?- le chiesi nuovamente, mi stava spaventando, era molto pallida e aveva iniziato a tremare leggermente.
-Si- mi rispose con un filo di voce talmente tanto sottile che faticai a sentirla, poi il suo tremore diventò più evidente e a quel punto la strinsi istintivamente tra le mie braccia
evitando di pensare che probabilmente il mio tocco la disgustasse.
Non so perché compii un gesto così avventato, era come se la sua vicinanza mi spingesse ad azioni che normalmente avrei evitato.
Notai che fece dei respiri profondi e dopo un po' il suo tremore diminuì, così la liberai della mia stretta.
Tra di noi a quel punto cadde il silenzio.
Restammo immobili a contemplare la tomba di Madison, ognuno perso nei propri pensieri.
Era un silenzio confortante il nostro, fatto di ricordi e di un dolore compartito.
Io avevo perso mia sorella e quella ragazza, stando a quanto mi aveva raccontato mia madre, la sua unica amica.
Quando vidi il cielo tingersi di rosa e arancio, capii che era ora di andare, così parlai per rompere quella bolla.
-Perchè non sei andata via con i tuoi?-
-Volevo restare ancora un po' qui- mi rispose semplicemente.
Era ancora molto pallida e sotto ai suoi occhi spiccavano due evidenti borse violacee, non mi sembrava sicuro farla tornare a casa sua da sola.
Non capivo da dove mi stesse nascendo quel senso di protezione nei confronti di quella minuta ragazza, l'unica cosa che in quell'istante mi era chiara, era che non volevo che le succedesse qualcosa.
-Ho la macchina, ti riaccompagno- dissi tirando fuori le chiavi.
La vidi sbarrare gli occhi e notai, che per un istante, il suo corpo fu nuovamente scosso dal tremore.
-No- mi rispose subito - Preferisco camminare-
Capii immediatamente cos'era successo.
La mia proposta le aveva fatto ricordare quel maledetto tredici gennaio, il giorno in cui la mia stupidità superò ogni soglia immaginabile.
C'era da aspettarselo, dovevo prevedere la sua reazione, eppure nonostante fosse del tutto lecita la sua paura, mi ferì.
Sentii come se mi avessero infilzato lo stomaco con un ferro incandescente.
-Camila non ti reggi in piedi-le dissi con calma- stai tranquilla, abbiamo appena sotterrato mia sorella, a tutto sto a pensare, tranne che a fare scherzi-
-Quello non è stato un semplice scherzo- mi rispose con rabbia.
-Lo so- le dissi sincero - non ti chiederò perdono, perché so che ciò che ho fatto è imperdonabile, ora come ora voglio solo assicurarmi che arrivi a casa tua tutta intera-
Le tesi la mano speranzoso e lei la accettò.
Note
Buonasera ❤
Ecco un nuovo capitolo di questa storia😊
Spero che il secondo pov Shawn vi piaccia ... fatemi sapere cosa ne pensate un bacio 😘
❤
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