Capitolo 4
CAMILA
-Camila qualsiasi cosa potrebbe essere utile- disse mio padre passandosi una mano sul volto stancamente.
Avevo gli occhi rossi, il naso colante e sentivo un'oppressione nel petto, che mi impediva di respirare normalmente.
Notai che una fioca luce aranciata iniziava a filtrare dalla finestra del commissariato, stava iniziando un nuovo giorno, ma questo sarebbe stato il primo senza di lei.
Madison non c'era più.
Si era accasciata sulla spiaggia, inizialmente si era pensato a un malore; ma poi la situazione era degenerata. I presenti hanno raccontato che dalla sua bocca era fuoriuscito un rivolo di schiuma bianca, frenetiche convulsioni avevano scosso il suo corpo, che era andato in arresto cardiocircolatorio in ospedale. I medici ce l'avevano messa tutta, ma era stato impossibile rianimarla.
Dai primi esami era emerso che la causa della sua morte era stata overdose e se l'autopsia avesse confermato questo, la questione si sarebbe chiusa così.
Eppure tutta quella faccenda non quadrava per niente: tutti coloro che conoscevano Madison, sapevano che non si era mai neppure ubriacata e il suo cellulare era sparito nel nulla; ma questi elementi non valevano come prove, quindi se l'autopsia avesse confermato le prime ipotesi sul decesso e non fossero emerse prove consistenti, non si sarebbe potuto aprire un caso di omicidio, di conseguenza il suo fascicolo sarebbe stato chiuso di lì a pochi giorni, nonostante i punti oscuri.
-Io so solo che lei non si drogava- risposi piani a mio padre- l'unica cosa che ho notato è che ieri smanettava di continuo con il cellulare, mentre in genere lo usava pochissimo-
Mio padre sospirò e capii dalla sua espressione che quelle informazioni non servivano a nulla, non erano prove concrete.
-Va bene- mi disse- metterò tutto ciò che hai detto a verbale. Vai a casa ora,vai a riposare un pò-
***
Entrai nella mia camera e mi buttai di peso sul letto.
Ogni cosa era esattamente uguale al giorno precedente in quella stanza: la posizione dei libri sulla mensola, l'anta dell'armadio socchiusa, i peluche sparpagliati sulla testata del letto, la cartella sulla sedia dinanzi alla scrivania e il PC su di essa; eppure era cambiato tutto.
Madison non c'era più.
Non avrei visto più il suo sorriso, il suo sguardo gioioso, non avrei sentito più la sua parlantina e la sua risata dolce.
Girai la testa verso il cuscino e soffocai sulla federa le mie lacrime.
Cercavo di scaricare attraverso il sale che fuoriusciva dai miei occhi, tutto il mio dolore e tutta la mia frustrazione; ma mi sembrava che nel mio cuore ci fosse una riserva inesauribile di sofferenza.
Era difficile accettare il fatto che non l'avrei più rivista, che la vita avrebbe continuato a scorrere senza di lei.
Molti si sarebbero dimenticati di Madison, sarebbero andati al suo funerale, avrebbero parlato per un po' dell'accaduto; ma poi pian piano avrebbero smesso di pensarci e lei per loro sarebbe diventata un ricordo sbiadito, la foto della della ragazza morta in spiaggia sugli annuari scolastici, fine.
L'idea che qual corpo ora fosse esanime, mi provocò un conato di vomito.
Era così piena di vita, di sogni, che finiva per coinvolgere anche me, fu lei che iniziò a farmi pensare al mio futuro dopo il liceo.
-È impossibile che non hai un'idea chiara Camila-mi disse sorpresa, sfogliando una rivista di moda comodamente sdraiata sul mio letto- hai una media altissima se inizi a fare attività extracurricolari, avrai buone probabilità di essere ammessa anche a una facoltà prestigiosa come Harvard o Yale-
-Non ci ho mai pensato- le risposi timidamente.
Madison sbuffò e chiuse di scatto la rivista.
-Appena inizia l'anno scolastico, vediamo in bacheca le attività proposte e ci iscriviamo a qualcosa insieme-
-Ok- le risposi sorridendo.
Ero così felice di aver trovato una spalla su cui contare, non vedevo l'ora che iniziasse quell'anno scolastico, sarebbe stato il primo in cui avrei avuto qualcuno accanto per tutta la sua durata.
Avremmo fatto attività extracurricolari insieme, ci saremmo sedute insieme a pranzo e sull'autobus, avremmo chiacchierato allegramente per i corridoi e avremmo studiato insieme, così come nella seconda metà dell'anno precedente, saremmo andate a fare shopping insieme e magari lei mi avrebbe convinta ad andare al ballo studentesco di fine anno e mi avrebbe aiutata a scegliere il vestito.
Ora tutto era lontano, inafferrabile.
Quello che sarebbe dovuto essere il mio sogno, si era tramutato in un incubo e tutta la luce che Madison mi aveva donato in quei mesi, si era convertita in una spessa oscurità, che mi aveva inghiottita completamente.
Piansi, piansi, piansi senza fermarmi mai, finché mi sentii scivolare, le palpebre si fecero pesanti e mi abbandonai in quel buio, fatto della stessa sostanza dei miei sentimenti.
Note
Ciao ❤
Ecco un nuovo capitolo di quest'avventura 😁
Spero che questa storia vi stia piacendo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, consigli sono sempre ben accetti... un bacio e alla prossima 😘
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