La villa misteriosa
La mattina dopo il castano si svegliò verso le otto del mattino, orario insolito per lui ma grazie all'aria frizzante del posto, abbandonò il letto senza troppe difficoltà, fiondandosi in cucina da dove proveniva un buon profumo di creppè e caffè.
"Ah, buongiorno Eren! prego, serviti pure!" la donna era allegra già di prima mattina mentre imbandiva la tavola di marmellata, latte, biscotti. A Eren venne decisamente fame e decise di mangare un pò di tutto, chiaccherando del più e del meno con la donna. Finita la colazione andò a lavarsi i denti e a vestirsi, per poi prendere il proprio blocco da disegno e uscire.
"Io esco, vado al lago!"
"d'accordo, cerca di non cadere in acqua!" scherzò lei, e il ragazzo uscì piuttosto di buon umore. percorse la via accioccolata che portava fino in città, arrivando in pochi minuti al laghetto, dove si sedette respirando l'aria fresca e godendosi per un pò il panorama.
Era decisamente una giornata soleggiata, accompagnata da un leggero venticello che compigliò i capelli del giovane, intento a disegnare sul blocco; non se la cavava male, anzi, i suoi amici insistevano nel farlo andare a qualche scuola d'arte, ma il castano era ancora piuttosto confuso sul suo futuro...
passò un ora nella quale il ragazzo disegnò in silenzio e in pace, quando alzò lo sguardo e fu allora che la vide: una villa nell'angolo opposto del lago, diroccata e maestosa. Non seppe spiegarsi perchè lo colpì tanto e la sua insana curiosità lo fece alzare e mettere via le sue cose, avviandosi a piedi verso di essa. Più si avvicinava e più poteva scorgere più dettagli, ogni crepa sul muro e il tetto a cui mancava qualche tegola.
Giunto ormai all'entrata, provò a scostare il cancello, e sorpreso, lo trovò aperto; entrò nel giardino abbandonato, dove l'erba alta la faceva da padrona e la osservò attentamente, notando una finestrella che sporgeva all'angolo della villa.
Quel posto metteva i brividi, ma la curiosità era troppa, cosi decise di spingersi oltre, se non chè a fermarlo fu la comparsa improvissa alla finestra di un uomo corvino, intento a inaffiare un vaso posto sul piccolo davanzale; potè scorgere il profilo dell'uomo, notanto immediatamente il taglio alla marinara, rasati dietro e più lunghi davanti, il viso lungo e lo sguardo serio e concentrato. Eren si spostò appena cercando di vederlo meglio, restando di ghiaccio sul posto quando l'uomo si voltò e incrociò il suo sguardo; occhi di ghiaccio, sguardo tagliente di chi è pronto ad uccidere, quasi.
ingoiò la saliva rumorosamente e indietreggiò, mentre l'uomo continuava a fissarlo.
"M-mi scusi! so che non sarei dovuto entrare, m-ma...questa villa è cosi bella!" si scusò sentendosi impaurito e imbarazzato, ma quello non accennò a muovere un muscolo.
Il ragazzino pensò che forse non lo avesse sentito, così lo salutò timidamente e corse via, richiudendo il calcello dietro di sè e correndo per la sponda del lago, tornando al punto di partenza.
con il fiatone, si voltò nuovamente a guardare la villa, e decise di disegnarla, preso da un impulso e per poter scaricare la tensione; passò un altra ora e il ragazzo si alzò, per poi riprendere la strada di casa.
" Bentornato Eren-chan!" lo salutò con quel nomigliono che il ragazzino trovò troppo femminile e in risposta, fece una smorfia, mentre si toglieva le scarpe.
"Hanji-san, ti prego! sono un maschio!"
lei rise e gli scompigliò i capelli sotto lo sguardo infastidito di Eren, il quale gli sfuggi e posò il blocco sull'angolo del tavolino dell'entrata e corse in bagno; il blocco cadde a terra e nel raccoglierlo, la donna non potè non sbirciare i suoi disegni, riconoscendo non solo la straordinaria bravura del ragazzo, ma anche il soggetto del disegno.
lo posò sul tavolino, in una posizione migliore in modo tale che non potesse cadere e ritornò ai fornelli, raggiunta pochi minuti dopo dal ragazzo.
"lo sai, hai proprio un talento naturale nel disegnare!" disse non riuscendo a trattenersi, facendo arrossire il ragazzo.
"H-hai guardato i miei disegni!?" chiese, sentendosi imbarazzato e anche piuttosto nudo; faceva vedere i disegni difficilmente alla gente e la donna dovette averlo capito, perchè prese le mani di Eren nelle sue e lo guardò dispiaciuta con un piccolo sorriso: "scusa scusa! era caduto a terra e non ho potuto non darci un occhiata. ma sappi che non devi vergognarti di mostrare al mondo il dono meraviglioso che hai! ah, se sapessi disegnare cosi bene...!"
il ragazzo si sentì lusingato dai suoi complimenti e cosi pian piano, gli raccontò della villa, di come lo aveva colpito e come si era avvicinato.
"Sei entrato nella villa Ackerman senza permesso!?"
Si pentì all'istante di aver raccontato troppo e annuì, pronto a ricereve una bella strigliata e hanji, con suo grande stupore, si mise a ridere.
"Oddio Eren, hai avuto un grande coraggio, oltre che una fortuna sfacciata!"
il ragazzo deglutì mentre Hanji gli passò il piatto di minestra e iniziò a mangiare, ascoltando il racconto della donna:
Villa Ackerman appartiene ad un ricco asociale, il quale abbia allontanato chiunque avesse cercato di avvicinarlo;un giorno dei ragazzini erano entrati per riprendersi la palla, e l'uomo non solo gli aaveva sgonfiato il pallone, ma anche cacciati via malanamente! solo una donna era riuscita a scambiarci qualche parola di più e ad entrare nella grande villa, ma per il resto non si sapeva quasi niente su quell'uomo.
Eren ascoltò facendosi sempre più incuriosito, promettendosi che avrebbe cercato di avvicinarsi alla villa per scoprirne di più.
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