49. Author // THE GRAND FINALE

prendetevi tempo per questo capitolo, è davvero lungo.
i've loved you... remember this <3

Jungkook e Jimin sono sempre stati perfetti l'uno per l'altro, due complici, due migliori amici. Si conoscono ormai da qualche anno e in poco tempo, nonostante il rapporto iniziale tra i due, sono diventati i fantastici e inseparabili compagni di vita che avete conosciuto all'inizio di questa storia.

Col tempo poi, il loro rapporto ha continuato a solidificarsi, fino a diventare l'amore che abbiamo invece visto di recente. L'amore più puro, che non guarda in faccia a niente, che riuscirebbe a spezzare qualsiasi cosa grazie alla sua potenza, ma non lo fa. L'amore è nato per creare, non per distruggere.

Per entrambi questo è un sentimento totalmente nuovo; hanno paura, tutti e due, ma ci provano. Perché una cosa fa meno paura se la fai insieme al tuo migliore amico, al tuo compagno di vita. Quindi i due ci provano, ci provano con tutti loro stessi, inconsapevoli però di una cosa:

il loro idillio sta per finire.

***

da Taehyung - 10/06

Il ragazzo stasera è di turno al suo pub. Ultimamente ha pensato molto alle parole di Jungkook e di Jimin e, negli ultimi giorni, si è finalmente deciso a parlare col ragazzo che gli interessa. E ha scoperto che parlare con un ragazzo, senza finire per forza nello sgabuzzino con i pantaloni abbassati a metà coscia, può risultare anche molto piacevole. D'altronde, Kim Namjoon è una persona molto interessante.

Anche oggi vuole intavolare una conversazione con il maggiore, il quale però non è ancora arrivato al pub. È indeciso se scrivergli o meno chiedendogli se ci sarà, siccome si sono scambiati il numero di telefono. Sta pensando a cosa fare quando vede l'ombra di una figura fermarsi davanti a lui.

"Che drink mi fai provare stasera, bellissimo?" chiede la figura e Taehyung subito riconosce quella voce calda, profonda, bassa. Potrebbe riconoscerla tra miliardi talmente è particolare e seducente.

Alza quindi immediatamente lo sguardo e vede Namjoon davanti a sé, sorridente e affascinante, come sempre. È talmente concentrato sui suoi grandi occhi scuri che quasi non nota la tinta argento dei capelli. Ma quando la nota rimane a bocca aperta, la mascella dai lineamenti possenti che cade a terra. Taehyung si soffoca con la saliva, farfugliando qualche parola tra le quali Namjoon riesce a ricavare 'capelli'.

N: "Ti piacciono? Non ho sbagliato a farmeli, vero?" chiede lui.

T: "N-no, a-affatto" risponde il minore balbettando e si maledice mentalmente, pensando che deve sembrare proprio patetico in questo momento.

N: "Per fortuna, a casa non piacciono..." replica il più grande. Il moro non ha il minimo sospetto che Namjoon, con 'a casa', intenda 'il suo fidanzato col quale sta organizzando un matrimonio da circa quattro mesi' a casa. Pensa piuttosto che intenda i suoi genitori; in fondo non è per niente strano che un ragazzo a venticinque anni viva ancora con i suoi. Magari non può permettersi un appartamento a causa delle spese universitarie. Ah, inoltre... Namjoon gli ha detto che vive con sua madre e sua sorella, quindi motivo in più per pensare che non conviva con un possibile fidanzato.

T: "Mi chiedo come... comunque stasera ti faccio provare il Fuoco di Paglia" ribatte il moro riacquistando la sua lucidità. Non era mai stato in imbarazzo prima d'allora. Da quando ha iniziato a pensare a Namjoon, invece, si è trasformato. Insieme al ragazzo dai capelli argentei sembra così insicuro, un aggettivo che normalmente non gli apparterrebbe affatto.

N: "Che nome strano, però mi ispira. Proviamolo" conclude e Taehyung si mette all'opera dietro al bancone, mischiando alcolici e agitandoli con dimestichezza.

Quando il Fuoco di Paglia è finalmente pronto, Taehyung appoggia il bicchiere sul bancone e Namjoon lo prende, portandoselo subito alle labbra e facendo scivolare il liquido lungo la sua gola. Il drink è fresco, anche se brucia a causa della fortissima gradazione. Lo finisce velocemente e quasi sbatte il bicchiere nel rimetterlo a terra, leccandosi i baffi ed esclamando: "Fantastico! L'hai creato tu?"

T: "Sì" risponde Taehyung sorridendo sornione. È contento di aver fatto una buona impressione su Namjoon.

N: "Prendine un po' anche tu" propone poi il maggiore, ma Taehyung gli risponde che non può bere in servizio. Gli è capitato già altre volte di bere durante i turni di lavoro, ma questa sera vuole rimanere lucido, e sa che se dovesse iniziare a bere non si fermerebbe più, finché non sarà incapace anche di reggersi in piedi.

N: "Oh, ma non intendevo quello" risponde il ragazzo argenteo, lasciando il minore confuso per un attimo. Lo afferra poi per il colletto della camicia tirandolo a sé, facendo scontrare le loro labbra e dando il via a un bacio passionale. Taehyung è in grado di sentire il sapore del Fuoco di Paglia dalla lingua di Namjoon e capisce quindi cosa intendesse l'altro con 'prendine un po' anche tu'.

Per Taehyung questo è il primo vero bacio, il primo bacio con una persona che davvero gli interessa, e vuole assaporarlo intensamente. Nonostante lo stato iniziale di confusione, non perde tempo a ricambiare i movimenti della lingua dell'altro. Il minore sente le farfalle nello stomaco per la prima volta da quando è nato. Per la prima volta in tutta la sua vita sta provando questo tipo di emozione, che va ben oltre la fisicità di un rapporto. Per la prima volta si sente... interessato a qualcuno. E per lui, il bacio che si stanno dando contiene tutto quello che sente in questo momento.

Quando le due bocche si staccano per riprendere fiato Namjoon, col respiro affannato, dice: "Era da tanto che volevo farlo."

T: "Stessa cosa io."

N: "E sai cos'altro vorrei fare da tanto?"

T: "Cosa?" chiede il moro, cercando inutilmente di regolarizzare il suo respiro e di calmare il suo battito cardiaco.

N: "Te. Che ne dici?"

Una richiesta del genere così all'improvviso dovrebbe far sorgere spontanee molte domande, molti sospetti. Inoltre, una persona quasi innamorata non vorrebbe mai bruciare le tappe in questo modo, ce lo insegnano anche i nostri amati protagonisti di questo racconto. Ma il più piccolo è talmente inebriato dal bacio che non capisce più niente. Fa soltanto un cenno di assenso con la testa, senza inizialmente pensare al fatto che non abbia un letto e che il posto migliore in cui possono farlo sia lo studio del moro, le cui pareti ne hanno viste di cose.

T: "Questo è l'unico posto in cui possiamo" dice Taehyung, il quale dovrebbe essere amareggiato della cosa, ma il poveretto si è mantenuto in astinenza per interi giorni e prima era abituato a farlo con una certa regolarità... quindi sono i suoi ormoni i principali protagonisti della scena, mentre il cervello sembra più l'antagonista. Ecco perché il più piccolo cerca di spegnerlo. Riuscendoci, purtroppo.

N: "Non importa, basta essere insieme" indora la pillola il maggiore, che intanto sorride soddisfatto dentro di sé, sapendo di stare per ottenere ciò che vuole. Manca così poco alla realizzazione di questo piano malefico, che porterà a tanti guai. Tantissimi guai.

Per la prima volta il minore non sa come muoversi, cosa fare, che parte prendere. Farà la parte attiva, come al solito, o per la prima volta sarà il passivo? Il solo pensiero di non gestire lui ogni singolo movimento lo inorridiva una volta, ma oggi potrebbe anche farcela. Si sente incuriosito da quello che potrebbe succedere se dovesse essere dominato.

N: "Vieni qui" dice Namjoon per placare la tensione nel minore, ben evidente nei muscoli contratti e nel corpo irrigidito. Ma a quelle parole si scioglie e si avvicina al ragazzo dai capelli chiari, che inizia a baciarlo con passione. Namjoon vuole far perdere la testa a Taehyung... e ci sta riuscendo!

Adesso che è tra le sue braccia, adesso che il suo corpo è premuto con lieve forza contro quello di Namjoon, il minore si sente già meglio. Continua a baciarlo, aspettando che l'altro proceda con la prossima mossa; non serve dire che non tarda a farla.

Namjoon infatti lo spinge delicatamente verso la scrivania, facendolo sedere sopra di essa, e afferra i suoi fianchi rafforzando la stretta. Taehyung, al momento bisognoso d'aria, si lascia scappare un gemito sulle labbra del maggiore, che si allontana di poco dall'altro, permettendogli finalmente di respirare e guardandolo con un sorrisetto pieno di malizia.

N: "Già così disperato da gemere dopo un bacio?" chiede sempre con quel sorriso furbo stampato in faccia.

T: "È colpa tua" risponde il più piccolo, sorridendo invece in modo sincero. Mi fai questo effetto, pensa, ma preferisce tenersi questa frase per sé al momento.

N: "Ah, davvero?" chiede retorico l'argenteo con voce profonda. "E anche questo è colpa mia?" aggiunge subito dopo, posando una mano sull'erezione prorompente di Taehyung, esercitando una pressione abbastanza leggera da non fargli male, ma abbastanza forte perché la percepisca e ne rimanga stregato.

Il minore socchiude gli occhi per il piacere e annuisce con la testa, mordendosi il labbro inferiore per trattenere un secondo gemito. Si sente così strano, mentre sottostà a quella dominanza, ma allo stesso tempo così bene. È una sensazione del tutto nuova per lui, ma sta riuscendo a gestirla nel migliore dei modi.

N: "Già senza parole? Cosa farai tra poco allora?" chiede nuovamente, sempre con la sua voce calda che sta facendo eccitare Taehyung ancora di più, per quanto possibile. Avvicina poi le sue labbra carnose all'orecchio del minore e mormora: "Cosa farai allora quando starò affondando in te?"

Postagli questa domanda, anch'essa che non necessita di risposta, mordicchia il lobo al moro, iniziando poi a succhiare un punto specifico sul suo collo. Nel sentire la lingua calda di Namjoon lavorare sul punto più sensibile della sua pelle, Taehyung getta all'istante la testa all'indietro per concedergli un maggior accesso e intanto il maggiore pensa che sta davvero riuscendo nel suo piano. Ha fatto impazzire il povero ragazzino che ha una cotta - e che forse si sta pian piano innamorando seriamente - e non potrebbe essere più fiero del suo lavoro. Il piano numero uno sta per concludersi.

***

da Jimin - 12/06

Questa sera Jimin, che ha da poco avuto un litigio pesantissimo con Jungkook, decide di andare da solo al pub dell'ormai grande amico Taehyung. Con lui si trova benissimo e molte volte pensa - e gli dispiace davvero pensarlo - di avere più affinità con lui che con Hoseok e Yoongi. Ovviamente si sta mantenendo in contatto anche con loro, però ha una sorta di strana ammirazione per Taehyung e questo è il motivo per cui sta andando al pub. Per parlare un po' con lui. Non ha intenzione di confidarsi riguardo al litigio con Jungkook, perché non sarebbe giusto nei confronti del fidanzato; vuole solo distrarsi un po'.

Arrivato al locale, si appresta a farsi strada verso il bancone alla ricerca dell'amico, che trova a passare uno straccio in un determinato punto della lunga lastra marmorea.

J: "Heyy!" lo saluta avvicinandosi.

T: "Oh, ciao Jimin!" risponde il più piccolo col suo tipico sorriso quadrato. "Sei qui da solo?" domanda poi con un'espressione stranita, non vedendo il suo migliore amico.

J: "Ho litigato con Jungkook. Pesantemente..." risponde Jimin rabbuiandosi un poco.

T: "E sei venuto qui a parlarne con me?" chiede il moro, temendo che la risposta di Jimin possa essere un sì. Non vorrebbe mai tradire il suo migliore amico parlando di certe cose col suo ragazzo.

J: "Oh, no, affatto" lo rassicura il maggiore sedendosi su uno degli sgabelli alti, mentre l'espressione di Taehyung ritorna alla normalità, sollevato della risposta negativa dell'amico. "Sono venuto qui per bere" aggiunge poi, sorridendo, con gli occhi che dicono: 'so che bere non è la soluzione ai problemi, ma stasera non me ne frega assolutamente niente dammi quella vodka alla pesca adesso e subito'. Jimin ha degli occhi che dicono tante cose...

T: "D'accordo" replica Taehyung, sapendo anche lui che farlo bere non farà fare pace a quei due, ma essendo anche consapevole che Jimin non è tipo da bere tutte le volte che succede qualcosa, intuisce che questa deve essere proprio grave. E poi... chi a quell'età non vorrebbe dimenticarsi di qualsiasi cosa almeno per una sera? "Cosa ti preparo?" chiede poi, girandosi verso l'enorme credenza piena di superalcolici.

J: "Fai tu, basta che sia forte" risponde il più grande, tirando fuori il cellulare per guardare l'orario. Oltre a quello, vede anche la notifica di ben quattordici chiamate perse da parte di Jungkook. Decide di ignorarle, rimettendosi il telefono in tasca. Anzi... lo spegne direttamente e lo mette via. Deve staccarsi per un po' da quella costante oppressione del suo ragazzo e deve iniziare a farlo immediatamente.

Dopo qualche minuto sente di nuovo la voce di Taehyung, che dall'altra parte del bancone gli dice: "Ecco a te!" posando davanti a lui un bicchiere alto con un liquido rosa all'interno, sperando che Jimin ne gradisca il gusto particolare.

J: "Grazie mille" gli sorride il maggiore prendendo un sorso del drink. Sente immediatamente la sua gola bruciare, mentre il liquido fresco gli scivola lungo l'esofago.

J: "È buonissimo! E forte... direi perfetto per stasera" sentenzia Jimin dopo aver preso un altro sorso.

T: "Sono contento che ti piaccia, è una mia creazione" dice il ragazzo, felice e fiero di sé. "In questo periodo mi sto cimentando nell'invenzione di nuovi drink."

J: "Complimenti davvero! Questo come si chiama?" chiede il maggiore tanto curioso quanto stupito dalla bravura dell'amico. Di sicuro non è facile inventare un drink che sia buono, mischiando vari tipi di alcolici che stiano bene insieme, ma Taehyung ci è riuscito alla perfezione. E se gli altri drink dovessero essere anche solo per un quarto buoni come questo, Jimin li amerebbe tutti e soprannominerebbe il più piccolo 'il king dei drink'.

T: "A dire il vero non è sul menù, è la prima volta che lo servo e tu mi hai fatto da cavia. Penso che gli darò un nome in tuo onore. Che ne dici di 'Perfetto per Stasera'?" domanda ridendo, anche se in realtà la sua è una proposta seria.

J: "Beh, gli sta da Dio."

T: "Allora è andata, lo aggiungo al menù" dice appuntandosi qualcosa su un foglio.

J: "Decisamente. Questa roba merita!" esclama con entusiasmo. Dopo poco ha già finito il Perfetto per Stasera e chiede a Taehyung un altro drink, magari un altro esperimento da testare per poi aggiungerlo al menù.

Taehyung gli dice che ne ha tanti da fargliene provare, ma prima gli chiede se ne è sicuro. Sono tutti drink abbastanza forti, superano tutti i venti gradi e vuole essere certo al cento per cento che Jimin sia consapevole di quello che sta per fare. Il maggiore gli assicura che lo è, che regge bene l'alcol - una cosa che si sente dire abbastanza spesso, soprattutto dai ragazzini alle prime armi che vogliono uccidersi il fegato fingendo di non sentirne per niente gli effetti, che detta da Jimin è assolutamente vera -, e che per una sera vuole abbandonarsi al piacere dato dall'ebbrezza.

Un'ora dopo, tra un drink e l'altro, Jimin è quasi ubriaco - regge divinamente vi ricordo! -, quindi Taehyung decide di smettere di servirgli alcolici per la serata.

J: "Vabbene, per stasera smetto..." dice, sentendo poi un urgente bisogno di andare in bagno. Avvisa il moro della sua meta, dicendogli che tornerà presto, e poi parte.

***

Se all'andata è filato tutto liscio come l'olio, al ritorno che le cose cambiano 'leggermente'. Camminando infatti tra i tavolini, cercando di reggersi in piedi il più possibile, Jimin sente una voce chiamarlo. È Namjoon.

N: "Hey, amico" lo chiama il maggiore, afferrandolo per un braccio e invitandolo a sedersi di fronte a lui.

J: "Oh, ciao Nam" risponde il corvino biascicando un po' le parole a causa dell'alcol. "Ancora da solo?" chiede poi non vedendo il fidanzato di Namjoon con lui.

N: "Sì, io e lo Hyung volevamo passare una serata da soli, prima di procedere al grande passo" replica Namjoon alludendo al loro matrimonio; per una volta nella sua vita sta dicendo la verità, più o meno.

J: "Capisco..."

N: "Tu perché da solo? Pensavo che il tuo ragazzo non ti facesse andare da nessuna parte senza la sua costante presenza."

J: "Abbiamo litigato e sono uscito di casa. Lui non sa che sono qui" confessa ingenuamente Jimin, senza sapere di star deliberatamente fornendo al suo amico d'infanzia informazioni molto importanti per l'altro.

N: "Mi dispiace" mente il ragazzo.

J: "Va beh, capita" ribatte il corvino, cercando di fingere noncuranza, con esiti più che discreti.

N: "Ti posso offrire da bere per tirarti su?"

J: "Beh, in realtà sono già abbastanza sfasato..."

N: "Eddai, per un drink in più non ti succederà proprio niente!" cerca di convincerlo Namjoon, mentre Jimin ci pensa per un po'.

J: "Mh... va bene. Solo uno" accetta alla fine e afferra il bicchiere che Namjoon gli sta porgendo. Il maggiore sta esultando di gioia dentro di sé, sta praticamente urlando, sapendo che anche la fase numero due, nonché ultima, sta per giungere al termine con ottimi risultati.

Jimin sente che il drink ha un gusto strano, se ne accorge, però allo stesso tempo non è male quindi decide di non chiedere. Se solo sapesse cosa contiene quel drink... la sua amicizia con Namjoon finirebbe all'istante. Ma credo che ormai sia chiaro in che modo si evolverà il loro rapporto, alla fine di tutto.

Dopo un periodo di tempo davvero breve, durante il quale il drink con dentro la droga ha fatto il suo effetto, Jimin inizia a sentirsi del tutto andato. Non capisce più dove sia, si sente confuso e davanti a lui vede solo Jungkook, che gli tende una mano.

J: "Perché sei qui, Jungkook?" sputa Jimin acido, alzando gli occhi al cielo, non curandosi - o per meglio dire, non accorgendosi - dell'improvvisa scomparsa dell'amico dai capelli color porpora e di tutto l'ambiente intorno a lui. "Non ci vengo a casa con te se sei qui per 'salvarmi dalle grinfie degli avvoltoi', mettitelo in testa!" sbotta poi. Per essere uno che ha bevuto quasi una decina di drink alquanto forti e che è appena stato allucinato da una pasticca nascosta nell'ennesimo drink alcolico, ha la parlantina abbastanza lesta. Ora si spiega il perché la sua lingua è adorata dal fidanzato, si muove alla velocità giusta... per certe cose da fare a letto.

N: "Amore, non sono qui per portarti a casa. Dammi la mano e vieni con me" dice il fidanzato sorridendo. In realtà è Namjoon a parlare e la droga ha avuto proprio l'effetto desiderato. Jimin pensa di stare parlando col fidanzato e il ragazzo dai capelli adesso purpurei sta fingendo in maniera talmente eccellente che lui stesso rimane stupito di quanto alla perfezione si stia svolgendo il piano numero due.

J: "Dove mi vuoi portare?" domanda Jimin sciogliendo un po' la tensione nei muscoli, che si era formata quando pensava che il ragazzo fosse lì per la solita scenata di gelosia.

N: "In un posto speciale per una cosa speciale che dobbiamo fare insieme."

J: "Adesso?"

N: "Ho aspettato anche fin troppo" replica il ragazzo, e stavolta è Namjoon a parlare. Nel senso che Jimin lo vede ancora come il suo fidanzato dai capelli scuri come la pece e dagli occhietti tanto dolci quanto vispi, ma con questa frase il 'ragazzo porpora' non sta affatto recitando una parte.

J: "Mh, d'accordo..." dice Jimin poco convinto, afferrando la mano del ragazzo e alzandosi in piedi, seguendolo infine. I due continuano a camminare finché non si fermano davanti alla porta dello sgabuzzino accanto all'ufficio di Taehyung, quello in cui il comproprietario del locale porta - portava, pardon! - i ragazzi con cui, scusatemi il francesismo (d'altronde questa storia ne è colma, e rovinarla con un linguaggio così volgare mi dispiace a tal punto da sentirmi in dovere di scusarmi), scopava. Tranne che con Namjoon, con lui l'ha fatto nel suo studio... che romantico! Ovviamente lo sto dicendo con tutta l'ironia del mondo, ci tengo a precisare...

Il ragazzo infila le chiavi nella toppa e le gira velocemente, aprendo poi la porta e spingendo, delicatamente per non farlo cadere a terra, Jimin all'interno.

J: "Perché mi hai portato qui fuori?" domanda Jimin sedendosi su un piccolo ripiano che lui crede un muretto. Il ragazzo infatti pensa di essere all'aperto. Vede intorno a lui un bel prato verde e muove una mano sul ripiano su cui è seduto, giochicchiando con i presunti, ed effettivamente inesistenti, fili d'erba umida.

N: "Per due motivi. Per prima cosa voglio chiederti scusa per oggi, è stata tutta colpa mia..." Namjoon recita la sua parte improvvisata come se si fosse scritto il copione anni fa e avesse avuto tutto il tempo per impararlo. Cosa che, ad essere onesti, non è poi così falsa. "Mi perdoni?" dice lui mettendo il broncio. Jimin, ingenuamente, pensa di vedere il dolce viso del suo Jungkook così imbronciato e subito - beh, anche grazie all'ingente quantità di alcol ingerita questa sera - si scioglie.

J: "Sì, che ti perdono. Ti perdonerei sempre" dice sorridendo, inconsapevole di quello che sta per accadere. Perché sta per accadere qualcosa che invece non riuscirà mai a perdonare. "E il secondo motivo?" domanda, ricordandosi miracolosamente che le ragioni sono due.

N: "Sono pronto..." dice lui con voce bassa, avvicinandosi al minore e afferrandolo per i fianchi, stringendo leggermente la presa, come solamente due giorni fa ha fatto col moro.

J: "Per... che cosa?" domanda il minore, che sarebbe stato invece il maggiore se si fosse trovato davvero con Jungkook. Ma quella che sta osservando non è la realtà, niente di quel che sta vedendo è la realtà. Neanche le parole che ode uscire dalle labbra dell'altro sono reali. Però lui non lo sa.

N: "Per fare l'amore con te."

***

da Jungkook - 12/06 - nel frattempo

JK: "Porca di quella puttana, Jimin!" urla il ragazzo appena sente il rumore di rifiuto dell'ennesima chiamata. In realtà Jimin non ha rifiutato le chiamate. Le prime quattordici gli sono arrivate, ma aveva la suoneria bassa, le ultime invece non sono neanche partite, in quanto il maggiore tra i due ha successivamente spento il telefono.

Il corvino si sta decisamente alterando, e anche preoccupando se glielo concedete. Stavolta non è solo la gelosia a parlare, stavolta sa che sta per succedere qualcosa a Jimin. Qualcosa di brutto. Non si capacita neanche lui di come faccia a saperlo, è semplicemente una cosa che si sente dentro da alcuni giorni, ed è anche il motivo per cui hanno litigato. Addirittura, quasi più gravemente di quando Jungkook gli ha detto di non tornare più a casa, solo per dare a tutti voi un'idea di quanto fossero incazzati l'uno con l'altro. D'altro canto li avete pure sentiti, urlarsi dietro come due furie.

In questo momento il corvino vorrebbe essere fuori a cercare il fidanzato disperso, ma non saprebbe da dove iniziare. Il più grande non gli ha dato alcuna informazione quando è scappato fuori casa, sbattendo la porta come non aveva mai fatto. Poi però gli viene in mente l'unico posto in cui potrebbe essere andato e prende immediatamente il telefono in mano, aprendo la chat con il ragazzo-bambino.

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BabyMan<3

Tae

TAE, CHE CAZZO, HO

BISOGNO DI TE!!!

che succede?

Jimin è lì?

ti prego, dimmi che è lì.

sì, è qui, perché?

non venire...

non te lo consiglio

avete bisogno di spazio adesso
e venire qui a urlargli dietro
non sarebbe affatto d'aiuto

non voglio venire...

dimmi solo che sta bene...

sta bene

*********************

E a queste parole il minore scoppia in un pianto liberatorio, dettato dall'istinto. Non è riuscito a prevedere le lacrime, sono semplicemente sgorgate fuori come niente, come se piangere fosse una cosa facile e veloce, come se avesse il pianto facile - quando tutti sappiamo benissimo che non è così, o almeno non è stato così fino ad adesso. Cambieranno molte cose dopo questa lunghissima serata.

In questo momento si è appena liberato di un peso e continua a piangere per un'ora, sapendo che il suo ragazzo sta bene ed è al sicuro. Ma sente ancora, potente come non mai, questa strana pressione sul petto che gli impedisce di respirare come dovrebbe e vorrebbe. Ne è sicuro, chissà che cosa dentro di lui lo sente: sta per succedere qualcosa, qualcosa di davvero orribile.

La pressione diventa talmente forte che Jungkook è costretto a saltare all'interno del suo veicolo a quattro ruote, accenderne il motore e infine precipitarsi verso il locale del moro.

Tant'è che quando gli arriva un messaggio da parte di quest'ultimo: 'JK, vieni, ho perso Jimin', lui riesce a rispondere con il comando vocale 'sono già lì'. Parcheggia quindi la macchina e corre dentro il pub, saltando tutti i controlli perché c'è Taehyung che lo aspetta all'ingresso e che dice a tutti i buttafuori: 'È a posto, lasciatelo passare'.

Quando ormai il corvino è all'interno del locale, con il moro al suo seguito, i due si dirigono entrambi prima verso i bagni dei maschi, in caso Jimin avesse avuto un mancamento a causa di tutto quell'alcol.

Non trovandolo, Taehyung suggerisce all'amico di andare un attimo nel suo studio per chiamare con facilità e pensare con lucidità, mentre avverte i buttafuori all'interno del pub di dare una mano a cercare Jimin, mostrando loro una sua foto dal cellulare di Jungkook.

Arrivati davanti alla porta dell'ufficio di Taehyung, Jungkook sente qualcosa provenire dalla stanza accanto. Una voce, la sua voce, la voce così soave e leggera del proprio fidanzato, gemere e urlare il suo nome. Anzi, sente urlare proprio quel nome, il nome col quale voleva sentirsi chiamare mentre lui affondava dentro Jimin, regalandogli piacere mentre il maggiore lo ricambiava.

Porca di quella puttana, Jimin! Che cazzo sta succedendo lì dentro?

***

da Jimin - 12/06 - mentre Jungkook guida per arrivare al pub

ATTENZIONE: CONTENUTI MATURI IN QUESTO SOTTOCAPITOLO. SEI SEI SENSIBILE ESCI.

J: "Sicuro di... essere, mmh, pronto... adesso?" chiede il corvino mentre le labbra del maggiore si muovono voraci sulle sue, togliendogli ogni tanto il respiro e la parola, già abbastanza compromessa da tutte le sostanze che Jimin ha nel corpo.

N: "Sì, lo siamo entrambi e questo è il posto adatto, no? All'aperto e, mh, su un grande prato verde umido di rugiada. Non trovi sia magnifico?" risponde il ragazzo porpora. Certo che per essere uno stronzo, la parte del romantico la sa fare bene.

J: "Sei meglio tu" ribatte Jimin riprendendo a baciarlo.

Ora, voi starete di sicuro pensando che dove non arrivano gli occhi, arriva il cuore; arrivano le sensazioni, il sentire la pelle del proprio partner a contatto con la propria. Nell'amore che si incontra nei libri o nei film - o, ancora peggio, nelle favole -, Jimin sarebbe già riuscito a riconoscere le labbra di un altro uomo sulle sue; si sarebbe scostato bruscamente da queste, avvertendo una strana sensazione, accorgendosi di un incastro sbagliato, sentendo una lingua diversa esplorare la sua bocca: una lingua più umida o magari più secca, o di una temperatura differente. Ma il poveretto in questo momento è strafatto. È già tanto se riesce ancora a parlare... quindi è convintissimo di star baciando Jungkook adesso e niente gli può far cambiare idea, niente può destarlo da quello stato di incoscienza.

Namjoon inizia a sbottonare i jeans ormai stretti di Jimin, il quale si è eccitato pensando di essere con il fidanzato. Fa scivolare i pantaloni del minore a terra e poi inizia a procedere con i propri, ma il piccolo lo ferma e gli dice: "Faccio io."

Anche quelli del maggiore fanno la stessa fine, atterrando sul pavimento sporco dello sgabuzzino impolverato - sì, Taehyung non si faceva problemi a fare sesso lì dentro, nonostante si sentisse, e si senta tuttora, addirittura un lieve odore di muffa - e Jimin, una volta visto il rigonfiamento nei boxer del finto fidanzato, sorride e dice: "Mi piace l'effetto che ti faccio." È assolutamente l'alcol a parlare, dato che dice tutto senza vergogna, senza arrossire.

N: "E a me piace quello che ti sto per fa-ah!" Namjoon non riesce a finire la frase, dato che viene interrotto dalla mano di Jimin che si posa a coppa sulla sua erezione, stringendola in maniera non proprio delicata. Questo Jimin è un Jimin diverso, aggressivo, super sicuro di sé, che fa cose che da sobrio non farebbe mai.

E Namjoon intanto pensa, ghignando in segreto e solitudine: sapevo che mi sarei divertito, ma non pensavo così tanto.

Il ragazzo, però, viene interrotto nuovamente (stavolta nei pensieri) dal più piccolo, che gli abbassa i boxer senza preavviso, dai quali spunta il suo membro già del tutto eretto che si rizza colpendo la parte bassa del suo addome.

J: "Sei già pronto per me?"

N: "Mi sto preparando da molto tempo per te, amore. Essere pronto adesso è il minimo" dice dandogli un bacio sulle labbra, mentre Jimin afferra il membro del presunto fidanzato e inizia a dargli qualche pompata, facendo emettere a Namjoon dei gemiti. "Vediamo di preparare anche te a questo momento, piccolo" il ragazzo porpora usa proprio quel nomignolo per assicurarsi che Jimin rimanga convinto di stare per fare l'amore col suo ragazzo.

Afferra quindi i lati dei boxer di Jimin, mentre questo alza leggermente il sedere per aiutare l'altro nei movimenti, e anch'essi fanno la stessa fine di tutti gli altri indumenti, insieme anche alla maglietta del corvino, che il purpureo si appresta a sfilargli.

Ora Jimin è completamente nudo e Namjoon è ammaliato da quella vista. Insomma, Seokjin nudo è favoloso, Taehyung ha il corpo di un bronzo di riace, ma Jimin... lui sembra un essere divino. La pelle così chiara, perfetta; il corpo così piccolo, ma tonico. I muscoli, tutti i muscoli, così sodi. Per un secondo si sente in colpa di stare per rovinare una bellezza così angelica, ma, come ho detto, dura solo un secondo.

N: "Lascia che ti guidi, siccome è la tua prima volta... va bene?" domanda, anche se in realtà è più un ordine che una richiesta.

Jimin annuisce e Namjoon gli divarica le gambe dolcemente, mentre continua a dare qualche pompata alla sua erezione già potente. Fa sdraiare Jimin posandogli una mano sul petto e spingendolo piano verso il basso, facendo aderire la sua schiena al ripiano duro, che il minore sente come erba fresca sotto il suo corpo nudo.

Il porpora prende da uno scaffale lì accanto il tubetto quasi vuoto del lubrificante di Taehyung, di cui il moro non si è ancora sbarazzato (e di cui non avrà più intenzione di sbarazzarsi, dopo quella sera), e, dopo essersi srotolato il preservativo sul membro duro come il marmo, se ne versa un po' sulle dita inumidendo l'orifizio del più piccolo, che intanto chiude gli occhi e geme.

N: "Ora entro, okay? Appena ti senti pronto, dimmelo e inizio a muovermi" gli dice il ragazzo, fingendo la voce più dolce che riesca a fare. In fondo, vuole godersela anche lui questa esperienza, dato che, come ha detto prima, la aspettava da tanto tempo.

Il porpora posiziona il suo membro davanti all'entrata del corvino e, senza troppi riguardi, entra in lui con una spinta decisa, che fa urlare di dolore misto a piacere il minore. Sta fermo per una manciata di interminabili secondi, permettendo al più piccolo di abituarsi a quella presenza estranea, fin quando Jimin non annuisce; gli occhi strizzati per il dolore, il labbro inferiore intrappolato tra i suoi denti.

Il ragazzo allora sale in ginocchio sul ripiano dove è sdraiato Jimin, chinandosi sopra di lui per baciarlo, in modo da fargli sentire meno dolore. Il corvino afferra dei 'ciuffi d'erba' per stringere qualcosa tra le dita, poi porta le mani sulla schiena dell'altro affondandoci dentro le unghie curate, lasciandoci dei graffi lunghi e di color rosso fuoco. Il piccolo sente dolore, tanto dolore, ma gli sta piacendo la sensazione di essere finalmente unito in un unico corpo col suo ragazzo. La sta amando e si sente in dovere di dirglielo.

J: "Ti amo" sussurra sulle sue labbra, caricando quelle parole di significato. Quello che invece Namjoon non dà, siccome per lui quell'esperienza significa solo una cosa: vendetta. Tuttavia, risponde al più piccolo, sussurrandogli nell'orecchio un 'ti amo, Jiminie' e continuando a baciarlo. Usa continuamente quei soprannomi, sapendo che anche Jungkook a volte chiama così il suo compagno di vita. Colui che al momento pensa di star facendo l'amore con lui.

Il finto Jungkook sente sulle labbra un sapore salato e quando alza lo sguardo vede alcune lacrime uscire dagli occhi di Jimin, ma, a differenza di quello che farebbe il vero Jungkook, lui non rallenta né gliele asciuga. Continua a baciarlo, a lasciargli altri segni sul collo, coprendo quelli fatti dal vero fidanzato, percorrendo il solito sentiero lungo la mascella fino ad arrivare al petto.

Mentre continua a spingersi prepotentemente dentro di lui, arrivando quasi a colpire la sua prostata, ovvero il punto più sensibile negli uomini, con dei piccoli movimenti circolari della lingua inizia a stuzzicare il suo capezzolo sinistro, che diventa subito turgido. Jungkook non l'aveva mai fatto, quindi per Jimin anche questa è una sensazione del tutto nuova, che trova assolutamente piacevole. Geme infatti al contatto della lingua calda dell'altro contro il suo capezzolo, ora duro come un sassolino, e geme di nuovo quando lo perde, quel contatto, perché 'Jungkook' si è spostato sul pettorale destro.

Intanto le spinte si fanno sempre più forti e quando Namjoon arriva a colpire il punto più sensibile del corvino, quello urla dal piacere, avvertendo l'altro che sta per venire.

N: "Aspetta ancora un secondo, facciamolo insieme" risponde il porpora, sudato e tremante, perché anche lui sta raggiungendo l'apice del suo piacere. Quando i suoi movimenti si fanno più fiacchi, sente che manca una sola spinta per venire e allora dice con voce roca: "Adesso!" e, colpendo per la seconda e ultima volta la prostata del piccolo, entrambi si liberano dei loro liquidi seminali: Namjoon nel preservativo e Jimin sul proprio addome nudo, mentre chiama il fidanzato... Kookie!

E neanche il tempo di lasciare che Namjoon esca da lui, si sente un forte rumore, si vede la porta sfondarsi e cadere a terra, sfiorando quasi il posteriore nudo del ragazzo porpora. E la porta non è l'unica cosa in quella serata a cadere stramazzata a terra.

Si vede infatti Taehyung dirigersi a passi pesanti verso il ragazzo con cui è stato solo due giorni fa e che ora è nudo davanti a un'altra persona, con la quale ha appena fatto sesso, e dargli un pugno talmente forte da farlo girare su se stesso, per poi cadere a terra.

Jungkook, invece, si precipita in lacrime da Jimin, che ormai è addormentato per la stanchezza. Lo vede nudo, sdraiato sul ripiano, con l'addome ancora sporco del suo stesso seme, siccome Namjoon non ha fatto in tempo a pulirlo. Piange, piange come non ha mai fatto e urla contro l'uomo porpora che l'ha appena violentato, imprecando al cielo per non essere riuscito a proteggere il suo piccolo, che anziché essere scosso dorme beato tra le sue braccia tremanti - oh, ma ci sarà tempo perché Jimin si renda conto di quello che gli è capitato, non ne rimarrà all'oscuro.

E più il ragazzo urla e impreca, più inizia a non udire niente, nessun suono: si sente come rinchiuso, intrappolato, imprigionato in una bolla di sapone impossibile da scoppiare. Avete presente come si era sentito Jimin quando Jungkook si è dichiarato? Si sentiva ovattato, perso nel suo mondo, e si era svegliato solo quando il minore l'aveva toccato. È esattamente così che si sente Jungkook adesso, incapace di fare qualsiasi cosa, incapace di sentire qualsiasi rumore, incapace di provare qualsiasi sentimento, se non solo schifo, rabbia, sofferenza e un fortissimo, atroce senso di colpa.

E mentre Jungkook tiene Jimin tra le braccia, piangendo e non sentendo minimamente niente, Taehyung sistema Namjoon per le feste, chiamando poi la polizia per lui e un'ambulanza per Jimin. Quel ragazzo ha proprio bisogno di una bella lavanda gastrica, per buttar fuori tutto ciò che sta ancora navigando nel suo stomaco. Mentre il porpora necessita di stare per un bel po' al fresco, per aver drogato e violentato una persona.

Anche il ventunenne, come era successo al fidanzato, si risveglia al tocco di Taehyung, dal quale si ritrae spaventato per Jimin.

T: "Hey, amico, sono io... tra poco arriverà un'ambulanza, meglio se passa del tempo in ospedale per smaltire la droga" dice a bassa voce, anche lui con gli occhi lucidi e la gola bloccata a causa dell'imminente pianto.

Jungkook, ancora a terra e con Jimin stretto al petto, guarda il più alto, chiedendosi come cazzo sia entrata della droga (perché ci sono arrivati con la logica che l'avesse drogato, e anche perché il porpora ha confessato tutto) nel suo locale super sicuro, chiedendosi come cazzo nessuno abbia visto che Namjoon stesse trascinando via Jimin, chiedendosi quanto cazzo si sia ubriacato per arrivare a una situazione simile, chiedendosi come cazzo sia stata possibile una cosa del genere, chiedendosi il cazzo del perché, sia stata possibile. Ma adesso è troppo frastornato, la voce non gli esce neanche a raschiarla via dalla gola.

T: "Hey, alzati, lo dobbiamo portare fuori..." dice e intanto avvisa i buttafuori di chiudere il locale, perché ormai la festa è finita.

Il maggiore appoggia poi una mano sulla spalla del corvino, ancora in lacrime, ma lui si ritrae nuovamente, in maniera brusca. È come una chioccia con i suoi pulcini, ammazzerebbe per proteggerli. Non importa chi sia ad avvicinarsi; devono stare tutti lontani. E Taehyung capisce di dover stare lontano e che deve aiutare i due amici senza entrare in contatto diretto con loro. Inoltre, prova un enorme e straziante senso di colpa nei confronti di Jimin, per averlo fatto bere e avergli permesso di camminare tra la folla da solo. Quindi ora ha paura a toccarlo, paura per il maggiore.

Quando il rumore delle sirene spianate dell'ambulanza si fa più vicino fino a che il veicolo non parcheggia al di fuori del pub, Jungkook si finge il fratello di Jimin e sale davanti, mentre sdraiano il dormiente sul lettino.

I paramedici gli fanno qualche domanda, lui risponde in maniera abbastanza confusa, siccome non riesce a fare ordine nella sua testa, e poi cala il silenzio. L'unico rumore che continua a sentirsi, squillante e spaventoso come non mai, è quello delle sirene. Ogni volta che si sente un'ambulanza si ha paura per la persona che vi è dentro. Ma quando sei tu ad essere dentro l'ambulanza, o sdraiato sul lettino nel retro o davanti accanto all'autista, la paura è mille volte tanta. E il rumore delle sirene diventa ancora peggiore di quello delle unghie che stridono contro la lavagna.

***

Venti minuti dopo l'ambulanza entra nella zona apposita dell'ospedale e i paramedici escono svelti portando fuori la barella. Le gambe di Jungkook si muovono veloci e in automatico, mentre segue il lettino fino all'ingresso in pronto soccorso. Poi lo fermano, e lui impreca nuovamente, troppo debole però per lottare. Si sente svuotato, svuotato di ogni cosa. Neanche se fosse successa a lui, una cosa del genere, si sarebbe sentito così male.

Seduto su una sedia bianca nella sala d'attesa del pronto soccorso, prova a immaginarsi cosa sia potuto accadere, prova a riprodurre un ipotetico scenario perché la sua mente non riesce a distrarsi - d'altro canto, come potrebbe? - e poi gli viene in mente che se fosse stato meno opprimente e più chiaro con Jimin, lui non sarebbe andato su tutte le furie e non sarebbe andato in quello stramaledetto pub a ubriacarsi.

Mentre ci pensa gli viene un altro attacco di pianto, ma ormai ha finito le lacrime, e poi inizia a mancargli il respiro, come se la bolla attorno a lui si stesse restringendo fino a schiacciarlo. Inizia a boccheggiare, appoggia i gomiti sulle gambe e preme la testa sui suoi palmi, intrecciando le dita sottili con i capelli morbidi e continuando a respirare male. Questa situazione dura circa otto minuti, poi arriva Taehyung che lo chiama e interrompe il tutto.

Si siede accanto a lui, senza toccarlo e rimanendo zitto, gli occhi gonfi e rossi e ancora pieni di lacrime. Taehyung non sa che la sua presenza ha appena interrotto a Jungkook un attacco di panico e il piccolo non sa di averne appena avuto uno. E non sa neanche che è solo il primo di tanti altri.

***

da Jimin - 13/06

Il moro e il corvino passano tutta la notte in ospedale, senza riuscire a dormire ovviamente. E nel frattempo Jimin, che si trova nella stanza numero 24 e che ha dormito come un ghiro tutta la notte, si sveglia ora tranquillamente, aprendo gli occhi a causa della luce del sole che filtra attraverso le veneziane della finestra.

Fa uno sbadiglio, stropicciandosi gli occhi e, convinto di essere a casa sua, si alza per andare a fare colazione. Solo che ha un capogiro e si appoggia all'asta della fisiologica, abbassando lo sguardo e notando la vestaglia ospedaliera che ha addosso. Va nel panico, perché cazzo sono qui?

Si siede sul letto e chiama un'infermiera che sta passando in corridoio, che appena lo vede dice con un sorriso allegro, ma finto (perché sa cosa gli è successo ed è dispiaciuta per lui): "Buongiorno, signor Park, si è svegliato!"

J: "Dove sono?" domanda Jimin spaventato.

L'infermiera risponde: "Ieri è stato portato qui per un mancamento, ma credo che suo fratello possa spiegarle meglio di me la questione. Adesso si rimetta a letto che lo chiamo, sarà contento di saperla sveglio così presto!" dice la giovane aiutando il corvino a sdraiarsi e correndo fuori dalla stanza per chiamare 'suo fratello'.

Mio fratello? pensa Jimin. Non vedo la mia famiglia da anni, precisamente da quando ho detto loro che sono... una normalissima persona che preferisce il pesce spada fresco alla vongola avariata.

Tuttavia, nonostante questi pensieri confusi, si rimette a letto, coprendosi fino al basso addome con le lenzuola, bianche come cenci, dell'ospedale, aspettando che 'suo fratello' arrivi.

Vede l'ombra dell'infermiera e di un uomo alto dietro la parete, sente la donna bisbigliare qualcosa a lui, e poi la porta si apre, rivelando il volto di Jungkook, che sta facendo ottocentomila sforzi per quel minimo sorriso di cortesia che ha sul viso. Giusto per non far spaventare Jimin; non subito almeno, perché è deciso a rivelargli la verità, deve farlo, ma ora non vuole. Non può.

J: "Ah, ciao 'fratellino'!" dice Jimin ridendo e mimando in aria delle virgolette, appena il minore chiude la porta della stanza e si avvicina a lui, sedendosi sulla sedia accanto al letto bianco sul quale si trova il più grande.

JK: "Hey..." dice senza voce, cercando di non abbandonarsi all'ennesimo attacco di pianto nel vedere quella faccia angelica così sorridente e così ingenua. E soprattutto... così ignara.

J: "Cosa mi è successo ieri?" chiede poi serio, ma Jungkook lo tranquillizza con la sua risposta: "Sei svenuto per il troppo alcol... nonostante la tua resistenza, non dovresti mai esagerare" lo ammonisce lui, sorridendogli lievemente, non capendo come sia riuscito a tirare fuori tutte quelle parole in così poco tempo, data la gola secca e la mente ancora annebbiata.

J: "Non lo farò più... Ah, comunque mi è piaciuto tantissimo lo sai? Grazie..." dice il maggiore, sorridendo sincero al più piccolo e posandogli una mano sulla guancia gelida, a causa di tutte le lacrime seccate sul suo viso, mentre lo accarezza.

JK: "Cosa ti è piaciuto?" domanda lui confuso, ma senza cambiare espressione. È come se, prima che entrasse in quella stanza, gli avessero disegnato quel sorriso con l'indelebile.

J: "Fare l'amore con te" risponde lui e il sorriso di Jungkook, adesso, svanisce, trasformandosi in una linea piatta orizzontale, che purtroppo rimarrà così per molto, moltissimo, tempo.

***

da Seokjin - 12/06 - la sera

L'uomo e il suo futuro marito hanno deciso stamattina di passare una serata da soli, in vista del grande matrimonio. È un esperimento che fanno molte coppie di fidanzati ufficiali e al maggiore è venuto in mente di provarci.

Si trova in questo momento in un bar insieme ad alcuni colleghi e amici, mentre ride, scherza e beve birra. Smette di ridere, di scherzare e di bere nel momento in cui riceve una chiamata dal telefono del suo ragazzo, alla quale risponde velocemente allontanandosi dal tavolo. La voce dall'altra parte della cornetta però non appartiene al fidanzato, ma a uno sconosciuto che dice di appartenere al corpo di polizia. Gli chiede prima conferma della sua identità e poi gli chiede, quasi gli ordina, di andare in caserma.

Seokjin corre dai suoi colleghi, annaspando per la notizia, iniziando a sudare freddo e scusandosi con loro, per poi saltare in macchina e avviarsi verso l'indirizzo fornitogli dal poliziotto.

***

S: "Che diamine è successo?" chiede al fidanzato girato di schiena appena entra in caserma, con una punta di rabbia nel tono. Quando il porpora si gira verso di lui, con la faccia spaccata e in processo di gonfiamento, Seokjin rimane inorridito dal suo aspetto.

S: "Chi ti ha--

Il poliziotto interviene, parlando al posto del ragazzo purpureo: "Il ragazzo è stato pestato, non si sa da chi, non ha voluto dirlo, ma per quanto riguarda la sua di colpa... ha deciso di costituirsi di sua spontanea volontà."

S: "Namjoon, che hai fatto?" Seokjin si rivolge al ragazzo, sbiancando per la paura. L'altro, senza riuscire a guardarlo negli occhi, risponde: "Non possiamo più stare insieme, annulla il matrimonio e torna a casa" e senza altre spiegazione, porge i polsi al poliziotto che lo ammanetta e lo porta via.

La stanza si svuota di ogni presenza e rumore. Rimane solo l'uomo dai capelli neri che piange in silenzio, stordito e col cuore pieno di dolore a causa delle poche, ma taglienti, parole del minore.

Si accascia a terra e senza curarsi di nient'altro continua a piangere, rimanendo lì per ore, da solo e al buio. Perché anche se la luce è accesa nella stanza, in questo momento vede solo buio attorno a sé.

In piena notte decide di tornare a casa, perché non ce la fa più a rimanere in quella stanza da solo. Torna a casa e per la prima volta da anni la trova vuota, come il suo cuore.

***

da Seokjin - 19/06

Le ragioni per cui Namjoon ha fatto quello che ha fatto rimangono segrete a Seokjin finché non viene contattato, una settimana dopo, da un certo ragazzo di nome Kim Taehyung, che gli racconta tutta la vicenda di lui e della sua 'storia' col purpureo, giurandogli che l'altro non avesse mai accennato ad un fidanzato, anzi... aveva proprio fatto intendere di essere single. A Seokjin non dovrebbe importare più niente, dovrebbe odiare il minore con tutto se stesso per averlo tradito in quel modo, a un passo dalle nozze, ma non ci riesce. È estremamente amareggiato e sa che ci vorrà tempo per superare un tradimento simile, soprattutto se a tradirti è stato colui che per te significava tutto. Però, d'altra parte, sa anche che ci vuole altrettanto, se non di più, tempo per smettere di provare qualcosa per quel tutto.

T: "Mi dispiace..."

S: "Non è colpa tua. Non... non potevi saperlo" dice lui singhiozzando. "Posso sapere cosa ha fatto a...?", ma si interrompe.

T: "Intendi a Jimin?" lo aiuta il più piccolo.

S: "Sì, sai... siamo amici e... ecco" continua, non trovando le parole.

T: "Sì, qui ho la fotocopia del verbale che hanno mandato a Jimin" dice tirando fuori dalla tasca un foglio sgualcito, letto e riletto all'ennesima potenza per cercare di capire. Ma in tutta questa storia non c'è proprio niente da capire.

Il verbale recita - testuali parole di Namjoon:
     Namjoon: La sera del 12 Giugno di quest'anno, duemiladiciotto, sono andato al pub di Kim Taehyung, il ragazzo che ho fatto innamorare di me solo per ottenere informazioni su Park Jimin, per incontrare quest'ultimo. Speravo si trovasse lì, sinceramente sarei andato lì ogni sera pur di entrare in contatto con lui e per fortuna il mio piano è riuscito subito, solo due giorni dopo aver ottenuto l'informazione sulla verginità ancora intatta - beh, intendo prima che intervenissi io - di Jimin.
     Agente: E perché le serviva quest'informazione?
     Namjoon: Mi sta per arrestare e mi dà del lei? In ogni caso, mi serviva perché volevo essere la sua prima volta. Quindi, dopo aver avuto la conferma da Kim Taehyung che il ragazzo era ancora vergine, la sera del 12 Giugno l'ho incontrato, invitato al mio tavolo e offerto un bicchiere con dentro della droga, un allucinogeno. Lui pensava che io fossi il suo fidanzato. L'ho portato in uno sgabuzzino, che lui vedeva come un prato verde, fresco e umido di rugiada, e ho fatto sesso con lui.
     Agente: E lui non era consenziente...
     Namjoon: Ma certo che no! Ama Jungkook più di se stesso, non l'avrebbe mai tradito. E teneva a quella parte più intima di sé quasi come teneva al fidanzato, quindi non l'avrebbe mai sprecata in uno sgabuzzino.
     Agente: Come fa a sapere tutte queste cose? Ha degli informatori o--
     Namjoon: Non ufficiali, ho chiesto informazioni proprio a loro, facendo il doppio gioco con tutti, prendendoli in giro e tradendo la loro fiducia. Soprattutto quella del mio fantastico fidanzato che, quando verrà a sapere di tutto questo, mi odierà. Ma io l'avrò già lasciato.
     Agente: È consapevole di aver rovinato la vita al suo fidanzato, con cui stava anche per sposarsi, Kim Seokjin; al suo amante, che ignorava della sua relazione stabile, Kim Taehyung; al fidanzato della vittima, Jeon Jungkook; e, soprattutto e in modo particolare e permanente, alla vittima, Park Jimin?
     Namjoon: Sì, ne sono consapevole.
     Agente: Un'ultima domanda e poi la porteremo in prigione... perché ha fatto tutto questo?
     Namjoon: Io e Jimin eravamo amici sin dall'infanzia, lo consideravo un po' come un fratello minore, era il mio migliore amico, la mia spalla, il mio tutto. Ero segretamente innamorato di lui, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. Mi accontentavo della sua costante presenza nella mia vita, che mi dava sicurezza e mi faceva andar bene il fatto di amarlo per conto mio. Ma poi, quando è arrivato Jeon Jungkook - e mi ricordo di quanto spesso mi parlasse male di lui, perché all'inizio lo odiava e ci divertivamo a prenderlo in giro a sua insaputa - è cambiato tutto. Io e Jimin abbiamo iniziato a vederci più di rado, fino a quasi diventare due sconosciuti. Io stavo già con il mio fidanzato, ma Jungkook per me era diventato una spina nel fianco. E forse la cosa era ricambiata, perché Jungkook era estremamente geloso di me, perché è geloso di tutti, e voleva Jimin tutto per sé quando non capiva che già lo aveva. Quando ha fatto quella scenata di gelosia davanti a me, e nemmeno stavano insieme, ho capito che quella relazione stava diventando tossica e mi infastidiva. Lei penserà che non sono nessuno per giudicare, ma conosco Jimin... con Jungkook non sarebbe mai durata, i suoi comportamenti possessivi avrebbero stancato Jimin alla svelta e nel giro di poco di sarebbero lasciati.
     Agente: E lei ha deciso di aiutarli?
     Namjoon: Aveva detto che sarebbe stata l'ultima domanda... comunque no. Jungkook mi ha portato via il mio primo amore, il mio primo amico, il mio primo tutto. E Jimin si è fatto portare via da lui, dandogli ogni cosa che man mano stava togliendo a me. Dandogli i suoi sorrisi che io ho smesso di vedere, dandogli i suoi abbracci che io ho smesso di ricambiare, dandogli il suo amore che io ho smesso di provare. E quindi io, per vendetta, ho deciso di farmi dare (di prendermi, anzi) l'ultima cosa che gli rimaneva di se stesso perché ancora non l'aveva data a Jungkook: la sua verginità.

THE END

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