Capitolo 3) Novembre 2019

Sui gradini dell'accesso della concessionaria, Jeremy aspettava la rossa, preoccupato. Il giorno precedente non lo aveva raggiunto alla sua villa, inspiegabilmente. Nervoso, l'aveva chiamata decine di volte al cellulare.

Le prime telefonate erano andate a vuoto; successivamente l'irlandese aveva spento il telefonino, senza rispondere a nessuno dei messaggini che le aveva inviato.

Aveva perfino fatto uno squillo a Chris, nel tardo pomeriggio, mantenendosi sul vago, per capire se fosse accaduto qualcosa di particolare, perché non era affatto un comportamento da Lys.

Avevano trascorso una serata e una notte infuocata, ricca di emozioni e si erano salutati con buoni propositi...eufemisticamente, per quanto lo riguardava; era infatuato da lei, preso come un ragazzino e travolto da un'emozione intensa e...completa, non era stata ginnastica, voleva ben altro! Forse l'irlandese non era dello stesso parere. Temeva che non desiderasse più vederlo, in fondo al cuore era la sua paura più grande.

All'ennesima sigaretta, il cui mozzicone era finito sull'asfalto antistante con gli altri, proprio Evans lo rimproverò 'Capo, così ti bruci i polmoni. Lysandra ha avvisato Scarlett che sarebbe arrivata più tardi...ah, eccola...vedo la Mustang...cazzo!' Persino a distanza, il collega notò la carrozzeria lesionata e lo spettacolo fu peggiore, intanto che si avvicinava e parcheggiava.

Il capo balzò in piedi, con gli occhi fuori dalle orbite, fissandola in viso. Era attraente e curata come al solito, con una tuta intera in seta marrone scuro, stampata a fiorellini, ma pallida e con profonde occhiaie.

'Lys, che diavolo è successo? Non sei venuta, ieri. Perché non mi hai chiamato o risposto al cellulare?' la interloquì, in ansia.

'Meglio che vada...' Chris, che avrebbe pagato oro per ascoltare la conversazione dai toni personali e farsi gli affari altrui, si allontanò per rispetto.

'Jer...' gli parlò, con il labbro inferiore che le tremava 'l'altra notte ho commesso un errore...un errore stupendo, pur sempre un errore. Non possiamo più vederci in quel modo! Preferisco troncare la nostra relazione o comunque tu voglia intenderla' ci aveva riflettuto nelle ultime ventiquattrore ed era giunta ad un'unica conclusione. Era la sola scelta valida e razionale per tutelare Renner, Joey e se stessa.

'Non sono affatto d'accordo e non è una decisione che spetta soltanto a te. Che è accaduto alla tua macchina? Rispondimi, per favore!' si oppose su tutta la linea, con un dolore sordo nel petto 'entriamo, parliamone nel mio ufficio, prima di essere troppo affrettati...è un ordine ad una mia sottoposta' la prese per un polso, trascinandola alla svelta, con delicatezza, e chiudendo la porta, per evitare che gli scappasse.

'Spiegami bene, non sto capendo' la esortò viso a viso, in piedi al centro della stanza, ancora, osservando Scarlett far accomodare un uomo di mezza età, calvo, con un abito stazzonato grigio. Non aveva appuntamenti in agenda e si urtò che la contabile non avesse rispettato un evidente momento di riservatezza.

'Per favore, dammi un attimo con la signorina O'Neill, poi sono da voi' pregò la sua collaboratrice, che gli mandava sguardi eloquenti difficili da interpretare, scuotendo la testa.

'Lei è Lysandra O'Neill?' l'ometto lo domandò, cortese, alla sventola dalla chioma rossa che si ritrovò davanti. Sentendola annuire, le piazzò in mano un plico di fogli ripiegati, avvolti da una pagina esterna azzurra 'Due piccioni con una fava. E' una citazione, signorina; una per lei ed un'altra per lei, signor Renner' dette una busta analoga a Jeremy e lasciò la stanza di gran lena, avendo assolto il proprio compito.

'E' un messo del Tribunale Civile, non ho potuto informarvi per tempo della sua presenza, siete entrati come fulmini...' la Johansson, a bassa voce, si ritirò nella propria postazione, percependo l'odore della pioggia prima della tempesta. Un odore spiacevolissimo.

L'irlandese aprì il plico e sedette, col respiro accelerato, leggendo, in silenzio, il contenuto del documento mentre il suo capo faceva lo stesso, con un'imprecazione 'Bastarda! La mia ex moglie mi fa causa per avere la custodia esclusiva di Joey...' non trattenne la sua rabbia e scoppiò, ripetendo le frasi della citazione 'sono un padre indegno, mi ubriaco, mi drogo e faccio sesso sfrenato con minorenni, quando mia figlia dorme nella stanza accanto. Ho armi in casa e sono uno psicopatico...' gridò, disperato, prendendo la giacca appesa all'attaccapanni e la porta 'le faccio vedere io, le spacco la faccia, stronza bugiarda...'.

Sentì la mano ferma di Lysandra che lo bloccava 'Per piacere...' era tanto agitato che, per fermarlo, dovette stringerlo a sé. Poggiò la fronte sulla sua e scandì le parole 'Jeremy, se andrai da lei adesso e in questo stato, avrà argomenti contro di te e validi. Non devi permetterglielo, calmati, fallo per me'.

'Oddio, Lys' inspirava, in estremo affanno, quasi in iperventilazione. Il calore del suo corpo e delle braccia che lo cingevano, il suo profumo familiare e gli occhi azzurri questuanti erano l'unica possibile dissuasione. Si limitò, grazie alla sua presenza e rimise la giacca a posto.

'Dobbiamo parlare di un'altra cosa e ho bisogno che tu sia lucido...' con dolcezza, lo accompagnò alla seggiola della scrivania, abbassando le veneziane alle pareti di vetro, che separavano la stanza dal resto della struttura, fregandosene, per una volta, dei pettegolezzi.

'La mia citazione...' non sapeva come dirglielo 'Ecco, Samantha mi chiama come teste a suo favore, contro di te'.

'Cosaaaaa? Perché?' ricominciò ad urlare più forte di prima, con l'irlandese che osservava, immobile, fuori dalla finestra alle sue spalle; fissando, a sua volta, la Mustang parcheggiata, lui ebbe un guizzo, mentale. Maledizione! Imprecò fra sé e con una voce flebile, commentò 'C'è il suo zampino, per il danno alla tua macchina'. Era un'affermazione 'Cristo, mi dispiace. È per questo che non mi vuoi più?' vacillò nel tono della voce, a chiederglielo ed era una domanda diretta, stavolta.

'Non avrei dovuto lasciarmi andare...ho sbagliato, perché sei il mio capo e lavoriamo assieme e perché, nonostante ciò che affermi, la situazione con la tua ex non è definita. Ci sono capitata in mezzo io, che non volevo guai e, soprattutto, non volevo procurarne ad altri...a Joey soprattutto!' ribatté, triste.

'Lys, ti sbagli. Lo sai meglio di chiunque altro che con Samantha ho chiuso per sempre...ci sei solo tu per me' si era alzato in piedi, nell'agitazione, infervorato e gesticolava, con frenesia. Non aveva altri argomenti, la verità era l'unica arma che possedesse. Ebbe la netta percezione che non sarebbe stata sufficiente per farle cambiare idea. Lysandra era la donna che avrebbe desiderato per il resto della sua vita, a fianco, come compagna, per il suo carattere indomito e dolce allo stesso tempo, per l'evidente amore disinteressato che provava e dimostrava a Joey. La speranza di un futuro assieme stava sfumando e non sapeva come trattenerla!

'Tu lo avrai fatto, per lei sei una ferita aperta. Vuole fartela pagare, strumentalizzando ciò che c'è fra noi, a discapito di vostra figlia e non posso permetterlo perché vi voglio bene' fu molto decisa, nel dirlo.

'Ciò di cui mi accusa sono bugie, credimi...' gli parve superfluo spiegarlo, come ultimo punto.

'Trovati un buon avvocato e non cercarmi più, lavoro a parte. Se conto qualcosa per te, dimenticami...ci sono dei clienti in sala...a dopo' tirando su la tendina, vide Evans alle prese con più di un cliente e scappò, con gli occhi lucidi, verso il collega.

Jeremy si sentì mancare la terra sotto i piedi. Si aggrappò al bordo ligneo della scrivania, recuperando il briciolo di lucidità necessaria per contattare il proprio legale, osservando la bellissima ragazza dai capelli rossi che lo aveva stregato e che si era allontanata, inesorabilmente, dalla sua vita.

***

'Tuo fratello che dice?' Scarlett spronò la O'Neill a confidarsi, durante il pranzo che aveva organizzato insieme a Chris, una sorta di agguato all'amica in difficoltà e che, giorno dopo giorno, vedevano in ufficio con un broncio commovente.

Aveva diradato i momenti conviviali con loro, riducendoli all'osso, e trovato il modo per assentarsi quando Joey veniva a trovare suo padre, per evitare problemi di sorta.

Per Jeremy, c'era un capitolo a parte: le occhiate sfuggenti che si scambiavano, pensando di non essere visti, erano palesi. Per il resto, si confrontavano per mere questioni professionali.

Renner era stato di parola, aveva rispettato l'espressa richiesta della sua dipendente di non essere più importunata, a malincuore. In quel periodo di confusione e paura, avrebbe desiderato tanto averla vicino, stringerla per confortarla ed essere confortato. Si era concentrato sulla concessionaria e su sua figlia, oltre che sulla propria difesa legale, e la O'Neill sulle vendite.

'Ho inviato a Chris la copia della citazione e gli ho spiegato la vicenda; pensa che Samantha voglia usare il mio rapporto con il capo per metterlo in cattiva luce...rapporto si fa per dire' la rossa riepilogò, aggiungendo 'L'avvocato della stronza è uno squalo, mio fratello si è informato: donna, di origine australiana, in gamba. È un procedimento civile, tuttavia le imputazioni hanno rilevanza penale e il Giudice potrebbe stabilire di rimandare gli atti proprio al relativo Tribunale. Nel nostro ordinamento giudiziario, si è colpevoli fino a prova contraria. È un modo per tutelare le vittime'.

'Insomma, se accadesse, se vi fosse un minimo dubbio sui suoi comportamenti, Renner non avrebbe scampo e, ovviamente, perderebbe la custodia di sua figlia e noi il lavoro, in caso di condanna' Scarlett era avvilita, per più di una ragione.

'Jeremy non è colpevole, ne sono certa' ribatté Lysandra, piccata.

'Ci metteresti la mano sul fuoco, venditrice del mese? Sei seria?' Evans era scettico.

La ragazza sbuffò 'Ognuno ha un lato oscuro, ma tendenzialmente sì, gli credo'. Non volle raccontarglielo, ma Jer era stato un signore nei suoi confronti, a dispetto della loro forte attrazione.

Avrebbe potuto esercitare il proprio potere datoriale o provarci in maniera esplicita ed audace. Invece era rimasto tranquillo e, si erano ritrovati stretti alla morte nel suo letto, esclusivamente perché lei aveva accondisceso. E nei momenti intimi, le aveva chiesto, esplicitamente, se desiderasse andare fino in fondo...ricordava le parole esatte 'Sei sicura?'. Un uomo così, beh, non era il tipo da fare sesso con ragazzine minorenni, per di più con Joey in casa. Era una pura follia.

'Il capo sta male, è a pezzi' Chris lo affermò. Sperava che se avesse impietosito la sua amica, lei si sarebbe riavvicinata a Renner.

La O'Neill, afferrate le sue intenzioni, tacque, ringraziando mentalmente il cameriere di averle servito i tachos ordinati al ristorante messicano, che aveva preso l'abitudine di frequentare regolarmente coi due commensali, forse un pochino troppo impiccioni, per i suoi gusti.

'Piove sul bagnato; dopo cinque anni, Jeremy ha acquistato lo spazio espositivo per uno stand della concessionaria al Salone dell'Auto internazionale di Miami. Sono molti soldi e molta réclame, concentrati in un unico giorno, in cui ci si gioca tutto' la ragioniera commentò, addentando un unto burrito, certa che il suo datore di lavoro avesse accettato di parteciparvi a causa della dirimpettaia dagli occhi azzurri, il cui fascino era la medicina migliore per le insicurezze connesse alla dislessia ed alla scarsa stima di sé.

'Già' era stata proprio la rossa a consigliare il suo capo; lo aveva convinto, con mille insistenze, e aveva collaborato alla creazione di brochure e manifesti, oltre alla scelta delle auto da esporre. Era avvezza a raduni simili, avendo partecipato a quelli organizzati sulla costa opposta.

Non potevano mancare ad un simile evento, voleva dire vasta pubblicità ed aumento di visitatori e incassi. Lei stessa avrebbe presenziato alla manifestazione, con Renner e i colleghi, il sabato seguente.

Così pensava. Per l'evento aveva acquistato un tailleur favoloso, di Armani Privé, che le era costato un patrimonio, azzurro carta da zucchero, che le stava d'incanto. Finendo di preparare la borsa portadocumenti, di primissima mattina, alla propria scrivania, vide entrare Joey all'autosalone.

Aveva un piccolo zainetto giallo chiaro sulle spalle e indossava ancora il pigiamino blu e le ciabattine di stoffa, le gote erano arrossate e gli occhi lucidi di febbre.

Precipitandosi da lei, Lysandra ascoltò le grida dei suoi genitori provenire dall'esterno; gli strilli non sfuggirono al resto del personale, che era lì per muoversi insieme con un piccolo bus a noleggio, in direzione Miami.

'Lys, sto male...' la piccola si mise in punta di piedi, per farsi prendere in braccio, cosa che l'irlandese fece immediatamente, dandole un bacino sulla fronte bollente.

Il baccano cessò d'improvviso, sostituito da una sgommata.

Jeremy, di gran lena, affiancò la O'Neill, con il volto tirato.

Nel suo abito due pezzi grigio scuro, camicia bianca e cravatta, era distrutto. Non si parlavano da giorni ma non si tenne 'Siamo alle solite' Samantha gli aveva mollato la ragazzina, in pessime condizioni 'non posso venire con voi, la tata non è disponibile e non so a chi lasciare mia figlia...'.

La rossa sospirò, con la malata che le si stringeva, teneramente 'Jer, sei il nostro titolare, devi andare a ogni costo. Chi meglio di te per le pubbliche relazioni? Resto io con Joey...' le parve la soluzione migliore, lo disse di getto. Teneva molto a partecipare, ma la salute della piccoletta era più importante e sapeva che l'uomo non avesse altri a cui affidarla. Non se ne dispiacque troppo, la contropartita era preziosa.

'Irlandese, sei la venditrice più brava che abbia mai avuto, e hai lavorato tanto a questo progetto' in fondo presenziare era una specie di premio; si sentì un verme, perché non avrebbe ceduto sua figlia a nessun altro e gli stava togliendo le castagne dal fuoco.

Chris si era avvicinato, coi colleghi, solidali 'Capo, ci saremo noi, ti daremo una mano, ce la caveremo, pure se non siamo capaci come Lysandra'.

'Uffa; sia come vuoi tu, signorina O'Neill...grazie infinite, ti sono debitore e non potrò mai ripagarti, in alcun modo' Renner acconsentì, sgravato da un bel peso dallo stomaco.

'Perfetto, dammi le chiavi di casa e della tua auto, che ha il seggiolino, oltre che il numero del pediatra di Joey. Ti lascerò le chiavi della Mustang sulla scrivania, le potrai prendere al tuo ritorno in sede. Staremo benissimo...vero, tesoro?'.

La piccola annuì, con gli occhietti insonnoliti.

L'uomo obbedì e dalle tasche pigliò i due mazzi di chiavi richiesti 'Tieni. Ti manderò un messaggio col riferimento del medico, dal pulmino, e ti telefonerò ogni volta che potrò'.

'Certo, muovetevi, è tardi' li invitò 'e Jer, sei eccezionale nel tuo lavoro, fatti valere, in bocca al lupo...'. Lo incoraggiò, più che poté.

'Crepi. Ciao, ragazze' dette un bacio alla figlia e non si trattenne da un buffetto sulla guancia di Lysandra 'Grazie, Lys, grazie ancora, non lo dimenticherò'. Sapeva da tempo che fosse una donna meravigliosa, generosa e con un animo grande, il suo comportamento nella circostanza che stavano vivendo glielo confermò, maggiormente. E no, dimenticarla era diventato impossibile.

***

L'irlandese era allungata di fianco, nel letto matrimoniale di Jeremy, con sua figlia, limitrofa che, finalmente, si era addormentata. Era quasi mezzanotte e la piccola stremata, la lucina giocattolo a forma di orsetto rosa accesa sopra il comodino.

Dal rumore di frenata sull'asfalto della piazzola adibita a parcheggio, aveva intuito che il suo capo fosse tornato. Udì la porta di ingresso aprirsi e passi veloci sulle scale, forse gradini fatti a due a due; vide la luce del corridoio accesa e Renner, senza giacca e cravatta lasciati sul divano da basso, precipitarsi verso Joey.

'Ciao...come sta?' per prima cosa, aveva carezzato piano la fronte della bimba, fresca e leggermente sudata.

'È sfebbrata un paio d'ore fa. Le ho somministrato l'antibiotico che le ha prescritto il pediatra a seguito della visita di stamattina. È riuscita a mangiare una minestrina, si è sforzata...Chiedeva di te, ma l'ho distratta con i cartoni animati; in camera tua c'è la tv, per cui ci siamo messe qui. Jer, ti ho rubato una camicia dall'armadio...' per forza aveva dovuto, non poteva rimanere tutto il giorno coi tacchi altissimi e il tailleur.

'Hai fatto bene...' seduto al bordo del letto, si tolse i mocassini e si stese alla spalle della O'Neill, bisbigliando 'Non so come avrei fatto senza di te. Per Joey, in particolare, so che te ne sei presa cura più di una mamma o una zia'.

Lei lo interruppe 'L'ho fatto con piacere, non devi ringraziarmi'.

'Sì, invece. E al Salone dell'Auto, con le tue dritte, siamo andati alla grande. Abbiamo venduto metà delle macchine ed ho molti contatti nuovi; se non fosse stato per la tua testardaggine e insistenza, non avrei nemmeno partecipato' con la mano, le aveva sfiorato la spalla, nel loro unico contatto fisico dopo la mattina in cui ile aveva portato la colazione a letto.

'Sei più bravo di quanto pensi, è l'insicurezza che ti frega sempre' sussurrò l'irlandese.

'E' la tua presenza che mi rende migliore. Lys, respiro solo quando ti sono vicino, come adesso, il resto mi pare senza senso' mormorò, preso dal suo profumo e dalla morbidezza della sua pelle, vezzeggiandole i capelli con il viso sul suo collo 'Ogni volta che siamo insieme mi sento immensamente felice, come non pensavo di poter tornare a essere, di avere una seconda possibilità di ricominciare a vivere' confessò, romanticamente 'ho capito che per te è lo stesso. Dimmi che non mi sono sbagliato, che non ho interpretato male gli sguardi che mi mandavi al di là del vetro del tuo box di lavoro' la pregò, sperando vivamente di essere nel giusto.

Lei si voltò, colpita dalle sue parole, emozionatissima 'E' esattamente ciò che provo io...'. Il periodo di lontananza era stato atroce; aveva sofferto, come un cane, propria a causa della profondità e della serietà del sentimento che provava.

'Irlandese, dammi un bacio, per favore, sono in astinenza da te' l'aveva supplicata, dolce, e la rossa, strofinato il naso con il suo, aveva schiuso la bocca per lui.

Erano rimasti a baciarsi in un tempo assoluto, infinito, fin quando il desiderio aveva preso il sopravvento ed avevano deciso di spostarsi nella camera attigua, per non disturbare il sonno di Joey.

Accanto alla stanza padronale, Jeremy aveva uno studio con un divano a due posti e si erano piazzati lì, al buio, continuando il valzer di labbra 'Lys...non posto stare senza di te...una donna come te si incontra una sola volta in una vita intera e la si ricorda per sempre, io non voglio campare di ricordi, voglio che tu ne faccia parte' in un'ulteriore confessione soffiata al suo orecchio, Renner sbottonò la propria camicia che rivestiva il corpo femminile che, nelle notti solitarie, aveva sognato stretto al proprio.

Con le dita, compì una linea immaginaria fra l'ombelico e il collo passando per l'incavo dei seni, sentendo i suoi brividi sotto i polpastrelli, l'urgenza di un ulteriore contatto più intimo.

Lysandra gemette; era bastata una carezza, perché la propria anima vibrasse con la sua, allo stesso ritmo.

Gli indumenti di entrambi furono sfilati con estrema facilità, e si ritrovò sopra di lui, all'amazzone. Con calma, erano scivolati l'una nell'altro. Si era sentita appagata, completa, riempita, fisicamente e sentimentalmente.

Voleva soltanto Jeremy, a dispetto di quanto accaduto e delle ataviche paure.

'Ti amo, Lys' le confessò, appassionato, giocherellando con la sua fulva chioma, gli occhi nei suoi 'era tanto tempo che volevo dirtelo...mi sono innamorato come un ragazzino, come mai prima d'ora...penso di non esserlo stato veramente, in precedenza'.

Ad ogni parola scandita dalla bocca del compagno, la rossa rallentò il ritmo dell'amplesso che stavano vivendo, quasi che il sesso rovinasse un momento tanto sentimentale, tanto intenso e profondo.

Si abbassò, con i palmi sul torace maschile, spostando indietro il peso del proprio corpo e il viso in avanti, unendo le loro labbra, con le mani che vagavano su ogni centimetro di pelle 'Ti amo, Jer' contraccambiò, presa dalle dita che sollazzavano, generose, l'interno del suo fiore delicato.

Un lampo di piacere, alla corrisposta rivelazione, colse Renner, che si riversò nelle carni morbide che lo avvolgevano, senza preavviso alcuno, trascinando la sua donna nel girone dei lussuriosi, in un turbinio di entusiasmi, che aveva tenuto fuori da quella stanza il resto del mondo e i problemi, facendogli assaporare esclusivamente il piacere dato e ricevuto.

Talmente sedotti a vicenda, dalla scia dei baci e delle carezze che ne erano seguite, che quasi non sentirono il lieve lamento di Joey.

'Vado io' la O'Neill, indossata al volo la camicia, fece, premurosa, un salto ad assicurarsi che la bambina stesse bene.

'Era un piagnucolio, forse sta sognando! Febbre non ne ha più, per fortuna' tornando, lo spiegò, con il suo capo che la trascinò accanto a sé, per un altro abbraccio struggente 'Signorina O'Neill...rimanga con me stanotte, o la licenzierò in tronco...ti amo, immensamente' la minacciò, giocoso, non prima di averla liberata, di nuovo, della camicia, per godere ancora del contatto con la sua pelle.

'Non ho intenzione di muovermi, principale...ci tengo al mio lavoro e, soprattutto, ti amo' ribatté, per le rime, accoccolandosi al suo fianco, dandogli un bacio che gli rubò, definitivamente, il respiro e l'anima.

***

'Lys?' con un bacino sulla guancia, Joey, pigiamo rosa indosso, era stata la sveglia delle nove del mattino seguente. Vispa, come possono essere solo i bambini di quell'età passato un febbrone, si stagliava accanto al divano, con un sorriso compiaciuto. Ce l'aveva fatta, aveva pensato, visti suo padre e Lysandra che dormivano abbracciati, sul sofà dello studio, avvolti in una leggera trapunta colorata. Non abbastanza coperti da non capire che avessero trascorso la notte insieme e che fossero senza vestiti!

Assonnata, l'irlandese aprì gli occhi a fatica, mettendo a fuoco la figuretta bionda...'Jer' bisbigliò, scuotendolo con un braccio e recuperando la di lui camicia sul pavimento con l'altro 'Ciao, tesoro, come ti senti?' provò a rivolgere la sua attenzione alla bambina, armeggiando coi bottoni. Non toccava a lei spiegare la propria presenza alla figlia di Renner, che, senza colpoferire, si era messo supino e le fissava, prima una, poi l'altra.

'Molto bene. Facciamo colazione?' domandò, serena, dirigendosi verso le scale, seguita dalla donna 'Ah, buongiorno, papino'.

'Vado con lei' Lys esplicitò ciò che era evidente, percependo uno schiaffetto sulla natica destra.

'Se non mi dai un bacio...' la esortò.

La venditrice, capita la minaccia, scese a unire le loro bocche 'Mi licenzierai...sei monotono'. Fu zittita dall'incontro delle loro lingue, un risveglio completo dei cinque sensi.

'Ora puoi scendere, vi raggiungo' seduto sul bordo del divano, si alzò per appropinquarsi verso la sua stanza 'Ahi!' uno schiaffone lo aveva raggiunto sul sedere esposto a vista.

'Chi la fa, l'aspetti' ridacchiando, la rossa, spiritosa, si appropinquò per precipitarsi giù 'Devi parlare a tua figlia...' sussurrò, fra una smorfia e l'altra.

E Renner, pantaloni della tuta e t-shirt, si accostò al tavolo dove le sue ragazze inforcavano uova strapazzate e pancetta, trovando per sé un piatto già preparato, completo di due fette di pane tostato oltre che una tazza di caffè fumante, nero, come lo beveva lui.

'Da quando ti piacciono le uova? Dici che puzzano...' si meravigliò, Joey si stava ingozzando come una maialina.

'Da quando le prepara Lys; tu le bruci sempre e finiscono nel cestino dell'immondizia, per direttissima' rispose la piccola.

La O'Neill strizzò l'occhiolino alla sua complice, facendole una carezza nel visetto giusto un po' pallido. Il peggio era passato. 'Mi ha insegnato mia mamma a cucinare; confesso di non amare troppo le faccende domestiche, la spesa, e il grembiule a scacchi, però me la cavo'. Le era piaciuto, immensamente, aver predisposto il breakfast che Jeremy e Joey stavano divorando, si trattava dell'amore che aveva per quell'uomo e sua figlia. Le si strinse quasi il cuore, per l'intensità del sentimento che provava. La mano del suo capo raggiunse la sua coscia, come intuendone i pensieri e la brandì, dandole uno sguardo pieno di passione.

Lui si schiarì la voce, iniziando 'Ehm, Joey, dobbiamo affrontare un argomento serio...'.

La bambina minimizzò, con un gesto della manina 'L'ho capito da sola, che state insieme'. Con un sorso lunghissimo di succo d'arancia, trangugiato velocemente, e un sorrisone, li spiazzò 'Siete fatti l'uno per l'altra e vi piacevate dall'inizio; per questo ho invitato Lys a cena qui con noi, il giorno in cui ci siamo conosciute. Speravo avreste quagliato prima...importante è che vi siate decisi, alla fine; sono proprio contenta. Posso andare a vedere i cartoni animati alla tv del soggiorno, adesso, per favore, papino?'.

'Certo, non più di mezz'ora, è la regola' balbettò suo padre, osservandola sgattaiolare, lesta. Lo stupiva, in ogni circostanza. Inutilmente preoccupato, aveva avuto la sua benedizione, senza scossoni o traumi.

'Deluso?' Lysandra sbattè le ciglia; la bambina ne sapeva sempre una più del diavolo!

'Stupefatto, da tanta sagacia. La monella è un passo avanti a me, sto diventando vecchio, signorina O'Neill. Mai troppo vecchio per questo' con un leggero strattone, la fece alzare e sedere sulle sue ginocchia, finendo di imboccarla dell'avanzo di uova, lisciandole la pelle morbida della schiena, da sotto la stoffa della propria camicia.

'Jer...' gli sussurrò, intanto che si scambiavano un languido bacio al gusto di pancetta.

'Dimmi che resterai con me, per sempre...non facciamoci rovinare la vita dalle cattiverie altrui, ora che ci siamo incontrati' sembrò un giuramento di amore eterno, ne aveva proprio l'aria.

'Va bene!' contraccambiò, profondamente entusiasmata, le serie promesse amorose.

***

'Lys, mi accompagneresti dall'avvocato divorzista? Mi ha convocato, ha notizie importanti da darmi' Jeremy fu vile, glielo chiese a letto, fatto l'amore e scambiatisi un'infinità di coccole, all'alba del giorno seguente.

Aveva bisogno di lei e l'irlandese, che non era tipo da tirarsi indietro, accondiscese 'Certo, dimmi quando e ci sarò'.

'Oggi pomeriggio, scusa il poco preavviso'.

'Vengo volentieri, mi giustificherai col mio principale? È uno schiavista...' scherzò, leggera nei toni.

'Sì...' le baciò l'incavo dei seni e poi ci poggiò il capo, sentendo la sua mano frugare affettuosa fra i propri capelli. 'Chris si è messo col ragazzo vestito da suora...Seb...sta per Sebastian. È una cosa seria, lo ha invitato persino alla cena aziendale di Natale, preparati'.

'Sarebbe il tipo che ci ha provato con me? Oddio, che imbarazzo' si lamentò.

'Lavora come investigatore privato. Sarà in abiti civili, non credo indosserà la tonaca' meglio che Jer lo sapesse da lei 'non dargli corda e non farmi ingelosire'.

'O'Neill, sono pazzo di te, amore mio...tu piuttosto, rimanimi vicino...detesto le ricorrenze'.

'Prometto che ti terrò la mano...verrà mio fratello Chris dall'Inghilterra, dovrai condividermi almeno con lui' lo pregò, ci teneva tanto si incontrassero.

'E lui con me e Joey! Quest'anno la monella rimarrà a casa mia a Natale e Capodanno e starà con Samantha il giorno del Ringraziamento' era felice di trascorrere le festività natalizie con le sue due donne, non vedeva l'ora.

'Ci conosciamo da anni, prima Robert era cliente della buonanima di mio padre, ed è rimasto fedele alla nostra concessionaria. Ha dei gusti particolari, in fatto di auto...beh, in fatto di tutto...possiede più auto lui di quante paia di calzini io abbia nel cassetto del comò; l'ultima che gli ho venduto è una Bentley Mulsanne, lanciata in una serie limitata, la 6.75. Ne hanno prodotte soltanto venti...' salendo in ascensore nell'elegante palazzo di proprietà del suo legale, le raccontò di lui.

All'attico di uno degli studi più importanti dell'intera Florida, li accolse un uomo magro, non altissimo, capelli e occhi scuri, un pizzetto corto e curato, occhiali da vista dalla montatura rossa, uno stravagante completo damascato nero, indossato sopra una t-shirt a girocollo della stessa tonalità, ai piedi un paio di scarpe da ginnastica sportive all'ultima moda fra i giovanissimi, bianche coi lacci arancioni 'Lei è il motivo della disfida: ora è chiaro perché la Davis faccia la bastarda...madame, Robert Downey Jr. ai suoi ordini!' con un galante baciamano, l'avvocato si introdusse, squadrando Lysandra, in ogni dettaglio.

La tuta di seta crema, dai pantaloni ampi e dalla camicia di chiffon arricchita da un fiocco decorativo all'altezza del collo e dalle maniche a palloncino, ne valorizzava il fascino, maggiormente.

'Seguitemi' Robert fece strada verso il proprio ufficio, dato un segnale alla segretaria, una ragazza bionda, i capelli raccolti in un morbido chignon, un tailleur color ghiaccio, molto professionale 'Gwyneth, tesoro, non ci sono per nessuno'.

Alle spalle della collaboratrice e in ogni angolo dello studio erano collocate bacheche di cristallo contenenti decine di modellini di vetture, americane e straniere, di pregio, che formavano una collezione incredibile; Robert non era appassionato di auto, era un maniaco, ossessivo compulsivo!

Lys si accomodò, accanto a Jeremy, in una poltroncina di pelle beige, davanti alla scrivania del legale, che incrociò le mani sotto il mento, in un'espressione demoralizzata.

'Jer, non so come dirtelo...la tua ex moglie ha prodotto un fascicolo di presunte prove pesantissime, a tuo carico, per corroborare la propria tesi del padre degenerato...ecco, una parte sono queste' gli passò un incartamento, in una cartellina, che l'uomo aprì, mostrandolo anche all'irlandese.

Le pagine riportavano gli screenshot di una serie di messaggi che gli ex coniugi si erano scambiati; effettivamente, i toni di Jeremy erano pessimi, aggressivi. Sottolineava a Samantha che fosse pazza, quasi prendendola in giro.

'Ho risposto di getto, alle sue provocazioni; spesso ero al lavoro, con clienti e fornitori e scrivevo arrabbiato, non dando troppo peso alla parole' spiegò l'interessato.

'E non è tutto, ha fornito moltissime altre foto, sono dei tuoi...ehm' l'avvocato tentò di trovare un termine per non essere volgare 'attributi maschili, insomma i gioielli di famiglia...ne sai qualcosa?'.

La O'Neill si voltò di scatto, verso di lui 'Come sarebbe?'.

'Sono scatti che ci scambiammo ai tempi del nostro fidanzamento, una stupidaggine' gelido e profondamente a disagio, Renner tentava di ricordare, altre immagini non potevano esservi 'lei le spediva a me e viceversa, quando eravamo lontani, magari per lavoro, furono episodi isolati'. Gesù, Lysandra aveva un viso cinereo e si era ammutolita, che razza di pasticcio. Come aveva potuto essere tanto superficiale?

Le foto erano state inviate via cellulare, in un gioco in cui la sua ex lo aveva trascinato e a cui non si era opposto. Lo aveva coinvolto e gli allegati alle sue risposte erano diventati armi utilizzate per screditarlo.

Si era dimostrato sciocco e infantile, si trattava di una questione di privacy e di gestione di immagini che, a volte, finivano sui social; la cronaca, purtroppo, era piena di episodi turpi, legati all'utilizzo di scatti o filmati, a ricatti sessuali più o meno analoghi o forme simili di bullismo, soprattutto da parte di vendicativi e amorali ex fidanzati nei confronti di donne o ragazze senza difesa.

'Uhm, fa molto depravato! Non è tutto, Samantha ha un paio di adolescenti minorenni che testimonieranno sotto giuramento di aver fatto sesso sfrenato con te, insieme, nella stanza accanto a quella dove dormiva tua figlia, e di aver consumato cocaina che gli hai offerto tu! Avevi una pistola, hanno aggiunto, che puntavi alla loro testa ed alla tua' l'avvocato lo scandì, osservando la rossa deglutire e il suo amico balzare in piedi, con gli occhi di fuori e i pugni chiusi...inferocito.

'È falso, è una menzogna, non è vero...Ho avuto delle storie di una notte, con donne maggiorenni e consenzienti, di cui non devo rendere conto a nessuno, nella mia villa, ovviamente quando Joey non era con me; fumo sigarette, non uso droghe o simili e sì, ho un'arma per difesa personale, che tengo nel cassetto della scrivania dell'ufficio, con la licenza relativa. Chi mi accusa?'.

'Non importano i loro nomi, non le conosci, no? E so che a casa non hai nemmeno un sistema di telecamere, per eventuali smentite, il quartiere è tranquillo! Il tuo è un reato, anzi un mare di reati pure se mentiranno, in cambio dei soldi della Davis, che poi sarebbero i tuoi. Primo, si tratta della loro parola contro la tua e sono in due, minorenni. Non suonerà affatto bene. Secondo; è violenza sessuale su minori e detenzione di sostanze stupefacenti, minacce...c'è il penale, Jeremy, ti perseguiranno, se penseranno vi siano gli elementi per farlo, credimi, ed addio Joey, concessionaria e libertà!'.

'Sono accuse fondate? Robert?' Lys parlò per Renner, che si era spostato alla finestra e ci poggiava la fronte, disperato. Doveva mantenere lei il sangue freddo, per entrambi.

'Sai come funziona il nostro sistema giudiziario, vero? Colpevole fino a prova contraria. E noi non abbiamo elementi a cui appigliarci, se non ci verrà in mente una soluzione brillante per uscirne' toccandosi il pizzetto, nervoso, l'avvocato commentò.

'Quando sarebbero avvenuti gli incontri?' la O'Neill lo interloquì, con la morte in petto, prendendo una caramella da un cestino d'argento posto sulla scrivania. Forse l'avrebbe aiutata a essere più razionale.

'Citano una data...' spulciò i propri appunti 'a inizio settembre...Lysandra, non pensarci nemmeno, mentire sotto giuramento è un reato serio e sei un test dell'accusa, non della difesa, vista la citazione che ti è pervenuta da Samantha' aveva intuito, perfettamente, l'intenzione della compagna del cliente, lodevole e folle, segno di ciò che sentiva per il suo capo.

'Se affermassi di aver dormito io con Jeremy...' non poté terminare che quest'ultimo, di corsa, la raggiunse, piegandosi sulle ginocchia, cosicché i loro visi fossero alla medesima altezza 'Lys, non posso permettere che tu lo faccia, scordatelo. Grazie lo stesso...' si perse nelle pozze cristalline, bisbigliandole un veloce ti amo e rimettendosi a sedere 'Che consigli, Downey?'.

Il moro sospirò 'La prima udienza avrà luogo a inizio gennaio, passate le feste natalizie. Sono un ottimo civilista, non per vantarmi' borioso era borioso 'tuttavia, ho necessità di essere affiancato da un avvocato penalista. Sto cercando, ma i migliori sono già occupati e il caso è spinoso...'.

'Perché?' Jer ebbe un brutto presentimento.

'Sono contenziosi in cui il giudice dà quasi sempre ragione al genitore più debole, tutelando la madre...inoltre, sono gli uomini a commettere reati sessuali, non le donne...' chiarì ciò che già temevano 'E signorina O'Neill, non ho la più pallida idea delle reali motivazioni alla base della tua chiamata fra i testimoni della simpatica Davis; inoltre, nonostante l'accurato lavoro della Polizia, non esistono connessioni fra Samantha e i danni alla tua Mustang...il sacrilegio, il vero reato da punire...'. Toccare un'auto simile, aveva i conati di vomito, avrebbe sotterrato con una vanga il colpevole, personalmente!

'Quando mi è stata notificata, me lo sono chiesto; ero in Florida da poche settimane' si era scervellata, inutilmente 'e sì, il Vice Sceriffo mi aveva accennato...'.

'Da quanto andate a letto insieme?' Robert lo domandò, con apparente indifferenza.

'Ma...' Lys era interdetta.

'Il mio interrogatorio sarà duro, non mi risparmierò, preparati...e controparte si accanirà'.

Il messaggio era chiaro, cristallino 'Ho capito. Mio fratello è avvocato penalista, esercita a Londra come magistrato, ma ha l'abilitazione per la libera professione, qui negli Stati Uniti. Potresti mandargli i documenti del caso? Per avere un parere, temo non potrebbe farti da sparring partner in aula, visto che sono stata chiamata a testimoniare a favore di Samantha, giusto? Il solito conflitto di interessi...'. La ragazza scrisse nome, numero di telefono dello studio londinese e e-mail di Chris su un foglietto rimediato sulla scrivania di Downey Jr., che lo lesse, emettendo un fischio di stupore.

'Cacchio, Hemsworth; ha ottenuto la condanna del sacerdote anglicano per lo stupro dei suoi sette allievi?' il caso era finito su tutti i giornali, con un'eco mediatica incredibile, scoperchiando il vaso di Pandora di una congregazione religiosa moralmente ineccepibile, che si era rivelata marcia dall'interno. Le doti del legale e una complessa strategia accusatoria, unita ad un lavoro di investigazione brillante, avevano portato a una condanna esemplare.

'Ehm, sì, per la verità. Chris è noto per l'impegno sociale, e per le sue battaglie per i diritti delle categorie più indifese; è stato così fin dall'infanzia, se a scuola vedeva un bulletto molestare un bambino in difficoltà, lo affrontava...' gli faceva un occhio nero, grande e grosso com'era, soprassedette a dirlo, con un sorriso, al ricordo degli atteggiamenti protettivi che aveva avuto anche nei suoi confronti; le mancava, immensamente, e in un momento particolare come quello che stava vivendo, ancora di più.

'Lo sentirò appena possibile, teniamoci aggiornati' li accompagnò, verso l'uscita, amichevole e preoccupato, per la situazione spinosa in cui Jeremy si era cacciato e per il muso lungo proprio di quest'ultimo; anni di singletudine connessi all'ustione di terzo grado che lo aveva colpito su corpo e anima a causa dell'ex moglie alle spalle, aveva incontrato la ragazza deliziosa e cortese che gli aveva presentato, e non poteva goderne appieno, anzi la stava trascinando, suo malgrado, in una vicenda giudiziaria dalle tinte nefaste.

'Grazie, Robert' Renner gli strinse la mano, infilandosi nell'ascensore, le cui porte si chiusero subito dopo. Abbassò lo sguardo a terra, era rimasto in silenzio negli ultimi venti minuti, nella testa un frullatore di pensieri; per i suoi dipendenti, per sua figlia, per Lysandra, che aveva dovuto ascoltare le parole di Downey Jr....l'aveva delusa, immensamente. Avrebbe desiderato giustificarsi, in molti modi, ancorché di accuse false e delle stupidaggini di anni trascorsi in cui nemmeno si conoscevano.

Non fece in tempo a parlare che si ritrovò le braccia della O'Neill che lo cingevano, alla morte, il suo fiato profumato di caramelle alla fragola sul collo, i capelli rossi che lo solleticavano 'Jeremy...non mi importa di quello che è accaduto fra te e Samantha, di ciò che facevate, dei messaggi che vi scambiavate; ti amo, per come tu sei con me e per come ho imparato ad apprezzarti e sappi che non credo a una sola sillaba delle insinuazioni della tua ex moglie. Sarò al tuo fianco, ne usciremo insieme, te lo prometto'. Lo mormorò, dolce e appassionata, tentando di consolarlo; la sua tristezza era la propria, gli era entrato nel cuore, lui e la piccola Joey.

'Lysandra O'Neill, con te vicino potrei affrontare l'inferno...resta con me' le mani sagomarono i suoi fianchi morbidi fino alle spalle e al volto, che accostò per unire le loro labbra 'Ti stavo aspettando da tutta la mia vita...abbracciami forte, stringimi, adesso, amore mio'.

***

'Devo chiamare mio fratello per gli auguri' stesa con Jeremy sullo stesso lettino, limitrofo alla piscina, Lysandra prese il cellulare, inserendo l'auricolare bluetooth bianco nell'orecchio.

Erano abbracciati, in quel poco spazio, in costume, sotto il sole tiepido della Florida. Lui le carezzava il ventre, finendo di spalmarle la crema solare, per evitarle scottature sulla pelle nivea, con movimenti lenti, e la riempiva di baci sul collo. Così non sarebbe riuscita a spiccicare mezza parola nella telefonata intercontinentale, rifletté la ragazza.

Ci teneva a sentire Chris; era il giorno del Ringraziamento, che avrebbero trascorso, ovviamente, separati. Da ragazzini, si divertivano un mondo, a volte persino più del Natale; rammentava tanti momenti felici e scherzosi. Negli anni precedenti, ugualmente, non si erano incontrati per la ricorrenza, vista la distanza fisica, e la giornata, per l'irlandese, era finita a vedere un film sul divano o a casa di un collega di cui aveva accettato un invito, a malincuore.

Alla fine, si ritrovava in un ambiente in cui non conosceva nessuno, più triste di quando era arrivata. Quest'anno, invece, era diverso...c'era Jeremy che le aveva proposto di trascorrere la giornata a crogiolarsi, gustando un pranzo semplice cucinato dalla sua governante, allietandola con tantissime coccole.

Erano soli, per di più, come previsto dall'accordo sulla gestione del tempo di Joey fra i suoi genitori.

'Se non la smetti, capo, non potrò comporre il numero' lo rimproverò, facendo partire la chiamata.

Renner sbuffò, soffiandole nell'orecchio libero, dispettoso, e poi posò la bocca sulla sua tempia, immobile. Lys era meravigliosa, pensò. Aveva indossato il bikini rosso della prima volta che erano stati alla sua villa e che aveva custodito gelosamente nell'armadio dello spogliatoio, sperando di rivederglielo sul corpo sinuoso. Ed era accaduto.

Si era scoperto follemente innamorato della sua dipendente numero uno, la stella della sua squadra di venditori, la ragazza angelica che aveva un affetto sincero per Joey e una pazienza infinita con lui, giacché tollerare i problemi giudiziari che si portava dietro e che avevano caratterizzato, dall'inizio, la loro relazione; non era pane per tutti, alla luce della citazione in Tribunale e dei danni alla sua auto.

'Sorellina' la voce imperiosa e allegra di Chris la travolse. Era un periodo positivo, evidentemente.

'Fratellone...' lei scherzò 'Buon Ringraziamento! Che combini?' domandò, nel Regno Unito erano cinque ore avanti.

'Ho terminato un brunch con alcuni amici, stasera ho preso i biglietti per la rappresentazione teatrale de 'Il Re Leone' fu laconico e misterioso, come sempre, sulla propria vita privata.

'Il solito snob col parrucchino, per il pasto...'Il Re Leone'? Lo avrai visto duecento volte' lo prese in giro per via dei boccoli bianchi che indossava per lavoro e della fissazione per lo spettacolo e per il film col felino.

'Spiritosa...dal vivo tredici, per l'esattezza, compresa l'odierna. Tu? Sei con Jeremy?' lo aveva dato per scontato...quel soggetto, Renner...non gli piaceva affatto. Aveva approfondito il fascicolo trasmessogli dal collega Downey Jr., con scarso entusiasmo. Il ragazzo di sua sorella ne usciva a pezzi, come un padre snaturato e un uomo pieno di vizi e digiuno di virtù.

Spesso - lo sapeva per esperienza professionale - quando c'era fumo...beh, c'era un arrosto, grosso! Le informazioni che aveva mal digerito non collimavano, però, con l'emozione e l'entusiasmo che trapelava dalle telefonate con Lys. Tuttavia, in fatto di relazioni, la sua sorellina, di animo innocente, si era dimostrata un disastro.

Il suo precedente fidanzato era al limite della delinquenza, un bugiardo fedifrago che le aveva spezzato il cuore dopo averla ingannata. Lo aveva incrociato in un'unica occasione, sfuggente, e ne aveva avuto una pessima impressione. Successivamente, scoperta la sua vera natura, la vicenda del matrimonio e dei figli, sentendo Lysandra affranta singhiozzare dall'altro lato del mondo, aveva avuto l'istinto di prendere il primo volo utile e spaccargli il muso, a suon di pugni.

Fece un sorrisetto, la stessa sorte sarebbe toccata a Jeremy, se l'avesse fatta soffrire. Si ripromise di dirglielo a quattr'occhi, in occasione delle prossime feste natalizie!

'Sì, dedicheremo la giornata all'abbronzatura e al relax...' lo confessò, con un languore che l'altro colse.

'In effetti invidio il sole e il caldo di questa stagione della Florida...comunque, non voglio togliere troppo tempo al vostro riposo. Ho contattato Robert, l'avvocato di Jeremy, lo aiuterò con la strategia difensiva, di cui vi accennerò al mio arrivo, ed a proposito. Non ho intenzione di dormire sul divano del tuo soggiorno, perdonami, con la mia altezza starei scomodo e avrei la schiena a pezzi. E non intendo accettare l'ospitalità del tuo nuovo compagno, perché mi imbarazzo con gli estranei; per cui, senza offesa, ho prenotato un bed and breakfast a gestione familiare nel vostro quartiere, tramite internet, avrò una sorta di cottage, sarò libero di muovermi, ho noleggiato persino un'auto, ovviamente col navigatore satellitare incorporato' sciorinò la sua filippica, tutta d'un fiato.

La donna ridacchiò, che perfettino suo fratello! 'Certo, come preferisci, mandami gli estremi del volo, giusto per sicurezza e per incontrarci non appena atterrerai. Tanti auguri, fratellone...ti voglio bene'.

'Tanti auguri, sorellina, pure io...' contraccambiò, con gli occhi lucidi, chiudendo la conversazione, che Renner aveva udito, nonostante l'auricolare.

'Chris mi spaventa, temo di non andargli a genio' si rammaricò.

'E' un tipo diffidente, vedrai che farete amicizia...' lo sperò vivamente 'e che non dorma da te, credimi, è una salvata'.

'Purtroppo ha torto su una cosa, non sono il tuo compagno...' passavano la notte, insieme, alternandosi nell'appartamento di lei o alla villa, evitando i giorni di presenza della bambina, come suggerito dall'avvocato 'non ho potuto nemmeno chiederti di vivere con me...' lo disse, con la morte nella voce.

L'irlandese si mise di fianco, sfiorandogli le labbra, con le proprie, come fosse un battito di una farfalla 'Ogni cosa a suo tempo, non ho fretta e ti aspetterò'. Le importava e avrebbe desiderato trascorrere ogni momento libero come una coppia ancora più regolare e ufficiale, le circostanze glielo avevano impedito.

'Mi spiazzi continuamente, come sei finita con un deficiente come me?' era amareggiato, per ciò che non poteva offrirle, trepidante per la sua sensibilità.

'Te lo dico dopo...'.

'Dopo cosa?'.

'Dopo...questo...' la ragazza si alzò di scatto dal lettino e si tuffò nello specchio cristallino; perfetta, elegante, nemmeno uno schizzo d'acqua era uscito dalla piscina. Riemerse, e lo chiamò a sé 'Mi fai compagnia?'.

Jeremy scese i gradini di marmo; scivolò sul marmo, maledicendo l'ex moglie. Proseguì, senza immergersi, restando in piedi, aveva zero voglia di scherzi o di giochi; non si era potuto esimere, alla richiesta di Lysandra, alla fine non se la sentì e tornò indietro 'Non sono dell'umore, scusa'.

La vide nuotare nella sua direzione - una sirenetta disneyana, dato il colore della chioma - per raggiungerlo, issandosi al bordo della piscina, e piazzarsi di fronte e lui; i palmi umidi sul suo torace gli dettero i brividi, non solo di freddo. Percepì la sua vicinanza e la forma dei capezzoli che gli premevano addosso, attraverso la stoffa, con un'eccitazione che gli montava nelle viscere, un'eruzione di desiderio.

La O'Neill, conscia dell'effetto che gli aveva provocato, gli leccò il contorno delle labbra 'Fammi un sorriso...'.

Riuscì a strapparglielo, la sua bocca si incurvò, leggermente, ricambiando la propria. Lysandra non meritava un atteggiamento tanto negativo, figurarsi in un giorno di festa 'Tutti quelli che vuoi'. In pochi attimi, il bacio divenne più profondo, le lingue si inseguivano in una gara che li vedeva entrambi vincitori, alla ricerca di ogni anfratto da scoprire o da colmare.

Le dita di Jeremy corsero a slacciare i cordini annodati dietro il collo e sulla schiena della sua ninfa, e il reggiseno del bikini cadde, inesorabilmente, a terra, lasciandole scoperti i seni pieni, ove spiccavano le more che scese a cogliere fra le labbra; le tolse il fiato, i battiti cardiaci aumentarono nel ritmo all'istigazione erotica che stava ricevendo. Fu sopraffatta dal calore della sua bocca rovente, dal tormento che le stava infliggendo.

Lo slip trovò posto accanto all'altro pezzo del costume e ai pantaloncini blu con le palme verdi di Renner; rimasero abbracciati, a baciarsi, a stringersi, in piedi, come due ragazzini, due amanti in un fazzoletto di un novello e moderno paradiso terrestre.

'Detestavo la villa, la sua struttura, ciò che rappresenta. Da quando sono con te, mi sembra il posto più bello al mondo' era vero, lui si sentì di condividere il proprio pensiero, sollevandola fra le braccia per deporla sul lettino, il cui schienale era leggermente rialzato e coperto da un asciugamani di spugna della Lacoste, giallo ocra.

'Lys, il rosso è sempre stato il mio colore preferito, in assoluto, da prima di incontrarti' con un altro sorrisetto, Renner continuò lo strazio, mordicchiandole, una ad una, le dita dei piedi, per risalire, con un percorso di dolci succhiotti sul polpaccio, all'interno del ginocchio.

Il cammino verso le cosce tornite nell'itinerario mentale lo indirizzò, consapevolmente, al peccato da compiere, intanto che osservava, dal basso, il giardino della propria delizia, nella medesima nuance delle fiamme dell'inferno.

Con la bocca, lambì la camma femminile, colma di nettare prezioso, affondandovi le narici per godere appieno dell'afrore della sua dea, che lo fissava, carezzandogli i capelli castani, in fermento.

La O'Neill arcuò la schiena, al tocco delizioso della lingua del compagno, un artista che dava delle pennellate perfette, quelle del piacere. Delicato e mai volgare, appassionato e dolcissimo al tempo stesso, nell'intimità...Come avrebbe mai potuto compiere le azioni delle quali la sua ex moglie lo aveva accusato? Si chiese, cercando di rilassarsi e di godere appieno delle sue amabili attenzioni.

'Lys, sei stupenda' avrebbe continuato la passionale merenda per l'intero giorno, e anche i complimenti e le esternazioni se la sua partner non lo avesse tirato a sé, con la destra stretta delicatamente sulle ciocche dei capelli castani, per poggiare le labbra sulle sue, luccicanti del proprio miele.

'La stupenda vuole essere amata' segnalò, nettando ogni goccia del sapore generato dalla sua pulsione, e sfregando lo spacco femmineo sulla durezza di Jeremy, che non si fece pregare; si addentrò nel suo pertugio favorito, nella polpa scarlatta, angelica e demoniaca insieme alla venditrice del secolo.

Abbassò lo sguardo fra i loro corpi uniti, colpito e particolarmente stuzzicato 'E' il colore del diavolo, lo sai, vero, rossa? Dopo essere stato fra le tue braccia, andrò dritto dritto in quelle di Satana'.

'Però ci finirai felice' stringendo i fianchi, al ritmico e modulato movimento che Renner dava al loro amplesso, fu scossa da un pulsare crescente, che la prese dall'interno del ventre, un'onda che la travolse, come una fluttuazione, nello spazio e nel tempo...anima compresa 'Jer, ti amo' mormorò, avvinta a lui come un'affettuosa edera rampicante, le mani a tenersi sulla sua schiena, dall'impeto virile che l'aveva sopraffatta, tanto da averle fatto perdere quasi coscienza di sé e del suo essere...erano un sinolo di materia, fusi assieme nel senso più aristotelico del termine, per il sentimento che li legava.

'Ti amo, Lys' ribatté il suo capo, le falangi perdute fra i ciuffi del manto puniceo, la bocca sull'adorato e incantevole sorriso, oramai spacciato nella spirale amorosa in cui si era ritrovato, di nuovo, all'apice del piacere che li aveva colti all'unisono. Condannato ad amare, condannato a peccare, ridacchiò fra sé, contento della pena da scontare.

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