Capitolo 12) 29 gennaio 2020 - seconda parte
Poiché era in anticipo sull'orario della cena promessa, Lysandra se la prese comoda. Bighellonò, lentamente, col proprio cestino, fra i corridoi del piccolo e fornito supermercato del quartiere; scelse con cura il pesce per le pietanze, optando per del polpo, con cui avrebbe preparato un fresco carpaccio, e dei gamberoni freschissimi da accompagnare a delle zucchine per realizzare sfiziosi spiedini, in un menù semplice; le interessava esclusivamente la compagnia di Jeremy, coccolarsi, con il cuore forse un pochino più leggero.
Gli inviò un messaggio, per pregarlo di acquistare lui il dessert, consigliando il gelato che entrambi gradivano e, con calma, si incamminò per il vialetto della villa, il cui portone d'ingresso rimase aperto; problemi di sicurezza non ve n'erano mai stati, la zona era considerata fra le più sicure della Florida e il tasso di criminalità era molto basso.
La infastidì il rumore del rombo di una moto, che l'aveva accompagnata per il tragitto, pensò ai soliti ragazzi giovani che si divertivano in impennate e altri numeri simili.
Aprì la porta della magione, con il mazzo di chiavi che Renner le aveva consegnato, dopo averle detto che l'amava 'Non posso chiederti di vivere con me' le aveva detto 'ma un giorno sarà casa nostra'. Quella dichiarazione tanto sentita, l'aveva colpita, a suo tempo, e quasi se ne commosse al ricordo, indossando la ciabatte infradito e il costume rosso - la sua divisa abituale - insieme a un vestitino leggero, a sfondo bianco con fiorellini stilizzati, sotto il grembiule. Si era liberata dei pantaloni blu, camicia bianca e scarpe col tacco che l'avevano caratterizzata nella estenuante giornata in Tribunale.
Si mise all'opera, sistemando la spesa e iniziando a bollire il polpo, rimuginando sulla performance di Joey, l'exploit previsto da Tom e sottoscritto da Robert; le parole della bambina, sentite e sincere, avevano colpito gli spettatori e persino il Giudice.
Ne aveva avuto la percezione, quasi a pelle, e lei difficilmente sbagliava a giudicare le persone. Eccezion fatta per l'ex fidanzato - la cui propensione alla falsità era stata fuorviante - era accaduta la medesima cosa con Jer.
Aveva optato per un pasto non elaborato; ci teneva che la tavola, invece, fosse perfetta. Stesa la tovaglia rosa pallido, aveva delle candele realizzate da lei stessa. In quattro capienti bicchieri cilindrici di vetro trasparente di diverse altezze aveva collocato delle orchidee lilla sul fondo, colte dalla siepe collocata alla destra della veranda, colmato i contenitori di acqua e poggiato dei lumini galleggianti sulla sommità.
La luce tenue proiettata dai ceri, nel buio della sera, creava l'atmosfera che desiderava. Terminò l'apparecchiatura, tagliò il polpo a fettine sottili, condendolo con olio, aglio e prezzemolo, infilò i gamberoni sgusciati e le zucchine mondate a rondelle su lunghi spiedini, poggiandoli sulla placca che avrebbe infornato, al rientro di Renner. Erano molto più appetitosi caldi e, nel frattempo, avrebbero gustato l'aperitivo.
Era un gennaio particolarmente caldo persino per il Sud degli Stati Uniti; approfittò per cimentarsi in una sangria rosé, rinfrescante e frizzante, mischiando la purea di fragole frullate con vodka, pezzi di frutta fresca e bollicine, con dello spumante reperito nel fornito bar del padrone di casa, che spiccava, in una brocca panciuta, accanto ai ceri.
Jeremy sarebbe arrivato a minuti; sbirciò l'orologio sul polso, osservando il sole che calava.
Fu solo un attimo e percepì un forte bruciore, sul dorso della mano sinistra, proprio sotto l'anello a forma di zucca e non fu casuale. Abbassò gli occhi...una macchia di liquido bianco e schiumoso le stava addirittura mangiando la cute.
Aprì la bocca per urlare, per il dolore acuto che l'aveva colta a causa dell'ustione, che si stava irradiando per l'intero braccio ma la tensione la paralizzò.
Alle sue spalle, una figura in tuta scura, nella felpa con maniche lunghe, il cappuccio tirato sulla testa e il volto celato da una maschera di gomma, si spostò, ponendosi di fronte a lei.
Fra le mani guantate di pelle nera spiccava, da una parte, una bottiglia arancione aperta, dall'altro il tappo azzurro.
Lysandra riconobbe, con facilità, il liquido utilizzato per disgorgare gli scarichi intasati, una sorta di acido muriatico piuttosto potente, nel contenitore da un paio di litri che lei stessa teneva, analogo, nel ripostiglio sotto il lavello della cucina.
'Cosa vuoi?' le tremò la voce nel dirlo, tentò di prendere tempo, guardando i pochi oggetti intorno a sé, e se vi fosse, fra loro, qualcosa da utilizzare per difendersi, certo non il coltello da pesce!
Il soggetto ignoto fece un altro passo in avanti, nella sua direzione, agitando la bottiglia.
Forse Lys avrebbe dovuto chiedere chi fosse, più che cosa volesse; la razionalità dell'irlandese aveva prevalso, perché già era a conoscenza dell'identità della persona che la fronteggiava...non era difficile immaginarlo e la ciocca di capelli neri sintetici che sbucava dalla maschera l'aveva tradita, avrebbe riconosciuto comunque e ovunque quelle orribili extensions.
'Samantha...sei impazzita?'.
'Matta proprio no...sono lucida ed ho capito prima di Jeremy come sei fatta, lurida puttana!' oramai rivelata, la Davis alzò la copertura del silicone del travestimento, svelando in parte il viso, la bocca arcuata in un sorriso diabolico, che nemmeno il Joker del compianto e geniale Heath Ledger le avrebbe tenuto testa.
'Hai allontanato mio marito e soprattutto Joey, da me, stronza fatina irlandese dei miei stivali...' non gridava, sibilava, con la sua voce rauca dall'inflessione maschia.
'Ex marito. Siete divorziati da molti anni. E per ciò che riguarda Joey...le ho dato affetto, non mi sarei sognata di sostituirmi a te, non sono quel tipo di donna' si difese la O'Neill, scandendo le parole con calma. Non voleva apparire una nemica, bensì tentare di farla ragionare.
'Sei il tipo sgualdrina...' ribatté l'altra, sempre più incattivita 'ho rovinato la tua macchina meravigliosa che aveva incantato l'intera città, il tuo villino da rivista d'arredamento e adesso, signorina O'Neill, Lys...è il turno del tuo bel visetto...non basteranno interventi chirurgici e plastiche facciali. Non farai voltare più nessuno per strada e il mio tenero ex maritino avrà ribrezzo del mostro che diventerai...' alzò il braccio ed un altro goccio di acido volò verso la rossa, che si spostò lateralmente, sentendosi quasi svenire dal terrore puro. Si morse la lingua, il cellulare era all'interno della villa e Jeremy ancora troppo lontano. La virago vendicativa che voleva aggredirla troppo vicina.
Cercò di contenerla 'Si risolverà tutto, avrai la custodia esclusiva di Joey...il procedimento si concluderà certamente a tuo favore e...'.
'Chiudi il becco! L'altra meretrice, il Giudice del cavolo... penserò a lei quando avrò terminato qui e la pagherà cara...si è invaghita di Jeremy e si è fatta irretire da te! L'ho capito benissimo! Non ci potevo credere, dopo tanta fatica a far piazzare le microspie ovunque per ascoltare, alla fine, i vostri sospiri e le vostre parole d'amore! Oltre dei dannati amici che vi adorano!' svelò l'ovvio, con la bottiglia d'acido sempre più vicina al viso dell'irlandese.
Lys ne poteva sentire la puzza, i fumi acri che irritavano gli occhi. Non aveva paura nemmeno della morte a quel punto; era l'estrema vulnerabilità che la attanagliava, lo stato passivo di chi subiva una violenza di quel genere e gratuita.
Nel prepararsi al supplizio che l'attendeva, nel luogo meraviglioso che considerava un pezzettino di paradiso sulla Terra - che aveva condiviso col suo amore, dove si era scambiata baci appassionati e tenere frasi sussurrate, dove aveva ricevuto il dono speciale del suo anello e quello ancora più significativo della decorazione a forma di L da appendere all'albero di Natale, dove aveva cenato coi suoi amici più cari - indirizzò la sua preghiera al Dio in cui credeva... certo non avrebbe implorato la folle megera che stava per aggredirla. La solita preghiera. 'Padre nostro...'.
***
'Che razza di alberi sono? Pare la foresta amazzonica' inerpicato sul muretto che circondava la villa di Renner, un sofisticato binocolo di piccole dimensioni adatto anche alla visione notturna tipico dell'attrezzatura in uso ai Navy Seals fra le mani, Evans smoccolava contro Sebastian, togliendosi formiche dal collo, di continuo.
'Palme e banani...non lamentarti di ogni cosa, per piacere...' Stan, sudato nella tuta mimetica in misto nylon, gli rispose sgarbato 'mi fai impazzire, incoerente come pochi: prima mi preghi di portarti con me, poi mi esasperi...'.
'Quando Robert e Tom ti hanno chiesto di seguire Lys come un'ombra, ho voluto supportarti. Tra gli insetti, il caldo e la stanchezza non ne posso più, Seb. Scusa!' spiegò, onesto.
'I profani credono che il lavoro dell'investigatore sia interessante e adrenalinico, si basano su film o serial televisivi. La maggior parte del tempo, al contrario, è una noiosa carrellata di foto e appostamenti...'.
'Che caspita...' Chris sentì tirarsi giù dal muretto per i calzoni.
Jeremy lo fissava dal basso con un'espressione sbalordita 'Che ci fate qui? Tutti e due?'. Aveva notato la loro presenza, più che altro il bagliore del serbatoio metallizzato della Ducati, nascosta dietro gli alberi dell'esterno del vialetto d'entrata; aveva fermato l'auto ed era sceso, per accertarsi di cosa accadesse.
'Mi spiate? Me e Lysandra?' lo ripeté, gli amici erano ammutoliti.
'Ordini del tuo legale a tutela tua e della tua fidanzata!' Sebastian si difese; era lavoro, non violazione della privacy.
'Potevate dircelo e...'.
'State zitti. C'è qualcuno e non mi piace per niente...via, via' Evans aveva intercettato una figura abbigliata di nero, accanto alla O'Neill sotto la veranda. Non era riconoscibile, di spalle, nello scuro della serata; ebbe un brutto presentimento e non sbagliò. Volò letteralmente verso la motocicletta, l'accese e invitò gli altri due 'Salite!'
Stan si piazzò alle sue spalle, estraendo la pistola dalla fondina alla caviglia destra, una Ruger lcp calibro nove.
Chris sapeva fosse armato ed era l'unico in grado di colpire un avversario da lontano, per questo si era posizionato alla guida della Ducati.
'Monta, Jeremy!' Evans lo gridò più forte e Renner, atterrito e in pena per Lys, salì in sella, stringendosi alla vita dell'investigatore per non scivolare a terra, nel momento in cui Chris dette gas, con una battuta 'Capo, tieni le mani a posto. Guardare ma non toccare!'.
'Il tuo ragazzo, vestito da suora, ci ha provato prima con me, alla festa di Halloween!' ribatté, straparlando per l'agitazione.
'Stan, poi facciamo i conti!' l'urlo rabbioso del venditore ruppe l'aria, annunciando lo strano trio in arrivo direttamente sotto il patio della villa.
Riconobbero con facilità Samantha, in prossimità del cortile interno 'Per questo mi sono messo con un uomo, le donne sono infide!' sibilò Stan; fra maschi che competevano per la stessa preda, sarebbe stata sufficiente una scazzottata e magari una successiva bevuta pacificatoria!
***
Intanto che le parole della preghiera sgorgavano dalla bocca della venditrice, il rombo di una moto, con la luce del faro anteriore puntato addosso e in avvicinamento, distrassero, per un attimo, Samantha dall'attenzione sulla O'Neill, che ne approfittò.
Le dette un calcio con tutta la forza che aveva in corpo, in direzione della bottiglia di acido, che ricadde a terra, senza danni alle due contendenti.
Accadde tutto in pochi attimi. La rossa si ritrovò stesa di schiena sul tavolo che aveva allestito, con l'altra che tentava di metterle le mani alla gola. Le premeva sulla trachea, togliendole il respiro, letteralmente; il cervello di Lysandra, nonostante il bisogno d'aria, ragionò.
Vide, con la coda dell'occhio, la brocca con la sangria e l'afferrò per il manico colpendo la testa della Davis, di striscio. L'aveva ferita al sopracciglio destro, e completamente inzuppata dell'aperitivo.
'Finirò il lavoro, tesoro' la minacciò la mora, tirando fuori dalla tasca della tuta un coltello a serramanico multiuso da trekking, facendo scattare la lama di acciaio inossidabile, affilata e pericolosa.
Era chiaro che l'attacco all'irlandese fosse stato premeditato, nei dettagli e che l'ex moglie di Renner avesse anche un piano di riserva, nel caso in cui l'acido non fosse stato sufficiente a raggiungere il suo scopo.
Lys - complice l'aver osservato Sebastian con la pistola semiautomatica, dietro Samantha, ancorché l'amico non avesse premuto il grilletto a causa dalla colluttazione in cui erano impegnate e che implicava una vicinanza fisica tale da impedirgli di sparare, senza l'assoluta certezza di colpire la Davis anziché lei - rincuorata, soprattutto dagli occhi azzurri di Jeremy, prese un respiro e, di nuovo, si servì della brocca di vetro per difendersi, mirando al viso dell'avversaria.
La centrò, sul naso; un rumore di ossa fratturate si unì al grido della donna, che mosse la mano che brandiva il pugnale verso il volto della rossa, che la spintonò con entrambe le braccia sul petto per allontanarla da sé.
La donna finì al centro del tavolo, fra le candele galleggianti accese; stante la presenza della vodka e del vino nella sangria di cui erano stati inzuppati, i capelli sintetici presero fuoco in pochi secondi, insieme alla maschera di silicone, in un inferno di strilli e lamenti accorati, di maledizioni.
La testa di Samantha divenne una torcia! Per spegnere l'incendio sul proprio corpo, corse disperatamente verso l'unica salvezza che aveva intravisto... la piscina.
Jeremy non fece in tempo a impossessarsi dell'asciugamano di spugna steso sul lettino più limitrofo con l'intenzione di avvolgerlo intorno all'ex moglie, che lei si spostò, rapida, verso le scale di marmo.
La tradirono l'agitazione comprensibile, i movimenti scomposti conseguenza del dolore e la scarsa visuale; la suola di gomma delle scarpe da ginnastica scivolò sull'umido del botticino scelto da lei stessa anni prima in fase di ristrutturazione della casa.
Perse l'equilibrio e si accasciò di fianco, sbattendo la parte posteriore della nuca sullo spigolo marmoreo, con un rumore sordo e nefasto.
L'impatto violentissimo, ancorché accidentale, le fu fatale, causandole un trauma cranico e vertebrale.
Emise un rantolo orrendo e un ultimo refuso di respiro, restando con la bocca lievemente socchiusa e le palpebre semiaperte, intanto che Seb e Chris, ognuno con un telo da bagno, aiutavano Renner a spegnere le residue fiamme sui capelli, arrivate a distruggere ogni centimetro di cute sottostante, oscenamente ustionata.
I respiri pesanti ed affannati dei tre amici, davanti al terribile spettacolo, si riassunsero nell'esclamazione di Stan, che, sicuro del trapasso a miglior vita della Davis, per scrupolo, si accertò dell'assenza delle pulsazioni, tastandole il polso 'È morta'.
Avrebbe voluto aggiungere mi dispiace, per una pietas che gli mancò. Aveva visto perfettamente l'espressione della donna il cui cadavere era ai suoi piedi, tenendola sotto tiro con la pistola durante l'aggressione alla O'Neill. Non aveva più nulla di umano: la perfidia, la gelosia, la cattiveria erano circolate nelle sue vene fino a intossicarla, in maniera irreversibile.
'Telefono al Vice Sceriffo e a Robert...avremo bisogno di un medico per la tua mano, magari un'ambulanza' si rivolse a Lys, che, in silenzio, con gli occhi colmi di lacrime, si era ritrovata nell'abbraccio consolatorio di Jer.
Davanti alla salma dell'ex moglie del suo capo e compagno, ebbe un moto di profonda tristezza. Nonostante il male che le aveva provocato, la lasciò andare, per sempre, raccomandando la sua anima al Signore misericordioso, facendosi il segno della croce ed abbassandole le palpebre.
Samantha avrebbe espiato le proprie colpe, in un'esistenza ultraterrena; sarebbe stato l'Altissimo a cui la rossa si era rivolta, a soppesare i suoi peccati. Il giudizio degli uomini sarebbe stato inutile, posto che, con evidenza, nel percorso dell'esistenza terrena contavano i gesti e i comportamenti e la bilancia non pendeva a suo favore.
Jeremy la baciò, delicatamente, sulle labbra, delineandone il perimetro con le dita 'Ti fa molto male?'. La ferita sul dorso della mano era profonda, l'acido ne aveva mangiato letteralmente la carne; era una bruciatura di terzo grado, in piena regola, da curare.
'No, passerà' gli carezzò i capelli castani 'e passerà anche il resto, amore mio...' se lo augurò sul serio, con una preoccupazione importante: non sarebbe stato semplice spiegare a Joey i tragici eventi, al di là dell'affettività particolare che la sua defunta mamma le aveva riservato, in vita.
'Ti amo, Lysandra...' stringendola a sé, nelle orecchie il suono della sirena dell'auto della Polizia, che piombava alla villa, Renner ringraziò il Dio che aveva imparato ad apprezzare di aver atteso ad aprire le porte del paradiso alla sua dolce rossa irlandese. Perché Lys era il proprio paradiso personale sulla Terra e..beh...voleva goderne ancora molto a lungo!
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