Capitolo 2 La modellina
Gli Avengers sapevano da tempo della ricerca di Fury di un'agente donna che sostituisse Nat. Finalmente li aveva convocati, ed erano andati tutti direttamente nella stanza del Direttore. Lo avevano trovato in chiacchiere, seduto al grande tavolo ovale che usava per le riunioni, con una ragazza sui trent'anni.
Thor aveva notato, sulle prime, quanto la donna fosse attraente: era alta, slanciata, femminile, con tutte le forme al punto giusto, sensuale. Aveva i capelli castani chiari, leggermente mossi e molto lunghi, fin quasi ai glutei, gli occhi marroni intensi, grandi, le labbra rosee e carnose, i lineamenti delicati. Indossava dei pantaloni neri ed ampi, ed un top bianco, in seta.
Se fossero stati su Asgard, sarebbe stata certamente una principessa o una donna di nobili origini. Gli aveva fatto subito un'ottima impressione, aveva un sorriso aperto, un'espressione sveglia.
Fury - un energumeno di colore, una benda a coprire l'occhio destro perduto in battaglia, perennemente vestito di scuro e incavolato - le aveva presentato gli Avengers e poi, orgoglioso, l'aveva introdotta, dicendo che si chiamava Erin Murphy e chiarendo qualche dettaglio sul suo curriculum; pareva estremamente contento della scelta.
Anche Steve, che guidava la loro squadra, sembrava soddisfatto, gli rimaneva qualche perplessità sul fatto che la collega fosse particolarmente carina; non che Natasha fosse brutta, anzi, ma la ragazza sedutagli di fronte aveva un'aura di grazia ed eleganza che non si incontrava con facilità.
Era davvero splendida, notevolissima.
Sperò non fosse un problema, visto che l'elevato livello di testosterone dei colleghi non era mai d'aiuto. Da quando Fury lo aveva nominato capo degli Avengers, i casini non erano mancati: non ne voleva altri e di quel tipo.
Il Direttore spiegò che la Murphy avrebbe dovuto riferire al Capitano Rogers, e che avrebbe affiancato Occhio di Falco, all'atto pratico, come faceva la Romanoff, allenandosi con lui.
Erin si voltò verso Barton, con un sorriso delicato e lì accadde il finimondo. Clint si alzò in piedi, così veloce da far quasi cadere la seggiola, ed in un tono a lui inconsueto e stridente, iniziò un monologo che avrebbero ricordato a lungo 'Che storia è, Fury? Chi cavolo ci hai proposto per sostituire Natasha? Già Nat è insostituibile...e tu ci porti questa qui...cosa fa? la modella?...non siamo mica ad una sfilata di intimo di Victoria's Secrets, cosa credi...'. Era stato sgradevole.
Bruce era diventato paonazzo dallo stupore, Tony lo fissava interdetto: nemmeno lui avrebbe avuto il coraggio di interloquire Fury con quei modi. Steve si chiese il motivo di tanta immediata ed inspiegabile avversione, già tremando al pensiero della reazione del Direttore, che era uno che non le mandava certo a dire a nessuno, figuriamoci al Falco.
Thor era rimasto malissimo, a lui Erin già piaceva ma Barton aveva dato di matto, all'improvviso, e non smetteva 'Non ho intenzione di lavorare con lei, non esiste, fattene una ragione...sai che vuol dire stare a contatto con una così?' la squadrò lentamente, dall'alto in basso, con gli occhi azzurri che erano diventati di ghiaccio 'guai, ecco che vuol dire, guai per noi e soprattutto per me...trovane un'altra, oppure soprassiedi, ce la caveremo comunque'.
Erin era bianca come un lenzuolo; il suo aspetto esteriore era sempre stato un grande limite, nel suo lavoro, e da quando era entrata in Agenzia l'avevano giudicata prima per le sue curve e per i begli occhi e solo dopo per le sue capacità. Sopportava le battute e le occhiate lascive dei colleghi, oramai ci aveva fatto il callo; si era fatta conoscere e stimare, col tempo. Nessuno l'aveva mai umiliata così, nessuno, nemmeno le altre reclute in età post adolescenziale conosciute in Accademia.
Quelle parole surreali, e poi davanti al Capo dello S.H.I.E.L.D. ed agli Avengers, l'avevano profondamente ferita; nemmeno voleva l'incarico proposto o smaniava per averlo, era un'agente operativa diligente nel proprio lavoro, brillante a dire altrui, non moriva dalla voglia di allenarsi, convivere e lavorare coi fantastici cinque.
Occhio di Falco l'aveva bollata a vita, davanti a loro, giudicata senza appello. Avrebbe voluto controbattere mille cose, dentro la rabbia l'aveva quasi accecata. Provò a trattenersi, aspettando la replica di Fury. Nel frattempo, il suo dirimpettaio Thor, biondo, muscoloso e bellissimo, le aveva fatto l'occhiolino. Almeno non tutti la vedevano come il fumo negli occhi, l'asgardiano sembrava molto cortese.
Il Direttore si schiarì la voce, interrompendo lo sproloquio di Clint 'Agente Barton, qui dò ordini solo io, non so se ti è chiaro; ho già preso le mie decisioni e ve le ho comunicate, non c'è alcun margine per le tue contestazioni e mi meraviglio dei tuoi modi...porgi le tue scuse all'agente Murphy, subito...'.
'Scordatelo, Fury! Cos'è, ci vai a letto?' Clint fu pesantissimo, greve.
Erin lo guardò, schifata...gli altri in sala restarono agghiacciati, compreso Stark, che, in altre circostanze, si sarebbe buttato in una conversazione ironica.
Il Direttore si mise a ridere, per stemperare i toni intollerabili della parole appena pronunciate; Rogers vide, che con l'unico occhio rimasto, non sorrideva affatto. 'Hai una fervida immaginazione, Barton. Aspettiamo tutti le tue scuse, se vuoi farci questo piacere, te lo ripeto...' Lo chiese di nuovo, inquieto, con il fumo che usciva dalle narici.
'Mai al mondo, puoi giurarci...' Occhio di Falco si girò, gli dette le spalle e lasciò la stanza, dopo aver lanciato all'agente Murphy l'ennesimo sguardo disgustato.
Mentre si allontanava, Fury continuò 'Per me è confermato. Da domattina, Erin, sarai il sesto componente della squadra; per i dettagli, ti ragguaglierà Rogers'.
Lei fissò il Direttore, inquieta. 'Ne è proprio sicuro, visto quello che è accaduto?'.
Il nero, sempre più furioso, la interruppe, immediatamente 'Non ti ci mettere pure tu, eccone un'altra che contesta i miei ordini. Fate come vi dico, oramai ho deciso'. La liquidò con un gesto della mano, per rimanere solo con gli Avengers.
'Che succede a Clint? Ditemelo voi, che ci siete a contatto: cos'è, siamo tornati indietro di dieci anni?' Fury formulò la domanda, che rimase appesa nell'aria. Nessuno rispondeva, Barton li aveva stupiti e molto negativamente.
Steve, che lo conosceva meglio degli altri, e che era sempre stato il suo mentore, provò a fare un'ipotesi 'Sicuramente è sconvolto per l'infortunio di Natasha, come tutti noi...'.
'Mi pare esagerata come reazione...' Bruce rifletté ad alta voce, in fondo lui e Nat stavano insieme ed era molto più tranquillo del collega.
Thor aggiunse 'E' completamente impazzito. Erin mi sembra adatta all'incarico, mi ha dato delle sensazioni positive, a pelle, ed ho pensato il contrario, che, magari, sarebbe stata la giusta medicina per Clint, è sempre così chiuso'. Rogers sperò che le sensazioni non fossero troppo positive, perché già aveva intercettato il principe asgardiano che faceva gli occhi dolci alla nuova collega...aveva un debole per le gonnelle, spesso ricambiato, data la perfezione del volto e del fisico regale.
'Sono le stesse doti che ho visto in lei, per cui non credo ci sbagliamo in due: a questo punto, provate a capire cosa passa per la testa del Falco' il nero ricevette una telefonata, al fisso, e li pregò di uscire.
***
Clint sentiva un'irrefrenabile desiderio di una sigaretta; erano anni che non ne accendeva una, aveva smesso improvvisamente, da un minuto ad un altro, dopo i fatti di New York del 2012. Nel momento della battaglia contro Loki ed i Chitauri, quando tutto pareva perduto, aveva riflettuto che voleva vivere più a lungo possibile e che la nicotina che assumeva gli stava accorciando l'esistenza. Poiché erano sopravvissuti, aveva buttato via il pacchetto di Marlboro rosse, e non le aveva più comprate.
Dopo la discussione con Fury, era andato via dalla base come un fulmine, ed aveva percorso la statale a tutto gas, fin quando, da lontano, aveva adocchiato il solito benzinaio da cui si riforniva delle bionde, a suo tempo.
Era stato più forte di lui, si era dovuto fermare, aveva comprato un pacchetto ed un accendino, si era acceso una sigaretta in auto, e si era messo a pensare.
Il sapore acre del tabacco era divino, quanto gli era mancato. In quel momento non avrebbe potuto desiderare di meglio. Aveva addosso un livello di adrenalina mai provato, che doveva scaricare assolutamente. Avrebbe potuto chiedere a Steve di allenarsi insieme, ma l'atteggiamento da pecora del Capitano, insieme agli sguardi di disapprovazione che gli aveva rivolto in sala, lo avevano persuaso a non cercarlo.
Come faceva Rogers a non capire che quella donna così bella avrebbe portato solo problemi? Gli era parso che gli altri quattro babbei fossero contenti della scelta di Fury, di avere un bel paio di seni sodi ed un sedere a forma di cuore da guardare adoranti tutto il giorno, ma era lui che poi avrebbe dovuto lavorarci più a stretto contatto, era lui che avrebbe dovuto mettere la sua vita nelle mani dell'agente Murphy!
Una cosa era certa, non avrebbe ceduto; al contrario, le avrebbe fatto la guerra, ad ogni costo, l'avrebbe dissuasa a restare, con ogni mezzo. Pregò che Natasha si rimettesse al più presto e di riuscire nel suo piano di sabotaggio alla modellina!
***
Erin era andata via con l'amaro in bocca. La prospettiva di lavorare con Barton a quelle condizioni era avvilente. Sempre se lui alla fine avesse condisceso agli ordini di Fury. Pensò, dentro di sé, che avrebbe dovuto vendicarsi dell'affronto subito da quell'uomo sgarbato e cafone...con quell'accento da contadinotto dell'Iowa!
La riteneva più una modella? Bene, avrebbe avuto la sua modella. Chiamò l'estetista e prese un appuntamento immediato poiché era libera. Una sua amica aveva un istituto di bellezza e molte volte l'aveva spronata ad andare a trovarla. Cosi approfittò. Si buttò in tutti i trattamenti che poté. Ceretta, pulizia del viso, sopracciglia, una lampada solare e per finire smalto alle dita di mani e piedi, optando per il colore più sensuale a detta dell'estetista, il rosso lampone. Il giorno seguente avrebbe steso Occhio di Falco. Anche perché era passata da Victoria's Secrets per degli acquisti!
***
La Murphy era entrata con Rogers all'interno della zona riservata agli Avengers. Conosceva la base a menadito ma quella parte le era stata, finora, interdetta.
Oltre ad un area relax, una grande palestra e una dedicata alle attività informatiche ed a amministrative c'era il laboratorio di Stark e Banner, pieno di strani dispositivi. Si completava di un hangar, dov'era custodito il jet con cui i Vendicatori si spostavano, ed una strana struttura chiamata 'il cubo'. Steve le fece fare un giro turistico, insieme a Thor.
Il Capitano aveva subito storto il naso, quando si erano incontrati al mattino.
Erin aveva la propria borsa a tracolla ma pure in mano una busta di una nota marca di biancheria, la stessa nominata da Clint il giorno prima. Era impossibile fosse un caso. E poi sembrava curatissima, in maniera eccessiva per il primo giorno di un nuovo incarico. Anche se era vestita molto sportiva risultava particolarmente provocante; indossava leggins aderenti, una canottiera che lasciava scoperto l'ombelico ed una felpa con la chiusura lampo. Rogers aveva intravisto anche le bretelle di un reggiseno colorato sotto la canotta...di pizzo!
Thor chiacchierava con lei, con estrema tranquillità mentre facevano il giro ed almeno Steve poté risparmiarsi i convenevoli; mentre tornavano nella sala relax, dove li attendevano Bruce e Tony, arrivò il Falco. Gli occhiali da sole scuri, era vestito esattamente come il giorno prima, con l'aria di chi avesse trascorso la notte a riempirsi di birra. E soprattutto era più scocciato che mai.
Aveva subito fissato l'agente Murphy, con eloquente sguardo di biasimo, togliendosi i Ray-ban a goccia 'Che ci fa lei ancora qui?'.
Steve si era inalberato 'Non hai sentito le parole di Fury? Datti una calmata e magari fatti pure una doccia, puzzi di alcool e sigarette lontano un miglio: pensavo avessi smesso col tabacco...che hai combinato stanotte?'.
'Rogers, quanto sei bigotto, sempre serio: ho festeggiato un po'' si diresse verso la palestra, dove c'erano le docce, all'interno degli spogliatoi 'vado a darmi una ripulita'; girandosi verso Erin, malpensante, interloquì Steve, di nuovo 'Attento, Capitano, il biondo già si è preso una cotta per la modella!' con la testa fece cenno in direzione di Thor, che era limitrofo alla ragazza.
Il principe asgardiano si mosse contro Clint, offeso dalle sue parole, ma la Murphy gli mise una mano sul braccio, per calmarlo, carezzandolo. Barton continuò 'Vedi come sono carini? Proprio una bella coppia, un principe ed una modellina!' lasciò la stanza, definitivamente, ridendo.
'Non fateci caso, gli passerà...' Steve cercò di minimizzare non ne era convinto per niente.
***
Si erano allenati in palestra, tanto per iniziare. Erin e Thor erano rimasti sempre vicini, sembravano, in effetti, aver legato, in apparenza senza la malizia che qualcun'altro ci aveva visto.
Quando, accaldata, la giovane tolse la felpa, Steve capì dov'era finita la biancheria intima contenuta nella bustina; un evidente reggiseno di pizzo, molto sexy, rosso lampone, traspariva da sotto la canotta bianca elasticizzata, con le bretelline a vista, anch'esse ricamate. Era dello stesso colore dello smalto delle unghie delle sue mani. Per non parlare del perizoma che si intravedeva dai leggins! In un'altra sede, Rogers avrebbe trovato il tutto parecchio più appropriato.
Clint, seduto su una panca coi bilancieri, la squadrava e scuoteva la testa; si alzò, come un fulmine, per andare verso la donna, gridando 'Ti pare l'abbigliamento per presentarsi il primo giorno di lavoro con gli Avengers?'.
'È solo una tuta, agente Barton, non si inalberi' rispose, candida come un agnellino.
'Chi vuoi prendere in giro, modellina?' Occhio di Falco aveva iniziato ad urlare, nello stesso modo del giorno precedente.
Steve sentì, di nuovo, aria di guai. Si mise fisicamente in mezzo ai due: Erin era a terra accanto a Thor, Barton sopra di lei, che inveiva e sembrava... un folle. 'Fate silenzio! Erin, alzati in piedi!' la esortò.
L'agente Murphy si mise vicino al Capitano. Limitrofo, Clint.
'Bene, lo dirò adesso ad entrambi e non voglio ripeterlo. Murphy, da domani per piacere indossa un abbigliamento più adatto. Sei bellissima, non si tratta di sessismo, ma non mi piacciono le provocazioni. Tu, Barton, piantala con questo atteggiamento oppositivo e strafottente. Voi due dovrete lavorare insieme ed essere più affiatati possibile...anzi, basta palestra oggi, per voi. Falco, da questo momento lei si allenerà solo con te, tu la supervisionerai e le mostrerai tutto quello che fai e di cui ti occupi. E le insegnerai quello che sai fare. Così, vi scannerete senza coinvolgerci! Via, marsch!'. Rogers fu lapidario.
Clint si allontanò, senza una parola; la ragazza guardò gli altri, che erano rimasti in attesa delle loro mosse. Steve le fece un cenno del capo, e lei si accinse a seguire Barton, frettolosa. Sarebbe stato meglio se non lo avesse provocato, era andato su tutte le furie, peggio di quello che si aspettava, molto peggio...aveva esagerato...
'Cosa vuoi? Non mi stare alle calcagna, modellina!' la ammonì, quando se la trovò alle spalle.
'Che facciamo?' gli domandò.
'Vado ad allenarmi con le mie frecce, tu fai quello che ti pare, ma lontano da me...' continuava a camminare, imperterrito, senza nemmeno voltarsi.
'Ma Steve ha detto...' provò a farsi ascoltare.
'Sparisci! Trovati qualcosa da fare. Sparisci, ti ho detto!' Occhio di Falco urlava ancora.
'No, il Capitano Rogers è stato chiaro. Dobbiamo lavorare insieme, agente Barton' tentò di stare calma, e farlo ragionare.
'Non capisci le mie parole, cos'è, sei così stupida? Leggi il labiale...lasciami in pace!' si girò per guardarla in faccia, senza la minima espressione, freddo come il ghiaccio.
'Ho detto di no!' era immobile, davanti al collega.
'Devi andare via, subito...' la fissò, deciso e molto arrabbiato.
Gli rispose, con altrettanta fermezza, i bellissimi occhi marroni questuanti 'Mi dispiace, non posso e soprattutto non voglio. Farò quello che devo, ad ogni costo!'.
Maledizione, era un osso duro, non lo mollava. Clint immaginò Steve ed i suoi rimbrotti, se avesse capito che non avevano dato seguito ai suoi ordini 'Modellina, mi alleno tutti i giorni con arco e frecce. Hanno allestito uno spazio per me, interattivo, con sagome e sensori. Lo chiamiamo 'il cubo'. C'è un parapetto da cui puoi vedermi mentre mi esercito. Vieni. Rimani in silenzio e non rompermi le scatole'.
Erin lo seguì, ubbidiente.
La postazione dove si allenava era un cubo ma enorme. Barton le mostrò il parapetto in alto, da dove poteva osservarlo; l'Avenger aveva sulle spalle una faretra piena di frecce ed un arco, per tirarle. Non erano certo come i materiali dei villaggi turistici o dell'omonima pratica sportiva ma incredibilmente tecnologici, moderni...era un'attrezzatura favolosa.
Le sagome iniziarono a muoversi in ogni lato del 'cubo', seguendo le più diverse direzioni. Avevano un piccolo segnale luminescente che indicava dove il Falco avrebbe dovuto colpire.
Clint iniziò il suo spettacolo. Era velocissimo, nell'estrarre la freccia, posizionarla sull'arco e lanciarla. Pazzesco, pensò Erin... in azione era entusiasmante, non sbagliava un colpo.
Vide muoversi una delle sagome nella sua direzione, ed arrivare fino al parapetto. Barton si girò verso il bersaglio, ma incredibilmente lo mancò. Era il primo errore che commetteva da quando erano lì.
Clint riprovò a colpire la stessa sagoma che aveva cambiato traiettoria. Sbagliò di nuovo. Accidenti, riflettè Erin, vedendolo mancare il bersaglio ancora una volta, la terza! L'uomo la fulminò con lo sguardo e lei capì che si era distratto per colpa sua, cosicché scese da basso per lasciarlo allenarsi con tranquillità. L'arciere sbaglio un'altra volta e poi, quando percepì che la neo collega se ne fosse andata, finalmente fece centro.
Ad attendere la Murphy fuori dal 'cubo' c'erano gli altri Avengers.
Tony si toccava il mento sul pizzetto scuro e Bruce fissava Barton, dal vetro del piano terra della struttura. Steve era attonito. Sembravano tutti molto preoccupati.
'Che succede?' chiese Erin, andando verso Thor, stranamente inquieto anche lui.
Il biondo, serio, le rispose 'Clint è il più grande arciere del mondo, dei Nove Regni, oserei dire, e non sbaglia mai, quasi mai...davvero, forse una volta ogni tanto e sempre alla fine della seduta, sai, magari è stanco o gli bruciano gli occhi per le lenti a contatto...tutti questi errori, oggi...è la prima volta che lo vediamo in questo stato!'.
Steve la interloquì 'E' successo qualcosa di particolare? Che ti ha detto il Falco?'.
'Niente, solo di osservarlo mentre si allenava; però penso sia meglio che lo faccia in maniera meno evidente, la prossima volta!'.
***
Non era possibile! Erano anni che non sbagliava un tiro, in maniera ripetuta...anni...a volte, solo verso il termine dell'allenamento, cazzeggiava un po'. Quando aveva alzato lo sguardo ed aveva intravisto la ragazza, avevano iniziato a tremargli le mani, si era sentito esageratamente contratto. Accidenti, per ben quattro volte aveva mollato il colpo. Aveva percepito che Erin fosse tornata in sala e, dopo un lungo respiro, aveva provato a ritrovare la perduta concentrazione. Da lì in poi, aveva fatto solo centri.
***
Le settimane successive erano trascorse fra varie difficoltà. Dal punto di vista lavorativo, Erin e Clint passavano parecchio tempo insieme, pur parlandosi solo il minimo indispensabile.
In fondo erano due professionisti e Steve li aveva esortati, continuamente, a collaborare al meglio. Occhio di Falco era così talentuoso ed esperto che Erin provava a carpirne ogni segreto, studiarne ogni mossa, imparare da lui il più possibile.
Sul lavoro era tranquillo, instancabile, serio, un mulo. L'aveva coinvolta nelle sue attività, insegnandole quello che faceva e che sapeva, senza grandi slanci od entusiasmi. L'agente Murphy rimaneva incantata, poi, a guardarlo tirare con l'arco. Si metteva nella parte riparata della balaustra del 'cubo', per non disturbarlo o distrarlo, dopo la prima volta, e rimaneva sempre, fino all'ultima freccia. Era estasiata da quello spettacolo, poiché era grandioso; sembrava tutto così facile e, invece, tirare con l'arco a quel livello era difficilissimo...l'uomo aveva perfino le mani ricoperte da decine di calli, per quanto si esercitava, nonostante i guanti...lo faceva tutti giorni, per ore, ed Erin restava anche dopo aver terminato le sue mansioni, solo per ammirarlo. Non aveva perso un allenamento, mai. Clint lo sapeva e non aveva fatto storie che lo osservasse, anzi ne sembrava molto compiaciuto.
Dal punto di vista personale, i loro rapporti erano, ugualmente, piuttosto freddi; non le aveva raccontato nulla di sé, né fatto alcuna domanda. La rimproverava, la prendeva in giro per il suo aspetto ed i modi eleganti. Era chiaro a tutti che la tollerasse a malapena.
Lei lo chiamava agente Barton e, dopo un po', solo Barton; lui almeno la chiamava per nome, stranamente, oppure modellina, quando voleva offenderla o schernirla.
Consumavano i pasti in mensa con gli altri Avengers, ed in quelle occasioni Erin poteva interfacciarsi con loro. Non che Occhio di Falco fosse espansivo o estroverso coi colleghi. Tranne qualche parola con Steve e Tony, raramente con Bruce, era praticamente muto. Da quando la ragazza aveva legato con Thor, lo guardava sempre in cagnesco.
Nei pochi momenti di relax che passavano insieme, lei leggeva sempre i libri che portava con sé, cercando di nasconderne il contenuto, riservata e per suo conto, Clint, se non si metteva fuori a fumare una cicca dopo l'altra, le sedeva accanto, e la guardava, in silenzio. Quantomeno erano riusciti a mantenere rapporti civili, anche se non propriamente amichevoli, dopo le baruffe iniziali dei primi giorni.
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