Capitolo 17 Beccati!
Gli Avengers erano andati tutti a casa, erano rimasti solo Erin e Clint ad allenarsi, quel venerdì sera.
'Modellina, facciamolo qui, l'ho sempre voluto, è il mio sogno erotico segreto' la esortò lui, gasatissimo.
'Smettila, Barton, se ci dovessero vedere, che accadrebbe? Sempre il solito...' lo prese in giro.
'Dimmi che non hai voglia di me anche adesso e non te lo chiederò più...dai, per favore, per favore...'Occhio di Falco imitò, in falsetto, la voce questuante che la sua donna gli proponeva per ottenere ciò che desiderava. Nel frattempo la baciò sul collo, facendole un succhiotto da manuale. Lei rabbrividì e cedette alla sua lusinga.
'Uffa...hai vinto! Però non dovrà vederci nessuno: dove ci potremmo mettere?'.
L'arciere rifletté, conosceva la base come le sue tasche 'Vieni con me...' la prese per mano e la portò nella stanzetta limitrofa alla sala relax; c'era un letto singolo disponibile, casomai qualcuno di loro sei Avengers avesse avuto bisogno di riposare.
'Qui non ci sono telecamere di sorveglianza; farai qualcosa di molto audace per me, sporcacciona?' era diventato provocatorio.
'Clint Barton, se mi parlerai ancora in quel modo non faremo proprio nulla, sei un vero maiale, ecco cosa sei...grugniti compresi!' rideva sotto i baffi.
Lui iniziò a spogliarsi, veloce e famelico della tuta da ginnastica, e si buttò sul letto 'Allora vieni qui, ti sistemerò io, ho abbastanza ormoni per entrambi'.
Erin si tolse i vestiti, molto lentamente, senza rispondergli, in una sorta di spogliarello dedicato all'arciere 'Vai di fretta?' gli lanciò le mutandine di pizzo sulla testa 'Visto che mira, Occhio di Falco?'.
'Proprio niente male, agente Murphy, hai imparato dal migliore' rigirò gli slip fra le dita per tirarli in alto e riprenderli
'Sei così bella, raggiungimi, non ce la faccio ad aspettare ancora!' la spronò.
'Quanta smania hai! Stai fermo con le mani, però!' si mosse verso il letto, sedendosi sul bordo e giocando con i peli castani sul suo torace.
'Che vuol dire?' gli sfuggiva, e ragionava poco con la modellina che lo coccolava.
'Ti toccherò solo io, oggi pomeriggio, prendere o lasciare, Barton' fece la sua proposta 'Mi volevi sporcacciona, mi avrai sporcacciona'.
'Prendo, prendo...' Clint ansimò.
'Ti pareva!'. Erin sorrise, lo baciò sulle labbra e poi, con un movimento sensuale, gli si mise a cavalcioni, impalandosi sopra di lui. Spostò le ciocche dei lunghi capelli sopra il seno e iniziò a toccarsi le mammelline, ciascuna con una mano, come faceva sempre proprio Clint.
'Voglio farmi da sola quello che mi fai tu e dovrai solo guardarmi...fai attenzione...solo guardare!' gli spiegò, sperando di essere stata chiara.
L'uomo, sotto di lei, la fissava, incantato 'Va bene. Oddio, modellina, sei una favola...'.
La ragazza mise le dita in bocca e si succhiò i polpastrelli, per inumidirli con la saliva e lambire i propri boccioli, che si intravedevano rosei ed eccitati fra le ciocche di capelli. Prese un seno alla volta e lo portò verso il volto, alla bocca, per leccarlo e mordicchiare i propri capezzolini, alternativamente. Era lenta e sensuale, lo fissava negli occhi, innocente e maliziosa assieme.
Barton mugolava, impazzito. Non resistette alla visione, desiderava partecipare attivamente e la sfiorò nella fessura in mezzo alla gambe. Lei gli bloccò la mano, non appena se ne accorse, e si alzò repentina, interrompendo il rapporto.
'No, perché?' si lamentò Occhio di Falco.
'Ti avevo detto che dovevi tenere giù le mani, sei peggio di un ragazzino...' Erin ridacchiò, se lo aspettava 'Prima chiedi uno spettacolino poi non puoi resistermi. Non eri un duro?'.
'É stato più forte di me. Non so se riuscirò a non toccarti, però' ammise sinceramente. Era dentro di lei su un letto, in quelle condizioni. Dubito' della propria capacità di gestione delle emozioni.
'Devi riuscire, sei sempre noioso, vediamo se ti convinco'.
Erin si alzò, e si inginocchiò col viso in mezzo alle gambe di Clint.
Lui la osservava curioso. Gli dette un bacino sulla punta dello scettro virile, umido della sua eccitazione e della propria. Fu solo un piccolo stimolo, carico di affetto e di eros. Gli fece l'occhiolino, gli si affiancò e lo baciò, sulla bocca.
L'arciere la strinse a sé, finalmente, e le succhiò le labbra, per godere il più possibile del miscuglio dei loro sapori, che lo mando' direttamente in manicomio 'Grazie, modellina'.
'Prego. Ti piace, Barton?' domandò, certa della risposta.
Lui annuì, in subbuglio. Erin era fantastica.
'Allora stai fermo, adesso, perché il resto sarà meglio' lo invitò.
Con calma riprese a cavalcarlo, posizionandosi come in precedenza, unendo i loro bacini, con la testa indietro e i meravigliosi capelli che svolazzavano dappertutto e li solleticavano entrambi.
Quando sentiva che l'Avenger era al limite, al punto di non ritorno, si bloccava e si alzava per rimandare il più possibile il piacere di entrambi, nonostante le lamentele del suo ragazzo.
L'ennesima volta, si alzò e si mise al contrario, dandogli le spalle.
Clint le vedeva l'incavo fra le natiche, grondante del suo miele, e non riusciva a smettere di pensare che voleva carezzarla lì. 'Posso...posso toccarti qui dietro?' stavolta lo chiese, titubante.
Lei rise 'No, resisti, farò da sola...vuoi vedere?'.
Barton annuì e la osservò usare entrambe le mani per divaricare i glutei ed esporgli la meraviglia che c'era nel mezzo. Sospirò, davanti alla bellezza sfolgorante del fisico della partner, ricordando la prima volta che l'aveva posseduta nel punto più segreto del suo corpo, che aveva concesso soltanto a lui, forse come pegno d'amore e d'intimità.
La ragazza vellico' la vermiglia rosellina posteriore, continuando un lento e sensuale movimento con la mano, dentro e fuori dalle proprie viscere, piano piano.
Barton era fuori di sé: l'immagine delle dita nella favolosa albicocca così esposta ed i loro sessi che si toccavano all'unisono, umidi e pronti gli mozzo' il respiro.
'Sto per impazzire' le gridò, accorato: il che bastò a farla smettere, ancora.
La Murphy si girò di nuovo e lo baciò sulle labbra delineandone il contorno con la punta della lingua 'La pazienza non è mai stata una tua virtù, Barton'. Era un eufemismo, ovviamente.
'E' una tortura, non ce la faccio più, fammi venire' la pregò, in maniera diretta, con la voce di un bimbo voglioso 'la tortura più piacevole a cui sia stato sottoposto ma pur sempre una tortura. Per favore!'.
'Certo, amore' lo accontentò. Lo fece entrare di nuovo dentro di sé e aprì leggermente l'incavo fra le gambe, roseo e pregno di elisir.
Lo sguardo calamitato del Falco, cominciò a stimolarsi con la mano destra come piaceva a lei. Inizialmente furono gesti morigerati e lenti. In pochi attimi, con l'arciere che spingeva dal basso, aumentò la cadenza che divenne frenetica 'Sì, amore mio, adesso veniamo insieme...ti voglio così tanto pure io...Clint, ti amo...'. Accompagnò i movimenti alle parole, in fondo sempre le stesse. Amore per ciò che sentiva, unione perché voleva completarsi con Barton nel medesimo momento. L'uomo iniziò a percepire delle leggere contrazioni e poi, improvvisamente, un'ondata inarrestabile di piacere, uno spasmo fortissimo dopo l'altro, in una spirale violenta.
'Erin, sì, sì, ti prego, ti prego, che bello, Erin, Erin' Clint gridava, quasi estatico, preso dall'orgasmo infinto di cui stava godendo ed, insieme, dalla visione della sua amata donna.
Mentre il piacere si affievoliva, staccò gli occhi dal viso della sua modellina, voltandosi. Scorse una figura che si stagliava sulla porta della stanza...lo riconobbe all'istante, purtroppo!
'Steve! Accidenti!' lo interloquì. Rogers, non appena lo chiamò, scappò a velocità supersonica.
La ragazza si girò verso la porta e il Capitano già non c'era più. 'Vai a raggiungerlo, spicciati' intimò a Clint, alzandosi definitivamente da sopra di lui. 'Lo sapevo che non ti dovevo dare retta, chissà da quanto era lì e cosa ci ha visto fare...'.
Il Falco si rivestì, meglio possibile, con la tuta e provò a cercare Steve per tutta la base, senza successo.
'Che facciamo, adesso?' domandò, rabbuiato, non appena tornato dall'inutile perlustrazione.
'Sai dove abita Rogers?' gli chiese Erin, abbracciandolo, per tranquillizzarlo.
***
Steve era ritornato indietro allo S.H.I.E.L.D.. Da quando era diventato capo effettivo degli Avengers, Fury gli aveva appioppato decine di incombenze amministrative! Pure redigere il bilancio preventivo della squadra. Odiava così tanto i numeri che scordava sempre le scartoffie a cui stava lavorando, nel suo armadietto. Era un rifiuto inconscio. Aveva visto le auto di Erin e Clint nel parcheggio senza meravigliarsi. Ultimamente erano tranquilli, stavano sempre assieme e si allenavano moltissimo. Dopo la prima missione, complice anche la nuova relazione di Barton, le acque si erano chetate, con buona pace di tutti.
Mentre si dirigeva verso l'armadietto, udì dei rumori dalla sala relax...anzi, no, rifletté...dalla camera antistante! Si avvicinò cauto, non aveva lo scudo con sé ma era pronto a tutto: non proprio a tutto e certo non a questo! La porta era socchiusa e poté guardare all'interno, senza essere visto a sua volta. Rimase basito.
Si trovò davanti agli occhi l'amplesso selvaggio di Barton e...Santo Dio Onnipotente...la ragazza di spalle era chiaramente l'agente Murphy, posto che Clint, gemendo a voce altissima, aveva fatto il suo nome decine di volte...Erin!
Il corpo di lei, che Rogers vedeva muoversi ritmicamente su quello del suo amico era una delle meraviglie della natura. Flessuoso e sensuale, i seni perfetti, lo splendido sedere a forma di cuore, i capelli lunghi fino alle natiche. Era un'amazzone o una dea. Il Capitano pensò che, se fosse stato etero, l'avrebbe amata follemente pure lui: ma l'immagine che non avrebbe potuto dimenticare fu il volto di Clint che fissava la sua compagna, con un sorriso ed una felicità che, in tanti anni, non gli aveva mai visto. Era rimasto incantato da quell'espressione, era la stessa che leggeva nel viso di Bucky quando facevano l'amore! Ipnotizzato, non era riuscito ad andare via prima che Occhio di Falco lo intercettasse. A quel punto, era fuggito verso casa, vergognandosi come un ladro.
***
'Buck, che figura. Penseranno che sia un guardone...' Steve si lamentava col suo compagno, appena rientrato nel loro appartamento 'che imbarazzo, come farò domani al lavoro? Cosa gli dirò?' era a pezzi, rammaricato.
'Amore, capiranno che è stato un incidente, dai, eri al posto sbagliato al momento sbagliato: è così fica Erin Murphy?' chiese l'altro.
'Uhm uhm... è bellissima' mormorò lui, pensieroso.
'Sono geloso di una femmina, da non credere, sarebbe la prima volta in un secolo'.
'Non essere sciocco!'.
'E il Falco com'è?'.
'Non gli ho guardato il sedere, tranquillo, stava sotto' il Capitano rise 'erano stupendi insieme, eccitanti ed innamorati, soprattutto ho quasi percepito quello che provavano. Per questo non sono riuscito ad andarmene prima...non lo scorderò mai...'.
Suonò il campanello. 'Vado io' disse Bucky, non aspettavano ospiti, ebbe un vago sospetto di chi fosse al di là dell'uscio.
Si ritrovò, infatti, davanti i due soggetti della conversazione.
L'agente Murphy sul pianerottolo squadrò l'attraente ragazzo che aveva aperto la porta. Aveva gli occhi azzurro ghiaccio, la bocca sensuale, la barba incolta ed i capelli castani scuri lunghi alle spalle. Il fisico spettacolare, senza il braccio sinistro. Era scalzo, in pantaloncini e maglietta. Gli tese subito la mano 'Ciao, sono Erin'.
'James' la strinse, prontamente, presentandosi.
Clint lo fissò, in grande imbarazzo 'Ciao, Bucky' Cavolo, allora era vero, Gesù, che stava insieme a Rogers, lo aveva immaginato, ma ritrovarseli davanti in quel modo, a casa loro, era cosa diversa! Per la miseria, che situazione!
'Barton, come va?' sorrise l'altro, un candido e dolce sorriso 'Entrate, Steve sta facendo ammenda al suo peccato odierno: spiarvi. È da mezz'ora che straparla'.
La Murphy e l'arciere si accomodarono nell'appartamento. Rogers era seduto sul divano, rosso come un peperone fino alla cima di capelli ed orecchie.
'Vi va un aperitivo?' chiese James, aprendo il frigo.
'Certo. Ti aiuto?' Erin pensò fosse meglio lasciare parlare soli i due Avenger.
'Clint, non vi stavo spiando...scusa!' subito il Capitano mise le mani avanti.
'Steve, noi siamo venuti qui per scusarci, non devi farlo tu. Sono spiacente di averti tenuto nascosto che io e Erin ci vediamo anche fuori dal lavoro; ecco, oggi è stata la prima volta che lo abbiamo fatto allo S.H.I.E.L.D.. Ultima ed unica, chiaramente. Lei non voleva ma io ho insistito e poi ci siamo fatti prendere parecchio, sai come succede in queste cose...'.
'Sì, l'ho visto, ehm, cioè l'ho capito...' Rogers rise, a disagio.
'Amico, non vogliamo creare problemi alla squadra per cui se pensi che io o Erin ce ne dobbiamo tirare fuori, siamo a tua disposizione. Faremo quello che tu ritieni sia meglio per tutti'.
'Avete un'intesa incredibile pure sul lavoro. Ho capito solo ora perché eri di nuovo tornato in te e sei pure meglio del solito. Per cui per me rimane tutto com'è. Solo...niente più sesso sfrenato alla base, Barton! Sono stato chiaro? É un ordine!' il Capitano ridiventò rosso fuoco sulle guance e Clint annuì, sghignazzando.
***
'Lo avevo detto a Steve che c'era qualcosa tra di voi, ne ero certo. Mi ha raccontato di te, dei litigi, del braccialetto e che Clint si era trovato una ragazza fissa, il che è un vero miracolo! Ho fatto due più due' James glielo aveva confessato, subito.
'Non sapevo che il Capitano fosse tanto chiacchierone' Erin era stupita.
'È un pettegolo, credimi! Senza malizia, poi gli sfugge sempre il succo della storia; non è come sembra, rigido o bigotto. È la sua facciata, fuori dal lavoro è molto più simpatico e molto meno ghiacciolo 'rise.
'State insieme da molto?'.
'Da sempre. Da quando respiro. Ho amato solo Steve. Eravamo ragazzi e vedevo solo lui...non si è trattato di scegliere se essere etero o meno. Ma di amore...'concluse Bucky, romanticamente.
'Hai ragione, è così per tutti gli innamorati, credo'.
'Barton, invece, è innamorato pazzo di te! Ha gli occhi languidi, mai visto così e per un rozzo come lui è un evento cosmico'.
'Ti sbagli, è solo pazzo e rozzo!' finì lei. Risero, sguaiatamente. Erin adorava Bucky, gli era piaciuto da subito, era stata una simpatia immediata e reciproca.
Barnes, finalmente, l'aveva conosciuta. Era bella e sensuale, come aveva raccontato Rogers, semplice, lì davanti a lui con un maglioncino beige, i jeans col risvoltino e le ballerine scure, solare ed alla mano, molto sorridente.
'Sposti il mio braccio dal tavolino, così appoggio il vassoio?' le chiese. Aveva preparato dei cocktail alla frutta per tutti.
Lei andò verso il tavolino da caffè fra i divani, prese la protesi metallica in vibranio che Barnes indossava di giorno e la portò in camera da letto, come nulla fosse.
Rogers, con gli occhi sgranati, mormorò a Barton 'Non me la fa toccare mai...è incredibile, Bucky è sempre così scostante con tutti! Erin è proprio speciale, Clint!'. Lui concordò 'Sì, hai ragione, la più speciale che esista'.
La ragazza si sedette vicino a James sul divano, di fronte gli altri due. 'Mi piace, che ci hai messo?'
'Vodka, bellezza! È per questo che è così buono!' rise.
'Dovremo dire pure agli altri che state insieme, i segreti non mi piacciono!' Steve riprese l'argomento.
'Veramente Tony lo sa già, da un pezzo!' Clint spiegò.
'E pure Thor, dall'inizio' disse Erin.
'Insomma, solo io e Banner non avevamo capito nulla, come sempre siamo i due più scemi degli Avengers! Va bene, domani mi toccherà sconvolgere Bruce. Sai quanto se la prenderà, dopo tutti quegli studi sulle possibili commistioni tra il dna asgardiano e terrestre? Comunque, con Fury acqua in bocca...!'.
'Basta, Steve, con questa storia, taglia! Rilassati, santo cielo! Piuttosto, rimanete a cena? Preparo qualcosa al volo!' James subito li invitò, non voleva che l'agente Murphy andasse via.
'Sì, grazie. Però posso solo aiutarti ad apparecchiare o tagliare l'insalata, perché in cucina sono un vero disastro! Infatti ci pensa sempre Barton, a preparare per noi!' la ragazza sorrise a Clint, affettuosamente.
'Davvero? Non l'avrei detto mai, Clint, dovremo scambiarci qualche ricetta...' concluse Barnes, divertito mentre il Falco alzava gli occhi al cielo.
***
Bucky era bravissimo, uno chef incredibilmente talentuoso. In pochissimo tempo aveva approntato la cena, mentre Steve e Clint vedevano una partita di basket in tv.
Erin aveva sistemato la tavola e gli aveva fatto compagnia. Erano inevitabilmente entrati in confidenza. La ragazza aveva notato sul frigo, tenuti fermi da un magnete, dei volantini di un'agenzia di adozioni.
'Volete adottare un bambino?'.
'In effetti, lo desidereremmo tanto, ma è praticamente impossibile' era molto accorato.
Gli altri due si erano avvicinati, Steve sapeva che per il fidanzato era un punto dolente.
'Perché?' chiese lei.
'Dopo quello che ho combinato, la gente che ho ucciso. E non possiamo nemmeno dire che stiamo insieme, stressano Steve per la storia dell'immagine pubblica di Capitan America. Vorremmo pure sposarci...e poi che genitori saremmo? Due ex soldati che combattono ancora, pure se in maniera diversa da quando portavano la divisa...' pareva sconfortato. Nel suo periodo di condizionamento, aveva operato come spietato assassino per conto dell'HYDRA che lo aveva manipolato, lasciando un'onta terribile nel suo curriculum e nella sua anima.
'A parte queste considerazioni' intervenne Rogers ' siamo andati da un avvocato per capire se avevamo speranze per l'adozione e se poteva seguirci: ha detto di no, non se l'è sentita, ha avuto paura di troppa pubblicità. L'adozione di Capitan America e del compagno...già immagino i media che ci si buttano a capofitto'
'Invece sareste degli ottimi genitori 'Clint volle esprimere la sua opinione, che nasceva dall'esperienza 'date retta a me, per un bambino abbandonato, molto meglio stare con voi due che con certe famiglie affidatarie o peggio, case-famiglia!'.
'Odio doverlo ammettere, ma Barton ha ragione' disse Erin, carezzandogli il braccio.
'Ho sempre ragione, modellina!'.
Bucky sbottò a ridere 'Modellina! Mi piace molto, ti si addice'.
La ragazza ebbe una folgorazione, mosse verso il frigorifero, tolse il primo volantino da sotto il magnete, trovò una penna e scrisse un nome ed un numero di telefono. Lo porse a James.
'Chi è? Una tua parente?'.
'L'unico avvocato che conosco che non ha paura di niente, il più bravo avvocato che conosco, per la verità...è il numero di cellulare di mia madre. Se c'è qualcuno che può dirvi se esiste una speranza reale per la vostra adozione e che vi seguirebbe senza timore di conseguenze mediatiche è lei. È tenace e testarda come un somaro, ha lavorato molti anni al Tribunale dei Minori quando era più giovane ed ha ancora tante conoscenze. Chiamatela e ditele che siete miei amici! '.
Clint l'aveva guardata sbalordito. Però la sua modellina aveva avuto un ottima idea 'Liz è un avvocato brillante, Steve, farle una telefonata non vi costa niente! Provate' anche lui insistette.
'Certo. Grazie'. Rogers ci credeva poco ma l'avrebbe fatto lo stesso.
James andò verso Erin e l'abbracciò stretta 'Grazie infinite!' le sussurrò, mentre lei faceva l'occhiolino a Barton.
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