Capitolo 1 Provocazione
Forse Erin Murphy se l'era cercata, anzi sicuramente, ma mai pensava che lui - Clint Barton, l'Avengers arciere con cui si allenava e che la detestava- sarebbe arrivato a comportarsi in quel modo, nonostante la promessa che le aveva fatto. Ora che si ritrovava sul lettino dell'infermeria dell'aereo dei Vendicatori con Bruce Banner che le metteva sette punti di sutura sul sopracciglio destro e la confezione di ghiaccio secco sullo zigomo sinistro, capì di essersi sbagliata, che l'astio di Occhio di Falco era più che reale.
La canotta bianca era zuppa del sangue che le era uscito dalla ferita, talmente tanto e zampillante da aver sporcato a terra dappertutto e pure la maglia di Thor - il principe asgardiano semidio che, alleato degli Avengers era rimasto sulla Terra per combattere con questi ultimi -
che aveva dovuto sollevarla e portarla in braccio in sala medica.
La Murphy aveva voluto provocare Clint, quella mattina, sempre per lo stesso motivo... le sue parole offensive le risuonavano in mente di continuo.
Erano da poco passate le sette ed era uscita dalla cuccetta del Quinjet scalza e con indosso solo una canottiera e degli slip bianchi, trasparenti al massimo, una seconda pelle, decisamente assai sensuale...si era diretta verso la macchinetta del caffè come nulla fosse. 'Buongiorno a tutti!' aveva mormorato, allegra.
Tony Stark e Clint pilotavano l'aereo, mentre Bruce, Steve Rogers e Thor facevano colazione.
Al Capitano Rogers era preso un mezzo infarto, quando l'aveva vista seminuda. Aveva capito subito che era l'ennesimo problema che si stava per creare, un'altra tensione...'Vai a coprirti, per piacere...adesso; così non puoi stare' l'ammonì.
Thor ridacchiava, Bruce - lo scienziato timido dai capelli ricciolini scuri, nel cui cuore albergava nascosta la creatura verde chiamata Hulk -
aveva abbassato lo sguardo sul libro che stava leggendo, provando a non fissarla.
Tony - il playboy filantropo e miliardario, ideatore del robot volante Iron Man - la rimirò dal riflesso del vetro, c'era aria di guai, tanto per cambiare...'Sei uno spettacolo, ma ha ragione Rogers...'.
Occhio di Falco l'aveva guardata subito storto, invece. 'Pilota da solo' ordinò a Stark.
Si era alzato, repentino, ed era andato verso di lei.
'Che cavolo pensi di fare, vatti a vestire!' aveva gridato, isterico.
La ragazza gli si era piazzata davanti, con tutte le grazie in bella vista e parecchio sfrontata...'Ero venuta a bere il caffè; se non ti sta bene, Barton, la prossima volta vieni tu a darmi il buongiorno...prepara un vassoio...sono certa che potresti portarlo con qualche altra parte del corpo che non siano le mani, visto il tuo stato quando mi sei vicino' le era sfuggita di proposito una battuta piuttosto volgare, abbassando lo sguardo sulle parti basse dell'uomo.
Non fece in tempo a finire la frase, che Clint le mollò un manrovescio, con tutta la forza che aveva, strillando 'Ti avevo avvertito, Erin!'. Fu così potente nel gesto, che la fece inciampare; la tazza, piena di caffè si era frantumata, cadendo a terra, in mille pezzi, il liquido caldo era sparso sul pavimento e lei era finita contro lo spigolo del tavolino, urtando il sopracciglio destro. Non aveva fatto un fiato, ma immediatamente il sangue dalla ferita al volto l'aveva inondata.
Invece di preoccuparsi del taglio, aveva alzato lo sguardo verso Barton 'Hai visto, come ti ho fatto perdere la testa, un'altra volta?'.
A quelle parole, il Falco si gettò verso di lei, di nuovo, come una furia scatenata!
Rogers - Capitan America di nome e di fatto, ragazzo centenario potenziato di Brooklyn che lottava con uno scudo stelle e strisce fatto in vibranio - fu più lesto: lo bloccò all'istante, sovrapponendosi fisicamente tra il collega e la ragazza 'Calmati, basta, falla finita', mentre Bruce accorreva, con le salviette di carta a disposizione sul tavolo della colazione, provando a bloccare l'emorragia.
Il principe, allibito dalla scena ed in silenzio, si era avvicinato, per aiutare.
'Thor, prendila in braccio e portala subito in infermeria, è scalza e qui è pieno di pezzi di ceramica...Bruce, dai un'occhiata a quella ferita...Clint, rimettiti al tuo posto...' Rogers diede a tutti un ordine.
Mentre il biondo la alzava da terra, come fosse una piuma, Barton tornò alla sua postazione di pilotaggio dell'aereo e strinse fortissimo la cloche.
Tony, ammutolito, si girò e vide che il corpo di Occhio di Falco era attraversato da un attacco di brividi di rabbia. Pensò fosse meglio continuare a governare il velivolo da solo, per dargli il tempo di sbollire.
Steve, nel frattempo, stava provando a togliere le schegge della tazza da terra e ripulire il più possibile. 'Clint, che succede? A momenti l'ammazzi...' cercava di capire.
L'arciere rimase muto per un po'. Poi gli rispose 'Non sono affari vostri'.
'Sì che lo sono, siamo in missione insieme e chiusi da ore in aereo e soprattutto questa storia non va, è dall'inizio che ce l'hai con lei...non ti piace, cavoli tuoi, fattene una ragione e lasciacene fuori! Ieri ti ho sentito mentre ti sei rivolto a Erin con delle parole così volgari da far schifo...e l'hai pure minacciata! Guarda poi che hai combinato! Che diavolo ti piglia?!' Stark rispose per le rime.
'Barton, quello che è uscito dalla tua bocca, davanti a tutti, è stato così pesante che adesso si vuole vendicare, ti vuole far esaurire...se fossi in lei farei pure peggio, visto come continui a trattarla' Rogers si era scocciato, davvero 'siamo stufi dei vostri litigi continui, non ci divertono affatto e tu sei meno divertente del solito, se mai lo sei stato...quando Fury mi ha comunicato che la Murphy avrebbe preso il posto di Nat ho pensato che non mi avresti creato problemi, nella gestione della sostituzione; eri diventato tranquillo, pacato, l'Avenger meno instabile. Avrei preferito contare su di te, dopo quello che è successo a Romanoff, non averti come nemico'.
'Hai fatto rivivere il caratteraccio del primo Occhio di Falco che abbiamo conosciuto anni fa, purtroppo: dimmi la verità, hai ripreso ad avere i soliti incubi ricorrenti?' domandò Stark.
'Sì...' fu la prima parola tranquilla che Clint pronunciò, iniziando di seguito con la solita litania che già conoscevano 'quella donna mi innervosisce, la detesto'.
'Regolati, per il futuro; sennò vi sbattero' io fuori dalla squadra, tutti e due'. Steve lo disse in tono grave. Nessuno replicò.
***
Thor sedeva accanto alla Murphy, preoccupato, mentre Banner tagliava il filo dell'ultima sutura.
'Spero di aver fatto un bel lavoro, e che la cicatrice dei punti si veda poco. Il filo è idrorepellente, e potrai farti persino la doccia. Per la miseria, un danno del genere sul tuo viso così bello...ma che volevi fare? Ti è andata pure bene, vista la forza che ha messo il Falco nello schiaffo'. Bruce aveva fatto del suo meglio, il taglio era profondo e in una parte del volto irrorata da molti vasi sanguigni.
'Non dovevi provocarlo, lo sapevi che avrebbe reagito, fa così con te da sempre' il biondo si riferì a Barton, mentre le carezzava la mano, affettuoso. Avevano legato moltissimo da quando si erano conosciuti; lei era bella, gentile e molto spiritosa, c'era sempre un argomento di conversazione interessante da sviscerare. Lo considerava un ragazzo normale, ed anche quando gli chiedeva di Asgard lo faceva serenamente, senza la curiosità morbosa di molti.
Gli altri Avengers per lui erano un mistero, molto distanti; Bruce con i suoi studi e le mille paure del suo alter ego con cui aveva difficoltà di convivenza, Tony col suo caratteraccio e la sua vita strampalata. Steve era quello con cui si trovava meglio, spesso si allenavano insieme, ma al di là del lavoro non avevano molto in comune. Il Falco e Natasha Romanoff detta Vedova Nera - ex agente del KGB e spia - erano talmente uniti da aver spesso escluso il gruppo, dai loro discorsi, e con il loro atteggiamento. Almeno Nat era simpatica, disponibile al confronto ed alla battuta. Invece Clint era chiuso come un riccio, scontroso, serio alla morte su ogni argomento, il massimo della professionalità. Perfino Rogers al suo confronto era sciolto e, per un ghiacciolo come lui, era un paradosso.
Da quando Romanoff si era infortunata, Barton, rimasto solo, era ancora più ombroso.
In occasione di una missione nelle Filippine, Natasha si era rotta il bacino ed era stata sottoposta ad un intervento chirurgico, di mera routine, ma la riabilitazione sarebbe stata lunga e dolorosa, l'avrebbe svolta fuori dall'Agenzia chiamata S.H.I.E.L.D., a cui gli Avengers facevano capo.
Morale: Nick Fury - il Direttore dell'organizzazione - aveva ritenuto di affiancare proprio agli Avengers un sesto elemento, al posto di Vedova Nera; a suo avviso dovevano essere almeno in sei, di cui una donna. La sua idea era cercare una persona che potesse accostarsi soprattutto a Clint: qualcuno come lui, terrestre, midgardiana, senza poteri e armature.
Il Direttore aveva letto decine di curricula di agenti operative donne del massimo livello. Addirittura, quando si era saputo che cercava una sostituzione di Romanoff, tutte le agenti lo avevano tampinato per farsi assegnare quel posto, ma senza successo, visto il caratteraccio e l'asocialità del capo dello S.H.I.E.L.D....lavorare con gli Avengers sarebbe stato il massimo, professionalmente e personalmente.
Avevano tormentato il Direttore. Tranne una, Erin Murphy. Non era questo il motivo della scelta di Fury, era solo lo stato di servizio e la professionalità, ma non guastava che non avesse velleità particolari di incontrare gli Avengers.
Thor ancora ricordava il pandemonio scoppiato durante la riunione in cui l'aveva conosciuta.
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