57
Non vedo l'ora di aprire la porta di casa e fiondarmi tra le sue braccia. Spero sia tornato dallo studio di registrazione, spero mi stia aspettando perché ho davvero bisogno di lui. È stata una giornata pesante, i bambini erano irrequieti e la riunione non è stata semplice con Julian che continuava a ribattere ad ogni mia affermazione. Questo però, è meglio che Louis non lo sappia o potrebbe giungere a conclusioni errate.
Faccio scattare la serratura e appena spalanco l'uscio lo vedo. È seduto, guarda la tv e sorrido appena saluto ed i suoi occhi si spostano sui miei.
Ma non c'è entusiasmo da parte sua, non è il solito Louis e il mio sorriso, veloce come è arrivato, se ne va.
Si passa una mano sul volto, ricambiando debolmente e continua a fissare la tv. Sembra provato e scostante. Non dico di più, mi siedo accanto a lui e da qui posso vedere le venature rosse degli occhi che mi suggeriscono una sola cosa: ha pianto.
Continua a non guardarmi in viso e non voglio forzare la situazione. Intreccio le dita con le sue, e dato che non si sottrae al mio tocco, poso il capo sulla sua spalla prima di baciargli il braccio da sopra la lana del maglioncino attillato che indossa. Continuo, vado verso le spalle e il collo, fino ad arrivare alla sua guancia . Chiude gli occhi, sospira pesantemente e mi blocco con la paura di aver esagerato.
Odio vederlo in questo stato, odio non poterlo aiutare.
Stringe più forte la mia mano e questo basta per capire che posso far di più. Sfilo le scarpe e mi sporgo per arrivare davanti a lui, sedendomi quasi a cavalcioni. Gli bacio le rughe accentuate della fronte che si distendono, gli bacio la pelle tra le sopracciglia e poi il naso e poi le labbra. Un semplice e leggero contatto a cui spalanca gli occhi e quell'azzurro così perso di suo, si perde adesso in me. Lascia che lo analizzi, lascia che lo veda senza difese, lascia che, qualunque sia la ferita, io mi prenda cura di lui. Ri-unisco le labbra, stavolta qualche secondo più a lungo e gli sorrido appena mi allontano, gli sorrido perché voglio sappia che sono qui. Sto lottando disperatamente per riportarlo da me e dal modo in cui ora si concentra su di me, sembra che io ci stia riuscendo.
"El.."
sussurra con la voce di chi ha pianto per un po'. Mi si stringe il cuore ma ho bisogno di capire prima di tutto.
"Sono qui"
Annuisce, senza smettere di guardarmi ed aumentando il contatto tra la mia mano e la sua guancia.
"Ti amo"
Lo dico senza paura, senza tentennamenti, a fior di labbra, delle sue. In men che non si dica le lacrime si affacciano e quell'oceano è sempre più torbido, come se fosse in tempesta.
"Sh, va tutto bene. Sono qui"
Lo stringo forte e lui nasconde il viso nell'incavo del mio collo, inspirando ampiamente il mio profumo.
"L'ho chiamata"
Sussurra ma riesco a sentirlo, riesco a farlo anche se si nasconde ai miei occhi, stringendomi di più.
"L'ho chiamata e..hanno disattivato la scheda. Non c'è più la sua segreteria, e..non esiste più"
Il significato delle sue parole mi colpisce in pieno. Sono costretta a trattenere io stessa le lacrime, perché ha bisogno di me adesso, ha bisogno che io sia forte anche per lui.
Lo tengo tra le braccia anche quando soffoca un singhiozzo, quando le sue mani, disperate, arpionano la mia maglia in cerca di un appiglio.
Non ho parole che possano lenire il suo dolore, non ho modo di portarlo via perché se potessi lo farei eccome. Posso solo aspettare che passi e sostenerlo mentre si sfoga.
Il suo cellulare è a terra, in un angolo della stanza. Probabilmente lo schermo è rotto, probabilmente lo ha scagliato con troppa forza. Non importa, ne ricompreremo un altro. Ha perso l'unica connessione che gli restava e non poter più sentire la sua voce lo ha destabilizzato. Ha cancellato l'effimera illusione che lei ci fosse ancora. Lontana ma presente.
Sembra essersi calmato, le sue mani stringono meno, il suo respiro è meno pesante, ma non mi guarda in viso.
Aspetto che si senta pronto per incontrare i miei occhi e appena lo fa, porto via le tracce delle lacrime con i pollici, unisco le nostre labbra e mi assicuro che lui non si senta solo.
"Sono qui"
Lo ripeto con la speranza che possa essergli d'aiuto. Poso di nuovo le labbra sulle sue e resto a un palmo dal suo viso, sfiorando il suo naso col mio, la sua pelle con le mie labbra.
"Che ne dici di un bagno rilassante adesso?"
È l'unica cosa che mi viene in mente per cercare di farlo stare meglio.
"Poi ci beviamo una cioccolata calda insieme e poi magari mi insegni a giocare con la PlayStation?"
Voglio solo che sorrida, che mi prenda in giro come fa sempre. Invece scuote la testa, non c'è nessuna traccia di sereno in quell'azzurro ed io non so come riportarlo da me.
"Possiamo rimanere qui, così?"
Sussurra e non mi guarda più in viso. Non rispondo, lo abbraccio e basta, accarezzandogli i capelli, il collo e le spalle. Spero che questo basti per alleviare un po' della sua pena. Gli bacio la guancia ricoperta di barba, gli ripeto tante volte che lo amo e lui ascolta in silenzio, stringendomi a sè e basta.
Non so quanto tempo sia passato prima che si scosti e ricerchi le mie labbra.
"Mi dispiace"
Non capisco di cosa dovrebbe dispiacersi , sono felice non si sia nascosto, si sia mostrato in questo modo, debole, distrutto ma vero, si sia aperto e soprattutto che l'abbia fatto con me.
"Va tutto bene"
Mi guarda negli occhi, come a sincerarsi che non stia mentendo. Così lo ripeto finché non sembra crederci e finalmente mi accarezza il viso, mi bacia sulla fronte ed è di nuovo lui.
"Eloise ti amo così tanto"
Il mio cuore salta un battito perché non me l'ha mai detto con tutta questa intensità.
"Anche io, anche io"
"Mi dispiace"
"Sh, non devi dire niente. Sono qui anche per questo."
Il campanello suona per due volte di seguito e credo di sapere chi sia. Solo lui ha questo tocco.
"Vado io, credo sia Jamie"
Annuisce, spostando le braccia per permettermi di allontanarmi da lui.
"Vado a fare un bagno"
"Okay"
Il campanello suona ancora e mi affretto ad aprire, dopo avergli lasciato un bacio.
Il biondo si fionda all'interno appena spalanco l'uscio.
"Ciao anche a te Jamie"
"Ci hai messo un anno! Che diavolo stavate facendo voi due?!"
Si siede con le gambe aperte e completamente steso sul divano.
"Stavamo parlando"
"Adesso si dice così?"
Sorride sornione ma la mia espressione gli fa capire che non è come pensa.
"È successo qualcosa?"
Non so se dirglielo, mi sento come se stessi tradendo Louis e il mio amico nota tutta la mia titubanza.
"Avete litigato?"
"No, no"
Scuoto la testa sedendomi sul tavolino in vetro davanti a lui.
"Hanno disattivato la scheda telefonica di Johanna e anche la sua segreteria è andata..perduta"
Lo sguardo cade sul suo telefono ancora sul pavimento e sospiro.
"E tu?"
"E io..spero di essere abbastanza per lui, Jamie"
Abbasso le palpebre per evitare che le lacrime, che sento arrivare , escano.
"Bimba"
Percepisco Jamie inginocchiarsi davanti a me e le sue mani sul mio viso.
"Bimba guardami"
Lo faccio ma non ricambio il mezzo sorriso.
"Tu sei più che abbastanza per lui. Fidati di me"
"Non è facile"
Controllo che non stia arrivando prima di riportare lo sguardo nel suo.
"A te non sono mai piaciute le cose facili, Bimba"
Ha ragione ed è una delle frasi che lui e Grace mi hanno ripetuto spesso, insieme a Gregg. Sorrido appena e nonostante cerchi di convincerlo a rimanere, decide di andare via.
"Tornerò con più calma, quando starà meglio" mi bacia la fronte stringendomi appena, "prenditi cura di lui bimba"
Annuisco, allungando un po' di più il tempo dell'abbraccio di cui avevo bisogno.
Louis fa capolino solo diversi minuti dopo.
"Cosa stavi facendo?"
"È già andato via?"
Parliamo all'unisono e rispondiamo all'unisono, per poi ridere entrambi.
"Si poco fa"
"Una doccia veloce"
Improvvisamente ho un'idea e mi avvicino, portando le braccia al suo collo.
"Ti fidi di me?"
Mi guarda perplesso.
"Si, perché?"
Sorrido soddisfatta.
"Perché adesso.." mi scosto, indietreggio fino a recuperare le chiavi della mia macchina e farle oscillare davanti al mio viso "..andremo a fare un giro in macchina e guido io!"
La sua espressione è eloquente.
"Ah, ah, ah! Mi avevi detto che ti piace il rischio, ti rimangi la parola?"
"No, ma tengo alla mia vita e alla tua"
Sollevo gli occhi al cielo prima di iniziare ad uscire, accertandomi che mi stia seguendo.
"Quante storie. Non guido male!"
"Non vuoi prendere la mia?"
Scuoto la testa. Qualsiasi cosa accada alla mia macchina, è pur sempre la mia macchina.
"Non credo di arrivare ai pedali"
Ride divertito e sono felice di sentire questo suono.
"Poi penserebbero che il tuo Range Rover stiamo andando da solo, non mi vedono da fuori no?"
Prima che possa salire in auto, mi agguanta e mi bacia. Non parla, ha capito perfettamente ciò che sto facendo e so che per lui conta tanto. Me lo dicono i suoi occhi.
"Ti amo"
Non gli dico nient'altro e non importa se non risponde, perché il suo sguardo dice tutto.
Guido lentamente nel traffico londinese, con la musica che ci accompagna ed io che canticchio. Louis si rilassa piano piano e poi ride ai miei racconti, alle mie battute e ride sempre più forte, ride quasi spensierato finché non siamo fermi al semaforo rosso e mi volto, incontrando il suo sguardo così intenso.
"Che c'è?"
Scuote la testa e continua a fissarmi senza parlare, con quel sorriso mezzo divertito sul viso.
Riparto per un altro giro senza meta finché il suo telefono squilla e decido di imboccare la strada per casa.
"Stiamo arrivando. No, stiamo arrivando ma non fate casino"
Non so con chi stia parlando ma sembra preoccupato che chiunque sia possa combinare qualcosa. Continua a tenere la chiamata aperta e ripete più volte il nome di Niall, facendomi capire di chi si tratta. Appena scendiamo dall'auto, non mi aspetta come suo solito ma mi precede e intima ad un Niall ed un Harry su di giri, di fare più piano.
"Eloise!"
Il riccio urla il mio nome, avvicinandosi e stringendomi in un abbraccio troppo forte.
"Ciao anche a te, Harry. Potresti non uccidermi?"
Mi mette giù e noto immediatamente i suoi occhi lucidi ed il sorriso esageratamente ampio: ha bevuto.
"Okay, dove eravate?"
Entrano, accomodandosi sul divano che occupano completamente da soli.
"Da Niall. Che mi ha costretto a bere tante birre"
"Sei stato tu, mica ti ho minacciato"
Il biondo non è messo meglio di lui, a quanto pare.
"E siamo venuti qui perché ho bisogno di recuperare un po' di lucidità prima di tornare da Grace"
"Adesso vi preparo un bel caffè"
Prima che possa voltarmi, Harry è di nuovo in piedi e mi sta abbracciando.
La sua guancia sulla mia spalla nonostante debba abbassarsi oltremisura per arrivarci.
"Ti voglio bene, Eloise. Come farei senza di te?"
"Di cosa hai paura Harry?"
La voce di Louis sovrasta la mia risposta e il sorrisino furbo che ha sul viso non prospetta nulla di buono, ma fa si che il riccio si sieda di nuovo permettendomi di preparare il caffè di cui hanno bisogno.
"Di niente"
"Secondo me aveva paura di tornare da lei"
Niall schiva appena in tempo la spallata di Harry.
"Magari avrebbe apprezzato la tua performance, Styles. O avevi paura di fare cilecca?"
Louis e Niall sghignazzano, Harry invece cerca di difendersi come meglio può.
"Io non faccio mai cilecca, a contrario tuo Louis"
Prima che il diretto interessato possa rispondere, Niall mi richiama.
"Eloise, Louis fa cilecca?"
Avvampo alla sua richiesta, nascondendo il viso tra le mani e per fortuna ci pensa il mio ragazzo a togliermi dall'imbarazzo.
"Niall anche meno!"
Il clima divertito e disteso che si è creato mi piace. Mi piace perché Louis è distratto e non ha più quel cipiglio preoccupato, mi piace perché loro sanno meglio di me come farlo stare bene. Mi piace perché Harry brillo è esilarante tanto quanto la risata contagiosa di Niall che riempie l'aria ogni volta che Louis apre bocca.
Ed improvvisamente mi viene un'idea.
"Rimanete a cena? Chiamo Grace e Jamie e stiamo tutti insieme"
Guardo Louis, come a chiedergli un consenso che in realtà ha già dato appena ho aperto bocca.
"Okay ma prima quel caffè"
Scuoto la testa sollevando gli occhi al cielo alle parole di Harry e aspetto che Niall risponda.
"Credi sia una buona idea? Insomma, non so se quel caffè potrà farmi davvero effetto"
"Assolutamente si. E niente birra per voi due stasera!"
"Ma non c'è gusto!"
Non so se sia il colore dei capelli, ma il biondo seduto sul mio divano sembra proprio Jamie in questo momento.
"Niall, non ti darò da bere"
"Nemmeno se ti abbracciassi?"
Noto l'espressione di Louis e anziché rispondere, rido di cuore.
"Provaci e vedi cosa ti succede"
Un'ora più tardi e diverse telefonate, la nostra cucina è piacevolmente invasa dai nostri amici e il sorriso del mio ragazzo conferma che è stata la cosa più giusta che potessi fare.
Mya gioca con i suoi capelli, ma a lui non sembra dare fastidio. Anzi, le fa il solletico ed io non riesco a staccare loro gli occhi di dosso.
Harry tiene stretta Grace sul suo petto, le accarezza i capelli e nonostante credo che lo stia facendo per farsi perdonare della svista di oggi, è bello vederli in questo modo. È bello perché gli occhi della mia amica hanno una luce che compare solo quando si tratta di Harry.
"Bimba, a che pensi?"
Poso il capo sulla spalla di Jamie e continuo a guardare lo spettacolo che ho davanti. Niall ride a crepapelle a qualcosa che Louis ha detto, contagiando anche Grace ed Harry, Mya invece è totalmente concentrata sui bottoni della maglia di Louis che si premura di tenerla sulle sue gambe.
"Che tutto questo è..perfetto"
Lo è davvero e non so come sia potuto succedere, ma mi ritengo estremamente fortunata.
"Jamie?"
"Mh?"
Il mio amico troppo silenzioso per essere lui, sa che sto per fargli la stessa domanda a cui non ha saputo rispondere per mesi. A quanto pare, adesso, una risposta la ha.
"Lily o Mat?"
Quel sorriso sul suo viso, non può che essere opera di una delle due o meglio di una in particolare. Lei.
"Come l'hai capito?"
"Sei finalmente tu. Senza nuvole, senza altri pensieri e quel che mi hai detto al telefono, prima mi ha fatto capire. Ma non sono sicura del chi"
Le labbra si piegano all'insù ancor di più, e accarezzano quel nome, quell'unico nome che da ora in poi uscirà dalle sue labbra.
"Mat"
Lo sapevo. L'ho capito dal primo momento in cui li ho visti insieme.
"Sei felice?"
Annuisce, lasciandomi un bacio sul capo e lo abbraccio.
"Io lo sono per te"
"Ed io?"
Grace sorride, unendosi a noi, sotto lo sguardo vigile di Harry che non la molla un attimo.
"Sta cercando di capire se te la sei presa o meno?"
Rido con lei sottovoce, mentre Jamie si allontana per rubare Mya a Louis e coccolarsela un po'.
"Dovremmo farlo più spesso, Grace"
"Una cena?"
"Questa cena. Facciamolo diventare un rito. Un nostro appuntamento fisso. Ogni venerdì"
Sono certa che il mio viso esprima l'entusiasmo che provo per l' idea appena avuta.
"Io ci sto"
Il suo sorriso si amplia quando due braccia mi stringono e sento il suo petto aderire alla mia schiena.
"Cosa state architettando?"
"Un appuntamento fisso. Con tutti, ogni venerdì. Che ne dici?"
Sollevo il capo per incontrare il suo sguardo.
"Dico che ci sto anche io, piccola"
Amo il modo in cui lo pronuncia, amo il modo in cui posa le labbra sulla mia guancia e amo il modo in cui mi guarda ora che è sereno. Mi volto e lo bacio noncurante dei fischi di approvazione di Jamie e Niall che coprono con le mani gli occhi di Mya.
Mi stringo più a lui che ride divertito, prima di voltarmi dagli altri ed esclamare: "Allora, tutti a cena!"
E mentre prendiamo posto, so che non cambierei proprio niente.
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Is my imagination?
Is it something that I'm taking?
All the smiles that I'm faking
Everything is great
Everything is f* great
Totally obsessed.
Mi avete persa, mi ritrovate a suonare la batteria come se non ci fosse un domani e nel frattempo, pure un violino.
A voi è piaciuta Miss You?
Lou😍🤤
Tornando al capitolo, Louis è triste ma Eloise e i loro amici hanno sempre un modo per far splendere di nuovo il sole. Perché è questo che fanno i veri amici, no? Ti aiutano a sorridere anche quando non ne hai voglia.
Spero vi sia piaciuto, al prossimo.
Luisa ❤️
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