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"È proprio quando si crede che sia tutto finito,
che tutto comincia."
-Daniel Pennac
"Eloise ho bisogno che mi accompagni ad una cena stasera, per favore"
La voce della mia amica arriva squillante dall'altra parte del telefono.
"Sera? Sono già le sei Grace, è già sera ed io sono ancora per strada"
Ho appena terminato l'ultimo corso di aggiornamento del mese di Maggio e nonostante la pioggia, oggi ho deciso di uscire a piedi. Mi piace camminare quando piove perché i marciapiedi sono meno affollati, mi piace il rumore della pioggia che batte sull'ombrello. D'altronde trattandosi di Londra, non poteva essere altrimenti.
"Hai esattamente due ore prima di portare te stessa a casa mia. Non puoi abbandonarmi"
"Non può accompagnarti Harry?"
"No ha un impegno. Non puoi darmi buca"
Mi perdo ad osservare un padre che passeggia con sua figlia tenendola per mano. Lei ha il suo piccolo ombrello e parlano, parlano come se ciò che hanno da dire sia la cosa più importante al mondo.
"El?"
"Si, scusa. Per che ora mi hai detto?"
"Tra due ore. Ah, vestiti bene mi raccomando"
"Tu mi spaventi. Anzi mi spaventa più la mia incapacità nel dirti di no. A più tardi, Gracy "
Ho poco tempo e per ottimizzare salgo le scale mentre decido cosa indossare. Saluto ma Gregg non è in casa quindi non ricevo nessuna risposta.
Sono un po' nervosa, devo ammetterlo. Non so chi ci sia, non conosco nessuno a quella che credo sia una festa di lavoro. Effettivamente non le ho chiesto nessun dettaglio al riguardo.
Spalanco l'armadio sedendomi sul letto per recuperare un attimo le forze e passo in rassegna i vestiti appesi. Quello nero con le maniche a tre quarti, credo possa andare bene nonostante la schiena scoperta. Sto ancora valutando quando il display del telefono che ho lanciato sul cuscino, si illumina segnando l'arrivo un messaggio.
'Cambio di programma. Dovresti arrivare tra un'ora e tre quarti'
Il mio tempo si sta decisamente assottigliando e dovrò correre per riuscire ad esser pronta in tempo. Afferro il vestito dalla gruccia prima di rinchiudermi in bagno per almeno un'ora. Posso sfruttare i restanti tre quarti d'ora per truccarmi. Non sono mai stata tanto brava, non mi ci sono mai realmente applicata, ma ultimamente ho scoperto quanto mi piaccia l'effetto dell'eye-liner sui miei occhi e quanto tempo porti via riuscire ad ottenere una riga alquanto dritta.
L'orologio posizionato sopra il letto segna che mancano esattamente 10minuti e qualche secondo e incredibilmente sono pronta. Un po' di profumo, gli orecchini, il rossetto rosso Lancôme , costatomi un occhio della testa ma vale tutti i soldi spesi, e posso uscire.
Il telefono vibra ancora e il nome di Grace invade lo schermo come il suo sorriso. Mi piace questa foto, è legata ad un momento felice per entrambe e lo si può leggere nei nostri occhi. In genere non abbiamo foto insieme perché il tempo vola e non ci ricordiamo di aprire la fotocamera e interrompere così le nostre infinite chiacchierate. I nostri momenti sono momenti di qualità e non sentiamo il bisogno di imprimerli in un fotogramma. A parte quel giorno.
Eravamo al concerto dei ragazzi , con delle maglie terribili che Jamie ci ha costrette ad indossare eppure eravamo le persone più felici del mondo perché per quegli attimi in cui eravamo un tutt'uno con la folla, non esistevano i problemi, non esisteva nient'altro se non noi, le parole delle canzoni ormai impresse nella memoria e loro.
Chiudo la porta alle mie spalle, abbandonando quel ricordo che ancora mi fa sorridere.
"Dove sei?"
Sta bisbigliando e anche se non ne capisco il perché, so che lo scoprirò molto presto.
"Sto arrivando, attraverso la strada e sono da te"
"Sali su, mi raccomando"
Oggi si raccomanda troppe cose, a quanto pare.
La porta è socchiusa, tutto è buio dentro ma entro lo stesso mentre la chiamo a gran voce.
"Sorpresa!"
La luce si accende rivelando la mia amica con Harry, Jamie, Louis e perfino Gregg. Li osservo confusa e solo in un secondo momento noto la torta con le candeline che Grace tiene tra le mani.
"Ieri hai festeggiato con la tua dolce metà, per cui dovevamo recuperare "
Un sorriso nasce spontaneo e ampio sul mio viso alle sue parole, che mi permettono dimenticare tutte le perplessità sulla presenza di mio fratello. Il fatto che sia a distanza di sicurezza da Grace è segno che un patto è stato fatto. O forse è solo a causa di Harry e delle sue mani che devono toccarla per forza a ribadire il fatto che sia sua. Non si allontana neppure per farmi gli auguri.
"Styles, non evapora"
Mi piace punzecchiarlo perché so che con me non se la prenderà. Un sorriso furbo compare sul suo viso ma il suo sguardo è serio. Sono certa ci tenga a far sapere a Gregg quanto lo odi, ma so anche che si sta trattenendo per non rovinare la serata e lo apprezzo davvero tanto.
Apprezzo meno Jamie che tira le mie orecchie mentre conta fino al numero 25.
"Era proprio necessario? I miei lobi sono in fiamme."
La delicatezza non è mai stata il suo forte.
"Fai 25 anni solo una volta"
Il mio amico sorride sornione, ama ricordare il fatto che io stia invecchiando. Sono felice però che loro siano qui, sono felice di questa festa inaspettata, sono felice e basta.
I miei occhi cadono su Louis che si trova accanto al biondo e si avvicina. Non riesco a staccare lo sguardo, forse è la capigliatura portata all'indietro come piace a me o la giacca nera che indossa a renderlo irresistibile e appena realizzo tutto ciò, so che c'è lo zampino di Grace. Lei sa come lo preferisco. Prima che possa dire qualsiasi cosa esordisce con una frase alquanto singolare.
"L'ho promesso a Grace"
Non riesco ad apprenderne appieno il significato prima che prema, a lungo, le sue labbra sulla guancia mandando a fuoco la mia pelle, tra le risate dei presenti.
"Non si laverà più la faccia dopo questa"
Totalmente imbarazzata, fulmino mio fratello che continua divertito.
"Con te facciamo i conti dopo!"
Ride anche Louis , che adesso tiene solo la mia mano ma quando incrocio i suoi occhi capisco che qualcosa non va e senza rendermi conto di ciò che sto facendo, parlo. Parlo senza pensare al fatto che non siamo soli, che i presenti ci stanno osservando e stanno ascoltando.
"Stai bene?"
Appare colpito, ma nasconde il tutto con un sorriso spento ed io lo so che non è questo il modo in cui dispiega le labbra quando è felice, è come se lo conosca. Svia il discorso riportando l'attenzione su di me.
"Grace voleva legarmi e imbavagliarmi, dentro uno scatolone. Nudo"
Sottolinea l'ultima parola ed io corro a guardare la mia amica che mi restituisce uno sguardo colpevole ed avvampo violentemente.
"Sono gli ormoni, Louis. Era per lei il siparietto"
"Certo, farò finta di crederci"
Questa sarà la serata più imbarazzante della mia vita, me lo sento.
Mi accorgo solo adesso dei grandi palloncini glitterati posizionati vicino al tavolo e mi piacciono da morire.
"Festeggiata, prima di sederci a tavola, dovrai sostenere una prova"
Chiedo pietà con lo sguardo ma nessuno sembra averne per me. Se Louis non fosse stato qui sarei stata più tranquilla, ma è accanto a me e questo non aiuta a dimenticarne la presenza.
"Dovrai cantare"
"No, nemmeno per sogno" rifiuto categoricamente. "Vado via dalla festa piuttosto"
"Neanche un pezzetto per me?"
Gli occhi dolci della mia amica non mi faranno cedere.
"Magari dopo qualche bicchiere ci riuscirà"
Non so come dovrei sentirmi al riguardo ma rido alle parole di Louis. Probabilmente ricorderà per sempre la mia mezza sbronza quella sera in terrazza, ma stasera mi ha salvata ed è per questo che gli sorrido riconoscente, senza far caso alla mano che ha posato sulla mia spalla e che allontana solo per sedersi di fronte a me.
Oltre che imbarazzante, credo sarà una serata impegnativa.
Il clima è sereno nonostante Gregg rischi la vita ogni attimo in cui risponde alle battute di Grace ed Harry stia per circondarla con del filo spinato per renderla inaccessibile. È divertente in realtà, e credo Jamie concordi con me , visto il sorriso sul suo volto. Concedo loro anche le prese in giro per la mia guida spericolata e le buffe figuracce nelle poche volte in cui usciamo.
Qualcosa, però, stona in tutto ciò. Ed è il silenzio di Louis. È strano. Non è il ragazzo con cui ho parlato qualche volta, non è quello spigliato che cerca di mettermi in imbarazzo, non è neppure quello irritante con cui ho discusso a proposito di Daniel l'ultima volta. Forse è a causa di questo che non parla e prima ha dovuto farlo. Forse non voleva nemmeno venire qui e l'ha fatto solo per non dire no ad Harry e Grace.
Corro a guardarlo e mi accorgo che i suoi occhi sono già su di me. Non sorride, nessun cenno, mi guarda e basta. Come se mi stesse studiando.
Mi sento a disagio, mi sento in colpa. Forse sono stata troppo dura nei suoi confronti. Forse non avevo il diritto di prendermela così l'altro giorno.
Continuo a mangiare, ma adesso, non ho poi più tanto appetito. Riprendo il filo del discorso di Jamie e vorrei ridere ma incontro di nuovo il suo sguardo serio e mi ritrovo a cercare delle risposte che probabilmente non mi appartengono. Con questa consapevolezza non lo guardo più, anche se so che lui invece continua a fissarmi finché non si alza, esce in terrazza facendo aumentare il mio disagio e soprattutto la mia perplessità. Cerco di capire se qualcuno sappia cosa gli stia succedendo perché io so che c'è qualcosa che non va, ma non sembrano sorpresi dal suo comportamento.
Non riesco a restare ancora qui, seduta a questo tavolo, e quando stanno parlando d'altro, sgattaiolo via e lo raggiungo.
I gomiti sono sulla ringhiera e ha una sigaretta tra le mani. Si volta appena quando apro la portafinestra, rilasciando una lunga scia bianca.
"Vuoi della torta?"
È la prima cosa che mi è venuta in mente e se non si fosse voltato troppo velocemente per esserne sicura, potrei dire che i suoi occhi siano rossi.
"No, grazie"
Non aggiunge altro, anzi ignora la mia presenza lasciandomi sulle spine.
Mi avvicino , perché voglio che mi guardi in faccia mentre parla.
"Ho sbagliato qualcosa?"
"Non ce l'ho con te, Eloise"
Non lo fa comunque, continua a fissare il vuoto davanti a se, aspirando più forte dalla sigaretta. Non so perché gliel'ho chiesto , non so perché senta il bisogno di sapere ma so solo che voglio vedere il suo sorriso. Finalmente mi guarda e nonostante quell'azzurro sia spento, gli occhi siano arrossati, mi sorride.
"Tu non sbagli mai nulla, El"
Ho peccato di egocentrismo nel credere che potesse essere colpa mia, infatti appena capisco che non ha che fare con me, mi allontano per rientrare dentro. Ma lui me lo impedisce, perché prima che possa fare un passo di più, parla facendo tremare le mie gambe.
"Mia madre ha la leucemia"
Un rumore sordo, un battito più veloce che sfugge al controllo.
Mi volto di scatto, cerco di formulare una frase ma mi ritrovo ad aprire la bocca senza emettere alcun suono, mentre lo guardo. Aspetta qualche minuto prima di voltarsi completamente verso di me e posso leggere tutto il dolore in quegli che mi sono sempre piaciuti, occhi che adesso raccontano una verità a lungo celata. Una verità che non vorrei conoscere.
"È ricoverata da due settimane"
Non faccio altro che guardarlo perché non riesco a dire nulla. Qualsiasi parola sarebbe inutile e forse è per questo che riesco a smuovere le gambe ed avvicinarmi a lui. Poso una mano sulla sua e la stringo, con la speranza che possa valere più di mille parole, parole che riesco a pronunciare solo diversi minuti più tardi.
"So che non servirà a niente e che è stupido, ma mi dispiace. Davvero"
Non ci riesco. Non riesco a trattenere le lacrime che si affacciano e mentre cerco di non piangere davanti a lui, ricambia la stretta.
"Grazie"
Adesso capisco i suoi silenzi stasera e mi sento così ridicola perché mi sono preoccupata per delle futilità quando stava solo cercando di non crollare.
"Da quanto..da quanto lo sai?"
"Gennaio"
La sua risposta mi spiazza. Sapeva già quella sera al compleanno di Harry ed adesso capisco perché tanta nostalgia nei suoi racconti. Lo sapeva già mentre rievocava momenti felici.
"Cosa dicono i medici?"
Spero capisca perché sto sussurrando, spero capisca che davanti a tutto ciò non riesco a rimanere impassibile, che ho bisogno di sentirmi dire che c'è ancora qualcosa da fare. Non riesco ad essere forte, a non lasciarmi schiacciare. Lui però non lo sa, lui non mi conosce e chissà che starà pensando nel vedermi così in pena per una persona che non ho mai incontrato.
"Le sue condizioni sono peggiorate. Le hanno dato qualche mese di vita"
Incasso il colpo, stringo più forte la ringhiera cercando di trovare un altro significato a parole che non possono essere fraintese.
Come si fa a prepararsi a una tragedia così grande? Come si fa a restare in piedi quando sai che la donna più importante della tua vita sta per lasciarti e tu non sei pronto? Non lo si è mai, ma a 26anni ancor meno. Immagino ciò che sta passando e mi manca il respiro. Non so cosa dirgli, non so come comportarmi perché anche l'ultima speranza a cui avrebbe potuto appigliarsi è stata spenta e questo è così ingiusto, così sbagliato.
"Posso abbracciarti?"
Non so se sia io o lui ad averne più bisogno in questo momento, ma annuisce e mi ritrovo a stringerlo in un abbraccio goffo ed imbarazzato, perché si tratta pur sempre di Louis ed io sono sempre Eloise. Vorrei tanto dirgli che andrà tutto bene, ma non credo di poterlo fare.
Le risate dall'interno sferzano il silenzio che si è creato e il nostro sguardo cade automaticamente li.
"Harry lo sa?"
"Non gliel'ho detto. Non ce l'ho fatta."
"Perché?"
Si accende la seconda sigaretta prima di rispondere.
"Guardalo." espira con un dolce sorriso triste sul viso "È felice. Sta attraversando il periodo più bello della sua vita.Non voglio rovinarlo."
Annuisco e posso capire il suo discorso. Ma non è giusto che si porti tutto il peso sulle spalle. A volte condividere, aiuta senza nemmeno saperlo.
"Posso fare qualcosa per te ?"
Vorrei davvero aiutarli, vorrei che questo fosse un incubo o uno scherzo di cattivissimo gusto.
Scuote la testa in dissenso e non faccio altre domande. Rimaniamo così a fissare i palazzi circostanti, le luci accendersi e spegnersi mentre alcune famiglie si riuniscono, altre si dividono ed io che sono ancora sconvolta cerco di assimilare e trovare una risposta al perché le persone ci debbano lasciare. Vorrei poterla trovare adesso per parlare con lui, per portare via un po' della sua pena.
"Is, vieni dentro? Jamie vuole scattare delle foto"
Mio fratello rompe la bolla in cui eravamo finito, rendendo tutto più reale. Appare preoccupato mentre mi osserva, probabilmente non sono riuscita a nascondere le emozioni contrastanti che provo.
"Un attimo e arrivo"
Sorrido per cercare di rassicurarlo o non andrà via da qui. Invece ho bisogno che lo faccia, perché non ho ancora detto una cosa a Louis.
Annuisce, scrutando il ragazzo al mio fianco che adesso gli da le spalle ed osserva il cielo.
"Ti piacciono le stelle?"
Si stupisce per la mia domanda, fuori luogo probabilmente.
"Un po'. Credo"
"Anche a me."
Lo guardo senza paura, lo osservo accarezzandone il profilo con gli occhi.
"Lou per qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno, io ci sono"
Sostengo il suo sguardo anche quando pianta i suoi occhi nei miei e sembra sollevato. O forse mi piace pensare lo sia, mi piace pensare che possa essere utile per lui saperlo.
Mi congedo con un sorriso, ma prima di aprire la portafinestra devo porgli una domanda che mi frulla in testa da quando ho capito che l'ha rivelato solo a me.
"Perché io?" chiedo voltandomi nuovamente ad incontrare quell'azzurro. È bello anche distrutto, anche sotto il peso del segreto che porta.
Un sorriso sorge spontaneo sul suo viso, facendo sorridere anche me.
"Perché sento che tu sappia tenere un segreto."
Buon pomeriggio!
È stato complicato scrivere questo capitolo perché ogni volta che lo rileggo sembra sbagliato. Avrei voluto aggiornare prima ma è stata una settimana difficile e non ci sono riuscita. Che dire, spero vi piaccia e al prossimo!
Luisa
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