48
Louis
Il campanello suona ininterrottamente da cinque minuti.
"Dannazione, chi è?!"
Nessuna risposta e sono costretto ad alzarmi, con tutta l'intenzione di cacciare in malo modo chiunque sia.
"Louis! Che diavolo stavi facendo?! Sono solo le nove e mezzo!"
Jamie irrompe nel mio appartamento senza tanti preamboli.
"Buongiorno anche a te. Dormivo Jamie, cosa dovrebbero fare le persone normali la mattina presto?"
"Non è presto. Eloise è già a lavoro, nonostante sia il 23, ed è normale"
Afferra una fetta di torta dal tavolo e la addenta.
"Mi mancava la sua cucina"
Sarebbe la mia colazione, ma non mi oppongo e la divido con lui.
"Che ci fai qui?"
"Niente"
Non è mai niente quando si tratta di Jamie.
"Devo fingere di crederci?"
"Non puoi fingere di essermi amico? Vieterò ad Eloise di frequentarti. Prima eri più simpatico. Dovreste dormire di più, anziché rotolare nel letto. Il tuo umore ne gioverebbe"
Se fossi certo che non usasse qualsiasi informazione per mettere in imbarazzo Eloise, gli direi che non è proprio rotolare quello che facciamo nel letto, ma preferisco tacere e lasciargli credere ciò che vuole.
"Okay questa è grave. Louis Tomlinson che non ribatte?"
"Non sono ancora sveglio Jamie"
"Quel sorrisino dice tutto. Vuoi parlarne? Mi farebbe un po' strano sinceramente quindi no, non dirmi nulla. Sai che una volta ci ho anche pensato che forse saremmo potuti andare a letto insieme? Io ed Eloise dico"
Per poco mi strozzo con la fetta di torta che ho appena addentato e lo fulmino con lo sguardo, mentre ride divertito.
"Sapevo che sarebbe successo ed è troppo divertente"
"Okay allora fai divertire anche me: perché sei qui Jamie? Lily o Mathilda?"
Sbuffa sollevando gli occhi al cielo, apparentemente scocciato.
"Volevo parlarne con Eloise, ma posso accontentarmi di te"
Continua a mangiare come se niente fosse, costringendomi a rimbeccarlo.
"Quindi?"
"Quindi credo che chiederò a Mathilda di andare da qualche parte insieme"
Aspetto che prosegua ma a quanto pare farlo parlare di se stesso è più difficile del previsto.
"E significa che...?"
"Niente. Ci faremmo un viaggio insieme"
"E Lily?"
"E Lily..è giusto che sia libera no?"
Non ne sembra convinto e credo che abbia bisogno di qualcuno che lo spinga verso le braccia di una o dell'altra. Quel qualcuno, però, non sarò io. Sceglierei sicuramente quella sbagliata.
"Credo tu debba parlarne con El, ma sappi che se hai voglia di viaggiare con Mathilda, dovresti lasciar andare Lily."
Il campanello suona senza dargli il tempo di replicare. Non ho idea di chi possa essere a quest'ora e men che meno mi sarei aspettato di trovare Briana e Freddie davanti alla porta.
"Ciao"
Entra come al solito e posa Freddie tra le mie braccia, prima ancora che possa dire qualcosa. Jamie la osserva con un'espressione abbastanza eloquente mentre, come al solito, inizia la sua lista di raccomandazioni che non ascolto. Fingo di farlo, ma non succede mai. Non vedo l'ora se ne vada, non la sopporto più.
"Mi hai sentita?"
"Certo. Ci vediamo domani"
Mi guarda spazientita.
"Più tardi Louis. Tornerò tra qualche ora a prendere Freddie."
Devo aver saltato qualche altro passaggio fondamentale. Chiederò a Jamie un riassunto veloce, magari.
"Si, giusto, più tardi. Okay"
Saluta il bambino che si è accoccolato tra le mie braccia, prima di andar via finalmente.
"Okay ometto, questo è Jamie"
"Lo zio Jamie. Quello super bello"
Mio figlio ride come se avesse capito veramente ciò che ha detto.
"Vedi? Gli sto simpatico"
"Ha detto qualcosa di importante?"
Scuote la testa divertito.
"Non l'hai ascoltata?"
"Non lo faccio mai. Sai che palle sennò"
"Eloise lo sa?"
Mi volto a guardarlo interrogativo.
"Cosa?"
"Che sarebbe passata di qua"
"No. Non lo sapevo neppure io"
Annuisce poco convinto e ho bisogno di mettere in chiaro delle cose.
"Non farei mai niente alle sue spalle, Jamie. Al contrario di ciò che pensate tutti. So che è difficile credermi, ma è così"
"Questo è sicuro. O scappa su Marte, perché verrei a cercarti anche sulla Luna. Il punto è che non è facile Louis. Sai meglio di me perché. "
"Lo so. Anche Gregg non punterebbe mezza moneta su di me. Per questo hanno litigato"
Sembra sorpreso, come se non lo sapesse.
"Non mi ha detto nulla. Puoi farmi un riassunto veloce?"
Gli racconto a grandi linee come è andata, anche se forse non spetta a me farlo.
"Quella testa di-"
Si blocca giusto in tempo e sorride a Freddie che si nasconde nell'incavo del mio collo.
"Capisco che voglia metterla in guardia"
Il biondo mi guarda deciso prima di rispondere.
"Si ma non è questo il modo corretto di farlo"
Annuisco, non posso fare niente per cambiare i fatti.
"Senti, che ne dici se andiamo a far un giro col campione? Tanto Eloise tornerà tardi"
"Tornerà tardi?"
Non ne sapevo niente e sinceramente speravo di poter passare la giornata con lei.
"Si e noi saremo qui giusto in tempo per Briana"
Guardo Freddie indeciso se accettare, ma alla fine annuisco. Farà bene anche a lui andare da qualche parte.
Eloise
È da stamattina che corro alla ricerca di tutto ciò che mi serve. Spunto la lista, che ancora è abbastanza lunga. Il telefono vibra e un messaggio di Jamie lampeggia sullo schermo.
'Tutto okay. Siamo ancora a casa mia, ma vuole venire a prenderti e tornare a casa'
Non è possibile perché la scuola è chiusa ed ho dovuto mentire per poter organizzare tutto in tempo.
'Trattienilo un altro po'. Ti devo 20 bigliettoni'
Non risponde a parole ma invia una foto che mi lascia a bocca aperta.
'Oh cazzo'
È tutto ciò che riesco a pensare in questo momento e so già che Jamie starà ridendo divertito. Devo sbrigarmi però, prima che davvero voglia tornare a casa.
Continuo a vagare per il piccolo negozio di candele, finché non trovo quelle adatte e le compro.
Mi rimane solo la pasticceria, la cena da asporto e preparare tutto il resto a casa, compreso il suo smoking.
Sto per voltare l'angolo quando mi ricordo che non ho ritirato il suo regalo. Dannazione!
Faccio retrofront fino ad arrivare davanti alla caffetteria e scorgere la figura del ragazzo con cui ho parlato qualche giorno fa.
Se Louis lo sapesse, credo che mi rimprovererebbe.
"Ciao Sebastian, come stai?"
Sorride, timido e felice come è sembrato le altre volte in cui ho potuto osservarlo oltre il vetro.
"Buonasera Eloise. Io bene e lei?"
"Ti prego, dammi del tu!"
Mi guarda imbarazzato, nonostante gliel'abbia già detto. Il caffè dove sono solita venire è proprio alle mie spalle ed è pieno come al solito.
"Va bene. Comunque è pronto. Ho anche comprato della carta regalo, spero non ti dispiaccia non vederlo"
Scuoto la testa, curiosa ma soddisfatta allo stesso tempo.
"Niente affatto. Ma non dovevi comprarla tu. Dimmi quanto ti devo"
Ho già intenzione di lasciargli di più rispetto a quanto mi chiederà. Se lo merita, oltre al fatto che vive di questo e non ha granché su cui contare. Protesta appena aggiungo venti dollari e cerca di ridarmeli, ma non se ne parla.
"Sebastian, te lo chiedo per favore. Accettalo come regalo di Natale."
Gli basteranno per mangiare qualche giorno e sono sollevata nel sapere che almeno per due giorni non abbia paura di patire fame e freddo. Un bellissimo sorriso si apre sul suo viso ed io mi sento sollevata.
"Grazie Eloise. Buon Natale. E buon Natale anche al ragazzo"
Indica il pacco che tengo tra le mani e con un cenno del capo lo saluto e scappo a casa. Sono già in ritardo.
Spero solo non sia rincasato e a quanto pare la fortuna è dalla mia parte quando la serratura scatta per ben due volte, segno che la casa è vuota. Jamie mi scrive che ne avranno per un altro po' a causa di Briana e per quanto voglia chiedere di più, non lo faccio. Niente e nessuno potrà rovinare questa serata.
Chiudo la porta alle mie spalle e dopo aver tirato un gran sospiro, per prima cosa nascondo il regalo nella stanza adibita a palestra. Non avrà il tempo di entrarci stasera ed è giusto così. Non voglio lo trovi da solo, voglio sia una sorpresa.
Le ore passano velocemente e sono quasi pronta quando il telefono squilla ed è lui che mi sta chiamando.
"Pronto?"
"El, dove sei?"
Sembra stanco, anche se la mia paura principale è che abbia scoperto la mia piccola bugia.
"A casa. Tu?"
"Sto arrivando. Un quarto d'ora e sono da te"
Dovrei farcela. È quasi tutto pronto, devo solo accendere le candele e mettere gli orecchini.
"Ti aspetto"
Non vedo l'ora di veder la sua faccia mentre si guarda attorno e legge il biglietto che ho posato sullo smoking che troverà sul divano.
Mi nascondo, voglio che mi veda solo dopo essersi preparato, e aspetto impaziente finché la porta si apre rivelando un Louis un po' provato.
"Elo-"
Il mio nome muore sulle sue labbra appena apre e c'è solo la luce soffusa delle candele che ho posizionato sui davanzali, sull'isola, sul mobile e sul tavolo. Si guarda intorno sorpreso e sorride alla vista del tavolo apparecchiato con una tovaglia bianca e una candela tra i nostri piatti. Sorride ancora di più quando si avvicina al completo e legge il foglio di carta, anch'esso bianco.
"Faccio più in fretta che posso"
Quasi lo sussurra, sicuro che io sia vicina per poter sentire. Sa che non mi vedrà finché non sarà pronto, ho scritto anche questo.
Il cuore mi batte forte e sono agitata. Non so il perché, so solo che sta per balzare fuori dal petto e rincorrerlo.
Sento l'acqua scorrere e chiudo gli occhi, mentre cerco di concentrarmi solo sui rumori che provoca e che mi indicano la sua posizione. Quando capisco che si sta cambiando, mi avvicino al nostro tavolo e guardo fuori dalla finestra, mentre lo attendo. Chissà che penserà di tutto questo. So che non vuole festeggiare il suo compleanno, ma non potevo non organizzare niente. È per questo che ho scelto di preparare qualcosa di speciale per lui e a mezzanotte avrà il mio regalo e potrò fargli gli auguri. Niente di eclatante e saremo solo noi due, ma ci tengo davvero.
"Ciao"
Non mi ero accorta che fosse arrivato e la sua voce bassa e magnetica, mi cattura. Mi volto e rimango senza fiato nel guardarlo.
"Ciao"
Sorride e si avvicina lentamente, senza che riesca a muovermi davvero.
"Sei bellissima"
Le sue mani raggiungono la mia schiena e carezzano la pelle nuda senza sussultare come aveva fatto quella sera al ballo, quando mi aveva sfiorata per la prima volta.
"Anche tu"
Vorrei baciarlo, ma mi sono ripromessa che non l'avrei fatto fino a mezzanotte e il rossetto rosso che ho indossato, ne è un chiaro promemoria.
"Non posso baciarti"
Scuoto la testa alla sua affermazione, stringendomi più a lui.
"Perché tutto questo?"
"Perché ho voglia di passare una serata romantica con te"
"Quindi non eri a lavoro"
Non è una domanda, è un'affermazione e il mio sguardo colpevole dice tutto.
"Ne possiamo parlare dopo? Dovremmo mangiare adesso"
Annuisce e si siede senza lasciar andare la mia mano.
"Dovrei flirtare con te, giusto?"
Lo guardo divertita.
"Vuoi flirtare con me?"
"Il problema è che non ne sono capace"
Lo ammette come se non stesse dicendo nulla di chissà che e non riesco a non ridere.
"Non ne ho mai avuto bisogno, quindi non mi ci sono mai applicato"
"Oh, quindi se non fossi stato sotto le luci dei riflettori saresti andato in bianco..sempre?"
Sorride anche lui adesso, con quel guizzo negli occhi ed è dannatamente bello.
"Posso dire di essere fortunato, allora"
Sarà l'atmosfera diversa, sarà la luce soffusa ma il modo in cui mi sta guardando mi piace da morire.
"Sei bellissima"
"Anche tu"
Gioco con le sue dita, anche se la cena rischia di raffreddarsi.
"Non avrei fatto in tempo a cucinare qualcosa, per cui ho dovuto ripiegare per l'asporto"
"È perfetto"
E voglio lo sia , per lui, per me. Non so di cosa parlare, non so cosa dire perché mi sento come se fosse tutto nuovo stasera, come se fosse il primo appuntamento che non abbiamo mai avuto. Forse ha la stessa sensazione dato che lo esterna poco dopo.
"Quindi è il nostro primo ed ufficiale appuntamento ?"
"A quanto pare, si"
"E immagino che non abbia niente a che fare col fatto che a mezzanotte sia il mio compleanno"
Mi guarda di sbieco e cerco di mascherare il sorriso colpevole che inevitabilmente sorge.
"Oggi è 23, tecnicamente non è il tuo compleanno. Non puoi dire proprio niente"
"Mi hai fregato, devo ammetterlo"
"Non che ti dispiaccia"
La cena prosegue con battibecchi, aneddoti, risate e flirt. Il tempo vola e sono già le undici e mezzo.
"Ho il dolce ma dobbiamo aspettare circa..mezz'ora"
Ride divertito per poi scuotere la testa.
"Non sarei riuscito a farti cambiare idea, vero?"
"No. È il tuo primo compleanno che passiamo insieme. Non ti avrei permesso di non festeggiarlo insieme a me"
"Il tuo lo abbiamo festeggiato insieme"
Il ricordo dolce-amaro di quella sera si fa spazio nelle menti di entrambi.
"Chissà dove saremmo adesso se quella sera non ci fosse stata"
"Già, chissà. Anche se" si alza, aggira il tavolo per raggiungermi, "credo che in qualche modo, prima o poi, avrei ceduto"
Mi attira a sè, per poi sedersi al mio posto e far sedere me sulle sue gambe.
"A cosa?"
Le sue dita accarezzano la stoffa liscia dell'abito, le sue braccia mi stringono forte e mi piace sentirmi così.
"A te. Prima o poi, ti avrei baciata"
"Bugiardo"
Lo sussurro a pochi centimetri dalla sua bocca.
"Perché?"
"Perché non mi avresti mai notata in questo modo"
"Ti avevo già notata da tempo Eloise. Perché credi che abbia sorriso nel vederti a Copenaghen con Grace? Ero distrutto, volevo solo dormire ed ero terribilmente di cattivo umore. Poi sei arrivata tu e avevo solo voglia di sedermi accanto a te"
Scruto i suoi occhi per leggere qualsiasi cosa mi dica che non è vero. Invece sono sinceri e mi colpisce più di quanto dovrebbe.
"Perché non me l'hai mai detto?"
"Perché non avrei voluto incasinarti la vita. Non l'ho fatto finché ho potuto"
Mi stringe ancora, sento le sue labbra sulla spalla, per poi risalire verso il collo.
"Cercavo di metterti in imbarazzo perché ero sicuro che la tua attenzione fosse rivolta a me in quel momento e non a Niall e i suoi capelli biondi"
Fa una smorfia e rido divertita, reclinando la testa all'indietro lasciandogli un maggior accesso di cui approfitta mordendo la pelle.
"Eri geloso di Niall?"
"Un pochino. Riusciva sempre a farti ridere" borbotta imbronciato.
"Tu ci sei sempre riuscito" rimarco il soggetto di modo che capisca la differenza, scostandomi appena. Sfioro il suo naso col mio ed è difficile resistere dall'assaporare le sue labbra che oggi mi sono mancate così tanto.
"Sto per baciarti Lou"
"L'avrei dovuto dire io, ma stasera hai invertito i ruoli e in questo preciso momento non mi dispiace essere baciato da te"
Porto una mano sulla sua nuca, l'altra è sul suo petto, e mi avvicino annullando quei pochi centimetri divenuti scomodi. Ricambia immediatamente il bacio, stringendomi più forte prima che inizi a muovere le mani in maniera più frenetica lungo la mia schiena.
"Non so quanto resisterò dal toglierti questo vestito. Sogno di farlo dalla sera del ballo"
Non mi permette di rispondere immediatamente perché mi bacia ancora, con ancora più foga. Dovrei essere abituata , in realtà non lo sono affatto e se non fossi sulle sue gambe, le mie tremerebbero.
"La sera del ballo?"
Annuisce convinto.
"Sul cofano della mia macchina. Non immagini quanto sia stato difficile non strappartelo di dosso"
Le sue parole, il suo fiato caldo sulla pelle rischia di farmi perdere la cognizione dello spazio e del tempo, finché l'orologio non rintocca la mezzanotte.
"Louis" lo richiamo per allontanarlo un po'.
"Si?"
"Aspetta-aspettami qui"
Sfuggo alla sua presa salda, abbassando il vestito, sollevatosi appena, e mentre cerco di aggiustare i capelli sconvolti dall'assalto delle sue mani, recupero la torta, accendo le candeline e mi avvicino lentamente.
"Buon compleanno"
I suoi occhi risplendono alla luce soffusa delle candele che ho disseminato, e sorridono come gli ho visto fare poche volte, come se sorridesse anche il cuore. Non sta pensando a nient'altro che non sia me e lui qui.
"Grazie. Ammetto di essere un po' in imbarazzo"
Si vede dal modo in cui si muove sulla sedia, dal modo in cui soffia le candeline sulla torta e poi sorride e sembra un bambino. Non ero preparata a vederlo così, ed è una bella emozione.
"Inizia a tagliarla, devo prendere una cosa"
Faccio per muovermi, ma mi blocca prima che possa fare un passo.
"Cosa?"
"Il tuo regalo di compleanno. Torno subito"
Un bacio veloce che lo trova impreparato e mi permette di sgattaiolare via. Sono nervosa, se non dovesse piacergli? Se dovesse rovinare l'atmosfera che si è creata? Se dovesse intristirsi? Ormai è fatta, non posso tirarmi indietro.
Un respiro profondo ed esco con il pacco tra le mani. Mi aspetta curioso e lo diventa ancora di più quando accendo la luce.
"Voglio vedere la tua espressione" mi giustifico sotto il suo sguardo attento.
"Ho pensato per giorni cosa potessi comprare. Mi sono chiesta tante volte cosa si potesse regalare a qualcuno che, materialmente, ha tutto. Ho trovato la risposta una settimana fa e con la paura che potesse essere tardi, ho deciso che questo sarebbe stato il tuo regalo. "
Poso il pacco quadrato tra le sue mani, che esitano ad aprirlo.
"Qual era la risposta?"
"Che doveva venire dal cuore"
Accompagno le parole con il gesto della mano, posandola sul petto e perdendomi nei suoi occhi colpiti dalla mia risposta. Non risponde, si limita a stracciare la carta e appena le linee si dileneano sotto il suo sguardo prima stupito poi malinconico e pieno d'amore, si ferma. Come se non avesse il coraggio di liberarlo completamente dall'involucro.
"È un quadro. È la vostra ultima foto insieme e-" mi schiarisco la voce, incapace di continuare perché l'emozione che leggo sul suo viso è troppo forte, " scusa se mi sono permessa, ma ho pensato che fosse un po' come averla sempre con te."
Non parla, rimane inchiodato alla sedia senza aver il coraggio di incontrare i miei occhi. Sono io ad abbassarmi, a mettermi in ginocchio per arrivare alla sua altezza.
"Va tutto bene? Mi dispiace di essere stata inopportuna"
"Mi aiuti?"
Sussurra solo questo con le dita tremanti che si muovono poco convinte sui tratti lasciati dal pennello di Sebastian, a cui si aggiungono le mie che stracciano con decisione la carta rimanente.
Lo osserva, come se volesse imprimerne ogni dettaglio, come se anche questo potesse scomparire in ogni momento. Ne accarezza il viso con la punta delle dita e basta questo gesto ad esprimere quanto senta la sua mancanza. Non aggiunge nulla, si alza aiutando me a far altrettanto, ma avanza da solo verso la parete.
Si volta e finalmente incontra il mio sguardo solo dopo averlo posizionato.
"È il quadro più bello che abbia mai visto"
Un sorriso triste, che nasconde lacrime trattenute, è il suo modo di dirmi grazie. Poi si avvicina e mi stringe, fortissimo, si aggrappa a me e lascia che sia io ad evitare che cada, a tenerlo a galla nel mare di dolore in cui rischia di affogare.
"Forse non avrei dovuto"
"Appena l'ho visto mi sono reso conto che non avrei potuto desiderare nient'altro, El"
Sono sicura sia la verità quando riporta lo sguardo sul quadro ed un sorriso sorge sul suo viso. Stavolta, però, è reale. E non importa se forse è un riflesso di quello che ha Johanna o del ricordo che quella foto riprodotta rappresenta per lui. Ciò che importa è che stia respirando di nuovo.
"Louis?"
Si volta dopo alcuni secondi, si specchia nei miei occhi scuri e sento il cuore scoppiare di amore per lui. Attende che dica qualcosa ma non riesco a parlare, non c'è nulla che potrei dire. Lo fa lui per me quando afferra la mia mano, ne bacia le dita una ad una e poi il dorso, senza smettere di guardarmi. Tira leggermente con poca forza fino a far combaciare il mio corpo col suo, in un incastro perfetto che si ripete ogni volta in cui siamo io e lui così vicini.
Le parole non servono, non quando basta guardarci per capirci, non quando il silenzio sembra sussurrare tutto ciò che sembrerebbe banale detto a voce alta. Ondeggia lentamente e sorrido perché ci ha preso gusto.
"In realtà" sussurra premendo le labbra sull'orecchio, "sei tu quella a cui piace ballare con me."
"Non lo trovi sensuale?" sussurro a mia volta, stringendomi più a lui.
"Ad essere sincero, sì. Anche se.."
Non termina la frase pur sapendo quanto sia curiosa e che non rinuncerò a replicare.
"Anche se?"
Sento la sua mano sfiorare lentamente la spina dorsale e il mio corpo reagisce immediatamente al suo tocco. Continua la sua corsa fino a che raggiunge il tessuto su cui si arresta.
"Sarebbe molto più sensuale se questa spallina scendesse lungo il tuo braccio.."
Le sue dita tracciano il percorso rendendo realtà la sua fantasia.
Non riesco ad emettere una sillaba, nemmeno quando le sue labbra entrano in contatto con la pelle calda del mio collo per un bacio umido, veloce e intenso.
"Credo che.." si scosta per potermi guardare negli occhi che non mi ero resa conto di aver chiuso. Un sorriso contagioso sul suo viso che si apre in una sonora risata appena parla.
"..dovremmo mangiare la torta"
Si allontana divertito sotto il mio sguardo sconvolto e sorpreso, e continua a ridere contagiandomi.
"Credo che per questa tua bravata, te ne darò una fetta molto piccola"
Si siede senza perdermi di vista e il cipiglio divertito diviene concentrato appena capisce che non ho alcuna intenzione di sollevare la spallina del vestito che ha spostato. Anzi, ho quella di restare in piedi, chinarmi in avanti per tagliare la torta e lasciare che soffra su quella sedia.
"Lou?" lo richiamo affinché mi guardi in viso e non nella scollatura che sembra aver calamitato ogni sua attenzione.
"Questo è giocare sporco Eloise"
Son soddisfatta e lo sono ancor di più quando i suoi occhi si posano sui miei, spalancandosi appena quando parlo.
"Buona visione"
---
Per scrivere questo capitolo ci ho impiegato una vita 🙈 ma, eccolo qui.
Il prossimo (o il prossimo ancora, devo decidere) sarà..(udite udite!) un capitolo collegato a quello di Flash!😌
Non mi resta che dirvi..buona lettura 😉
(ogni riferimento a cose o fatti su citati è puramente casuale 😜).
Luisa 💗
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