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"Mamma?"

Mi sollevo velocemente appena leggo il suo nome sullo schermo.
Louis mi guarda perplesso.

"Ciao tesoro! Sono a casa tua!"

"Sei a Londra?"

Porto una mano sulla fronte, sono improvvisamente in panico.

"Certo! Tuo fratello mi ha detto che non ti ha vista stamattina. Ti raggiungo?"

"Si, sono uscita presto stamattina. No, arrivo io"

Chiudo e guardo lui che accanto a me, ancora assonnato, non sembra a suo agio.

"Mia madre è qui. Devo andare"

Scosto il lenzuolo e presa dalla fretta, non mi curo del fatto che lui sia nella stessa stanza e sfilo la maglia per indossare la mia.
Sento i suoi occhi sulla schiena, ma non si muove tanto che credo sia sia riaddormentato.
Appena mi volto, invece, mi sta fissando e vorrei restare sulla soglia a guardarlo a mia volta perché lui, in quel letto, con quel fuoco negli occhi, è uno spettacolo.

"Ci vediamo più tardi?"

Non ha ancora parlato e non so cosa stia pensando.

"Vuoi che ti raggiunga ?"

Si sostiene sui gomiti pur di riuscire a guardarmi meglio.

"Se ti va si"

Cercherò di essere discreta e mia madre penserà sia un amico, ma voglio farli incontrare.

"C'è la probabilità che tuo padre mi ammazzi?"

Rido mentre indietreggio, se non vado via adesso non lo faccio più.

"Mio padre non c'è , e questo è l'aspetto più spaventoso. Mia madre non va mai via da sola. In ogni caso, lei non è così minacciosa, ma è meglio non sappia che dormo qui"

"Stai andando via così?"

Mi blocco con la mano sulla maniglia della porta.

"In che senso?"

Sbuca alle mie spalle e le sue braccia mi circondano.

"Così va meglio"

Gli lascio un bacio veloce perché se se mi fermassi ancora, tutti i propositi sfumerebbero in un minuto.

"A più tardi"

Col suo sorriso in mente, cammino veloce diretta a casa mia. Mi sento leggera e le labbra si piegano da sole all'insù al pensiero di Louis e me insieme. Porto una mano a coprire il sorriso spontaneo, potrebbero prendermi per pazza per quanto è ampio. È bello sapere che quando torno a casa dal lavoro lui è lì. È altrettanto bello vedere come cerca di prendersi cura di me, anche quando è stanco; vedere come i suoi occhi si illuminino al mio ingresso.

La voce di mia madre che arriva da dietro la porta, interrompe il monologo, prima ancora che rivolga la sua attenzione su di me.

"Eloise! Come è andata la passeggiata stamattina?"

Mio fratello sorride sornione e pungente, perfettamente consapevole.

"Benissimo, Gregg"

Lo fulmino con lo sguardo, facendolo divertire ancora di più.

"Mamma perché non mia hai avvisata prima? Come sei arrivata qui?"

"Voi due continuate a battibeccare anche lontano da casa?"

Anche il fatto che stia volutamente non rispondendo alle mie domande è preoccupante.

"Tuo figlio è impertinente, che ci posso fare?"

Si alza, dirigendosi verso la cucina e inizia a preparare il caffè.
Guardo Gregg e con lo sguardo gli chiedo che succede, ma anche lui è confuso.

"Mamma?"

"Si?"

Le indichiamo il posto accanto a noi.

"Un po' di caffeina e poi arrivo"

"Mamma"

Il mio tono non ammette repliche e con un gran sospiro, torna vicino a noi.

"Sono venuta in treno"

Se crede che questo possa bastare si sbaglia di grosso.

"Ho litigato con vostro padre"

Sono preoccupata. Non è la prima volta che succede, ma per farla scappare fino a qui, deve essere stata diversa dalle altre discussioni.

"E mi mancavate tanto, quindi sono qui. Non siete contenti? Soprattutto tu Is, non vieni più a trovarci"

"Mamma-"

"Lo so, lo so. C'è Daniel e non vuoi incontrarlo. Ho cercato di spiegarlo a quel zuccone di vostro padre, ma non vuole capirlo. Continua a trattarlo come se fosse suo genero quando è evidente che non lo è!"

Si sta infervorando e spero che il motivo della discussione non sia questo.

"Avete litigato a causa mia"

"No bambina"

Posa una mano sulla mia guancia, e nonostante il sorriso, i suoi occhi mi suggeriscono che probabilmente è successo anche per questo.

"Posso far il caffè adesso? O avete altro da chiedermi?"

Gregg è rimasto in silenzio, lui e nostro padre hanno un rapporto complicato e farebbe di tutto per nostra madre, quindi non andrebbe mai contro di lei.

"Eloise, possiamo visitare Grace dopo? Vorrei vedere la bambina, le ho comprato un pensierino"

Non so se sia una buona idea, in fondo Grace è stata a casa come ragazza di Gregg ma sono confusa.

"Certo"

Il fatto che abbia portato qualcosa con se, mi fa pensare abbia premeditato la fuga.

"Mamma, papà sa dove sei?"

Si arresta a mezz'aria, colpita nel profondo.

"No. E non glielo direte fino a stasera. Anche se dubito mi cercherà"

Fisso Gregg, con cui ci scambiamo un'occhiata sgomenta.
Lei continua a parlare del più e del meno, senza sosta, come chiaro segno del fatto che non vuole parlarne ed io ho bisogno di una doccia.

"Vado a lavarmi"

"Come, Is? Non l'hai fatta stamattina prima di uscire?"

Mio fratello si sta divertendo nel mettermi in difficoltà, ma non l'avrà vinta.

"Non c'era acqua calda, dato che tu l'hai consumata tutta quando sei rientrato sbronzo. Quindi posso farla solo adesso"

Lo sguardo di rimprovero di mia madre non preannuncia nulla di buono per lui e con un gran sorriso che sa di vittoria, mi allontano per fare davvero una doccia calda.

-

'Mi manchi. Tutto bene?'

Sorrido incurante dello sguardo curioso di mia madre che non fa altro che divenire più insistente mentre io e Louis continuiamo a scriverci.

'Anche tu. Vieni da Harry?'

'Dovrò fingere di essere un tuo conoscente?'

'Un amico può andare bene'

'E se volessi baciarti?'

'Non lo farai fino a stasera'

"Tesoro tutto okay?"

Sollevo lo sguardo dallo schermo al viso, contornato da qualche ruga, di mia madre.

"Si. Ho avvisato Grace del nostro arrivo"

Annuisce, sistemandosi i capelli ancora una volta. Gregg ha preferito restare a casa, senza spiegare a mia madre il motivo ma credo che lei lo abbia capito comunque.

"Non l'ha lasciata andare, non è così?"

Attraversiamo la strada in silenzio e non so se ammettere l'evidenza o fingere che non sia come dice.

"Non l'ha lasciata andare. Ma sono sicura che lo farà. Deve solo trovare quella giusta"

Annuisce ancora mentre saliamo le scale. Entrambe abbiamo un avversione nei confronti degli ascensori. La sua è maggiore rispetto alla mia. Ricordo che durante il trasloco, non ci ha messo piede una sola volta. Preferiva portar su per le scale scatoloni pesanti, che entrarci.

Suono il campanello, un po' nervosa a causa della bizzarra situazione. Forse sto sbagliando, forse dovrei considerarla meno come ex suocera di Grace e più come madre della sua amica. Così suona decisamente meglio.

Una testa riccia apre la porta e l'entusiasmo di mia madre travolge un Harry assonnato.

"Caro! Tu devi essere il cantante di quella band, come si chiamavano bambina?"

Sussurra l'ultima parte come se il diretto interessato non fosse esattamente davanti a noi.
Le fossette appaiono sul suo viso e non riesco a trattenere una risata all'esclamazione di mia madre.

"È quello delle fossette!"

Per fortuna Grace e Mya appaiono in cucina, interrompendo questa conversazione a dir poco imbarazzante.

"Se io sono quello delle fossette, Louis quale sarebbe?"

Il ghigno divertito mentre le pronuncia a bassa voce, mi costringe a far roteare gli occhi.

"Non lo so e non voglio saperlo. Perché lei non sa nulla, Styles"

Si fa serio prima di scrutarmi attentamente.

"Non gliel'hai detto?"

Scuoto la testa mentre osservo mia mamma giocare con Mya. Il suo desiderio di avere dei nipotini è palese e non posso non sorridere davanti al suo sguardo dolce.

"No. Cosa avrei dovuto dirle? Mamma sto già con un altro?"

"Non le importa di questo El. Credo che voglia solo vederti felice"

Non sono sicura sia così. Mio padre andrebbe fuori di testa, soprattutto perché non è Daniel. E se mia madre sapesse di Louis, tenendolo all'oscuro, rischierei di farli litigare ancora e non è ciò che voglio.

"Per il momento è meglio così"

Chiacchiera amabilmente con Grace, come se fosse semplice, come se fosse normale, come se non fosse scappata da casa e mio padre non sapesse nulla.

"Ha litigato con mio padre. È venuta qui e non è mai successo. Credo sia a causa mia"

Harry rivolge nuovamente la sua attenzione su di me, incuriosito dalle mie parole.

"Perché mai dovrebbe essere colpa tua?"

"Perché hanno discusso per Daniel. Per il fatto che mio padre lo tratta come se fosse ancora di famiglia, invece non lo è perché io ho mandato tutto a monte"

Harry mi conduce in cucina, per poter parlare indisturbati.

"C'è qualcosa che non va? Con Louis intendo"

"No, con lui è tutto..perfetto"

Sorrido, non riesco a trattenermi ed improvvisamente mi manca più di quanto dovrebbe.

"Non posso dire che stai mentendo. I tuoi occhi parlano "

Arrossisco, imbarazzandomi anche se si tratta solo di Harry.

"Smettila Styles o chiamo Gregg e gli dico di presentarsi qui"

Lo minaccio con l'indice proteso verso il suo naso.

"Queste minacce sono terrificanti. Vuoi rovinarmi la giornata?"

Una smorfia si dipinge sul suo viso e sono certa che avrebbe aggiunto dell'altro se mia madre e Grace non fossero sbucate alle nostre spalle.
Mya protende le manine verso di me e la afferro, riempiendola di baci e facendola ridere.
Il campanello suona e il mio cuore inizia a battere più veloce, calmandosi un poco quando una testa bionda sbuca dall'ingresso.

"È qui la festa?"

Sorride finché i suoi occhi incontrano quelli in adorazione di mia madre.

"Buongiorno signora Sulkin!"

Le si avvicina, coinvolgendola in un abbraccio.

"Oh caro, chiamami Felicity"

Sorrido davanti  alla piccola scenetta che accade ogni volta che si incontrano, soprattutto quando mio padre non è nei paraggi, dato che approva poco il biondo a causa dei suoi tatuaggi.
Non oso immaginare cosa dirà di Louis.
Mya afferra i ricci, li tira distogliendomi da qualsiasi pensiero.
Rifiuto ogni invito, non ho voglia di mangiare. Non ne ho finché il campanello suona ancora una volta e sono certa sia lui. Lo stomaco mi si restringe al pensiero che stia per incontrare mia madre, seppur ignara.

I miei occhi cercano i suoi appena entra e vorrei corrergli incontro, vorrei stringermi a lui e baciarlo. Ma non posso.
Mia madre ci scruta curiosa e devo riportare l'attenzione sulla bambina per evitare che ci scopra.

"Tu sei il ragazzo della tazza?"

Arrossisco violentemente mentre lei gli si avvicina, gli tende la mano e lo osserva come se stesse valutando qualche caratteristica.

"Della tazza?"

Un Jamie, confuso e divertito, decide di mettere il dito nella piaga provocando la risata fragorosa di Harry alla spiegazione.

"Si, un'amica ha regalato ad Eloise una tazza magica. Appena l'acqua si riscalda da nera diventa più chiara e appaiono le foto del suo cantante preferito. Credo abbia sempre avuto una cotta per lui ed ora eccolo qui!"

Se non avessi Mya tra le braccia, nasconderei il viso tra le mani.

"Tesoro, non è meraviglioso? Come è piccolo il mondo!"

Guardo Grace con la speranza che accolga la mia supplica di cambiare discorso ed impegnare mia madre, oggi troppo su di giri , in qualsiasi conversazione che non comprenda Louis.
Lui ricambia la stretta  di mano con fare educato, ma riesco a cogliere l'imbarazzo nei suoi gesti.

Se fossimo stati soli, mi sarei soffermata sul suo profilo, lo avrei tracciato lentamente con le dita fino a disegnare la curva delle sue labbra e baciarlo.

"Così lo consumi"

Jamie sussurra quanto basta perché io possa sentire.

"Rapisci mia madre, ti prego"

Senza ribattere lo fa davvero, permettendomi di restare in disparte per un attimo con Louis e Mya.

"Le assomigli"

Sorrido perché mi è sempre piaciuto essere paragonata a lei. Più che a mio padre.

"Grazie. È un complimento per me"

"Vorrei baciarti ma ci sono minorenni"

Stavolta rido e Mya lo guarda con occhioni adoranti in attesa che la acchiappi e la faccia volare come sempre.

"Vieni qui piccola peste"

Le manine protese e appena la solleva in alto, lei ride facendo spuntare le fossette che ha preso dal padre. Ride, portando le dita alla bocca, ride chiudendo gli occhi divertita, facendo ridere anche Louis e facendo uscire tutti dalla cucina.

Mia madre ci sta osservando curiosa, ma non parla. Si limita a farmi un occhiolino ed io, come al solito, arrossisco.
Grace soffoca una risata, Harry invece non nasconde tutto il suo divertimento.

"Styles, sai chi chiamo se continui"

Gli punto un indice contro e lui mi guarda in cagnesco.

"Sempre simpatica Eloise"

Mi avvicino alla mia amica, poso la testa sulla sua spalla e rimango così. Mi manca anche se è esattamente accanto a me.

"Che succede polpetta?"

"Polpetta? Grace stai velatamente suggerendo che sono grassa ?"

Sorrido perché anche se fosse, detto da lei non mi interesserebbe.

"No, solo che sei una polpetta"

"Beh, non è che sia un gran complimento Grace. "

Jamie le punta una forchetta, alternandola tra me e lei, facendo ridere tutti. Grace mi abbraccia e per un attimo quel po' di tristezza che mi ha portato accanto a lei, va via.

Il mio telefono squilla e il nome di Gregg compare sullo schermo.

"Dimmi"

So già cosa sta per dirmi e so già come andrà a finire la giornata.

"Papà sta venendo qui"

Annuisco senza rispondere immediatamente.

"Chi te l'ha detto?"

Adesso è lui a star in silenzio e capisco che questa risposta non mi piacerà.

"Daniel. Ha chiamato me perché tu non hai risposto"

Mi alzo e mi allontano. Non voglio che nessuno senta e nonostante Louis mi stia cercando disperatamente con lo sguardo, lo evito.

"Sta venendo anche lui?"

"No. È in clinica a coprire il turno di papà. Non sa perché abbiano litigato, ma ieri sera ha cenato a casa ed erano apparentemente tranquilli"

Dovrò parlare con Daniel, dovrò chiedergli di starne fuori e di star lontano da loro. Non voglio che i miei genitori abbiano problemi per colpa nostra.

"Okay ci vediamo tra poco"

Mi volto ma prima che possa far un passo, vado a sbattere sulla felpa rossa di Louis che mi trascina lentamente lungo il corridoio.

"Che succede?"

Sorrido per non farlo preoccupare.

"Niente. Era Gregg"

"I tuoi occhi parlano El. Dimmi che succede"

Porta la mano sulla mia guancia e abbasso le palpebre, ipnotizzata dal suo tocco.

"I miei genitori hanno litigato e credo sia per colpa mia"

"Perché?"

"Per Daniel" ammetto con un sospiro.

Le sue braccia mi circondando e lascio che mi tenga così, appoggiati sul muro di casa di Grace.
Non parla, si limita a stringermi ed io vorrei che dicesse qualcosa.

"Risolverò velocemente il problema, tu non-"

Mi interrompe con un bacio, uno di quelli veloci ma intensi e mi perdo in quell'azzurro così chiaro.

"Io sono qui e vorrei non mi tagliassi fuori"

Sussurra, continua a sfiorare le mie labbra con le sue, mandandomi in tilt.

"Io non voglio..pesare su di te con queste cose"

Sollevo una mano in aria, gesticolo prima che la afferri portandola alle labbra.

"Mi aiuti, mi distrai e soprattutto vorrei che ti confrontassi con me. Non so se mi son spiegato"

Dei passi in avvicinamento mi costringono a scostarmi e la testa riccia di Grace appare.

"Tua madre non fa altro che chiedere informazioni su voi due. Sbrigatevi prima che Jamie vuoti il sacco"

Non lo farebbe mai, lo sa anche lei. È il suo modo per dirmi che diventerebbe palese se non torno di là con loro. Annuisco stringendomi più forte a lui per un attimo.

"Dovrò parlare con Daniel"

Il cuore batte forte mentre cerco il suo sguardo, mentre cerco di capire cosa stia pensando.

"Okay"

Non aggiunge altro e la sua espressione è neutra.

"Solo okay?"

"Cosa dovrei dirti? No? Non posso e non voglio impedirtelo Eloise"

Lo bacio io adesso, lo bacio incurante del fatto che mia madre sia a così poca distanza.

"Voglio te Lou"

Glielo dico affinché gli sia chiaro, affinché non pensi che possa succedere il contrario. Non ribatte, mi abbraccia ancora finché mi scosto e torno in cucina per recuperare mia madre che invece è perfettamente a suo agio mentre intrattiene i miei amici. Riesco a captare solo la fine della frase e sta raccontando qualche aneddoto sulla mia infanzia. Questo è il motivo principale per cui Jamie adora star in sua compagnia.

"Mamma dovremmo andare"

"Un altro po', non casa il mondo se tuo padre aspetta. Io lo faccio sempre a casa a fine del suo turno"

Annuisco e mi risiedo. In fondo ha ragione e so cosa significa aspettar che finisca di lavorare per passare del tempo insieme, ma spesso l'orario si protrae e ti ritrovi a dormire sul divano, da sola.

Louis sta fumando fuori e per quanto cerchi di non guardarlo, è inevitabile.
È bello anche mentre la scia bianca si disperde davanti al suo viso; è bello mentre incurva le spalle e guarda verso il basso; è bello quando si volta, i suoi occhi incontrano i miei ed io mi sento bene, come se fossi al posto giusto al momento giusto. È la sensazione che provo anche quando sono tra le sue braccia, quando mi bacia, quando mi fissa mentre mi sto svegliando e mi ripete quanto sia bella anche se appena sveglia.

"Is adesso possiamo andare"

La voce di mia madre mi riporta nella stanza e scatto in piedi, forse troppo velocemente.

"Ti hanno pestato il piede, bimba?"

Jamie sorride sornione guadagnandosi una linguaccia.

La parlantina mostrata da mia madre a casa di Grace, scompare mano mano che ci avviciniamo a casa mia. Se non la conoscessi direi che sia nervosa, invece è tranquilla.

"Mamma tutto bene?"

Mi sorride prima di annuire e salutare Rup.

"Tu stai bene, bambina"

Non è una domanda, ma un'affermazione che è solo un inizio della conversazione che in realtà vorrebbe intavolare, conversazione da cui mi salvo grazie a Gregg che spalanca la porta rivelando il volto scuro di mio padre.
Non si prospetta nulla di buono.

***

È venuto a prendermi quando, sfinita, l'ho chiamato.
I miei genitori sono andati via e Gregg è uscito. Sono rimasta sola, ma l'unica cosa di cui ho bisogno è lui. Mi accarezza la schiena, i capelli e lascia qualche bacio sul capo mentre mi lascio cullare.

"Come è andata?" chiede al terzo sospiro che lascia le mie labbra.

"Non lo so. Non si parlano ancora"

Hanno urlato per un po' senza giungere ad alcun punto di incontro. Ho capito poco, quel che è certo è che uno dei motivi del loro litigio è la situazione con Daniel.

"Ma sono tornati a casa, è positivo no?"

"Forse. È anche colpa mia"

Lo dico in un soffio. Non ho mai voluto creare altri problemi tra i miei, credo bastino quelli che ho procurato da adolescente con le mie fughe al mare. Non li ho mai visti litigare in questo modo e devo ammettere che ne sono rimasta..ferita.

"Per Daniel?"

Sono sul suo petto, non lo guardo, non voglio spostarmi perché sto terribilmente bene qui.

"Si. Mia madre vorrebbe che mio padre smettesse di trattarlo come se fosse il mio fidanzato; mio padre ribadisce che essendo suo collega, lo tratta come tale. Ma credo non si sia arreso all'idea che tra me e lui sia finita. Voleva intestargli la clinica, una volta che ci fossimo sposati"

Non parla più, tanto da portarmi ad alzare il capo e cercare il suo sguardo che, però, è rivolto al soffitto.

"Lo ami ancora?"

"Daniel?"

Domanda stupida, la mia, lo so. Ma è altrettanto stupido che lui lo chieda.

"No. Credi che mi avresti tenuta in questo modo, se avessi amato lui? Credi che avrei rinunciato a lui, se avessi voluto lui? Credi che" mi guarda adesso ed io mi reggo sui gomiti " se non volessi te, sarei qui a parlare dei problemi della mia famiglia sul tuo divano?"

Mi stringe a sé senza aggiungere altro.

"Capisco cosa provi, ma sono qui. E questo dice tutto"

Vorrei che lo capisse, vorrei lo sapesse con certezza.

"Ho paura che ti possa riprendere con sé quando vuole"

"Potrebbe, ma solo se lo volessi anche io"

Si alza per fumare una sigaretta e non mi piace sentirlo così distante. Non voglio essere pesante ed è per questo che anziché uscire con lui, rimango sul divano ad attendere che torni da me. Nel frattempo chiudo gli occhi, penso a quanto sia precario l'equilibrio. Basta un attimo e nulla è più lo stesso.

Il mio telefono squilla, ma appena leggo il nome del mittente, non ho più voglia di rispondere.
L'ha letto anche Louis e sembra nervoso.

"Non rispondi?"

"No"

I suoi occhi sono torbidi adesso, comunicano tutta l'inquietudine che tenta di nascondere.

"Perché? Hai detto che vuoi parlarci"

"Non stasera."

Aggrotta la fronte, come se non capisse.

"Che differenza fa?"

"Molta Louis. Devo essere pronta"

So che può sembrargli strano ma non sarà semplice. Non so neppure da dove iniziare.

"Okay"

"Stiamo davvero discutendo per Daniel?"

"Io non sto discutendo né sono io a nominarlo ogni due minuti"

Un sospiro profondo e cerco di tenere la calma.

"Lou"

"Lascia stare Eloise. Fai quello che devi, okay?"

Si passa una mano tra i capelli, nervoso. È di nuovo accanto a me, ma non c'è in realtà.

"Louis è solo una chiacchierata, niente di più"

"Questo non significa che sono felice nel sapere che lo rivedrai!"

"Chi ti ha detto che ci dovremmo vedere? Ne parlerò al cellulare!"

Sospira, poco convinto, e continua a non guardarmi.

"Okay. Possiamo non parlarne per stasera?"

"Okay. Come vuoi"

Questa giornata non doveva finire così. Mi sposto, esco fuori e lascio che il vento fresco stasera mi accarezzi, mi scuota un po'. Credevo potesse essere più semplice, invece il periodo difficile non sembra essere terminato. O forse sono io a vedere tutto più complicato di ciò che è. Forse sto sbagliando e non dovrei parlare con Daniel.
Faccio partire la chiamata ma Jamie non risponde. Gli scrivo, magari appena può mi richiama.
Guardo dentro e Louis è sul divano, la TV accesa ma non sembra sereno. E per stasera è colpa mia. Mi ero ripromessa che non sarebbe successo, invece ecco qui.
Rientro, faccio piano e appena gli arrivo accanto, mi siedo sul bracciolo del divano. La sua attenzione è rivolta alla partita di calcio, ma so che in realtà mi sta tenendo d'occhio.
Lo abbraccio, d'improvviso, di slancio. Ricambia, un po' sorpreso.

"Lou"

"Si?"

Vorrei dirgli ciò che sento in questo momento ma ho paura. Paura che non sia abbastanza per lui, paura che possa spaventarlo. Per cui taccio e mi limito a dirgli una mezza verità.

"Mi sei mancato in questi dieci minuti"

Credo stia sorridendo ma non ne sono sicura.

"Ero ad un paio di passi di distanza"

"Ma col cuore eri più lontano "

Mi trascina su di sé, posa le sue labbra sulle mie e adesso va meglio, io sto meglio.

"Guardiamo la partita insieme?"

Potrei guardare qualunque cosa con lui, ma lui, questo, non lo sa.

"Solo se tifi quelli blu"

"Stai scherzando spero?! Eloise non puoi dire sul serio. Tifo Doncaster da quando sono nato, non cambierò mai"

Rido davanti alla sua espressione, rido e lo bacio distraendolo dalla partita e da tutto il resto del mondo.
Per un attimo siamo solo io e lui, per un attimo non esiste nient'altro.
Nient'altro che noi.

---
Non so cosa ne sia uscito, so solo che mi è costata fatica buttarlo giù. Spero che per i prossimi sia più semplice; mi mancano loro due insieme.
Come procedono le vostre vacanze?
Spero nel migliore dei modi.
Al prossimo,
Luisa 💗

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