39
Questi giorni sono stati..confusi. Ho in mente fotogrammi sparsi che riaffiorano quando tutto tace. Vorrei solo dormire o fuggire in riva al mare, dove le onde potrebbero affogare questo dolore sordo che sento al petto. Stringo la mano di Grace mentre le persone ci sfilano davanti, perché ho bisogno di sapere che andrà tutto bene e lei è l'unica che può saperlo. So che è sbagliato aggrapparmi così alla mia amica, ma è l'unica cosa che riesco a fare in questo momento mentre osservo Louis ricurvo dal dolore, che viene salutato dai presenti.
Non abbiamo più parlato, non ci sarebbero state parole adeguate. Mi sono limitata a stargli accanto quando lo necessitava e ad allontanarmi quando non aveva bisogno di me. Non so se ho fatto bene o se abbia sbagliato tutto. Vorrei chiederlo a qualcuno ma sono consapevole che nulla è realmente giusto o sbagliato, tutto è relativo. È sbagliato quando sono sola e penso a Daniel, alle persone che ho trascurato per un problema che in realtà non avrebbe dovuto riguardarmi e mi sento spaventata. È giusto quando incontro lo sguardo di Louis e quella fugace ombra di sollievo rompe la monotonia del suo azzurro malinconico. È giusto quando i gemelli sorridono per una smorfia o quando Lottie appoggia la sua testa sulla mia spalla. È stato giusto quando Phoebe mi ha rivelato che "a mia madre piacevi" . Ho sorriso ed è stato bello sapere che lei, nonostante la mia invasione, mi apprezzava.
"El, dovremmo avvicinarci"
Guardo la mia amica e so che ha ragione ma la verità è che ho paura. Ho paura di leggere nei suoi occhi qualcosa che non voglio leggere.
"Okay" è tutto ciò che riesco a dire con un filo di voce.
Harry mi affianca ed entrambi mi prendono per mano, come se fossi una bambina. Ma so cosa significhi il loro gesto e sono grata di aver loro con me adesso, di averli nella mia vita.
Harry è il primo ad avvicinarsi e deve lasciare la mia mano. Stringo un po' più forte quella di Grace prima di lasciare andare anche la sua. Lui accenna un sorriso nei loro confronti ma so che non è sentito ed è tutto comprensibile. Poi mi guarda ed il mio cuore continua la sua corsa, ancora più forte di prima.
"Ehi" è tutto ciò che dice e basta ad entrambi. Sorrido di rimando, senza prevedere la sua mossa: si avvicina e la sua mano cerca la mia. Sono sorpresa ma non faccio domande, mi limito a stringere la presa e guardare Grace, mentre sento le guance diventare rosse. La mia amica mi fa un occhiolino di nascosto, mentre Harry parla con Louis.
Non so cosa pensare o che fare, so solo che sono felice perché credo che questo gesto significhi che ha bisogno di me, che mi vuole vicino nonostante questi giorni. Anche se forse, quando tutto questo sarà passato e il dolore l'avrà assuefatto, lui non avrà più bisogno di me e mi troverò a far i conti con me stessa, da sola.
"El?"
La sua voce mi riporta alla realtà mentre i suoi occhi mi scrutano con attenzione.
"Scusate, mi sono estraniata un attimo. Dicevate?"
Louis continua a guardarmi prima di ripetere ciò che mi sono persa.
"Andiamo a bere qualcosa a casa loro?"
Annuisco, guardando Grace. Lei è d'accordo? Mi rassicura e ci incamminiamo mentre Louis avvisa gli altri. Credo si stia allontanando perché ha bisogno di staccare un attimo. So che può sembrare egoistico, ma è un riflesso incondizionato, un po' come cercare di respirare sott'acqua quando l'ossigeno nei polmoni termina. L'ho visto trattenere le lacrime, l'ho visto consolare le sorelle e sorridere per i più piccoli. L'ho visto stare in piedi senza crollare e credo che sia arrivato il momento in cui, anche lui possa essere piccolo lontano da tutti.
Mi è sempre piaciuto il modo di guidare di Harry, lento e rassicurante, e in questo momento credo di amarlo ancor più. Louis non ha lasciato la mia mano e nonostante io non sia riuscita a guardarlo ancora negli occhi, sento le sue dita sfiorarne il dorso. Non so come sentirmi al riguardo, non so se esserne felice o aver paura. Non ci capisco più nulla o non voglio capire. Sono solo stanca. Vorrei solo fosse tutto semplice, che tutto questo, come un brutto incubo, finisca.
"Mya è a casa?"
Ho tanta voglia di vederla, sa rallegrare la giornata a chiunque a soli 4mesi.
"Si, Anne andrà via come arriveremo"
Grace mi guarda dallo specchietto mentre risponde e improvvisamente ho paura che qualcosa vada male. Forse la mia presenza, forse la mia mano in quella di Louis, forse tutto quanto o forse sto solo delirando e devo rilassarmi.
Sento i suoi occhi addosso e decido di voltarmi a guardarlo: accenna un sorriso e vorrei solo passare una mano tra i suoi capelli. Sto esagerando e mi sto spingendo oltre dopo che mi ha costretta a stare in un angolo, ne sono consapevole, ma allo stesso tempo non riesco a smettere. Non adesso.
Non siamo ancora arrivati, manca un po' di tempo a causa del traffico e posso prendermi un po' di tempo con lui.
"Come stai?"
Sussurro affinché nessun altro oltre noi due possa sentirci.
"Ora..meglio"
Accarezza la mia mano e dei brividi mi pervadono la schiena.
"Sicuro?Posso..posso fare qualcosa?"
Ho paura di sbagliare, di dire qualcosa che lo allontani. Non voglio accada anche se so che è sbagliato, non voglio.
"Si" ammette con un sorriso stanco " vieni più vicino?"
Razionalmente dovrei dire no dato che mi ha quasi ignorata in questi giorni, ma il cuore sa già cosa farò: mi avvicino a lui, il suo braccio che mi cinge il busto e la testa sul suo petto.
So che dovremo parlare, che accadrà in quell'appartamento e forse proprio su quella terrazza, ma non adesso e non sarò io ad iniziare.
Harry ci osserva dallo specchietto, ne sono sicura, spero solo non sia disappunto quello che leggerò nei suoi occhi. La mia paura svanisce quando mi accorgo che ha allungato il percorso, è l'unico motivo per cui può averlo fatto è stato quello di averci permesso di aver più tempo prima di separarci.
"Stai bene?"
Sta ancora sussurrando, credo non voglia farsi sentire e anche io preferisco sia così. Non perché non voglia farlo sapere a Grace ed Harry, ma è come se la magia potesse rompersi con l'alta voce.
"Si, sono preoccupata per te Lou"
Lascia un bacio veloce sulla mia fronte e chiuderei gli occhi se fossimo felici e tranquilli.
"Va tutto bene"
So che non è vero, non può esserlo, e lo capisco quando la sua stretta si fa più forte e il suo respiro accelera.
Cerco Harry e Grace con lo sguardo, spero che capiscano e che questa passeggiata duri un po' più del previsto, adesso che le sue emozioni stanno venendo fuori. La tempesta è appena iniziata e sono sollevata del fatto che sia accaduto qui, con me, con noi, senza alcol o chissà altro avrebbe potuto usare per dimenticare.
Lo sento tirare su col naso e lo stringo più forte che posso nella posizione in cui sono.
Oh Louis.
Harry devia e intercetto lo sguardo preoccupato di Grace, ma le sorrido perché va tutto bene. Si sta sfogando, quindi va tutto bene.
Alzo il capo, lo guardo anche se credo non voglia essere visto in lacrime, io lo guardo comunque. Un sorriso misto al dolore appare sul suo viso e vorrei solo poterlo portare via. Lascio che pianga, che butti fuori tutto ciò che ha represso in questi giorni e che ha avuto il coraggio di esternare solo adesso, solo qui.
"Sh, sono qui"
È l'unica cosa che mi viene da dire, mentre il volume della radio viene sollevato per lasciarci un po' di privacy. Non so se sia giusto o sbagliato ciò che sto dicendo, non so se per lui io sia abbastanza in questo momento, e nonostante creda di non esserlo, lo dico comunque.
Le parole che mi ha detto all'ospedale riecheggiano ancora nella mia mente, non riesco a dimenticare la sua espressione ed è stato il motivo che mi ha tenuto in piedi questi giorni.
Lo stringo più forte e senza rendermi conto di ciò che sto facendo, lascio un bacio tra il collo e l'orecchio ed inspiro più forte il suo profumo. Sa di menta e tabacco, sa di Armani code, sa di lui. Continuo a lasciargli dolci baci sul viso, mentre gli accarezzo i capelli col tentativo di tranquillizzarlo e sembro riuscirci perché i singhiozzi diminuiscono, ma continuo a tenerlo stretto.
"El" sussurra piano, tanto quanto basta affinché io possa sentirlo e guardarlo negli occhi che tiene bassi.
"Scusa"
Non capisco immediatamente cosa intenda, ma appena continua vorrei zittirlo e basta perché la paura che mi allontani è troppa. Invece rimango inerme, stretta a lui, ad ascoltare ciò che vuole dire.
"Ti ho fatto perdere tutto per colpa mia. Io.." un singhiozzo scappa dalle sue labbra e vorrei solo baciarlo. " Io non avrei dovuto lasciarti avvicinare così. Io non voglio farti del male, tu.."
finalmente i suoi occhi azzurri incontrano i miei e ciò che vedo mi toglie il fiato. Sono così chiari e sofferenti ma allo stesso tempo c'è qualcosa che emerge, come un riflesso diverso mentre si specchia nei miei scuri.
"Io non riesco più a starti lontano, anche se so che sono sbagliato per te. Io voglio te perché..tu mi capisci, El. Ho bisogno di te, ma non solo adesso che..che..mia madre è morta."
La vista gli si annebbia e stringo forte la sua mano, perché potrei crollare da un momento all'altro.
"Ho bisogno di te. So che è egoista da parte mia chiedertelo, ma..non lasciarmi solo El"
La parte finale esce in un sussurro e riesco a malapena a sentirla, dato il trambusto del mio cuore.
Lui ha bisogno di me, sempre. Non sono certa di aver afferrato totalmente il discorso che ha fatto, ma credo di aver capito l'essenziale e nonostante io abbia paura, troppa paura di sbagliare, ho bisogno di lui e non voglio lasciarlo solo.
Faccio scontrare i nostri nasi prima di rispondere perché la voce potrebbe tremarmi e anche se questo discorso adesso appare fuori luogo, se è quello che gli serve per non pensare, per tornare in superficie, allora lo asseconderò e parleremo di noi.
"Sono qui e non me ne andrò. Non perché me lo hai chiesto Lou..perché voglio farlo. Anch'io ho bisogno di te"
Un sorriso appena accennato spunta sul suo volto, tra le lacrime, e lo abbraccio forte perché è questo che desidero : tenerlo vicino e sapere che per un attimo può star bene. Continua a piangere tra le mie braccia, anche se cerca di smettere ma non averlo fatto tutti questi giorni, lo ha portato a questo ed è inevitabile che non riesca a fermarsi.
"Sono qui. Sempre qui. E non vorrei essere da nessun'altra parte" è quello che gli ripeto come una dolce nenia che spero gli arrivi al cuore mentre si lascia andare.
Il palazzo di Harry e Grace si staglia sulla strada e so che siamo arrivati quando l'auto si ferma del tutto. Louis non mi permette di lasciare la sua mano e sono costretta a scendere dalla sua parte. Grace ci guarda e ciò che scorgo nel suo viso è preoccupazione. Vorrei solo capisse come mi sento io in questo momento e si fidasse di me. In fondo anche lei ha dovuto rischiare con Harry ed eccola qui: con una bambina meravigliosa e tanto felice. So che Louis e più complicato o meglio, la sua situazione lo è, ma insieme potremmo farcela. Credo.
Le sorrido facendole capire che va tutto bene, che sono pronta a rischiare perché quel che provo quando lo ho accanto, forse non l'ho mai provato.
Mi spavento io stessa di ciò che ho appena pensato, ma credo sia la verità.
Harry affianca il suo amico e cerca di fargli dimenticare per un po', quanto sia ingiusta la vita. Grace mi cinge le spalle e vorrei abbracciarla come si deve ma non posso lasciare la mano di Louis quindi mi limito a poggiare la testa sulle sue spalle e sussurrarle un ti voglio bene.
"Stai bene?"
È tutto ciò che aggiunge sottovoce.
"Si, adesso si. Andrà come deve andare grace. E se non andrà bene, pazienza. Saprò cavarmela"
So che non è d'accordo, so che vorrebbe obiettare ma annuisce semplicemente stringendo un po' più forte.
L'ascensore scorre lento e il telefono di Louis squilla costringendolo a mollare la mia mano, troppo velocemente. So che è spaventato adesso, lo capisco dal modo in cui risponde e si aggiusta il ciuffo.
"Si sono da Harry. È successo qualcosa Fiz?"
L'ombra che oscurava il suo viso scompare nel sentire che è tutto okay e volevano solo sapere se lui fosse al sicuro e stesse bene, per quanto bene si possa stare. Respiro di nuovo, nonostante non mi fossi accorta di aver trattenuto il fiato.
Il calore dell'appartamento ci avvolge finalmente, come l'abbraccio di Anne che stritola Louis. Lui si lascia stringere, so che sta trattenendo le lacrime e rimangono così per un po'. Nessuno li interrompe perché sappiamo tutti quanto lui abbia bisogno di questo abbraccio.
Corro da Mya e mi siedo a carponi sul suo tappetino dopo aver tolto le scarpe: non voglio pensare ad altro se non a giocare con lei.
Le sue fossette spuntano sulle guance appena mi vede e basta questo a riempirmi il cuore.
"Ciao topina"
Le faccio il solletico facendola ridere ed è proprio la sua risata che attira l'attenzione di Louis facendolo sorridere e ci raggiunge. La solleva , stringendola a se ed io non ho il coraggio di dire nulla davanti a questa scena, nemmeno quando la lascia tra le mie braccia e si avvicina ad Harry.
Grace si siede accanto a me e stavolta è lei a poggiare la testa sulla mia spalla.
"El sei sicura vada tutto bene?"
"Grace, sto bene. Se non lo fossi stata, te l'avrei detto."
Sussurriamo di modo che nessun altro possa sentirci. Louis ed Harry parlano fitto tra loro e credo stiano parlando di noi anche loro, dato le occhiate fugaci che ci lanciano.
"So che te l'ho già detto, ma scusa Grace. Non avrei voluto tenerti all'oscuro. Anzi forse è stato ciò che mi ha fatto soffrire di più, ma ho dovuto. Ti prometto che non accadrà più."
Mi sorride triste.
"È colpa mia se hai dovuto farlo. Ti prometto di cercare di comprenderti senza impormi, El. Sono solo preoccupata per te, lo sai."
"Lo so, ma credo di potercela fare, sai? Se non dovesse andare bene, ci ho provato e avrò sempre te e Jamie con cui ingrassare no?"
Ride sapendo perfettamente che Jamie non ingrasserebbe affatto.
"Giusto. E potremmo portare anche Mya alle nostre riunioni gelatose"
"Esatto. Perché credi continui a volere che abbiate femmine voi? Harry potrebbe sentirsi spalleggiato se aveste un maschio"
Lei ride portando la testa all'indietro.
Quanto mi sei mancata, Grace.
Un odore poco piacevole inizia a provenire dal pannolino di Mya e Grace deve allontanarsi. Sono ancora seduta sul tappeto di gomma quando Harry si siede accanto a me.
So che è giunto il momento di parlare con lui, ne ho la conferma quando Louis esce in terrazza lasciandomi sola con il riccio che mi sorride.
Lo abbraccio, constatando che Anne deve essere andata via senza che me ne accorgessi.
"Stai bene?"
Non ho alcuna esitazione nel rispondere a questa domanda.
"Si."
Mi guarda fisso prima di parlare, come per farmi capire che non scherza.
"Voglio bene ad entrambi, e lo sai. Ma se dovesse fare una cazzata.. El lo conosco. Non è un cattivo ragazzo ma ci vuole tanto per gestirlo soprattutto quando non vuole."
Lo abbraccio ancora, ma più forte prendendolo alla sprovvista.
"So cosa mi aspetta ma credo di volerlo e poterlo gestire Harry. Se non andrà bene, pazienza. Rimetterò i cocci insieme e cercherò di crearmi una nuova vita. Se dovesse andare come spero, sarò là persona più felice al mondo. In ogni caso non posso più tirarmi indietro. Non adesso. Forse non potevo più nemmeno quella sera in terrazza quando io e te abbiamo parlato e ti ricordo che sei stato tu stesso a dire che avrei dovuto dare una possibilità a me stessa. Alla me che sono con lui."
Annuisce consapevole che questa è la verità. Non l'ho voluto ammettere ma già da quel momento, non c'era via di uscita per me.
"La più felice al mondo, dopo me"
Rido alla sua affermazione.
"Sei sempre egocentrico Styles! Ma ti voglio bene e spero tu lo sappia"
Stavolta è lui ad attirarmi in un abbraccio e se Louis non fosse in questa casa, inizierei a piangere.
"Ti voglio bene anche io El"
Mi tiene stretta ancora un po', infondendomi il coraggio di cui ho bisogno per uscire da lui, e poi mi lascia sola con la scusa di dover aiutare la mia amica.
"Harry? Grazie" è tutto ciò che riesco a dirgli prima che varchi la soglia della porta e spero che capisca che in quel grazie c'è tutto ciò che spesso non sono riuscita a dirgli.
Un sospiro sfugge alle mie labbra. Sono agitata. Odio essere così incerta ma questa situazione mi ha stravolto la vita e non ho più alcuna certezza. Prima era tutto sicuro: il mio lavoro, Daniel, Grace ed Harry, Jamie, Gregg, la mia famiglia, la mia macchina che non parte molto spesso.
Adesso ho solo emozioni e sensazioni prima di tornare alla normalità. E mi piace.
Lo osservo dal vetro della porta finestre, è appoggiato sulla ringhiera. Guarda in basso, ricurvo, e vorrei tanto sapere cosa pensa. Si volta a causa del rumore causato dall'apertura e mi sorride appena nonostante gli occhi lucidi. È distrutto ed è visibile tutto il peso che porta sulle spalle, anche se cerca di nasconderlo o forse di allontanarlo, focalizzandosi su di me.
"Ciao" cerco di interrompere qualsiasi pensiero negativo abbia in testa. Si avvicina ed io faccio lo stesso prima di ritrovarmi tra le sue braccia.
"Come stai?"
Chiedo mentre mi trascina verso la panchina.
"Uno schifo, ma..credo passi poi. No?"
Lascio un bacio sulla sua guancia prima di parlare.
"Credo di sì. O meglio, dicono che il tempo aggiusti tutto e credo che attenui il dolore ad un certo punto."
Guarda un punto lontano, indefinito.
"Credi che la dimenticherò ? La sua voce, il suo viso?"
"No, questo no. Sono sicura che non accadrà perché lei è qui"
Poggio la mano sul suo petto e sento il cuore battere forte, non tanto quanto il mio quando si volta a guardarmi.
"El..io.."
Fissa le mie labbra e so cosa vorrebbe fare, lo vorrei anche io, ma ho paura e non so nemmeno di cosa. Dopo il discorso in macchina dovrei essere più tranquilla, invece non ci riesco.
"Se volessi andar via adesso, lo capirei. Credo."
Le sue dita giocano con le mie ma sono lucida abbastanza da capire che non è vero ciò che dice. Posso leggere quella che potrei classificare come paura, nei suoi occhi appena li solleva nei miei.
"Non voglio farti male"
Sono ancora rossi e non so quando crollerà ancora. Forse più tardi, forse domani, forse tra poco, forse appena ci ripenserà e so solo che mi impegnerò per distrarlo e che voglio esserci quando accadrà.
"Lou io ho paura di svegliarmi un giorno e sentirti dire che non sono più abbastanza. Perché non mi sento abbastanza quando si tratta di te."
Fa per interrompermi, ma lo blocco per poter continuare o non riuscirò a finire ciò che devo dire.
"Potresti avere chiunque ed io non posso sapere come va a finire. Ma, nonostante tutti i dubbi, voglio provarci, se tu vuoi naturalmente. Non ti costringo di certo, che poi sarei stupida a farlo perché , insomma, voglio dire, cosa ci guadagno nel costring-"
"Eloise!"
Ride come non faceva da qualche giorno ed è bello vederlo così.
"Grace mi aveva spiegato fosse efficace per bloccarti quando inizi a blaterare"
Sono arrossita e sono incantata a guardare il suo sorriso.
"Mi dispiace"
Abbasso gli occhi sulle nostre mani, ma le sue dita riportano il mio sguardo sul suo viso.
"Dispiace a me averti tenuta lontana per così tanto tempo."
Ho i brividi su tutta la schiena mentre pronuncia queste parole e si avvicina lentamente. I nostri nasi si sfiorano ma non mi bacia subito. Parte dal naso, poi l'angolo della bocca ed io non so più come si respira. Quando tocca le mie labbra ho perso ogni briciolo di sanità mentale e non penso più a nulla se non a ricambiare il secondo bacio più bello della mia vita.
"Sto tremando"
Lo sussurro sulle sue labbra, con il cuore che sta esplodendo e sono certa mi ballino le gambe.
"Mi piace sentirtelo dire, sai?"
Sorrido sulle sue labbra prima di lasciare che si muovano con le mie.
"Credo" intervalla ogni parola con un bacio, perché non riusciamo a star lontani, tra i miei sorrisi "che sia meglio ritornare alla realtà o rischio grosso su questa terrazza. Grace potrebbe farmi fuori se mi vedesse"
Stavolta sono io a riavvicinarmi alla sua bocca prima di rispondere.
"È solo preoccupata per me, ma ti vuole bene. Anche se dovresti preoccuparti più di Jamie che di Grace"
Sono io a ridere adesso al pensiero di un Jamie incazzato.
"Dovrò comprarlo con qualche bottiglia di whisky?"
Un altro bacio e sono costretta a fermarmi.
"Può darsi. O forse basterà della birra o del gelato"
Qualcuno bussa sul vetro e ci voltiamo imbarazzati verso Harry e Grace che ci aspettano dentro.
"Arriviamo"
Nascondo il viso nell'incavo del suo collo e non ho nessuna voglia di allontanarmi da lui adesso.
"Dovremmo andare"
Sussurra prima di ribaciarmi ancora.
"Per forza?"
Sorride alle mie parole, mi stringe più forte e lascia un bacio sulla fronte. Chiudo gli occhi,mi faccio cullare perché mi è mancato così tanto questi giorni. Prima che possa dire qualcosa, fa passare una mano sotto le mie ginocchia, una sulla schiena e mi solleva di peso tra le mie risate e lo sbigottimento di Harry.
"Non l'ho mai visto far così, sono preoccupato"
Il riccio guarda la mia amica che sorride e adesso sono certa sia felice per me.
"El, grazie l'hai rinsavito"
Guardo Louis prima che mi lasci andare e non ho altre parole da dire, se non ricongiungere le nostre labbra e stringermi più forte a lui perché non ho nessuna intenzione di lasciarlo andare.
---
I miei bambini. Non so neppure cosa aggiungere, vorrei solo stringere Louis così forte da farmi male.
Il prossimo mi piace di più. 🙊
Le cose sembrano andare meglio per loro due. Louis preferisce pensare a lei e concentrarsi su loro, ricercando certezze, che pensare a ciò che è successo. È il suo modo di restare a galla.
Al prossimo, che non so quando sarà perché è un periodo un po' frenetico per me, ma prometto di fare prima che posso.
Luisa.💗
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