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"Sono pronta"

Arrivo in cucina, lui è di spalle e gli sorrido quando si volta e sembra mi stia vedendo per la prima volta.
Mi sembra di essere tornata indietro a quella mattina di un mese fa quando Daniel mi ha lasciata, ma stavolta sorrido davvero.

"Andiamo"

Vorrei tanto chiedergli dove, ma ho deciso che per oggi non penserò, oggi mi impegnerò a lasciare che accada ciò che deve, e non conoscere la destinazione della nostra meta è una di queste.

Mi precede mentre chiudo la porta dopo aver salutato Gregg . Non parla, nemmeno quando siamo in macchina ed io mi perdo ad osservare le persone sul marciapiede mentre James Arthur passa alla radio. Non parla neppure quando arriviamo alla villa che ha affittato per la sua famiglia, finché non deve scendere.

" Recupero delle chiavi e arrivo"

"Okay"

Gli sorrido, lasciandomi andare contro il sedile, in realtà non vedo l'ora torni qui, in questa macchina e non vedo l'ora che mi racconti qualcosa, qualsiasi cosa che mi faccia ridere.

Non dovrei, ma è così che mi sento e se lui è accanto a me, non voglio fermarmi ad analizzare. Non m'importa di cosa penserà.

Ho bisogno di lui.

"Lottie ha insistito perché ti facessi scendere, ma arriveremmo troppo tardi. Quindi ti saluta"

"Okay"

Mi guarda incuriosito prima di parlare ancora.

"Sei ammutolita improvvisamente?"

Rido mentre ingrana la marcia e riparte.

"No stavo pensando. Noi donne lo facciamo contemporaneamente"

"Pensare e parlare? Spaventoso"

Una smorfia si dipinge sul suo viso, facendomi ridere di più e vorrei solo poter toccare il suo viso senza sentirmi..scoperta.

"Non mi hai ancora chiesto dove stiamo andando. Devo preoccuparmi più del solito?"

"Può darsi"

Mi sistemo meglio, lui si volta veloce verso di me prima di riconcentrarsi sulla strada. Mi piace poterlo osservare, sembra così rilassato alla guida.

"Non vuoi nemmeno un indizio?"

Scuoto la testa in dissenso.

"Mi fido di te"

Non sarebbero dovute suonare così, ma ormai sono uscite e non reprimo un sorriso imbarazzato quando mi osserva ancora.

"Okay inizio ad avere davvero paura"

"Smettila! Per una volta che cerco di fare la persona normale, tu ti lamenti?"

"Hai ragione"

Accosta in una piazzola di sosta e sono completamente confusa.

"Cosa stai facendo?"

Sorride, sgancia la cintura e si volta completamente verso di me. Posa una mano sul mio ginocchio e gioca con i fili dei jeans strappati.

"Se ti dicessi chalet?"

Milioni di immagini si susseguono nella mia mente, immagini di quel giorno e spero che tutte le emozioni provate riescano a restare in profondità e non risalire la superficie, non adesso.

"Quello di Dan?"

Annuisce.
È passato un mese da quando Daniel mi ha lasciata, è passato un mese da quel pomeriggio in cui lui non ha smesso di farmi ridere neanche un secondo dopo avermi portato lì .

"Niente vino però"

Arrossisco al solo ricordo. Ho avuto il singhiozzo per tutta la sera.

"Perché?"

Mi guarda confuso spingendomi a continuare.

"Perché mi stai portando di nuovo lì?"

"Perché avevo bisogno di staccare un po' e quando ci siamo svegliati stamattina ho ripensato alla pace di quel posto"

Riparte e nonostante ci attenda un lungo viaggio, io sono felice che lui stia includendo anche me nella sua pace.

"Eloise, sveglia"

Mi devo essere addormentata, sento solo le sue mani solleticarmi il viso e appena apro gli occhi, ritrovo i suoi che sorridono.

"Siamo arrivati?"

"Si, ho già acceso il fuoco, fa fresco qui"

Annuisco, cerco di scacciare via l'intorpidimento che sento e scendo, facendo attenzione a non cadere.

"Lou"

Si volta sulla soglia nel sentire la mia voce rauca.

"Niente"

Lo abbraccio prima che possa entrare e ricambia tenendomi stretta.

"Questo per cosa è? Per averti fatto dormire mentre sistemavo tutto?"

Rido, nascondendo il viso sul suo petto ricoperto da una maglia leggera.

"Può darsi. Anche se un orso avrebbe potuto sbranarmi e tu non te ne saresti accorto"

Si allontana scuotendo la testa e sento il cuore battere più forte nel vederlo al centro della stanza con una coperta in mano, illuminato dalla luce arancione. La posa per terra e si siede, proprio davanti al fuoco.

"Vuoi rimanere lì impalata o vuoi rilassarti con me qui?"

Non mi muovo ancora, resto ferma ad osservare le sue spalle mentre stappa una bottiglia e mi chiedo cosa ci sia da festeggiare oggi, qui, con me.

"E se invece tu mi stressassi?"

Son certa abbia sollevato gli occhi al cielo, sono certa stia reprimendo un sorriso come gli ho visto fare tante di quelle volte in questo mese vissuto a stretto contatto.

"Non saresti qui se così fosse, Eloise"

Lo raggiungo e afferro il calice che mi porge, sedendomi a gambe incrociate davanti a lui.

"A cosa dobbiamo brindare?"

È vino e, anche se dopo l'ultima volta non dovrei, lo accetto comunque.

"A niente. Ho solo bisogno di rilassarmi davvero"

Fa scontrare i nostri bicchieri e continuo a guardarlo mentre il liquido bagna le mie labbra e le sue. È strano però, sembra improvvisamente scosso.

"Lou è successo qualcosa?"

"No, non preocuparti"

I suoi occhi incontrano i miei appena mi alzo per avvicinarmi di più.

"Ed io sono bionda. E sappi che se lo fossi Grace non mi parlerebbe più, per cui.."

Riesco a farlo sorridere di nuovo, chiude gli occhi al mio tocco sul collo.

"Mamma non sta tanto bene"

Avrei dovuto capirlo che qualcosa non andava per il verso giusto, soprattutto dopo questa sua voglia di isolarsi dal mondo.

"I medici.."
Fa una pausa, si schiarisce la voce prima di proseguire ma senza guardarmi in faccia.
"I medici ci hanno detto che ha poco tempo. La malattia sta progredendo rapidamente. Sembrava avesse perso terreno, invece.."

Non riesco a far nient'altro che stringerlo. Poso il capo sulla sua spalla, le mie braccia lo circondano e nonostante sia messa malissimo, non voglio allontanarmi. Non mi interessa se domani mi farà male la schiena, l'importante è lui.

Porta una mano sulla mia, le sue dita giocano con le mie e un respiro profondo, frustrato,  rompe il silenzio della stanza, alternandosi allo scoppiettio del fuoco davanti a cui siamo seduti.

"Tu come stai?"

"Sto"

Lo stringo più forte, più di quanto sia possibile.

"Ti ho rapita in un luogo sperduto quindi non sto molto bene"

Sta scherzando ed ho intenzione di continuare sulla sua scia.

"Mentalmente? Oh, quello da molto tempo. Ne sono molto spaventata infatti, come puoi vedere"

Ride adesso, trascinandomi davanti a lui, di modo da potermi stringere tra le sue braccia.

"Forse dovresti"

"Vuoi per caso uccidermi qui e far finta di non avermi mai vista? Grace e Jamie ti smascherebbero in un attimo Tomlinson"

È serio, i suoi occhi lo sono mentre si specchiano nei miei e il mio cuore accelera, lo stomaco si restringe e mi ritrovo ad osservare le sue labbra.

Io e il vino non andiamo d'accordo. Soprattutto al caldo del camino.

"Grace non me lo perdonerebbe mai"

Sta sussurrando, incosapevole di ciò che sta scatenando in me.

"Perché il vino deve sempre farmi male?"

Reclina la tesa all'indietro e ride, tenendomi stretta. Sento il suo petto vibrare sotto le mie mani, sento le mie labbra dispiegarsi per ridere con lui.

"Smettila di prendermi in giro che è sempre colpa tua"

Il suo telefono suona ed è costretto ad allontanarsi, ma sono riuscita a cogliere quella paura celata dietro le iridi cristalline.

"Dan?"

Esce fuori e non posso sentire ciò che si dicono. Il vino è un'ottima distrazione e ne bevo un altro sorso.

È buono. È lo stesso dell'altra volta e al ricordo di ciò che è successo riderei ancora.

"Tutto apposto?"

Annuisce mentre sparisce in cucina.

"Preparo qualcosa"

Non mi può vedere ma annuisco comunque, continuando a sorseggiare il vino che ho quasi finito, prima di raggiungerlo. Mi fermo sulla soglia a guardarlo, e quando porta i suoi occhi nei miei bevo ancora.

"Dovresti andarci piano"

"Più piano di così.."

Ho caldo, lui ha ragione ma non glielo dirò mai.

"Cosa stai facendo?"

Segue ogni movimento che compio per sfilarmi la maglia a maniche lunghe che si è raccomandato indossassi.

"Ho caldo"

Ho comunque quella a maniche corte sotto e lui non dovrebbe guardarmi in questo modo.

"Seguimi, ti mostro una cosa"

Faccio come dice e mi lascio condurre di nuovo davanti al fuoco. Afferra una cassetta e la posa davanti a noi. Prima di aprirla però mi attira a se e lascia un bacio sulla mia guancia.

"I piatti li recupero dopo"

Sussurra ignaro del fatto che la mia pelle si sia ricoperta di brividi.

"Questo sono io, da piccolo"

È un album quello che posa sulle ginocchia ed inizia a sfogliare.

"Qui avevo 4 anni"

"Eri troppo tenero"

Ride con me e mi piace il modo in cui racconta ogni anneddoto legato ad ogni foto.

"Mangiamo nel frattempo o rischiamo di saltare la cena"

Si allontana per poi ritornare con entrambe le mani occupate.

"Dove eravamo rimasti?"

"Qui"

Gli indico quella in cui è con Lottie e sono entrambi piccolissimi. Johannah ha voluto imprimere ogni attimo ed è bello poter osservare Louis adesso, sulla scia dei ricordi.

"Qui credevi già di essere un calciatore"

"Ehi, lì stavo già giocando nella squadra locale dei bambini quindi ero già un calciatore"

Sfiora la mia spalla con la sua, facendomi ondeggiare, ma io rido di più.

Prendo in mano un'altra foto e non riesco a smettere, non riesco a fermarmi.

"E qui cosa credevi di essere con quella camicia troppo grande e un microfono?"

"Che ne so! È imbarazzante quella foto, non so perché mia madre l'abbia voluta conservare"

Poso il mento sulla sua spalla e le ore passano con me che rido di lui, con lui che ride con me di sé e racconta tutto ciò che ricorda.

"Sei stanca?"

Si volta appena, quanto basta per potermi guardare, quanto gli permetto perché sono troppo vicina al suo viso.

"Non tanto ma io ho dormito. Tu hai guidato"

Strofino il naso sulla sua guancia, gli lascio un bacio e sento le sue dita stringere più forte la mia mano.

"Io non sono stanco, ma tu hai bevuto"

"Solo un po'"

Lo soffio sulla sua pelle e probabilmente dovrei scostarmi, ma non voglio privare il mio corpo del calore del suo.

"Almeno due bicchieri. E l'ultima volta ne è bastato mezzo perché scappassi sotto la pioggia e ti facessi rincorrere per un po'"

"Non ero ubriaca. Però la notte prima non avevo dormito"

Non è convinto della mia spiegazione e in ogni caso, stasera sono lucida. Forse perché ho mangiato, forse perché l'ho bevuto piano, forse perché ho dormito in macchina.
Mi scosto lentamente da lui prima di parlare o sono certa non mi avrebbe permesso di fare ciò che sto per fare.

"Vuoi replicare?"

Appena capisce cosa sta per succedere, si porta una mano sul viso.

"No, Eloise è buio. Dai no"

Troppo tardi, sono già sulla soglia, pronta a scappare e indietreggio in attesa di vederlo sbucare.
Non lo fa subito, e quando inizio a pensare che non mi seguirà eccolo lì.

"Se ti acchiappo cosa succede?"

"Non lo so"

Scatto in avanti e rido, rido a crepapelle, rido leggera.
Non si sente nessun rumore se non quello delle nostre risate, il mio nome urlato da lui e i grilli che cantano.
Corro senza guardarmi dietro, sicura che lui mi raggiungerà tra poco.

"Devo correre per forza?"

"Ho dimenticato quanto fossi schiappa!"

Lo sento ridere, mentre cerco di orientarmi al buio e non perdermi, tenendo come riferimento lo chalet accanto al nostro.

Le sue braccia mi afferrano e mi sento sollevare, mentre la mia schiena aderisce al suo petto.
Mi lascio andare contro di lui sbilanciandolo e finiamo  a terra, uno sopra l'altro o più precisamente, io sopra di lui.

"Ricordati che fumo"

Ha il fiato corto e il petto si muove velocemente, spostando anche me su e giù.

"Niente scuse, ho vinto io"

Ride ancora, senza scostare le sue mani dalla mia pancia scoperta. Le muove, facendomi trattenere il respiro.

"Ti ho acchiappata, tecnicamente ho vinto io"

"Nah, vinco io comunque"

Un rumore dietro gli alberi mi distoglie dalla stupida teoria che sto per enunciare, e mi alzo aiutando lui a fare altrettanto.

"Credo sia un orso"

Sussurra mentre mi stringo al suo braccio.

"Sarà qui presto, non riusciremo a tornare indietro Eloise"

La mia faccia terrorizzata lo diverte sempre di più.

"Come facciamo Eloise? Come gli sfuggiamo?"

"Se non la smetti, ti do un pugno sul naso Lou"

Stiamo camminando lentamente, sono completamente concentrata nel percepire altri rumori.

"Vieni qui"

Lo guardo per capire cosa intenda prima che mi senta sollevare.

"Mi  porti in braccio per evitare di essere attaccati da un orso? Dove l'hai letto?"

In realtà sono felice mi stia tenendo stretta a lui, sono felice di essere qui con lui.

"Su Google credo. Anche se forse era tra i metodi per morire sbranati da un orso"

"Louis!"

Siamo arrivati, nonostante ciò, non mi fa scendere. Mi conduce dentro, facendomi chiudere la porta viste le sue mani occupate, e mi lascia andare solo sulla coperta per portarmi su di lui nell'attimo successivo.

"Vuoi vedere una cosa?"

Annuisco, anche se questo implica che debba allontanarsi da me.

"La mia recita alle medie. Sono sicuro ci sia la videocassetta, perché a Natale, non ricordo di che anno, mamma l'ha mostrata a tutti i presenti, mettendomi in imbarazzo con Eleanor"

È di spalle e per fortuna non può vedere l'espressione di fastidio che, sentirgli pronunciare quel nome con così tanta naturalezza, mi ha provocato.

"Immagino che Miss universo si sia divertita" borbotto tra me e me.

"Come?"

Si volta, risedendosi.

"Niente"

Mi guarda ma io non lo faccio , i miei occhi sono rivolti allo schermo e continuano ad esserlo anche quando il suo braccio é sulle mie spalle e mi attira su di lui.

"Sei pronta a vedere una vera star in azione?"

Rido, scettica, riuscendo però a rilassarmi un po', come se il fantasma di quella là sia stato scacciato. Chissà quante volte è venuto qui con lei.

"Ero perfetto, non è vero?"

Non devo pensarci, non devo pensare a loro due insieme.
Non rispondo alla sua domanda e si rende conto che sto rimuginando su qualcosa, qualcosa che non gli dirò mai.

"Ah, ah. Che succede adesso?"

Due dita sotto il mento mi costringono a voltarmi verso di lui.
È vicino, troppo vicino e troppo pericoloso stasera.

"Niente"

"Eloise"

Mi piace che pronunci il mio nome per intero. In questo modo non c'è margine di errore e non può sicuramente pensare a lei.

"Credo sia il mio nome"

Sussurro specchiandomi nei suoi occhi.

"Ti stai perdendo Danny"

Sorrido adesso, lo abbraccio, cogliendolo di sorpresa probabilmente, e lascio un bacio sulla sua guancia più lungo del previsto.

"Potresti farmi la replica qui no?"

"Scordatelo"

Sarebbe esilarante vederlo ballare e cantare Grease.

"Avanti, solo un pezzetto"

"Stai scherzando vero?"

Le mie braccia son ancora sul suo collo, le sue mani sulla mia schiena e le mie labbra vicinissime alla sua guancia.

"No"

"Non se ne parla"

Mi diverte il tono in cui si rifiuta, ha davvero paura che possa costringerlo.

"Grease era il mio film preferito"

"Allora potresti ballare tu per me"

Scuoto la testa, trattenendo una risata.

"Louis io non ho mai recitato nella parte di Sandy"

La sua mano scosta la maglia e adesso accarezza la pelle nuda alla base della schiena. Mossa sbagliata, perché di questo passo non so se riuscirò a trattenermi. Devo ristabilire una lontananza ma non me lo permette, mi tiene ferma nella posizione in cui siamo.

"C'è sempre una prima volta"

Nascondo il viso nell'incavo del suo collo e un respiro profondo riscalda la sua pelle. Lo sento irrigidirsi anche se mi tiene più stretta.
Non ci riesco, vorrei trattenermi ma il suo collo è troppo invitante, le sue carezze troppo destabilizzanti e quel vino aiuta a non porre freni. Lascio un bacio sulla clavicola, uno piccolo, e mi ritraggo immediatamente.
Cerca i miei occhi e mi guarda così intensamente che sembra voglia leggermi dentro.

Il mio cellulare squilla ma non mi muovo.

"Dovresti rispondere"

Sussurra, non lasciandomi capire se vuole che lo faccia realmente oppure no. Toglie le mani però, come chiaro segnale del fatto che vuole davvero che io risponda.

Mi alzo, un po' stordita e appena leggo il nome di Harry sul display sorrido.

"Ciao"

"Eloise dove sei?"

La sua voce è strana, sembra agitato.

"Allo chalet di Dan con Louis. Perché?"

"Non siete a Londra?"

"No, perché? Harry cosa c'è?"

Un urlo contenuto si sente ed inizio a preoccuparmi seriamente.

"Harry?"

"È Grace. Ha le prime contrazioni. Sono distanti tra loro ma non so come funzionino queste cose. C'è sua madre ma io non sto capendo nulla El"

"Grace ha le contrazioni?!"

Ho quasi urlato, Louis scatta in piedi e lo vedo spegnere il fuoco.

"Si, dicono manchi ancora un po'. Riuscite ad essere qui al più presto?"

Poso una mano sulla cornetta, avvicinandomi a Louis.

"Riusciremo ad essere da loro in tempo?"

Annuisce, mentre si allontana per sistemare tutto per andare via il più in fretta possibile.

"Si, Harry. Chiudiamo tutto ed arriviamo. Stai calmo okay? Andrà tutto bene."

"Non lo so Eloise, la vedo soffrire così tanto e non so cosa fare, sono inutile!"

Vorrei solo poter esser con loro, anche se sarei stata di troppo. C'è sua madre e il suo fidanzato ed io non ho nessuna competenza per poterla aiutare. Devo tenere la calma per Harry, ma sto iniziando ad agitarmi più del dovuto.

"Harry, a meno che tu non voglia avere le contrazioni non puoi far nulla. O forse una cosa si: va da lei, tienile la mano e la tua presenza basterà a migliorare tutto. Ne sono sicura"

"Sei sicura non mi voglia uccidere perché è anche colpa mia se sta soffrendo così tanto?"

Sorrido, non riesco a fare altrimenti.

"Mmh, magari in quei secondi di dolore forte si, ma appena passano basta il tuo sorriso. Io lo so Harry, fidati di me"

"Okay. Grazie El. Vi aspetto"

"Mandami l'indirizzo e verremo direttamente lì Harry"

Chiude con la promessa di farlo.
Ho paura di non riuscire ad esserci e se dovesse succedere non me lo perdonerei mai.

"Eloise andiamo, è tutto chiuso qui"

Non sto capendo nulla, so solo che la mia amica sta per partorire ed io son a chilometri di distanza.
Louis si è accorto della mia preoccupazione ed è per questo che appena prima di salire in auto mi attira a sè.

"Andrà bene"

"Lo so"

Nascondo il viso nell'incavo del suo collo per la seconda volta stasera. Ho bisogno che mi tranquillizzi, ho bisogno del suo profumo che ormai riconosco. Mi stringe forte e mi lascio cullare quei pochi secondi in cui possiamo permettercelo.

"Ti prometto che ti porterò da Grace in tempo. Te lo prometto Eloise"

Lascia un bacio sulla fronte prima di separarci e correre alla macchina.
Gli credo, so che lo farà. Ha capito quanto sia importante per me esserci e per fortuna Harry ci ha avvisato molte ore prima.

"Passerà più di qualche ora prima che nasca, vero?"

"Dipende da tante cose. Ma noi ci saremo"

Ed è con queste parole che si immette a tutta velocità sulla strada del ritorno.

Grace sto arrivando.

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Buongiorno!
Nuovo capitolo, un mese dopo la fine della relazione con Daniel e loro sono sempre più vicini.
Mya sta per nascere ed Harry è abbastanza agitato , Eloise non è da meno però ! :)
Non so quando arriverà il prossimo aggiornamento, è un periodo un po' tosto e comunque dopo il prossimo capitolo ci sarà l'aggiornamento di Flash e devo aspettare che Moonlight92 pubblichi 💗
Questo per dirvi che se sparisco, non sono andata in Bolivia (anche se non ho Wi-Fi e mi sento come se ci fossi in realtà) ,ma torno prima o poi.
Adesso mi dileguo, spero il capitolo vi possa piacere!
Al prossimo,
Luisa 💗

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