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"Ciao"

Sorride mentre mi avvicino.

"Che ci fai qui?"

Credo si sia accorto del mio nervosismo, ma non dice nulla, si limita a rispondere. Sono felice di averlo qui ma allo stesso tempo sono arrabbiata con lui.

"Volevo farti una sorpresa ma non c'eri"

Spingo il portone  e aspetto che mi segua.

"Ero al concerto di Jamie. Lo sapevi"

"Con chi sei tornata? La macchina era qui"

Per fortuna sono di spalle.

"Siamo andati tutti insieme"

Prima che possa arrivare su, le sue braccia mi avvolgono.

"Non ti chiederò chi siano questi tutti. Non ho voglia di litigare con te, non sono venuto per questo"

Lascia un bacio sul mio collo, mentre apro la porta e riesco a sfuggire alla sua presa.

"Puzzi di fumo"

"Colpa del concerto"

Annuisce ma è ancora dubbioso.

"Non hai fumato vero?"

"Non ho fumato. Vado a farmi una doccia veloce"

Il telefono vibra nella tasca posteriore dei jeans.

"Vengo a farti compagnia?"

"C'è Gregg" indico la porta della sua camera "sarà per un'altra volta"

Sgattaiolo ma prima che possa riuscirci, mi riafferra e mi stringe a sé.

"Sei sfuggente, Eloise."

"Non sono sfuggente Daniel"

Sfiora il collo col naso, ma i brividi arrivano solo quando posa le labbra.

"Non mi hai dato neanche un bacio"

"Ero sorpresa di trovarti qui, visto che in genere non hai mai tempo per me"

Mi volto, ancora tra le sue braccia, e lo guardo mentre aspetto che risponda.

"Okay okay. Qual è il problema? Credevo ti facesse piacere avermi qui"

Ed è così. Ma non capisco come mai, oggi, è riuscito a liberarsi quando i giorni scorsi aveva detto fosse impossibile, quando non l'ha mai fatto e mi ha sempre lasciata sola.

"È successo all'ultimo minuto. Vuoi litigare El?"

"Sono comunque la ruota di scorta per non passare la serata da solo?"

Aggrotta le sopracciglia prima di riattirarmi a se.

"Conosco tanti modi per passare una serata. Se sono qui è perché ne ho voglia. Ho fatto tanti chilometri per vederti, devo ripartire all'alba e credi che tu sia un ripiego?"

Scuoto la testa. Sono stanca, Probabilmente sto facendo tante storie per niente.

"Torno subito"

"Okay"

Sorride permettendomi di allontanarmi e appena richiudo la porta alle mie spalle, mi ci lascio andare.

Respiro profondamente, stasera avevo bisogno di tranquillità invece mi ritrovo in un vortice di sensazioni, emozioni e pensieri. Vortice che si amplia quando apro il messaggio di Louis.

'Tutto okay? Stai bene?'

Si sta preoccupando per me, si preoccupa che ci abbia visti perché sa cosa succederebbe se accadesse.

'Sto bene. Ci sentiamo domani?'

Spero che dica di sì. Anche se non dovrei, anche se dall'altra parte della stanza c'è qualcuno che mi aspettando.
E questo è dannatamente sbagliato.

'A domani, Eloise. Se c'è qualche problema, scrivimi. Sarò sveglio'

Non rispondo, blocco il telefono e mi guardo allo specchio.

L'Eloise riflessa non è quella di qualche giorno fa, è più stanca, più incasinata, più confusa e soprattutto divorata dai sensi di colpa. Non è l'Eloise che avrebbe seguito la retta via ad ogni costo, non è l'Eloise che avrebbe messo prima Daniel di se stessa, non è l'Eloise che era prima. E questo mi spaventa.
Lascio che l'acqua porti via i profumi, le immagini e le sensazioni provate oggi. Lascio che faccia piazza pulita tra i miei pensieri, ma è più difficile di quanto immagino perché quando indosso dei vestiti puliti sono ancora lì.
Tutti quanti.

"Credevo non uscissi più"

Ha allentato i bottoni della camicia ed è bello. Troppo per me che appena qualche ora prima ho risposto ad un tocco che non era il suo.
Mi sento male solo a pensarci.

"Esagerato. Ti saresti addormentato qui"

Cerco di sorridergli, cerco di non mostrargli quanto in realtà io sia turbata. Non mi piace questa versione di me, non mi piace perdere il controllo ed è quello che sta avvenendo. Me ne rendo conto  quando mi bacia con trasporto e per un attimo, uno solo, non penso a lui, ma a..Louis.

Chiudo gli occhi, deglutisco, lo allontano di poco.

"El va tutto bene? Stai tremando"

Vorrei piangere. Cosa ho che non va? Perché mi devo infilare in situazioni scomode?

"Sono solo stanca. E mi manchi "

Sussurro accoccolandomi al suo petto.

"Sono qui."

Accarezza i capelli e mi rilasso appena, quanto basta per chiudere tutto fuori, per non sentirmi così colpevole.
Non ho fatto nulla di male, a parte qualche abbraccio. Se solo lo sapesse, non sarebbe così tranquillo con me. Se solo sapesse cosa ho pensato, lui non starebbe qui, le sue braccia non mi circonderebbero.
Non rispondo, chiudo gli occhi e per un attimo vorrei che questo durasse per sempre. Che lui potesse essere sempre presente per me.

"Che ne dici se ci stendiamo a letto e guardiamo un po' di TV?"

Non voglio muovermi, ma ha ragione. Non possiamo stare così per tutta la notte e, forse, dormire abbracciati mi aiuterà a non sentirmi poi così colpevole di qualcosa che non ho fatto.
Avrei bisogno di Jamie adesso, avrei bisogno che mi dicesse che non c'è nulla di male nel mio modo di comportarmi.

"Ti amo"

Mi assicuro che mi stia guardando quando lo pronuncio. Sorride, i suoi occhi lo fanno ed è in questo istante che capisco quanto sto rischiando stando vicino a Louis.

"Anche io, piccola. Anche io"

Mi solleva e va con passo sicuro verso la camera, posandomi solo per potersi svestire.
Lo fa davanti a me, lo fa con sicurezza, lo fa lasciando che i miei occhi vaghino su di lui.
La mano corre sulle sue spalle e lo stringo a me.

"Dan" Sussurro sulle sue labbra, senza però toccarle.
"Fammi tua"

Sembra quasi una richiesta disperata a cui non sa dire di no.
Lo fa con dolcezza, con amore, con passione e con un trasporto tale da catapultarmi in un'altra dimensione. Dopo un po' il mio corpo risponde ai suoi input e lascio che il mondo rimanga fuori, lascio che in questa stanza non esista nient'altro che noi.

Sono le quattro di mattina. Non ho chiuso occhio.
Daniel sta dormendo, non posso vederlo ma posso sentire il suo respiro regolare.
Mi ha stretta a se tutta la notte come se sapesse che qualcosa non va.
Il mio telefono vibra sul comodino, ma mi è impossibile raggiungerlo. Non finché Daniel si sposta un poco e mi libera dalla sua morsa.
Appena leggo il nome del mittente, il cuore impazzisce e quella sensazione di inadeguatezza si fa strada ancora una volta.
Non posso aprirlo, non posso leggerlo. Non con Daniel accanto, nel mio letto.
È per questo che blocco ancora una volta il cellulare e mi stendo. Guardo il soffitto, il sonno adesso scarseggia più di prima.
Vibra ancora, ma adesso non ho voglia di guardare chi possa essere. Cadrei in tentazione ed io non posso. È già sbagliato in questo modo. Non posso sbagliare ancora.

"El"

La voce rauca, gli occhi che faticano ad aprirsi.
Si è svegliato.

"Dan, ti ho svegliato?"

"No. Che ora è?"

Si volta verso di me, spettinato, col petto nudo che sbuca dalle lenzuola e un sorriso da far girare la testa.

"Le quattro e mezza"

Mugugna qualcosa ma riesco a capire solo che tra mezz'ora dovrà ripartire.

"Vieni qui"

Mi stringe a se, il suo battito un po' accelerato mi culla e forse potrei trovare un po' di pace adesso.

"Sono un disastro, non è vero?"

Corre a guardarmi prima di rispondere.

"No, non lo sei mai. Perché me lo chiedi?"

Perché sono così insicura. Perché ho paura di sbagliare. Perché ho paura di cedere a braccia e labbra che non sono queste.

"Ti ho aggredito ieri sera. Senza ragione"

Non replica, lascia un bacio tra i capelli e rimaniamo così, stretti l'uno all'altra, solo per poco tempo.
Deve andare via di nuovo.

"Io odio il tuo lavoro"

Glielo dico sempre, ma stavolta è più sentito. Se lui fosse qui, se lui non dovesse andare via sarebbe tutto più semplice.

"Lo so. Ma dopo cambierà. Spero"

Sussurra l'ultima parola, forse convinto che non l'abbia sentita.
Non mi rincuora questo, ma non gli dico nulla. Mi limito a bere il caffe con lui, in una cucina troppo silenziosa. 

*

"Io voglio solo essere felice. Come Grace."

Il biondo mi scruta attentamente prima di parlare. In altre situazioni avrebbe scherzato, ma adesso mentre lo dice, è serio.

"Implica Louis? O felice perché hai qualcuno accanto che ti dimostra quanto sei importante?"

"La seconda"

Si volta verso di me, con un sorriso sulle labbra.

"Che implica comunque Louis"

Riesce a farmi ridere, Jamie ci riesce sempre.

"È partito"

Non so perché gliel'ho detto, non è importante.

"Quando e dove?"

"Stamattina. Los Angeles"

Rimane in silenzio per un po', c'è solo la sensazione della sua mano nella mia e il profumo che usa  in abbondanza a ricordarmi la sua presenza.

"Ti manca?"

Apro la bocca per replicare velocemente, per dire che no, non mi manca. Ma la richiudo senza farlo, perché non sarebbe vero.

"Non lo so"

Opto per una via di mezzo, perché davvero non lo so. So solo che l'idea di averlo così lontano mi sta pesando.

"Mi ha scritto prima di decollare"

"Si?"

Annuisco. Non posso negare mi abbia fatto piacere, è come se anche in queste piccole cose lui mi dica sono qui.

"Daniel che ha detto?"

Stavolta chiudo gli occhi, perché sta diventando tutto troppo per me.

"Daniel non lo sa. Mi sento in colpa, Jamie. "

"Per quale motivo?"

Si solleva, si volta a pancia in giù, per potersi assicurare che non scappi al suo quesito.

"Perché mi sono avvicinata a Louis. Perché quando non c'è Daniel io..sono diversa"

Sussurro l'ultima parte, con gli occhi ancora chiusi.

"Spiegati meglio. Non stai facendo nulla di male, El. Non sei andata a letto con Louis, non vi siete baciati o palpati..perché non è successo vero?! Potrei correre fino a Los Angeles altrimenti"

Sta sdrammatizzando, sta cercando di farmi sorridere e lo apprezzo. Non sono mai stata così giù da quando lui mi conosce.

"Non è successo"

Lo dico col sorriso sulle labbra, mentre finge di tirare un sospiro tra il sollievo e il dispiaciuto.

"Ricordi quando a Copenaghen, ci hai detto che era come se vivessi due vite. Parlavi di Mathilda e Lily e Mad. È diverso, lo so.  Però è simile. E sai cosa vuol dire"

Si distende accanto a me, in silenzio. Mi sposto per potergli stare più vicino, con la mera convinzione che lui possa darmi un po' di pace con le sue risposte.

"So cosa vuoi sentirti dire, El. Ma non lo farò. Non sarebbe giusto nei tuoi confronti. Solo, cerca di capire-"

"Jamie io amo Daniel. Ne sono certa"
Il mio tono non ammette repliche.

"E Louis?"

"Louis non lo amo"

Le mie parole trasmettono tutta la convinzione che possiedo.

"Ma, ti piace. Non puoi negarlo El"

"Mi è sempre piaciuto, non l'ho mai negato"

Non è mai stato un segreto, neanche per Louis stesso.

"Credo che adesso stia diventando di più. Sei diversa quando c'è lui. Sei più luminosa"

Corro a guardarlo, devo capire se lo sta dicendo seriamente o solo per convincermi di qualcosa che non esiste.

"E anche lui lo è. Non è più lo stronzo strafottente quando ci sei tu. È solo Louis che cerca disperatamente di starti lontano ma non ci riesce. Non ti rendi nemmeno conto del modo in cui ti guarda. O di come ti protegge e si assicura che tu stia bene. E c'è sempre. Siete praticamente sempre insieme. Dall'altra parte hai qualcuno che per quanto ami, non c'è mai Eloise. E ad un certo punto il sentimento non basterà più. Non ti basterà "

Scuoto la testa, lui solleva un sopracciglio in segno di scetticismo al mio gesto.

"Ho lottato per Daniel e sapevo sarebbe stato così. Louis mi passerà, è solo una fase dovuta al fatto che il mio cantante preferito si è improvvisamente avvicinato a me. E siamo solo amici, non è vero che si comporta diversamente con me. Lo fa anche con le sorelle e non mi pare sia innamorato di loro"

"Non ho detto che è innamorato di te. Ti ha fatto conoscere le sorelle?"
È interessato adesso, so che il suo cervello sta macchinando qualcosa ma dovrà arrestarsi, non c'è nulla di più.

"Si. Siamo andati a casa loro"

"Hai conosciuto anche Johanna?"

"No, lei-" mi blocco prima che senza accorgermene, gli riveli tutto.
"Lei non c'era"

Continua imperterrito con la smorfia di chi la sa lunga.

"Eloise ti ha fatto conoscere suo figlio"

"Sono sua amica, che male c'è?"

Solleva gli occhi al cielo, e finge di sventolare una bandiera che se fosse reale sarebbe bianca.

"Okay, quando tornerà e lo rivedrai, mi risponderai. Nel frattempo, non torturarti ma rispondi a quel coso che continua a vibrare, tu sei troppo impegnata a immaginare Tomlinson nudo e non te ne accorgi nemmeno"

"Jamie!"

Ride mentre arrossisco e gli assesto un colpo sulla spalla. Non riesco a non controllare il telefono però, ed è vero.
Lui mi ha scritto. Che ore sono a Los Angeles? Lui mi ha scritto comunque, lui non mi fa sentire..sola.

"Ah ah, conosco quel sorriso"

"Cosa?"

Apro il messaggio senza ascoltare veramente il biondo.

'È l'una ma non riesco a dormire. Mi fai compagnia?'

"Dovresti dirglielo che non puoi far sesso telefonico dopo pochi appuntamenti. Strapparsi i vestiti è decisamente migliore"

Dovrei restare impassibile ma non ci riesco. Scoppio a ridere in faccia a Jamie che col sorriso sbilenco sa perfettamente cosa ha fatto.

"La vuoi smettere?!"

"No, non lo farò finché non smetterai tu di importi stupide restrizioni."

Sono io adesso a sollevare gli occhi al cielo.

"Jamie-"

"Niente scuse Eloise. Sai meglio di me che sono solo stronzate. Aspetto il giorno in cui te ne renderai conto"

Quando si è presentato alla porta ero sollevata perché credevo che la nostra chiacchierata sarebbe stata illuminante, confortante ma ho dimenticato che è Jamie e che non mi spingerà mai verso la strada più semplice, non mi lascerà mai far un passo indietro per la paura. Ed è giusto così, è giusto che mi faccia uscire dalla mia comfort-zone ma non in questa situazione.

'Si. C'è Jamie che non sa ciò che dice, aiutami a non strozzarlo'

'Salutalo. E non fargli nulla, non posso portarti le arance in carcere, altrimenti'

Il biondo gioca con i miei capelli, ma non sono concentrata su di lui adesso.

'Perché non puoi?'

Non passa molto prima che risponda. Anzi risponde praticamente subito.

'Perché è estate, non ci sono le arance'

Rido davanti allo schermo.

"Okay, esisto, lo ricordi? Niente lavoro oggi?"

"Jamie sono in vacanza. D'estate ho solo il campo scuola, ma solo alcuni giorni alla settimana. Per gli altri ho dato la disponibilità"

Un sorrisino compiaciuto, come se avesse vinto chissà quale battaglia.

"E non sei andata a Bournemouth ?!"

"Quale parte del 'ho dato la disponibilità' non ti è chiara? Se mi spostassi e mi chiamassero, non riuscirei ad essere qui in tempo. E Grace ha bisogno di me qui"

Ride adesso, senza cercare di nasconderlo tra l'altro.

"Certo. Ma il tuo fidanzato super impegnato no"

Sollevo gli occhi al cielo.

"Jamie"

"Okay la smetto. Rispondi al tuo principe azzurro"
Una cuscinata in faccia è tutto ciò che gli arriva.

Louis

"Hai intenzione di mollare quel telefono?"

No, non ho neppure intenzione di rispondere ad Oli.

"Dormi e non rompere"

Ho bisogno di una sigaretta mentre aspetto che il suo nome appaia sullo schermo. Ci sta mettendo più tempo, forse a causa di Jamie.

'Non avevo considerato questo particolare. Uva o anguria andrà bene'

Non so cosa rispondere adesso.
Mi manca già, e son passate solo poche ore. I chilometri che ci separano però, sembrano far più effetto. È stupido. Sono stato io stesso a voler partire, a voler cambiare aria per qualche giorno, per ristabilire una distanza con lei.
Invece mi ritrovo peggio di prima. Mi ritrovo a voler tornare indietro perché mi manca, perché sapere che stanotte lui l'ha stretta a se mi da fastidio e allo stesso tempo mi ricorda che non è mia. Non può succedere e questo viaggio dovrà aiutarmi a starle più lontano.

Devo.

Stasera usciremo, andremo al club ed io mi dimenticherò di tutto.
Troverò qualcuno che mi farà dimenticare i suoi occhi, i suoi capelli.
Si, e quando tornerò a Londra andrà meglio. Le starò accanto ma lontano, quanto basta per non incasinarle la vita.
Perché nessuno può essere lei. Ha un'aurea attorno, diversa da quella di tutte le persone che ho conosciuto. È come se il suo sorriso attirasse le persone, è come se fosse talmente trasparente da far capire a tutti che non potrà mai far nulla di male. È talmente controllata che non rischierà mai di sbagliare ed è completamente differente da me. Forse potrei imparare da lei, forse potrebbe aiutarmi a combinare meno casini.
Piace perfino a mia madre e, ancora, non si sono incontrate. Sono bastati i racconti su come abbia conquistato Ernie che non fa altro che chiedermi quando Eloise andrà da lui.
Piccola peste.

Il telefono vibra ed io vorrei chiamarla. Ma se lo facessi, questo viaggio che senso avrebbe?  Scrivendole son già venuto meno a ciò che mi ero ripromesso.

'Eloise sta diventando manesca. Vedi di tornare presto'

Rido appena capisco che è stato Jamie a digitare. Immagino la sua faccia mentre tenta di portargli via il cellulare ed evitare che scriva. Immagino anche la sua espressione dopo aver letto ciò che mi ha scritto.

'Non sapevo facessi questo effetto. Sacrificati per qualche giorno'

Spengo il mozzicone, ormai terminato. Non so cosa accadrà qui, non so come tornerò, ma sono sicuro che non potrò comunque far a meno di lei. Non ci riesco da quando ho bisogno che mi distragga e per quanto Grace abbia ragione ed io mi stia impegnando, non posso starle lontano.

Questo viaggio sembra essere un'altra delle mie cazzate. Son lontano da casa, credevo di poter scappare da tutto ciò che c'è la, invece non è così. Non lo è perché mia madre sta comunque male, perché ho caricato le mie sorelle di una responsabilità che avrei dovuto condividere. E per cosa? Per niente. Ho lasciato Tommaso ad aiutarle, ed io sono venuto qui.

Scorro sul suo nome e premo la cornetta verde.
Pensi ciò che vuole e faccia come vuole, ho bisogno di sentirla.

"Ti disturbo?"

Parlo prima che possa farlo lei.

"Ciao. No Jamie è appena andato via"

Accendo l'ennesima sigaretta della serata.

"Non dovevi lavorare oggi? Ho capito male?"

Sono convinto stia annuendo, anche se non posso vederla.

"No, siamo in vacanza. Ho dato la disponibilità per il campo scuola ed oggi era il mio turno, in teoria. In pratica l'hanno spostato a domani"

Non mi ero accorto mi fosse mancata la sua voce, non finché non l'ho sentita. Ma non mi basta. Voglio vederla.

"Come è andata ieri?"

Un fruscio, segno che si sta spostando.

"Bene"

Non aggiunge altro, costringendomi a chiedere ancora.

"Cosa stai facendo?"

Sembra restia nel parlare con me.

"Son sul letto. Oggi sono pigra"

"Aspetta un attimo"

Clicco velocemente sull'opzione videochiama e attendo che risponda.
Ci mette un po', tanto che credo non voglia farlo.

"Quando videochiami una persona, in genere si avvisa"

La sento e basta, tutto ciò che vedo è il soffitto.

"El?"

"Arrivo. Dammi un minuto"

Sorrido al pensiero che si stia sistemando per me.

"Almeno usa le cuffie quando vi videochiamate. Non ho intenzione di sentire i vostri discorsi"

Una voce maschile, che riconosco appartenere a quella di Gregg, giunge chiara.

"Gregg esci dalla mia camera"

"Perché? Voglio solo capire cosa stai facendo, sorellina."

"Che problema hai adesso?"

Sono spettatore di un dialogo che non avrei immaginato potesse avvenire.

"Io? Nessuno. Ma Daniel potrebbe averne nel saperlo"

Eloise appare sullo schermo e prima che possa replicare parla.

"Ti richiamo io"

Chiude senza darmi il tempo di rispondere.

"Okay" dico a me stesso.
Neanche Gregg mi vede di buon occhio, me lo aspettavo in fondo. Ma potrei iniziare a pensar di aiutare Harry nel conciarlo per le feste.
Eloise non ne sarebbe felice, continua a ripetere che non è così male come dice il riccio, ma è suo fratello non potrebbe far altrimenti.
O forse lo è sul serio, ma non nei nostri confronti.
Capisco anche la sua voglia di proteggere la sorella, so quale è la mia fama e so che lui ne è a conoscenza. Credevo, però, che  sapesse come funziona in questo mondo patinato e che non desse adito alle stronzate che si divertono a scrivere su di me.
Evidentemente mi sbagliavo.

Il suo nome compare sullo schermo e appena premo il verde il suo viso lo riempie.

"Va tutto bene?"

"Si"
I suoi occhi mi dicono tutt'altro, ma fingo di crederci perché da qui al termine di questa telefonata, sono certo che riuscirò a farla ridere.

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L'ho scritto praticamente in pochissimo tempo e mi scuso per le eventuali ripetizioni, ma avevo bisogno di pubblicare e quindi questo è ciò che è uscito.
Più presto del previsto, ma che ci posso fare?!
La foto rappresenta il panorama che El si ritrova appena risponde alla videochiamata.
Al prossimo, buona lettura.
Luisa 💗

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