10
'Ti amo.'
'Sei ubriaco' rispondo.
'Adesso sono ubriaco, e ti amo, domani mattina sarò sobrio, ma ti amerò comunque'
Louis P.O.V
La guardo ma lei non mi vede. Sta ballando con persone che non conosco, non c'è traccia di Jamie o Grace e non capisco chi siano quelle ragazze. La guardo ma lei non ricambia e l'alcol brucia la mia gola.
La bionda al mio fianco non sembra apprezzare la mia mancanza di attenzioni, ma quel sorriso mi ha fregato. Sono venuto qui per passare una serata diversa, una delle mie serate. Invece l'ho notata subito in mezzo alla pista e non sono più riuscito a togliermela dalla testa.
Un altro sorso, veloce, bruciante. Non devo pensare, non mi piace la piega che i miei pensieri stanno prendendo, non mi piace che il bisogno di andare da lei sia così forte.
Forse è a causa del modo in cui si muove, vedo poco ma quanto basta per farmi venire strane idee. Continuo a fissarla con la speranza che si accorga di me, anche se so che è quasi impossibile. C'è troppa gente e lei non sembra propensa a guardarsi intorno. È fidanzata, non ha bisogno di nessuno qui dentro. Si sta solo divertendo. Senza di me.
Intercetto lo sguardo di alcuni ragazzi dietro di lei e non so se sia questo, i drink o l'idea di poter guardare i suoi occhi , a spingermi verso di lei.
Scendo veloce, schivo mani che tentano di fermarmi, mani che si muovono a ritmo e la raggiungo.
La mia mano finisce sul suo fianco e lei si irrigidisce. Faccio giusto in tempo a spostarmi prima che mi arrivi uno schiaffo dritto sul naso.
"Louis!"
Non riesco a decifrare la sua espressione, spero solo sia piacevolmente sorpresa.
"Che ci fai qui?" le chiedo perché se le parlo posso avvicinarmi e la mia bocca è a pochi centimetri dalla sua pelle. Ho bevuto troppo, credo.
"È il compleanno di una collega! "
Collega che adesso blatera qualcosa sul fatto che sia il suo compleanno e non quello di Eloise. Non capisco il nesso, ma sento solo che avrebbe dovuto portare Harry.
"Che c'entra Harry?" urlo ancora, con la mano sul suo fianco che non ho intenzione di togliere.
"Niente e non lo dirai a Grace! Non ne ha bisogno in questo periodo"
Non so di cosa stia parlando o forse sì ma non riesco a concentrarmi in qualcosa di diverso dai suoi occhi.
"Balliamo?"
L'ho attirata troppo bruscamente perché le sue mani finiscono sul mio petto ed io vorrei solo baciarla.
Cazzo ho bevuto troppo.
"Lou, è una serata tra donne.."
Sarebbe un rifiuto? Lei mi sta dicendo di no?
Okay, non sono abituato a ricevere no dalle ragazze che rimorchio, ma non la sto rimorchiando. Però siamo amici, perché non vuole ballare con me? Se dicessi che il suo no non mi abbia offeso, mentirei. Mi allontano e vado via, voglio uscire fuori, ho bisogno di aria fresca.
Prima che possa raggiungere l'uscita però, sento qualcuno afferrarmi, e prima ancora che possa reagire intreccia le dita con le mie facendomi capire di chi si tratta. Non avrebbe potuto far altrimenti.
Mi segue senza dire altro, ma non mi va che stia dietro, quindi la trascino davanti a me e mi assicuro che riesca a passare senza farsi male.
È bellissima ed io lo sto capendo solo adesso. O meglio, l'avevo già capito ma mi sono sempre tenuto a distanza. È troppo pura per me, che sono un casino ambulante.
"Sei bellissima"
Lo dico prima di pensare, prima che il mio cervello annebbiato capisca cosa sto dicendo.
"Oh, grazie"
È arrossita e ha distolto lo sguardo. Non voglio lo faccia. Voglio che mi guardi, voglio che le sue ciglia lunghe si muovano per me. Non so quanto senso abbia questo, ma voglio che tutta lei si muova per me.
"Quanto hai bevuto?"
Lo chiede ma io non la sento perché sto fissando il suo corpo adesso che posso vederlo per bene. Ha dei jeans stretti, una maglia non scollata ed è dannatamente sexy così perché non posso vedere ma solo immaginare ciò che c'è sotto. Sventola la mano davanti al mio viso riportando la mia attenzione sul suo di viso.
"Quanto hai bevuto?"
"Un gin, due shot e credo mezza bottiglia di vodka"
Sgrana gli occhi e credo di aver bevuto troppo forse.
"Tu quanto hai bevuto?"
Sono io a chiedere stavolta o lei sarebbe capace di farmi una ramanzina che non ho voglia di ascoltare e potrei zittirla in mille modi che non condividerebbe.
"Non ho bevuto niente a differenza tua"
Sono io a guardarla adesso, come se fosse un alieno.
"Non hai bevuto nulla? Che cazzo di compleanno è questo? Andiamo"
Cerco di rialzarmi, ma il movimento che compio è troppo brusco e sono costretto a respirare profondamente prima di riprovarci e afferrarle il braccio.
"Cosa stai facendo?"
"Ti sto offrendo un drink" le dico come se fosse ovvio. Non è concepibile che sia in un locale per una festa e non abbia bevuto niente! Niente!
"Lou no, non mi va"
Oppone resistenza ed io sono abbastanza instabile per riuscire a trascinarla.
"Perché? Di cosa hai paura?"
Mi avvicino e nonostante cerchi di tenermi lontano, io non ci riesco. Indietreggia un po', ma mi riavvicino ancora.
"Di niente. Ma non mi piace perdere il controllo"
Quello che ho perso io stasera, quello che dovrei riacquisire per non far un gran casino con lei, ma non riesco. Non riesco a starle lontano da quando la mia vita fa schifo. Lei è l'unica nota positiva in questa melodia stonata che mi ritrovo ad ascoltare ogni giorno.
"Dovresti qualche volta. È liberatorio non avere il peso del mondo sul collo"
È riuscita a porre qualche centimetro di distanza tra noi, centimetri che avrei voluto distruggere fin quando l'ho scorta là in mezzo.
"Il giorno dopo non solo avrai il peso del mondo, ma anche un terribile mal di testa post-sbornia"
Sorride ed io vorrei dirglielo che deve smetterla, perché mi sta fottendo il cervello già annacquato.
Non posso però, non posso non filtrare i pensieri, non posso lasciarli uscire o fuggirebbe e probabilmente non vorrebbe più vedermi. È questo a permettermi di non fare mosse azzardate.
"Solo un drink. Con me. Solo uno"
Lo capisco dal suo sguardo che il suo sarà un rifiuto, lo capisco dal modo in cui inclina la testa da un lato e stringe le labbra prima di parlare.
"È una serata tra donne, Lou. È il compleanno di Giulia, non posso abbandonarla più di quanto abbia fatto"
Perché non mi dice si e basta? Perché deve per forza tornare dalle sue amiche e non star ancora con me? Perché non sono abbastanza stasera per lei?
"Non conosco nessuna Giulia"
"Non puoi conoscere tutte le persone che conosco"
Invece sì. Dovrei. Come posso proteggerla altrimenti? In realtà non sono in grado di proteggerla da me stesso figuriamoci dagli altri, ma lei, questo, non può saperlo.
"Presentameli, io devo conoscerli"
Ride e non capisco proprio perché lo faccia. Non c'è niente da ridere.
"Lou è meglio se torni a casa. Con chi sei venuto?"
"No è troppo presto per rientrare. Con Stan ma adesso starà scopando di brutto"
Non voglio andare via, non voglio che lei vada via. Non ci vediamo da ieri mezzogiorno e mi è mancata. C'era quello stronzo del suo ragazzo ed io non potevo cercarla, non potevo passare a prenderla. Avermela trovata qui stasera, è stato un bel regalo. Eloise è un bel regalo.
"Okay non voglio sapere i particolari, ma non posso lasciarti qui. Stai un po' con noi poi ti riporto a casa?"
Lei deve stare con me, non mi interessa di quelle altre sue amiche che non conosco. Il modo in cui mi guarda non accetta repliche e mi ritrovo a sbuffare ma ad acconsentire.
"Però devi fare una cosa per me prima"
Ascolta curiosa mentre sorrido e mi avvicino ancora. Sembra una corsa la nostra, con lei che scappa ed io che la rincorro.
"Puoi accarezzarmi un secondo?"
Non suonava così male nella mia testa, non sembrava così male nella mia immaginazione.
Si è irrigidita, lo posso dire dal modo in cui i suoi muscoli si sono tesi, ed è sorpresa. Probabilmente non lo farà, anzi sono sicuro non asseconderà la mia richiesta perché è troppo per lei che è sempre corretta e non rischierebbe di sbagliare per me. Dovrei sentirmi stupido anche solo per averci provato e se mi dovesse chiedere perché non saprei neppure cosa rispondere, ma l'alcol mi rende incapace di ragionare lucidamente e aspetto. Spero lo faccia, spero di sentire le sua dita sfiorare la barba che non ho tagliato. E proprio mentre mi arrendo, lei mi stupisce.
Siamo occhi negli occhi, quando solleva la mano. La vedo alzarla lentamente, incerta. Si avvicina, sfiora leggermente la guancia e poi la posa completamente. Sento il pollice scorrere sulla pelle ed il suo tocco è così dolce, così rassicurante da farmi chiudere gli occhi. Per un attimo sparisce tutto, tutti i problemi, tutta la tristezza di cui non riesco a liberarmi, tutti i pensieri che ho cercato di affogare nell'alcol. Non è servito però, ci è riuscita solo lei. Ci riesce sempre e solo lei. Allontana la maggior parte dei pensieri ed è per questo che mi piace passarci del tempo.
Il contatto si interrompe costringendomi a riaprire gli occhi. Cerco i suoi ma non ci sono più. Mi volto, troppo velocemente e la testa gira. Mi da le spalle, sta aspettando che la segua per rientrare dentro ed improvvisamente ho paura di averle chiesto troppo.
"El?"
Mi guarda ma è diventata illeggibile. Non riesco a capire cosa pensa, nonostante l'alcol stia forse svanendo e riesco a star dritto senza aver paura di cadere, ma la confusione non va via.
"Vieni con me" le dico senza darle il tempo di replicare, senza darle Il tempo di rifiutare. Prendo la sua mano e la trascino dentro. Non mollo, mi volto ogni tanto per verificare che stia bene e il suo sorriso mi accoglie ogni volta. Mi fermo per poterle parlare e siamo più vicini perché c'è troppa gente, la musica è alta e vorrei solo ballare con lei, lei che non credo ne abbia voglia.
"Chiama le tue amiche, saliamo su. Ho prenotato a nome mio"
Qualcuno spinge e le mie braccia vanno in automatico sulla sua schiena per evitare che possano farle male. Se solo non fosse qui, avrei già spaccato la faccia al tipo che ci è finito addosso.
"Stai bene?" Urlo cercando di capire la risposta che arriva come un cenno del capo. Le sue mani sono sul mio petto e nonostante il tessuto della maglia posso percepire il calore che emanano.
"Lo riempio di botte"
Adesso è lei che si aggrappa al mio braccio ed urla per parlare, per farsi sentire.
"Niente casini, non ne vale la pena. Cerchiamo le altre okay?"
I suoi occhi mi intrappolano e per un attimo vorrei dirle che no, non va bene perché sono ubriaco e lei è troppo vicina. Le vorrei chiedere cosa succederebbe se mi avvicinassi ancora, se assaggiassi le sue labbra; resterebbe con me o fuggirebbe a gambe levate?
Invece sto zitto, e nonostante la musica mi stia stordendo, la seguo senza fare lo stupido, mi trattengo anche quando saliamo verso il privè e il suo sedere è davanti ed è difficile non guardarlo, difficile smettere di volerci posare le mani.
Devo ricordare che si tratta di Eloise, non posso.
Le sue amiche continuano a muoversi, io non riesco, sono stanco e mi siedo sul divanetto con la speranza che la sbornia passi perché vorrei essere lucido per lei. Forse non è stata una buona idea bere così tanto, anche se mi ha dato il coraggio di avvicinarmi.
"Stai bene?"
La sua voce vicina mi costringe ad aprire gli occhi e sorriderle.
"Si, vai e divertiti. L'unica cosa che posso fare è dormire"
Scuote la testa divertita e so che vorrebbe restare ma le ripeto di andare là in mezzo e non pensare a me. Si allontana, titubante, inizia a muoversi ed improvvisamente il resto del Mondo scompare. Tutto diventa interessante, soprattutto quando mi guarda ancora per assicurarsi che non mi sia successo nulla, ed il mix diventa pericoloso per me e per i miei jeans che iniziano a diventare stretti.
Avrei dovuto sfogare i miei istinti prima di raggiungerla, adesso non mi sarei trovato in questa situazione. Mi sistemo meglio per avere una visuale migliore e mi ritrovo a sorridere nel guardare lei sorridere. Potrò dare la colpa ai drink senza sembrare solo ebete.
È bella e non se ne rende conto. È bella ed io avevo promesso di starle lontano. È bella e non merita i miei pensieri, io non merito lei. Infatti non la ho, è di qualcun altro che invidio ed io non ho mai invidiato nessuno. Quello che ho appena realizzato mi spinge ad afferrare il bicchiere, non mi interessa di chi sia stato, Stan è andato ed io non posso chiedere. Voglio solo bere ancora.
Butto giù tutto d'un fiato e la familiare sensazione di bruciore allevia il resto. Sto per berne un altro quando una mano familiare porta via il bicchiere e lei mi guarda, mi sta rimproverando ma non posso far altro che sorriderle.
"Sei già messo male, non dovresti bere ancora"
Lei non dovrebbe avvicinarsi ancora, invece, o potrei trascinarla su di me adesso.
"Non rompere El. Balla e lasciami bere"
La sua espressione cambia e credo stia per rovesciarmi tutto sopra. Invece lo posa e dopo aver esordito con un "cavoli tuoi", torna dalle altre e non mi guarda più, non si assicura più che io stia bene. Deve essersi offesa, non ho detto nulla di male, non capisco perché e sono stanco. Se lei non fosse qui, sarei già andato via da un pezzo.
Non mi piace questa situazione, devo avvicinarmi, devo chiederle cosa non va.
Ed è ciò che faccio, lei mi ignora, come se non mi vedesse.
"Eloise, che c'è che non va?"
Non risponde, si allontana costringendomi ad acchiappare il suo braccio, costringendomi ad intrappolarla per non farla fuggire.
"Cosa ho fatto?"
"Non rompere Louis. Bevi e lasciami ballare"
"Balla per me"
Parlo senza collegare il cervello, parlo perché è ciò che ho voluto da quando l'ho vista.
"Scordatelo"
Si libera e mi lascia fermo, poggiato sul muro a chiedermi perché.
"Non ti chiederò scusa. Non ho fatto nulla!"
Non mi risponde nemmeno adesso e mi sto innervosendo.
"Eloise"
Le sue braccia vanno in alto, muove la testa ed i fianchi a ritmo e si avvicina a quella che credo sia la festeggiata e il loro ballo è una tortura per me.
"Eloise" la afferro di nuovo appena passa accanto a me e so che sta per arrabbiarsi. Le ho rovinato la serata, io rovino sempre tutto. Non posso farne a meno. Dovrebbe capirlo.
"Mi dispiace. Adesso la smetti?"
"Di fare cosa?"
Si è dovuta avvicinare e il suo profumo mi colpisce portandomi a chiudere gli occhi.
"Stai bene?"
Li riapro ed è preoccupata per me. Perché lei è così.
"Si, solo smetti di essere arrabbiata con me."
"Non sono arrabbiata con te. Chiamo qualcuno, il tuo autista? Così torni a casa a riposare?"
Scuoto la testa, non la lascerò qui. Non se ne parla.
"Lou non puoi più star qui"
"Se tu non vieni, io non vado"
Solleva gli occhi al cielo ed è bella anche così.
"Ho bevuto troppo" le dico come se non fosse già ovvio, come se mi servisse da alibi per tutto ciò che ho fatto oggi.
"Ed è per questo che devi andare. Ascolta chiamerò un taxi per noi, appena tu sarai salito sull'auto. Va bene?"
Scuoto ancora la testa, anche se non dovrei perché poi credo di vedere due Eloise che mi guardano. È già difficile con una sola, due sono troppe.
"Hai una gemella?"
"Cosa?" Replica perplessa.
"Siete in due"
Sollevo due dita davanti al suo viso prima che sorrida consapevole e mi freghi il telefono dalla tasca dei jeans.
"Come si chiama il tuo autista?"
"Steve. Ma verrete anche voi"
Sta per rifiutare e stavolta sono io a non ammettere repliche, costringendola ad accettare.
"Non mi muovo altrimenti e tu sei troppo piccola per riuscire a spostarmi"
Annuisce ed io mi sento tranquillo quando, finalmente, sale sull'auto di Steve e so di averla protetta da tutti per una notte.
Move la colita-lita-lita
Move la colita-lita-lita!
Niente, 'ngna posso fa'! (Si scrive così?) Potreste pensare sia ubriaca tanto quanto Louis in questo capitolo..per me non è così invece, per lui..ops.
Buona lettura,
Luisa 💗
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