HEADCANON JACKSON'S HOUSE
Il campanello di casa Jackson suona, informando Percy e Annabeth che la persona che aspettavano è arrivata. È il loro anniversario di matrimonio e quella sera hanno deciso di uscire a cena, lasciando i bambini con una persona di fiducia.
Annabeth si affretta ad aprire la porta e saluta Nico con un abbraccio.
-Grazie per aver accettato-
Quando Nico entra nell'ampio salotto, una piccola figura corre ad abbracciarlo.
-Zio Nico!- esclama la piccola Eveline detta Eve, una bambina di sei anni con i capelli corvini raccolti in due codini e gli occhi verdi.
-Ci farai tu da babysitter?- chiede Isaac, un bambino di dieci anni dai capelli biondi spettinati e gli occhi verdi.
A differenza della più piccola, lui se ne sta leggermente in disparte, con un libro stretto fra le mani.
-Così almeno darete un po' di pace ai vostri genitori- afferma Nico divertito.
-Ma noi siamo bravissimi!- ribatte Eve contrariata.
-Sai anche tu che non è vero- la corregge Isaac, beccandosi una linguaccia dalla sorellina.
-Vedete di comportarvi bene- li ammonisce Percy, entrato nel salotto in quel momento aggiustandosi la cravatta blu.
-Sei pronto, Testa d'Alghe?- chiede Annabeth prendendo la borsa.
-Papà ci mette più tempo della mamma a prepararsi- esordisce Eve rivolta a Nico, con un tono di voce abbastanza alto da farsi sentire da tutti.
-Non si può darle torto- dice Annabeth, vedendo l'espressione offesa del marito.
Una volta che Percy e Annabeth sono usciti di casa, Eve si siede sul tappeto bianco peloso al centro del salotto e fa sedere anche Nico.
-Giochiamo a Mitomagia?- chiede la piccola, ma senza aspettare una risposta, prende la scatola da scarpe lí vicino e ne rovescia il contenuto.
Decine di statuette si riversano sul tappeto – déi, ninfe, satiri e mostri di ogni genere – insieme a un mazzo di carte tenute unite da un vecchio elastico.
-Isaac, vuoi giocare?- chiede Nico rivolto al bambino. Quest'ultimo è seduto sul divano dietro di loro, con la faccia nascosta nel libro.
-No- risponde Isaac senza alzare lo sguardo.
-Come mai non c'è lo zio Will?- chiede Eve preparando il tabellone da gioco.
-È in ospedale- spiega Nico -Ha il turno di notte-
-E Blanca? Perché non è venuta anche lei?-
Blanca è la figlia più piccola di Nico e Will, un'orfana di cinque anni che vagava per strada insieme alla sorella maggiore Abigail, di diciannove anni.
-Blanca sta poco bene e Abby si prende cura di lei-
-Quando potrò vederla?- vuole sapere la più piccola, preoccupata per la sua migliore amica.
-Se domani sta meglio, vi porto entrambi da loro, se i vostri genitori sono d'accordo- assicura Nico, per poi rivolgersi all'altro bambino -Che ne dici Isaac?-
L'interessato mugugna in assenso senza alzare lo sguardo dalle pagine. Nico non è sorpreso, Isaac non è un bambino a cui piace la compagnia altrui.
-Isaac!- Eve grida il nome del fratello e si alza di scatto per rubargli il libro e correre via.
-Eve, torna qui!- ordina il bambino rincorrendo la sorella.
Nico però è più veloce e acchiappa la piccola per poi dirle con tono autoritario.
-Ridai il libro a tuo fratello e chiedi scusa- Eve, ancora in braccio a Nico, stringe il libro con più forza tra le piccole mani.
-Perché?-
-Perché è mio- le ricorda Isaac, incrociando le braccia al petto.
Eve fa per ribattere ma vedendo lo sguardo accigliato di Nico, il suo zio preferito, cambia idea.
-Va bene- si arrende lasciando cadere il volume, che atterra tra le mani di Isaac.
-Scusa- mormora senza guardarlo. Isaac alza gli occhi al cielo e torna a sedersi sul divano, adirato perché la sorella gli ha fatto perdere il segno delle pagine.
-Ora giochiamo a Mitomagia?- chiede Eve rivolta a Nico, facendo gli occhi fa cerbiatto.
-Va bene, piccola peste-
-Non sono una piccola peste!- ribatte la diretta interessata.
-Sì, invece- si intromette Isaac senza alzare lo sguardo dal libro.
Nico e Eve si sistemano sul tappeto e dispongono il necessario per il gioco, la più piccola non si trattiene dal lanciare la statuina di Atena a suo fratello e quest'ultimo le rivolge un'occhiataccia.
La partita inizia quando Nico suddivide le carte ed Eve è già in vantaggio di quaranta punti, la piccola ha imparato proprio da suo zio a giocare e ha finito per superarlo in bravura.
Alle dieci e mezza di sera, Eve esclama dopo la quinta partita conclusa.
-Ho vinto di nuovo!- Nico le fa segno di non urlare appoggiandosi un dito sulle labbra, poi indica il divano.
Isaac sta dormendo con la testa appoggiata al bracciolo e una gamba che penzola dal bordo, il libro che stava leggendo aperto sul grembo.
-Posso colorargli la faccia di blu?- sussurra Eve intrecciando le mani sul petto.
-No- vieta categoricamente Nico e, quando vede la bambina sbadigliare, afferma sorridendo dolcemente -Dovresti dormire anche tu-
Eve scuote il capo, facendo oscillare i codini, e incrocia le braccia al petto.
-Non sono...- viene interrotta da uno sbadiglio -Non sono stanca-
-Che bugiarda- mormora Nico alzandosi dal tappeto e prendendo una coperta per coprire Isaac, dopodiché raccoglie Eve da terra.
-Ti porto nella tua cameretta- Eve annuisce e chiede sfregandosi gli occhi
-Mi canti la ninna nanna?-
-Certo- la rassicura Nico aprendo la porta della stanza.
La cameretta di Eve ha le pareti color azzurro pastello e la moquette bianca; il letto e l'armadio sono situati da un lato, le ceste dei giochi e la casa delle bambole dall'altro. Eve scende dalle braccia di Nico e si dirige verso il letto, prendendo il pigiama da sotto il cuscino.
-Girati- ordina la più piccola e Nico, ridendo, fa come dice.
Dopo poco la bambina gli dà il permesso per poter girarsi di nuovo. Il pigiama di Eve è blu, il suo colore preferito, con una stampa a forma di karpa koy sulla maglia.
Eve si scioglie i codini, lasciando che i capelli neri le cadano poco sopra le spalle, fatto ciò si butta sul letto e si sdraia. Nico le rimbocca le coperte e si siede sul bordo del materasso, iniziando a cantare quella che è la ninna nanna preferita di Eve, la stessa che canta tutte le sere alle sue figlie.
Percy e Annabeth aprono la porta d'ingresso e senza fare troppo rumore si dirigono in soggiorno, dove trovano Isaac che dorme sul divano, tenuto al caldo da una coperta. Annabeth gli si avvicina e gli lascia un leggero bacio sulla fronte, per evitare di svegliarlo.
-Annabeth- la chiama Percy sussurrando e facendole cenno di raggiungerlo.
La moglie, incuriosita, lo raggiunge davanti alla porta della stanza di Eve. Avvolti nella penombra, la bambina dorme tranquillamente e Nico le canta una canzone in una lingua che entrambi riconoscono come l'italiano.
Tu sei il mio soldatino
La ragione per cui vivo
Non ti scordar di me
Io veglierò su di te
Nico, resosi conto di essere osservato, si interrompe e gira la testa verso la porta per incontrare lo sguardo di Percy e Annabeth. Si alza dal bordo del letto e, senza fare rumore, esce dalla stanza prima di chiudere la porta.
-Cosa le cantavi?- chiede Percy, notando gli occhi lucidi dell'amico. Nico risponde con una punta di imbarazzo nella voce
-La ninna nanna che mi cantava mia madre quando ero piccolo, e che mi cantava Bianca quando non riuscivo a dormire al Casinò-
-Grazie per esserti preso cura di Eve e Isaac- gli dice Annabeth stringendolo in un abbraccio.
-Eve non ti ha fatto diventare matto, vero?- chiede Percy accennando una risata.
-Ha il tuo stesso carattere, Percy. Puoi immaginare- ribatte Nico facendo ridere i suoi amici.
SPAZIO PER ME
CHE COSA CARINA CHE HO SCRITTO, NON TROVATE?
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