Capitolo XVIII: Ritrovarsi

Capitolo XVIII: Ritrovarsi

Una volta giunto nel parcheggio del condominio in cui si era trasferito pochi mesi prima, dopo aver lasciato lo squallido monolocale in cui abitava prima, Danny parcheggiò attentamente nel proprio posto auto – libero perché Steve aveva ancora la sua Camaro – e scese; fece per andare ad aprire la portiera a Rachel, ma la donna era troppo impaziente e si arrangiò. Ancora una volta, si guardarono negli occhi, poi si afferrarono per mano, palmo contro palmo proprio come due ragazzini innamorati, ed entrarono nel complesso residenziale; nell'atrio, presero l'ascensore e salirono al terzo piano, dove c'era l'appartamentino di Danny. Appena furono entrati e la porta fu chiusa, Danny allargò le braccia e Rachel subito vi si rifugiò, posando la testa sulla sua spalla.

"Non mi par vero...", gli bisbigliò all'orecchio, "Di nuovo tra le tue braccia... Sono nata per stare tra le tue braccia..."

"E io sono nato per tenertici", ribatté lui sottovoce, baciandole la tempia; Rachel girò il viso e le loro labbra si incontrarono. Dapprincipio fu un bacio molto dolce, quasi timido, diversamente da quelli infuocati dell'ospedale; ma non durò a lungo, e ben presto il desiderio reciproco si manifestò prepotentemente. Bramosa come non si era mai sentita prima in vita sua, Rachel schiuse le labbra e con la punta della lingua sfiorò le labbra di Danny, invitandolo ad approfondire il bacio; Danny rispose con una prontezza che le rivelò appieno quanto anche lui fosse impaziente.

Senza smettere di baciarsi, si diressero verso la camera da letto, fermandosi ogni pochi passi per disfarsi di un capo d'abbigliamento o dell'altro. Rachel sciolse il nodo della cravatta di Danny e la fece volar via, poi gli sbottonò la camicia e gliela tirò giù fino ai gomiti, virtualmente imprigionandogli le braccia; come gli scoprì il torso, vide il brutto ematoma lasciato dall'impatto della pallottola sul giubbotto antiproiettile, appena sotto la gabbia toracica. Il cuore le balzò in gola e, con dita tremanti, lo sfiorò.

"Ti fa molto male?", domandò sottovoce.

"Ora non più", rispose Danny; non era del tutto vero, ma non aveva alcuna intenzione di farsi fermare da un po' di dolore.

"Bene", mormorò Rachel, rassicurata; chinò la testa ed accarezzò la macchia bluastra con le labbra, baciandola con reverenza; poi si spostò e con la punta della lingua gli sfiorò prima un capezzolo, poi l'altro.

Danny emise un verso strozzato, mentre l'erezione che gli premeva nei pantaloni fin dall'ospedale si acuiva ulteriormente; con qualche contorcimento delle braccia dietro la schiena, si liberò della camicia ed afferrò Rachel per le spalle, tirandola su ed impadronendosi della sua bocca con la bocca per un altro, profondo bacio incandescente. Poi scese a baciarle il collo mentre barcollavano ancora per qualche passo, finendo di fianco contro la parete accanto alla porta del corridoio che separava la stanza da letto dal bagno. Danny girò Rachel con le spalle al muro e premette il proprio corpo contro quello di lei, che per tutta risposta si strofinò sfacciatamente contro la sua durezza maschile strappandogli un lamento di piacere. Freneticamente, le aprì la camicetta, per poco staccando un paio di bottoni di madreperla, e la gettò in terra, poi cercò il gancio del reggiseno; l'esiguo indumento stava ancora cadendo, che Danny aveva già preso tra le labbra un capezzolo, cominciando a suggerlo nel modo che ricordava piacerle di più. Rachel mandò un suono sospiroso, quasi un singhiozzo, che gli fece scorrere caldi brividi lungo la spina dorsale. Passò all'altro capezzolo, portando una mano attorno al seno abbandonato per sfiorarne la punta sensibile col pollice, e la donna gemette più forte, senza fiato.

Rachel si sentiva il corpo in fiamme; le era sempre piaciuto il modo in cui Danny le faceva l'amore, anche dopo anni di matrimonio, ma non ricordava che le piacesse così tanto. Le sue parti intime fremevano come sull'orlo dell'orgasmo, una sensazione mai provata prima, non certo soltanto per alcuni baci e poche carezze. Impaziente, sfibbiò la cintura di Danny e gli aprì i calzoni, infilandovi la mano per accarezzare fermamente il suo turgore virile.

Danny lanciò un'esclamazione soffocata e si premette contro la mano di lei, sopraffatto dalla sensazione. Quanto tempo era che una donna non lo toccava così? Quanto tempo era che Rachel non lo toccava così? Il piacere montò dentro di lui minacciando di esplodere, e perciò si ritrasse, con la scusa di liberarsi delle scarpe e dei calzini; nel mentre, sbottonò i pantaloni di Rachel, la quale si affrettò a togliersi a sua volta le scarpe, che volarono per la stanza in direzioni opposte. I calzoni di entrambi caddero a terra contemporaneamente; facendo un passo laterale, se ne disfecero.

Poi Rachel, sorprendendo Danny, invertì le loro posizioni e lo spinse con le spalle alla parete, gli agganciò i calzoncini ai lati e, inginocchiandosi, glieli abbassò fino alle caviglie per sfilarglieli prima da un piede, poi dall'altro. Sollevando lo sguardo, lentamente lo contemplò dal basso verso l'alto, ammirando ogni parte del suo fisico prestante; i suoi occhi s'incupirono per il desiderio che le incendiava tanto il corpo quanto il cuore, e prima che Danny si rendesse conto di alcunché, lo afferrò e lo accarezzò intimamente usando le labbra e la lingua.

Per poco le ginocchia di Danny non cedettero, facendolo cadere di schianto. Così non avrebbe retto dieci secondi, pensò confusamente; con un ansito si tirò indietro, sottraendosi a quella dolce tortura, ed afferrò Rachel per le spalle obbligandola a rialzarsi, poi la prese in braccio e la portò a passo di carica fino in camera, dove la depose sul letto e rimosse l'ultimo indumento che li separava, delle culottes. Sì, ricordava bene che Rachel preferiva le culottes agli slip, diceva che erano più comode... ed anche più sexy. Molto più sexy, perfino semplici in microfibra bianca come quelle che aveva avuto indosso quel giorno.

Poi la realtà lo colpì con la forza di un maglio: Rachel era nuda nel suo letto. Per un attimo, Danny rimase a guardarla come istupidito, incredulo. Poi lei gli rivolse lo speciale sorriso che gli dedicava solo nell'intimità, invitante e malizioso, e dischiuse le ginocchia. Lo sguardo di Danny scivolò lungo il bel corpo dell'ex moglie – no, per lui non era mai stata ex – e si fissò sul suo scrigno segreto.

Rachel lo vide leccarsi le labbra in un gesto inconscio; non lo avrebbe creduto possibile, ma quella vista le infiammò le viscere ancor di più, e pensò che, se lui non l'avesse presa all'istante, sarebbe morta di desiderio. Gli tese le braccia in un gesto inequivocabile.

Tuttavia Danny, anche se preda di un desiderio bruciante, non si lanciò subito sull'allettante piatto così generosamente offerto; si sporse verso il comodino, annaspò un momento per aprire il cassetto, vi frugò brevemente e ne estrasse una confezione intatta di profilattici. L'aveva comprata parecchio tempo prima, in un momento di rabbia e di ribellione, pensando di andare in un bar e di rimorchiare la prima donna che lo avesse ispirato; era stata una sfida a se stesso, ma nessuna lo aveva ispirato neppure minimamente, per cui ci aveva rinunciato e non ci aveva più provato. Ci aveva pensato nuovamente nel periodo in cui si era sentito attratto da Leilani, ma le cose erano andate in tutt'altro modo.

Rachel lo aiutò, approfittando della manovra per accarezzarlo ancora; Danny però stavolta si vendicò, allontanando le sue mani provocanti e toccandola a sua volta in modo eccitante. Cielo, com'era calda, e morbida, e imperlata di desiderio per lui! Non poté resistere alla tentazione e si chinò ad assaggiare la sua essenza di donna, trovandola ancor più dolce di quanto ricordava.

Sentendo le labbra di Danny toccare il suo luogo più intimo, Rachel mandò un'esclamazione strozzata e rabbrividì violentemente.

"Danny, per favore...", supplicò; quelle poche parole ebbero la meglio su qualsiasi ulteriore intenzione di prolungare i preliminari che Danny poteva ancora avere e lo indusse a distogliersi dalla prelibatezza che stava gustando e ad adagiarsi subito su di lei. Tuttavia, all'ultimo momento si trattenne: voleva che la loro seconda prima volta fosse speciale ed indimenticabile almeno quanto la prima.

"Guardami, Rachel", le chiese sottovoce. Rachel aprì gli occhi, che non si era resa conto d'aver chiuso, e fece come Danny le aveva domandato. Allora, molto lentamente, Danny entrò in lei, adagio, assaporando e facendole assaporare ogni millimetro del movimento.

"Oh, Danny...", bisbigliò Rachel, mentre sentiva gli occhi riempirsi di inaspettate lacrime di commozione, "Finalmente..."

"Ti amo, Rachel", mormorò Danny; chinò la testa e la baciò dolcemente, intensamente. Poi cominciò a muoversi, e dopo pochi istanti lei rispose sollevando le ginocchia ed incrociando le caviglie dietro la sua schiena, in tal modo facendolo scivolare ancor più profondamente dentro di sé. Danny emise un gemito:

"Piccola, così durerò poco..."

"Io voglio che tu duri poco", dichiarò arditamente Rachel: mai in vita sua si era sentita così stimolata, così vicina al culmine dopo solo pochi momenti dall'inizio dell'amplesso. Era sicura che sarebbe arrivata nel giro di brevissimo tempo.

"Ma...", tentò di obiettare Danny.

"Niente ma", lo troncò lei, "Non stavolta...", aggiunse, e per buona misura strinse ripetutamente i muscoli del perineo. Il piacere mozzò il fiato in gola a Danny; lo sguardo deciso di Rachel lo dissuase dal contraddirla.

"D'accordo, come desidera milady", si arrese, lanciandole un sorrisetto assassino. Si sollevò leggermente sulle braccia per cambiare angolazione e trovare quella che sapeva maggiormente gradita alla moglie, e grazie alla lunga e mai dimenticata famigliarità col suo corpo la trovò subito; poche spinte furono sufficienti a farla giungere in vetta. La vide inarcarsi verso di lui, le labbra che si schiudevano a formare una "O" di sbalordimento, gli occhi fissi nei suoi: gli parve la visione più incantevole che avesse mai avuto in vita sua. Poi il climax la travolse, strappandole un grido tanto di piacere quanto di sorpresa; alla sua prima contrazione, Danny venne irresistibilmente trascinato nel vortice del godimento ed in un istante raggiunse a sua volta l'apice.

"Rachel, Rachel, Rachel...", mugugnò, ripetendo il suo nome come in una litania, quasi come se non riuscisse ancora a capacitarsi davvero di averla lì nel proprio letto, di poterle fare l'amore, di poterle dire quanto l'amava, quanto l'aveva sempre amata...

"Danny, amore mio...", sussurrò lei di rimando, ancora tremando per i postumi dell'orgasmo più intenso e rapidamente raggiunto che avesse mai sperimentato in vita sua. Cielo, neppure la prima volta che avevano fatto l'amore era stata così bollente!

Momentaneamente privo di forze, Danny tornò a sdraiarsi su Rachel, attento però a non schiacciarla col proprio peso: poteva non essere altissimo, ma era consapevole di essere piuttosto ponderoso, con la massa muscolare che si ritrovava dopo due decenni di palestra e di boxe.

Rachel sganciò le caviglie da dietro di lui e riportò le gambe lungo le sue, mentre con le mani gli accarezzava la schiena, giù fino in fondo alle natiche sode. Le era sempre piaciuto il suo posteriore, lo trovava tremendamente sexy...

Danny sollevò la testa e la baciò ancora una volta, teneramente. Si sentiva stordito, esaltato, come ebbro.

"Ti amo, Danny", Rachel gli mormorò sulle labbra; non riusciva a smettere di ripeterglielo, "Ti amo da impazzire..."

Stordimento, esaltazione ed ebbrezza si accentuarono.

"Oh tesoro...", le mormorò di rimando, ricominciando a baciarla.

Dopo essersi preso cura del profilattico, Danny si distese sulla schiena e fece accoccolare Rachel al suo fianco, la testa sul suo petto, una gamba di traverso sulle sue, mentre la cingeva con un braccio. Era la loro posizione preferita, dopo l'amore, e l'assunsero con la massima naturalezza, come se la loro separazione non fosse mai avvenuta.

Rachel tracciava pigramente piccoli cerchi con la punta delle dita sul petto di Danny; da parte sua, Danny le accarezzava con dolcezza il braccio.

"E adesso, cosa facciamo?", domandò quietamente Rachel, girando il capo per sfiorare con le labbra un pettorale del marito – tecnicamente, ex marito.

Danny le mise un dito sotto il mento e le fece alzare il viso per guardarla negli occhi.

"Tu mi vuoi?", le rispose con una controdomanda altrettanto quieta. Lei sollevò una mano per accarezzargli le labbra, e lui gliela afferrò per baciarle il polpastrelli delle dita, uno per uno, continuando a tenerle gli occhi fissi nei suoi.

"Non ho mai smesso di volerti", rispose Rachel sottovoce, "Neanche quando ero così arrabbiata con te che ti avrei preso a schiaffi. Sei l'unico uomo che io voglia davvero. Le ragioni per cui ti ho lasciato mi sembrano così futili, adesso, anche se allora per me erano importanti... così importanti da farmi rinunciare a te, a noi...", la sua voce si spense per un attimo, "E tu, mi vuoi?", chiese in un soffio.

Il sottofondo di ansia che venava quell'ultima domanda colpì Danny profondamente: Rachel era sempre stata una donna molto sicura di sé, e vederla nell'incertezza era davvero assai raro. La strinse con entrambe le braccia.

"Certo che ti voglio!", esclamò, "Voglio te e Grace. Voglio che torniamo ad essere una famiglia...", si guardò attorno, "Solo che qui non ho posto per tutte e due. Dammi il tempo di trovare un appartamento più grande, o magari una casa; nel frattempo potete stare in un motel..."

Rachel sorrise al tono deciso di Danny.

"Certo, ci serve un posto più spazioso di questo", confermò, "ma non è necessario che Grace e io andiamo in un motel: Stan è in viaggio per lavoro e non tornerà prima di tre settimane, abbiamo tutto il tempo di trovar qualcosa di parzialmente arredato e di trasferirci... Provvederemo dopo alle rifiniture. Che ne dici? Tra l'altro, in questo modo daremo a Grace più tempo per prepararsi al cambiamento..."

A Danny non garbava molto l'idea di lasciare ancora le sue due donne nella pretenziosa villa del rivale, ma razionalmente non c'era molto da obiettare, con Stan assente. E poi Rachel aveva ragione: Grace, per quanto felicissima di vedere i genitori nuovamente assieme, aveva bisogno di un po' di tempo per adattarsi alla nuova vita.

"D'accordo", accettò quindi, "Farò subito qualche telefonata..."

"Oh no, non subito", lo contraddisse ridacchiando Rachel, sollevandosi su un gomito, "Più tardi..."

Si chinò su di lui e gli prese la bocca in un bacio sensuale; la mano che aveva finora tenuto sul suo petto scivolò in basso e si chiuse attorno alla sua mascolinità momentaneamente rilassata. Danny trasalì ed esalò un sospiro di piacere; non ci volle molto perché fosse nuovamente pronto per lei, ed allora Rachel gli si mise a cavalcioni. Danny allungò la mano a prendere il pacchetto di profilattici, ma lei lo fermò, l'espressione improvvisamente seria. Sorpreso, l'uomo la guardò.

"Voglio un altro figlio da te, Danny", disse Rachel a bassa voce. Danny assunse un'espressione di totale sbalordimento e gli occorse qualche istante prima di realizzare quello che la donna aveva inteso dire.

Un altro figlio... Caspita. Quella sì che era una dichiarazione-bomba.

"Sei sicura?", indagò in tono perplesso, sottovoce, "Siamo appena tornati assieme..."

Lei annuì lentamente, con convinzione.

"Sono sicura", confermò, "Sei l'uomo della mia vita, il solo che io desideri essere il padre dei miei figli... Dammi un altro figlio, Danny..."

Danny si sentì letteralmente sciogliere. Un lento sorriso gli illuminò il volto, facendo rifulgere i suoi occhi azzurri di una luce abbagliante.

"Ne sarò felice, e onorato, cuor mio", le disse, posizionandosi meglio contro la sua calda apertura muliebre, "Vuol dire che cercherò un tricamere..."

Rachel ridacchiò alla sua battuta estemporanea, poi lo afferrò delicatamente e lo guidò dentro di sé. Dopo, per un po' non ci fu più spazio per pensieri coerenti.

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